Della ragione di stato (Settala)/Libro IV/Cap. IV.

Cap. IV.

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Capitolo IV

Della ragion di stato della politía, o republica commune,
per rispetto della sicurezza del popolo.

Se bene da principio la ragion di stato da noi sotto due capi è stata ridotta, che sono gli occulti modi e accortezze, con le quali e il dominante si possi conservare, che non sia o ucciso o cacciato di stato, e la forma del dominio o republica sia conservata nel suo stato, né mutata in altra forma: in questa forma però di republica commune a tutti, non potendosi per cause interne distruggere il dominante, per essere tutto il popolo, circa quella prima parte adunque solo sará da proporre il modo da difendersi dalle cause esterne, cioè dagli inimici, li quali o per aggrandirsi di stato, o per invidia, o per altra causa cercassero di distruggerla. Nel che ancora non mi pare di dovermi allargare: perché e i pericoli, che soprastanno ai popoli dagli inimici esterni, sono i medesimi che sono nelle altre specie di republiche, e i rimedi sono i medesimi. Però quello che fin qui si è scritto per difesa dei monarchi e degli ottimati, e quello [p. 117 modifica] che pure a questo proposito ho da scrivere, che si ha da fare per difesa de’ tiranni, de’ pochi e del popolo, potrá servire a questa parte della politía commune: come il fortificar d’avvantaggio la cittá, dove è il gran consiglio; fornirla e di tutte le cose necessarie in guerra per difesa; ben fornirla di vettovaglie; armare e agguerrire il popolo; presidiare i confini; aver buone spie ne’ vicinati; e simili cose, che rendano deboli i pensieri degli invidianti.