Nuovo vocabolario siciliano-italiano/NO
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No. avv. di negazione: no. || Talora si usa a mo’ di nome p. e. il no. || diri di no, negare: dir no o di no. || no sai, modo di minacciare: non ve’.
Nòbbili. s. m. Persona appartenente alla nobiltà: nòbile.
Nòbbili. add. Ragguardevole, degno: nòbile. || Che appartiene alla casta della nobiltà: nobile. Sup. nobbilissimu: nobilissimo.
Nobbilicchiu. vilif. di nobbili: nobiluzzo.
Nobbiliscu. add. In modo nobile, alla foggia dei nobili: nobilesco. || a la nobbilisca, posto avv. vale nobilmente: alla nobilesca.
Nobbilitari. v. a. Render nobile: nobilitare. || Detto di cosa, abbellire, adornare: nobilitare. P. pass. nobbilitatu: nobilitato.
Nobbilitati. V. nobbiltà.
Nobbilitaturi. verb. Chi o che nobilita: nobilitatore.
Nobbilitusu. add. Che nobilita.
Nobbilizza. s. f. Nobiltà: nobilezza (ma è V. A).
Nobbilmenti. avv. In modo nobile: nobilmente.
Nobbilottu. dim. di nobbili.
Nobbiltà. s. f. Bontà, chiarezza, dignità, generosità: nobiltà, nobiltade, nobiltate. || L’eccellenza, il valore di checchessia: nobiltà. In addietro si dava questo nome a certi tessuti di seta. || Nelle società in cui i meriti sono convenzionali ed ereditari, anzichè reali e personali, è una classe di uomini distinti da altri uomini per casuali nomi o titoli, oggi vanitosi, ma di più o meno odiose antiche origini: nobiltà. || L’appartenere a tale casta: nobiltà. || Prov. la prima nobbiltà è la santità è qualche cosa di meno vana ed antisociale dell’aristocrazia. || la vera nobbiltà divi essiri accumpagnata di l’onestà, ma può essere onesto chi vanamente si crede superior agli altri? || la nobbiltà pocu si prezza si cci manca la ricchizza, e più ridicola: la nobiltà poco si prezza, se vi manca la ricchezza.
Nobbiluni. accr. di nobbili.
Nocca. V. cullana. || V. nnocca.
Nocevuli. V. nucevuli.
Nocimentu. (Scob.) s. m. Il nuocere: nocimento.
Nòciri. v. a. Far danno, far male: nuòcere. || mi noci, vale anche mi dà fastidio. E farisi nociri, rendersi increscioso. P. pass. nuciutu: nociuto.
Nocivu. V. nucivu.
Nocumentu. s. m. Il nuocere: nocumento.
Nocumintuzzu. dim. di nocumentu: nocumentuccio.
Nodu. V. gruppu.
Noja. s. f. Disgusto nato da ripetizione o durata d’impressione spiacevole o simile: noja; se più forte: fastidio, tedio. || Quando è principio di turbamento o dolore: molestia.
Nojari. V. annujari.
Nojusu. V. nujusu.
Nolèggiu. V. nulìggiu e così i derivati.
Noli-me-tàngriri. T. bot. Erba. V. sensitiva.
Nòlitu. s. m. Pensiero, fantasia, ghiribizzo: capriccio, grillo. || Per seccatura.
Nolitusu. V. nulitusu.
Nolu. s. m. Il pagamento del porto delle mercanzie o altro portato dai navilii; si dice pure per l’affitto d’una cosa: nolo. || a nolu, pigliata a prezzo e per tempo determinato, per restituirla: a nolo. || Prov. è cchiù lu nolu ca la mircanzia, quando una cosa non val la pena dell’acquisto: è più la spesa che l’impresa, è più lo scapito che il guadagno.
Nomenclatura. s. f. Nominazione, ordine o serie di nomi o vocaboli: nomenclatura.
Nòmina. V. nnomina.
Nominandu. add. Che è da nominarsi.
Nominari. V. nnuminari.
Nominatamenti. avv. A nome, per nome, ad uno ad uno: nominatamente. || Particolarmente, segnatamente: nominatamente.
Nominativamenti. avv. In forza di nominativo: nominativamente, (Mort.).
Nominativu. s. m. T. gram. Il caso retto: nominativo.
Nominaturi. verb. Che dà il nome, che nomina: nominatore.
Nominazzioni. s. f. Il nominare: nominazione.
Nompariglia. V. numpariglia.
Nomu. V. nnomu.
Non. avv. di negazione: non.
Nona. s. f. Quinta ora canonica: nona. || – maggiuri. T. mus. Intervallo di sei tuoni e due semituoni, l’ottava della seconda maggiore: nona.
Nonaggenàriu. add. Che è sui novant’anni: nonagenario.
Nonaggèsimu. V. novantesimu.
Noncuranti. V. stracuratu.
Noncuranza. s. f. Il non curare: noncuranza.
. avv. Nientedimeno, non pertanto: nondimeno.
Noni. Paragoge di no. Anco i Toscani hanno noe per no.
Nonostanti, nonostanticchì. avv. Benchè: nonostante, nonostantechè.
Non-perciò, non pertantu ecc. Nondimeno: non perciò, non pertanto.
Nonsi. Abbreviatura di nonsignore.
Nonsocchì. In forza di sost. alcun che: non so che.
Nonu. Nome ordinativo: nono.
Nora. s. f. Moglie del figliuolo: nuora. || V. in soggira qualche prov.
Nord, Nordu. s. m. T. geog. Settentrione: nord, norte.
Norma. s. f. Regola, ordine da seguire: norma. || Per nnorma V.
Normali. add. Di norma: normale.
Nostrali. V. nustrali.
Nostromu. s. m. T. mar. Maestro di equipaggio: nostromo.
Nostru. pron. possessivo; di noi: nostro. || Nostro partigiano: nostro. || Il nostro avere: il nostro. || In pl. i nostri parenti, amici ecc.: i nostri. || essiri di li nostri, della nostra fazione, opinione ecc., ovvero dei nostri paesi: essere dei nostri.
Nota. s. f. Segno, ricordo scritto: nota. || Indice, catalogo: nota. || Annotazione: nota. || Quei caratteri con che i musici scrivono le forme del canto: nota. || a chiari noti, chiaramente: a chiare note. || fari nota d’ una cosa, porvi mente: far nota di una cosa. || nota beni, poni mente, notisi: nota bene.
Notabbili. s. m. Cosa degna d’esser notata: notabile. || Persona ragguardevole, degna: notabile.
Notabbili, add. Da esser notato, considerabile: notabile. || Illustre, chiaro, detto di persona: notabile. Sup. notabbilissimu: notabilissimo.
Notabbilmenti. avv. In modo notabile: notabilmente.
Notamentu. V. nutamentu.
Notanna, Notannu. V. nota.
Notarella. V. nuticedda.
Notari. V. nutari.
Notifica. V. nutifica e seguenti.
Notìzzia. V. nutizzia e derivati.
’Notomìa. Aferesi di anotomia V. || fari ’notomìa d’una cosa, considerarla minutamente: far anatomìa d’una cosa.
Notomista. V. anotomista.
Notomizzari. v. a. Far notomia: notomizzare. P. pass. notomizzatu: notomizzato.
Notoriamenti. avv. Pubblicamente, manifestamente: notoriamente.
Notorietà. s. f. T. legn. Qualità di ciò che è notorio: notorietà. Ugolini vorrebbe gli si sostituisse, potendo, la voce pubblicità o fede di...
Notòriu. add. Manifesto, palese: notorio.
Notti, s. f. Il tempo in cui non vi è sole: notte. || fig. Cecità: notte. || A modo avv. vale: di notte, a notte. || bona (o filici) notti, modo di salutare, augurando buona la notte: buona notte, notte felice. || di notti, nella notte: di notte. || di notti e notti, durante la notte: notte tempo. || li cosi di la notti lu jornu parinu: quel che si fa all’oscuro apparisce al sole. || notti notti, a notte inoltrata molto: a gran notte. || è notti, espressione del volgo, per dire bene stia, siam fuori di tempo, non v’ ha rimedio. || nun è notti a Gagghianu, si dice per minacciare e prognosticar altrui del male: e’ non è ancora andato a letto chi ha avere la mala notte. || dumani notti: domani notte. || luniri notti: lunedì notte. || fari di la notti jornu, vegliare o essere occupato anco la notte: far della notte giorno, che si dice pure: nun c’essiri nè notti nè jornu. || bona notti a li sunaturi, siam iti, non c’è più rimedio: buona notte pagliericcio. || la notti è fatta pri li taddariti o pri li lupi o la notti è di lu lupu, cioè i buoni alla notte non vanno vagando: la notte è fatta per gli allocchi. || A mo’ di avv. vale: tardi. Sup. nottissimu: tardissimo.
Nottitempu. Posto avv. Durante la notte: nottetempo.
Nottuolena. s. m. T. bot. Pianta di piccoli fiori bianchi e d’un odore penetrante: geranio odoroso o notturno. Pelargonium odoratissimum L.
Notturna. s. f. V. serenata. || Componimento musicale che si canta in chiesa di notte: notturno.
Notturnu. s. m. Parte del mattutino che si canta in chiesa in tempo di notte: notturno.
Notturnu. add. Di notte: notturno. || Che vaga la notte, o stando in casa va a letto tardi.
Notu. add. Conosciuto, manifesto: noto.
Nòtula. s. f. Piccola nota: nòtola, nòtula (voci poco usate).
Nova. s. f. Novella, notizia: nuova. || Prov. la mala nova subbitu arriva (o la porta l’aceddu), le male notizie arrivano presto, si sanno subito. || nun sapirisinni nè nova nè vecchia, non aversene più notizie: non sapersene nè cotto nè bruciaticcio o nè puzza nè lezzo. || si veni mala nova e veni sula, dicci ben vegna, perchè le disgrazie non vengono mai sole. || mala nova! è anche una imprecazione. || la bona o la vera nova la porta lu zoppu, la verità o la buona nuova si sa tardi.
Novacciuna. V. nuvacciuna.
Novali. add. T. agr. Di terreno non mai lavorato o lasciato per molti anni incolto: novale.
Novalizzari. V. ammmaisari.
Novamenti. avv. Di nuovo: nuovamente.
Novanta. Nome numerale che comprende nove diecine: novanta.
Novantèsimu. Nome numerale ordinativo: novantèsimo.
Novantina. s. f. Quantità numerata, che arriva al numero di novanta: novantina.
Novantinedda. dim. di novantina.
Novantineddu. dim. di novantinu.
Novantinu. add. Che ha novant’anni: nonagenario. || Aggiunto di una specie di chiodi d’ una data misura, che ce ne voglion novanta a formar un rotolo di peso.
Novella. s. f. Narrazione di fatti veri o verisimili in prosa o in poesia: novella; racconto è sol in prosa.
Novellista. s. m. e f. Chi scrive o sta sulle novelle: novellista.
Novellu. V. nuveddu.
Novembri, Novèmmiru. s. m. Undecimo mese dell’anno: novembre.
Novenàriu. V. nuvena. || Add. Che concorre per nove giorni: novenàrio.
Novènniu. s. m. Lo spazio di nove anni: novennio.
Novèsimu.Nome numerale ordinativo di nove: novèsimo.
Novi. Nome numerale: nove. || Prov. mmenzu a novi, mischinu cu’ si movi, contro numero superiore non si lotta.
Novicentu. Nome numerale che comprende nove volte cento: novecento.
Noviluniu, s. m. Il tempo della luna nuova: novilunio.
Novimila. Nome numerale che comprende nove volte mille: novemila.
Novissimu. s. m. Una delle quattro cose estreme dell’uomo, cioè la morte o il giudizio ecc: novissimo. || Sup. di nuovo: novissimo.
Novità, Novitati. V. nuvità.
Novizziu. V. nuvizziu e derivati.
Novu. avv. Da poco fatto: nuovo. || Non mai veduto, non adoperato ancora: nuovo. || Meraviglioso: nuovo. || Mal pratico, inesperto: nuovo. || Strano, stravagante: nuovo. || Moderno: nuovo. || novu novu, novissimo: nuovo nuovo. || arrivari o junciri nova ’na cosa, non averla saputo innanzi: giungere nuova una cosa. || novu framanti, nuovissimo. || vidirisi o truvarisi ntr’on munnu novu, imprender a far una cosa la prima volta, trovarsi la prima volta in tale imbarazzo. || mustrarisi o farisi novu d’una cosa, fingere di non saperne nulla: mostrarsi o farsi nuovo di una cosa. || di novu, modo prov., da capo: di nuovo. || travagghiari di novu, si dice di que’ maestri i quali non rattoppano, ma fanno le cose di pianta: lavorar di nuovo. || Prov. lu novu amuri fa scurdari lu vecchiu: i santi nuovi metton da parte i vecchi. || sutta lu celu nenti cc’è di novu, niente è nuovo nel mondo, dice il prov. Sup. nuvissimu: nuovissimo.
Nozzi. s. f. pl. Le feste che accompagnano la celebrazione del matrimonio: nozze. || La celebrazione degli sponsali: sposalizio. || jiri a nozzi, far cosa di sommo piacere: andar a nozze. || invitari a nozzi, a cose di sommo piacere: invitar a nozze. || passari a secunni nozzi, maritarsi una seconda volta: passare a seconde nozze. || nun cc’è nozzi senza chiantu, nè mortu senza cantu o nè luttu senza risu: niun bene senza male, niun male senza bene, ovvero: non si fecero mai nozze che il diavolo non ci volesse far la salsa.
Nozzioni. s. f. Cognizione particolare d’una cosa: nozione.
Nòzzulu. s. m. Osso delle ulive: nòcciolo. || Quando è infranto e ne è tratto l’olio, o quando sia carbonizzato e ridotto in brace ecc.: sansa.
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