Della dissimulazione onesta/VI. Della disposizione naturale a poter dissimulare
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VI.
Della disposizione naturale a poter dissimulare
Quelli in chi prevale il sangue o la malinconia o la flemma o l’umor collerico, è molto indisposto a dissimulare. Dove abbonda il sangue, concorre l’allegrezza, la qual non sa facilmente celare, essendo troppo aperta per sua propria qualitá. L’umor malinconico, quando è fuor di modo, si fa tante impressioni, che difficilmente le nasconde. Il soverchio flemmatico, perché non fa gran conto de’ dispiaceri, è pronto ad una manifesta tolleranzia; e la collera, che è fuor di misura, è troppo chiara fiamma, da dimostrar i proprii sensi. Il temperato dunque è molto abile a questo effetto di prudenza, perché ha da esser, nelle tempeste del cuore, tutta serena la faccia; o, quando è tranquillo l’animo, parer turbato il viso, come anderá richiedendo l’occasione; e ciò non è facile, se non al temperamento che dico. Non voglio contradir all’opinione di que’ che sogliono attribuir a certi popoli la disposizione del dissimulare e, ad altri, stimarla quasi impossibile; ma ben posso dire che, in ogni paese, son di quelli che l’hanno e di que’ che non vi si sanno accommodare; ma piú è certo che gli uomini non nascono con gli animi legati a necessitá alcuna, onde libera la volontá si gira all’elezzione; e ciò leggiadramente fu espresso da Dante in que’ versi:
- Voi, che vivete ogni cagion recate
- pur suso al cielo, sí come se tutto
- movesse seco di necessitate.
- Se cosí fosse, in voi fora distrutto
- libero arbitrio, e non fora giustizia
- per ben letizia, e per mal aver lutto.
- Il cielo i vostri movimenti inizia;
- non dico tutti, ma, posto che ’l dica,
- lume v’è dato a bene e a malizia,
- e libero voler; che, se fatica
- ne le prime battaglie del ciel dura,
- poi vince tutto, se ben si nutrica.
- A maggior forza e a miglior natura
- liberi soggiacete; <e> quella cria
- la mente in voi, che ’l ciel non ha in sua cura.