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avanza a messer Federico a dir del Cortegiano, che senza dubio è molto più bello che non può esser la mia Donna.— Quello ch’io mi aveva posto in animo, rispose messer Federico, non è tanto appartenente al Cortegiano, che non si possa lasciar senza danno alcuno; anzi è quasi diversa materia da quella che sin qui s’è ragionata. — E che cosa è egli adunque? — disse la signora Duchessa. Rispose, messer Federico: Io m’era deliberato, per quanto poteva, di chiarir3 le cause di queste compagnie ed ordini di cavalieri fatti da gran principi sotto diverse insegne: com’è quel di San Michele nella casa di Francia; quel del Gartier, che è sotto il nome di San Giorgio, nella casa d’Inghilterra; il Toison d’oro in quella di Borgogna: ed in che modo si diano queste dignità, e come se ne privino quelli che lo meritano; onde siano nate, chi ne siano stati gli autori, ed a che fine l’abbiano instituite: perchè pur nelle gran corti son questi cavalieri sempre onorati. Pensava ancor, se ’l tempo mi fosse bastato, oltre alla diversità de’ costumi che s’usano nelle corti de’ principi cristiani nel servirgli, nel festeggiare, e farsi vedere nei spettacoli publici, parlar medesimamente qualche cosa di quella del Gran Turco, ma molto più particolarmente di quella del Sofi re di Persia: chè, avendo io inteso da mercatanti che lungamente son stati in quel paese, gli uomini nobili di là esser molto valorosi e di gentil costumi, ed usar nel conversar l’un con l’altro, nel servir donne, ed in tutte le sue azioni molta cortesia e molta discrezione, e, quando occorre, nell’arme, nei giochi e nelle feste molta grandezza, molta liberalità e leggiadria, sonomi dilettato di saper quali siano in queste cose i modi di che essi più s’appressano4, in che consisteno le lor pompe ed attilature d’abiti e d’arme; in che siano da noi diversi ed in che conformi; che maniera d’intertenimenti usino le lor donne, e con quanta modestia favoriscano chi le serve5 per amore. Ma invero non è ora conveniente entrar in questo ragionamento, essendovi massimamente altro che dire, e molto più al nostro proposito che questo.

III. Anzi, disse il signor Gasparo, e questo e molte altre cose son più al proposito, che ’l formar questa Donna di