Gli assempri/Come Idio minacciò terribilmente un mormoratore

Come Idio minacciò terribilmente un mormoratore

../Come un mal'uomo si comunicò per conseglio d'un gattivo confessore, e come non si debbano sotterrare in chiesa ../De' tremuoti che fuorono al Borgo a Santo Sepolcro IncludiIntestazione 15 luglio 2023 75% Da definire

Come Idio minacciò terribilmente un mormoratore
Come un mal'uomo si comunicò per conseglio d'un gattivo confessore, e come non si debbano sotterrare in chiesa De' tremuoti che fuorono al Borgo a Santo Sepolcro

[p. 201 modifica]Come Idio minacciò terribilmente un mormoratore.

CAP. 54°


Conobbi un frate, el quale da chiunque el conosceva era tenuto di santa vita. El qual frate era di grandissima astinenzia e sempre dormiva con tutti e’ panni ch’egli portava el dì endosso, e dormiva su ’n una tavola e per capezzale teneva un legno con un pannicello avvoltovi. Costui fu perfetto ubbidiente, però che mai di nessuna ubbidienzia che gli fusse [p. 202 modifica]comandata dal suo prelato, non aspetteva al secondo comandamento. Et anco mantenne bene la santa povertà e castità, e contra questo non fu mai persona che di lui s’avedesse mai di nessuna cosa sinistra, o che avesse mai di lui neuno malo assempro. Fu molto caritativo degl’infermi e molto bene gli serviva e gli aitava coll’avere e co’ la persona quanto gli era possibile. Aveva nondimeno questo frate una cosa molto reprensibile e detestabile, cioè che detto che aveva el suo ufficio non occupava mai el tempo ne la lezione nè nell’orazione, e co’ le mani non prendeva mai nessuno esercizio, unde per questa cagione vacava molto a ozio pe’ chiostri, stando tuttodì a favellare co’ frati e co’ gli uomini oziosi. E perchè ’l male molto gli dispiaceva, ed egli ne vedeva e n’udiva assai perchè si riduceva in luogo da ciò, mormoravane molto e detestavalo e guarlavasi molto di non mormorare a falso. E per questo gli pareva con buona conscienzia poter mormorare, confidandosi che quand’egli mormorava gli pareva dire ’l vero, e non considerava che molti mormoravano con lui per sua cagione. Ora avenne che una mattina, dicendo egli la messa et avendo consacrato el Corpo e ’l Sangue del nostro Signor Gesù Cristo, udì una boce molto terribile e [p. 203 modifica]tanto grande, che credette ch’ella fusse udita non tanto per tutta la chiesa, ma eziandio buon pezzo di longa da la chiesa credette ch’ella fusse udita schiaritamente. La qual boce el chiamo per lo suo proprio nome e disse: G. io gastigarò la tua lengua. Egli udendo questo si maravigliò molto, e tutto si confuse in se medesimo. E detta che ebbe la messa, dimandò al servente et alcun altro ch’era stato a udire quella messa, e trovò che nessuno aveva udito quella boce altro che egli solamente. Allora egli vedendo questo tutto interrì e posesi in cuore di non mormorar più e d’amendarsene. Doppo questa boce forse un mese o poco meno, gli venne una infermità, per la quale1 in tanto tedio, che non poteva patire di veder persona, nè che persona gli entrasse, in cella, e seccosseli sì la lengua e tutte le ’nteriora del corpo, che quando se gli dava bere pareva che cadesse su ’n un tamburo. E bench’egli avesse tutte le Sacramenta, nondimeno visse nel torno d’un mese in quella infermità, e poi a stento morì assai grossamente. Per questo frate potrebbono pensare et immaginare tutti coloro, che hanno consacrato e’ [p. 204 modifica]cuori e le lengue loro entro el cuore del diavolo. Però che de le loro maladette e dannate lengue, non esce mai altro che tutte parole ingiuriose e villane e abbominevoli contra Dio e contra e’ Santi, e contra tutte le genti del mondo. E massimamente sempre vanno mormorando e detraendo e’ servi di Dio, e ingiuriandoli e villaneggiandoli co’ fatti e co’ le parole, e perseguitandoli in ogni mal modo che possano; e sia certo che non è nessun luogo dove ’l diavolo si diletti tanto di stare et abitare, quanto in su la lengua del mormoratore e detrattore. El diavolo che abita ne’ loro maledetti cuori, e’ quali non pensano mai altro che male e peggio adoperano, gli ha tanto affranti, che perseguitando e facendo ben male a’ servi di Dio, lo’, par fare a Dio un grandissimo sacrificio. E non considerano e’ miseri quella parola che dice Santo Jeronimo, cioè che non di leggiero perdona Idio el peccato, dei buoni diciarne male: Quanto maggiormente a far lo’ male e ingiuriarli e perseguitarli, tu medesimo tel pensa! Questo sopra detto assempro, udii da un caro suo amico dignissimo di fede, del quale egli molto si fidava, et ogni cosa udì da lui medesimo.


Note

  1. Sic: ha bisogno di un venne.