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DIL — 309 — DIN


Dilucidazioni. s. f. Il dilucidare, spiegazione: dilucidazione.

Diluenti. add. T. med. Atto a rendere più fluidi, più dolci gli umori: diluente. || s. Medicamento che diluisce: diluente.

Diluiri. v. a. T. med. Render più fluidi gli umori del corpo animale: diluire.

Dilungamentu. s. m. Il dilungare: dilungamento.

Dilungari. v. a. Allungare, distendere; prolungare, differire: dilungare. || rifl. fig. Dipartirsi dalle materie che si tratta: dilungarsi. P. pass. dilungatu: dilungato.

Dimannari e derivati. V. dumannari.

Dimensioni. s. f. Estensione d’un corpo considerato come misurabile: dimensione.

Dimenticanza. s. f. Il dimenticarsi: dimenticanza.

Dimenticari. v. a. e rifl. Uscir dalla mente, smarrir la memoria delle cose e s’usa là dove abbia principal parte l’intelletto: dimenticare; ov’entri affetto: scordare. V. scurdarisi. P. pass. dimenticatu: dimenticato.

Dimenticatu. add. Che facilmente dimentica: dimentico, dimenticone.

Dimèritu. V. demeritu.

Dimèsticu. V. domesticu.

Dimèttiri. v. a. Lasciare, abbandonare: dimettere (Mort.).

Dimezzari. v. a. Divider per mezzo: dimezzare. || Per sminzari V.

Diminticari. V. dimenticari e derivati.

Diminuiri. v. a. e intr. ass. Ridurre e ridursi a meno: diminuire. P. pass. diminuitu e diminujutu: diminuito.

Diminutivu e Diminuitivu. add. Che diminuisce: diminutivo. || T. Gram. Voce che esprime diminuzione: diminutivo.

Diminuzioni. s. f. Il diminuire: diminuzione.

Diminzari. V. dimezzari.

Dimissionariu. add. Colui che si è dimesso o sia stato dimesso dall’ufficio: dimissionario (Manca ne’ Vocabolari accreditati).

Dimissioni. s. f. Il rilasciare: rilascio. || Il licenziare o licenziarsi da un ufficio: dimissione.

Dimissu o Dimisu. add. Umiliato, rintuzzato: dimesso. || Abbandonato o amareggiato o messo al basso: dimesso. || Degradato, privato d’impiego: dimesso.

Dimiti. (Mal. e Pasq.) V. spassu V. mminzigghiu.

Dimòniu. s. m. Genio potente al bene e al male: demonio, dimonio. || è un dimoniu, dicesi di chi fa prove grandi d’ingegno o di forza: è un demonio. || Prov. lu dimoniu è suttili e fila grossu V. diavulu, e così per altri. || lu dimoniu fa fari lu mali e poi lu scummogghia: il diavolo insegna rubare, ma non nascondere. || lu dimoniu sapi assai pirchì è vecchiu: il diavolo è cattivo perchè è vecchio. || undi si fa nova chiesa lu dimoniu ci fa accantu la cappella, non è cosa che si faccia senza che il diavolo ci ponga la coda: Dio non fa mai chiesa, che il diavolo non ci fabbrichi la sua cappella. || lu dimoniu ti pò tintari ma no precipitari: il diavolo può tentare ma non precipitare. || dimoniu a menz’aria, irresoluto: esser a mezz’aria.

Dimuniazzu. vegg. Demoniaccio.

Dimunieddu. dim. Demonietto.

Dimuniicchiu. V. dimunieddu.

Dimura. s. f. Luogo dove si dimora: dimora (A. V. ital. dimura. Brun. Latini). || Tardanza, indugio: dimora. || ogni dimura è vintura V. sedi sedi ca vintura ecc.

Dimuramentu. s. m. (Pasq.). Il dimorare: dimoramento.

Dimuranza. V. dimura. (A. V. ital. dimoranza).

Dimuranzedda. s. f. dim. Dimoranzuola.

Dimurari. v. intr. Star fermamente in un luogo: dimorare. P. pres. dimuranti: dimorante. P. pass. dimuratu: dimorato V. addimurari.

Dimuratizzu. V. addimuratizzu.

Dimurata. s. f. Il dimorare: dimora.

Dimustrabbili. add. Che si può dimostrare: dimostrabile. Sup. dimustrabbilissimu: dimostrabilissimo.

Dimustramentu. s. f. Il dimostrare, indizio: dimostramento.

Dimustranza. s. f. Dimostramento: Dimostranza (benchè sia A. V.).

Dimustrari. v. a. È più di mostrare, bisognando far visibili le relazioni che corrono tra le varie cose, provare: dimostrare. P. pres. dimustranti: dimostrante. P. pass. dimustratu: dimostrato.

Dimustrata. V. dimustramentu.

Dimustrativa. s. f. Facoltà di dimostrare: dimostrativa.

Dimustrativamenti. avv. Con dimostrazione: dimostrativamente.

Dimustrativu. add. Che dimostra: dimostrativo. || Aggiunto di una delle tre parti dell’eloquenza, che dimostra il biasimo o la lode: dimostrativo. || T. gram. Que’ pronomi che servon a dimostrar una cosa: dimostrativo.

Dimustraturi –trici. verb. Chi o che dimostra: dimostratore –trice.

Dimustrazioni. s. f. Il dimostrare: dimostrazione. || Serie d’argomenti che provano necessariamente: dimostrazione. || Lustre, apparenza, finzione: dimostrazione. || Le lezioni che danno gli anatomisti esponendo sotto gli occhi le parti del corpo: dimostrazione. || Manifestazione pubblica che fa il popolo o gridando o con altro, contro o a favore di un principio, d’un governo: dimostrazione.

Dinàmica. s. f. Scienza delle forze o delle potenze che muovon un corpo: dinamica.

Dinarazzu. pegg. di dinaru: danajaccio.

Dinareddu. dim. di dinaru: danarino, danaruzzo, danajuolo. || Detto dell’uovo gallato V. tirdinareddu.

Dinaru. s. m. Era la sesta parte del granu: danaro, picciolo. || Moneta: danaro, danajo, denaro. || Prov. lu dinaru è lu nervu di la guerra: il danaro è il nerbo di tutti i mestieri. Che i Francesi dicono: l’argent fait la guerre || fari così pri dinari, lasciarsi corrompere, o far cose a pagamento: far checchessia per danaro, a prezzo. || Peso contenente la 24ª parte dell’oncia: danajo, danaro. || Misura d’acqua, 16ª parte della zappa V. || essiri cunusciutu comu lu malu dinaru, esser conosciuto per tristo da tutti. || cui havi danari nun pò essiri ’mpisu, così è la società fatta fin ora: chi ha danari ed amici si fa beffe della giustizia. || i dinari fannu cantari l’orvi, il danaro fa far tutto: i danari fan cantare i ciechi. || littra mi mandi e littra ti mandu, manda dinari si voi lu pannu o senza dinari nun si canta missa, o