Nuovo vocabolario siciliano-italiano/DI

DI

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DE DO

[p. 303 modifica] Di. prep. Di. || In segno del genitivo: di. || Segno di particolarità, e vale alquanti o alcuni: di. || In vece di a, pel dativo: di. || Per in, p. e. io arrivavi di giugnu: il quale vi giunse del mese di giugno (Villani). E invece di in o per p. e. nun torna di st’annu. Boccaccio: se n’è andato a Milano e non tornerà di questi sei mesi. || Ha certi usi proprî p. e. mi parsi di beni, di giustu ecc.: credetti bene, giusto ecc. || pinsamu a stu mischinu di populu: pensiamo a questo meschino di popolo, nel qual senso l’ho rinvenuto usato nel Guerrazzi. || Punto di tempo o luogo rapporto ad altro p. e. di ccà a Napuli: di qui a Napoli; di ccà a dui misi: di qui a due mesi. || Stato precedente di cosa o persona p. e. Antoniu di riccu addivintau poviru: Antonio di ricco divenne povero. || Luogo onde altri procede, p. e. sugnu di Palermu, vegnu di Murriali: son di Palermo, vengo di Monreale. Si noti che spesso è errore il dire, p. e. Vengo di far una passeggiata, invece di vengo da fare ecc. || Cagioni di effetto, p. e. murìu di frevi: morì di febbre. || Valore d’una merce, p. e. pigghiau cincu liri di ddu libbru: prese cinque lire di quel libro. || Premesso a nomi astratti dà forza d’aggettivo, p. e. omu di curaggiu: uomo di coraggio. || Per tra o fra p. e. iddu sulu di tanti muriu: egli solo di tanti morì. || Per a in certi ripieni, p. e. haiu di veniri: ho a venire, debbo venire; haju di fari: ho a fare, ho da fare; tanta di robba: tanta di robba ecc.

Dia. s. f. Nome generico di Deità feminile: dea. || Per l’innamorata: dea. || Per giorno: .

Dià. Voce sincopata di: diavulu. V.

Diabbeti. s. f. T. med. Malattia per cui non si può rattener l’orina, e si patisce gran sete: diabete, diabètica.

Diabbèticu. add. Che ha diabete: diabetico.

Diabbolicamenti. avv. A mo’ del diavolo: diabolicamente. || Maliziosamente: diabolicamente.

Diabbòlicu. add. Da diavolo: diabolico. || fig. Pessimo, malvagio in sommo grado: diabolico. Sup. diabbolichissimu: diabolichissimo.

Diabòtanu. s. m. T. farm. Impiastro composto di varie piante: diabotano. (Mort.).

Diacalamentu. s. m. T. farm. Composizione di polvere medicinale, di cui è base il calamento: diacalamento.

Diacalciti. s. m. T. farm. Impiastro di diapalma e vetriolo: diacalciti.

Diacàriu. s. m. T. farm. Medicamento di sugo di noci verdi e miele: diacario.

Diacàrtamu. s. m. T. farm. Elettuario di cartamo: diacartamo.

Diacatòlicu. s. m. T. farm. Medicamento purgativo: diacattolicone, diacattolico.

Diaciminu. s. m. T. farm. Composizione medicinale di cimino ecc.: diacimino.

Diaconatu e Diacunatu. s. m. Il secondo degli ordini sacri: diaconato.

Diaconìa. s. f. Titolo di Cardinale diacono: diaconìa.

Diaconissa e Diacunissa. s. f. Nome che si dava a certe vergini o vedove anticamente: diaconessa.

Diàconu e Diàcunu. s. m. Chi è stato proposto al diaconato: diacono.

Diaculonna. s. m. Spezie di cerotto: diaquilonne.

Diadema. s. m. Corona reale: diadema. || Quell’ornamento che si dipinge intorno il capo alle sacre immagini: diadema. || Cosa fatta a foggia di diadema: diadema.

Diafaneddu. add. Alquanto trasparente, diafano.

Diafanità. s. f. Astratto di diafano: diafanità.

Diàfanu. add. Trasparente, che può esser penetrato dalla luce: diafano. Sup. diafanissimu: diafanissimo.

Diaforèticu. add. Che fa sudare: diaforetico.

Diaframma. s. m. T. anat. Pannicolo o muscolo tendinoso che divide per traverso il corpo, o il ventre di mezzo dall’infimo: diafragma, diaframma. || Per sim. si dice da’ fisici, ogni tramezzo: diaframma. || Nella botanica, membrana che divide in cellule le cavità de’ pericarpi: diaframma.

Diàgnosi. s. f. T. med. Cognizione che si trae da’ sintomi del morbo: diagnosi.

Diagnosticu. add. Indicativo, sintomo per conoscere la malattia: diagnostico.

Diagridiu. s. m. T. farm. Solutivo gagliardo di scammonea, con zolfo e cotogno: diagridio. [p. 304 modifica]

Diagunali. add. e s. Linea che divide in mezzo da un angolo al suo opposto il quadrilatero: diagonale.

Diagunalmenti. avv. In modo diagonale: diagonalmente.

Dialettu. s. m. Modo di parlare d’una città o provincia che si differisce dalla lingua comune nazionale: dialetto.

Dialogheddu e Dialugheddu. V. dialoghettu.

Dialoghettu. e Dialughettu. s. m. dim. di dialogu: dialoghetto.

Dialoghista. V. dialoggista.

Dialòggicu. add. Appartenente a dialogo: dialogico.

Dialoggismu. s. m. Stile d’un discorso fatto per via di dialogo, e l’uso del dialogo: dialogismo.

Dialoggista. s. m. Chi compone dialoghi: dialogista.

Dialoggisticu. add. Che è in forma di dialogo, o appartenente a dialogista: dialogistico.

Dialoggizzari. v. intr. Parlare, scrivere, mettere in dialogo: dialogare, dialogizzare, dialoghizzare.

Diàlogu e Diàlugu. s. m. Discorso di due o più persone: dialogo.

Dialuguzzu. V. dialoghettu.

Diamantari. v. a. Ridurre uno oggetto a faccette come il diamante: sfaccettare, affaccettare. P. pass. diamantatu: sfaccettato, affaccettato.

Diamantaru. s. m. Colui che pulisce e sfaccetta diamanti: diamantajo.

Diamanti. s. m. Pietra preziosa più dura e brillante: diamante. || a punta di diamanti, quei lavori di figura aguzza con punta a guisa di piramide: a punta di diamante. || met. Cosa durissima: diamante. || T. stam. caratteri diamanti.

Diamantinu. s. m. dim. Diamantino. || add. Di diamante: diamantino. || E met. durissimo: diamantino.

Diambra. s. T. Medicamento odoroso usato dagli antichi: diambra.

Diametrali. add. Di diametro: diametrale.

Diametralmenti. avv. In modo diametrale: diametralmente. || fig. Affatto opposto, si dice di cose, di persone: diametralmente.

Diàmetru. s. m. Retta che passando pel centro del circolo il divide in due uguali parti: diametro.

Diàmmani. Esclamazione: diamine, diàmin, diàmmine. (Fanfani).

Diamoron. s. m. T. farm. Sciroppo di sugo di more: diamoron.

Diamuscu. s. m. T. farm. Composizione di polvere cordiale, di cui è base il muschio: diamusco.

Diana. Aggiunto che si dà alla stella che apparisce innanzi al sole: diana. || battiri la diana, nel militare è il batter il tamburro allo spuntar del dì: battere la diana.

Diàntani. Sinonimo di diavulu: diàntine.

Diantanuni. V. diavuluni.

Diapason. s. f. T. mus. Una delle consonanze musicali, e vale l’ottava: diapason.

Diapenìdiu. s. m. T. farm. Medicamento per la tosse: diapenidio.

Diapenti. s. f. T. mus. Una delle consonanze musicali, che vale la quinta: diapente.

Diaprassio. s. m. T. farm. Composizione di polvere cefalica, la cui base è il marrobbio: diaprassio.

Diariu. s. m. Giornale: diario.

Diàrrachi. Esclamazione invece di diavolo: diàcine, diàscolo.

Diarracuni. accr. di diarrachi.

Diarrìa. s. f. Flusso di ventre: diarrea.

Diàscacci. Esclamazione invece di diavolo: diàschecce, diàscane, diàscolo. (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).

Diascacciuni. accr. di diascacci.

Diascordiu. s. m. T. farm. Antidoto inventato da Fracastoro: diascordio.

Diasena. s. f. T. farm. Lattovaro di cui è base la sena: diasena.

Diaspru. s. m. T. min. Pietra dura che s’accosta all’agata ma più opaca e verde: diaspro, trovasene d’altri colori. || diaspru fioritu, varietà rossa con vene gialle, trovasi in Sicilia presso Giuliana.

Diastoli. s. f. T. med. Dilatazione naturale del cuore, contraria di sistole: diastole.

Diastolicu. add. Di diastole: diastolico.

Diatessaron. s. m. T. mus. La quarta consonanza musicale: diatessaron, diatesseron. || T. farm. Specie di teriaca formata da quattro ingredienti: diatessaron.

Diàtini. V. diantani.

Diatriba. s. f. Spezie di disputazione, con critica e satira: diatriba. || Scrittura censoria, invettiva: diatriba.

Diàulu. V. diavulu. (A. V. ital. diaulo. Fra Guittone.)

Diàvula. s. f. Donna maliziosa, vivace, seduttrice: diavola. || Donna scaltrita, impertinente, brutta: diavolessa.

Diavularìa. s. f. Cosa diabolica: diavoleria. || Fastidio, argomento sottile, pretesto o combinazione, anco casuale, contraria alle nostre mire: diavoleria. || Malizia, imbroglio: diavoleria. || fari diavularii, imperversare, far il frugolo: far il diavolo o il diavolaccio.

Diavulazzu. s. m. pegg. di diavulu: diavolaccio. || jiri comu un diavulazzu, andare con somma velocità: andar come il vento.

Diavulicchiu. s.m. dim. di diavulu: diavoletto, diavolino. || Spezie di granchio che entra in varî gusci vuoti di conchiglie.|| In pl. è T. dei confett. Spezie di zuccherini di sapore acutissimo: diavolini, diavoloni.

Diavulina (a la. posto avv. Alla peggio, senza considerazione, abbondantemente: alla diascola.

Diàvulu. s. m. Spirito tentatore e maligno: diavolo. || s’usa per riempitivo, p. e. chi diavulu fai? che diavolo fai? || Uomo malvagio: diavolo. E de’ fanciulli che mai non han posa: diavolo. || diavulu scatinatu, dicesi a fanciullo irrequieto: diavolo scatenato. || fari comu un diavulu, o fari lu diavulu a quattru, o lu diavulu a setti sulara, esser irrequieto: aver il diavol addosso, far il diavol a quattro. E anco far ogni sforzo: far il diavolaccio. || fari com’un diavulu, aviri lu diavulu ’ncorpu, imperversare, arrovellarsi, arrabbiarsi: entrar nelle furie. || essiricci un diavulu e peiju o un granni diavulu o un diavulu a quattru, esservi un diavol a quattro, far un diavolo e peggio; gran conquasso: un diavoleto. || dari l’arma a [p. 305 modifica]lu diavulu, disperarsi: darsi al diavolo . || essiri un diavulu, essere scaltrito, accorto: aver il diavolo in testa . || sapiri unni lu diavulu avi la cuda, esser sagacissimo ed astuto: saper dove il diavolo tiene la coda . || Prov. lu diavulu è suttili e fila grossu, dell’esser il pericolo maggiore che non si creda: il diavolo è sottile e fila grossso , nel qual senso si dice anche: lu diavulu si ’nfila mmenzu li cipuddi . || essiri comu li diavulu e s. Micheli o s. Binnardu: esser come il diavolo e l’acqua santa ; come due volpi in un sacco . || essiri comu lu diavulu affannatu dicesi di chi è sopraffatto di facende. || lu diavulu nun è bruttu comu si pinci, l’affar non è così disperato come si dice: il diavolo non è brutto quanto si dipinge . || quannu lu to diavulu java a la scola, lu mio era dutturi, gli uomini di età son più astuti de’ giovani: quando il tuo diavolo nacque, il mio andava ritto alla panca . || un diavulu caccia a ’n’autru, un male caccia l’altro: un diavolo caccia l’altro . || poviru diavulu, si dice a uno spiantato o sventurato: malarrivato . || ’nfilarisi lu diavulu, o mittiricci lu diavulu la cuda o ’nfilarisi ntra l’ogghialoru seguir una discordia o un cattivo contrattempo: entrar il diavolo . || jittari diavuli, esser grandemente adirato contro checchessia: sputar fuoco . || granni diavulu! esclamazione di maraviglia: diavolo! || quannu lu diavulu fu vecchiu si fici rimitu, allusione a’ bigotti, quando non si ha più forza di far cattiva vita si danno all’ipocrisia: il diavolo quando è vecchio si fa romito . || jiri o mannari a diavulu, andar o mandar in malora: andare o mandar al diavolo . || essiri comu lu diavulu ntantiddu, dicesi di chi replicatamente insiste sopra una domanda, in un consiglio: esser come il diavolo tentennino . || bon diavulu, uomo bonario e di buona pasta: buon diavolo . || essiri un diavulu a cavaddu: aver un diavolo per capello , accesissimo di sdegno: esser un demonio incarnato . Per altri proverbi V. in dimoniu .

Diavuluni . s. m. accr. di diavulu: diavolone . || Lo spirito di cannella, o garofano, che si fa entrare dai bericuocolai nei confortini, rosoli ecc.: diavolini , diavoloni . || Sorbetto condito con le suddette essense.

Dibbattimentu . s. m. L’atto del dibattere: dibattimento . || T. leg. Esame pubblico, e contraddittorio nelle materie penali: dibattimento .

Dibbattirisi . v. rifl. Disputare in pro e in contro: dibattersi . P. pass. dibattutu: dibattuto .

Dibbilanza . V. dibbulizza .

Dibbileddu . V. dibbuliddu .

Dibbitazzu . pegg. di debito.

Dibbiteddu . V. dibbituzzu .

Dibbiticchiu . s. m. dim. di debbitu: debituolo .

Dibbituri –tura –trici . verb. Chi o che deve dare: debitore –trice .

Dibbituzzu . dim. di debbitu: debituzzo .

Dibbuliddu . add. dim. di debbuli: deboletto .

Dibbulizza . s. f. Aggravamento di membra per mancamento di forze, e si trasferisce anche al morale: debolezza . || Dappocaggine, insufficienza, poca attitudine a fare: debolezza . || Imprudenza: debolezza . || aviri dibbulizza pri unu aver inclinazione, disposizione a credere bene di lui, a scusarlo di tutto ciò ch’egli possa fare: avere gran propensione per alcuno; e in modo basso: aver tenero il budello per alcuno. || Cosa dappoco: debolezza. || Difetto, peccato, si dice pur di cose carnali: debolezza.

Dica. s. f. Malore prodotto da rituramento dei meati del corpo: oppilazione. || Lunga fame che fa sentire male e pena allo stomaco: inedia, struggi, struggimento. (Nerucci). || Travaglio, noja, fastidio: struggimento, ambascia. || Detto ad uomo, seccatore, nojoso: mosca culaja.

Dicadiri. V. decàdiri.

Dicastèriu. s. m. Luogo ove si sbrigano pubblici affari: dicastero.

Dicèdiri. V. diggiriri.

Dicembri. V. decembri.

Dicerìa. V. dicirìa.

Dichïamentu. (Mal.). Il nicchiare: nicchiamento.

Dichiaramentu. s. m. Dichiaramento.

Dichiarari. v. a. Palesare, far chiaro: dichiarare. || Eleggere, creare: dichiarare P. pres. dichiaranti: dichiarante. P. pass. dichiaratu: dichiarato.

Dichiaratamenti. avv. In modo dichiarato: dichiaratamente.

Dichiarativu. add. Atto a dichiarare: dichiarativo.

Dichiaratòria. V. dichiarazioni.

Dichiaraturi–trici. verb. Chi o che dichiara: dichiaratore – trice.

Dichiarazioni. s. f. Il dichiarare: dichiarazione. || Il manifestar che si fa all’amante l’amore: dichiarazione.

Dichïarisi. v. intr. pass. Quel rammaricarsi pianamente che fan le donne gravide appressandosi l’ora di partorire: nicchiare. || Semplicemente dolersi: nicchiare. || fig. Mostrar di non esser soddisfatto di far checchessia: nicchiare. || Darsi noja, fastidio: angustiarsi.

Dichïusu. add. Che dà noja: nojoso.

Diciaciatu. V. disaggiato. || Morto di fame.

Diciàciu. V. disaggiu. || V. miciàciu.

Diciadottu. V. dicidottu.

Dicibbili. add. Atto a dirsi; conveniente: dicibile. Sup. dicibbilissimu: dicibilissimo.

Dicidottèsimu. Nome numerale ordinativo: diciottesimo.

Dicidottu e Dicirottu. Nome numerale: diciotto. || Prov. parrari o fari pri dicirottu, esser loquace: tener l’invito del diciotto.

Dicina. s. f. Dieci unità: diecina.

Dicinnovèsimu. Nome numerale ordinativo, decimo nono: diciannovesimo.

Dicinnovi. Nome numerale composto di dieci e nove: diciannove.

Dicirìa. s. f. Ragionamento lungo: diceria. || Nuova che corra fra le genti: diceria, dicerìo. (Rigutini).

Dicissettèsimu. Nome numerale ordinativo di dieci e sette: diciassettesimo.

Dicissetti. Nome numerale composto di dieci e sette: diciassette.

Dicitura. s. f. Elocuzione, maniera di dire: dicitura.

Dicituredda. dim. di dicitura.

Dicituri – tura. verb. Chi o che dice: dicitore– trice.

Diciurari lu pannu ecc. v. a. Consumare: logorare. Quasi disfiorare. [p. 306 modifica]

Diclaniri, Diclinari, Dicliniri. V. declinari.

Dicullari. V. decollari.

Dicuti-e-dissi (a. Posto avv. A tu per tu. || mittirisi a dicuti e dissi, contrastar pertinacemente a parole: bisticciare, star in sul bisticcio o a tu per tu.

Diddì e Ddiddì. V. addiddì. || Col verbo mannari, scacciare o uccidere.

Diesilla. s. f. La seguenza nella messa di requie, che comincia dies irae: diesire.

Diesis. s. m. T. mus. Accrescimento di voce alla nota musicale per un semituono: diesis.

Dieta. s. f. Astinenza o regola di cibo: dieta. || teniri a dieta, somministrare scarsamente: tener a dieta. || Assemblea di capi di uno stato: dieta. || In pl. diritti spettanti ai messi o commissarî esecutivi in ragione de’ dì che stanno in delegazione: ragioni.

Dièvuru. V. lebbru. Così a Nicosia (Nel Veneto lievro).

Difalcari. v. a. Trarre, cavare dal numero: defalcare. P. pass. difalcatu: defalcato.

Difalcazioni. s. f. Il defalcare: defalcazione.

Difalcu. s. m. Defalcamento: defalco.

Difatti. V. defatti.

Difènniri. v. a. V. addifenniri. || Ribattere con parole e ragioni le accuse: difendere. || Riparare, custodire, preservare: difendere. || Prov. difenniti lu to o tortu o drittu, massima de’ prepotenti.

Difensioni. (Pasq.) V. difisa: difensione.

Difensiva. s. f. T. mil. Lo star sulla difesa: difensiva.

Difensivu. add. Atto a difendere o che difende: difensivo.

Difensuri. verb. m. Chi o che difende: difensore.

Difettari. v. intr. Aver difetto, imperfezione: difettare. || Esser mancante: difettare. P. pass. difettatu: difettato.

Difettivu. add. Manchevole: difettivo. || Prov. essiri cu li verbi difettivi, scarseggiare: difettare, penuriare.

Difettu. s. m. Imperfezione, mancamento: difetto. || Colpa, errore: difetto. || Mancanza, penuria: difetto. || Debolezza che non è proprio vizio: difetto. || fari difettu, detto di abito che non vada bene: far difetto, o garbacci. || Prov. li difetti di li medici li cummogghia la terra, essendo tali errori causa di morte, così la tomba cuopre tutto: gli errori de’ medici son ricoperti dalla terra, quelli de’ ricchi da’ danari. || nuddu è senza difetti: niuna persona senza difetti, niun peccato senza rimorsi, dice l’italiano. || mettiri difettu a lu suli, censurar tutto: apporre al sole.

Diffamari. v. a. Detrarre la fama altrui: diffamare. P. pres. diffamanti: diffamante. P. pass. diffamatu: diffamato.

Diffamatissimu. add. sup. Diffamatissimo.

Diffamatòriu. add. Che tende a diffamare: diffamatorio.

Diffamaturi–trici. verb. Chi o che diffama: diffamatore trice.

Diffamazioni. s. f. Il diffamare: diffamazione.

Differenti. add. Vario, dissimile: differente. Sup. differentissimu: differentissimo.

Differentimenti. avv. Con differenza: differentemente.

Differentissimamenti. avv. sup. Differentissimamente.

Differenza, diffirenzia e diffirenza. s. f. Il non esservi somiglianza tra persona e persona, o tra cosa e cosa: differenza. (A. V. ital. differenzia). || Lite, controversia: differenza. || spartiri la differenza, si dice quando si dà la sentenza alquanto in favore dell’una parte e alquanto in favore dall’altra: dare in quel mezzo. || livari li diffirenzi, torre di mezzo una questione, una lite o altro per rappaciarsi.

Differenziari. v. a. Far differenza: differenziare. P. pass. differenziatu: differenziato.

Differenziedda. V. diffirinziedda.

Differimentu. s. m. Il prolungare: differimento.

Differiri. v. intr. Esser differente: differire. || v. a. Prolungare, rimettere ad altro tempo: differire. P. pass. differutu: differito.

Difficileddu. add. dim. Difficiletto.

Diffìcili. add. Contrario di facile: difficile. || Detto d’uomo d’indole strana, intrattabile: difficile. || Inquieto, stitico: difficoltoso. || lassari lu difficili e darisi a lu facili, mettersi ad impresa più agevole, lasciata la più difficile: ferire nel molle. Sup. difficilissimu: difficilissimo.

Difficilissimamenti. avv. sup. Difficilissimamente.

Difficilmenti. avv. In modo difficile: difficilmente.

Difficultà, Difficultati e Difiultà. s. f. Astratto di difficile: difficoltà, difficoltade, difficoltate. || Questione, contrasto: difficoltà. || fari difficultà, opporsi, non acconsentire: far difficoltà. || pigghiari lu puntu di la difficultà, capire, pigliar il nerbo della cosa: dar nel segno. || nun aviricci difficultà, acconsentire: non averci difficoltà. p. e. nun ci haju difficultà: non ci ho difficoltà. || cci hai livatu sta difficultà! Dicesi a chi dice o propone cosa che non può tradursi ad atto, o che si sapeva diggià.

Difficultari. v. a. Dare difficoltà: difficoltare.

Difficultusu. add. Che ha difficoltà: difficultoso. || Uomo inquieto, stitico, che mette difficoltà: difficultoso. Sup. difficultusissimu: difficultosissimo.

Diffidamentu. s. m. Il diffidare: diffidamento.

Diffidanza. V. diffidenza: diffidanza.

Diffidari. v. intr. e intr. pass. Non aver fiducia, fede: diffidare. P. pres. diffidanti: diffidante. P. pass. diffidatu: diffidato.

Diffidenti. add. Che diffida: diffidente.

Diffidenza. s. f. Il diffidare: diffidenza.

Diffinituri. s. m. Colui che assiste il capo nell’amministrazione di un convento: diffinitore.

Diffirenza, Diffirenzia. V. differenza.

Diffirinziedda. dim. di differenza: differenziuccia, differenzuccia.

Diffirinziuna. accr. di differenza: grande differenza.

Diffirinziunedda. dim. di diffirinziuna.

Diffirinziununa. accr. di diffirinziuna.

Difformi. V. deformi. || Diverso: difforme.

Difformità. V. deformità. || Diversità: difformità.

Diffùnniri. v. a. Spargere largamente detto de’ liquidi: diffondere. || Met. Detto di cose morali, farle comuni: diffondere. P. pass. diffusu: diffuso. [p. 307 modifica]

Diffusamenti. avv.In modo diffuso: diffusamente.

Diffusioni. s. f. Il diffondere e diffondersi: diffusione.

Diffusissimamenti. avv. sup. Diffusissimamente.

Diffusivu. add. Che diffonde: diffusivo.

Diffusu. add. Da diffunniri: diffuso. || Detto di discorso esteso: diffuso. Sup. diffusissimu: diffusissimo.

Difinnituri. V. difensuri: difenditore.

Difinsuri. V. difensuri.

Difinzari. V. difènniri.

Difisa. s. f. Il difendere: difesa.|| Riparo che si fa a’ pericoli, a’ danni ecc.: difesa. || Cura che ponesi a salvare, proteggere: difesa.

Difisu. add. da difenniri: difeso. || Coperto, riparato, sicuro: difeso.

Difittari. V. difettari.

Difittazzu. pegg. di difetto: difettaccio.

Difitteddu. dim. di difetto: difetterello (Tomm.).

Difittuni. accr. di difettu.

Difittusamenti. avv. In modo difettoso: difettosamente.

Difittusazzu. pegg. di difittusu.

Difittuseddu. add. dim. Alquanto difettoso.

Difittusissimamenti. avv. sup. Difettosissimamente.

Difittusità. v. difettu.

Difittusu. add. Che ha difetti: difettoso. Sup. difittusissimu: difettosissimo.

Difittusuni. accr. di difittusu: molto difettoso.

Difittuzzu. dim. di difetto: difettuccio.

Diformi. V. deformi.

Difuntu. V. defuntu.

Digginirari. V. deggenerari.

Diggiriri. v. a. Convertire ciò che si mangia o bee in sostanza: digerire. || fig. Discutere, disaminar col pensiero checchessia: digerire. || met. non putiri diggiriri unu o ’na cosa, non poter comportare: non poter digerire uno o una cosa, o non poterla smaltire. || T. med. Suppurar una piaga a fine di nettarla: digerire una piaga. || Detto d’alcune cose da mangiare, tenerle a serbo perchè acquistino perfezione: stagionare. P. pres. diggirenti: digerente. P. pass. diggirutu: digerito.

Diggistibbili. add. Atto a digerirsi: digestibile.

Digistioni. s. f. Il digerire: digestione. || T. farm. Separazione del puro dall’impuro per via di fermentazione: digestione. || T. chir. Formazione d’una materia marciosa nella piaga o tumore: digestione.

Diggistivu. s. m. T. med. Rimedio esteriore atto a promuovere la digestione ossia purificazione d’una piaga: digestivo (Mort.).

Diggistivu. add. Che facilita la digestione: digestivo. || sost. medicamento per lo effetto interno di fortificar lo stomaco: digestivo.

Diggitali. s. f. T. bot. Pianta bisannuale, amara, purgativa, ed anche emetica: digitella. Digitalis purpurea L.

Diggiunè. V. culazioni. Voce usata da chi ignorantemente credesi rimpulizzire coll’infranciosarsi (Fr. dejeuner).

Digna. In forza d’avverbio, p. e. farila digna: degnamente (Pasq.).

Dignarisi. V. degnarisi e derivati.

Dignificari. v. a. Far degno: degnificare (Mort.).

Dignità e Dignitati. s. f. Astratto di degno: dignità, dignitade, dignitate. || Grado, ufficio onorevole: dignità. || Aspetto maestoso: dignità. || Nome di que’ canonici che al benefizio hanno annessa qualche preminenza: dignità. || essiri dignità, occupare una carica eminente nella chiesa: essere sul candeliere. || cu’ cerca dignità si nni fa indignu, poichè l’onore siegue chi lo fugge.

Dignitusu. add. Che ha dignità: dignitoso. || Detto di cosa: maestevole. Sup. dignitusissimu: dignitosissimo.

Dignu. add. Assai meritevole: degno. || Convenevole, proporzionato: degno. || Eccellente, ragguardevole: degno. Sup. dignissimu: degnissimo.

Digradari. V. degradari.

Digressioni. s. f. Tralasciamento del filo principale del discorso per interporvi un incidente: digressione.

Digrissiunedda. s. f. dim. di digressioni: digressioncella, digressioncina.

Dijna. Esclamazione, però nella frase granni dijna: per bacco!

Dijttarisi. v. intr. pass. Divenir debole: infievolire, indebolire. || fig. Umiliarsi, sottoporsi, sentir bassamente di se: abjettarsi. P. pass. dijttatu: infievolito. || Abjettato.

Dijunari. v. intr. Astenersi dall’asciolvere, osservar il digiuno comandato dalla chiesa: digiunare. || dijunari cu quattru ganghi a lu cufinu, dicesi di chi mangia più volte quando digiuna: fare il digiuno di Fra Lupo. || dijunari pri s. Vitu, o essiri divotu di s. Vitu, si dice di chi ha avuto buona fortuna nel maritarsi: digiunare la vigilia di S. Caterina. || Star digiuno, non mangiare: digiunare. P. pass. dijunatu: digiunato.

Dijuntari. V. disuniri.

Dijunu. s. m. Il digiunare: digiuno. || Il giorno in cui è l’obbligo di digiunare: digiuno. || Lunga privazione di checchessia: digiuno. || fari lu dijunu: digiunare, far il digiuno. || rùmpiri lu dijunu: romper il digiuno. || pridicari lu dijunu a panza china, dir agli altri e non far per sè: bel predicare il digiuno a corpo pieno. Come fanno generalmente certi preti, certi ministri di finanza ecc. || Nome d’un intestino: digiuno.

Dijunu. add. Che non ha ancora preso cibo: digiuno. Prov. lu saturu nun cridi a lu dijunu: corpo satollo non crede al digiuno, ed è perciò che i megliostanti gridano che il popolo è salvaggio, che bisogna fucilarlo! || essiri dijunu di qualchi cosa, esserne privo; o se è scienza, insciente: esser digiuno di qualche cosa. || a dijunu o a la dijuna, posto avv. senza aver mangiato: a digiuno. || Prov. omu dijunu menzu disperatu, per cui nascono le rivoluzioni.

Dilaniari. v. a. Sbranare, lacerare: dilaniare.

Dilapidamentu. s. m. L’atto del dilapidare: dilapidamento.

Dilapidari. v. a. Prodigar in modo che si dissipi ogni cosa: dilapidare. P. pass. dilapidatu dilapidato.

Dilapidazioni. s. f. Il dilapidare: dilapidazione.

Dilatabbili. add. Che può dilatarsi: dilatabile.

Dilatabbilità. s. f. Qualità dell’esser dilatabile: dilatabilità.

Dilatamento. s. m. L’atto del dilatarsi: dilatamento.

Dilatari. v. a. Allargare, ampliare: dilatare. || [p. 308 modifica]Allungare, differire: dilatare. || rifl.: Distendersi, divulgarsi: dilatarsi. P. pass. dilatatatu: dilatato.

Dilatatòriu. add. T. anat. Nome di muscoli comuni alle alette del naso ed alle labbra superiori: dilatatorio.

Dilatazioni. s. f. Il dilatare e dilatarsi: dilatazione.

Dilatoria. V. dilazioni.

Dilatoriu. add. T. leg. Che comporta dilazione: dilatorio.

Dilazioni. s. f. Indugio: dilazione. || Detto di debito, differimento conceduto a soddisfar il creditore: dilazione.

Dilaziunari. V. differiri (dilazionare è biasimata dall’Ugolini).

Dilaziunedda. s. f. dim. di dilazioni: dilazioncella.

Dileguari. v. intr. Allontanarsi, sparire: dileguare. || rifl. dileguarsi P. pass. dileguatu: dileguato. (Mort.).

Dilemma. s. f. Argomento di due parti, ciascuna delle quali convince: dilemma.

Dilena. V. cantaridi. || Altra specie di cantaride ma velenosissima: burpreste. (Gr. δηλαίνω: noccio).

Dilettabbili e derivati. V. dilettevuli: dilettabile.

Dilettamentu. s. m. Il dilettare: dilettamento.

Dilettanti. add. Che diletta: dilettante. || In forza di s. chi conosce un’arte, ma non la esercita come professione: dilettante. Sup. dilettantissimu: dilettantissimo.

Dilettari. v. a. Apportar diletto: dilettare. || v. intr. Ricevere diletto: dilettare. || rifl. a. Prendersi diletto: dilettarsi. P. pass. dilettatu: dilettato.

Dilettazioni. s. f. Il dilettare: dilettazione.

Dilettèvuli. add. Atto a dilettare: dilettevole. Sup. dilettevulissimu: dilettevolissimo.

Dilettevulmenti. avv. In modo dilettevole: dilettevolmente.

Dilettu. add. Amato, benvoluto: diletto. Sup. dilettissimu: dilettissimo.

Dilettu. s. m. Sensazione piacevole così d’animo come di corpo: diletto. || La persona diletta: diletto. || Prov. fuji lu dilettu presenti, pri nun ti dari dispiaciri futuri, fuggi il diletto presente il quale ti possa arrecare un futuro male.

Dilettusamenti. avv. Con diletto, in modo dilettoso: dilettosamente.

Dilettusu. add. Dilettevole: dilettoso. Sup. dilettusissimu: dilettosissimo.

Dilezioni. s. f. Affetto particolare sentito per una persona particolarmente sopra le altre: dilezione.

Dilibbirari. V. delibberari. || dilibbirari la testa di lu bustu: spiccarla.

Dilicatamenti. avv. Con delicatezza: delicatamente.

Dilicateddu. add. dim. Delicatello.

Dilicatizza. s. f. Morbidezza, delizia: delicatezza. || Gentilezza di complessione: gracilità, delicatezza. || Sottigliezza, leggiadria di lavoro: delicatezza. || Affettazione: delicatezza, delicatura. || Virtù di chi non trascura veruno de’ doveri dell’onore, e di chi cerca non dar materia a parlar di sè; delicatezza. || Riguardo, moderazione, temperanza: delicatezza.

Dilicatu. add. Soave al tatto, morbido, liscio: dilicato, delicato. || Detto di gusto squisito: delicato. || Di complessione gentile, o di sanità debole: delicato. || Detto di suono, dolce, armonioso, soave: delicato. || affari dilicatu, difficile, pericoloso: affare delicato. || dilicatu di cuscienza, timorato, scrupoloso: delicato in conscienza. || Fantastico: fisicoso. || Chi tratta con delicatezza, educato: delicato. || In generale dicesi d’ogni cosa eccellente, gentile nel suo genere: delicato. || Prov. essiri dilicatu ’ntra lu cintu, ecc. ostentar in apparenza bel modo d’operare. || parti dilicati, certe parti del corpo che devonsi trattare con riguardo: parti risguardevoli. Sup. dilicatissimu: dilicatissimo.

Dilicatura. (Scob.) s. f. Dilicatezza: delicatura.

Dìlicu. Accorciato di dilicatu V.

Diliggenti. add. Che opera con diligenza: diligente. Sup. diliggentissimu: diligentissimo.

Diliggentimenti. avv. Con diligenza: diligentemente.

Diligentissimamenti. avv. sup. Diligentissimamente.

Diliggenza, Ddiliggenza. s. f. Esquisita, assidua cura, esattezza: diligenza, diligenzia. || Amore allo studio: diligenza. || Ricerca accurata: diligenza. Onde: fari diliggenza, ricercare per minuto: far diligenza.|| Attenzione, accuratezza: diligenza. || Carrozza grande di vettura che fa viaggi ad ore determinate: diligenza. || punti di diligenza, punti di merito toccati al fanciullo in iscuola: diligenze. || T. leg. vaju a fari ’na diliggenza, vado a far uno affare.

Dilijari e Diliggiari. V. sdilliggiari.

Diliniari. V. delineari.

Dilìquiu. V. deliquiu.

Dilirari. V. delirari.

Dilittanti. V. dilettanti e seguenti.

Dilitteddu. dim. di delittu: picciol delitto. || dim. di diletto.

Dilittivu. add. Che porta dilezione: dilettivo.

Dilizia. V. delizia.

Dilliggiari. V. sdilliggiari.

Dilluviamentu. (Mal.) s. T. Il diluviare in tutti i sensi.

Dilluviari. v. intr. Piovere strabocchevolmente: diluviare. || Sign. att. inondare: diluviare. || E met. mangiar moltissimo: diluviare. || Venir gente in gran moltitudine: diluviare. || vogghiu chi chiovi, no chi dilluvia, e si usa dire anche, mi cridìa ca chiuveva, ma no ca dilluviava, modo prov. che s’usa ogni qualvolta si vuol garrire una indiscretezza, un eccesso: s’intende acqua e non tempesta. P. pass. dilluviatu: diluviato.

Dilluviaturi. verb. T. Chi diluvia, mangia troppo: diluviatore.

Dilluviu. s. m. Pioggia smisurata, inondazione, e antonomasticamente quello a’ tempi di Noè: diluvio. || met. Abbondanza, copia: diluvio. || Strabocchevole mangiare: diluvio. || a dilluviu, posto avv. in copia, dirottamente: a diluvio.

Dilluviusu. (Mal.) add. Che reca pioggia strabocchevole: diluvioso. || Detto di pioggia, capace a produrre inondazione: diluvioso.

Dilucidari. v. a. Far chiaro, spiegare: dilucidare. P. pass. dilucidatu: dilucidato. [p. 309 modifica]

Dilucidazioni. s. f. Il dilucidare, spiegazione: dilucidazione.

Diluenti. add. T. med. Atto a rendere più fluidi, più dolci gli umori: diluente. || s. Medicamento che diluisce: diluente.

Diluiri. v. a. T. med. Render più fluidi gli umori del corpo animale: diluire.

Dilungamentu. s. m. Il dilungare: dilungamento.

Dilungari. v. a. Allungare, distendere; prolungare, differire: dilungare. || rifl. fig. Dipartirsi dalle materie che si tratta: dilungarsi. P. pass. dilungatu: dilungato.

Dimannari e derivati. V. dumannari.

Dimensioni. s. f. Estensione d’un corpo considerato come misurabile: dimensione.

Dimenticanza. s. f. Il dimenticarsi: dimenticanza.

Dimenticari. v. a. e rifl. Uscir dalla mente, smarrir la memoria delle cose e s’usa là dove abbia principal parte l’intelletto: dimenticare; ov’entri affetto: scordare. V. scurdarisi. P. pass. dimenticatu: dimenticato.

Dimenticatu. add. Che facilmente dimentica: dimentico, dimenticone.

Dimèritu. V. demeritu.

Dimèsticu. V. domesticu.

Dimèttiri. v. a. Lasciare, abbandonare: dimettere (Mort.).

Dimezzari. v. a. Divider per mezzo: dimezzare. || Per sminzari V.

Diminticari. V. dimenticari e derivati.

Diminuiri. v. a. e intr. ass. Ridurre e ridursi a meno: diminuire. P. pass. diminuitu e diminujutu: diminuito.

Diminutivu e Diminuitivu. add. Che diminuisce: diminutivo. || T. Gram. Voce che esprime diminuzione: diminutivo.

Diminuzioni. s. f. Il diminuire: diminuzione.

Diminzari. V. dimezzari.

Dimissionariu. add. Colui che si è dimesso o sia stato dimesso dall’ufficio: dimissionario (Manca ne’ Vocabolari accreditati).

Dimissioni. s. f. Il rilasciare: rilascio. || Il licenziare o licenziarsi da un ufficio: dimissione.

Dimissu o Dimisu. add. Umiliato, rintuzzato: dimesso. || Abbandonato o amareggiato o messo al basso: dimesso. || Degradato, privato d’impiego: dimesso.

Dimiti. (Mal. e Pasq.) V. spassu V. mminzigghiu.

Dimòniu. s. m. Genio potente al bene e al male: demonio, dimonio. || è un dimoniu, dicesi di chi fa prove grandi d’ingegno o di forza: è un demonio. || Prov. lu dimoniu è suttili e fila grossu V. diavulu, e così per altri. || lu dimoniu fa fari lu mali e poi lu scummogghia: il diavolo insegna rubare, ma non nascondere. || lu dimoniu sapi assai pirchì è vecchiu: il diavolo è cattivo perchè è vecchio. || undi si fa nova chiesa lu dimoniu ci fa accantu la cappella, non è cosa che si faccia senza che il diavolo ci ponga la coda: Dio non fa mai chiesa, che il diavolo non ci fabbrichi la sua cappella. || lu dimoniu ti pò tintari ma no precipitari: il diavolo può tentare ma non precipitare. || dimoniu a menz’aria, irresoluto: esser a mezz’aria.

Dimuniazzu. vegg. Demoniaccio.

Dimunieddu. dim. Demonietto.

Dimuniicchiu. V. dimunieddu.

Dimura. s. f. Luogo dove si dimora: dimora (A. V. ital. dimura. Brun. Latini). || Tardanza, indugio: dimora. || ogni dimura è vintura V. sedi sedi ca vintura ecc.

Dimuramentu. s. m. (Pasq.). Il dimorare: dimoramento.

Dimuranza. V. dimura. (A. V. ital. dimoranza).

Dimuranzedda. s. f. dim. Dimoranzuola.

Dimurari. v. intr. Star fermamente in un luogo: dimorare. P. pres. dimuranti: dimorante. P. pass. dimuratu: dimorato V. addimurari.

Dimuratizzu. V. addimuratizzu.

Dimurata. s. f. Il dimorare: dimora.

Dimustrabbili. add. Che si può dimostrare: dimostrabile. Sup. dimustrabbilissimu: dimostrabilissimo.

Dimustramentu. s. f. Il dimostrare, indizio: dimostramento.

Dimustranza. s. f. Dimostramento: Dimostranza (benchè sia A. V.).

Dimustrari. v. a. È più di mostrare, bisognando far visibili le relazioni che corrono tra le varie cose, provare: dimostrare. P. pres. dimustranti: dimostrante. P. pass. dimustratu: dimostrato.

Dimustrata. V. dimustramentu.

Dimustrativa. s. f. Facoltà di dimostrare: dimostrativa.

Dimustrativamenti. avv. Con dimostrazione: dimostrativamente.

Dimustrativu. add. Che dimostra: dimostrativo. || Aggiunto di una delle tre parti dell’eloquenza, che dimostra il biasimo o la lode: dimostrativo. || T. gram. Que’ pronomi che servon a dimostrar una cosa: dimostrativo.

Dimustraturi –trici. verb. Chi o che dimostra: dimostratore –trice.

Dimustrazioni. s. f. Il dimostrare: dimostrazione. || Serie d’argomenti che provano necessariamente: dimostrazione. || Lustre, apparenza, finzione: dimostrazione. || Le lezioni che danno gli anatomisti esponendo sotto gli occhi le parti del corpo: dimostrazione. || Manifestazione pubblica che fa il popolo o gridando o con altro, contro o a favore di un principio, d’un governo: dimostrazione.

Dinàmica. s. f. Scienza delle forze o delle potenze che muovon un corpo: dinamica.

Dinarazzu. pegg. di dinaru: danajaccio.

Dinareddu. dim. di dinaru: danarino, danaruzzo, danajuolo. || Detto dell’uovo gallato V. tirdinareddu.

Dinaru. s. m. Era la sesta parte del granu: danaro, picciolo. || Moneta: danaro, danajo, denaro. || Prov. lu dinaru è lu nervu di la guerra: il danaro è il nerbo di tutti i mestieri. Che i Francesi dicono: l’argent fait la guerre || fari così pri dinari, lasciarsi corrompere, o far cose a pagamento: far checchessia per danaro, a prezzo. || Peso contenente la 24ª parte dell’oncia: danajo, danaro. || Misura d’acqua, 16ª parte della zappa V. || essiri cunusciutu comu lu malu dinaru, esser conosciuto per tristo da tutti. || cui havi danari nun pò essiri ’mpisu, così è la società fatta fin ora: chi ha danari ed amici si fa beffe della giustizia. || i dinari fannu cantari l’orvi, il danaro fa far tutto: i danari fan cantare i ciechi. || littra mi mandi e littra ti mandu, manda dinari si voi lu pannu o senza dinari nun si canta missa, o [p. 310 modifica]cci dissi lu medicu a gagghianu paga dinari si vo’ stari bonu, insomma il danaro è il movente principale: a ufo non canta il cieco. || li dinari fannu dinari o li dinari vannu cu li dinari o senza dinari nun si fannu dinari, senza mezzi non si può guadagnare: la roba va alla roba, e i pidocchi alle costure, proverbio che sarà sempre vero finchè non si emancipi il lavoro dal capitale. || a dinari e dinareddu si fa lu carrineddu, a poco a poco si fa il molto: a quattrino a quattrino si fa il fiorino. || li dinari mettinu pinzeri: gran nave gran pensiero, chi non ha non teme perdere. || lu dinaru è lu sangu di l’omu: i denari sono il secondo sangue. || la prima nobbiltà su li dinari, così dicon gli amatori dell’oro (cioè tutti). || cu’ havi dinari sputa sintenzi, ha molti adulatori pronti ad inneggiarlo. || li dinari fannu arrinigari, o idolatrari lo che si vede ogni giorno. || li dinari fannu isari la testa, coi danari si diventa superbi, il toscano dice: chi leva muro (fabbrica), leva muso. || li dinari sarvati gran guerra fannu, muovono cioè i ladri a combatterne il possessore. || unni ci è dinaru nun ci va vita d’omu, è più della vita. || tri dinari V. tirdinari. || cui havi dinari fa navi, chi ha mezzi fa imprese. || i dinari vannu e vennu, non è massima sciagura il perder danaro poichè si può rifare: i danari vanno e vengono. || pigghiari ’n dinari, dicesi di chi invece di pigliar la derrata piglia i danari e met. di chi non ascolta la messa, non va a scuola ecc. || li dinari servinu a lu bisognu, il danaro serve a’ bisogni. || li dinari su ’nnimici di l’omu poichè lo corrompono. || li dinari hannu l’ali, van via: i danari son tondi e ruzzolano. || li dinari e li guadagni di luntanu, restanu pri la via, non essendovi vicino il padrone son rubati. || cui fa li dinari nun li sfa, perchè vi ha affezione. || si voi aviri dinari bisogna travagghiari, senza lavoro non si vive. || li megghiu amici su li dinari, non sempre: i danari sono il secondo sangue. || si diventi rriccu di dinari, diventi poviru di pitittu, poichè il danaro soddisfacendo tutte le voglie, si riman senza voglie. || fari dinari cu la pala, di molti: far danaro a cappellate. || omu senza dinari menzu malatu pari: uomo senza quattrini è un morto che cammina, poichè non può cavarsi alcuna voglia. || quannu parranu li dinari ognunu ammutisci, perchè il danaro corrompe: dove l’oro parla, la lingua tace. Altro analogo dice al contrario cu’ nun havi dinari nun è ’ntisu: chi non ha non è. || senza dinari nun crisci lu pani, nun criscinu l’omini, si nun crisci lu pani, senza dinari nè omini nè pani, proverbio chiaro. || ogni cosa si fa pri dinari, il danaro è tutto : il da naro è un compendio del potere umano. || dinari, seme delle carte da giuoco V. aremi: danajo. || si nun hai dinari jetta coppi, se non puoi far come vuoi, fa come puoi. || V. in coppi altro proverbio. || pigghia dinari ca nun gridanu, proverbio dei ladri... perchè gli oggetti possono venire ad essere riconosciuti, i danari no. || li dinari di lu sagristanu cantannu vennu e cantannu sinni vannu, il mal tolto non dura, con ciò il popolo accusa la prepotente bottega...: quel che vien di ruffa e raffa se ne va di buffa in baffa.

Dinarusu. add. Ricco di danaro: danaroso, danajoso.

Dinastìa, s. f. Famiglia che per privilegio o violenza successivamente governa: dinastia.

Dindi. V. nninni.

Dìndina. V. linnira.

Dinocchiu. (pl. dinocchia). s. m. La piegatura che è tra la gamba e la coscia: ginocchio. || dinocchiu balistrinu: ginocchio piegato indietro (An. Cat.). || tuccarisi cu li dinocchia, muto linguaggio d’amore che si fanno gli amanti vicini: far a ginocchino. || sintirisi arrimuddari o rumpiri li dinocchia, dicesi fig. di chi è preso da paura o sbigottimento: sentirsi tronche le gambe, far le gambe giacomo giacomo. La d invece della g è un uso, benchè raro, ma che pure hanno delle volte i Toscani, p. e. diacere per giacere.

Dinominari. V. denominari.

Dinotari e Dinutari. v. a. Significare, diligentemente accennare: denotare, dinotare. P. pres. dinotanti: denotante. P. pass. dinotatu: denotato.

Dinovu. V. novu.

Dintali. s. m. Quel legno a cui si attacca il vomere per arare: dentale.

Dintami. s. f. Quantità di denti: dentame. || Dentatura: dentame.

Dintària. s. f. T. bot. Pianta di più spezie, di sapore acre e pungente, usato a medicar ferite: dentaria. Dentaria Anneaphyllos L.

Dintata. s. f. Morso di denti: dentata.

Dintatu. add. Che ha denti: dentato. || Per sim. di molte cose che han protuberanze a guisa di denti: dentato.

Dintatura. s. f. Ordine e componimento di denti: dentatura.

Dintazzu. pegg. di denti: dentaccio. || Per dintuni V.

Dinticaru. s. m. Denti che sporgon in fuori a guisa di molti animali, e che deforman il viso: grugno.

Dinticeddu. dim. di denti: denticello.

Dinticiottu. dim. di dentici: denticiotto.

Dinticutu. (Pasq.) V. dintatu.

Dintista. s. m. Chi cura i denti: dentista.

Dintizioni. s. f. Il metter i denti: dentizione. || Il tempo in cui gli animali metton i denti: dentatura.

Dintra. avv. di luogo, di stato, di moto, nella parte interna: dentro, entro (quest’ultimo s’unisce talvolta coll’accusativo, mentre il primo no). || mentri sù dintra, e chiovi mi nni ridu, mentre sono al coperto mi rido della pioggia, ha senso fig. chi sta al sicuro si ride delle minacce.

Dintuni. accr. di dente: dentone.

Dintutu. add. Dentato: dentuto.

Dintuzzu. vezz. di dente: denticello, dentino.

Dinucchiata. s. f. Colpo dato col ginocchio: ginocchiata.

Dinucchiazzu. pegg. e accr. di ginocchio: ginocchiaccio.

Dinucchieddu. dim. di ginocchio: ginocchietto, ginocchino.

Dinucchinni (a. Posato sulle ginocchia: ginocchione, ginocchioni. [p. 311 modifica]

Dinudari. V. denudari.

Dinunziari. V. denunziari.

Dinutari. V. dinotari.

Diocesana. s. f. Privilegio che si dà a chi abita in istraniera diocesi.

Diocesanu. add. Della diocesi: diocesano. || s. diocesanu, vescovo dalla diocesi: diocesano.

Diòcisi. s. f. Quel luogo sovra il quale esercita autorità il vescovo: diocesi.

Diotru. V. elefanti.

Diotu. V. idiota.

Dipartimentu. s. m. Divisione, separamento: dipartimento.

Dipendenti e Dipennenti. add. Che dipende: dipendente. || fig. s. Amico, inferiore che abbia qualche attinenza: dipendente.

Dipendentimenti. avv. Con dipendenza: dipendentemente.

Dipendenza e Dipennenza. s. f. Il dipendere: dipendenza.

Dipèndiri e Dipènniri. v. intr. Aver l’essere e il conservamento da altri: dipendere. || Derivare, procedere: dipendere. || Essere sottoposto all’altrui volere o dominio: dipendere. || nun dipenniri di nuddu o dipenniri d’iddu, esser libero: dipendere da sè. || In molte dizioni diciamo noi, dipenni! cioè: secondo! se accade, vedremo. P. pass. dipinnutu: dipenduto.

Dipennari. V. depennari.

Dipèrdiri. V. peggiorari.

Dipìnciri. V. pinciri e derivati.

Dipinnenti. V. dipendenti.

Dipinniri. V. dipèndiri.

Dipintari. V. pinciri.

Dipinturi. V. pitturi.

Diploma. s. m. Atto o titolo col quale si accorda privilegio o altro: diploma. || Patente di lieeo: diploma.

Diplomàtica. s. f. Parte della politica che tratta del gius pubblico, e comprende la cognizione de’ trattati fra gli stati: diplomatica.

Diplomàticu. add. Appartenente a diploma: diplomatico. || corpu diplomaticu, tutti i ministri che risiedono come ambasciadori inviati in uno stato: corpo diplomatico. || s. Istruito nella diplomazia e che ne tratta affari: diplomatico. || Per derisione si dice a un musorno pisellone che si dà tuono con castronerie e ridicolaggini.

Diplomazia. s. f. L’atto di trattar pubblici affari tra stato e stato: diplomazia. || Tutti coloro collettivamente che ne trattano: diplomazia.

Dipoi. avv. e prep. Dopo, poscia: di poi, dappoi. || Interiezione di chi impazientisce: oi! ohi!

Dipòniri. V. depòniri.

Diportarisi e derivati. V. dipurtarisi.

Diportu. s. m. Spasso, ricreazione: diporto.

Dipòsitu e derivati. V. depositu.

Dippricari. V. dupplicari.

Dipurtamentu. s. m. Andamento, il diportarsi: diportamento.

Dipurtanti. V. purtanti.

Dipurtari. v. a. Condurre, indirizzare: incamminare. || rifl. Procedere, contenersi: diportarsi.

Dipusitari. V. depositari.

Diputari. V. deputari e derivati tutti.

Diradari. v. a. Torre la spessezza, render rado: diradare. P. pass. diradatu: diradato.

Diramari. V. sdirramari. || rifl. pass. Il dividersi de’ fiumi: diramarsi. || fig. Estendersi, passar di luogo in luogo: diramarsi. P. pass. diramatu: diramato.

Diramata, Diramazioni. s. f. Il diramarsi: diramazione.

Diramaziunedda. dim. Diramazioncella.

Direttamenti. avv. In modo diretto: direttamente.

Direttivu. add. Che dirige: direttivo.

Direttòriu. s. m. Regola, norma contenuta in un libro: direttorio. || Temporaneo magistrato della Repubblica Francese: direttorio.

Direttu. add. Da diriggiri: diretto. || Volto per linea retta: diretto. Sup. direttissimu: direttissimo.

Diretturi –ttrici. verb. Chi o che dirige: direttore –trice.

Direzioni. s. f. Il dirigere: direzione. || Amministrazione, governo d’un ufficio: direzione. || Indirizzamento, linea del cammino retto: direzione. || Luogo dove risiede l’ufficio di direzione: direzione.

Diri. v. a. Manifestar con parole un pensiero: dire. || Riferire, conferire, ridire: dire. || Rispondere: dire. || Per quasi comandare: dire. || aviri chi diri, aver materia da favellare: aver che dire; o esser di diverso parere. || Per giovare, conferire, p. e. l’aria nun mi dici. || Aver buona o cattiva fortuna, p. e. la furtuna (o la sorti) mi dici o non mi dici: mi dice bene o male. || dirisilla cu unu, esser d’accordo, insieme: dirsela con alcuno. || stu cappeddu, sta robba mi dici o nun mi dici, mi sta, mi dà leggiadrìa o no: di questo cappello, di questa roba mi rifaccio o non mi rifaccio. || Così di altre cose p. e. stu culuri dici cu chiddu, si addice, si confà, si conviene. || non diri di mia benchì di mia tu sai, penza di tia e poi di mia dirrai, pria di parlare si passi la mano per lo petto: non dir di me quel che di me non sai, di’ pria di te, e poi di me dirai. || diri ’na cosa cu unu parlarne, conferirne: dire una cosa con uno (Storia di Rinaldino). || aviri chi diri cu unu, esser in discordia: aver che dire con uno. || diri bonu, parlar con fondamento: dir bene. || diri beni, lodare: dir bene. || diri la cosa comu sta, raccontarla con verità: dir la cosa come sta. || fari diri d’iddu, dar materia che altri parli di sè: far dir di sè, o de’ fatti suoi. || ognunu dici la sua, ognuno discorre a suo modo: ognuno dice la sua. || nun cc’è chi diri, maniera che si usa quando si vuol affermare cosa innegabile o buona: non c’è che dire. || nun vi dicu nè vi cuntu V. cuntari. || diri, parlando d’incanto d’affitto vale offerire: dir all’incanto. || diri supra di ’n’autru, sorpassar la offerta di lui: sopraddire. || diri la missa, l’offiziu, li divuzioni, celebrar la messa, recitar l’uffizio, le preghiere: dir la messa, l’uffizio, le cose spirituali. || com’a diri, è una specie di correzione: d’altronde, per altro. || oh senza diri! certamente: senza dubbio. || diri corna o diri li megghiu, dir villanie, far rimproveri. || diri tuttu chiddu chi veni mmucca parlare senza considerazione: dir ciò che vien sulla lingua. || diri lu rusariu a la Madonna, frase prov. la quale con quest’altra: mittemu sti così di banna, o dicemu lu rusariu a la Madonna, significa, parlar d’altro, mutar [p. 312 modifica]discorso: voltiamo foglio. || diri cosi, chi un granciu cu dui vucchi nun dirria, scempiatezze: cose, che non le direbbe una bocca di forno, o che non ne vendono gli speziali. || diri sì, per burla s’intende del chinar del capo nell’appisolarsi. || diri o nun diri sì, parlandosi della testa, delle gambe, delle braccia ecc. resistere aver vigor, o averlo perduto: dir davvero o no. || nun sapiri diri mancu pappa, non saper parlare: non saper dire pappa. || Prov. nun diri chiddu chi fai nè chiddu chi sai, non bisogna dir ogni cosa: non andar col cembalo in colombaja. || nun fari quantu poi, nè diri quantu sai, nè spenniri quanti hai: non far ciò che tu puoi, non ispender ciò che hai, non creder ciò che odi, non dir ciò che tu sai. || a dicuti e dissi V. dicuti-e-dissi. || la cosa chi tu sulu voi sapiri ad autru nun la diri: segreto confidato non è più segreto. || dirinni tanti, o ’na pista, parlar molto contro alcuno: dirne tante. || diri ’na cosa appressu a ’n’autra, per filo e per segno ogni cosa: dire su su. || diri la sua, dire il suo parere: dir la sua. || a cui dicu? modo di rimproverare chi non vuole ascoltare: a chi dico? || nun li mannari a diri, dirle a viso scoperto: non mandarle a dire. || comu si nun dicissi ad iddu, dicesi di chi non ascolta per sè le ammonizioni: come se non dicessero a lui, come se non fosse fatto suo. || dicemu nui: per così dire: diciam così, dirò così. || a diri! p. e. a diri! chi tanti voi nun ci pottiru a muvirila: a dire! che tanti bovi non valsero a moverla. || a dirila, o a dirila chiara, a dirla schiettamente: a dirla, a dirla come sta, a dirla schietta. || veniri a diri, o vuliri diri, significare: venir a dire, voler dire. || diri veru o pri daveru, far in serietà: dir davvero, p. e. quando la fame dice davvero. || cu’ dici zoccu nun soli, senti zoccu nun voli, bisogna saper tacere certe cose: chi dice quel che vuole, ode quel che non vorrebbe. || non l’hai a diri tu o iddu ecc. non tocca a te o a lui ecc. comandar le feste.

Diri. s. m. L’atto di dire, ciò che si dice, modo di dire: dire.

Diricappitu. (Scob.) V. curiusu V. diliggenti.

Diricappu. modo avv. (Scob.) V. dacapu: diricapo (F. derechef.).

Dirìggiri. v. a. Indirizzare: dirigere. P. pass. diriggiutu e direttu: diretto, diritto.

Dirittizza. V. drittizza.

Dirittu. V. drittu.

Dirivari. V. derivari.

Dirricapitu. (Pasq.) V. diliggenti.

Dirricapu. V. dacapu.

Dirrimpettu. avv. In faccia: di rimpetto, dirimpetto.

Dirrinari. V. sdirrinari.

Dirrupari. V. A. (Salom. da Lentini) V. sdirrubbari.

Diruccari e Diroccari. v. a. Atterrare, rovinare: diroccare. || rifl. Precipitarsi da alto: diroccarsi. P. pass. diruccatu: diroccato.

Diruttamenti. avv. Fuor di misura, smoderatamente: dirottamente (Mort.)

Diruzzari. v. a. Levar di rozzezza, o abbozzar primamente un lavoro: dirozzare. || fig. Cominciar ad ammaestrare: dirozzare. || rifl. Cominciar a ingentilirsi: dirozzarsi. P. pass. diruzzatu: dirozzato.

Diruzzata. s. f. L’azione del dirozzare: dirozzata. (V. participiu).

Diruzzatedda. dim. di dirozzata: dirozzatina.

Diruzzaturi. verb. m. Che dirozza: dirozzatore –trice.

Disa. V. ddisa.

Disabbiggliè (in. Usato da chi crede inalzarsi e rimpulizzirsi infranciosandosi: esser in veste da camera, in guarnello, in abito dimesso (Ugolini).

Disabbitari. v. a. Disertare d’abitatori: disabitare. P. pass. disabbitatu: disabitato.

Disabbituari. v. a. Fare metter un’abitudine.

Disabbitùdini. s. f. Contrario d’abbitudini.

Disaccentari. v. a. Torre gli accenti: disaccentare. P. pass. disaccentatu: disaccentato.

Disaccustumanza. s. f. Mancanza d’uso, di costume: disusanza.

Disaccustumari. v. a. Lasciar d’usare: disusare. || Divezzare: disusare.

Disaccustumatu. P. pass. di disaccustumari: disusato. || Per malucriatu V.

Disadattamenti. avv. In modo disadatto: disadattamente (Rocca).

Disadattu. add. Non atto: disadatto.

Disadornu. add. Contrario d’adorno: disadorno.

Disaffiziunari. v. a. Levar l’affezione: disaffezionare. P. pass. disaffiziunatu: disaffezionato.

Disaggiari. v. a. Privar d’agio: disagiare. || rifl. Starsi a disagio: disagiarsi.

Disaggiatamenti. (D. B.) avv. Disagiosamente: disagiatamente.

Disaggiatu. P. pass. di disaggiari: disagiato. || Bisognoso, privo d’agi: disagiato.

Disaggiu. s. m. Scomodo: disagio.

Disaggiusu. add. Che ha o reca disagio: disagioso.

Disairari. V. disanimari (Mal.).

Disàjiru. (Vinci) V. disària.

Disalberari. v. a. Levar gli alberi di un bastimento: disalberare. P. pass. disalberatu: disalberato.

Disamàbbili. add. Contrario d’amabile: disamabile.

Disamari. v. intr. Restar d’amare: disamare. || Prov. amari e disamari nun è a cui lu voli fari: l’amar e il disamare non istà alla volontà. P. pass. disamatu: disamato.

Disamenu. add. Contrario d’ameno: disameno.

Disamurari. v. a. Contrario d’innamorare: disamorare.

Disamuratazzu. pegg. di disamuratu: disamorataccio.

Disamuratizzu. add. Alquanto disamorato.

Disamuratu. add. Da disamurari: disamorato. || Chi non ha affetto nè amore: disamorato, disamoroso. || Detto di commestibili, potabili ecc. scipito: insipido.

Disamuratuni. accr. Di molto disamorato.

Disamuri. s. m. Mancanza d’amore: disamore.

Disanimari. v. a. Tor l’animo, il coraggio: disanimare. || Prov. Perdersi d’animo: disanimarsi.

Disanimatu. add. Da disanimari: disanimato. || Privo d’anima: disanimato.

Disappassiunarisi. V. spassiunarisi.

Disapplicari. v. a. Contrario d’applicare: disapplicare. P. pass. disapplicatu: disapplicato. [p. 313 modifica]

Disapplicatizza. Disapplicazione: disapplicatezza (Rocca).

Disapplicazioni. s. f. L’essere disapplicato: disapplicazione.

Disappruvari. v. a. Contrario d’approvare: disapprovare. P. pass. disappruvatu: disapprovato.

Disappruvazioni. s. f. Il disapprovare: disapprovazione.

Disappuntari. V. spuntari att.

Disappuntu. V. dannu (Disappunto è biasimato dall’Ugolini).

Disària e Disàriu. s. f. Vergogna procedente da trista figura, anche inopinata, intorno a cose che rechin disonore e umiliante perturbazione: mortificazione. Da dis e aria: aria, fasto.

Disarmamentu. s. m. Il disarmare e lo stato della cosa disarmata: disarmamento.

Disarmari. v. a. Tor le armi e fig. i mezzi di difesa: disarmare. || T. mar. Torre dal bastimento tutti gli arredi e provvisioni: disarmare. || E generalmente scomporre i pezzi di una macchina, ponte ecc.: disarmare (Tomm.). E talvolta guastarla. || Per placare, abbonire lo sdegno. P. pass. disarmatu: disarmato. || Staccato. || Placato.

Disarmònicu. add. Non armonico: disarmonico.

Disarmu. V. disarmamentu (Disarmo non è nel Fanf. ed è biasimato dall’Ugolini).

Disarmunìa. s. f. Contrario d’armonia: disarmonia.

Disarrittari . V. sdirrittari.

Disarvulari. V. disalberari.

Disastreddu, Disastriceddu. s. m. dim. di disastru.

Disastru. s. m. Disgrazia grande che riguarda più specialmente la condizione dell’uomo: disastro.

Disastrusamenti. avv. Con disastro: disastrosamente.

Disastrusissimamenti. avv. sup. Disastrosissimamente.

Disastrusu. add. Che ha o reca disastri: disastroso. Sup. disastrusissimu: disastrosissimo.

Disattentu. add. Sbadato: disattento.

Disattenzioni. s. f. Contrario di attenzione: disattenzione.

Disautorari. v. a. Togliere l’autorità: disautorare. P. pass. disautoratu: disautorato.

Disautorizzari. V. disautorari.

Disavantaggiari. V. svantaggiari.

Disavantaggiu e derivati. V. svantaggiu.

Disavvezzari v. a. Torsi il vezzo, l’uso: disavvezzare, divezzare, svezzare. || (Rocca) V. smammari. P. pass. disavvezzatu e disavvezzu: disavvezzato.

Disavvidutamenti. avv. Inconsideratamente: disavvedutamente.

Disavvidutizza. s. f. Disavvedimento: disavvedutezza.

Disavvidutu. add. Non avveduto: disavveduto.

Disavvintura. V. sventura e tutti i derivati.

Disavvirtenza. s. f. Contrario d’avvertenza: disavvertenza.

Disavvizzamentu. s. m. Il disavvezzare: disavvezzamento.

Disavvizzari. V. disavvezzari.

Disbarcari. V. sbarcari.

Disbarcu. V. sbarcu.

Disbrigari. V. sbrigari.

Disburzu. s. m. L’atto di cavar danaro dalla borsa; e per trasl. pagamento: disborso. || essiri in disburzu, non essere stato rimborzato per anco: esser in disborzo.

Disbuscari. v. a. Diradar il bosco: disboscare.

Discacciamentu, Discacciari. ecc. V. cacciamentu, cacciari ecc.

Discacciaturi. verb. Che discaccia: discacciatore.

Discadìri. V. decadìri.

Discalamentu. V. discalu.

Discalari. V. scalari.

Discalu. s. m. Diminuimento, scemamento: scemo, rinvilio.

Discapitamentu. V. discapitu.

Discapitari. V. scapitari.

Discàpitu. s. m. Il discapitare, scapito: discapito.

Discaricari. v. a. Scaricare: discaricare. || fig. Cavar d’obbligo: disobligare, || rifl. pass. Giustificarsi: discolparsi. P. pass. discaricatu: discaricato.

Discàricu e Discàrricu. s. m. Il discaricare: discarico. || met. Discolpa, giustificazione: discarico. || Discarico di coscienza: discarico. || fig. dari lu discaricu, liberarsi da un obbligo.|| a discaricu, posto avv. a discolpa: a discarico.

Discaru. add. Poco a grado: discaro.

Discàsciu. V. scàsciu. || Per malanno (Rocca).

Discausari. V. scausari.

Discendenti e Discennenti. add. e s. Che discende: discendente. Usasi in pl. per chi discende da famiglia, stirpe ecc. || linea discendenti, quella in cui son compresi i posteri di qualcheduno: linea discendente.

Discendenza e Discennenza. s. f. Astratto di discendente: discendenza. || Progenie, stirpe: discendenza.

Discensu. s. m. Umor catarrale, che dal capo dicesi discenda sul collo: scesa.

Discentramentu. s. m. Il discentrare: discentramento.

Discentrari. v. a. Cavar dal centro: discentrare. P. pass. discentratu: discentrato.

Discentraturi. verb. m. Chi o che discentra: discentratore.

Discentrazioni. s. f. Il discentrare: discentrazione.

Discernibbili. add. Atto a potersi discernere: discernevole, discernibile.

Discernìculu. s. m. Segno per riconoscere: contrassegno.

Discernimentu. s. m. Il discernere, e la facoltà di discernere: discernimento.

Discèrniri. v. a. Ottimamente vedere, e distintamente conoscere: discernere: || Giudicare o riconoscere: discernere. || Differenziare, distinguere: discernere. P. pass. discirnutu: discernuto.

Discernitiva. V. discernimentu.

Discernitivu. add. Che discerne, atto a discernere: discernitivo.

Discernituri e Discirnituri. verb. m. Che discerne: discernitore –trice.

Disciancari. V. sfiancari.

Disciatari. (Ran.) V. sfiatari. || Per stancari.

Disciframentu. s. m. Il diciferare: deciferamento.

Discifrari. v. a. Dichiarar la cifra: diciferare, discifrare. || Dichiarare qualsivoglia cosa . disciferare. P. pass. discifratu: discifrato. [p. 314 modifica]

Discifraturi. v. m. Che decifera: deciferatore –trice.

Discifrazioni. V. disciframentu.

Discindenti. V. discendenti.

Discinnenza. V. discendenza.

Discìndiri e Disìnniri. v. intr. Scendere, calare, venir al basso: discendere V. scinniri. || fig. Piegare, volgere all’ingiù: discendere. || Trarre origine o nascimento: discendere.

Disciògghiri. V. sciogghiri.

Discipplina. s. f. Studio, insegnamento, maestria di arte nobile: disciplina. || Mazzo di funicelle colle quali alcuni si mortificano battendosi: disciplina. || farisi la disciplina, percuotersi colla disciplina: darsi la disciplina. || Regola, maniera speciale di vivere a norma di leggi: disciplina, || T. mil. Regola che tien in ordine i soldati: disciplina. || T. teol. La parte delle leggi ecclesiastiche che riguardan il rito: disciplina ecclesiastica. || Nel pl. pianta annua, con fiori amaranti disposti a nappe come la disciplina per mortificarsi: discipline, amaranto caudato, corallini. V. scurriatu di nostru signuri.

Discipplinabbili. add. Atto a ricever disciplina o a ridursi a disciplina: disciplinabile.

Discipplinabbilità. s. f. Astratto di disciplinabile: disciplinabilità.

Discipplinari. v. a. Ammaestrare: disciplinare. || Percuotere con disciplina: disciplinare. P. pres. discipplinanti: disciplinante. P. pass. discipplinatu: disciplinato.

Discipplinata. s. f. Percossa data colla disciplina: disciplinata.

Discipplinazza. pegg. di disciplina: disciplinaccia.

Discipplinedda. dim. di discipplina.

Discipplinuna. accr. di discipplina.

Discipprina. V. discipplina.

Discipulatu. s. m. Il tempo che si è discepolo: discepolato.

Discìpulu. s. m. Chi apprende, impara da altri: discepolo.

Discirnimentu. V. discernimentu e tutti i derivati.

Discisa. V. scinnuta.

Discisu. V. scinnutu in scinniri.

Disciuccarisi. v. rifl. pass. Levarsi da chioccia.

Disciurari. (Pasq. e Rocca) V. sfiurari. || Per logorarsi.

Discopriri. V. scopriri.

Discordari. V. discurdari.

Discordi. add. Che discorda, dissimile: discorde.

Discordia. s. f. Mancanza d’accordio, dissensione: discordia.

Discostamenti. avv. In modo discosto: discostamente.

Discostamentu. s. m. Il discostare o discostarsi: discostamento.

Discostari. V. discustari.

Discostu. avv. Contrario d’accostu, distante: discosto.

Discreditari. V. discriditari.

Discrèditu. s. m. Scapito nel credito: discredito.

Discrepanza. s. f. Disparere: discrepanza. || Divario, diversità fra più cose: discrepanza.

Discretamenti. avv. Con discretezza: discretamente.

Discretissimamenti. avv. sup. Discretissimamente.

Discretu. add. Che ha discrezione, che sa discernere: discreto. || Fatto con discernimento e distinzione: discreto. || s. I monaci che formavan il consiglio ne’ conventi discreto. || T. fil. Aggiunto di quantità che diversifica dalla continua: discreto. Sup. discretissimu: discretissimo. || Prov. a la vucca di lu discretu, lu pubblicu è segretu: chi vuol esser discreto celi il suo segreto.

Discriditari. v. a. Screditare: discreditare. || rifl. pass. Far cosa per cui si perda il credito: discreditarsi.

Discriditatu. P. pass. di discreditare: discreditato. || Prov. tintu chidd’omu chi è discriditatu: chi è diffamato è mezzo impiccato.

Discritizza. s. f. Moderazione, discrezione: discretezza.

Discrìviri. V. descriviri. E così discrivutu: V. discrittu ivi.

Discrizioni. s. f. Quell’abitudine dell’animo per la quale formiamo idee e giudizi: discrezione, discrizione. || Quel distinguimento che usano gli uomini ben educati: discrezione. || stari a discrizioni, secondo l’arbitrio altrui: star a discrezione. E può dirsi eziandio di cose inanimate. || fari così senza discrizioni, eccedere: far cose senza discrezione. || anni di la discrizioni, quelli in cui entra l’uso della ragione: anni della discrezione. || darisi o rinnirisi a discrizioni, T. mil. rendere le piazze e le soldatesche alla discrezione del vincitore: darsi o rendersi a discrezione. || a discrizioni, posto avv. secondo la discrezione: a discrezione || la discrizioni di li porci, detto satirico per mordere chi non conosce discrezione. || la discrizioni è matri d’ogni virtù, proverbio chiaro. || cu’ nun havi discrizioni si cridi chi tuttu lu munnu è sò, e non vorrebbe lasciar nulla agli altri.

Discriziunatu. V. discretu.

Discriziunazza. pegg. di discrizioni, vale: indiscrezione.

Discriziunedda. dim. di discrizioni.

Discrudìrisi. v. rifl. pass. Togliersi di speranza: disperarsi. Così a Modica, secondo Rocca. Forse corruzione di discredersi.

Discu. s. m. Cosa rotonda come piatto, piastra; anticamente con questa piastra tonda si giocava a chi la buttava più alto: disco. || Per sim. la faccia de’ pianeti quale appare a noi: disco. || discu e ddiscu, strumento di legno, su cui ponesi il libro per leggere o cantare: leggìo.

Discuitu. s. m. (Pasq. e D. B.) Trascuraggine, negligenza. (Sp. discuydo).

Disculamenti. avv. Alla discola: discolamente.

Discularìa. s. f. Astratto di discolo, azione da discolo: sciagurataggine, sciaguratezza.

Disculeddu, Disculettu, e Disculiddu. dim. di disculu: discoletto.

Disculiscamenti. (D. B.) V. disculamenti.

Disculissimamenti. avv. sup. di disculamenti.

Disculottu. V. disculeddu.

Disculpa. s. f. Dimostrazione di non esser in colpa: discolpa.

Disculpamentu. s. m. Il discolpare o discolparsi: discolpamento.

Disculpari. v. a. Scusare, tor via la colpa: discolpare. || rifl. Giustificarsi: discolparsi. P. pass. disculpatu: discolpato.

Dìsculu. add. Di costumi poco lodevoli e litigioso: discolo. Sup. disculissimu: discolissimo.

Disculuni. accr. di disculu: molto discolo. [p. 315 modifica]

Discumpagnari. V. scumpagnari.

Discumpòniri. V. scumponiri e derivati.

Discunchiùdiri. V. scunchiudiri.

Discunsigghiari. V. scunsigghiari.

Discuntenti. V. scuntenti.

Discuntinuari. v. a. Non continuare: discontinuare. P. pass. discuntinuatu: discontinuato.

Discuntinuazioni. s. f. Il discontinuare: discontinuazione.

Discuntìnuu e Discontìnuu. add. Non continuo: discontinuo.

Discunviniri, Discunvinevuli e tutti i derivati. V. scunviniri co’ suoi derivati.

Discupriri e derivati. V. scupriri.

Discurdamentu. s. m. Il discordare: discordamento.

Discurdantimenti. add. In modo discordante: discordantemente.

Discurdanza. s. f. Il discordare: discordanza. || T. gr. Non concordanza: discordanza. || T. pitt. Mancanza di accordio ne’ colori: discordanza.

Discurdari. v. intr. Il dissonare delle voci e degli strumenti: discordare. || met. Non esser di concorde parere, opinione: discordare. P. pres. discurdanti: discordante. P. pass. discurdatu: discordato.

Discurdaturi. verb. m. Chi o che discorda: discordatore.

Discurpari. V. disculpari.

Discùrriri. v. a. e intr. Favellare, scorrere quasi sopra l’oggetto di cui si parla: discorrere. || Discutere, esaminare col discorso: discorrere. || Esser di mente sana nel ragionare: discorrere. || Recitare, leggere un discorso, un’orazione, nell’accademia o altro luogo. || nun vuliri discurriri, non lasciarsi persuadere dalle buone ragioni: incaponirsi. || discurriri a pedi di vancu, o discurriri cu li pedi, fuor del senso comune: ragionare, discorrer colla spina (Nerucci). || nn’avemu a discurriri, modo di minacciare, ce ne parleremo: ci discorreremo. O modo di accertare che una cosa sarà così e così p. e. tu nun ci cridi, poi nni discurriremu: tu non ci credi, poi ne discorreremo. || e va discurrennu, si dice quando trattandosi d’una serie di cose se ne tocchi una e le altre seguano da sè: e va discorrendo, andiamo discorrendo. || (Salom. da Lentini). Per scorrere, correr intorno o qua e là: discorrere. P. pres. discurrenti: discorrente. P. pass. discurrutu e discursu: discorso.

Discursanti. V. chiacchiaruni.

Discursazzu. pegg. di discorso, lungo od osceno: discorsaccio.

Discurseddu e Discursettu. s. m. dim. di discursu: discorsetto, discorsino, discorsuccio.

Discursiari. v. intr. Far discorsi lunghi, vaghi, sconclusionati: cicalare.

Discursivamenti. avv. In modo discorsivo: discorsivamente.

Discursivu. add. Che discorre, ragiona, che discorrendo alletta: discorsivo, discursivo.

Discursu. s. m. Operazione dell’intelletto, colla quale si cerca d’intendere alcuna cosa per vie di conghietture o di principî noti: discorso. || Discorrimento, parlare: sermone, discorso, orazione. || Il discorrere: discorso. || Ragionamento o scrittura dove si esamini o si esponga qualche cosa dello scibile: discorso. || bellu discursu, detto ironico per riprovare qualche strafalcione. E anche si dice per render certezza d’una domanda dubbia, p. e. e tu ci cridi? bellu discursu! cioè sì: be’ discorsi! || discursi di babbi o di pepè, discorso da scempio: pappolata, gofferìa, scempiaggine. || cc’è discursu? dicesi per far intendere non sembrarci un modo di ragionare dirittamente: è mai possibile? ci ha logica? che discorsi son codesti? || chi discursu fai! specie di rassicurazione che si fa a chi avendo confidata o avvertita una cosa, prega perchè la si tenga in segreto, o che non dia luogo a recriminazioni, a storielle: che c’entra! || discursu ca nun cci aviti chi cci pigghiari, discorso di cose che non convengono insieme: tantafera, tantaferata. || discursu, comu la lucerta cu dui cudi (Catania) met. dicesi di discorso equivoco e di doppio senso. || senza tanti discursi, su via sbrighiamoci, senza andar per le lunghe: senza tanti discorsi. || discursu facennu, così in parlando: discorso facendo (Giusti). || a discursu, vale: per esempio, o anche: pongnamo che... mettiamo che... || discursu di tavulinu, discorso senza esperienza e fondamento: discorso al tavolino. || – grassu, discorso osceno: discorso grasso, da sboccato. || nèsciri un discursu, incominciare a discorrere d’una cosa: muover parola di checchessia. || discursu ca fa calari lu sonnu, discorso noioso, che non vuole attenzione: racconto da vegghia. || fari trasiri lu discursu, far menzione d’una cosa: toccar di checchessia. || tagghiari lu discursu, interrompere altrui discorrendo, contraddirgli: dar sulla voce. || perdiri lu discursu, perdere il filo del ragionamento. || ddu discursu, si dice di qualunque cosa di cui si sia parlato o inteso prima. || discursu porta discursu, un discorso tira l’altro.

Discurtisi e tutti i derivati. V. scurtisi.

Discussioni. s. f. L’atto di toglier le difficoltà e le oscurità d’una cosa; esame, ricerca esatta nel trattare o ragionare con chiarezza il pro e il contro: discussione. || Nel foro è il trattar in pubblico le cause in tutta formalità: pubblica discussione.

Discussu. V. in discutiri.

Discustamentu. V. discostamentu.

Discustari. v. a. Ridurre discosto: discostare. P. pass. discustatu: discostato.

Discùtiri. v. a. Esaminare e considerar sottilmente e diligentemente un punto, un affare: discutere. P. pass. discussu; discusso.

Discustuma. V. disusu.

Disdegnari. v. a. Aver a sdegno, abborrire: disdegnare.

Disdicèvule e Disdicìvuli. add. Non dicevole, non convenevole: disdicevole.

Disdicevulizza. s. f. Il disdirsi: disdicevolezza.

Disdicimentu. s. m. Il dir contro, ritrattazione: disdicimento.

Disdìciri. v. intr. Essere sconvenevole: disdirsi. (A. V. ital. disdicersi). || V. sdeciri.

Disdignusu. add. Pien di sdegno, incollerito; sprezzante: disdegnoso.

Disdiri. v. a. Dire a uno ch’ei non dice il vero: disdire. || rifl. Dir contro al proprio detto: disdirsi. P. pass. disdittu: disdetto. [p. 316 modifica]

Disditta. V. sditta.

Disdittusu. add. Che arreca disdetta.

Disdoru. s. m. Disonore vergogna: disdoro.

Diseguagghianza e Diseguaglianza. s. f. Astratto di disuguale: disuguaglianza.

Disegualari. v. a. Render ineguale: disagguagliare.

Diseguali. add. Non uguale: disuguale. || Non appianato, non levigato: disuguale.

Disegualità. s. f. L’esser disuguale: disugualità.

Disegualmenti. avv. In modo disuguale: disugualmente.

Diseredari e Disereditari. v. a. Privar della eredità: diseredare, disereditare, diredare. P. pass. diseredatu e disereditatu: diseredato, disereditato.

Diseredazioni. s. f. Il diseredare: diseredazione.

Disèrramu e Disèrrimu. add. Inetto, disutile, disadatto: ciofo, tànghero. || Tristo, poltrone: vagabondo, galeone. || Per èrramu V.

Diserta. V. deser.

Disertamentu. s. m. Il disertare, rovinare: disertamento.

Disertari, v. intr. Abbandonar la milizia che fanno i soldati fuggendo: disertare. || Per addisirtari. V. || att. Disfare, guastare: disertare. || rifl. Spopolarsi: disertarsi. || met. Impoverire, spogliare: disertare. P. pass. disirtatu: disertato.

Disertata. V. diserzioni.

Disirtazioni. s. f. Sterminio, ruina, disertamento: disertazione.

Disertu, s. e add. V. desertu. || V. abbortu.

Diserturi. s. m. Soldato che ha disertato: disertare. E per ischerzo chi abbandona una società, una conversazione.

Diserzioni. s. f. Atto, effetto del disertare: diserzione.

Disfacibbili e Disfacibbuli. add. Che può esser disfatto: disfacibile.

Disfacimentu. s. m. Il disfare: disfacimento.

Disfacituri. verb. m. Chi o che disfà: disfacitore.

Disfaguriri. V. disfavuriri.

Disfamamentu. s. m. Il disfamare, tor la fama: disfamamento.

Disfamari. v. a. Tor la fame, e fig. contentare, appagare: disfamare. || Tor la fama, infamare: disfamare. P. pass. disfamatu: disfamato.

Disfari. v. a. Contrario di fare: disfare. || Mandar in rovina, in conquasso: disfare. || Ridurre in pezzi: disfare. || Devastare, manomettere: disfare. || disfari un esercitu, romperlo, sconfiggerlo: disfar un esercito. || Dissolvere, stemperare: disfare. || rifl. Sfragellarsi: disfarsi. || met. Struggersi, dimagrare: disfarsi. || disfarisi d’una cosa, venderla, alienarla: disfarsi di checchessia. || disfarisi di una persona, deporre ogni affetto verso di essa: disgradarla, disgraziarla. P. pass. disfattu: disfatto.

Disfasciari. v. a. Levar le fascie: disfasciare.

Disfatta. s. f. T. mil. Sconfitta intera d’un esercito: disfatta.

Disfattibbili e Disfattibbuli. add. Che può esser disfatto: disfattibile.

Disfatturi. V. disfacituri.

Disfavurèvuli. add. Contrario di favorevole: disfavorevole.

Disfavurevulmenti. avv. In modo disfavorevole: disfavorevolmente.

Disfavuri. s. m. Contrario di favore: disfavore. || a disfavuri, posto avv. a danno: a disfavore.

Disfavuriri. v. a. Contrario di favorire: disfavorire. P. pass. disfavurutu: disfavorito.

Disfàzziu. Nella frase a disfazziu: a dispetto. (Pasq.).

Disfida. s. f. Il disfidare: disfida. || Combattimento fra due corpo a corpo: duello. || met. Ogni altra specie di contesa anche letteraria: disfida.

Disfidanza. V. diffidenza (A. V. ital. disfidanza).

Disfidari. v. a. Chiamar l’avversario a provarsi in battaglia: disfidare. || intr. e intr. pass. Diffidare: disfidare. || Disperare, dicesi degli ammalati disperati: disfidare. || disfidarisi, far duello: duellare. || Disputare, combatter a parole, contrastare: tenzonare. P. pres. disfidanti: disfidante. P. pass. disfidatu: disfidato.

Disfidata. s. f. L’azione del disfidare: disfidata.

Disfidaturi. verb. T. Chi o che disfida: disfidatore –trice.

Disfigurari. V. sfigurari e derivati.

Disfigurazioni. s. f. Il disfigurare: disfigurazione.

Disfizziamentu. s. T. Il levar l’affezione, il disgustarsi: disgradimento, sdegnamento, disgusto.

Disfizziarisi. v. intr. pass. Levar l’affezione, aver a sdegno, a disgusto: disgustarsi, sdegnarsi, disgradare, disaffezionarsi. P. pass. disfizziatu: disgustato, sdegnato || Sfiduciato.

Disfizziata. V. disfiziamentu.

Disfizziu. s. m. Contrario d’affetto, indignazione: cruccio, sdegno, disgrado. Da dis e affectio.

Disfizziusu. (Mal.) s. m. Che ha o reca sdegno: sdegnoso, cruccioso.

Disfurmari. V. deformari.

Disgannari. V. disingannari.

Disgradari. v. intr. Non ne saper grado nè grazia: disgradare. || Non istimare: disgradare. || V. degradari. (Mort.).

Disgradèvuli. add. Che non è a grado: disgradevole, disaggradevole.

Disgradimentu. s. m. Contrario di gradimento: disgradimento.

Disgradiri. v. a. Non gradire: disgradire.

Disgratu. V. sgratu: disgrato.

Disgravamentu. s. m. Il disgravare o disgravarsi: disgravamento.

Disgravari v. a. Alleviare, sgravare: disgravare. || rifl. pass. Partorire: disgravarsi. P. pass. disgravatu: disgravato.

Disgravidamentu. s. m. Il disgravidarsi: disgravidamento.

Disgravidarisi. v. rifl. pass. Liberarsi della gravidanza partorendo o sconciandosi: disgravidare.

Disgràzia. s. f. Male veramente patito, e piuttosto di mali privati poichè de’ pubblici dicesi calamità; è men durevole dell’infortunio il quale è male sentito e riguarda le cose ove ha luogo fortuna; ed è men casuale men improvviso dell’accidente: disgrazia. || Sgarbo, mala grazia: disgrazia. || Perdita dell’altrui grazia, onde, cadiri in disgrazia: cadere, venir in disgrazia; essiri in disgrazia: esser in disgrazia. || Prov. li disgrazii sù sempri pronti: le disgrazie son sempre apparecchiate. || li disgrazii nun vennu mai suli, alla prima per lo più ne succedono altre: le disgrazie non vengono mai sole. || pri disgrazia, posto avv. disgraziatamente: per [p. 317 modifica]disgrazia. || curriri cu disgrazia; essere disgraziato;e anche, incontrar tali accidenti da soccombere: dar nelle secche. || curriri la disgrazia detto di donna, vale perdere il fiore della verginità per inganni o seduzioni, talchè sia quello il primo passo al postribolo. || è la disgrazia in persuna, dicesi di persona disgraziatissima: è il sacco di disdetta. || quannu la disgrazia havi di veniri trasi pri la spaccazza di la porta, quando si è disgraziati non vale previggenza: a chi è disgraziato gli tempesta nel forno.

Disgraziataggini. s. f. Sgarbatezza: disgraziataggine.

Disgraziatamenti. avv. Con disgrazia: disgraziatamente. || Per caso, per disgrazia: disgraziatamente. || Insipidamente, senza grazia: disgraziatamente, rozzamente.

Disgraziateddu. dim. di disgraziatu: alquanto disgraziato. || Alquanto insipido: sgraziatello.

Disgraziatissimamenti. avv. sup. Disgraziatissimamente.

Disgraziatu. add. Che ha disgrazia: disgraziato. || Non gradito: disgraziato. || Svenevole, sguaiato: sgraziato. Sup. disgraziatissimu: disgraziatissimo. || Sgraziatissimo.

Disgraziatuni. accr. Molto disgraziato: sgraziatone.

Disgrussari. v. a. Torre la grossezza, assottigliare: digrossare, sgrossare, disgrossare. || met. Dirozzare: disgrossare. P. pass. disgrussatu: digrossato, disgrossato.

Disgustari. v. a. Apportar disgusto, e dicesi anco delle cose da mangiare: disgustare, nauseare. || rifl. pass. Prender disgusto: disgustarsi. || Noiarsi d’alcuno, adirarglisi: disgustarsi con uno. P. pass. disgustatu: disgustato.

Disgustatissimu. add. sup. Disgustatissimo.

Disgustatuni. V. disgustatissimu.

Disgustaturi –trici. verb. Chi o che disgusta: disgustatore –trice.

Disgusteddu. dim. di disgustu.

Disgustévuli. add. Che apporta disgusto: disgustevole.

Disgustu. s. m. Contrario di gusto, dispiacere: disgusto. || Piccola nimistà: dissapore.

Disgustuseddu. dim. di disgustusu: alquanto disgustoso.

Disgustusu. add. Che apporta disgusto: disgustoso. || Insulso, noioso: gravoso, fastidioso. Sup. disgustusissimu: disgustosissimo; gravosissimo.

Disiari. V. addisiari. || cu’ disìa e cu schifìa: a chi sorte a chi sporte. || disiari e nun aviri è pena di muriri: desiare e non tenere è pena da morire. || disiari lu jornu pani e la notti robba, penuria delle cose necessarie al vivere: patir di pane e di roba. || megghiu disiari, ca aviri e nun gudiri: meglio ben disiare, che mal tenere. P. pass. disiatu: desiato (A. V. ital. disiato. Guittone).

Disiata. s. f. L’azione del desiare: il desiderare.

Disiateddu. È l’istesso che disiatu.

Disiccamentu. s. m. Il diseccare: diseccamento.

Disiccari. v. a. Render secco, far seccare: diseccare. || T. med. Render il corpo adusto, o far che da una parte non si segreghi più marcia: diseccare. || rifl. Divenir secco: diseccarsi. P. pres. disiccanti: diseccante. P. pass. disiccatu: diseccato.

Disiccateddu. dim. di disiccatu: alquanto diseccato.

Disiccativu. add. Atto a diseccare: diseccativo.

Disiccatizzu. avvil. di disiccatu.

Disiccazioni. s. f. Il diseccare: diseccazione.

Disiddèriu, Disiddirari e Disidirari. V. desideriu e desiderari.

Disiggillari. v. a. Romper il sigillo: disigillare. P. pass. disiggillatu: disigillato.

Disignamentu. V. disignu: disegnamento.

Disignari. v. a. Rappresentare e descrivere con linee, figure, oggetti ecc.: disegnare. || Descrivere con parole, additare: disegnare. || Eleggere, sciegliere: disegnare. || Concepire, far conto: disegnare. P. pres. disignanti: disegnante. P. pass. disignatu: disegnato. || Nominato ad un ufficio senza averne ancora il possesso: disegnato.

Disignatina. V. disignatura.

Disignatura. s. f. L’atto del disegnare: disegnatura. || Per disegno: disegnatura. || Per disegnatrice V. in disignaturi.

Disignaturi –trici –tura. verb. Chi o che disegna: disegnatore –trice.

Disignazzu. pegg. di disegno.

Disigneddu. dim. di disignu: disegnetto, disegnuccio, disegnino.

Disignu. s. m. Rappresentazione fatta per linee di oggetti esistenti od immaginarii; i primi pensieri o schizzi degli artisti: disegno. || Arte di disegnare: disegno. Onde, studiari lu disignu, apprendere tal arte: studiar il disegno. || aviri disignu, T. pitt. saper ordinatamente disporre le invenzioni: aver disegno. || Pensiero, intenzione, progetto: disegno. || fari disignu supra ’na cosa, fermar l’animo, il pensiero sopra una cosa: far disegno sopra checchessia. || disigni ntall’aria V. casteddi ’n aria. || lu disignu di lu poviru mai veni a fini, perchè manca di mezzi valevoli: i disegni del povero sventano. || a disignu, posto avv. a disegno. Vale anche a posta fatto. || fari disigni, e mannalli a moddu, non mandare ad effetto i pensieri: disegnare e non colorire.

Disiguali. V. diseguali.

Disimbriacari. V. sbriacari.

Disimpacciari. v. a. Rimuovere gl’impedimenti: disimpacciare. || rifl. Cavarsi d’impaccio: disimpacciarsi. P. pass. disimpacciatu: disimpacciato.

Disimparari. v. intr. Dimenticar le cose imparate: disimparare.

Disimpediri. v. a. Levar gl’impedimenti: disimpedire.

Disimpegnu o Disimpignu. s. m. Il disimpegnare, o il disimpegnarsi: disimpegno.

Disimpiegatu. add. Che non ha impiego: disimpiegato.

Disimpignari. v. a. Levar l’impegno: disimpegnare. || rifl. Liberarsi dall’impegno: disimpegnarsi. || Talora nel senso attivo, prender un impegno per altri: favorire, difendere. || Riuscir bene in una prova qualunque: disimpegnarsi. P. pass. disimpignatu: disimpegnato.

Disimprìmiri. v. a. Levar l’impressione: disimprimere.

Disimprimuta. s. f. Il disimprimere.

Disimprissiunari. v. a. Levar la impressione: [p. 318 modifica]disimpressionare. P. pass. disimpressiunatu: disimpressionato.

Disincantari. v. a. Sciorre d’incanto: disincantare.

Disinfittamentu. s. m. Il disinfettare: disinfettamento.

Disinfittari. v. a. Liberar dell’infezione: disinfettare. P. pres. disinfittanti: disinfettante. P. pass. disinfittatu: disinfettato.

Disinfittata. s. f. L’azione del disinfettare: disinfettata. (V. participiu).

Disinfittatedda. dim. del precedente.

Disinfittatina. V. disinfittata.

Disinfittazioni. V. disinfizioni.

Disinfizioni. s. f. Il disinfettare: disinfezione.

Disingrannari. v. a. Cavar altrui d’inganno con vere ragioni: disingannare. || rifl. Uscir d’inganno: disingannarsi. P. pres. disingannanti: disingannante. P. pass. disingannatu: disingannato.

Disingannativu. add. Atto a disingannare: disingannativo.

Disingannu. s. m. L’atto o l’effetto del disingannare o disingannarsi: disinganno.

Disinnamuramentu. s. m. Il disinnamorare: disinnamoramento.

Disinnamurari. v. a. Contrario d’innamorare: disinnamorare. || rifl. Levar l’amore dall’oggetto amato: disinnamorarsi.

Disinnu. V. disignu.

Disinteressamentu. V. disinteressi.

Disinteressarisi. v. intr. pass. Lasciar d’avere interesse: disinteressarsi.

Disinteressatamenti. avv. Con disinteresse: disinteressatamente.

Disinteressatizza. V. disinteressi: disinteressatezza.

Disinteressatu. add. Che è senza interesse, che non cura il proprio interesse: disinteressato.

Disinteressi. s. m. Disistima del proprio utile, non curanza di guadagno: disinteresse.

Disintrizzari. (Scob.) V. strizzari.

Disinvitari. v. a. Revocar l’invito: disinvitare.

Disinvoltamenti. avv. In modo disinvolto: disinvoltamente.

Disinvoltu. add. Detto d’uomo spedito franco nelle sue maniere: disinvolto. || Detto di colore: soave, scarico.

Disinvultura. s. f. Astratto di disinvolto: disinvoltura. || Lentezza, spensierataggine: trascuraggine.

Disiridari. V. diseredari.

Disirraghiarisi. V. scasciari la scupetta.

Disirtari. V. disertari.

Disirtateddu. add. dim. di disertatu.

Disirtazzu. pegg. e accr. di disertu: disertone.

Disirteddu. s. m. dim. di disertu. || Dicesi di creaturina sventurata, scriata, che vien su stentatamente: stentino, stento. E dicesi anche di bestie: indozzato.

Disirturi. V. diserturi.

Disirtuzzu. V. disirteddu.

Disìu. s. m. Per desiderio: desìo, disìo. || Volontà, voglia. || Quelle impressioni che si ravvisano sul feto, e che diconsi cagionate dalle voglie della madre: voglia, macchia. || essiri un disìu, cosa deliziosa: esser un desìo. || disìu di dami, rosolio così detto. || veniri ’n disìu: venir voglia di...

Disiusamenti. avv. Con desio: disiosamente.

Disiusu. add. Che ha desìo, desiderio: desioso, disioso. || Che fa venir desiderio.

Dislardari. v. a. Levar il lardo V. scutinari (Pasq.).

Dislattari. V. smammari. || Per liquefarsi.

Dislaudari. V. dislodari.

Dislazzari. v. a. Sciorre il laccio: dislacciare.

Disleali. add. Chi usa dislealtà: disleale. Sup. dislealissimu: dislealissimo.

Dislealmenti. avv. Con dislealtà: dislealmente.

Dislealtà e Dislealità. s. f. Mancanza altrui di fede, perfidia: dislealtà.

Disliari, Disligari. v. a. Sciorre i legami: dislegare. || met. Liberare: dislegare. || Disobbligare, dispensare: dislegare. || disligari li denti, guarirli dal loro allegamento: dislegare i denti. || rifl. Sciorsi, liberarsi: dislegarsi. P. pass. disligatu: dislegato.

Dislippari. (Scob.) v. a. Nettare dal muschio.

Dislodari. v. a. Torre le lodi: dislodare. P. pass. dislodatu: dislodato.

Dislucari v. a. Levar dal luogo: dislocare. || rifl. Detto delle ossa che escono dal loro posto: lussare, dislogare. P. pass. dislucatu: dislocato, dislogato.

Dislucatura. s. f. T. chir. L’atto, e lo stato della cosa dislogata; slogamento delle ossa: dislogamento, lussatura, dislogazione.

Dislumbari. V. sdirrinari.

Dismaritari V. smaritari.

Dismembrari. V. smembrari.

Dismemoratu. V. smemoratu.

Dismèttiri. v. a. Lasciar di fare, tralasciare: dismettere. || Rimuovere privar d’ufficio: deporre. || Differire ad altra opportunità: prorogare. || rifl. Ritrarsi, lasciar un impegno: recedere. P. pass. dismisu: dismesso. || Deposto. || Prorogato. || Receduto.

Dismisura. s. f. Eccesso, superfluità: dismisura. || a dismisura, posto avv. fuor di misura: a dismisura.

Dismudurriri. (Scob.) V. diruzzari.

Dismuntari. V. smuntari.

Disnamurari. V. disinnamurari.

Disnaturali. add. Non secondo l’ordine naturale: disnaturale.

Disnaturari. v. a. Trarre dalla propria natura: disnaturare.

Disnaturatu. add. Da disnaturari: disnaturato. || Fuor natura, contro natura: disnaturato.

Disnidari. V. snidari.

Disobbliganti. add. Che disobbliga: disobbligante. || Aspro, incivile: spiacevole, disobbligante (quest’ultima voce non è elegantissima).

Disobbligantimenti. avv. In modo disobbligante: disobbligantemente.

Disobbligari. v. a. Cavar d’obbligo: disobbligare. || Usare scortesia (nel quale senso la voce disobbligare è biasimata). || rifl. Uscir d’obbligo: disobbligarsi. P. pass. disobbligatu: disobbligato.

Disobbligazioni. s. f. Il disobbligare o disobbligarsi: disobbligazione.

Disobbligu. s. m. Disobbligazione: disobbligo.

Disoccupari. v. a. Trarre d’occupazione e dicesi anche della mente: disoccupare. || rifl. Liberarsi dalle occupazioni: disoccuparsi. [p. 319 modifica]

Disoccupatizzu. add. avvil. di disoccupatu.

Disoccupatu. add. Non occupato: disoccupato. || Sfaccendato, non impiegato: disoccupato. Sup. disoccupatissimu: disoccupatissimo.

Disoccupazioni. s. f. Lo stato di una persona disoccupata: disoccupazione.

Disonestà, Disonestati e Disunistà. s. f. L’abito e la proprietà di ciò che s’oppone all’onesto, il vizio: disonestà, disonestade, disonestate. || Vizio d’impudicizia in fatti o in parole: disonestà. E l’eccesso è: oscenità. || Nel senso generale di disconvenevolezza, atto turpe: disonestà.

Disonestamenti e Disunestamenti. avv. In modo disonesto: disonestamente.

Disonestari. v. a. Torre l’onestà, contaminar la carne, anche torre la bellezza, il decoro: disonestare. || rifl. Bruttarsi, perder l’onestà: disonestarsi. P. pres. disonestanti. P. pass. disonestatu: disonestato.

Disonestissimamenti. avv. sup. Disonestissimamente.

Disonestu e Disunestu. add. Chi ha disonestà: disonesto. || Sconvenevole, contrario al debito, all’onesto: disonesto. || Impudico: disonesto. Sup. disonestissimu: disonestissimo.

Disonestuni. accr. di disonestu: molto disonesto.

Disonoramentu e Disonuramentu. s. m. Il disonorare: disonoramento.

Disonorari e Disonurari. v. a. Torre l’onore: disonorare. P. pres. disonoranti: disonorante. P. pass. disonoratu: disonorato.

Disonoratamenti. avv. Senza onore: disonoratamente.

Disonoraturi –trici. verb. Chi o che disonora: disonoratore –trice.

Disonorèvuli. add. Che disonora: disonorevole.

Disonorevulmenti. avv. In modo disonorevole: disonorevolmente.

Disonoreddu. (D. B.) dim. di disonuri.

Disonuri. s. m. Contrario d’onore: disonore. || Macchia contro la pudicizia: disonore.

Disordinamentu. s. m. L’atto del disordinare: disordinamento.

Disordinanza. s. f. Il disordinare: disordinanza.

Disordinari. v. a. Sconcertare l’ordine: disordinare. || intr. ass. Uscire dall’ordine consueto, dando nel troppo sia sul mangiare che in altro: disordinare. || att. e rifl. Parlando di milizie: confonderle, scompigliarsi. P. pres. disordinanti: disordinante.

Disordinariu. Adoperato in alcuni paesi invece di straordinariu V.

Disordinatamenti. avv. Senza ordine: disordinatamente.

Disordinatazzu. pegg. di disordinato: disordinataccio.

Disordinatissimamenti. avv. sup. Disordinatissimamente.

Disordinatizzu. add. Alquanto disordinato.

Disordinatu. add. Senza ordine: disordinato. || Di cattivi costumi, stravizzante: disordinato. || Eccessivo nel male: disordinato. Sup. disordinatissimu: disordinatissimo.

Disordinaturi –tura. s. m. Che disordina: disordinatore –trice.

Disordinazioni. s. f. Disordinamento: disordinazione.

Disordineddu. dim. di disordini: disordinuccio (Tomm. D.).

Disòrdini. s. m. L’atto e lo stato in cui una cosa perde l’ordine: disordine. || Cosa che. si faccia fuori del vivere regolato: disordine. || Male, danno: disordine. || Colpa, difetto contro il retto ordine: disordine. || Sedizione, tumulto: disordine. || Prov. di lu disordini nni veni l’ordini, da un danno si trae insegnamento a ben regolarsi: da un disordine nasce un ordine. || pri un disordini nni vennu centu, un errore ne genera altri: un disordine ne fa cento. || in disordini, posto avv. disordinatamente: in disordine. || fari disordini, mangiar intemperantemente, e anche destar tumulto: far de’ disordini.

Disordinicchiu. dim. di disordini: disordinetto.

Disordinuni. accr. di disordini: disordinaccio.

Disorganizzari. v. a. Turbare una cosa organizzata: disorganizzare. || rifl. Sconcertarsi, alterarsi: disorganizzarsi. P. pass. disorganizzatu: disorganizzato.

Disorganizzazioni. s. f. Disordinamento, confusione: disordine, disordinazione. (Disorganizzazione è biasimato da Ugolini).

Disorientarisi. rifl. pass. Confondersi: perder la bussola (Disorientarsi è barbarismo).

Disossari. V. sdisussari.

Dispacciari. v. a. Far dispaccio: dispacciare. P. pass. dispacciatu: dispacciato.

Dispacciu. s. m. Lettera di negozi, di stato ecc: dispaccio. || Notizia o altro venuta per telegrafo: dispaccio.

Disparatu. add. Che non ha parità, diverso: disparato. Sup. disparatissimu: disparatissimo.

Dispàrgiri. V. spargiri (della montagna).

Dispariri. s. m. Contrarietà d’opinione: disparere.

Dispariri. v. intr. V. spariri.

Disparità e Disparitati, s. f. L’esser dispari, diverso, discrepante: disparità.

Disparmintari. v. a. Torre, spiccar a granelli: sgranellare.

Disparti. avv. A parte: disparte.

Disparu. V. sparu.

Dispendiarisi. v. rifl. pass. Spender molto. (Dispendiarsi non è di buona lingua. Ugolini), accapponarsi (met.).

Dispèndiu e Dispènniu. s. m. Spesa eccedente: dispendio.

Dispendiusamenti e Dispinniusamnti. avv. In modo dispendioso: dispendiosamente.

Dispendiusu, Dispenniusu e Dispinniusu. add. Che arreca dispendio: dispendioso. Sup. dispendiusissimu: dispendiosissimo.

Dispensa. s. f. Scompartimento, porzione da dispensarsi: dispensa. || Concessione derogante una legge: dispensa. || Stanza ove si tengono cose da mangiare: dispensa. || Per cantina V.

Dispensabbili. add. Che si può dispensare: dispensabile.

Dispensamentu. s. m. Il dispensare, abilitar altrui derogando alle leggi: dispensamento, dispensagione.

Dispensari e Dispinsari. v. a. Distribuire con certa misura: dispensare. || Dare: dispensare. || Amministrare, conferire: dispensare. || Esimere, eccettuare, liberare da qualche carico: ' [p. 320 modifica]privilegiare, francare. || Sciogliere da un’osservanza: dispensare. || Abilitar chicchessia liberandolo da impedimento di legge ecc.: dispensare. || Concedere, render accessibile: dispensare. || rifl. Esimersi dal fare: dispensarsi. || Liberarsi dall’obbligo: dispensarsi. P. pass. dispensatu o dispinsatu: dispensato.

Dispensatamenti. avv. Per dispensa, per grazia: dispensatamente.

Dlspensativa. s. f. Facoltà di dispensare: dispensativa.

Dispensativamenti. avv. Dispensatamente: dispensativamente.

Dispensativu. add. Che dispensa: dispensativo. || È anche la cosa da dispensare, usato anco sost.

Dispensatòriu. add. Di o da dispensatore: dispensatorio. || sost. Luogo ove dispensasi.

Dispensaturi –trici e Dispinsaturi –trici. verb. Chi o che dispensa: dispensatore –trice.

Dispensazioni e Dispinsazioni. s. f. Il dispensare: dispensazione, dispensagione. || Provvidenza; grazia, privilegio: dispensazione. || Concessione derogante la legge: dispensazione.

Dispensivamenti. V. dispensatamenti.

Dispenza e derivati. V. dispensa.

Disperdimentu. s. m. Il disperdere: disperdimento.

Dispèrdiri. v. a. Mandar in perdizione: disperdere. || rifl. Andar in perdizione: disperdersi. || Perder le tracce della via: smarrirsi, sperdersi. P. pass. dispersu: disperso.

Disperdituri –trici. verb. Chi o che disperde: disperditore –trice.

Dispersioni. s. f. Il dispergere: dispersione. || Distruzione: dispersione.

Dispettu. s. m. Risentimento sdegnoso, stizza, superbia, disdegno insolente: dispetto. || Per disprezzo: dispetto. || a dispettu, posto avv. per onta: a dispetto.

Dispiacenti. add. Che dispiace: dispiacente. Sup. dispiacintissimu: dispiacentissimo.

Dispiacenza. s. f. Il dispiacere: dispiacenza.

Dispiacèvuli. add. Che reca dispiacere: dispiacevole. || Detto di persona stucchevole, increscevole: dispiacevole. Sup. dispiacevulissimu: dispiacevolissimo.

Dispiacevulizza. s. f. Astratto di dispiacevole: dispiacevolezza.

Dispiacevulmenti. avv. In modo dispiacevole: dispiacevolmente.

Dispiacimentu. s. m. Il dispiacere: dispiacimento.

Dispiaciri. s. m. Contrario di piacere: dispiacere (A. V. ital. dispiacire. Bacciarone). || Ingiuria, onta: dispiacere.

Dispiàciri e Dispiaciri. v. intr. Contrario di piacere: dispiacere. || intr. pass. Dispiacersi. || Condolersi dalle altrui sventure: dispiacersi. || chiddu chi pò dispiaciri nun fari e nun diri, proverbio chiaro: dire che non dispiaccia, fare che non dolga. P. pass. dispiaciutu: dispiaciuto. || Malcontento.

Dispiegari. v. a. Distendere, spiegare: dispiegare.

Dispietatamenti. avv. In modo spietato: dispietatamente.

Dispietatu. add. Senza pietà: dispietato.

Dispinsari. V. dispensari e tutti i derivati.

Dispinsedda. s. f. dim. di dispensa: dispensina.

Dispinseri. s. m. Chi ha facoltà di dispensare: dispensiere. || add. Atto o abito del dispensare: dispensiero –ra. || Sulle navi è colui che ha l’incombenza della dispensa del biscotto ecc.: dispensiere, paglioliero. || E per cantineri V.

Dispinsotta. s. f. Mediocre dispensa, sì di capacita, che di ricchezza.

Dispinsuna. s. f. accr. di dispensa, grande e ricca dispensa.

Dispiramentu e Disperamentu. s. m. Disperazione: disperamento. || Ammattimento.

Dispiranzatu. V. spiranzatu.

Dispirari. v. intr. Perder la speranza: disperare. || fari dispirari, cagionar disperazione: far disperare. || intr. pass. Perder la pazienza: disperarsi. P. pres. dispiranti: disperante.

Dispiratamenti. avv. Con disperazione: disperatamente. || Strabocchevolmente: disperatamente. || Precipitosamente, alla cieca: disperatamente. || Senza speranza: disperatamente.

Dispiratazzu. add. pegg. Stizzito al massimo grado. || Senza un soldo in tasca: che fistia, fistione.

Dispirateddu. dim. di dispiratu.

Dispiratizzu. add.freq. di dispiratu, ovvero alquanto adirato: adiraticcio. || Senza danari: fistione.

Dispiratu. add. Fuor di speranza: disperato. || D’uomo che ha perduto tutto o che è ridotto a disperar di sè: disperato. || Ridotto in miseria: spiantato. || Di cosa che non dà speranza o per cui altri si dia alla disperazione: disperato. || Abbandonato da’ medici: disperato. || malatia, cura dispirata, che non dà speranza. Onde, lassari un malatu pri dispiratu, abbandonar l’infermo come insanabile. || fig. Uomo incorreggibile: disperato. || Furibondo, crudele: disperato. || Chi è imprudentemente incalzato a far o allestir alcuna bisogna: pressato, stretto. || dari ’na cosa pri dispirata, portar opinione che una cosa non possa riuscire: dar checchessia per disperato. || jiri comu un dispiratu, correre velocemente con o senza disegno: andar intorno precipitosamente. E in generale comu un dispiratu vuol dire da disperato. || a la dispirata, disperatamente: alla disperata. || fari ’na cosa pri dispiratu, farlo per non veder mezzo di far altrimenti: fare checchessia per disperato. || dispiratu comu lapa ntra lu ’nvernu, digiuno, povero, come l’ape nell’inverno in cui mancan i fiori. Sup. dispiratissimu: disperatissimo.

Dispiratunazzu. accr. e pegg. di disperato.

Dispiratuni. accr. di dispiratu; e nel senso di sommamente bisognoso: affamato, malparato.

Dispirazioni. s. f. Il disperarsi: disperazione, disperagione. || darisi a la dispirazioni, disperarsi: darsi alla disperazione, gittarsi disperato. || Somma miseria: disperazione. || santa dispirazioni, modo di darsi pace nelle molestie. || tu voi essiri la mè dispirazioni, lo dicon le mamme a’ figli che danno cagione di molestie e dolori: tu vuoi essere la mia disperazione. || la dispirazioni di lu diavulu, dicesi di un sant’uomo che per la sua buona vita fa la disperazione del diavolo.

Dispiraziunazza. s. f. pegg. di dispirazioni.

Dispiraziunedda. dim. di dispirazioni, noia, molestia. || Ammattimento.

Dispiraziununa. accr. Grande disperazione. [p. 321 modifica]

Dispisari. v.intr. e intr. pass. Spendere, impiegare denaro in cose venali, o per altro: spendere, sciupare. || att. Dare spesa. || putirisi dispisari d’una cosa, poterne disfarsene: poterne far di meno, potersene dispensare; nel quale senso pare che sia la voce dispensare fognata la n.

Dispisaturi –tura. verb. Chi a suo talento può spendere: agiato.

Dispittarìa. V. dispettu.

Dispittu. Per dispetto. E dispitto usò anco Dante.

Dispittusamenti. avv. In modo dispettoso: dispettosamente.

Dispittusazzu. add. pegg. di dispittusu: dispettosaccio.

Dispittuseddu. dim. di dispittusu: dispettosuzzo, dispettosino.

Dispittusu. add. Che fa dispetto: dispettoso. Sup. dispittusissimu: dispettosissimo.

Dispittusuni. V. dispittusazzu.

Disponibbili. add. Che si può disporre; e sost. testatore: disponibile.

Disponibbilità. s. f. Si dice che un impiegato è in disponibilità, quando tolto dal suo ufficio è ritenuto a disposizione del Governo.

Disponimentu. s. m. Il disporre: disponimento.

Dispòniri v. a. e intr. ass. Ordinare, metter in buon ordine, stabilire: disporre, disponere. || Accomodare, preparare: disporre. || Trarre altrui alla propria volontà: disporre. || Far testamento: disporre. || Indurre, accomodar a far checchessia: disporre. || Preparar alcuno a ricevere una cattiva notizia: disporre l’animo. || Prov. l’omu proponi e Diu disponi, che l’uomo propone e Dio dispone: l’uomo ordisce e la fortuna tesse. || Far d’una cosa ciò che più aggrada: disporre. || rifl. Apparecchiarsi: disporsi. P. pres. dispunenti: disponente. P. pass. dispunutu (Scarpitta), e dispostu: disposto.

Dispositiva. s. f. Nelle scritture è la parte che dichiara i patti: dispositiva.

Dispositivu. add. Che dispone: dispositivo. || Detto di leggi, testamenti ecc. che ordina, stabilisce: dispositivo, e s’usa anche sost.

Disposituri –trici. verb. Chi o che dispone: dispositore –trice.

Disposizioni e Dispusizioni. s. f. Il disporre le parti del tutto, compartimento, situazione: disposizione. || Deliberazione: disposizione. || Arbitro, autorità di agire a suo piacimento: disposizione. || Facoltà di usare di... aver la disposizione || Termine, stato, condizione: disposizione. || Inclinazione, attitudine a fare: disposizione. || essiri in bona o mala disposizioni, esser bene o mal acconcio a checchessia: esser in buona o mala disposizione. || Ultima volontà, testamento: disposizione. || mettiri a disposizioni d’unu, far tener pronto uno all’altrui piacere: metter a disposizione d’alcuno. || T. di belle arti. Quella bella ordinanza che si fa del soggetto e delle sue parti: disposizione. || Per ordine, comando: disposizione.

Dispostamenti. avv. Con disposizione: dispostamente.

Dispostizza. s. f. Buona e ordinata disposizione delle membra, e della persona: dispostezza. || Attitudine: dispostezza.

Dispostu. add. Da disponiri: disposto. || Acconcio, adatto: disposto. || Allestito, apparecchiato: disposto. || Detto di corpo svelto, snello: ben disposto della persona. || Sano, contrario d’indisposto: disposto. || bonu o malu dispostu, bene o mal intenzionato: bene o male disposto. || Detto di cosa stabilita assegnata risoluta: disposto. || Avvertito anteriormente di un affare: disposto. || Detto di macchine o altro: messo in punto. Sup. dispostissimu: dispostissimo.

Dispoticamenti. avv. Con dispotismo: dispoticamente.

Dispoticu. add. Da despota, signorile, assoluto: dispotico. || Per disposizioni V.

Dispotismu e Disputìsimu. s. m. Forma di governo in cui il principe è assoluto padrone de’ suoi governati, facendo tutto quello che gli pare e piace senza freno di legge: dispotismo. || Ogni indiscreto abuso di potere: dispotismo.

Dispotu e Dèsputa. s. m. Signore di dignità ragguardevole nell’antico impero Greco: dìspoto, dèspota. || Oggi si dice ai re che non ammetton limiti alla lor tirannia: dèspoto, dèspota. || Ogni abusatore insolente: despota. || Per arbitrio, onde dari ad unu lu dispotu di fari e sfari, trasferirgli un poter assoluto di operare: dar l’alterego. || pigghiarisi lu dispotu, arrogarsi un potere: presumere, osare. || essiri a lu dispotu d’unu, essere a disposizione altrui: essere a posta altrui.

Dispraciri. V. dispiaciri.

Disprezzu. s. m. Il reputare o mostrar di reputare vile una cosa: disprezzo è un po’ più forte di dispregio, epperciò più di spregio e anco di sprezzo.

Disprizzabbili e Disprizzabuli. add. Da disprezzarsi: disprezzabile.

Disprizzamentu e Disprezzamentu. s. m. Il disprezzare: disprezzamento.

Disprizzanteddu. dim. di disprizzanti: superbetto (D. B.).

Disprizzanti. add. Che disprezza: disprezzante, che ha sempre mal senso: sprezzante, quest’ultimo dicesi del fare e del dire.

Disprizzantimenti. avv. In modo disprezzante: disprezzantemente.

Disprizzari. v. a. Avere o tener a vile: disprezzare, dispregiare, sprezzare, spregiare. || Non curarsi di pericolo, malattia, o non si curare di andar ben vestito: dispregiare, disprezzare. || Prov. cui disprezza compra, dicesi a chi per ingannare finge spregiare ciò che vorrebbe: chi disprezza vuol comprare P. pass. disprizzatu: disprezzato.

Disprizzatamenti. avv. In modo da esser disprezzato: disprezzatamente.

Disprezzativu. add. Che disprezza: disprezzativo.

Dlsprizzaturi –trici –tura. verb. Chi o che disprezza: disprezzatore –trice, dispregiatore –trice.

Disprizzeri. V. sopra.

Dispusiziunedda. s. f. dim. di disposizione: disposizioncella.

Dispustizza. V. dispostizza.

Dispùta e Dìsputa. s. f. Il disputare: dìsputa. || Il Discorso dell’avvocato innanzi i giudici: disputa. || Esercizio dialogistico delle ragazze sul catechismo: collocuzione. || tèniri ’na disputa, star quistionando: tener disputa.

Disputabbili. add. Atto a disputarsi: disputabile. [p. 322 modifica]

Disputabblità. s. f. Astratto di disputabile: disputabilità.

Disputabbilmenti. avv. In modo disputabile: disputabilmente.

Disputamentu. s. m. L’atto del disputare: disputamento.

Disputari. v. intr. Difender l’opinione propria per via di ragioni: disputare. || Soggettar a disputa: disputare. || att. Esaminare, discutere: disputare. || Per contendere. P. pres. disputanti: disputante. P. pass. disputatu: disputato.

Disputativu. add. Da disputarsi, di disputa: disputativo.

Disputatòriu. add. Da disputatore o disputa: disputatorio.

Disputaturi –trici. verb. Chi o che disputa: disputatore –trice.

Disputazioni. s. f. Il disputare: disputazione.

Disputedda. dim. di disputa: disputazioncella.

Dlsputuna. accr. di disputa.

Disradicari. V. sdirradicari: disradicare.

Disraggiunari. v. intr. Parlar senza raziocinio: disragionare. P. pass. disraggiunatu: disragionato.

Disramari. V. sdirramari: disramare.

Disregulatu e derivati. V. sregulatu: disregolato.

Dissagrari. v. a. Contrario di sagrare: dissagrare. P. pass. dissagratu: dissagrato.

Dissagru. s. m. L’atto o l’uso del dissagrare: profanamento.

Dissalari. v. a. Tener in molle i salumi per levarne il sale: dissalare. P. pass. dissalatu: dissalato.

Dissangatu. V. sdisangatu.

Dissanguari. v. a. Torre quasi tutto il sangue: dissanguare. P. pass. dissanguatu: dissanguato.

Dissapimentu, Dissapitaggini, Dissapitanza. V. scipitaggini.

Dissapitu. (Rapisardi) V. sciapitu (A. V. ital. dissapito).

Dissapituni. accr. di dissapitu.

Dissapuratu. V. sdisamuratu.

Dissapuri. s. m. Disparere, differenza, cominciamento di nimistà: dissapore.

Dissapuritu. add. Senza sapore: dissaporito.

Dissapurusu. add. Che non ha savore: dissavoroso.

Disseminari. v. a. Sparger e qua là a mo’ di semenza: diseminare. || fig. Diffondere, divulgare: disseminare. P. pass. disseminatu: disseminato.

Disseminaturi. verb. m. Che dissemina: disseminatore.

Dissennatu. (Damiano) add. Che ha perduto il senno: dissennato.

Dissensioni. s. f. Il dissentire, discordia: dissensione.

Dissensu. s. m. Dissentimento: dissenso.

Dissentàniu. add. Che dissente: dissentaneo.

Dissèntiri. v. intr. Non sentirla nel medesimo modo, non convenir nell’opinione: dissentire.

Dissenzienti. P. pres. di dissentiri: dissenziente.

Dissepelliri. V. disuttirrari.

Disserrari. (Mort.) V. apriri.

Dissertazioni. s. f. Diceria, trattato in iscritto sopra alcuna materia: dissertazione.

Dissertaziunedda. dim. di dissertazioni: dissertazioncella.

Disserviziu. s. m. Contrario di servizio: disservizio, disservigio.

Dissestari. v. a. Levar dal sesto, turbare, sconcertare: dissestare. P. pass. dissestatu: dissestato.

Dissestu. s. m. Sconcerto, disordine: dissesto. (Ugolini).

Dissidenti. add. Chi è in dissidio: dissidente.

Dissìdiu. s. m. Dissenzione, discordia: dissidio.

Dissiggillari. v. a. Levar il suggello: dissigillare, disuggellare. P. pass. dissiggillatu: dissigillato, dissuggellato.

Dissimigghianti. add. Che non somiglia: dissimigliante.

Dissimigghianza. s. f. Astratto di dissimile: dissimiglianza.

Dissimigghiari. v. intr. Non aver somiglianza: dissimigliare.

Dissìmili. add. Contrario di simile: dissimile. Sup. dissimilissimu: dissimilissimo.

Dissimilitùtini. s. f. Dissimiglianza: dissimilitudine.

Dissimilmenti. (D. D.) avv. In modo dissimile: dissimilmente.

Dissimulatamenti. avv. Con dissimulazione: dissimulantemente.

Dissimulari. v. a. Non dar a divedere, di sapere o d’essersi accorto di checchessia: dissimulare. || Prov. cui nun sapi dissimulari a grandi onuri nun purrà arrivari, nelle società costituite a dispotismo, per salire bisogna strisciare: chi non sa fingere non sa regnare. P. pres. dissimulanti: dissimulante. P. pass. dissimulatu: dissimulato.

Dissimulatamenti. avv. Con dissimulazione: dissimulatamente.

Dissimulaturi –trici –tura. verb. Chi o che dissimula: dissimulatore –trice.

Dissimulazioni. s. f. Il dissimulare, arte di fingere e nasconder ciò che si ha o si pensa: dissimulazione.

Dissintarìa. s. f. Flusso di ventre frequente e sanguinoso: dissenteria.

Dissintèricu. add. Di o da dissenterìa: dissenterico.

Dissipabbili. add. Che può dissiparsi: dissipabile.

Dissipabbilità. s. f. T. scient. Qualità di ciò che si può dissipare: dissipabilità.

Dissipamentu. s. m. L’atto del dissipare: dissipamento. || Ozio: accidia.

Dissipari. v. a. Dissolvere, separare in diverse parti: dissipare. || Dispergere, cacciar in varie e diverse parti: dissipare. || Distruggere, ridurre a nulla: dissipare. || Consumare, sciupare detto di beni; dissipare. || rifl. Struggersi, consumarsi: dissiparsi. || Svaporare, disperdersi, svanire: dissiparsi. || Detto di persona, darsi all’ozio: scioperarsi. P. pass. dissipatu: dissipato. || Scioperato.

Dissipativu. add. Che ha virtù di dissipare, e presso i medici, che ha virtù di dispergere le costruzioni, gl’intasamenti ecc: dissipativo.

Dissipaturi –trici. verb. Chi o che dissipa, che sciupa: dissipatore –trice.

Dissipazioni. s. f. Il dissipare: dissipazione. || Nella fisica, perdita e consumazione insensibile delle parti minute d’un corpo, lo svaporamento: dissipazione. || Vizio di chi ama l’inazione: accidia. [p. 323 modifica]

Dissipilliri. V. disuttirrari.

Dissitari. v. a. Cavar la sete: dissetare. || rifl. Cavarsi la sete: dissetarsi. P. pass. dissitatu: dissetato.

Dissodari. v. a. Romper e lavorar il terreno stato fin allora sodo: dissodare. P. pass. dissodatu: dissodato.

Dissolubbili. add. Atto ad esser disciolto: dissolubile.

Dissolutamenti. avv. Licenziosamente: dissolutamente.

Dissolutissimamenti. avv. sup. Dissolutissimamente.

Dissolutisticu. add. Che fa le dissoluzioni, dissolvente. Si prende anche in forza di sost.

Dissolutivu. add. Che ha facoltà di dissolvere: dissolutivo.

Dissolutizza. s. f. Sfrenatezza, disonestà: dissolutezza.

Dissolutu. add. Guasto, annullato: dissoluto. || Distemperato: dissoluto. || Licenzioso, disonesto, sfrenato: dissoluto. Sup. dissolutissimu: dissolutissimo.

Dissoluzioni. s. f. Il dissolvere: dissoluzione. || Separazione delle parti di un corpo naturale: dissoluzione. || Disonestà, dissolutezza: dissoluzione. || Detto di metalli: fusione. || dissoluzioni di corpu, scioglimento: diarrea. || Ogni maniera di disordine od operar contro regola e senza freno: dissoluzione.

Dissolventi. add. Che dissolve: dissolvente.

Dissòlviri. v. a. Disciorre, disunire, disfare: dissolvere. || Distemperare: dissolvere. || rifl. Sciogliersi: dissolversi.

Dissonanteddu. add. (D. B.). Alquanto dissonante.

Dissonanti e Dissunanti. add. T. mus. Che non consuona, che scorda: dissonante. || fig. Che non corrisponde: dissonante.

Dissonanza. s. f. T. mus. Contrario di consonanza: dissonanza. || Discordanza, diversità: dissonanza.

Dissonanzidda. V. dissonanziedda.

Dissonanziedda. dim. (D. B.) Lieve dissonanza.

Dissonanziuna. accr. Grave dissonanza.

Dissonari. V. scurdari.

Dissuadimentu. V. dissuasioni.

Dissuadiri. v. a. Contrario di persuadere: dissuadere. P. pass. dissuasu: dissuaso.

Dissuasioni. s. f. Il dissuadere: dissuasione.

Dissuasivu. add. Atto a dissuadere: dissuasivo.

Dissuasòriu. add. Che ha forza di dissuadere: dissuasorio.

Dissuasuri. verb. Chi o che dissuade: dissuasore.

Dissuetùtini. s. f. Contrario di consuetudine: dissuetudine.

Dissumigghiari. V. dissimigghiari e derivati.

Dissunanza. V. dissonanza.

Distaccamentu. s. m. Il distaccare, o l’esser distaccato: distaccamento. || fig. Alienamento, disamore: distaccamento. || T. mil. Un numero di soldati fuori del corpo, in presidio in altro luogo: distaccamento.

Distaccari. v. a. Separare due cose già attaccate: distaccare; più forte di: staccare. || fig. Alienare, separar da cosa o da persona a cui si sia appassionato: distaccare. || T. mil. Separar una mano di soldati per servizio fuori del corpo: distaccare. || rifl. Disgiungersi, separarsi: distaccarsi. P. pass. distaccatu: distaccato.

Distaccata. s. f. L’azione del distaccare.

Distaccateddu. add. dim. di distaccatu: un po’ distaccato.

Distaccatissimu. add. sup. Distaccatissimo.

Distaccatura. s. f. Distaccamento, separazione: distaccatura. || Per rumpitura. V.

Distaccu. s. f. Staccamento: distacco. || fig. Alienamento da persona, da opinione ecc: distacco.

Distanteddu. add. dim. di distanti: lontanetto.

Distanti. add. Lontano, discosto: distante. || Differente, diverso: distante. || avv. Distante.

Distantimenti. avv. Con distanza: distantemente.

Distantuliddu. add. dim. di distante: un po’ distante: lontanetto.

Distanza. s. f. Quello spazio che è tra cosa e cosa: distanza. || fig. Intervallo non solo relativamente a luogo, ma anco rispetto a tempo, a qualità ecc.: distanza. || di distanza in distanza, con certi determinati intervalli: di distanza in distanza. || distanza prova custanza, prov. la lontananza è prova del fedele amore.

Distari. v. intr. ass. Essere o star distante: distare.

Distènniri. V. stenniri. || rifl. Favellar a lungo su di un oggetto: distendersi.

Distensioni. s. f. Allargamento, allungamento: distensione.

Disterru. V. esiliu. (Sp. destierro).

Distillamentu. s. m. L’atto del distillare: distillamento.

Distillari. v. a. e intr. Versare od uscire a goccia a goccia: distillare, stillare. || Arzigogolare, trovar il modo di far checchessia: stillare. || distillarisi lu ciriveddu, beccarsi il cervello, scervellarsi: stillarsi il cervello. || Infondere: stillare, istillare, distillare. || fig. Metter nell’animo, insinuare: instillare. P. pres. distillanti: distillante. P. pass. distillatu: stillato, distillato. || Instillato.

Distillata. V. distillamentu.

Distillatòriu. s. m. Strumento per distillare: distillatorio.

Distillaturi. verb. m. Chi o che distilla: distillatore –trice.

Distillazioni. s. f. Operazione chimica per cui si cava l’umido da checchessia per via di caldo e di strumenti a ciò: distillazione. || La cosa distillata: distillazione.

Distillu. s. m. La caduta degli umori che si crede scendano dal capo nelle nari, nella bocca: corizza, distillazione. || Per distillazioni. V.

Distimpirari con tutti i derivati. V. stimpirari e derivati.

Distinari. V. destinari.

Distinatamenti. avv. Per destino: destinatamente.

Distinguèri. V. distinguituri.

Distinguibbili. add. Che può distinguersi: distinguibile.

Distinguimentu. s. m. L’atto del distinguere: distinguimento.

Distìnguiri. v. a. Sceverare, discernere per mezzo dei sensi: distinguere. || Minutamente considerare: distinguere. || Dichiarare distintamente: distinguere. || Conoscere chiaramente: distinguere. || distinguirisi, esser da più degli altri: segnalarsi (distinguersi in tal senso sa troppo di Francese). P. pres. distinguenti: distinguente.

Distinguituri. verb. m. Chi o che distingue: distinguitore –trice. [p. 324 modifica]

Distintamenti. avv. Con distinzione: distintamente.

Distintissimamenti. avv. sup. Distintissimamente.

Distintiva. s. f. Distinzione: distintiva.

Distintivari. In uso in molti paesi in cambio di distinguiri. V. || Adoprasi anche per conoscere per istinto: intuire.

Distintivu. s. m. Segno o nota onde si distingue: distintivo. || distintivu d’onuri, segno di onore: distintivo d’onore. || add. Che distingue: distintivo.

Distintu. add. Da distinguiri: distinto. || Divisato: distinto. || Chiaro, accurato in ogni sua parte, dicesi di racconto ecc.: distinto. || Avuto in pregio: ragguardevole. || Gentile. Sup. distintissimu: distintissimo. || Ragguardevolissimo.

Distinu. V. destinu.

Distinzioni. s. f. Il distinguere: distinzione. || Ragione o proprietà per cui una cosa si distingue da altra: distinzione. || La cosa distinta: distinzione. || Divisione di capi, di materia e di ragionamento: distinzione. || Atti e parole che dimostrin preferenza, stima (in questo senso distinzione è biasimato da Ugolini): riguardo.

Distinziunedda. dim. Distinzioncella.

Distirrari. v. a. Cacciare dalla terra nativa: esiliare. (Sp. desterrar). || Ridurre ad esterminio, a miseria: esterminare, ridurre sulla paglia. P. pass. distirratu: esiliato. || Esterminato. E così anco i servi di pena.

Distisa. s. f. Estensione, distendimento: distesa. || a la distisa, a di lungo: alla distesa.

Distisamenti. avv. A di lungo: distesamente.

Distisissimamenti. avv. sup. Distesissimamente.

Distisu. add. Da distenniri: disteso. Sup. distesissimu: distesissimo. || avv. Distesamente.

Distògghiri. v. a. Rimuovere dal proponimento: distogliere. || rifl. Lasciar di fare checchessia: distogliersi. P. pass. distoltu: distolto.

Distraibbili. add. Che si può distrarre: distraibile.

Distraimentu. s. m. L’atto del distrarre: distraimento.

Distràiri. v. a. Tirar via con forza, verso parti contrarie, deviare, storre: distrarre, distraere, distràggere. || rifl. Deviar l’animo, divagarsi: distrarsi. || Detto di corpi, sformarsi dilungando in qua e in là: distrarsi. || Torre l’attenzione da una cosa: distrarsi. P. pres. distraenti: distraente. P. pass. distrattu: distratto. || Disattento: distratto.

Distrattamenti. avv. In modo distratto: distrattamente.

Distratteddu. add. dim. di distrattu: sbadatello.

Distràttili. add. T. med. Capace di distrazione: distrattile.

Distrattissimu. add. sup. Molto distratto: distrattissimo.

Distrattivu. add. T. med. Che distrae, che stira: distrattivo.

Distrattuni. add. accr. di distrattu: assai distratto.

Distrazioni. s. f. Il distrarre: distrazione. || Sollazzo: ricreazione. || Stiramento di muscoli: distrazione muscolare. V. sfilatura. || Disattenzione, sbadataggine: distrazione.

Distraziunedda. s. f. dim. di distrazioni: distrazioncella.

Distribbuimentu. s. m. Il distribuire: distribuimento.

Distribbuiri. v. a. Dare a ognuno la sua rata, dispensare: distribuire. || Ordinare, disporre, scompartire: distribuire. || rifl. Spartirsi, prender il proprio posto: distribuirsi. P. pres. distribbuenti: distribuente. P. pass. distribbuitu e distribbujutu: distribuito.

Distribbuituri –trici e Distribbuturi –trici. verb. Chi o che distribuisce: distributore –trice, distribuitore –trice.

Distribbutivamenti. avv. Con distribuzione: distributivamente.

Distribbutivu. Aggiunto di giustizia e vale, che distribuisce i premi e i castighi: distributivo.

Distribbuzioni. s. f. Il distribuire: distribuzione. || La rata distribuita: distribuzione. || T. arch. Ordinato scompartimento delle diverse parti: distribuzione.

Distribbuziunedda. s. f. dim. Distribuzioncella.

Distribbuziununa. s. f. accr. Grande distribuzione.

Distridu. L’usa Selvagio come pure Veneziano, chi patiri nun pozzu sti distridi; che patire non posso questi tormenti. || a distridu, posto avv. a dispetto. E vale pure: spietatamente.

Distriggiamentu. V. destrizza.

Distriggiari. V. destreggiari.

Distrittu. s. m. Certo spazio di paese nel quale si estende una giurisdizione: distretto. || Quel che oggi si chiama circondario.

Distrittuali. add. Di distretto: distrettuale. || s. Abitante del distretto: distrettuale.

Distrizza. V. destrizza.

Distrizzari. V. strizzari.

Distrubbari. V. disturbari.

Distrudimentu. s. m. || distruggere: distruggimento.

Distrùdiri. v. a. Disfare, ridurre a niente, consumare, distruggere. || met. Estirpare, tor via, distruggere. || Sciupare. rifl. Sciuparsi. || Liquefarsi: distruggersi. P. pass. distruttu: distrutto.

Distrùggiri. V. distrùdiri.

Distrùiri. V. distrudiri.

Distrutturi –ttrici. verb. Chi o che distrugge: distruttore –ttrice. Distruggitore –trice. || Sciupone.

Distruttivu. add. Atto a distruggere: distruttivo, distruggitivo.

Distruzioni. s. f. Il distruggere: distruzione. || aviri lu spiritu di la distruzioni, si dice dei bambini che tutto sciupano: aver lo spirito della distruzione.

Disturbamentu. s. m. Il disturbare: disturbamento.

Disturbari. v. a. Apportar disturbo: disturbare. || Dar noia, vessare: disturbare. || Interrompere, frastornare: distornare. P. pass. disturbatu: disturbato.

Disturbateddu. add. dim. Alquanto disturbato.

Disturbatissimu. add. sup. Di molto sturbato: dissturbatissimo.

Disturbaturi –trici –tura. verb. Chi o che disturba: disturbatore –trice.

Disturbu. s. m. Pena più improvvisa, ma meno forte; noia; interrompimento: disturbo. || Discordia. || Disordine, scompiglio: disturbo. || Inquietudine, agitazione di spirito: disturbo.

Disturnamentu. s. m. Il distornare: distornamento.

Disturnari. v. a. Stornare, distogliere; cancellare: distornare. || rifl. Rimuoversi da [p. 325 modifica]checchessia: distornarsi. P. pres. disturnanti: distornante. P. pass. disturnatu: distornato.

Disubbidienti. add. Che non obbedisce: disubbidiente. || avv. Disubbidiente.

Disubbidientimenti. avv. Con disubbidienza: disubbidientemente.

Disubbidienza. s. f. Il disubbidire, colpa di chi contravviene a leggi od ordini: disubbidienza, disobbedienzia.

Disubbidiri. v. intr. Contravvenire ai comandi, agli ordini superiori: disubbidire. P. pass. disubbidutu e disubbeditu: disubbidito.

Disuguagghianza. s. m. Difetto d’uguaglianza, l’esser non uguale: disuguaglianza.

Disugualari. v. a. Privar della ugualità: disuguagliare, disagguagliare.

Disuguali. add. Non uguale: disuguale. || Aspro, scabroso di superficie: disuguale. || avv. Disugualmente. Sup. disugualissimu: disugualissimo.

Disugualmenti. avv. Con disuguaglianza: disugualmente.

Disugualtà. s. f. Disuguaglianza: disugualità, disugualitade.

Disulamentu. V. desolamentu e seguenti.

Disumanamenti. avv. In modo disumano: disumanamente.

Disumanari. v. a. Privar della forma e qualità d’uomo: disumanare. || rifl. Perder l’umana natura: disumanarsi. P. pass. disumanatu: disumanato.

Disumanicchiu. dim. di disumano.

Disumanu. add. Che non ha umanità: disumano.

Disunciari. v. a. Tor via l’enfiagione: disenfiare. || intr. Andar via l’enfiagione: disenfiare. P. pass. disunciatu: disenfiato.

Disunciatissimu. add. sup. Disenfiatissimo.

Disunibbili. add. Che puossi disunire: disunibile.

Disunioni. s. f. Separazione: disunione. || met. Discordia: disunione.

Disuniri. v. a. Separare ciò che era unito: disunire. || rifl. Separarsi; disconsentire: disunirsi. P. pass. disunitu: disunito. || Contraddicente: disunito.

Disunitamenti. avv. Separatamente: disunitamente. || Discordantemente: discordemente.

Disunitu. add. Disunito. || avv. Disunitamente.

Disunurari. V. disonorari.

Disurbitanti. add. Che eccede: disorbitante. || avv. V. sotto.

Disurbitantimenti. avv. Con disorbitanza: disorbitantemente.

Disurbitanza. s. f. L’eccedere sopra il debito: disorbitanza.

Disurdinamentu. V. disordinamentu e seguenti.

Disurvicamentu. s. m. Il dissotterrare: dissotterramento.

Disurvicari. v. a. Contrario di urvicari, cavar di sotterra: dissotterrare. || Cavar di sepoltura dissotterrare. || met. Scoprire, chiarire: dissotterrare. P. pass. disurvicatu: dissotterrato.

Disusanza. s. f. Mancamento d’uso: disusanza.

Disusari. v. a. Lasciar d’usare: disusare.

Disusatamenti. avv. Con modo disusato: disusatamente.

Disusatissimamenti. avv. sup. Disusatissimamente.

Disusatu. add. Non usato: disusato. || Insolito, straordinario: disusato. || Inavvezzo: disusato || avv. Disusatamente. Sup. disusatissimu: disusatissimo.

Disussari. V. sdisussari.

Disutilazzu. add. pegg. di disutili: disutilaccio. || Disadatto, buon a nulla: disutilaccio.

Disutileddu. add. dim. Poco men che disutile.

Disùtili. add. Non utile: disutile. || Dannoso, svantaggioso: disutile. || Inetto, disadatto: disutile. || avv. Disutilmente. Sup. disutilissimu: disutilissimo.

Disutilità. s. f. Inutilità, svantaggio: disutilità, disutilitade, disutilitate.

Disutilmenti. avv. In modo disutile: disutilmente.

Disutiluni. V. disutilazzu.

Disùttili e Disùttuli. V. disùtili (A. V. ital. disùtule).

Disuttirrari. v. a. Cavar da sotterra: disotterrare, dissotterrare. || Cavar di sepoltura: disotterrare. P. pass. disuttirratu: disotterrato.

Disvantaggiu, Disvantaggiusu, ecc. V. svantaggiu e derivati.

Disvariari. V. svariari.

Disvariuni. V. svariuni.

Disviamentu. s. m. Il disviare o disviarsi: disviamento.

Disviari. v. a. Trarre dalla diritta o cominciata via, e s’usa nel fig.: disviare. || rifl. Disviarsi. || fig. Tralignare: disviare. P. pres. disvianti: disviante. P. pass. disviatu: disviato.

Disviatamenti. avv. Con disviamento: disviatamente.

Disviatissimu. add. sup. Assai disviato: disviatissimo.

Disviatizza. s. f. Astratto di disviatu: disviatezza.

Disviaturi –trici. verb. Chi o che disvia: disviatore –trice.

Disvirgugnari. V. sbriugnari.

Disvìu. s. m. Il disviare o disviarsi: disvìo. || V. sbìu.

Ditenutu. V. detenutu.

Diterminari. V. determinari.

Ditirambu e Ditirammu. s. m. Poesia in lode di Bacco o del vino: ditirambo. Si dice pure di altra poesia che pur non sia in lode del vino, ma che abbia le forme del ditirambo.

Ditirammata. s. f. Chiasso da taverna, da baccano: baccaneria. || Azione da villano: villania.

Ditirammazzu. s. m. pegg. Ditirambo cattivo: ditirambaccio.

Ditirammicchiu e Ditirammiceddu. dim. di ditirammu.

Dìtonu. s. m. T. mus. Intervallo che comprende due tuoni, uno maggiore ed uno minore: ditono.

Ditta. s. f. Buona fortuna in giuoco: detta. || essiri in ditta, vincere: esser in detta. || fig. curriri la ditta, andar prosperamente: esser in detta. || T. comm. Società o compagnia di negozio che va sotto il nome di una o due persone: ditta. || a ditta di unu, secondo il suo detto: a detta d’alcuno.

Dittagghiu. V. dettagghiu.

Dittami. V. dettami.

Dìttamu biancu. s. m. T. bot. Pianta simile al dittamo cretico detta anche frassinella: dittamo bianco. Dictamus Albus. L. || dittamu creticu, pianta sempre verde con foglie bianche, [p. 326 modifica]opposte, pelose, rotonde, grinzose; le brattee piccole, lisce, verdi e colorite; i fiori carnicini, indigena di Candia: dittamo cretico o di Candia. Origanum Dictamum L.

Dittari. V. addittari. || Insegnare: dettare p. e. la raggiuni nni ditta: la ragione ci detta. || Comporre dettando o scrivendo: dettare. P. pass. dittatu: dettato.

Dittatòriu. add. Di, da dittatore: dittatorio.

Dittatu. s. m. Stile, dettatura, testura del favellare: dettato, dittato. || Composizione: dettato. || Manifestazione di un pensiero o d’una pretensione che facciasi con artifizio e astuzia: arzigogolo. || Proverbio, detto che va per le bocche di tutti a mo’ di sentenza o aforismo: dettato. || Per notizia. || stari a lu dittatu di unu. || aspittari lu dittatu, star sull’avviso: star sulla intesa.

Dittatura. s. f. Il dettare e il dettato stesso: dittatura. || scriviri sutta dittatura, scrivere ciò che altri detta: scriver a dettatura. || Dignità e uffizio del dittatore: dittatura.

Dittaturi. s. m. Colui che detta: dettatore. || Autore, scrittore, maestro, segretario: dettatore. || Magistrato supremo nella repubblica Romana, con assoluta potestà: dittatore.

Dittazioni. s. f. L’atto del dettare: dettazione.

Dittèriu. s. m. Detto breve, arguto, pungente: motto, lacchezzo, (Lat. dicterium).

Dittongu. s. m. Unione di due vocali in un suono solo: dittongo. || Quella codetta che in latino s’appicca alla e per dittongarla: dittongo.

Dittu. P. pass. di diri: detto. || Sopradetto, indicato: detto. || Chiamato per nome o soprannome: detto.

Dittu. s. m. Parola, motto: detto. || dari lu dittu, denunziare al magistrato: notificare, accusare. || pri dittu di... sopra la parola di... secondo che ha detto il... per detto di... || dittu pri dittu, così come uno la ode, dirla: venderla come uno la compera. Che per ischerzo si dice poi dittu pri dittu ficatu frittu. || ’ntr’on dittu e un fattu, incontanente, subito: detto fatto. || dittu fattu, posto avv. subitamente: detto fatto. || prov. di lu dittu a lu fattu cc’è un gran trattu, altro è parlare, altro è fare: dal detto al fatto c’è un gran tratto. || stari cu lu dittu o a lu dittu di unu, rimettersi a ciò che quegli dice: starsene al detto di uno. || cu’ l’ha dittu e cu’ l’ha fattu diri, di mala morti nun pozza muriri, scherzosa chiusura di alcune favole || dittu sta anco per: testimonianza. Onde fari lu dittu: far testimonianza. (ditto è usato nel contado Toscano, e presso ant. scrittori; è in Latini).

Diu. s. m. L’ente supremo creatore: Dio, Iddio. || Gli enti supremi degl’idolatri: Dio, Dei. || Diu! oh Diu! Diu bonu! ecc. esclamazioni tutte: Dio! oh Dio! Dio buono! ecc. || dari pri Diu o prill’amuri di Diu, dare per elemosina, per far cosa grata a Dio: dar per Dio, o per l’amor di Dio. || fig. prill’amuri di Diu, vale gratis: per l’amor di Dio. || pri grazia di Diu, o di lu celu, maniere che si frappongono in favellando per ossequio alla divinità: per la grazia di Dio, del cielo, o la Dio mercè o la Dio grazia. || lu sapi Diu, Dio mi sia testimone: sallo Dio, Dio sa. E vuol dire anche cosa incerta. || Diu lu sapi e Cristu lu vidi, modo di osservare: lo sa Iddio. || nomu di Diu, ed altri soggiungono, ch’è nomu sicuru, espressione che s’usa nel principiar checchessia: nome di Dio (Rigutini), in buon’ora, con l’aiuto di Dio. E alle volte è esclamazione. || comu è o quantu è veru Diu, modo di asseverare: per Dio. || Diu t’aiuti, modo d’accomiatare: vatti o rimanti con Dio. || viva Diu o sia lodatu Diu, modo di loodarlo, ringraziarlo o esclamazione di soddisfazione: viva Dio. || mittemunni ’ntra li manu di Diu, bisogna rimettersi al voler di Dio, e lasciar fare a lui. || Diu ti la manna bona, ca la tinta l’hai di supra, ironico augurio che si fa a chi mal si comporti e abbia bisogno degli altrui incoramenti: Dio te la mandi buona. || pò cchiù Diu ca l’omu, così è. || cu servi a Diu campa assai o filici o nun havi paura di nenti: chi sta con Dio, Dio sta con lui. Che noi diciam pure: cu’è cu Diu, Diu è cu iddu. || lassamu fari a Diu e vi s’aggiunge ca è santu granni, modo di rassegnarsi: lasciamo far a Dio ch’è santo vecchio. || Diu vi lu paga o vi lu cumpensa: Dio vi rimuneri, ve ne rimeriti. || Diu ti lu pozza pagari, imprecazione: che tristo o dolente ti faccia Dio. || macari! o vulissi Diu! modi che esprimon desiderio: magari Dio! piaccia a Dio! Dio volesse! || piacennu a Diu, si Diu vuoli, con la volontà di Dio: Dio volendo, Dio piacente, Dio permettente. || Diu libberi, Diu nun vogghia, Diu nni scanzi, espressione contro cattive cose: Dio cessi, tolga Dio, guardimi Dio, Dio ne liberi. || Diu l’abbia ’n gloria, si dice quando si nomina un defunto o una sua azione: Dio gli dia pace, l’abbia in gloria. || tutti canuscemu la grazia di Diu, fig. il buono è da tutti conosciuto: ogni uccello conosce il grano. || a la bona o a la bedda di Diu: com’ella viene: a vanvera, a casaccio, alla carlona. || si lu to Diu fa..... modo onde si accenna all’altrui ostinazione o persistenza in un male, per venir poi a una minaccia. || Prov. ognunu per iddu e Diu pri tutti, ognuno pensi per sè: ognun per sè e Dio per tutti. || comu jamu Diu nn’ajuta, come noi agiamo così Dio ci aiuta. || nè pri Diu nè pri li santi, in verun modo, si dice quando ostinatamente non vuolsi fare, dire ecc. checchessia. || l’havi a vìdiri Diu, io non ci penso: faccia Dio. || nun c’è autru Diu chi lu tali, quando altri idolatra alcuno: non v’è altro Dio che... || cu’ havi fidi a Diu nun pirisci mai, purchè ci si creda, a chi ben crede, Dio provvede. || omu di Diu, diciamo a chi vive irreprensibilmente. || cosi di Diu! orazione cose spirituali. || darisi a Diu, lasciare la condotta men lodevole, imprendendo un vivere virtuoso: darsi a Dio. || essiri ’ntra li manu di Diu, in peridolo, moribondo: esser al confitemini. || si l’havi a vidiri cu Diu, detto di chi condanna un misfatto abbandonandone a Dio il punimento. || chiddu ch’è bonu è di Diu, per fuggire ogni nostra vanagloria. || sapiri una cosa Diu e lu populu, esser nota a tutti. || Diu havi lu pedi di chiummu, ma a tutti nn’arriva, o subito, o tardi Dio gastiga sempre, ed a chicchesifosse: Dio non paga il sabato. || cu’ l’havi cu mia l’havi cu Diu, protesta d’innocenza. || zoccu Diu duna nun pò dari l’omu, [p. 327 modifica]è chiaro. || fa tuttu lu to putiri, ca Diu fa lu so vuliri: dove Dio pon la mano, ogni pensiero è vano. || quannu Diu ti voli aiutari sapi la casa, dunque se non giunge l’aiuto gli è che Dio non vuole. || quannu Diu voli, d’ogni tempu chiovi: quando Dio vuole a ogni tempo piove. || Diu duna lu friddu cunformi li vesti, perchè egli è giusto: Dio manda il freddo secondo i panni. || megghiu è zoccu Diu manna chi zoccu l’omu dumanna, perchè Dio sa meglio di noi ciò che ci vuole: è meglio quel che Dio manda, che quel che l’uomo domanda. || zoccu è datu di Diu nun pò mancari: quel che è disposto in cielo, convien che sia. || Diu arricchisci e Diu ’mpuvirisci, però aiutati che Dio t’aiuta. || Diu è lagnusu, ma nun è scurdusu: Dio non paga il sabato. || privu di Diu! modo di giurare. || a Diu V. addiu. || a Diu e a la vintura, senza scopo, senza cosa fissa: alla ventura. || lassari ’na cosa a Diu e la furtuna o vintura, lasciarla ire per sè: lasciar una cosa alla ventura. || comu voli Diu, si dice delle cose fatte alla meglio. || sia lodatu Diu, modo di saluto: deo gratias. È anche esclamazione.

Diunari. V. dijunari.

Diunu. V. dijunu.

Diurèticu. add. Che facilita l’orina: dioretico. || Medicamento buono a far orinare: dioretico.

Diurnamenti. avv. Lungamente, o durante il dì: diurnamente.

Diurneddu e Diurnottu. dim. di diurnu s.

Diurnu. add. Del dì, del giorno: diurno.

Diurnu. s. m. Libro contenente le ore canoniche che si recitano di giorno: diurno.

Diuturnu. add. Che si riferisce a tempo, e vale molto lungo: diuturno.

Divacari. V. sdivacari.

Divagamentu. s. m. Il divagare o divagarsi: divagamento.

Divagari. v. intr. Andar vagando: divagare. || rifl. a. Spassarsi: divagarsi. || Per svagarsi. (In questo senso divagarsi è biasimato da Ugol.). P. pr. divaganti: divagante. P. p. divagatu: divagato.

Divaneddu. dim. di divanu.

Divanu. s. m. Consiglio de’ Ministri e Rassa del Gran-Turco: divano. || Sofà senza spalliera fissa che ponesi intorno intorno alle pareti d’una stanza: divano. || E in generale anco quelli con ispalliera o braccioli, capaci di tre persone, o in circa: sofà, canapè. || met. Qualunque cosa serva di riposo materiale o morale. || divanu di li figghi, il seno materno.

Divariu. s. m. Differenza, varietà: divario.

Divastari. V. devastari.

Divèrbiu. s. m. Colloquio ostile, contesa: diverbio.

Divergenza. s. f. T. mat. Lo allargarsi che fanno due linee non parallele dilungandole: divergenza. || met. Delle opinioni o altro che non sian d’accordo: divergenza.

Divèrgiri. v. intr. Andare con divergenza sì nel propr. che nel fig.: divergere.

Diversamenti. avv. In diversa maniera: diversamente.

Diversificamentu. s. m. L’atto del diversificare: diversificamento.

Diversificari. v. a. Far differenza: diversificare. || rifl. Diversificarsi. P. pass. diversificatu: diversificato.

Diversificazioni. s. f. Il diversificare: diversificazione.

Diversioni. s. f. Il divertire, rivolger altrove: diversione. || Detto delle acque, deviazione: diversione. || T. med. Il divertir il corso o flusso degli umori: diversione. || T. mil. L’assalir il nemico a un punto perchè attirandogli qui l’attenzione, s’assalisca altrove: diversione. || Torcimento della dirittura: diversione.

Diversissimamenti. avv. sup. Diversissimamente.

Diversità e Diversitati. s. f. Differenza più notabile nelle cose: diversità, diversitade, diversitate.

Diversivu. add. Che diverte, devia: diversivo. || s. T. idraulico. Quel canale che devia parte dell’acqua d’un fiume: diversivo. || Passatempo, interruzione d’un’azione seria o monotona: diversivo (Ugolini).

Diversu. add. Che non è simile, affatto differente: diverso. || In pl. sta per alcuni: diversi || Che non ha verso o maniera: sversato. || avv. Per diversamente. Sup. diversissimu: diversissimo.

Divertica. V. rivettica.

Divertimentu. V. divirtimentu.

Divèrtiri. v. a. Rivolger altrove: divertire. || rifl. Spassarsi: divertirsi. || Allontanar l’animo dalle cure, dai pensieri: divertirsi. || iron. Far cosa che dispiaccia p. e. divertiti tu, ca poi mi divertu io, fa pure che poi farò io. P. pres. divertenti: divertente. P. pass. divirtutu: divertito.

Divèttica. V. rivettica.

Diviari. V. deviari.

Dividendu. T. mat. La quantità o il numero da dividersi: dividendo.

Dividibbili. V. divisibbili.

Dividimentu. s. m. Divisione: dividimento.

Divìdiri. v. a. Porre intervallo fra cosa e cosa, più del disgiungere; si dice delle cose unite o attaccate, ed è meno materiale di separare che si dice delle cose vicine: dividere. || Far più parti, è più generico di spartire che è il ripartire le parti e si può dire delle cose già divise; è parimenti più generico del partire che è far più parti da poter dare a più: dividere. || met. Metter in discordia: dividere. || rifl. Il separare marito e moglie, o in generale chicchessia a vivere ciascuno da sè: dividersi. || Discostarsi, prender altre strade e dicesi anco delle cose: dividersi. || Dissentire: dividersi. P. pres. dividenti: dividente. P. pass. dividutu e divisu: diviso.

Dividiri. v. a. Mostrare, dar ad intendere: dividere. P. pass. dividutu: diveduto.

Dividituri –trici. verb. Chi o che divide: dividitore –trice.

Divìduu. V. divisibbili: dividuo. || Per individuo.

Divietu. s. m. Il vietare checchessia con autorità, legge: divieto.

Divigghia. s. f. Fascio di virgulti o di frutici o sterpi per uso di scopa nelle aie, nelle stalle: granata. Pasq. dice derivare da dividere perchè divide la paglia dal frumento.

Divigghiari. V. scupari. || Tirar fuori una pianta colle radici, spiccar con forza, sverre: divellere, divegliere.

Divinagghia. s. f. Divinazione: divinamento. (A. V. ital. divinaglia). [p. 328 modifica]

Divinali, add. Da Dio, divino: divinale. (A. V. ital.).

Divinamenti. avv. In maniera divina: divinamente. || Perfettamente, eccellentemente: divinamente.

Divinamentu. s. m. Divinazione: divinamento.

Divinari. (Vinci) V. indovinari: divinare.

Divinatòria. s. f. Arte d’indovinare: divinatoria.

Divinatòriu. add. Che ha virtù d’indovinare: divinatorio.

Divinaturi –trici. verb. Chi o che indovina: divinatore –trice.

Divinazioni. s. f. Indovinamento: divinazione. || La cosa che s’indovina: divinazione.

Divinculamentu. s. m. L’atto del divincolare o divincolarsi: divincolamento.

Divinculari. v. a. Liberar da vincoli: divincolare. || rifl. Dibattersi per liberarsi da un vincolo: divincolarsi. P. pass. divinculatu: divincolato.

Divinculazioni. s. f. Il divincolare o divincolarsi: divincolazione.

Divingiari. V. A. Per vendicare.

Divinissimamenti. avv. sup. Divinissimamente.

Divinità e Divinitati. s. f. Essenza di Dio: divinità, divinitade, divinitate. || Sopraeccellenza, somma perfezione: divinità. || Dio: la divinità. || Scienza teologica: divinità.

Divinizzari. v. a. Far divino: divinizzare. P. pass. divinizzatu: divinizzato.

Divinizzazioni. s. f. Il divinizzare: divinizzazione.

Divinsari. V. A. (Salom. da Lentini) V. vindicari.

Divintari. V. addivintari.

Divinu. add. Di Dio, da Dio: divino. || singolare, eccellente, perfettissimo: divino. || Prov. vali cchiù la cinniri divina, chi nun vali di lu munnu la farina, la minima cosa divina val più della maggior cosa del mondo. || avv. Per divinamente. Sup. divinissimu: divinissimo.

Divirbiari. v. intr. Aver diverbio: contendere.

Divirbieddu. dim. di diverbiu.

Dìviri. V. duviri (A. V. ital. dèvere).

Divirtimentu. s. m. Il divertire: divertimento. || Sollazzo: divertimento.

Divirtiminteddu. dim. di divertimento: divertimentino (Tomm.).

Divirtimintuni. accr. Gran divertimento.

Divirtimintuzzu. dim. di divertimento: divertimentuccio (Tomm.).

Divirtiri. V. in divertiri.

Divirtuta. s. f. L’azione del divertirsi: divertita. (V. participiu).

Divirtutedda. dim. Divertitina.

Divirtutuna. accr. Grande divertita.

Divisa. s. f. Vestimento divisato, assisa: divisa. || Sembianza aspetto: divisa. || Onde in Salomone Mar. Canti pop. Sic. trovasi: nascinu fiuri di milli divisi.

Divisamenti. avv. In modo diviso: divisamente.

Divisamentu. s. m. Ordine, pensiero, disegno: divisamento. || Per retrosia (Mal.).

Divisari. v. a. Disporre, disegnare, ordinare, pensare: divisare.

Divisatu. add. Da divisari: divisato. || Ritroso. (Mal.). || malu divisatu: mal educato (Mal.).

Divisibbili e Divisibbuli. add. Che puossi dividere: divisibile. Sup. divisibbilissimu: divisibilissimo.

Divisibbilità. s. f. Qualità o proprietà d’una quantità che è divisibile: divisibilità.

Divisioni. s. f. Il dividere: divisione. || T. rett. Il dividere in diverse parti il discorso: divisione. || T. geog. Dipartimento: divisione. || Una delle quattro operazioni aritmetiche: divisione. || T. mil. Parte dell’esercito con cavalleria, artiglieria ecc.: divisione. || T. mar. Certo numero di legni: divisione. || T. mus. La divisione d’un’ottavo in due intervalli disuguali: divisione di rapporto. || met. Disunione, discordia: divisione. || T. stamp. Regoli metallici che si frappongono fra le pagine della forma, e fra esse e i lati del telaio, onde restino nel foglio i corrispondenti margini: stecconi, margini. (Car. Voc. Met.).

Divisivu. add. Che divide, che ha in sè divisione e termine: divisivo. || In medicina, lo stesso che incisivo: divisivo.

Divisòriu. add. Che ha virtù divisiva: divisorio. || Aggiunto di muro che divide due stanze: divisorio.

Divisu. V. in dividiri. || avv. Per divisamente.

Divisuri. verb. m. Chi o che divide: divisore. || T. arit. Quel numero per cui si divide il dividendo: divisore.

Divitticari. V. rivitticari.

Divìu. V. straviu.

Divizzari. v. a. Far perder il vezzo, l’uso: divezzare.

Divorari e Divurari. v. a. Mangiar con eccessiva ingordigia, come bestie voraci: divorare. || met. Distruggere, consumare: divorare. || Appropriarsi l’altrui con astuzia e maltolti: divorare. || divurarisi un libbru, leggerlo presto e con interesse: divorarsi un libro. || divurarisi la strata, farla prestissimo: divorarsi la strada. P. pres. divoranti: divorante. P. pass. divorato: divorato.

Divoraturi –tura –trici o Divuraturi –trici. verb. Chi o che divora: divoratore –trice.

Divorazioni. s. f. Il divorare: divorazione.

Divòrziu. s. m. Separazione legale che si fa tra coniugi: divorzio. || fig. fari divorziu, partirsi da chicchessia o checchessia: far divorzio.

Divotamenti. avv. Con divozione: divotamente.

Divotu. add. Che ha divozione: divoto. || Aggiunto a luogo che ispiri devozione: divoto. || Dipendente, amico: divoto. || s. Figliuolo spirituale o affezionato spiritualmente: divoto. || I mendicanti chiaman così coloro che dan loro l’elemosina. Sup. divutissimu: divotissimo.

Divulgamentu. s. m. L’atto e l’effetto del divulgare: divulgamento.

Divulgari. v. a. Far noto, spandere pel volgo: divulgare, divolgare. P. pass. divulgatu: divulgato, divolgato.

Divulgatamenti. avv. In modo divulgato: divulgatamente.

Divulgateddu. dim. di divulgato.

Divulgatissimamenti. avv. sup. Divulgatissimamente.

Divulgatissimu. add. sup. di divulgatu: divulgatissimo.

Divulgaturi –trici. verb. Chi o che divulga: divulgatore –trice. [p. 329 modifica]

Divulgazioni. s. f. Il divulgare: divulgazione.

Divurari e derivati. V. divorari.

Divutazzu. In senso di s. Colui che frequenta molto le chiese: chiesolastico. || iron. Bacchettone: baciapile, picchiapetto, graffiasanti, storpiccione, divotuzzo.

Divuteddu. add. dim. di divotu: un po’ divoto. || I mendicanti così chiaman coloro che fan loro l’elemosina, e viceversa così son chiamati da questi.

Divutissimamenti. avv. sup. Divotissimamente.

Divuzioni. s. f. Affetto pio e pronto fervore: divozione. || Superstizione o falsa divozione: divozione. || Ossequio, riverenza, affezione: divozione. || Soggezione, dipendenza: divozione. || In pl. Orazioni, preci: divozioni. || dirisi o farisi li divuzioni, far le cose religiose, spirituali: farsi o dirsi le divozioni. || aviri divuzioni cu unu, essergli divoto: aver divozione in alcuno. || nun mi rumpiri la divuzioni, modo basso per dire, non mi seccare: non mi romper la divozione.

Divuziunateddu. o addivuziunateddu dim. del participio divuziunatu.

Divuziunatu. o addivuziunatu participio che manca di verbo, e significa pieno di devozione: divoto, religioso.

Divuziunedda. s. f. dim. di divuzioni: divozioncella.

Divuziununa. accr. di divuzioni.

Dizziunarieddu. s. m. dim. di dizziunariu: dizionarietto.

Dizziunarista. s. m. Chi fa dizionarii.

Dizziunàriu e Dizzionariu. s. m. Libro ove sono ordinate alfabeticamente le varie dizioni di una lingua, di una scienza, arte ecc.: dizionario.

Dizziunariuni. accr. e magnif. di diziunariu.

Dizzioni. s. f. Minima parte della dicitura, e può contener uno o più modi di dire: dizione. || Giurisdizione, dominio: dizione. Dal Lat. ditio.

Supplemento

[p. 1145 modifica] Diavulazzu. Così nel Terminese chiamano anco il convoglio della ferrovia.

Diavulu. un diavulu, per dire una gran quantità: un diavoleto.

Diavuluni. a diavuluni, a bizzeffe.

Dicinedda. dim. di dicina.

Dìciri. V. diri. Più vicino al Latino.

Dieta. Prov. la dieta è lu primu midicamentu: astinenza è prima medicina.

Difisa. dari a la difisa, dicon i pastori del metter al coperto o in salvo la greggia.

Digradasciu. V. gradasciu.

Diliggiri. V. prediliggiri. Lat. diligere.

Dimenticu. V. dimenticusu.

Dinarata. s. f. Un quarto di munneddu V. (In Licata).

Dinari. Prov. dinari mi dugna Diu, ca pocu sennu mi basta, chi ha danaro pare possa passarsi del senno. || dinari vogghiu, no saluti, cioè saluti da saluto. || cu’ havi robba stenni, cu’ havi dinari spenni: chi ha de’ ceppi può far delle schegge.

Dintaloru. s. m. Arnese di più fogge ad uso dei bambini nel tempo della dentizione, onde premersi con esso le gengive e trastullarsene: dentarolo (Car. Voc. Met.).

Dintatu. V. dentici (In Messina).

Dintra. di dintra: per di dentro, p. e la porta chiudesi per di dentro.

Dinucchiali. s. m. Arnese di pelle che si mette nelle ginocchia dei cavalli.

Diri. Piacere, aver in capo di fare ecc., p. e. hanno anco il loro genio le bestie, come noi che oggi ci dice bene una cosa, domani un’altra (Giuliani). || diriccinni quattru: dirne delle quattro, dire delle parole irose ecc. || aviri chi diri o dari chi diri: dare o avere briga, dare o avere travaglio. || Prov. cu’ voli diri chiddu chi cci piaci, sintirà chiddu chi nun ci piaci, è chiaro.

Disamurateddu. dim. di disamuratu.

Disamuri. Scipitezza.

Disceusu. s. m. Macchie rosse nella faccia per malattia.

Discipulatu. La scolaresca.

Disciujari. V. A. V. stujari.

Disentiri. Nella frase dari a disentiri, dar a credere, dar ad intendere.

Disillùdiri. v. a. Togliere dalla illusione: disingannarsi.

Disillusioni. s. f. Disinganno, delusione.

Disobbedienti. V. disubbidienti.

Disorientamentu. s. m. Il confondersi.

Dispiacari. v. intr. Perder il coraggio, perder la speranza. In S. Giovanni (Verdone).

Dissulari. v. a. Distruggere, devastare.

Diu. o voli Diu o nun voli Diu, si dice per esprimere cosa che per forza debba essere. || lu Diu di... p. e. cc’era lu Diu di li picciotti, il fiore, il ben di Dio, l’abbondanza e la bontà di checchessia.

Divirsìu. V. ruttoriu (In Messina) (Caglià).

Dìvuru. Così in Nicosia per libbru V. [p. 1146 modifica]