Gli assempri/Come un'anima subbitamente ch'el la passò di questa vita, apparbe a un suo confessore

Come un'anima subbitamente ch'el la passò di questa vita, apparbe a un suo confessore

../De' tremuoti che fuorono al Borgo a Santo Sepolcro ../Come un uomo diceva che Dio non l'aveva gionto IncludiIntestazione 16 luglio 2023 75% Da definire

Come un'anima subbitamente ch'el la passò di questa vita, apparbe a un suo confessore
De' tremuoti che fuorono al Borgo a Santo Sepolcro Come un uomo diceva che Dio non l'aveva gionto

[p. 208 modifica]Come un’anima subbitamente ch’ella passò di questa vita, apparbe a un suo confessore.

CAP. 56°


Fue ne la città di Siena alquanto tempo innanzi a la mortalità del mille trecento quarantotto un buono uomo, el quale aveva un suo confessore e padre spirituale dell’anima sua, dal quale si confessava e si consegliava di tutte quelle cose ch’appartenevano a la sua salute, el quale era frate dell’ordine del glorioso misser Santo Francesco. Or’avenne che questo frate andò una quaresima a predicare a la città di Lucca. Et andando egli una sera intorno al chiostro dicendo officio, o veramente pensando ne la predica ch’aveva a [p. 209 modifica]fare, in mentre che si diceva compieta, riscontrò questo suo figliuolo di penitenzia. E vedendolo si maravigliò molto: Et andando verso lui el saluto e disse: tu sia ’l ben venuto: come se’ tu qui a quest’otta? Che buona faccenda hai tu? Allora el buono uomo gli rispose e disse. Io ho bisogno un poco d’essere con voi a la vostra cella per un servigio, che io ho bisogno che voi mi facciate. Et essendo nella cella sua gli disse: pregovi che voi troviate da scrivare. E trovato, gli disse. Scrivete com’io vi dichiaro memoria, che nel tal libro a foglio cotanto, è una posta che tale di tale debba dare cotanti denari, la qual posta si debba abbattere, però che è pagata e non debba dar niente. E simigliantemente più poste dichiarò de’ suoi libri, e mostrò come si dovevano acconciare, et ogni posta disse in che libro era, et a quanti fogli del libro, e love erano e’ libri, e ciò ch’egli ebbe a restituire, et ad avere, ogni cosa dichiarò. E poi fatto questo disse al frate; or vedete, non abbiate timore nè spavento di questo che voi avete veduto, però che ogni cosa è secondo la volontà di Dio. Dianzi, quando voi mi riscontraste in chiostro, allora allora a Siena passai di questa vita. E questa grazia m’è concessa da Dio, di tornare a dichiarare et [p. 210 modifica]acconciare queste poste, le quali per negligenzia non l’acconciai quando potevo, poi m’escir di mente e non l’acconciai, unde per questo n’arei avuta molta e longa pena. E questa grazia m’è concessa da Dio, però che a tal tempo si fece in Siena un trattato, per lo quale doveva morire in Siena molta gente e sarebbe stato gran male ne la città. Unde venendomi all’orecchie el sopra detto trattato, et io considerando e vedendo el gran male che ne doveva seguitare, mosso a piatà e per conscienzia, acciò che tanto male non fusse, andai e revelàlo, e missimi a pericolo de la morte. Unde el trattato si ruppe e non andò innanzi, e cosi stroppiai molto male che ne sarebbe stato. Sicchè per questo bene che io feci, Idio m’ha concessa questa grazia di tornare e dichiarare le sopra dette poste, per le quali n’arei fatta longa et aspra penitenzia. Però che di qua Idio è somma giustizia, et a ciascuno rende merito secondo l’opere sue. Ora vi prego che questa scritta voi portiate al mio figliuolo, e diteli da mia parte che faccia ciò ch’ella dice, e dette queste parole, subbito sparì. Poi el frate, ritornando a Siena, dette la scritta al figliuolo, e ’l figliuolo leggendo le poste, e vedendo che si riscontravano co’ li libri e co’ fogli, dette ferma fede a [p. 211 modifica]la scritta e pienamente fece ciò ch’ella diceva. El sopra detto assempro ebbi da un religioso degno di fede che l’udì dal figliuolo.