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VIA — 1084 — VIC


mezzo da pervenire a uno scopo: via. || Modo, forma, guisa: via. || a via di..., per mezzo di..., mercè: a forza di.... || a la via, verso, p. e. a la via d’oggi: verso oggi dopo pranzo. || a sta via, verso questa parte: in qua, là quì, là di quì. || a dda via, verso quella parte: in là. || fatti a ssa via, scostati: fatti in costà. || fari via, camminare: far via. || E via facennu, vale, mentre si va: via facendo (Giusti prov.). || mittirisi la via ’m menzu li pedi, mettersi frettolosamente in cammino: mettersi la via tra’ piedi o tra le gambe. || arristari ’m menzu ’na via, non aver dove coprirsi o ricoverarsi. || fari ’na via, camminare per quella via: far una via. || a menza via, a metà della via, dell’imprese ecc.: a mezzo. || Prov. cu’ cancia la via vecchia pri la nova li guai chi va circannu dda li trova, o perdi la vecchia e la nova, o cchiù chi va cchiù tinta la trova: chi lascia la via vecchia per la nuova, spesse volte ingannato si ritrova.

Via. Quasi dire fia, s’adopera a moltiplicare, p. e. unu via unu: uno via uno.

Via. avv. Assai, molto: via. || Orsù, su: via. In forza di eccitare, scacciare o affrettare.

Viaggeddu, Viaggettu. dim. di viaggiu: viaggetto.

Viaggia. s. f. V. viaggiu al § 3.

Viaggiari. v. intr. Far viaggio: viaggiare. P. pass. viaggiatu: viaggiato.

Viaggiaturi –trici. verb. Chi o che viaggia: viaggiatore –trice.

Viaggiu. s. m. L’andare per via, camminare o di terra o di mare: viaggio. || Quella via che si fa a piè scalzi per devozione o voto. || Trasporto di qualunque oggetto, e la mercede che perciò si paga al trasportatore, servigio. || Volta, ritorno di vicende: viaggio, p. e. per questo viaggio ci vuol pazienza! andrà meglio in seguito (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || bon viaggiu, modo di salutare, ma si usa per dire, poco importa, non me ne curo: buon viaggio, a buon viaggio. || Per ischerzo di uno che vada continuamente in su e in giù, si dice: fa viaggi comu si jissi a mustu. || fari lu viaggiu a san Cosimu, per celia, andar a piè nudi. || fari un viaggiu e du’ sirvizza, modo prov. e vale colla stessa occasione od operazione, condurre a fine due cose: far un viaggio e due servigi. || Prov. tanti viaggi cunsumanu un voscu, a levar sempre si consuma il tesoro più dovizioso: leva e non metti, ogni gran monte scema (pl. viaggi e viaggia).

Vialeddu. dim. di viali: vialetto.

Viali. s. m. Viottolo: viale. || Strada fra alberi da una parte e l’altra, buona a passeggiarvi: viale. || Spazio lasciato vuoto fra checchessia per comodo della gente che possa passare: andare.

Viannanti. s. m. Che va per via, che fa viaggio: viandante. || Prov. oggi mircanti, dumani viannanti, per accennare alla mutabilità delle cose umane: oggi mercante, domani viandante.

Viati. avv. Presto: diviato (Tigri). || viati viati: presto presto, immantinente. A Messina.

Viàticu. s. m. Il sacramento dell’altare che si dà ai moribondi: viàtico. Propr. vale cibo o altro che si porta pel viaggio: viatico.

Viatu. V. viati.

Viaturi. V. viannanti.

Vibbranti. add. Che vibra: vibrante.

Vibbrari. v. a. Muovere scotendo o dimenando: vibrare. || Mandar fuori con forza, spignere avanti: vibrare.

Vibbratizza. s. f. Vibrazione: vibratezza. || Forza, energia dello scrivere, parlare, ecc.: vibratezza.

Vibbrazzioni. s. f. Il vibrare: vibrazione. || Il moto di cosa vibrata: vibrazione. || Il moto reciproco de’ gravi pendenti da un filo, o dalle coste o che tese: vibrazione.

Vibbrazziunedda. dim. di vibbrazioni: vibrazioncella.

Vicarìa. s. f. Carcere, prigione principale. O che le carceri fossero state nei vicariati regi, o che i vicari regi avessero speciale incombenza delle carceri; fatto sta che anche a Napoli dai vicari regi si disse vicaria la carcere principale.

Vicariali. add. Di vicario: vicariale.

Vicariatu. s. m. Ufficio del vicario e luogo del suo governo: vicariato.

Vicàriu. s. m. Che tiene le veci altrui: vicàrio.

Vicchiaja. s. f. L’esser vecchio cioè di molta età, astratto da vecchio, detto di persona: vecchiaja. || I vecchi in complesso, università di vecchi: vecchiezza. || Prov. la stissa vicchiaja è malatia, cioè è il vivaio delle malattie. || a la vicchiaja ogni fatiga è pisu, perciò bisogna lavorare nella gioventù. || la vicchiaia nun veni sula: la vecchiaja viene con tutti i malanni. || la vicchiaja è gran pisu: il peso degli anni è il maggior peso che l’uomo possa portare. || la vicchiaja è disiata, ma quannu veni è odiata: la vecchiezza vien da ciascun desiderata; quando s’acquista vien odiata. || chiddu chi guasta la vicchiaja, nun cc’è mastru chi lu conza: se non ti giova la mia medicina, e’ sia difetto della sessantina.

Vicchiania. V. vicchiaja.

Vicchiareddu. dim. di vecchiu: vecchiarello, vecchierello, vecchino.

Vicchiarruneddu. dim. di vicchiarruni.

Vicchiarruni. s. m. Vecchio, ma in mal senso: vecchiardo.

Vicchiazzu. pegg. di vecchiu: vecchiaccio.

Vicchiettu. dim. di vecchiu: vecchietto.

Vicchiottu. modif. Vecchio grande e prosperoso: vecchiotto.

Vicchissimu. add. sup. Vecchissimo.

Vicchiu. Idiotismo di S. Cataldo per vecchiu V.

Vicchiuliddu. dim. Alquanto vecchio: vecchiericcio.

Vicchiumi. s. m. Quantità di cose vecchie e malandate: vecchiume. || Le parti della pianta che son secche e infruttuose: vecchiume.

Vicchiuni. accr. di vecchiu: vecchione.

Vicchiurru. V. vicchiarruni.

Vicchiuzzu. dim. Vecchio cascatojo: vecchiuccio.

Vicchizza. s. f. Vecchiaja, però di cose e di persone: vecchiezza. || li vicchizzi: la vecchiaja. || a li vicchizzi cutiddati: agli zoppi grucciate.

Viccia. s. f. Sorta di legume: veccia. || Per cuculidda. || Nocciolini di carrubba.

Vice. Premettesi a persona o cosa che faccia le