Gli assempri/Come uno che si rallegrava de la morte d'un suo nemico morì subbitamente
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Come uno che si rallegrava de la morte d’un suo nemico morì subbitamente.
CAP. 43.°
Un gentiluomo de la città d’Arezzo, essendo infermo a una sua tenuta, un’altro suo consorto e parente, sentendo ch’egli era infermo l’andò a visitare. Et andando riscontrò quasi a mezza via un lor nemico, unde egli l’uccise a ghiado; e giognendo poi a casa di questo ’nfermo suo consorto, el confortò e dimandollo com’egli stesse. Allora lo ’nfermo rispose e disse, che gli pareva star bene è parevagli essere quasi guarito. Allora disse ’l sano, vuogli ti dica buone novelle? Rispose lo ’nfermo: sì anco ten prego. Allora disse ’l sano, quando io venivo qui per visitarti, riscontrai ne la via el tale nostro nemico, et ollo ucciso a ghiado. Allora ci misero informo con grandissima allegrezza disse; Oh be’ sta, be’ sta, ben ne so’ lieto; e detta questa parola subbitamente fu morto e passò di questa vita. E cosi permisse Idio che come egli si rallegrò del male e de la morte del suo nemico, così el diavolo si rallegrasse dell’anima sua. Questo assempro udii da un religioso degno di fede, al quale era noto e dimestico di ciascun di loro.