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libro secondo. 163


gnora mai dimostri amare un suo minore, se non l’ama veramente.

XCV. Allor il signor Gaspar, Io non nego, rispose, che la intenzione, le fatiche e i pericoli degl’innamorati non debbano aver principalmente il fin suo indrizzato alla vittoria dell’animo più che del corpo della donna amata; ma dico che questi inganni, che voi negli uomini chiamate tradimenti e nelle donne burle, son ottimi mezzi per giugnere a questo fine, perchè sempre chi possede il corpo delle donne è ancora signor dell’animo; e, se ben vi ricorda, la moglie di Filippello, dopo tanto rammarico per lo inganno fattole da Riciardo, conoscendo quanto più saporiti fossero i basci dell’amante che quei del marito, voltata la sua durezza in dolce amore verso Riciardo, tenerissimamente da quel giorno inanzi l’amò. Eccovi che quello che non aveva potuto far il sollicito frequentare, i doni, e tant’altri segni così lungamente dimostrati, in poco d’ora fece lo star con lei. Or vedete che pur questa burla, o tradimento, come vogliate dire, fa buona via per acquistar la ròcca di quell’animo. — Allora messer Bernardo, Voi, disse, fate un presupposto falsissimo; chè se le donne dessero sempre l’animo a chi lor tiene il corpo, non se ne trovaria alcuna che non amasse il marito più che altra persona del mondo; il che si vede in contrario. Ma Jovan Boccaccio era, come sete ancor voi, a gran torto nemico delle donne.

XCVI. Rispose il signor Gaspar: Io non son già lor nemico; ma ben pochi uomini di valor si trovano, che generalmente tengan conto alcuno dî donne, se ben talor per qualche suo disegno mostrano il contrario. — Rispose allora messer Bernardo: Voi non solamente fate ingiuria alle donne, ma ancor a tutti gli uomini che l’hanno in reverenza; - nientedimeno io, come ho detto, non voglio per ora uscir del mio primo proposito delle burle, ed entrar in impresa così difficile, come sarebbe il difender le donne contra voi, che sete grandissimo guerriero: però darò fine a questo mio ragionamento, il qual forse è stato molto più lungo che non bisognava, ma certo men piacevole che voi non aspettavate. E poi ch’io veggio le donne starsi così chete, e sopportar le