Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/116

100 il cortegiano


mente più frequentata, e trovarsi l’uomo più spesso in questa che in quella de’ signori. Benchè son alcuni sciocchi, che se fossero in compagnia del maggior amico che abbiano al mondo, incontrandosi con un meglio vestito, subito a quel s’attaccano; se poi gli ne occorre un altro meglio, fanno pur il medesimo. E quando poi il principe passa per le piazze, chiese o altri lochi publici, a forza di cubiti si fanno far strada a tutti, tanto che se gli mettono al costato; e se ben non hanno che dirgli, pur lor voglion parlare, e tengono lunga la diceria, e rideno, e batteno le mani e ’l capo, per mostrar ben aver faccende d’importanza, acciò che ’l popolo gli vegga in favore. Ma poi che questi tali non si degnano di parlare se non coi signori, io non voglio che noi degnamo parlar d’essi.

XXVI. Allora il Magnifico Juliano, Vorrei, disse, messer Federico, poichè avete fatto menzion di questi che s’accompagnano così volontieri coi ben vestiti, che ci mostraste di qual maniera si debba vestire il Cortegiano, e che abito più se gli convenga, e circa tutto l’ornamento del corpo, in che modo debba governarsi; perchè in questo veggiamo infinite varietà: e chi si veste alla franzese, chi alla spagnola, chi vuol parer Tedesco; nè ci mancano ancor di quelli che si vestono alla foggia de’ Turchi; chi porta la barba, chi no. Saria adunque ben fatto, saper in questa confusione eleggere il meglio. — Disse messer Federico: Io in vero non saprei dar regola determinata circa il vestire, se non che l’uom s’accomodasse alla consuetudine dei più; e poichè, come voî dite, questa consuetudine è tanto varia, e che gl’Italiani tanto son vaghi d’abigliarsi alle altrui fogge, credo che ad ognuno sia licito vestirsi a modo suo. Ma io non so per qual fato intervenga che la Italia non abbîa, come soleva avere, abito che sia conosciuto per italiano; che benchè lo aver posto in usanza questi nuovi faccia parer quelli primi goffissimi, pur quelli forse erano segno di libertà, come questi son stati augurio di servitù; il qual ormai parmi assai chiaramente adempiuto. E come si scrive, che, avendo Dario, l’anno prima che combattesse con Alessandro, fatto acconciar la spada che eglì portava a canto, la quale era persiana, alla foggia di Mace-