tutto l’opposito; e che non solamente tra i Cortegiani è perduto
quell’amor fraterno e quel viver costumato, ma che
nelle corti non regnano altro che invidie e malivolenze, mali
costumi, e dissolutissima vita in ogni sorte di vizii; le donne
lascive senza vergogna, gli uomini effeminati. Dannano ancora
i vestimenti, come disonesti e troppo molli. In somma
riprendono infinite cose, tra le quali molte veramente meritano
riprensione, perchè non si può dir che tra noi non siano
molti mali uomini e scelerati, e che questa età nostra non sia
assai più copiosa di vizii, che quella che essi laudano. Parmi
ben che mal discernano la causa di questa differenza, e che
siano sciocchi; perchè vorriano che al mondo fossero tutti i
beni senza male alcuno; il che è impossibile; perchè essendo
il mal contrario al bene, e ’l bene al male, è quasi necessario
che per la opposizione e per un certo contrapeso l’un
sostenga e fortifichi l’altro, e mancando o crescendo l’uno
così manchi o cresca l’altro, perchè niuno contrario è senza
l’altro suo contrario. Chi non sa che al mondo non saria la
giustizia, se non fossero le ingiurie? la magnanimità, se non
fossero li pusillanimi? la continenza, se non fosse la incontinenza?
la sanità, se non fosse la infermità? la verità, se non
fosse la bugia? la felicità, se non fossero le disgrazie? Però
ben dice Socrate appresso Platone2, maravigliarsi che Esopo
non abbia fatto uno apologo, nel quale finga, Dio, poichè non
avea mai potuto unire il piacere e ’l dispiacere insieme, avergli
attaccati con la estremità, di modo che ’l principio dell’uno
sia il fin dell’altro; perchè vedemo, niuno piacer poterci
mai esser grato, se ’l dispiacere non gli precede3. Chi
può aver caro il riposo, se prima non ha sentito l’affanno
della stracchezza? chi gusta il mangiare, il bere e ’l dormire,
se prima non ha patito fame, sete e sonno? Credo io
adunque, che le passioni e le infermità sian date dalla natura
agli uomini non principalmente per fargli soggetti ad esse,
perchè non par conveniente, che quella che è madre d’ogni
bene dovesse di suo proprio consiglio determinato darci tanti
mali; ma facendo la natura la sanità, il piacere e gli altri
beni, conseguentemente dietro a questi furono congiunte le
infermità, i dispiaceri e gli altri mali. Però, essendo le virtů