Tal mi fè piaga un Garzon fero e rio
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Questo testo fa parte della raccolta Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte
XXVI.
Tal mi fè piaga un Garzon fero e rio,
Ch’esser già credo e son di vita spento:
Nè stupisco esser morto, ma che il mio
Core pria non morì nel suo tormento.
5Odo già per la selva alto lamento,
E pianger Ninfe, e dir: Tirsi morìo;
Ma s’io morii, come la doglia or sento
Tra chi mi piange, e come or piango anch’io?
Ah forse non piang’io, ma per le smorte
10Guance è il cadaver mio, che stille amare
Versa per l’uso antico di sua sorte.
E s’io pur peno, Amor, questo è il penare,
Che han dato i Fati a me dopo la morte,
Poichè in vita fui reo di troppo amare.