Gli assempri/Come un mal'uomo si comunicò per conseglio d'un gattivo confessore, e come non si debbano sotterrare in chiesa

Come un mal'uomo si comunicò per conseglio d'un gattivo confessore, e come non si debbano sotterrare in chiesa

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Come un mal'uomo si comunicò per conseglio d'un gattivo confessore, e come non si debbano sotterrare in chiesa
Miracolo Come Idio minacciò terribilmente un mormoratore

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CAP. 53.°


Nel tempo ch’io componevo questo libro, era un gentiluomo nella città d’Agobbio mol[p. 196 modifica]to ricco dell’aver del mondo, la qual ricchezza tutta aveva fatta d’usura, e di furti, e di rapine, e d’ogni mal guadagno; ed era uomo molto iniquo e pessimo, senza nessuna conscienzia. Costui infermando, gli fu mandato a un luogo di religioni2 per un confessore che l’acconciasse dell’anima sua. Sicchè v’andò un confessore et acconciollo dell’anima sua, non dico secondamente che lo spirò Idio, ma secondo che lo spirò el diavolo. Però che Dio non spira mai gli uomini cupidi et avari e simoniaci, e’ quali confessano per aver cose temporali e non per amor di Dio, siccome fanno oggi una gran parte de’ miseri confessori. E poniam caso ch’eglino dimandono molto bene el peccatore di molti peccati, e faccciano una bella diciaria di parole, non dimeno non disaminano e peccati e non gli riprendono, e non gli amaestrano, e non lo’ fanno veduta la gravezza de’ peccati, e quanto e come dispiacciono a Dio, e come si converrà che vengano dinanzi al suo giudicio, e converrassi che rendano ragione a Dio di tutte l’opere loro, eziandio insino a un minimo pensiero che mai [p. 197 modifica]aranno avuto ne la mente, e saranno premiati del bene e del male, secondo che aranno meritato. E non gli amaestrano de le pene dello ’nferno, e del purgatorio, e de la gloria de’ beati. E non lo’ fanno le debite conscienzie, che perdonino le ’ngiurie e rendano l’altrui, come debbano. Però che si conviene che chi ha dell’altrui per qualunque modo si sia, ch’egli spogli se e’ suoi figliuoli, e renda l’altrui. Anco gli assolvano senza dir lo’ nessuna cosa, e mandalli via, acciò che non perdano el lor maladetto guadagno. Però che quando vien per caso che ’l peccatore si vada a confessare da persona che abbi conscienzia e tema Idio, che ’l riprenda, e l’amonisca, e mostrili le gravezze de’ suoi peccati, si guarda poi di non andarsi più a confessar da lui. Unde e’ miseri confessori, poniam caso che lo’ pongano la mano in capo, spesse volte non gli assolvono, o anco gl’imbrattano. E drittamente lo ’nterviene, come al fanciullo quando è lercio, che volendosi egli nettare, s’impiastra lo sterco addosso. Sicchè se questi maladetti cupidi confessori e simoniaci, dico de’ gattivi, che confessano per denari e non per amor di Dio, considerassero quanto l’anime costano care a Dio, e quante vergogne e dure battiture, et amara morte sostenne per la lor salute, [p. 198 modifica]non starebbono tutto di alla strada a robbare e’ peccatori, e mandare l’anime loro allo ’nferno. Che per certo abbino, che nullo malandrino che stia a la strada a robbare è peggior ii loro, però che ’l malandrino uccide e’ corpi e tolle la robba; el gattivo confessore per avere alcun denaiuolo, è simoniaco e tradisce Idio, e spesse volte è cagione de la dannazione del peccatore. E per li grandi mercati che fanno ne le confessioni, cioè d’assolvare e’ peccatori secondo la loro volontà, non riprendendogli, ne ammaestrandogli di cavelle, e’ buoni confessori, che hanno buona conscienzia e temono Idio, fuggono le confessioni, e massimamente di questi gran peccatori, però che non voglion fare cosa che lo sia detta. Unde cercano d’avere confessori che gli confessino, e gli assolvano a lor modo, e per giusto giudicio di Dio aviene, che siccome eglino son mal vissuti, cośi morendo el più de le volte trovano confessori che gli acconciano male e peggio dell’anime loro. E veramente nullo diavolo è nello ’nferno tanto pessimo quanto el gattivo confessore, e non è nulla dannazione tanto dura e terribile quanto la sua. E veramente si può dire che e’ gattivi confessori son diavoli in carne umana, e cosi entra el diavolo nell’anime loro come fece a Giuda, però che [p. 199 modifica]Giuda tradì solamente el corpo di Cristo per aver denari, non credendo che fusse Idio com’egli era. E i gattivi confessori cupidi e simoniaci sanno e son certi, ch’eglino tengono el luogo di Dio nel mondo, e sono vicarii di Dio ne la cura dell’anime che per amor di Dio si fidano di loro, e rimettonsi ne le lor mani l’anima e ’l corpo, ed eglino spesse volte son lupi dell’anime e non pastori: E per men denari che non fece Giuda, spesse volte le mandano allo ’nferno e al dì del giudicio sarà dannato el corpo insieme coll’anima. Sicchè senza nessuna comparazione son peggiori di Giuda e maggior giudicio e dannazione riceveranno. El sopradetto misero gentiluomo confessato che fu, di conseglio del suo confessore, si comunicò e prese ’l corpo del nostro Signor Gesù Cristo, e preso che l’ebbe gli cominciò tutte le interiora del corpo a far busso e romore, a modo che fa lo ’nfermo quando si mette l’acqua in bocca e sgargozza. E cosi quel busso gli durò in corpo una buona dotta sì forte, che s’udiva un buon pezzo di longa. E doppo questo perdè la lengua e diventò quasi insensibile: e doppo pochi di miseramente passò di questa vita. Ed essendo poi sepolto in chiesa, la notte seguente parbe che tutte le dimonia dello ’nferno venissero in [p. 200 modifica]quella chiesa a far l’ossequio3 di quel lor misero servo. Cioè che tutta notte menaro tanto busso e tanta tempesta in quella chiesa con mughi e lamenti dolorosi, che intorno a la chiesa buon pezzo di longa non vi potè dormire persona, e cosi duro’ più notti infino a tanto ch’e’ frati scavaro quello misero corpo e sotterrarlo co’ cani. Et imperò tu misero che sotterri in chiesa e’ corpi di coloro che tutto ’l tempo de la vita loro hanno prestato a usura, e robbato e tolto l’altrui, e giocato a zara e a diletto bastemiato Idio e’ Santi, e morto gli uomini e inviluppatosi ne’ peccati grandi e abbominevoli come fa el porco nel loto, dovaresti pensare che chi ne la tua secreta camera ove tu usi di riposarti e di stare a tua consolazione, vi mettesse un corpo d’un asino morto, putrido pieno di vermini, quanto tu te ne sdegnareste, e arestilo per male et a schifo, e che vendetta tu ne faresti se tu potessi. Così maggiormente debbi pensare che Dio ha per male, che ne la sua secreta camera cioè ne la chiesa ove egli si riposa e si diletta di stare co’ suoi amici e servi carissimi a sua consolazione, vi sien messi dentro e’ corpi [p. 201 modifica]morti putridi e pien di vermini, cioè e’ corpi degli uomini iniqui e pessimi, pieni d’abbominevoli peccati, morti nell’ira di Dio. E’ quali corpi si debbano sotterrare al fosso co’ cani e co’ le bestie, e non ne le chiese e ne’ luoghi sacri. Però che per essere sepolti ne’ luoghi sacri ne ricevono troppo maggior giudicio e dannazione, eglino e chi ne li lassa sotterrare se muoiono in quelli peccati. Del sopra detto assempro tanti testimoni ne furono quanti uomini e donne piccoli e grandi in quel tempo erano in Agobbio, però che duraro e’ bussi e la tempesta in quella chiesa più di dodici notti, et ogni gente se ne potè rischiarare chi volse.


Note

  1. Coloro che son morti male, già s’intende!
  2. Sic il Cod. Forse ha voluto intendere di religiosi e regolari, senza designare l’ordine.
  3. Esequie.