Trattato di architettura civile e militare I/Indice delle voci

Indice delle voci

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INDICE DELLE VOCI

MANCANTI AI VOCABOLARI DELLA LINGUA

ED A QUELLO DEL BALDINUCCI.




Alluminato (II. 2), scale alluminate, cioè con li lumi. Da aggiungersi all’esempio che ne cita la Crusca da Brunetto Latini.

Andata (II. 10), spazio in una casa per andare, ossia passeggiare.

Arco morto (IV. 7), sordino, ossia arco scaricatore.

Arco vivo ed espedito (IV. 7), ossia vuoto e voltato sopra ogni sorta di piedritti.

Assedione (III. 2), dal latino obsidio, onis.


Base doppia (III. 6), avente il doppio delle modanature consuete, e quindi doppia altezza.

Battiponte (V. Es. 30), pilastro nel fosso, sostenente una estremità del ponte morto ed una del ponte levatoio.

Beccarietta (II. 8), diminutivo di beccaria.

Bracciale (IV. 1), bastone parallelo alla inclinazione delle scale, per appoggiarvi la mano.


Calcinaio (III. 1), edificio per la concia.

Calice (V. Es. 2), scarpate a calice chiama l’autore le mura scarpate a guscio, per similitudine della curva.

Canovetta (II. 8), piccola canova.

Cardinale (IV. 6), adiettivo di pietra: architrave delle porte, ed anche architrave d’intercolunnio (III. 7).

Castro (II. 8), serbatoio di maiali. [p. 330 modifica]

Cetrino (V. 2), giallo di cedro. Anche in traslato l’adiettivo cetrino è usato in cattivo senso: il vostro umore è cetrino e negro, dice l’Aretino (Ipocrito comedia, atto II, scena XV).

Chioca (II. 8), chiavica. Idiotismo senese.

Colonna morta (II. 12), cioè sporgente a decorazione piuttostochè ad uffizio.

Colonna viva (II. 12), isolata ed in ufficio.

Comune (V. 1), specie di artiglieria. Ved. Memoria II. 4.

Conserva (II. 5), vaso da conservarvi roba.

Controleva (V. 11), asta o leva posta sulla prolungazione di un corpo, per girarlo sovra un perno.

Controquadrato (IV. 3), quadrato con centro comune e diagonali inclinate a 45° su quelle di un altro quadrato.

Copuletta (II. 3), diminutivo di copula, ossia cupola.

Corda, a corda (IV. 8), a filo.

Cortana (V. 1), specie di artiglieria. Ved. Memoria II. 5.

Coscia di colonna (III. 3), faccia di colonna angolare, ossia di pilastro.

Crociato tempio (IV. 5), tempio a croce greca o latina.


Deservire (II. 4), servire a qualche cosa. La Crusca gli dà valor differente.

Diagonia (II. 8), linea diagonale.

Diametro (II. 2) in valore di altezza o larghezza di una superficie qualunque.

Disgregare la vista (II. 13), abbarbagliarsela per raggi luminosi e tremoli. In valor simile ne cita esempio la Crusca dal Caro.

Doppia (V. 11), sostantivo. Cardine.


Efficacità (V. 3), latino. Efficacitas.

Estremale (III. 1), estremo. Adiettivo.


Fermo (V. Es. 46), massiccio. Adiettivo.

Fondo (titolo di figure al lib. II. 8), pianta a terreno di un edificio qualunque. Uso derivato dal retto significato della parola indicante [p. 331 modifica]la inferiore superficie di un corpo. In Toscana ha valore di sotterraneo domestico.

Forcina (IV. 1), forcella ossia bocca dello stomaco.

Fumigante (V. 8), ed anche fumante, fumaiuolo.


Gemitivo (II. 12), adiettivo di rivolo: gocciolante.

Genga (II. 12), tufo in colore di argilla. Voce senese.

Gocciola (titolo di figure al libro III. 7), mensola di lievissima sporgenza, decorata il più delle volte a foggia di capitello di pilastro, sulla quale impostavansi archi. Vedi Peduccio.

Governo (III. 2), adiettivo: apocope di governato.

Graduata, via (III. 2), strada a gradi, ora cordonata.

Guardacucina (II. 8), serbatoio degli attrezzi culinari.


Imbellìco (IV. 1), bellìco.

Insorbire (II. 12), idiotismo senese per insurbere, insorbire, assorbire.

Intavolatura (IV. 6), porzione orizzontale dello stipite.


Lattata, acqua (II. 12), acqua grassa e bianchiccia.

Libera, stanza (II. 8), stanza con ingresso dal ripiano.

Lumaca (V. Es. 30), semplicemente per scala a lumaca.

Lumacata, via (III. 2), strada a serpe in montagna, volgarmente a zig-zag. È l’Agger cochleatim fractus di Sidonio Apollinare.


Macula (V. 5), legni senza macula, senza tarlo.

Maculare (V. 7), far guasto, uccidere. Vedi il capo 7.o del libro V.

Madre, dell’olio (II. 5), la sua feccia, propriamente morchia.

Mascalcìa, fare (II. 6), esercitare l’arte del maniscalco.

Mezzana (V. 1), specie di artiglieria. Vedi Memoria II. 4.


Nicchiosa, pietra (I. 7), pietra conchigliare. Terra nicchiosa contenente nicchi.


Oliaro (II. 2), canova di olio.

Oliviera (II. 8), veggia o bigoncio per serbare olive. [p. 332 modifica]


Pavimento (II. 10), nel valore d’un’altezza di piano in una casa.

Peduccio (titolo di figure al lib. III. 7). Vedi gocciola, che è sinonimo.

Pendulo (Prologo al libro I), traslato latino, dubbioso, incerto.

Perfettore (II. 2), dal latino perfector.

Pianello (V. Es. 16), piccolo ripiano di scaletta.

Postcamera (II. 11), retrocamera.

Puteo (IV. 3), lanterna della cupola.


Reverso (V. 5), arco riverso, col colmo all’ingiù. (V. 10, e V. Es. 9) Entrata riversa, che presti più volte il fianco ai difensori di una fortezza.

Ricinto (III. 3), adiettivo di corniciamento che senza interruzione ricinga un edificio. Notato dal Baldinucci.

Riposticolo (II. 8), ripostiglio. Ed al capo 10 ripositorio dal latino repositorium.

Rocchetto (V. 11), cilindro a fusi che ingrana, frequentissimo nelle macchine.

Rugolare (V. Es. 52), idiotismo di ruzzolare.


Scalamento (V. 8), lo scalare.

Scalone (II. 2), scaglione, gradino.

Scarpare (V. 8), fare la scarpa alle mura.

Solaro (II. 1), dal latino-barbaro solarium, piano (IV. 2), nel valore di pavimento.

Sossello (II. 8), murello lungo la facciata de’ palazzi. Malamente da subsellium.

Spassare (V. Es. 16), togliere il passo, levando la superficie da porvi il piede.

Superficiale, lume (titolo ad alcune piante di case nel lib. II), proveniente da finestre od occhi orizzontali come quello del Panteon: così G. Cavalcanti (Storie lib. VI, 17) chiama superficie l’apertura a fior di terra di certe carbonaie di campagna.


Tavola (IV. 6), fregio sopra lo stipite: per similitudine, dall’essere liscio. [p. 333 modifica]

Torremaestra (V. Es. 12). È quella che Pace da Certaldo chiama torrione maschio, e Guicciardini mastio della torre, cioè la principal torre ossia maschio di una fortezza.

Torricino (V. Es. 1), detto anche Torresino: nel quattrocento davano i pratici questo nome alle piccole torri che innalzavansi dal mezzo delle grandi torri maestre. Qui però è nel significato diretto di torre piccola.

Transportare (V. 8), sportare, sporgere.


Verrocchio (V. Es. 16), argano orizzontale, detto anche asse nella ruota, e più propriamente verricello.