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BEN — 242 — BEN


In questo senso dicesi pure Fare bene, soprattutto da coloro che questuano per qualche festa religiosa. Facite bene a Sant’Anna, ec.

E in generale Fare bene è Operare in vantaggio altrui; onde i due seguenti proverbii: Bas. Pent. 3. 5. p. 309. Chi bene fa, bene aspetta; fa bene e scordatenne. E 4. 8. p. 94. Sempre che puoje fa bene e scordatenne. Vill. Epit. p. 115. Fa bene e scordatenne, Decea no mutto antico. E p. 133. Ca chi fi bene sempe bene aspetta.

Anzi il secondo nella sua interezza suona così: Fa bene e scordate, fa male e penzace.

Mettere capo o la capo a fa bene vale Por la testa a partito. Vi si suole aggiungere: e cervella a nfracetà.

Vederese bene de quarche cosa vale Goderne, Fruirne, Profittare dell’occasione. Val. Fuorf. 2. 7. 26. Non se vedeno bene maje de niente. A. L. T. Langr. 1. 1. Vedimmoncenne bene, Amata mia ntretella.

Bene mio è esclamazione che esprime cosi gioja come dolore, afflizione, paura, disperazione, maraviglia. Scrivesi pure Benemio. Cerl. App. ing. 2. 8. Bene mio! m’addecrejo. E appr. Bene mio, ajuto! E Clar. 2. 1. Bene mio! mo me ne scioscia! Ciucc. 1. 33. Uh bene mio, comme me senco tristo! Tior. 9. 2. Bene mio, dammene su. Cap. Son. 120. O bene mio, ca chiù non se poteva! E 137. Bene mio, so schiattato de lo riso.

E usato a guisa di nome per indicare con ironia la persona di cui si tratta. Ciucc. 13. 6. E sa che fina pezza Era lo bene mio? lo marranchino Ascea de notte pe ghiocà d’ancino. Viol. vern. 38. Ma lo mio bene co ssa chiacchiarella Volea vedè de se spassà li frate.

È anche espressione amorevole. Bas. Pent. 4. 7. p. 71. Marziella mia, va, bene mio, a la fontana. E 5. 4. p. 158. Bene mio, si vuoje fare la nonna, corcate a sto lietto. Cort. M. P. 8. 19. E disse: bene mio, cca t’arreposa.

Da bene vale Dabbene. Cerl. Cronv. 3. 1. Gente da bene, aggarbate, affezzionate. Perr. Agn. zeff. 6. 18. Ca la mogliere femmena da bene Pe essere, cornuto lo facette. (Qui anfibol.) Tior. 7. 4. È n’ommo assaje da bene. Bas. Pent. 1. 7. p. 98. Tu no lo mmeretave sto frate da bene. E 8. p. 100. Non avere paura, ommo da bene mio.

Bene. Avv. Bene. Mandr. rep. 1. 2. Ma la musa na notte ben de pressa Nsuonno m’apparze. Fas. Ger. 15. 47. A no macchione… Ben copierto de frasche se nforchiaro.

Serve per affermare e approvare. Ciucc. 10. 9. Bene, dissero l’aute. E 21. Bene, Repreca la reggina. E 12. 61. Bene, bene, resposero, bellissemo.

Si bene vale Sebbene. Tior. 4. 15. La gallina patanella, Si bene è bascia, peccerella e sgobba, Pur è tenuta pe na cosa bella.

Benadettanema. Lo stesso che Bonanema.

Benedicere, Benedire. Benedire. Sarn. Pos. pref. E benediciarranno l’arma de chi l’ha scritto. Bas. M. N. 9. p. 343. O che sia beneditto lo denucchio Da dove asciste, e benedetta sia La fascia che te strenze. E Pent. 4. 2. p. 18. Appena appe forza d’auzare la mano a benedirete. Fas. Ger. 10. 26. E chiù d’uno ncenzeja e benedice. Ciucc. 7. 24. No ncignammo da mo, sia benedetta. E 9. 6. O che sia benedetta! Tior. 7. 5. Chell’arma benedetta De zia Chiarella. Cap. Son. 5. Ma vi ca so duje anne beneditte. E 67. Si vuoje sentire a me, sie beneditto, No nce pensare ec. E 68. Tre mise beneditte so passate. Vill. Epit. p. 128. mano benedette!

In luogo del Sie beneditto oggi è più comune il dire Puozze essere beneditto.

Benedica si premette ad una lode che si vuol fare ad alcuno o al cenno di qualche sua prosperità. Vill. Cal. 5. Benedica si n’è quanto na vacca.

Benedire. V. Benedicere.

Benedizzione. Benedizione. Bas. Pent. 1. 7. p. 86. Cercannole la benedizzione, se mese a cavallo.

Benefattore. Benefattore. Ciucc. 12. 45. Esse scanosciente Co li benefatture e li pariente.

Beneficiata. Lotto, Lotteria, Sorteggio. Cap. Il. 3. 65. Gra beneficiata, addò pe patto La lanza ha da tirà lo primmo stratto. E 6. 21. Vide che ntrata Che le sarria la beneficiata! E 7. 29. Nfrut-