Sognai sul far dell'Alba, e mi parea
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Questo testo fa parte della raccolta Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte
XXVIII.
Sognai sul far dell’Alba, e mi parea
Ch’io fossi trasformato in cagnoletto;
Sognai, che al collo un vago laccio avea,
E una striscia di neve in mezzo al petto.
5Era in un particello, ove sedea
Clori di Ninfe in un bel coro eletto;
Io d’ella, ella di me, prendeam diletto;
Dicea: corri Lesbino, ed io correa.
Seguia: dove lasciasti: ove se ’n gìo,
10Tirsi mio, Tirsi tuo, che fa, che fai?
Io gìa latrando, e volea dir: sono io.
M’accolse in grembo, in duo piedi m’alzai,
Inchinò il suo bel labbro al labbro mio:
Quando volea baciarmi, io mi svegliai.