Io veggio entro una bassa e vil Capanna
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Questo testo fa parte della raccolta Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte
XII.1
Io veggio entro una bassa e vil Capanna
Un pargoletto, che pur dianzi è nato,
Fra i rigor d’aspro verno, abbandonato,
Su paglia e fieno e foglie d’alga e canna.
5Veggio la cara Madre che s’affanna,
Perchè sel vede in sì povero stato;
Misero! ei sta di due Giumenti al fiato!
Misero! ah quest’è Dio, nè il cuor s’inganna.
Quel Dio che regge il Ciel, regge gli orrendi
10Abissi, e fa su noi nascer l’aurora,
E i lampi e i tuoni e i fulmini tremendi.
Ma un Dio se stesso in sì vil foggia onora?
Vieni, o superbo, e l’umiltade apprendi
Da quel Maestro che non parla ancora.
Note
- ↑ Per la notte del Santissimo Natale.