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Come le bestie e gli animali bruti guardano le feste

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Come le bestie e gli animali bruti guardano le feste
Come un buono uomo guardava le feste molto devotamente, per la qual cosa la sua vigna non digrandinava mai nè gelava Miracolo

[p. 189 modifica]Come le bestie e gli animali bruti guardano le feste.

CAP. 51.°


Nel tempo che la Vergine Maria madre del figliuol di Dio, per comandamento dell’angelo, fuggì in Egitto col suo figliuolo e nostro Signor Gesù Cristo. Et essendo in Egitto, e giognendo un dì a una villa molto stanca con grandissima sete, e chiedendo un poca d’acqua per bere, non ne le fu voluta dare. Unde ella si partì inde, et andò più là forse un miglio, o poco meno, e per la grande stanchezza e debilezza de la sete, si pose a sedere e tenevasi el suo figliuolo nostro Signor Gesù Cristo in grembo. El fanciullo Gesù allora vedendo la sua Santa Madre cosi stanca e debile per la sete, strifinò un poco el suo santissimo pedino in terra, e subbitamente nesci una grossa e buona vena d’acqua. Allora la [p. 190 modifica]gloriosa Vergine Maria e Giosef si gittaro in terra ginocchioni, e con dolci lacrime laudarono Idio de la sua ismisurata carità, el quale sempre provede a’ suoi servi nel tempo del bisogno dove manca l’aiuto umano. E bevuto, recreati che fuorono, anco laudaro e ringraziarono Idio, et andarono a la lor via. E quell’acqua s’andò spandendo allora su per la terra e bagno una gran piazza di terreno, et in quella terra dove l’acqua bagno di prencipio, nacquero certi arboscelli e’ quali crescono forse due braccia sopra terra el più che crescano, e quelli arbuscelli fanno el fino balsamo et in nessuna parte del mondo non se ne truova più se non solamente in quella terra, che di principio fu baguata da quell’acqua. Poi calando l’acqua, gl’infedeli vi fecero un pozzo et a questo pozzo hanno fatto una certa rota di legname, a la quale quando vogliono attegnare dell’acqua per innacquare quelli arbuscelli, pongono una bestia a vollare quella rota a modo che un mulino a secco. E continuamente mentre che la bestia si volle tira su molt’acqua, de la quale s’innacqua tutto quel giardino degli arbuscelli del balsamo. Et intorno a quel giardino hanno fatto gl’infedeli tre gironi di mura. E per la virtù di quell’acqua dimostra Idio continuarnente insino al [p. 191 modifica]dì l’oggi tre bellissimi miracoli. El primo si è che quelli arbuscelli non farebbono frutto di balsamo, se non fussero innacquati coll’acqua di quel pozzo. El secondo miracolo è che perchè gl’infedeli negaro l’acqua a la madre di Dio, di quell’acqua santa mai nessuno infedele non nè può bere. E quando aviene per caso che nessuno infedele se ne metta in bocca per volerne bere, pargli tanto gattiva che subito la sputa e non la può gollare nè trasponare,1 e a’ fedeli cristiani pare molto buona e perfettissima acqua. El terzo miracolo è che quando gl’infedeli legano nessuna bestia a quella rota per attegnare di quell’acqua, quando vien per caso che ve la leghino in domenica, o in altri di di feste comandate da la Chiesa romana, assai le potrebbon dare o scorticarla, che mai nessuna bestia vi potrebbon far vollare. Et avenga che e’ sopra detti tre miracoli io abbia udito da persone degne di fede, e’ quali sono stati dentro a quel giardino et hannone veduta fare la sperienzia; non dimeno perchè quelli che sono ifidicciati et incredoli, et hanno poca fede, sempre appongono ogni cosa buona e sempre levano caluniando, [p. 192 modifica]però che non è possibile che chi vive male possa credare nessuna cosa buona. Et avenga che le cose che son dette da’ santi dottori dicono co’ la bocca che le credono, e questo dicono per non essere reputati e tenuti eretici. Però che co’ le lor gattive e prave operazioni dimostrano che non credono nessuna cosa buona, poichè nessuna cosa buona voglion fare. E quelli che voglion ben vivere, sempre gli vanno invidiando e detraendo. Anco misero et infelice dell’anima tua, se tu non vuogli credare a le cose sopradette, pruova questo miracolo che seguita cioè. Prende del pane che sia macinato, o certo, o cotto in domenica, e portane a una peschiera di pesci, e gittolo’ de le briciole di quel pane, e vedrai manifestamente che nullo pesce ne prendarà mai nessuna briciola. E però, uomo misero, considera la tua mala vita, e quanto tu se’ degno dell’ira di Dio vedendo che le bestie irrazionali, e gli animali bruti guardano le feste e rendono onore e reverenzia a Dio lor creatore, et a’ suoi Santi. E tu solo, uomo misero villano e sconoscente et ingrato di tanti doni e benefici, quanti t’ha fatti e fa continuamente el tuo Creatore e Redentore, e massimamente che t’ha ricomprato del suo prezioso Sangue sul legno de la croce con tanta pena, e con [p. 193 modifica]tanto amore e carità. Et anco t’ha apparecchiato el regno del Cielo, et anco lo ’nferno, se tu non vorrai piacere a Dio. E però apre gli occhi de la mente a la tua salute, e non ti sia fadiga almeno e’ di de le feste di guardarle, e di rendare onore e reverenzia a Dio, et a’ suoi Santi. Cioè d’andare la mattina a la chiesa e di confessarti, e di rendarti in colpa a Dio de’ tuoi peccati, et udire la mattina tutto l’officio. E tutto ’l dì vacare a le cose buone e devote, e spirituali. E non credare che coloro che stanno tutto ’l di oziosi, e solamente vacano tutto ’l dì a ritrovarsi in brigate, e con compagni a ridare et a cianciare, e tutto di parlare parole oziose e vane, e disutili; e tutto di mormorando e detraendo e’ fatti altrui, e tuttodì giocando a’ diversi giuochi abbominevoli, e tutto di disonestando co’ fatti e co’ le parole in ogni mal modo; et andarsi spassando a ucellare e a cacciare e mangiare e bere tutto di come le bestie, e tuttodì facendo le cose pericolose et abbominevoli, e le false vendite e gl’iniqui contratti, e facendo le merende e’ conviti e de’ povari non curarsi niente; questi cotali che fanno simili cose e peggiori, come son coloro che danno e’ falsi consegli, che molte volte mettono tutto ’l paese a ruina; non tanto che que[p. 194 modifica]sti cotali guardino le feste, ma anco le vitoperano, e le disonestano, e le abbominano.2 E certamente se non s’amendaranno, per loro, non sarà mai nè festa, nè buon dì, nè mai avaranno quiete di riposo.3 Anco in æterna sæcula sæculorum ardaranno ne le pene dello ’nferno.


Note

  1. Trasmettere, cioè dalla bocca nello stomaco.
  2. Dalla parola, et non credare p. 193 v. 11 fino ad e le abominano p. 194 v. 2, è tutta una tirata che pende da quel solo primo verbo. Tentai di stabilire l’interpunzione alla meglio e secondo un senso generale: non so se ci sia riuscito.
  3. Riposando ancora non troveranno quiete o consolazione. Il avanti riposo vale dal.