Wikisource:Testo in evidenza
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5 gennaio
modificaAmori moderni - Colomba di Grazia Deledda (1907)
La signora e le figliuole del professor Rotta-Torelli, riunite intorno alla tavola ancora apparecchiata, nella saletta tranquilla la cui porta a vetri dava su un giardino incolto, discorrevano col giovane professore Antonio Azar.
A dire il vero, la signora, ancor giovane e bella, ma coi capelli bianchissimi, ascoltava in silenzio, stuzzicandosi i denti e guardando con due vivi occhi neri or l’uno or l’altro dei giovani, a misura che parlavano, senza aver l’aria di capire del tutto le loro discussioni. Ella era figlia d’un capitano piemontese, di quelli che «han fatto la patria», e che perciò forse non aveva avuto il tempo di curare l’istruzione della figlia, lasciandola crescere nella più completa ignoranza: ella non leggeva mai un libro, e non sapeva se i molti che leggevano le sue tre figliuole fossero buoni o cattivi.12 gennaio
modificaMetodo per eseguire sulla carta il fotogenico disegno di William Henry Fox Talbot (1839), traduzione dall'inglese di Gaetano Lomazzi (senza data)
Alcuni ragguagli dell’arte del fotogenico disegno, ossia processo, col quale gli oggetti possono da loro stessi delinearsi senza l’ajuto del pennello dell’artista.
Di Enrico Fox Talbot scudiere.
1. Nella primavera del 1834 cominciai a mettere in pratica un metodo, che aveva divisato qualche tempo innanzi per impiegare utilmente la curiosissima proprietà, stata da lungo tempo conosciuta dai chimici, che possedeva il nitrato d’argento, principalmente il suo scoloramento quando era esposto al raggio paonazzo della luce. Questa proprietà mi parve di essere forse capace di un utile applicazione nel seguente modo.
Proposi di spargere sopra un foglio di carta una sufficiente quantità di nitrato d’argento, e di porlo alla luce del sole, avendo prima collocato avanti la carta qualche oggetto che vi gettasse una ben decisa ombra. La luce agendo sul rimanente del foglio, naturalmente lo annerirebbe, mentre le parti ombreggiate riterrebbero la loro bianchezza. Così io attendeva; che un genere d’immagine, o disegno sarebbe prodotto rassomigliante in certo grado all’oggetto, dal quale era derivato.2 febbraio
modificaLa grande proletaria si è mossa di Giovanni Pascoli (1911)
Prima ella mandava altrove i suoi lavoratori che in patria erano troppi e dovevano lavorare per troppo poco. Li mandava oltre alpi e oltre mare a tagliare istmi, a forare monti, ad alzar terrapieni, a gettar moli, a scavar carbone, a scentar selve, a dissodare campi, a iniziare culture, a erigere edifizi, ad animare officine, a raccoglier sale, a scalpellar pietre; a fare tutto ciò che è più difficile e faticoso, e tutto ciò che è più umile e perciò più difficile ancora: ad aprire vie nell’inaccessibile, a costruire città, dove era la selva vergine, a piantar pometi, agrumeti, vigneti, dove era il deserto; e a pulire scarpe al canto della strada.
Il mondo li aveva presi a opra, i lavoratori d’Italia; e più ne aveva bisogno, meno mostrava di averne, e li pagava poco e li trattava male e li stranomava. Diceva Carcamanos! Gringos! Cincali! Degos!
Erano diventati un po’ come i negri, in America, questi connazionali di colui che la scoprì; e come i negri ogni tanto erano messi fuori della legge e della umanità, e si linciavano.9 febbraio
modificaCatechismo repubblicano di Antonio Zalivani (1797)
R. La Democrazia è quel Governo nel quale un certo numero di Cittadini scelti dal Popolo, partecipa, o può partecipare a vicenda per un certo tempo dell'amministrazione, soggiacendo però sempre alle Leggi a alla Sovranità dell'intero Popolo.
D. Mi potreste voi dare altra definizione di questo Governo?
R. Questo Governo, dicesi ancora, Repubblica Democratica, vale a dire Governo popolare, e più propriamente Repubblica?
D. Donde ebbe origine questo governo?
R. Dalle uguaglianze, e disuguaglianze degli uomini.
D. Ma gli uomini non son forse tutti uguali?
R. Sono uguali in natura, ma disuguali nelle lor facoltà.
D. Come sono uguali in natura?
R. Sono tutti gli uomini uguali in natura, perchè tutti dipendono dalla natura, e da Dio, il quale e della natura, e dell'uomo è autore, e Padre.
D. Hanno eglino altra uguaglianza?
R. Sono uguali, perchè sono dotati de' sensi medesimi, delle medesime facoltà di sentire, di pensare, di volere. Sono pure uguali ne' bisogni, nelle passioni, nell'amor di se stessi, e nel desiderio di procurarsi la propria conservazione, e la possibile felicità.16 febbraio
modificaA Prato di Odoardo Hillyer Giglioli (1902)
Ed è appunto in una di queste serene giornate invernali, che, con alcuni amici, andai a Prato, la piccola città industriale così interessante per le sue opere d’arte, in cui si ritrova la semplicità della vita e l’anima dei grandi artisti passati.
23 febbraio
modificaConferenze di Michail Bakunin (1911), traduzione dal francese di Anonimo (1921)
Nessuno dei grandi avvenimenti accaduti in Europa dopo la grande rivoluzione (1789-1793) ha l’importanza e la grandiosità di quelli che stanno svolgendosi oggi, dei quali è teatro Parigi.
Due fatti storici, due rivoluzioni memorabili, avevano dato origine alla società che noi chiamiamo moderna, la società della civiltà borghese. Una, conosciuta col nome di Riforma, sul principio del secolo sedicesimo, aveva infranto l’onnipotenza della Chiesa, chiave di volta per l’edificio feudale; col distruggere questa potenza essa preparò la rovina dell’autorità indipendente e quasi assoluta della quale godevano i signorotti feudali, perchè questi, benedetti e protetti dalla Chiesa, proprio come i re e spesso contro i re, facevano derivare i loro diritti direttamente da un favore divino; sì produsse così un impulso nuovo anche per l’emancipazione della classe borghese, lentamente preparata, durante i due secoli che avevano preceduta questa rivoluzione religiosa, dallo sviluppo sempre crescente delle libertà comunali, del commercio e dell’industria, sviluppo che l’aveva resa possibile e del quale era stata conseguenza necessaria.1 marzo
modificaCenni storico-bibliografici della R. Biblioteca nazionale di Firenze di Luigi Passerini Orsini de' Rilli (1872)
8 marzo
modificaFisiologia vegetale di Gaetano Cantoni (1860)
Ora non è mia intenzione quella di trattenervi sopra gli errori invalsi nella fisiologia animale avanti questa epoca, dovuti alla inesatta o poca diffusa cognizione dell’anatomia, ed all’assoluta ignoranza della composizione chimica dei diversi organi costituenti il corpo umano, e delle diverse sostanze alimentari. Solo dirò che meglio non erano conosciuti i fenomeni fisiologici vegetali. Il seme era destinato a riprodurre la pianta, l’aria e l’acqua ad alimentarla, e la terra a sostenerla e mantenerla in bilico contro la furia dei venti. Si diceva questo è un terreno buono, e quest’altro no; questo è da frumento, quello da segale, quell’altro da bosco, da prato, da vigna, ecc.; si argomentava dall’effetto che, per lunga esperienza, erasi osservato nelle varie piante coltivate, ma non si andava più in là. La concimazione, la quale variava nei suoi effetti secondo le varie materie a tal’uopo adoperate, o secondo le piante coltivate, non era meglio spiegata. Dicevasi, come assioma sperimentale, il tal concime fa bene alla tal pianta, ed il tal’altro alla tal’altra. Tutta la fiducia era riposta negli ingrassi animali e specialmente in quelli da stalla: i concimi inorganici erano adoperati alla cieca, o trascurati affatto. La rotazione, o successione naturale ed artificiale delle piante sullo stesso spazio di terreno, teneva per unica base una lunghissima sperienza; variava secondo le località; era sancita e comandata dall’abitudine, ma non era spiegata. Chi avesse domandato agli avi nostri perchè un terreno coltivato sempre colla stessa pianta diminuisca mano mano di prodotto, mentre, cambiandosi il genere della pianta, si può avere ancora un buon risultato, certamente avrebbe sentito rispondersi vaghe ed insufficienti supposizioni di simpatie e di antipatie fra le varie piante, o di stanchezza del terreno a dar sempre lo stesso prodotto.
15 marzo
modificaCostituzione della Repubblica Romana 1° luglio 1849
I. La sovranità è per diritto eterno nel Popolo. Il Popolo dello Stato Romano è costituito in Repubblica democratica.
II. Il Regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, nè privilegi di nascita o casta.
III. La Repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini.
IV. La Repubblica riguarda tutti i Popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l’Italiana.
V. I Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato.
VI. La più equa distribuzione possibile degl’interessi locali in armonia coll’interesse politico dello Stato è la norma del riparto territoriale della Repubblica.
VII. Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici.
VIII. Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale.22 marzo
modificaMaia di Gabriele D'Annunzio (1903)
O Vita, o Vita,
dono terribile del dio,
come una spada fedele,
come una ruggente face,
come la gorgóna,
come la centàurea veste;
o Vita, o Vita,
dono d’oblìo,
offerta agreste,
come un’acqua chiara,
come una corona,
come un fiale, come il miele
che la bocca separa
dalla cera tenace;
o Vita, o Vita,
dono dell’Immortale
alla mia sete crudele,
alla mia fame vorace,
alla mia sete e alla mia fame
d’un giorno, non dirò io
tutta la tua bellezza?
29 marzo
modificaNotizie biografiche degli illustri comaschi di Luigi Dottesio (1847)
CAJO PLINIO SECONDO
L'uomo che potrebbe accrescere splendore ad ogni città benchè ricca di grandi ingegni, e che non solo a noi, ma a tutti gli studiosi d’ogni età e d’ogni paese ha grandemente giovato, è Cajo Plinio Secondo. È divulgatissima la celebre questione agitatasi lungo tempo, e con grande contenzione delle parti, tra Como e Verona, per vendicarsi l’onore di avere dati i natali ad un uomo sì grande. Tutta l’antichità si unì a chiamarlo Comasco; quando pel primo, l’anno 1313, senza fior di lettere e di senno, un Giovanni Veronese, prete che talvolta, come in questa occasione, confuse i due Plinii in un solo, scrisse: «Plinio essere di nazione Veronese leggesi in certa storia». Questo bastò ad accendere col tempo la guerra tra Veronesi e Comaschi, contendendo quelli pel nuovo ricchissimo acquisto che speravano, e questi per non perdere quanto avevano sempre posseduto e che in origine era proprio; siccome finalmente, a tacere di molti altri infiniti, ebbe a provare Antongioseffo Della Torre di Rezzonico, che trionfò pienamente degli avversari, e la vittoria è in perpetuo assicurata ai Comaschi. Merita in proposito di essere letta la dissertazione che sulla patria dei due Plinii indirizzò l’anno 1824 al cavaliere Ippolito Pindemonte il cavaliere Alessandro Paravia. Il Paravia, quantunque nato sul Veneto e a’ suoi Veronesi propenso, stabilisce essere fuori di controversia che Plinio il Vecchio sortì i natali in Como. Il Pindemonte, Veronese fino nel midollo, non seppe replicare al chiarissimo Paravia.5 aprile
modificaLa facciata del nostro Duomo di Luca Beltrami (1883)
12 aprile
modificaGuerino detto il Meschino di Andrea da Barberino (1841)
19 aprile
modificaMemorie e documenti sulla fondazione della Biblioteca Popolare Circolante di Prato di Antonio Bruni (1866)
Questo libro è stato pubblicato in rete dalla Biblioteca Comunale di Prato |
26 aprile
modificaLe poesie religiose di Mario Rapisardi (1895)
Fuggon dagli occhi miei, fuggon dall’anima
Le illusíoni della nova età:
Fosca la vita mia sotto a ciel rigido,
Siccome rupe solitaria, sta.
Torbido intorno all’aspra rocca intricasi
Fra canne e giunchi e fratte irte il pantan,
Su cui tra nubi di veleno gravide
Gitta la luna un bianco raggio invan;
Mentre per l’aure, che beffarde fischiano,
Vogan, quali migranti anatre, a stuol
I dolci sogni miei, l’auree fantasime
E le speranze dall’aereo vol.
Or sì, or no, per le fredde ombre lanciano
Un canto, un grido, ahi, non più quel che un dì
Mosse la mente giovinetta, e a’ fulgidi
Vaneggiamenti dell’amor l’aprì.
3 maggio
modificaDella utilità delle faggete di Agostino Fantini (1803)
10 maggio
modificaL'Ossola di Carlo Errera (1908)
17 maggio
modificaIl libro dei morti di Alfredo Panzini (1893)
Una sentenza di Pitagora, riferita da gli antichi filosofi, dice che — nessuno, senza comando del duce, che vuol dir di Dio, si deve partire da la sua stazione ne la vita — ; significando con ciò come, anche per i credenti, essa sia triste e non valga la pena d’essere vissuta.
Ora, ai nostri tempi, vi fu un uomo credente che avea nome G. Giacomo il quale, non a malincuore, ma lietamente fece la sua scolta in questo breve periodo de la vigilia dei sensi, ed amò la vita e gli piacque di vivere.
Egli era cresciuto secondo certe massime semplici, che sono il fondamento dell’Evangelo, perdurando in quelle per più di settant’anni; ed inconsciamente le aveva contemperate con le leggi de la natura, senza che queste si trovassero in disaccordo con quelle; anzi le une si avvalorarono per virtù de le altre con felice armonia.
Ma ciò forse avvenne perchè egli fu un uomo semplice e non un filosofo; e la sua fede era troppo viva per venire a contrasto con la ragione; la quale era molto rimessa e più intenta a le piccole cose de la vita che a speculare di metafisica.24 maggio
modificaI commentari, secondo libro di Lorenzo Ghiberti
2 agosto
modificaOpen source, software libero e altre libertà di Carlo Piana (2018)
Cinquant’anni fa, la conquista della Luna fu resa possibile da un calcolatore di bordo imbarcato sull’Apollo 11, il cui programma, di circa sessantamila linee, aveva richiesto uno sforzo erculeo da parte di un gruppo di programmatori diretto da Elisabeth Hamilton, e che rappresentava un investimento che alla portata solo delle agenzie statali delle superpotenze dell’epoca.
Oggi, computer il cui sistema operativo conta più di cento di milioni di linee di codice, infinitamente più veloci di quello dell’Apollo 11, e collegati a reti di comunicazione decine di migliaia di volte più rapide di allora, sono diventati talmente banali che li portiamo in tasca, o nelle nostre borsette, e li chiamiamo semplicemente “telefoni”.
Cinquant’anni fa il codice sorgente di un programma informatico era considerato un segreto industriale ed era quasi impossibile accedervi. Oggi, il progetto Software Heritage ha già raccolto il codice sorgente di sessantacinque milioni di progetti software, corrispondente a quasi quattro miliardi di files diversi, e lo rende accessibile per tutti.
Cinquant’anni fa ogni nuovo programma richiedeva un investimento considerevole, riscrivendo praticamente da zero anche le funzioni le più elementari. Oggi praticamente tutte le imprese, dalle grandi alle start-up, si concentrano solo sulle nuove funzionalità, riusando massicciamente librerie e componenti preesistenti, risparmiando tempo e denaro.9 agosto
modificaRegolamento per il pubblico tiratoio dell'arte della lana di Prato
Questo libro è stato pubblicato in rete dalla Biblioteca Comunale di Prato |
2. È destinato esclusivamente ad uso di coloro i quali esercitano l’arte della lana nel territorio Comunale; ma potranno esservi ammessi anche gli esercenti di altri Comuni quando vi siano luoghi disponibili e non occupati dai fabbricanti e industriali pratesi.
3. Adempie allo scopo in proporzione dei mezzi di cui dispone, cioè dei locali e istrumenti onde è provvisto. Nessuna responsabilità assume per le merci che vi si introducono e per le operazioni che vi si compiono.
4. L’uso del Tiratoio è volontario per parte degli esercenti ed è sottoposto all’osservanza del presente Regolamento ed al pagamento delle tasse stabilite dalla Tariffa che ne fà parte.16 agosto
modificaSantippe di Alfredo Panzini (1914)
Quegli uomini sostarono.
Si scoprivano di lassù i corsi degli astri; si vedevano le vie del mare. Allora essi scoprirono le vie della loro anima, ed una divina esaltazione li vinse. Rivaleggiarono con gli Dei immortali: crearono quelle multiformi opere che rimangono anche oggi come modelli, e non furono mai più superate in bellezza.
Questa piccola terra fu l’Ellade: quel piccolo popolo fu il popolo ellenico. La vita che esso visse si chiamò «giovinezza»!
Ma esso visse una breve vita; esso consumò, bruciò, — per così dire, — nel giro di qualche secolo l’ardore della sua vita, cinta di rose.23 agosto
modificaL'Astronomia nell'evoluzione del pensiero di Francesco Porro (1895)
Il mio esordio sarà assai inabile: vi citerò una frase pronunciata da Enrico Ferri nella conferenza che egli tenne il mese scorso all’Associazione Universitaria Torinese, e mi terrò pago se coloro tra voi che udirono la calda e potente parola di quell’oratore mi perdoneranno di averne qui evocato il ricordo. La vostra gentilezza mi assicura dai confronti che spontaneamente si presenterebbero alla memoria di questi, e dai rimpianti degli altri.
Parlava il Ferri dell’angosciosa crisi morale che travaglia e minaccia la società nostra; con diagnosi acuta ne investigava i sintomi paurosi nella sempre crescente diffusione del delitto, della pazzia, del suicidio; ne descriveva a colori vivaci e con eloquenza di verità le funeste conseguenze nella vita privata e nella pubblica; infine, ponendosi arditamente la questione, se convenga sperare in un prossimo, sensibile miglioramento delle condizioni morali dell’umanità, mostrava di riporre grande fiducia nell’azione della scienza. Ed aggiungeva: “Non nella sterile formula della scienza per la scienza, bensì in quella più umana della scienza per la vita!„30 agosto
modificaLe stelle. Discorso letto il 5 novembre 1930 nell'Aula Magna della R. Università di Torino per la solenne inaugurazione dell'Anno Accademico di Luigi Volta (1930)
Le stelle: tema vasto ed arduo, che sarebbe vana temerità tentar di conchiudere nei limiti di un discorso.
Il titolo breve per cosa così grande vuol significare l’intenzione di provarmi — come si conviene in una occasione ed in un’aula quali queste — a tracciare solo una rapida rassegna delle maggiori fra le moderne conquiste in tal campo, delle vie che vi hanno condotto; una sintesi delle presenti cognizioni intorno al mondo siderale.
Chiedo scusa sin d’ora se dovrò fare talora dei numeri; procurerò di non farne abuso; se questi numeri saranno spesso molto grossi, così da riuscire non immediatamente espressivi, la colpa sarà delle stelle.
Copernico aveva chiesto un ben profondo atto di fede a’ suoi seguaci, se, dell’ampio giro descritto dalla terra intorno al sole, non si avvertiva la prova affannosamente cercata in una variazione annua, sia pur piccola, di prospettiva fra le stelle; queste apparivano inesorabilmente fisse le une rispetto alle altre, come pur sempre inchiodate sulla massima sfera di Eudosso e di Tolomeo.Testi successivi
modifica- Intorno ad una raccolta di termini locali attinenti ai fenomeni fisici ed antropogeografici da iniziarsi nelle singole regioni dialettali d'Italia di Cesare Battisti (1898)
- La spedizione di Sapri e la provincia di Basilicata di Decio Albini (1891)
- Chieggio ov'è Filli a Ninfe, ed a Pastori di Giovanni Carlo Crocchiante
- Elogio della città di Arezzo di Flaminio Severi (1833)
- Il Re dell'Aria di Emilio Salgari (1907)
- Della compilazione d'un codice di Jeremy Bentham (1841)
- Viaggio da Milano ai tre laghi Maggiore, di Lugano e di Como e ne' monti che li circondano di Carlo Amoretti (1817)
- Il pavimento della cattedrale di Siena
- Viaggio di un povero letterato di Alfredo Panzini (1920)
- In Valmalenco di Giuseppe Nolli (1907)
- Dell’uso de’ conduttori metallici a preservazione degli edifizi contro de’ fulmini, nuova apologia di Giuseppe Toaldo (1774)
- La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi (1895)
- Le murate di Firenze di Anonimo (1861)
- Relazione intorno al funzionamento del corpo dei pompieri San Giovanni Valdarno di Alfredo Dini (1898)
- Cosa può dire oggi la fotografia? di Autori vari (2010)
- Degli ori e dei gioielli nella esposizione di Parigi del mdccclxxviii di Alessandro Castellani (1879)
- Naufraghi in porto di Grazia Deledda (1920)
- Trento e il suo circondario descritti al viaggiatore di Francesco Ambrosi (1881)
- Le Coefore di Eschilo (458 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1921)
- Le Eumenidi di Eschilo (458 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1921)
- Agamennone di Eschilo (458 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1921)
- Antigone di Sofocle (442 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
- Risposta dell'Ingegnere Giuseppe Bruschetti all'articolo del dottor Carlo Cattaneo di Giuseppe Bruschetti (1836)
- La villa medicea di Careggi di Guido Carocci (1888)
- I sette a Tebe di Eschilo (467 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1922)
- Prometeo legato di Eschilo (V secolo a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1922)
- Edipo re di Sofocle (430 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
- I Persiani di Eschilo (472 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1922)
- Ai posteri di Francesco Petrarca (1373), traduzione dal latino di Giulio Cesare Parolari (1839)
- I pescatori di trepang di Emilio Salgari (1896)
- La Pieve di Dervio di Carlo Andreani (1898)
- Geografia fisica di Archibald Geikie (1878), traduzione di Antonio Stoppani (senza data)
- Elettra di Sofocle (V secolo a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
- Edipo a Colono di Sofocle (401 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
- Aiace di Sofocle (445 a.C.), traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
- Satiri alla caccia di Sofocle (V secolo a.C.), traduzione di Ettore Romagnoli (1926)
- Libertà d'insegnamento e libertà di studio di Francesco Gasco (1892)
- Le Trachinie di Sofocle (438 a.C.-429 a.C.), traduzione di Ettore Romagnoli (1926)
- Il ghetto di Firenze di Guido Carocci (1886)
- Trento città d'Italia per origine, per lingua, e per costumi di Benedetto Giovanelli (1850)
- Cento vedute di Firenze antica di Corrado Ricci (1906)
- Il Trentino, cenni geografici, storici, economici di Cesare Battisti (1915)
- Teoria della relatività di Paul Kirchberger (1921)
- Matematiche Fascicolo secondo di Anonimo (1838)
- Guida della montagna pistoiese di Giuseppe Tigri (1878)
- Matematiche Fascicolo terzo di Anonimo (1839)
- Sulle ferrovie proposte per la congiunzione delle linee Palermo-Girgenti e Catania-Licata di Sebastiano Mottura (1878)
- Matematiche Fascicolo quarto di Anonimo (1840)
- La festa dello statuto in Pistoia
- Protesta del popolo delle Due Sicilie di Luigi Settembrini (1848)
- Paolina
- Il Caso di Adriano Tilgher (1939)
- Il mistero del poeta di Antonio Fogazzaro (1896)
- Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana di Giuseppe Grassi (1821)
- Un dramma nell'Oceano Pacifico di Emilio Salgari (1895)
- Dal profondo di Ada Negri (1910)
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