Wikisource:Testo in evidenza/Archivio/2012

4 gennaio: Scarica in formato ePub   Georgiche   di Publio Virgilio Marone (I secolo a.C.), traduzione dal latino di Clemente Bondi (1801)
4 marzo: Scarica in formato ePub Iliade
11 marzo: Scarica in formato ePub   Atti  di Parlamento italiano (1861)
18 marzo: Scarica in formato ePub   Disputa sull'idea del commercio   di Gian Domenico Romagnosi (1827)
25 marzo: Scarica in formato ePub Medea
1 aprile: Scarica in formato ePub   Guida di Pompei illustrata   di Francesco Morlicchio (1901)
8 aprile: Scarica in formato ePub   Pastor Aeternus   di Papa Pio IX (1870), traduzione dal latino di L'Unità Cattolica (1870)
15 aprile: Scarica in formato ePub Odissea
22 aprile: Scarica in formato ePub   Statuto albertino  di Regno di Sardegna (1848)
29 aprile: Scarica in formato ePub   Lezioni elementari di numismatica antica   di Joseph Hilarius Eckhel (1787), traduzione dal tedesco di Felice Caronni (1808)
6 maggio: Scarica in formato ePub   Le rane   di Aristofane (405 a.C.), traduzione dal greco di Bartolomio Rositini, Pietro Rositini (1545)
13 maggio: Scarica in formato ePub   Le pitture notabili di Bergamo   di Andrea Pasta (1775)
20 maggio: Scarica in formato ePub   Nostis et nobiscum   di Papa Pio IX (1849), traduzione dal latino di Anonimo (1850)
27 maggio: Scarica in formato ePub   Gerusalemme liberata   di Torquato Tasso (1581)
3 giugno: Scarica in formato ePub   Capitolato annesso alla Convenzione fra il Regno di Sardegna e le Ferrovie Lombardo-Venete e dell'Italia Centrale  di Regno di Sardegna (1860)
10 giugno: Scarica in formato ePub   L'imperatore Diocleziano e la legge economica del mercato   di Angelo Messedaglia (1866)
17 giugno: Scarica in formato ePub   La tempesta   di William Shakespeare (1611), traduzione dall'inglese di Andrea Maffei (1869)
24 giugno: Scarica in formato ePub   Carrozze a vapore per le strade ordinarie   di Anonimo (1836)
1 luglio: Scarica in formato ePub   Vita del glorioso martire s. Secondo   di Anonimo (1823)
8 luglio: Scarica in formato ePub   Myricae   di Giovanni Pascoli (1891)

15 luglio modifica

 

     Decreto approvante modificazioni alla concessione per la strada di ferro da Napoli a Nocera   di Regno delle Due Sicilie (1838)

Napoli, 3 Febbrajo 1838.

FERDINANDO II. PER LA GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME ec. DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec. ec. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA ec. ec. ec.

Veduti il real decreto de’ 19 di giugno 1856 e gli annessi capitoli di concessione fatta al Signor Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie per costruire una strada di ferro da Napoli a Nocera e Castellammare, del pari che il foglio di modificazioni unite parimente allo stesso real decreto;

Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato degli affari interni;

Udito il nostro Consiglio ordinario di Stato;

Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue.

Art. 1. Approviamo i patti contenuti ne’ sei articoli di modificazioni a’ primitivi capitoli di concessione per la strada di ferro da Napoli a Nocera con un ramo per Castellammare annessi al nostro real decreto de’ 19 di giugno 1856.

I detti sei articoli di modificazioni sono uniti al presente decreto.


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22 luglio modifica

 

     Importante scoperta del famoso tarèno di Amalfi    di Matteo Camera (1872)

Era riserbato a’ nostri giorni lo scoprimento del tanto raro e famigerato tarèno o tarì di Amalfi, invano da più secoli premurosamente ricercato dagli archeologi italiani e stranieri. Il solo nome di esso nummo ci richiama alla mente la grandezza dell’antica Amalfi, un dì famosa per ricchezze e mercatura, per giurisprudenza civile e marittima, e per la felice applicazione de’ fenomeni magnetici ai bisogni de’ grandi viaggi di mare.

Volgono oramai parecchi anni, da che fortunatamente scoprimmo questa singolarissima moneta patria, che gelosamente serbiamo qual inestimabile gioiello. Essa fu rinvenuta per avventura nella stessa Amalfi, scavandosi ivi il terreno presso le fondamenta di un vecchio e diruto edifizio.

Ineffabile fu la gioia che ne provammo in veder al fine dopo tanti secoli restituita dalle tenebre alla luce questa moneta cotanto rara e creduta finora siccome l’araba fenice! Non ebbe forse a gioire tanto Cicerone nel rinvenire la tomba di Archimede, quanto noi in tal inaspettato rincontro.


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29 luglio modifica

 

     Agamennone    di Vittorio Alfieri (1783) è una tragedia che narra di Egisto che vuole vendicare i soprusi compiuti a suo padre Tieste dal padre di Agamennone, Atreo. Agamennone viene ucciso da sua moglie Clitennestra, innamorata di Egisto.

Egisto

A Che m’insegui, o sanguinosa, irata
D’invendicato Padre orribil’Ombra?
Cessa,... mi lascia,... và; le Stigie rive,
Vanne, Tieste, ad abitar ritorna.
Tutte ho in sen le tue Furie; entro mie vene
Scorre pur troppo il sangue tuo; nè forza
É ch’io ti veggia a rimembrarlo: Figlio
D’incesto, il so, nato a delitti io sono-
So, che il superbo Agamennòn da Troja
Riede in Argo di gloria, e orgoglio carco.
Io quì l’aspetto entro sua Reggia: ei torni;
Sarà il Trionfo suo breve, tel giuro.
Guida è vendetta ai passi miei: vendetta
D’ogni intorno mi suona al cor; l’avrai;
S’appressa il tempo; placati; più d’una
Vittima avrai, Tieste: a gorghi il sangue
D’Atreo berai: ma, pria che il ferro, l’arte
Conviemmi oprar: solo, ed inerme incontro
A Re possente stò: poss’io, se in petto
L’odio, e il furor non premo, averne palma?


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5 agosto modifica

 

     Giuramento    di Ippocrate (Antichità), traduzione dal greco di Anonimo (1859)

Giuro per Apollo medico, per Esculapio, per Igea e per Panacea e per gli Dei tutti e le Dee, facendoli testimoni di adempire esattamente, secondo mia forza e intelligenza, questo giuramento e questa scritta. Pari a miei genitori stimerò chi mi imparava quest’arte; gli sarò compagno di vita; e se privo del bisognevole gliene farò parte; i suoi figli considererò come fratelli germani, e se ameranno apprendere quest’Arte io la insegnerò senza mercede od accordo. — Del precetto, delle istruzioni segrete, e di tutta la restante dottrina farò parte a’ miei figliuoli e a quelli del mio maestro, e ai discepoli inscritti e giurati nella Legge Medica; e non ad alcun altro. — Delle regole di vitto userò pel vantaggio dei malati, giusta il mio potere e giudizio, impedendo qualsia nocumento ed ingiuria. — A veruno che ne chieda porgerò medicina mortifera, nè proporrò consiglio tale; egualmente non darò a femmina alcun suppositorio corrompitore.

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12 agosto modifica

 

     Solenni funerali di Pio papa ottavo    di Luigi Amat di San Filippo e Sorso (1831)

La perdita immatura del Sommo Pontefice PIO VIII, la quale fu pianta da tutta Roma e dai Fedeli dell’Universo, non poteva non essere vivamente sentita dal ragguardevole Personaggio, che aveva l’onore e la sorte di rappresentarlo con pubblico carattere in Napoli.

Sentimenti dunque di gratitudine, di venerazione e di esemplare pietà mossero Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor D. Luigi Amat, de’ Marchesi di S. Filippo e Sorso, Arcivescovo di Nicea, Abbate Commendatario di S. Michele di Salvenero, e di S. Maria di Cea, Nunzio Apostolico presso Sua Maestà il Re del Regno delle due Sicilie, a celebrarne con solenne pompa i funerali, come aveva fatto in morte del Papa Leone XII.

La lugubre cerimonia ebbe luogo li 23 dicembre dello cadente 1830 nella bella Chiesa di S. Giacomo degli Spagnuoli, immediatamente soggetta alla Santa Sede; ed al valente architetto Signor D. Raffaello Cappello fu affidata la cura di decorarla con quello splendore, che all’altissima dignità rispondesse dell’augusto defunto.


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19 agosto modifica

 

     Saggio di rime devote e morali    di Marianne Santini (1788)

Tosto che, Nobilissima Dama, noi prima da noi stessi, appresso per avviso di giudiziosi Amici, risolvemmo di pubblicar colle stampe un saggio delle Rime di Marianne nostra madre, quelle volendo ad alcun dedicare, subito ci corse all’animo l’Illustre Persona vostra, verso la quale tanto di ossequio professiamo, quanto ce ne detta il debito, che moltissimo è, e la quale così l’Autrice mentre che visse, come gli studj suoi ch’eranvi cari, con singolar mercè dimostraste. Somigliante onore già procurammo alle Opere d’Alessandro suo Consorte, a personaggi indirizzandole in amplissima dignità costituiti. Non dovrebbe destar meraviglia in veruno se vede da’ figliuoli al buon nome, e decoro de’ lor genitori con quel più che si può d’attenzion, procurarsi. Tuttavolta siccome ci troviamo in tempi assai difficili, però se vi saran di quelli che non sapendo biasimare un tal fatto di per sè onestissimo, pur commendare non ci vorranno, nondimeno sappiano questi che in pace il si porterà da noi, contenti del bene operato; e qualora queste nostre determinazioni a Voi tornare in grado veggiamo.

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26 agosto modifica

 

     Convenzione per eseguimento di lavori ferroviari nel Veneto   di Regno d'Italia (1866)

Urgendo di procedere, nell’interesse generale dello Stato, sotto il rapporto militare e politico allo stabilimento di una strada ferrata dal Po a Rovigo allo scopo di congiungere le linee dell’Italia centrale colla rete Veneta e di assicurare il più sollecito ristauro delle linee esistenti nel territorio veneto, il Ministro dei Lavori pubblici, dopo aver proceduto sui luoghi ad apposita ricognizione in concorso coi Rappresentanti della Società dell’Alta Italia, addivenne ad accordi preliminari per affidare alla Società medesima l’eseguimento degli anzidetti lavori sotto determinate condizioni.

Allo scopo di far constare delle prese intelligenze fu ordinata la redazione del presente atto, che il signor Ministro dei Lavori pubblici, a nome dello Stato, ed i signori cavaliere Giulio Daigremont, direttore della costruzione e della manutenzione delle ferrovie dell’Alta Italia, e cavaliere Paolo Amilhau, direttore dell’esercizio delle ferrovie medesime, espressamente delegati dal Consiglio d’amministrazione della Società per atto del 21 corrente, dichiarano debba aver forza di formale contratto obbligatorio per le due Parti contraenti, salve le ratifiche ed approvazioni come infra.


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2 settembre modifica

 

     L'Effigie di Roma    di Adolf Klügmann (1879)

Un profondo sentimento di gratitudine verso l’Instituto di corrispondenza archeologica mi consiglia a festeggiare il suo cinquantesimo anniversario con questo mio tenue lavoro, il quale, avendo per soggetto i monumenti più antichi della personificazione di Roma, ho creduto essere il meglio adatto alla circostanza.

Non parlerò che di poche monete del tempo della repubblica, alle quali però farò precedere, quasi come proemio, una di città italo-greca; ma essendochè quelle monete romane fanno parte di classe molto ricca e svariata di monumenti, così il tema non potrà essere svolto se non avuto riguardo a tutta quella classe. Chi conosce l’ampiezza e la fertilità dell’indicato campo, scuserà più facilmente il giro un po’ lungo di qualche osservazione.


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9 settembre modifica

 

     Macbeth    di William Shakespeare (1605-1608), traduzione dall'inglese di Andrea Maffei (1863), è una tragedia in cinque atti che narra del nobile Macbeth, il quale cerca di ottenere il trono scozzese uccidendo il re Duncan.

Nulla di più grande nè di più terribile del Macbeth di Guglielmo Shakespear seppe creare la musa tragica dopo l’Eumenidi di Eschilo. Così giudicava il primo de’ critici alemanni A. W. Schlegel. Poche pagine d’un’antica cronaca scozzese ne ha fornito al poeta l’argomento. Si legge in essa, che regnando in Inghilterra Odoardo il Confessore, ebbe la Scozia un re di nome Duncano, il cui stato fu sconvolto da guerre esterne e da interne ribellioni; e che un Macbeth, valente capitano, debellò così gl’interni come gli esterni nemici di questo re; che tornando il Macbeth da una vittoria si avvenne in parecchie streghe, dalle quali fu predetto e salutato re futuro di Scozia; e che, traviato dal vaticinio, adescò nel proprio castello Duncano e lo uccise mentre dormiva, e postasi in capo la corona usurpata, diventò tiranno atrocissimo; finchè caduto in abominio dei soggetti, perdette il regno e la vita.

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16 settembre modifica

 

     Alcuni opuscoli filosofici    di Benedetto Castelli (1669)

I
N quale stima siano appresso i professori di lettere le Opere del Dottissimo Padre Abbate D. Benedetto Castelli, Discepolo dell’ammirabile Galileo, non fà di mestieri, ch’io vi faccia manifesto, cortesi Lettori; essendo notissimo à tutta Europa, che la felice memoria di Papa Urbano Ottavo, il cui giudicio intorno alle persone virtuose era veramente esquisito, non sì tosto vide i pochi fogli, in cui questo maraviglioso ingegno spiegò con tanta chiarezza la non mai fin’allora osservata Misura delle acque correnti, che ne formò il concetto, che meritava l’Autore, e con giusto premio lo dichiarò Matematico Pontificio. Onde egli colla stanza, che fermò in Roma, ebbe in varie occasioni à scrivere le presenti Operette. Le quali con quanto desiderio siano state ricercate da’ Letterati, con quanto applauso accolte, e con quanta ansietà copiate, e ricopiate, altro testimonio non voglio, che l’Università de gli Studiosi, che anno gareggiato continuamente trà loro nel leggerle, e nel trascriverle.

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23 settembre modifica

 

     Editto sopra la Musica    di Gaspare Carpegna (1698)

Ncorché da’ Sacri Canoni, e diverse Ordinationi Apostoliche, e particolarmente di quelle della sa. me. d’Alessandro VII. sotto li 23. di Aprile 1657. che incomincia Piæ sollicitudinis Studio nel Bollario tom. 6. constitutione 36. E dall’Editti della Sacra Visita, e particolarmente da quello emanato sotto li 30. Luglio 1667. & altri nostri Editti precisamente quello publicato d’Ordine espresso della Santità di Nostro Signore à 3. Settembre 1678. si prescriva il modo da tenersi nelle Musiche, che si fanno in tutte le Chiese di quest’alma Città di Roma, in ogni modo con sommo nostro dispiacere ci è stato riferito, che poco, ò niente s’osserva di quanto è stato sù questo altre volte come di sopra giustamente disposto.

Che però volendo noi, come siamo tenuti per obligo del nostro Officio togliere simili inconvenienti, e rimettere il tutto nella primiera, e dovuta osservanza, per ordine speciale datoci sopra di questo da Nostro Signore habbiamo fatto il presente Editto, col quale rinovando primieramente quanto è stato sopra a ciò ordinato, & inherendo à detti ordini, e quelli confermando, di nuovo commandiamo.


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30 settembre modifica

 

     Primi poemetti    di Giovanni Pascoli (1907)

Maria, dolce sorella: c’è stato tempo che noi non eravamo qui? che io non vedevo, al levarmi, la Pania e il Monte Forato? che tu non udivi, la notte, il fruscìo incessante del Rio dell’Orso? Il campaniletto di San Niccolò, bigio e scalcinato, che mi apparisce tra i ciliegi rosseggianti de’ loro mazzetti di bacche, e i peri e i meli; quel campaniletto, c’è stato tempo in cui non lo sentivamo annunziare la festa del domani? Din don... Din din don Din din don... Non fu quel prete smunto e cereo, che viene su per la viottola col breviario in mano, non fu esso il rettore che ci battezzò? non era Mère il buon contadino che ci rallegrava fanciulli col suo parlare a scatti, coi suoi motti e proverbi curiosi? «Il cane fa ir la coda, perchè non ha cappello da cavarsi»: ecco una sua osservazione sottile a proposito del nostro Gulì.

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7 ottobre modifica

 

     Decreto che approva la Convenzione per la costruzione e l'esercizio di un tronco di strada ferrata da Pontelagoscuro a Rovigo e da Rovigo a Padova   di Regno d'Italia (1866)

In virtù dell’autorità a Noi delegata;

Viste le Leggi 1° maggio 1866, n° 2872, e 28 giugno 1866, n° 2987; [...]

Vista la deliberazione presa dal Consiglio d’Amministrazione della Società ferroviaria dell’Alta Italia in seduta del 31 luglio corrente colla quale vengono per parte della Società a termini della riserva fatta nell’articolo 16 di detta Convenzione, ratificati gli stipulati accordi;

Sulla proposta dei Nostri Ministri Segretari di Stato dei Lavori pubblici, della Guerra, delle Finanze, di Grazia e Giustizia;

Sentito il Consiglio dei Ministri; [...]

Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. ― È approvata l’annessa Convenzione conchiusa nel 28 luglio 1866 fra il Nostro Ministro dei Lavori pubblici e la Società ferroviaria dell’Alta Italia per la costruzione e l’esercizio entro quattro mesi dalla data predetta di un tronco di strada ferrata da Ponte-Lagoscuro a Rovigo con ponte provvisorio sul Po, e per l’eseguimento immediato delle opere provvisorie occorrenti per riattivare il servizio delle strade ferrate nel territorio veneto state interrotte per danni cagionati in dipendenza della guerra.


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14 ottobre modifica

 

     Nuovi poemetti    di Giovanni Pascoli (1909)

IL PITTIERE
I

Oh! tutti i giorni e tante volte al giorno
s’erano visti! L’uno era in orecchi
sempre che udisse spittinire intorno.

E s’ei tornava a casa con due stecchi
o due vincigli, l’altro lo seguiva
da ramo a ramo. Erano amici vecchi.

Ma oggi, tutto maraviglia viva
nel petto rosso, l’uno alzava a scatti
la coda al dosso di color d’uliva.

Parea dicesse: — O dunque fa di fatti!? —
Ora alïava in terra tra lo sfagno,
ora volava in cima a gli albigatti.

Con gli occhi tondi aperti sul compagno
molleggiava sul cesto e su l’ontano.
L’altro sedeva al calcio d’un castagno,

con una vetta e un coltelluccio in mano...


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21 ottobre modifica

 

     Rime    di Cino Rinuccini (XIV secolo)

Venuto sono or uom di duro sasso
     Per la fe ch’a Amor porto; e dentro al core
     Non parla altri se non il mio signore,
     Che di lei ragionando tiemmi a spasso.

Così senza pensier la vita passo,
     Mia fortuna obliando e ’l mio dolore,
     Nè penso altro che perla, rosa o fiore
     Con che s’adorni; e così qui trapasso.

Ond’io ringrazio te, serena Dea,
     Che scendesti dal ciel sol per conforto
     Di chi riguarda il tuo vezzoso viso.

E poi ringrazio Amore, che d’uom morto
     Fatto m’ha vivo, per la fe ch’avea
     Fitta in mio cor di voi, di paradiso.


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28 ottobre + 9 dicembre modifica

 

     Le Vicinie di Bergamo    di Angelo Mazzi (1884)

L’argomento, che imprendo a trattare, non è che lo svolgimento di quel brevissimo cenno che si trova nella Storia del Diritto Italiano del Pertile, dove, dopo essersi passate in rassegna tutte le magistrature del Comune, si avverte: «Oltre alle quali — ve ne aveva pei singoli quartieri, o per le diverse parrocchie, la cui missione era principalmente la tutela degli interessi del proprio riparto, la locale polizia e la denunzia dei delitti che vi venivano commessi». Che fossero le Vicinie, dette altrove parochiae, come a Milano ed a Novara, ovvero capellae, come a Pisa; qual parte avessero nell’ordinamento della nostra città; come esercitassero le loro funzioni, mi parve dovesse essere una ricerca tanto più interessante, per questo, che fra noi, s’io non erro, non vi fu alcuno che particolarmente si occupasse di un tale subbietto, e il nome stesso sia diventato quasi un enimma, sebbene le Vicinie, quali organi della amministrazione cittadina, non abbiano cessato di esistere che coi mutamenti avvenuti nel nostro paese sulla fine del secolo scorso.

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4 novembre + 2 dicembre modifica

 

     Capitoli di concessione per la strada di ferro da Napoli a Nocera   di Regno delle Due Sicilie (1836)

De’ 19 di Giugno 1836.

Art. 1. Il Sig. Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie ingegnere francese, e sua compagnia, è autorizzato ad eseguire una strada di ferro da Napoli a Nocera, che passerà per Portici, Torre del Greco, e Torre dell’Annunziata, con un ramo per Castellamare, coll’obbligo di compiere fra lo spazio improrogabile di anni quattro, a meno che non venga impedito da forza maggiore, o da fatto indipendente dal concessionario, tanto il tronco principale, quanto il detto ramo, e colle altre condizioni espresse ne’ seguenti articoli.

2. La strada di ferro non occuperà in menoma parte le strade comuni esistenti che menano a Nocera ed a Castellamare; potrà però attraversarle, ma sarà tenuto a far ciò in modo che lasci la libertà al commercio di valersi pel passaggio, come pe’ trasporti di qualsivoglia natura, o delle strade comuni, o delle nuove di ferro. Sarà lasciato del pari libero il passaggio per le strade traverse, che quella di ferro potrà intersecare; nè quest’ultima potrà attraversare l’antica città di Pompei.


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11 novembre + 25 novembre modifica

 

     Pensieri e discorsi    di Giovanni Pascoli (1914)

È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sè lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell’età giovanile forse così come nella più matura, perchè in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell’angolo d’anima d’onde esso risuona.

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18 novembre modifica

 

     Convenzione concernente l’assunzione, la costruzione e l’esercizio delle ferrovie nel Regno Lombardo-Veneto   di Impero Austriaco (1856)

Allo scopo di compiere, nell’interesse del Commercio, al più presto possibile la rete delle Strade ferrate del Regno Lombardo-Veneto e di semplificare possibilmente l’esercizio e l’amministrazione delle Strade di ferro, appartenenti all’I. R. Erario e formanti parte della rete medesima, venne conchiusa fra gl’II. RR. Ministri delle Finanze e del Commercio da una parte, ed i Signori [...] d’altra parte, sotto riserva della Sovrana approvazione di S.M.I.R.A., la seguente convenzione:

Art. 1 L’I.R. Erario cede ai detti signori le II. RR. Strade ferrate dello Stato situate nel Regno Lombardo-Veneto con tutte le loro pertinenze, si mobili che immobili, eccettuandone soltanto quel tronco che partendo da Verona s’inoltra verso il Titolo meridionale, onde abbiano ad esercitarle ed usufruttuarle per la durata di 90 anni.

Art. 2. Col diritto all’esercizio ed usufrutto delle II. RR. Strade ferrate Lombardo-Venete vengono pure ceduti ai surripetuti Signori, tutti i diritti ed obblighi dell’Erario verso terze persone, in quanto codesti diritti ed obblighi sieno inerenti all’esercizio ed usufrutto delle dette strade, o connessi al terreno sul quale sono situate, oppure consistano finalmente nell’obbligo di manutenzione e costruzione di ponti, strade e consimili.


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16 dicembre modifica

 

     Decreto e capitoli di concessione perché la strada ferrata da Napoli a Nocera sia prolungata per Sanseverino ad Avellino   di Regno delle Due Sicilie (1846)

FERDINANDO II. PER LA GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME ec. DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec. ec. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA ec. ec. ec.

Veduti i nostri reali decreti de’ 19 di giugno 1836 e de’ 3 di febbrajo 1838, co’ quali accordammo al Signor Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie concessione di costruire a sue spese, rischi e pericoli una strada dì ferro da Napoli a Nocera e Castellammare, con facoltà di prolungarla cogli stessi patti e condizioni verso Salerno, Avellino ed altri siti; [...]

Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue.

Art. 1. Approviamo che il Signor Cavaliere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie, ingegnere francese, ora prolunghi secondo la sopraddetta facoltà già concedutagli, a sue spese, rischi e pericoli la strada di ferro da Napoli a Nocera, proseguendola con un nuovo tronco da Nocera stessa per Sanseverino ad Avellino, ed a condizione che egli debba terminarla tra anni quattro.


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23 dicembre modifica

 

     Circolare concernente i procedimenti penali per contraffazioni delle opere dell’ingegno    di Giuseppe Zanardelli (1881)

Per tutelare anche con sanzioni penali i diritti spettanti agli autori delle opere dell’ingegno, la legge 25 giugno 1865, n. 2337, stabilisce nell’articolo 30 che «la pubblicazione abusiva o la contraffazione di un’opera, consumata in uno dei modi indicati nell’articolo 29 della legge stessa, è punita con multa che può estendersi sino alle lire 5000, salvo il risarcimento dei danni ed interessi, e salve le pene maggiori nei casi di furto o di frode secondo le leggi penali.»

Non ostante questa disposizione legislativa, si muovono da ogni parte continui e vivi reclami per le molte e svariate contraffazioni che vanno ripetendosi con frequenza sempre maggiore, e che attestano come la proprietà letteraria non sia ancora presso di noi tenuta in quel rispetto al quale ha incontestabile diritto. È noto anzi che, per avvisare ai modi più efficaci di impedire tali abusi, molti letterati ed editori si riunirono più volte in congressi, per mezzo dei quali indirizzarono al Governo collettive e ragionate domande.


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30 dicembre modifica

 

     Rito ed uso delle cere sagre volgarmente chiamate Agnus Dei  

Antichissimo nella chiesa Romana è il rito di benedirsi, e consagrarsi dai Sommi Pontefici quelle forme di Cera, che Agnus Dei volgarmente si appellano. Nell’ordine Romano, il quale per sentimento degli Eruditi è più antico dell’ottavo secolo, si accenna tal Rito, e nel Ceremoniale della Chiesa di Roma si prescrive la materia, e la forma della mentovata consagrazione, la quale è piena di sagre, e misteriose significazioni.

Formansi gli Agnus Dei di Cera bianca, pura, e vergine per dinotare l’Umana natura assunta da Gesù Cristo per opera sola, e virtù Divina nell’utero purissimo di Maria Vergine senza veruna infezione di colpa. S’imprime in detta Cera la figura di un’Agnello, simbolo di quell’innocentissimo Agnello, che per l’umana riparazione si sagrificò su la Croce. Si fa uso dell’acqua, elemento segnalato da Dio nell’antica, e nella nuova alleanza con molti prodigj e misterj. S’infonde in essa il balsamo, nel qual simboleggiasi il buon’odore di santità che sparger deve il Cristiano nella sua conversazione, e costumi.


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