Autore:Giambattista Felice Zappi
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Giambattista Felice Zappi (Imola, 166712345 – Roma, 30 luglio 1719greg.23), noto anche come Giambattista Zappi, noto anche con lo pseudonimo di Tirsi Leucasio, poeta italiano.
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Opere
modifica- Da Sonetti del Signor avvocato Gio. Felice Zappi (1723)
- A governar di Pietro il sacro legno (1723)
- Al Tribunal d’Amore un dì n’andai
- Alfin col teschio d'atro sangue intriso
- Amor s'asside alla mia Filli accanto (1723)
- Anime illustri, il cui gran nome in queste (1723)
- Ardo per Filli. Ella non sa, non ode
- Cento vezzosi pargoletti Amori (1723)
- Che far potea la sventurata, e sola
- Che se tornar dopo tant’anni e tanti
- Che si farà di questa ampia Antonina (1723)
- Chi è costui, che in sì gran pietra scolto - 1
- Chi è costui, che in sì gran pietra scolto - 2
- D'allor che adorna l'eliconia gente (1723)
- Dalla più pura, e più leggiadra stella (1723)
- Due ninfe emule al volto, e a la favella (1723)
- E qual sul Tebro pellegrina e rada
- Ecco il Parnaso: ecco gli allori, e il biondo
- Il Gondolier, sebben la notte imbruna
- Illustre Duce che i trionfi tuoi (1723)
- In quell’età ch'io misurar solea (1723)
- In van resisti: un saldo core e fido
- Io veggio entro una bassa e vil Capanna
- Io veggio, ahimè, che il biondo crin s'annegra (1723)
- La prima volta, che io m’avvenni in quella
- La prisca Roma del sepolcro fuore (1723)
- Lucido sol che non derivi altronde (1723)
- Morte, il tuo fero artiglio in van si stende
- Nacque a Tirinto ier, (che gaudio ha il core!)
- Nasce l'illustre Ciro, e nasce appena (1723)
- O della stirpe dell'invitto Marte
- O luccioletta, che di quà dall'Orno
- O pellegrin, che in questa selva il piede
- O Violetta bella, che ti stai
- Per far serti ad Alnano io veggio ir pronte
- Poichè dell'empio Trace alle rapine
- Presso è il dì che cangiato il destin rio (1723)
- Quand'io men vò verso l'ascrea montagna
- Quando Matilde al suo sepolcro accanto
- Quando per girne al Ciel di morte a scherno
- Quel dì, che al Soglio il gran Clemente ascese
- Questi è il gran Raffaello. Ecco l'idea
- Questo è il dì, che nel Cielo il Sol vestissi (1723)
- S'è ver ch'ogn'Uom intègro era da pria
- Signor, tutto dell'Asia il Popol empio
- Sognai sul far dell'Alba, e mi parea
- Sotto mi cadde quel destrier feroce (1723)
- Stassi di Cipro in su la piaggia amena
- Tal mi fè piaga un Garzon fero e rio
- Talora io parlo a un colle a un rivo a un fiore
- Tornami a mente quella trista, e nera (1723)
- Un Cestellin di paglie un dì tessea
- Un giorno a' miei pensier disse il cor mio
- Vago, leggiadro, caro Bambolino (1723)
- Vincesti o Carlo. D'atro sangue impura
- Viva l'Augusto Carlo. Oppressa e vinta (1723)
Da Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani