Politici e moralisti del Seicento/Indice
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INDICE
I. — FAMIANO STRADA
Dalle «Prolusiones academicae» (1617) |||
p. 1
I. — An congruenter honestatis et historiae legibus faciant ii, qui in rerum narrationibus ad callida et politica, ut ipsi vocant, cuncta divertunt: quo loco de Cornelii Taciti scribendi ratione multa disceptantur (Libri I Prolusio II) |||
II. — Civilis institutio et politica praecepta ad omnera vitam cum in pace tum in bello temperandam, ex narrationibus rerum gestarum, quae una Liviana decade continentur, expressa. (Libri II Prolusio IV) |||
II. — LUDOVICO ZUCCOLO
Della Ragione di Stato (1621) |||
p. 23
III. — LUDOVICO SETTALA
Della Ragione di Stato (1627) |||
p. 43
Libro Primo. — Della Ragion di Stato, in commune.|||
Prefazione |||
Cap. |||
I. — Che cosa significa questo nome: ragion di stato |||
» |||
II. — Che cosa sia ragion di stato, secondo il parere d’alcuni |||
» |||
III. — Si esamina un’altra opinione, che cosa sia ragion di stato |||
» |||
IV. — Si propone ed esamina un’altra opinione, che cosa sia ragion di stato |||
Cap. |||
V. — Opinione d’altri, che cosa sia ragion di stato |||
» |||
VI. — Si esamina e rifiuta detta opinione |||
» |||
VII. — Si racconta ed esamina un’altra opinione intorno alla diffinizione della ragion di stato |||
» |||
VIII. — Che cosa sia ragion di stato, secondo il nostro parere |||
» |||
IX. — Quante siano le specie della ragion di stato |||
Libro Secondo. — Della Ragion di Stato regia.
Sommario dei capitoli I-IX |||
Cap. |||
X. — La pietá e religione esser il primo fondamento del dominio regio e della sua ragion di stato: ma non finta nè simulata |||
» |||
XI. — Quanto sia pericoloso ad un prencipe il patire, o che s'introduca nuova religione, o che piú d’una si permetta |||
» |||
XII. — Il buon prencipe per niuna causa deve romper la fede data, ma sempre attendere alle cose concertate e promesse |||
» |||
XIII. — Non convenire al prencipe l'esser troppo libero; e che la diffidanza, dissimulazione e secretezza molto sono
profittevoli alla conservazione dello stato |||
Sommario dei capitoli XIV-XXI |||
Cap. |||
XXII.— Della prudenza politica regia contro la plebe, acciò non procuri mutando il governo regio introdurre il popolare |||
» |||
XXIII.— Della ragion di stato regia rispetto de’ patrici, acciò non si facci mutazione nel governo aristocratico |||
Sommario del capitoli XXIV-XXVI |||
Libro Terzo. — Della Ragion di Stato degli ottimati.
Proemio |||
Cap. |||
I. — Della ragion di stato degli ottimati, che riguarda la salute loro |||
» |||
II. — Della ragion di stato degli ottimati, che riguarda la
conservazione del governo aristocratico |||
» |||
III. — Della ragion di stato aristocratica, la quale riguarda le azioni de’ dominanti per corregger e emendar gli errori che potessero sovvertire tale stato di republica |||
» |||
IV. — Della ragion di stato aristocratica, con la quale si procura la conservazione della forma di tale republica |||
Sommario dei capitoli V-XII |||
Cap. |||
XIII. — Della ragion di stato degli ottimati per difendere la forma della loro republica contro alcuno, che si volesse far re |||
Cap. |||
XIV. — Rimedi contro la soverchia potenza d’alcuno, che nella republica degli ottimati procurasse il dominio per sé |||
Libro Quarto. — Della Ragion di stato della vera republica.
Sommario dei capitoli I-III |||
Cap. |||
IV. — Della ragion di stato della politía, o republica commune, per rispetto della sicurezza del popolo |||
» |||
V. — Della ragion di stato della politia, per conservare la forma di tal republica |||
Sommari dei capitoli VI-IX |||
Libro Quinto. — Della Ragion distato tirannica con la quale i tiranni procurano conserziar sé e il loro governo
Sommario dei capitoli I-XVII |||
Libro Sesto. — Della Ragion di Stalo oligarchica e del governo de' pochi.
Sommario dei capitoli I-VIII |||
Cap. |||
IX. — Della ragion di stato de’ pochi potenti, che difende non solo il dominio, ma ancora i dominanti: e prima della guardia armata |||
» |||
X. — Della ragion di stato de’ pochi potenti, che riguarda il modo di governarsi di questi con la plebe |||
» |||
XI. — Della ragion di stato de' pochi potenti, che riguarda il dominio e i dominanti |||
Libro Settimo. — Della Ragion di stato democratica o popolare.
Sommario dei capitoli I-XVIII |||
Cap. |||
XIX. — Della ragion di stato democratica, e dei modi, con li quali la republica popolare si possa conservare, |||
IV.— TORQUATO ACCETTO
Della dissimulazione onesta (1641) |||
L’autor a chi legge |||
I. — Concetto di questo trattato |||
II. — Quanto sia bella la veritá |||
III. — Non è mai lecito di abbandonar la veritá |||
IV. — La simulazione non facilmente riceve quel senso onesto, che si accompagna con la dissimulazione |||
V. — Alcuna volta è necessaria la dissimulazione, e fino a che termine |||
VI. — Della disposizion naturale a poter dissimulare |||
VII. — Dell’esercizio, che rende pronto il dissimulare |||
VIII. — Che cosa è la dissimulazione |||
IX. — Del bene che si produce dalla dissimulazione |||
X. — Il diletto, ch’è nel dissimulare |||
XI. — Del dissimulare con li simulatori |||
XII. — Del dissimulare con se stesso |||
XIII. — Della dissimulazione che appartiene alla pietá |||
XIV. — Come quest’arte può star tra gli amanti |||
XV. — L’ira è nemica della dissimulazione |||
XVI. — Chi ha soverchio concetto di se stesso, ha gran difficultá di dissimulare |||
XVII. — Nella considerazione della divina giustizia si facilita il tollerare e però il dissimulare le cose che in altri ci dispiacciono |||
XVIII. — Del dissimulare l’altrui fortunata ignoranzia |||
XIX. — Del dissimular all’incontro dell’ingiusta potenzia |||
XX. — Del dissimulare l’ingiurie |||
XXI. — Del cuor, che sta nascosto |||
XXII. — La dissimulazione è rimedio che previene a rimuover ogni male |||
XXIII. — In un giorno solo non bisognerá la dissimulazione |||
XXIV. — Come nel cielo ogni cosa è chiara |||
XXV. — Conclusione del trattato |||
V. — ANTON GIULIO BRIGNOLE SALE
Dal «Tacito abburattato». Discorsi politici e morali (1643) |||
A chi legge |||
I. — Discorso terzo |||
II. — Discorso quarto |||
III. — Discorso sesto |||
IV. — Discorso settimo |||
V. — Discorso decimo |||
VI. — VIRGILIO MALVEZZI
Pensieri politici e morali |||
I. — L’amore di se stesso e della virtú come il vero se stesso |||
II. — L’equalitá e il sapiente |||
III. —La pazienza, madre di tutte le virtú |||
IV. — Gli artefici e l’arte |||
V. — La bravura e l'immaginazione |||
VI. — Passioni, vizi e virtú |||
VII. — Impossibilitá di toccare gli estremi |||
VIII. — Le qualitá delle vesti e l'animo |||
IX. — L’umor malinconico |||
X. — Riposo, ma non quiete per l’uomo |||
XI. — La reputazione e l’azione |||
XII. — La prudenza e la temeritá |||
XIII. — Il mezzo e l’estremo: la prudenza e l’ispirazione |||
XIV. — La fortuna come forza che è nell’uomo |||
XV. — Diverso valore dell’esempio nelle azioni felici e nelle infelici |||
XVI. — Le precauzioni |||
XVII. — Falsitá del detto: che necessitá non abbia legge |||
XVIII. — Prosperitá, avversitá e intelligenza |||
XIX. — La speranza |||
XX. — La dolcezza della commozione nei pericoli e travagli degli amici |||
XXI. — La donna e la concupiscenza |||
XXII. — Vanitá degli uomini per le loro donne |||
XXIII. — Avere e darsi morte |||
XXIV. — L’uno e il due: la ragione di stato di Dio e quella del diavolo |||
XXV. — Avvedimenti umani e provvidenza divina |||
XXVI. — L’interesse come forza cosmica |||
XXVII. — Salvare lo stato accettando ogni cosa |||
XXVIII. — Natura politica delia legge |||
XXIX. — Modi di acquistare il dominio |||
XXX. — La tirannide e l’amore del pericolo |||
XXXI. — Crescere, essere cresciuto, calare |||
XXXII. — Ingrandire altrui |||
XXXIII. — La sicurezza dei governi |||
XXXIV. — Il buon timore |||
XXXV. — L’aristocrazia, elemento d’ogni stato |||
XXXVI. — Gli uomini ragguardevoli |||
XXXVII. — Virtú e invidia |||
XXXVIII. — La libertá di parola |||
XXXIX. — Il simulare |||
XL. — Utilitá degli errori pensati e non eseguiti e virtú delle repubbliche |||
XLI. — L’attaccamento alla terra patria e gli effetti e la forza del distacco |||
XLII. — Mutamento dei tempi da felici in infelici e difficoltá di adattarvi l’animo |||
XLIII. — La salute dai nemici |||
XLIV. — L’esperienza storica e la dimenticanza |||
XLV. — L’instabilitá della fortuna |||
XLVI. — La riduzione del mondo all’uno e la monarchia universale |||
XLVII. — La morte |||
NOTA
I. — Famiano Strada |||
II. — Ludovico Zuccolo |||
III. — Ludovico Settala |||
IV. — Torquato Accetto |||
V. — A. G. Brignole Sale |||
VI. — Virgilio Malvezzi |||