Nuovo vocabolario siciliano-italiano/BE

BE

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[p. 116 modifica]Be. V. va. || Per bene.

Beatiddu. Esclamazione: beato lui! felice lui!

Beatificari. v. a. Ascriver tra i beati alcuno per decreto papale: beatificare. || Per sim. Far felice, colmar di gioja: beatificare. P. pres. beatificanti beatificante. P. pass. beatificatu: beatificato.

Beatificazioni. s. f. || beatificare: beatificazione. || La funzione che fa il papa nello ammetter alcuno a beato: beatificazione.

Beatìficu. add. Che fa beato: beatifico.

Beatitùtini. s. f. Astratto di beato: beatitudine. || Titolo che si dà e si prende il pontefice: beatitudine.

Beatu. add. Primo grado di santità, che godesi lassù in cielo: beato. || Per sim. Felice appieno: beato. || E si dice di giorno, ora, momento, ecc. beato. || Prov. nuddu si po’ chiamari beatu, avanti chi sia suttirratu: finchè abbiam denti in bocca, non sappiam quel che ci tocca, o non dir quattro finchè non è nel sacco, non bisogna menar vanto prima che la cosa non segua. Sup. beatissimu: beatissimo.

Becca di dutturi. È quell’abito lungo che si usa da’ dottori nelle università o nei tribunali: toga.

Beccabunga. s. f. T. bot. Pianta che ha i racemi o spighe i quali nascono dalle ascelle delle foglie ovale, piane, lisce, il fusto strisciante, e mette radici: beccabunga, crescione. Veronica beccabunga L.

Beccaccia. V. gaddazzu.

Beccaffuttutaria. s. f. Azione cattiva: baronata.

Beccaficu. s. m. T. zool. Uccello che è superiormente bajo fosco, bianco sotto, coda bruna e [p. 117 modifica]la punta bianca: beccafico canapino, canaparola, bigiarella. Motacilla curruca L. || sardi a beccaficu, preparate a mo’ di beccafichi.

Beccamortu. s. m. Colui che sotterra i morti: beccamorto, becchino.

Beccazza. V. gaddazzu.

Beccazzinu. s. m. Uccello più piccolo della beccaccia: beccaccino.

Beccu. s. m. La bocca degli uccelli: becco. || Quel canaletto adunco onde esce l’acqua da’ vasi da stillare e simili: beccuccio. || è fattu lu beccu a l’oca: ecco fatto il becco all’oca (e le corna al podestà, soggiunge il Toscano), dicesi di cosa venuta a fine felicemente. || beccu di l’annaffiaturi: beccuccio.

Beccu. s. m. T. zool. Maschio della capra: becco, capro. || Dicesi a chi lascia giacere alcuno con la propria moglie: becco. || beccu curnutu: becco cornuto, si dice per ingiuria.

Beccuffuttutu. Dicesi per insulto, dispregio: becco zucco, becco coll’effe.

Bedda! Voce denotante ammirazione detto a maniera di esclamazione: capperi o bella!

Beddu e Bellu. add. Nell’uso bellu si dice più di cosa, l’altro di cosa e di persona: bello. || Tutto ciò che alletta, piace: bello. || Sontuoso, grande, frizzante, acuto, piacevole: bello. || Noi usiamo bellu relativo anco al sapore come bellu pani: buon pane, bella minestra: buona minestra. || essiri ’ntra lu bellu: in sul bello, nel giusto momento, nel mezzo dell’azione. || lu bellu si è, modo di dire: il bello si è, il bello è che... il curioso, l’importante ecc. || fari lu bellu: dissimulare per arrivare al fine: far il bellin bellino. || tutti li beddi si fannu prigari: tutti i belli si fanno pregare. || di beddu e beddu: di buona fede, facilmente: di bello; e anche: sinceramente. || a li beddi guai a la peddi, può intendersi che le belle non sempre hanno bella pelle e può intendersi come il seguente: cui bedda voli pariri, multi guai voli patiri, o peni e guai havi a suffriri: chi bella donna vuol parere, la pelle del viso le convien dolere. || chidda è la bedda chi a lu cori piaci o nun è bedda chidda chi è bedda, ma chidda chi piaci: non è bello quel che è bello, è bello quel che piace. || bedda pezza di mettiri a mantu! modo prov. di colui che si pone a far cosa che non sa. || bedd’arvulu! iron. ad uomo triste: bel figuro! || beddu spicchiu! ad uomo tristo, o ad uomo da nulla: bel fusto! || cosa bedda prestu è arrubbata, cosa bella dà più nella voglia altrui. || fari lu bellu cu una: far il bello con alcuna, far lo spasimante. || fari lu bellu spiritu: far il bello spirito. || bedda in vista, spissu dintra è trista: bella in vista spesso dentro è trista. || si nun è bedda è vitedda, lo dice chi bada più al sodo che all’apparenza, non sarà bella ma ha quel che deve avere. || cu’ nasci bedda nasci maritata: chi nasce bella nasce maritata. || beddu beddu o beddu patitu; bel bello, adagino. || beddu poi si unisce a dar forza a tanti aggettivi dicendosi: beddu chiaru, beddu granni ecc.: ben chiaro, ben grande. || beddu pupu: dicesi in ischerzo, a uomo bello ma buon a nulla: bellimbusto, bel coso. || lu bellu piaci a tutti: il bello piace a tutti. Sup. bellissimu e raro biddissimu: bellissimo.

Bèddula. V. baddòttula. (così nel Piazzese).

Beddu-vidiri. s. m. T. bot. Salsola scoparia. Si coltiva nei giardini botanici. || beddu vidiri perfettu: bocca di leone, capo di bue, violaciocco salvatico. Anthirrinum majus. || V. belvidiri.

Bèffa. V. triziata.

Beffàri. V. triziari.

Belàri. v. intr. Far la voce della pecora: belare.

Belàtu. s. m. Voce della pecora: belato.

Belladonna o Tabbaccu sarvaggiu. s. f. T. bot. Pianta che ha le foglie intere e quasi pelose, fiori rosso-scuri, le bacche nere rotonde simili a un granello d’uva: bella donna, tabacco selvatico, solatro maggiore. Atropa belladonna L. || Sorta di giuoco a carte: calabrache.

Bella-margarita. s. f. T. bot. Pianta che ha gli steli scanalati, ramosi nella sommità, pelosi, foglie lineari, lanceolate, strette, intere, amplessicauli; fiori rossi coi peduncoli dicotomi, e pannocchia rada: margherita, fior di cuculio, margheritina rossa. Lychis flos cuculi L. Si coltiva negli orti botanici.

Bellettu. V. russettu o conzu.

Bella. V. beddu. || s. m. Quello che pochi sanno spiegare ma sentono: bello.

Bellumuri. s. m. Dicesi d’uomo allegro, faceto: bellumore.

Beltà. V. biddizza.

Belva. s. f. Animale grande e feroce: belva. (Mort.).

Belvidìri. s. m. Altura, edifizio in luogo eminente per goder di belle vedute: belvedere.

Belzuinu. s. m. T. bot. Sostanza balsamica, che si trae per incisione da un albero di questo nome: belzuino, belgiuino. Styrax benzoin L.

Bemì. T. mus. Settimo tuono della solfa: , bemì. || parrari in bemì, di chi parla in tuono acuto o frizzante.

Bemolli. s. m. Semitono, scemamento della metà di una voce: bemolle. || In ischerzo: lezii, attucci.

Benchì. avv. Ancorchè, quantunque: benchè.

Bencriatu. V. accrianzatu.

Benedìciri. V. binidiciri.

Benedìciti. V. lat. Modo di prestar ossequio, o di tôr commiato da persone, l’hanno i preti: benedicami. || pigghiari lu benediciti a qualcunu, cercar licenza, permesso.

Benefatturi –trici. verb. Chi o che fa bene altrui: benefattore –trice.

Beneficari. v. a. Far benefizio, fare che una cosa divenga buona: beneficare. P. pass. beneficatu: beneficato.

Beneficaturi –trici. verb. Chi o che benefica: beneficatore –trice.

Beneficenza. s. f. Il far bene altrui: beneficenza.

Beneficiali. s. m. Chi ha benefizio ecclesiastico: beneficiale.

Beneficiu. V. benefiziu.

Benefiziali. V. beneficiali.

Benefiziata. s. f. In italiano è la polizza, dove sta scritto il premio, ma tra noi intendesi il luogo dove si gioca per polizza: lotto.

Benefizieddu. s. m. dim. di benefiziu: benefizietto.

Benefiziolu. s. m. dim. di benefiziu: benefiziuolo.

Benefìziu. s. m. Servizio, amorevolezza, opera fatta per beneficar altrui: benefizio. || Uffizio [p. 118 modifica]sacro che abbia rendite: benefizio. || benefiziu di corpu: benefizio del corpo, evacuazione del ventre.

Benefiziuni. s. m. accr. di benefiziu: beneficione.

Benemèritu. add. Che ha ben meritato da alcuno, o dal pubblico: benemerito.

Beneplàcitu. s. m. Libito, piacimento, consentimento: beneplacito. || a beneplacitu, modo avv.: a beneplacito, ad arbitrio.

Benèssiri e Ben essiri. s. m. Buono stato, prosperità: benessere, ben essere.

Benestanti. s. m. Chi sta bene in ricchezze: benestante.

Benevolenza e Benevolenzia. s. f. Quel sentimento che fa volere il bene di alcuno, un poco meno di affezione: benevolenza. || Prov. tira cchiù un pilu di benevolenza, ca centu para di voi: tira più un filo di benevolenza che cento paia di buoi.

Benevulenza. V. benevolenza.

Benèvulu. add. Chi desidera il bene altrui: benevolo. || Per benigno, favorevole: benevolo.

Benfàttu. s. m. Il ridurre in migliore stato o forma una cosa: bonificamento. || appizzaricci lu benfattu: perdervi la fatica.

Benfattu. add. Proporzionato: benfatto. || Virtuoso, cortese: benfatto. || benfattu! o benfatta! son voci d’approvazione: bene!

Benfratellu. s. m. Parlandosi di persona nojosa, vale importuno: appiccicaticcio. || mittirisi a benfratellu: esser una mosca culaja, esser importuno. || pl. Monaci della regola di S. Giovanni di Dio: fate-bene-fratelli.

Beni. s. m. Ciò che si desidera, in quanto si conviene alla natura umana, e che reca il soddisfacimento, e ciò che si dee eleggere in quanto è utile e buono pel consorzio ecc.: bene. || Opere buone: bene. || Possessioni: beni, beni stabbili: beni stabili, quelli in terre case e simili: beni mobbili: beni mobili, quelli trasportabili. || vuliri beni: voler bene, quasi amare. || pigghiari in beni: favorire, condiscendere. || essiri beni una cosa: esser bene, tornar utile. || stari beni cu ’na pirsuna: esser bene di uno, esser in grazia. || Prov. beni e mali ’n cera pari, che chi vuol bene o male gli si legge in volto. || beni e mali è vita d’omu, che in nostra vita si fanno cose buone e cose cattive. || cu’ voli beni nun senti fetu d’agghia: chi soffre per amore non sente pene. || nè tuttu lu beni giuva, nè tuttu lu mali veni pri nòciri: tutto il male non viene per nuocere. || ogni beni da Diu veni: ogni bene da Dio viene. (Ma chi non s’ajuta Dio non l’ajuta). || fa beni si tu voi gabbari a tutti, ha il senso che chi fa bene si ritroverà bene, e corrisponde per altro senso all’italiano: vuoi guardar i tuoi frutti? siine cortese a tutti. || aviri beni: aver bene, aver quiete, pace. || hàinni fattu beni a poviri? modo prov. ne hai fatto bene a’ poveri? || fa beni prima a li parenti toi, doppu a cui piaci di l’amici toi: che prima vengon i parenti poi gli amici. || lu beni l’havi cu si lu merita: chi ben fa, ben aspetta. || lu beni chi lassi di fari, mai cchiù nun l’aspittari: chi non fa del bene non s’aspetti del bene. || beni di Diu: ben di Dio, ricchezze in quantità. || aviri pri beni: avere per bene, aver caro, approvare. || cu’ ti voli beni ti fa chianciri cu’ ti voli mali ti fa ridiri: chi mi vuol bene mi lascia piangendo, chi mi vuol male mi lascia ridendo. || cu’ beni e mali nun purrà suffriri, a grandi onuri nun purrà viniri: chi bene e male non può soffrire, a grande onore non può venire. || quannu lu beni ti veni in casa abbrazzatillu e basa, bisogna saper approfittar bene. || lu beni si canusci quannu si perdi o nun si canusci lu beni si nun si perdi, purtroppo vero, il bene si conosce quando si perde; che pur noi diciamo: lu beni chi sdilliggi e nun riguardi, lu ricanusci quannu lu perdi. || zoccu ti fa beni è fattu prestu, quel che piace si fa senza cercar impicci: dove la voglia è pronta, le gambe son leggiere. || cu’ beni simina, beni ricogghi o cu’ fa beni aspetta beni: chi fa bene ha bene. || cu’ fa beni per amuri, s’acquista la grazia di lu Signuri: chi fa bene per amore s’acquista la grazia del Signore, ma molti fanno un’oncia di bene per fruttargli un centimetro di paradiso, come danaro impiegato! || cu’ fa beni per usanza, nenti vali e pocu avanza: chi fa bene per usanza, se non perde poco avanza. || cu’ fa beni pri paura, nenti vali e pocu dura: chi fa bene per paura, niente vale e poco dura. || beni ti stia! ben ti stia, n’hai a dovere! || lu fari beni nun si perdi mai: far servizio non se ne perde. || fa beni e nun guardari a cui, o scordatillu: fa bene e non guardar a cui. || di beni ’mmegghiu: di bene in meglio, andar sempre più bene. || beni assai: benone. || fari beni, detto di vivande, rimedii, ecc. giovare: far bene. || fari di lu beni ad unu, giovargli, soccorrerlo: fargli del bene.

Beni. avv. bene. || va beni: va bene, ho capito. || nasciri beni: aver alti natali. || beni beni: interamente, affatto: ben bene.

Beni. Particella riempitiva in molte locuzioni. È modo di risposta: bene. || beni, di sta cosa mi nni ’ncaricu io: bene, di ciò me ne incarico io ecc.

Beniaminu. s. m. Dal Beniamino della Bibbia, oggi si dice pel figlio prediletto: beniamino, cucco.

Benificari. V. beneficari.

Benignamenti. avv. Con benignità: benignamente. || Mansuetamente: benignamente.

Benignari. v. intr. e si fa pass. Dimostrar con maniere gentili di apprezzare altrui e le cose d’altrui, e in ispecie degli inferiori: degnare. || Inchinar l’animo e condiscendere: degnarsi, compiacersi, benignarsi (quest’ultimo secondo Ugolini fu usato nel nostro senso). P. pass. benignatu: degnato, compiaciuto.

Benignità e Benignitati. Disposizione d’animo a giovar altrui: benignità, benignitade, benignitate. || Bontà di clima: amenità, benignità.

Benìgnu. add. Che desidera e fa il bene altrui: benigno. || Favorevole, benefico: benigno. || Detto di morbi, non violento, non mortale: benigno.

Benissimu. avv. sup. Benissimo.

Benistanti. V. benestanti.

Benivrancu fausu. s. m. T. bot. Erba: polemonia.

Benivulenza, Benivulènzia. V. benevolenza.

Benna. s. f. Striscia o fascia che s’avvolge al capo: benda. || Quella che copre gli occhi acciocchè non veggano: benda. [p. 119 modifica]

Bennari. V. abbinnari.

Ben-natu. add. Nato di buona stirpe: bennato. || Onesto, benefico: bennato.

Benservita. s. f. Scritto che si dà altrui per attestare com’egli abbia ben servito: benservito.

Bensì. posto avv. Modo affermativo: bensì, sì bene.

Bentinutu. add. Dicesi di checchessia ben custodito, conservato: bentenuto.

Bentruvatu. s. m. Bentrovato.

Benturnatu. s. m. Il buon ritorno, ed è aggiunto con cui si saluta colui che ha fatto ritorno: bentornato.

Benuni. avv. accr. di beni: benone.

Benvinuta. s. f. Salutazione che si dà all’arrivo, dari o fari la binvinuta: dar il benvenuto.

Benvinutu. s. m. Benvenuto.

Benvistu. add. Accetto, gradito: benvisto.

Benvistutu o Benquasatu. Si dice di persona mediocremente agiata, cui non manchino certi comodi di vita: benvestito.

Benvuliri. s. m. Benevolenza: benvolere. || pigghiari a benvuliri, spiegar benevolenza e patrocinio per taluno: volergli bene.

Benvulutu. add. Amato: benvoluto.

Bèrberi. s. m. T. bot. Pianta che ha i fiori in racemi, alle ascelle i pungiglioni in forma di stipula, con tre o più punte, le foglie cigliate, seghettate: berbero, crespino, spina acida, berberi ordinarii. Berberis vulgaris L.

Berbina. V. verbena.

Bergamottu. s. m. T. bot. Pianta che ha il pomo carnoso diviso in molti spazii ripieni di corpi sugosi, le foglie articolate col picciuolo, i picciuoli lineari: bergamotto, cedrato. Citrus medica L. || È add. di una sorta di pera morbida e saporosa: bergamotta. Pirus communis L.

Berillu. s. m. Spezie di rubino o zaffiro diversamente colorato, oggidì gemma simile al cristallo: berillo.

Berlina. s. f. Sorta di castigo che si dava a’ malfattori con esporli al pubblico in luogo che pur si chiamava: berlina. || mettiri a la berlina, schernire pubblicamente: metter alla berlina. || È pure nome di un giuoco che si fa per le veglie: berlina.

Berlingottu. s. m. Specie di carrozza.

Berlinu. s. m. Color ceruleo, venutoci da Berlino.

Berniscu. add. Giocoso, faceto, dicesi della poesia. Da Berni che lo seppe usare: bernesco.

Bersagghiari e Bersagliari. v. a. Trarre come a bersaglio, non dar pace: bersagliare.

Bersagghieri e Bersagghieri. s. m. Specie di soldati che si spiccan in drappelli, armati più alla leggiera: bersagliere.

Bersàgghiu e Bersàgliu. s. m. Segno ove i moschettieri ecc. dirizzano la mira per esercitarsi ad imberciare: bersaglio.

Bersò. s. m. Quell’arco che formasi curvando a bella posta i rami degli alberi messi a filari, sotto cui si ha comodo di ripararsi dal sole ecc: cupoletta, pergolato, cupola da giardini. (Fanf. Casa Fior. ecc.) || Così francescamente chiamasi la naca V. (Fr. berceau).

Berta. V. panza.

Berzuali. s. m. Calce carbonata pisolitica, è bianco-giallastra. || Concrezione che si forma nelle vie digestive degli animali ruminanti: belzuar, bezzoarre.

Berzuinu. V. belzuinu.

Bestèmia. s. f. Parola profferita contro Dio: bestemmia.

Bestemiamentu. s. m. Bestemmiamento.

Bestemiari. v. intr. Dir bestemmie: bestemmiare. P. pass. bestemiatu: bestemmiato.

Bestemiaturazzu. pegg. di bestemiaturi: bestemmiatoraccio.

Bestemiaturi –tura –trici. verb. Chi o che bestemmia: bestemmiatore –trice.

Bestia. s. f. Nome generico di tutti gli animali bruti, non insetti: bestia. || Met. Uomo ignorante: bestia. || senza nè asinu nè bestia: insensatamente, e anco: villanamente. || cu’ bestia va a Roma, bestia ritorna: chi asino nasce, asino muore.

Bestiali. add. Simile a bestia: bestiale. || Grande smisurato; oltre nostro uso: bestiale. || a la bestiali, modo avv.: alla bestiale, bestialmente, come farebbe una bestia. Sup. bestialissimu: bestialissimo.

Bestialissimamenti. avv. sup. Bestialissimamente.

Bestialità e Bestialitati. s. f. Astratto di bestia: bestialità, bestialitade, bestialitate. || Cosa di niun momento: bazzecola, bagattella. || Il peccato di chi si congiunge carnalmente con bestie: bestialità.

Bestialmenti. avv. Con bestialità, a mo’ di bestia: bestialmente.

Bestiamaru. s. m. Colui che ha cura del bestiame: bestiajo, buttero, mandriano, armentario.

Bestiami. s. m. Moltitudine di bestie, ma intendesi delle domestiche: bestiame. || – grossu: bestiame grosso, il vaccino. || – minutu: bestiame minuto, il pecorino. || – porcinu: bestiame porcino, bestie porcine, bime.

Bestiazza. V. bistiazza.

Bestiuni. e il suo pegg. V. bistiuni.

Betta la nevula nella frase: jiri comu Betta la nevula; andar gingillando, oziando: andar giostroni, bighellonare.

Betònica. V. bittonica.

Supplemento

[p. 1133 modifica] [p. 1134 modifica] Beccaccinu triugni. s. m. T. zool. Sorta di uccello: calidra (Caglià).

Beccu. Parte del clarinetto che si pone alla bocca: becco (Perez). || – tortu, sorta d’uccello: crociera (Caglià).

Beccuficu. V. beccaficu. || – di siminati: forapaglie. || – di margi. V. vranculiddu. || – di maju: beccafico di padule. || – russu: forapaglie castagnuolo (Caglià). || – grossu: bigia grossa.

Beddu. Nel mentre, in quello, in sul bello, proprio quando ecc., p. e. beddu quannu io mi stava mittennu ecc.

Beduina. s. f. Cappotto donnesco come quello usato dai Beduini.

Bella. Esclamazione ammirativa o anco ironica. || oh chista è bella, maniera anche di esclamare: oh questa è bella!

Beni. || Prov. li beni di fortuna, sù mutabbili comu la luna: beni di fortuna passano come la luna.

Bèniri. Per beni, nella frase vuliri bèniri; il popolo ne ha fatto una sola voce, quindi un verbo || Per vèniri.

Berba. s. f. Canaglia. Forse corruzione di plebe (Pitrè).

Berlina. Speciale foggia di carrozza aperta: berlina (Pitrè). [p. 1135 modifica] [p. 1136 modifica]