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268 il cortegiano


giure e mille altri mali: nė meno in troppo libertà, per non esser vilipeso; da che procede la vita licenziosa e dissoluta dei popoli, le rapine, i furti, gli omicidii, senza timor alcuno delle leggi; spesso la ruina ed esizio totale della città e dei regni. Appresso, come dovesse amare i propinqui di grado in grado, servando tra tutti in certe cose una pare equalità, come nella giustizia e nella libertà; ed in alcune altre una ragionevole inequalità, come nell’esser liberale, nel remunerare, nel distribuir gli onori e dignità secondo la inequalità dei meriti, li quali sempre debbono non avanzare ma esser avanzati dalle remunerazioni; e che in tal modo sarebbe nonchė amato ma quasi adorato dai sudditi; nė bisogneria che esso per custodia della vita sua si commettesse a forestieri, chè i suoi per utilità di sè stessi con la propria la custodiriano, ed ognun volentieri obediria alle leggi, quando vedessero che esso medesimo obedisse, e fosse quasi custode ed esecutore incorruttibile di quelle; ed in tal modo, circa questo, darebbe così ferma impression di sè, che se ben talor occorresse contrafarle in qualche cosa, ognun conosceria che si facesse a buon fine, e ’l medesimo rispetto e riverenza s’aría al voler suo, che alle proprie leggi: e così sarian gli animi dei cittadini talmente temperati, che i buoni non cercariano aver più del bisogno, e i mali non poriano; perchė molte volte le eccessive ricchezze son causa di gran ruina18; come nella povera Italia, la quale è stata e tuttavia è preda esposta a genti strane, sì per lo mal governo, come per le molte ricchezze di che è piena. Però ben saria che la maggior parte dei cittadini fossero nė molto ricchi né molto poveri, perchè i troppo ricchi spesso divengon superbi e temerarii; i poveri, vili e fraudolenti; ma li mediocri non fanno insidie agli altri, e vivono securi di non essere insidiati: ed essendo questi mediocri maggior numero, sono ancora più potenti; e però nė i poveri nè i ricchi possono conspirar contra il principe, ovvero contra gli altri, nė far sedizioni; onde per schifar questo male è saluberrima cosa mantenere universalmente la mediocrità.

XXXIV. Direi adunque, che usar dovesse questi e molti altri rimedii opporluni, perchė nella mente dei sudditi non