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libro terzo. | 197 |
gnor Gaspar più di quello che egli si sia, dirò brevemente
d’alcune che mi occorrono alla memoria, lasciandone molte
ch’io potrei dire; — poi soggiunse: Essendo Filippo di Demetrio
intorno alla città di Chio, ed avendola assediata,
mandò un bando, che a tutti i servi che della città fuggivano,
ed a sè venissero, prometteva la libertà, e le mogli dei
lor patroni. Fu tanto lo sdegno delle donne per così ignominioso
bando, che con l’arme vennero alle mura, e tanto ferocemente
combatterono, che in poco tempo scacciarono Filippo
con vergogna e danno; il che non aveano potuto far
gli uomini. Queste medesime donne essendo coi lor mariti,
padri e fratelli, che andavano in esilio, pervenute in Leuconia,
fecero un atto non men glorioso di questo: chè gli Eritrei,
che ivi erano co’ suoi confederati, mossero guerra a
questi Chii; li quali non potendo contrastare, tolsero patto
col giuppon solo e la camiscia uscir della città. Intendendo
le donne così vituperoso accordo, si dolsero; rimproverandogli che lasciando l’arme uscissero come ignudi tra nemici;
e rispondendo essi, già aver stabilito il patto, dissero che
portassero lo scudo e la lanza e lasciassero i panni, e rispondessero
ai nemici, questo essere il loro abito. E così facendo
essi per consiglio delle lor donne ricopersero in gran parte
la vergogna, che in tutto fuggir non poteano. Avendo ancor
Ciro in un fatto d’arme rotto un esercito di Persiani,
essi in fuga correndo verso la città incontrarono le lor donne
fuor della porta, le quali fattesi loro incontra, dissero: Dove
fuggite voi, vili uomini? volete voi forse nascondervi in
noi, onde sete usciti? — Queste ed altre tai parole udendo
gli uomini, e conoscendo quanto d’animo erano inferiori
alle lor donne, si vergognarono di sè stessi, e ritornando
verso i nemici, di nuovo cor essi combatterono, e gli ruppero.
XXXIII. Avendo insin qui detto il Magnifico Juliano, fermossi, e, rivolto alla signora Duchessa, disse: Or, Signora, mi darete licenza di tacere. — Rispose il signor Gasparo: Bisogneravi pur tacere, poichè non sapete più che vi dire. — Disse il Magnifico ridendo: Voi mi stimolate di modo, che vi mettete a pericolo di bisognar tutta notte udir