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384 indice delle materie.


Padoa, il Podestà dispensava amicamente alcune letture di quello studio, 114. (Vedi Campanile.) — Vescovo di Padova. (Vedi Della Torre.)

Palazzo publico d’Orbino, il più bello di tutta Italia, 9.

Palazzo (Donna di).(Vedi Donna di Palazzo.)

Palano (Uomo di) per Cortegiano. (Vedi Cortegiano )

Paleotto (Annibaie). (Vedi Grammatico.)

Paleotto (Camillo), 135. — Suo detto, 144.

Palla, gioco conveniente al Corlegiano, 31.

Pallade, lodata, 194.

Pallavicino (Gasparo), propone il I giuoco, cioè di qual virtù vorrebbe chi ama che l’amata sua fosse più adorna, e qual vizio in lei più dovesse comportare, supposto che di tutti priva non potesse essere, 14— Nemico delle donne, 160. — Gran guerriero, 163. — Lodato; sua morte immatura, 240.

Panexio ammoniva Scipione, 247.

Pari, conversatone co’ pari più frequentata di tutte, 99.

Parlare, ciò che ad esso si richieda, 45. — Tolera alcune cose che aborrisce lo scrivere, 39, 40. — Bellissimo è quello che è simile alle belle scritture, 40. — Onde nasca la buona consuetudine di esso, 48, — Parlare e scriver bene deve il Corlegiano, 42. — Di che debba parlare, 45, 46. — Come la Donna di Palazzo, 175.

Parmegiana, o sia distretto di Parma, prodezza d’un gentiluomo nel fatto d’arme che ivi si fece contra il re Carlo, 114.

Parole senza le sentenze, disprezzevoli, 44. — Detto di Cicerone, ivi. — Lor mutamento, 48. — Parole di diverse nazioni usate dal Boccaccio, 3.

Passioni perchè date a noi da natura, 76.

Patavinità ripresa in Tito Livio, 47.

Patria come debba amarsi dal principe, 267, 268.

Patria universale, voleva Aristotele, che
Alessandro facesse divenir tutto il mondo, 281.

Pavia. (Vedi cardinale di Pavia.)

Paolo (San) a che paragonato, 126. — Rapito al terzo cielo, 304.

Paolo gcntiluomo pisano, come liberasse Tommaso suo padre dalle mani dei Mori, 193.

Paura vana cagiona il riso, 153.

Pazzia delle donne in che si conosca, 275.

Pazzie diverse, 15.

Pazzi, divenuti tali in grazia di Dio, secondo l’opinione di fra Mariano, si salvano sicuramente, 16.

Pazzi (Rafaello De’), sua giocosa interpretazione, 147.

Peccare procede quasi sempre da ignoranza, 253.

Pedagoghi buoni, cosa insegnino a’ fanciulli, 251.

Peggiori (a’) sempre s’attaccano le donne, 110.

Peleo padre d’Achille, 281.

Pentirsi, ditto di un tale, che non comprava sì caro il pentirsi, 211.

Pepoli conte, discepolo del Beroaldo, 136.

Peralta capitano, motteggiato, 148. — (Vedi Molart. Aldana.)

Perdonar troppo a chi falla, è ingiurioso a chi non falla, 33.

Perfezione, chi più ad essa s’avvicina, è più perfetto, 5. — Quanto sia difficile a conoscersi, 21. — Di tutte le cose, non si trova nella natura umana, 113.

Pericle, sua continenza lodata, 204. — Oppugnata, 210.

Persia, ambasciatori del re di Persia presso Filippo, quale pronostico facciano di Alessandro fanciullo, 319.

Persiana spada di Dario accommodata alla Macedonica prima ch’egli combattesse con Alessandro, cosa pronosticasse, 100, 101. — Persiane donne col riprendere i loro uomini fuggitivi per la rotta di Ciro, sono cagione di lor vittoria, 197.— Persiani gentiluomini, molto gentili, 170.

Persuasion falsa di sè stessi, mun de’m aggiori errori de’ principi, 245, 247.