Dizionario - Vocabolario del dialetto triestino/P
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P
P, lettera quindicesima dell’alfabeto. Si pronuncia pi e s’usa quasi sempre al maschile. P. nel linguaggio musicale vale: piano,“’-e raddoppiato: P P. pianissimo; — P P. vale anche padri: — „I P P. Cappuccini;“ — E, E» P P. vale reverendi, padri: — „I E E P P. Mechitaristi.“ — P. nelle iscrizioni e nelle epigrafì vale: Pose, o pace. — P. S. poscritta, Post Scritta, Postscritta, Poscritto. — E; ,1. P. riposa in pace. — P. T. previ titoli, è mi spiego: Si fa, a cagion d’esempio, una circolare. Questa viene distribuita e può andare in mano di un conte, di un barone, di un cavaliere. Il P-. T. significa ,nel primo caso: conte; nel secondo,: barone; nel terzo:, cavaliere, cioè ad ognuno il suo titolo, e se uno non ne ha — ve n’è a iosa di quelli — gli resta il signore che è sempre aggiunto al P. T; S. P. E. M. s’è visto nel M; p. c. per congratulazione, o per condoglianza; — p. f. per favore, o per felicitazióne; — p. s pubblica sicurezza; — pt pianoterra. Paca, sf. bussa, colpo, pacca; percossa, attinto; ciapar, o dar le pache — tanto al proprio quanto al metaforico: pigliare, o dar le pacche. Paciada, sf. mangiata, mangiatacela, scorpacciata; goduta, pacchiamento, pacchiata, spassata. Paciar, va. mangiare; godere; vnp. coccolarsi, collepollare, divertirsi, gongolare, pacchiare, rallegrarsi, patullarsi, Pacio, sm. branco; delicatezza; manicaretto;, vivanda; esca. Paciolon, agg. e sm. arzillo, cruscolo, pacchierone; robusto, vivace: — „Sposa un pacchierone di fanciulla che fa la bella voglia.“ Pacioloso, disdicciato, sfortunato. Paciotrr.agg. e sm. lo stesso che paciolon. Paciugado, agg. imbrattato, im- PAGrpacciucchiato, intriso, insozzato, insudiciato. Paciugar, va, imbrattare, impaccbiucare, impacciucare, insozzare, insudiciare, lordare. Paciugo, sm. fango, pacchiuco, poltiglia, loto, mota. Paco, sm. pacco; met. rifrusto, rovescio: — „ Scherza pure, vedrai qual rovescio di pacche ne sarà la conclusione;“ perdita; pregiudizio. Pacotilia, sf. paccotiglìa. Padela, sf. salimbacca. Padilion, sm. padiglione. Padilionzin, sm. padiglioncello, padiglioncino. Padovan, agg. padovano, patavino. Padregno, sm. patrigno. Padrenostro, sm, padrenostro, paternostro, — orazione domenicale; padrenostri del rosario, bottonelle; pctdrénostri de far minestra, cannoncetti; saver come el padrenostro, sapere come l’avemmaria; dir, q saver come el padrenostro, dire, o sapere una cosa appuntino. Padronegiar, vn, padroneggiare, farla da padrone, spadroneggiare; vnp. contenersi, moderarsi, padroneggiarsi. Paesan, sm. forese, paesano. Paesazo, sm. paesaecio. Paese, sm. paese; provincia, regione; mandar in quel paese, met. mandare a casa bollita, — mandare a quel paese, o mandar in quel paese; tornar in paese, rimpatriare; tufo l mondo xe paese, m.. prov. per tutto si leva il sole, — tutt’il mondo è paese; el paese de la cucagna dove chi porta magna, v. cucagna; dona,e buoi dei paesi tuoi, v. dona. Paeseto, paesuzo, sm. paesello, paesetto, paesino, paesuccio, paesucolo. Pai,, inter. tonfa: — „Mi no son andà, e lu, paf me mancia la serva. = Io non ci son andato, e lui, tonfa mi manda la fante;“ paf, o pafete, voce onomatopeica, imitativa di colpo: paf, paffe, paffete, toppete: — «Prese una pietra, e senza nulla dire, toppete, gliela scagliò contro.“ Paga, sf. cartuccia, emolumento, mercede, paga, soldo; paga a la baia, baliatico: — al muliner, in farina, molenda, mulenda; — che rizevi chi che coi sui manzi va lavorar la tera dei altri, giogatico; ciapar, o dar la paga, met. aver la paga da uno; dar la paga a uno.
Pagadebiti, sm. v. met. randello; colpo dado col pagadebiti, randellata. Pagador, sm. pagatore. Pagamento, sm. pagamento; eror no fa pagamento, v. eror. Pagan, agg. e sm. pagano. Pagar, va. pagare; met: espiare, fare amenda; castigare, punire; vendicarsi; pagar puntualmente, pàgare come un banco; pagar uno sora V altro, m. avv. pagare a lire, soldi e denari, — pagare di contanti; pagar caro, o pagar salà cossa che sia, pagare profumata, o pagare cara, o pagare salata quella tal cosa; pagar el fio, met. pagare il fio, o la pena, o lo scotto; pagarla, — quanto che pagarla, — no so quanto che pagarla, — formolo deprecative: pagherei, — quanto pagherei, — non so quanto pagherei; paze pagai, frase conchiusonale: pari e patta; pagar el giorno de mai più, pagare per San mai; chi rompi paga, o chi rompi vedo paga novo, prov. chi rompe paga, — chi rompe paga e porta via i cocci, — chi rompe paga e porta i cocci, o porta i cocci in collo, — chi rompe paga e i cocci son suoi; una le paga tute, prov. una la paga tutte, o una ne paga cento; Dio no paga ’l sabo, v. Dio; chi azeta per piazer paga per dover, v. dover; chi garantisi paga, v. garantir; chi che paga avanti irato xe un mincion o un mato, v. mincion; pagar e morir xe sempre tempo, v. morir. Pagineta, sf. paginetta, paginina, paginuccia, paginuzza. Pàgnaca, agg. bonaccio, citrullo, debole, imbecille, ingenuo, leggiero, minchione, sempliciotto. Pagnarol, sm. zi. passero — fringilla domestica’, pagnarol de campagna, mattugiolo, passera mattugia. Pagnoca, sf. pagnotta; pan de pagnoca, pane di munizione. Pagnocheta, sf. pagnottina. . Paia, sf. paglia; paia de impalar le careghe, buda, cordone, scarda, ulva; — taiuzada che se ghe da a le bestie mi- siada co la biava, impagliata; — del formenton, sanali; — intorno le fiasche, veste; — che se frega i cavai co i ariva sudadi, tortoro; un fil de paia, un filo di paglia, uno stelo di essa; no mover una paia, met. non muover paglia; esser solo paia, met. essere paglioso: — „ Frumento paglioso segala pagliosa vendemmia distrutta figuratevi la gioia;“ no poder mover una paia, met. non poter tirare un peto — è frase che ha sempre un seguito: — „ No se poi mover una paia che za lo sa tuto Trieste. = Non si può tirar un peto che subito lo sa tutta Trieste;“ omo de paia, agric. spauracchio, e met. testa di legno; paia de capei, v. capei; el mido che ga fame magna ogni qualità de paia, v. fame; o de paia o de fien basta che el saco sia pien, v.- fien; fogo de paia, v. fogo; col tempo e co la paia se madura anca le gnespole, ». gnespola; veder la paia nel odo dei altri e no el travo nei sui, v. ocio. Paiaza, sf, pagliaccia. Paiazada, sf. imbecillità, pagliacciata, pippionata. Paiazo, sm. pagliaccio; pagliericcio, saccone; met. leggiero, sventato. Paieto, sm. mar. paglietto. Paiola, sf. forfora. Paion, sm. pagliericcio, saccone; foie de paion, cartocci; andar a paion, coricarsi, — andare a letto; brusar el paion, met. abbruciare l’alloggiamento, — ^bruciare il pagliaccio, •— marinare la paga e le mancie, — dare un canto per pagamento. Paiuza, sf. pagliucola, pagliuola, pagliuzza. Pala, sf. palla; pallata; palletta; pala dei remi, palma del remo, — palmula. Palada, sf. pallata; pallettata; a palade, sm. avv. a carra, a cestoni, a fusione, a pallate, in gran copia.
Palafrenier, sm. pallafreniere, parafreniere. Palamida, sf. zi. palamita sarda — pélamys sarda. Palandran, sm. palandrana, palandrano. Palazeto, sm. palazzetto, palazzine, palazzuccio. Paiazo, sm. palazzo, e poet. palagio; appartenente a palazzo reale: palatino: —“ ^Biblioteca palatina “ — „ Guardie palatine.“ pegg. di: palo: palaccio: — -Una vigna trasandata con certi palacci che non reggono oltre.“ Palazon, sm. palazzone.^ Palcazo, sm. palcaccio. Palesar, va. appalesare, manifestare, palesare, scoprire, svelare, rilevare, far palese; tradire. Paleta, sf. paletta; palettata: — figlia la paletta e recami una palettata di carbonigia.“ Paletada, sf. palettata. Paieto, sm. paletto, paluccio; a paieto, m, avv. a vigna. Palidazo, agg. pallidaccio. Palideza, sf. pallidezza, pallore. Palidizo, agg. pallidiccio, Palido, agg. emaciato, pallido; di un pallido tendente al gialliccio: amariglio Paliduzo, agg. pallidetto, pallidino, palliduccio. Paglierin, agg. pagliato: — , Aceto pagliato.“ — “Cappello pagliato e vestito crema.“ Palma, sf. palma; hot. palma, palmizio; logo pien de palme,. palmeto; met. gloria, onore,- vittoria; palma de la man, palma della mano; portar in palma de man, met. portare, o tenere in palma di mano. Paimar, agg. chiaro, evidente, palmare. Paimeta, sf. mar. carabottino. Palmon, polmon, sm, polmone; chi che ga polmon, polmonuto: — „I pesci non sono polmonuti.“ — „Gasteropode- polmonuto;“ spudar el polmon, met. sputare un’ala di polmone; spudar i polmoni, met. sudare due, tre camicie; slargarse el polmon, o i polmoni, met. allargarsi il polmone. Palo, pai, sm. palo; palo per le vide, bronco; calocchia; impiantar i pali per le vide, palare, e impiantarli -per i fasioi, per i bisi, ecc palettarej far el palo, far quercia, o far querciuola: — „Il mio cavai di battaglia alla ginnastica era il far querciuola;“ star come un palo, m. avv. stare come un cero; vesti un pai el par un cardinal, m. prov. vesti un zoccherello, e’ pare un fanterello o e’ pare un furfantello, — i panni rifanno le stanghe; l’aqua marzisi i pali, v. aqua. Palor, agg. pallidore, pallore; lividezza. Palpada, sf. palpata, palpeggiata, toccata. Palpadina, sf. palpeggiatina, toccatina. Palpar, va. brancicare, palpare, palpeggiare, tasteggiare Palpignar, va. brancicare: — „Fichl brancicati.“ Palpitar, vn. palpitare. Palpitazion, sf. palpitazione, — battimento di cuore; picola palpitazion, palpitazioncella. Paltan, sm. fanghiglia, loto, mota, pantano. Paludazo, sm. paludaccio Paludo, sm. chiana, padule, palude; de paludo, paludale, paludano, paludesco, palustre: — „Uccello palustre.“ — „Cannuccie paludesche;“ febre de paludo, v. febre. - Pampalugada, sf. balordaggine, minchioneria, scioccheria. PampaiUgo, agg. citrullo, gonzo, minchione, pippionaccio, scioccone, tartuffo, zugo. Pan, sm. pane; da potersene far pane: panizzabile: — „Materie panizzabili.“ — Farina non panizzabile;“ pan bianco, pane bianco; — negro, pane nero, o scuro; — zalo, pane di granoturco; — de pedi, o pan de strusa, pane di filo; — de farina tamisada, autopiro; — cola semola, pane inferigno; — coto soto la zenere, passimata; — senza sai, pane azzimo; — come una sponga, pane spugnoso; — de Spagna, pan buffetto, o pan di Spagna; -— de saldò, o pan de pagnoca, pane di munizione; — de castagne, castagnaccio; — impastò coi fighi, pane ficato; — de casa, o casalin, pane casalingo; — grata, pane farinato, o pane grattato. ,0 grattuggiato; — vedo, pane raffermo; — brustulà, pane abbrustolito; — suto, o pan e lingua, met. pane asciutto, o pane scusso; — pan usò, met. pane rotto; — tocheto de pan suto, seccherello: — „I seccherelli li dona a suon di tromba a’ mendichi;“ un toco de pan, met. un tozzo di pane: — „Un tozzo di pane, grazie al cielo, non mi mancherà mai tola del pan, asse; far pan, o far el pan, panizzare: — „Siam rimasti senza pane, domani bisogna panizzare senz’altro;“ aver per un toco de pan, met. avere per un acca, — o per un pezzo, o per un tozzo di pane; dar per un toco de pan, met. far gran mercato; assicurarse el pan, met. tener dalla minestra; accomodare, o assicurare il fornaio; zogar el pan, met. giuocare il pane; perder el pan, met. perdere il pane; esser un pan, o esser bon come el pan che se magna, met. essere meglio che il pane; damar pan el pan, met. chiamar la gatta gatta, o non miccia, — chiamar pane il pane; chi rifiuda pan xe pezo d’un can, m. prov. chi rifiuta pane è peggio d’un cane; se no xe sopa xe pan smoiò, prov. essere una zuppa e un pan molle; el pan fa sangue, prov. grano pesto fa buon cesto; el pan de casa stufa, prov. il pane di cassi stufa: viva la Spagna e el pan che se magna, prov. la patria è dove s’ha del bene — è brutto, anzi abominoso, ma diamone la colpa, a’ latini da’ quali ci viene il proverbio: ubi bene, ibi patria; el pan dei altri xe amaro, v. amaro; aver più bisogno che del pan che se magna, v. bisogno; la grandeza senza pan la xe amara come un can, v. can; magari pan suto ma a casa sua, v. casa; anca i coionai magna pan, v. coionar; no esser pan per i denti de uno-, v. dente; tornar pan per fogaza, v. fogaza; aver de magnar ancora assai forni de pan, v. forno {{FineColonna} } 302.— PANPana, sf. panna; pana montada, panna montata. Panada, sf. bollito, pambollito, panbollito, panata; met. poltiglia; panada gratada, pangrattato: — „Dategli, per ora, soltanto pangrattato; “ panada col crostalo, panada rosolata; aver panada in testa, met, avere in testa della pappa, o avere in testa della pappa frullata. Panadela, sf. panatella; aver in testa panadela gratada, met. lo stèsso che aver panada. in testa, v. panada. Panarizo, sm. chir. patereccio, paterecciolo. Panazo, sm. pannacelo: — „Pannaccio tribolato che non tiene punto.“ Pèndolo, sm. lippa. Pandòlo, agg. sciocco, semplicione; pandòlo fa fogo — intensivo di pandòlo, scioccone co’ fiocchi, — stolidaccio, -— uomo più grosso dell’acqua de’ maccheroni Panduro, agg. e m. sciocco, stolido. Pahelo, sm, pastone, sansa. Panera, sm. madia. Panetin, sm. pagnottina, panettino. Paneto, sm. panetto, panettone; pagnotta; paneti dei scorzeri, formelle: — . nDucento formelle da bruciarsi nella stufa.“ Panifizio, sm. panificio. Panin, sm. v. fanciullesca e vezzeggiativa; pappo: — „Guarda il tette ha mangiato il pappo a Cecchino.“ Panisel, sm. pannicello, panni-; lino. Paniz, sm. bot. panico — panicum italicum; porco che ga ’l paniz, pòrco panicato. Pano, sm. panno; panno diventato sodo per lordure e untumi: -panno incorezzato; chi che fa, o che vendi pano, pannaiuolo; meterse nei pani de un, met. mettersi ne’ panni, o mettersi ne’ piedi di quel tale, — vestire i suoi panni: — „Yesta i miei panni e poi decida;“ aver in man pano e forfè, v. forfè; gambe de pano, v. gamba. Panocia, sf. pannocchia; che ha la forma di pannocchia: pannocchino; che ha pannocchia: pannocchiuto; cavei de panocia, arista, barba, chioma, ciuffo, coda; foie de panocia, cartoci: torso de panocia, cornocchio , torsolo: chir. bubbone; aver fioi — tre, quattro, ecc. —grandi come lepanoce, aver de’ figli come le dita,
Panon, sm. pane di zucchero. Pantalèna, sf zi. nome generico di alcune specie “di patelle-... e fissurelle. Pantalon, sm. pantalone; met. citrullo, minchione, scioccone, stolido. Pantalonada, sf. pantalonaia, Pantigana, sf. zi. rosicchiante di due specie: il topo, o topo delle chiaviche, o topo decumano, o surmulotto — mus decumanus, e il ratto — mus rattus. Questo è brunonero, colla coda interamente coperta di peli, laddove il surmulotto è grigiastro, ed ha la coda nuda e squamosa. Il secondo, deboluccio, è oggi rarissimo, perchè perseguitato accanitamente dal primo, che è robustissimo. Pantomina, sf. pantomima. Panuza, sf. pannilino.; spuzar ancora -de panuze, met, avere ancora il latte alle labbra, o non aver ancora rasciutto il latte sulle labbra, — avere ancora il guscio in capo. Panza, sf: abdomine, addome, alvo, epa, pancia, panza, peccia; ventraia, ventre; buzzo: — vXela una panza che ti ga messo su, Federico mio = E egli un buzzo che tu ha’ fatto, Federico mio!“ chi che parla co la panza, ventriloquio; far. panza— delle muraglie, e simili: far corpo, o far grembo, o far pancia; gratarse la panza, mei. grattarsi il corpo, o la pancia; aver là panza come un tamburo, o averla dura come un tamburo, avere il Ventre come un otricello; magnar a crepa panza, mangiare e crepa corpo, o a crepa pancia, o a piena pancia, o a crepa pelle; andar co la panza per tera — detto de’ cani da caccia quando sono prossimi alla selvaggina: andare piccino; esser fazile predicar el dizun a panza. piena, essere un bel “predicare il* digiuno a corpo pieno; te diol la panza? metighe nome scherni, rispondono così le mamme quando i lor bimbi si lamentano di dolori al ventre, e se il bimbo non è ancora accivettato e che segue „il consiglio, risponde allora la madre che ella per laschiena non ci tiene rimedi; salvar la panza per i fighi, m. prov. serbar la paneia a’ fichi; petosto che roba vanza crepa panza, prov. piuttosto che roba vanza, crepa panza; in panza no vedi nissun, m. prov. ognuno vede il mantello, nessuno vede il bu-’ dello; a grassa cucina povertà è vicina, — cucina grassa magro testamento, — la cucina piccola fa la casa grande; l’aqua fa crote in panza, v. aqua; panza de la bota, v. bota; aver la panza fin ai oci, v. ocio. Panzada, sf. .scorpacciata, spanciata: — „Scorpacciate di fichi degne di passare ai posteri;“ panciata, sventrata, ventrata: — „Battè una sventrata in mezzo la piazza: Panzata, sf. panzaccia Panzeta, sf. pancetta, panzetta: — „Birra, pan nero e pancetta affumicata;“ pancetta, pancino: — ,,Ove s’ è ficcato quel pancino del signor Giusto.“ Panzon, sm. panciona, pancione, trippone; buzzone: — „ Quand’avrò un buzzone come il tuo andrò a farmi frate. “ Paoli, v. usata nella sola frase essergliene pet\ i beati Paoli, essere a cestoni, — -essercene da abbellirsi, o essercene da dare e da serbare. Papa, sm. capo visibile della chiesa cattolica, gran prete, papa, pontefice, sommo pontefice, supremo gerarca vicario di Gesù Cristo; — Dante lo chiamò: Prefetto nel foro divino; met. papa,, paperottolo: — „Ora che ha pigliato moglie sta come un .paperottolo;“ sf. panbollito, pappa; servir come un papa, met. servire nel coscetto; star come un papa, met far una vita da canonico, o star come un canonico, — stare poccioso, — star bene al pollaio, — stare a pampana, — stare come un paperotto, — stare in barba di miccio; andar a Soma e no. veder el papa, m. prov. andare a Roma e non vedere il papa, — cadere il presente sull’uscio, — disegnare e non colorire, — fiorire e non granire; dar la pipa in boca, met. aggiustare le parole in bocca a uno, indettarlo, insegnargli ciò che dee dire, — imbeccare, o imbeccare coll’imbuto chi si sia; morto un papa se ghe ne fa un altro, prov. morto un papa se ne fa un altro; sa più el papa e el contadin che el papa solo, v. contadin.
Papafigo, sm. zi. rigogolo — oriolus galbula; mar. pappafico. Papagal, sm. zi. pappagallo — nome generico d’una famiglia di rampicanti esotici; crenilabro pavone — crenilabrus pavo, il pesce; met. ciarliero;- citrullo, minchione; esser un papagal, o esser come un papagal, met. esssere un pappagallo; parlar come un papagal, mei. favellare “come i pappagalli. Papagaleto, sm. pappagallino. Papal, agg. papale, papesco; papistico; a la papal, m. avv. alla famigliare, o alla liberalona, o alla .papale. Papalin, agg. sm. papalino. Papalina, sf. zi. sardina papalina — clupea papalina. Paparela, -sf. panbollito, pappa;„ met, mantecca; sbroscia; no aver de far con Marco Paparela, v. far Papamoschin, sm. zi. regolo comune — motacilla trochylus. Papatasi, smf. acqua cheta, fagnone, pappataci, soppiatone; zi. culice — culex pulicaris. Papavoro, sm, bot. papavero — papaver somniferum; papavoro selvaaigo, papavero selvatico, o rosolaccio — papaver RKoeas; met. fiorino, e come voce generica: cosa materiale di momento, o di valore. Papignada, sf. insozzatura, insudiciamento. Papignar, va. insozzare, insudiciare Papiri, papina, sm, sf. ceffata, manrovescio, manrovescio. Papiza, sf. v. fanciullesca, vezzeggiativa: alimento, cibo. Papolar, va. mangiare; popolarsela, vnp. gavazzare, godersela, smammolarsi. Papolo, sm. gheriglio; bocconcino, boccone ghiotto, o boccone succolento, o delicato. Papuza, sf babbuccia, babbucia, pantofola, pappuccia, pianella. Paracaro, sm, pioloPar, per, prep. per, — per il, — per la, —; per lo, — pella, pello. Pàraco, paroco, sm. parroco; esser grasso come un paroco, o parer un paroco, essere grasso come un padre guardiano, —. parere un padre guardiano Parada, sf. parata; in parada, met. in coglia, o in .ghingheri; de parada, di parata. Paradiso, sm. paradiso e per antonomasia: eden, mondo pulcro, patria celeste, regno santo; de paradiso, paradisale, paradisiaco; angiolo de paradiso, v. angiolo; in paradiso no se va in caroza, v. caroza; giornada de paradiso, v. giornada; l’istà xe el paradiso dei poveri, v. istà; in paradiso de le oche, v. oca Parador, sm. t. de’ cacciatori: battino. Paragon, sm. comparazione, paragone. Paragonada, sf. comparazione, paragonanza. Paragonado, agg. paragonato. Paragonar, va. assimigliare, comparare, — far paragone, paragonare. Paralizar, vn. paralizzare. Paralume, sm. ventola, ed a Firenze: paralume. Paramosche, sm. paramosche, rosta, scacciamosche; copripiatti, coprivivande. Paranco, sm. carrucola.
Parapilia, sm. confusione, parapiglia, trambusto Parar, va. parare; parar via, discacciare, scacciare, — dar le pere, o dare il puleggio Paravento, sm. biomba, paravento, piomba, scena. Parazo, sm padraccio. Parchè, perchè, prep. acciocché, affinchè, perchè; el perchè e el percossa, il perchè e il per come; perchè de si, perchè de no, perchè si, perchè no; perchè do no fa“ tre, perchè le due non fanno le tre, o perchè le due non sono le tre. Parcossa, part. perchè; senza dir ne perchè ne percossa, senza dire nè perchè nè per cosa, — senza fare nè motto nè totto. — senza dire nè ai nè bai, — senza dire nè che nò come; el parchè e el parcossa, v. parchè. Pardon, sm. perdono, vènia Pare, sm. lo stesso che papà • il padre dello sposo rispetto a quello della sposa, o viceversa: consuocero; padre adottivo: colui che ha adottato uno per figliuolo, rispetto a colui che è adottato; padre putativo: colui che si reputa esser padre d’alcuno, ma che non lo è — S. Giuseppe, p. e. fu padre putativo di Nostro Signor Gesù Cristo; anca questa xe fata, ga dito quel che ga mazà su pare, anche questa è fatta, o questa è fatta disse quello che ammazzò la moglie; pare del bisnono, v. bisnono; pare de famea, v. famea; esser fio de su pare, v. fio; l’ozio xe el pare de tuti i vizi, v. ozio. Pareciada, sf. allestimento, apparecchiamento, apparecchio. Parecìar, va. acconciare, allestire, apparecchiare, apprestare;, — mettere in ordine, o mettere in punto, — parecchiare. Parecio, sm. apparato, apparecchio, apprestamento; pappa,- preparamento. Paredo, sm. assito, tramezzo — se di tavole; impiantito — se di mat- toni; paredo co le pieve cote in taio,’ accoltellato; — co le piere cote in pian, soprammattone; t. d’agric. anguillare; brughiera; t. pese, .pedale. Paregiada, sf. agguagliamene, pareggiamento, pareggiatura, parificamento. Paregiar, va. adeguare, far pari, paragonare, pareggiare Parentà, sf. parentà, parentado, parentato, parentela; la vizinanza xe meza parentà, m. prov. la vicinanza è • mezza parentela. Parente, sm. congiunto, parente; congiunto in linea mascolina: agnato; parenti per parte de pare, de mare, ecc. parenti da canto di padre, ecc.; fra parenti, in parentado: — „Fate a compatirvi in parentado; se non altro, per non dar scandolo;“ parente lontan, parente alla lontana, parenticcio (Nelli); lontan dei parenti, loc. prov. chi vuol vivere e star sano, dai parenti stia lontano, — parentà, fatti in là; chi ga roba ga parenti, prov. abbi pur fiorini, che troverai cugini, — ’ chi ha della roba ha dei parenti; vai più un amico che zento parenti, v. amico; a tè noze e ai mortori se conossi i parenti, v. mortorio. Parentela, sf. attegnenza, consanguineità, parentado, parentela. Parer, sm. avviso, giudicio, giudizio, opinione, parere; vn. parere, sembrare, — avere apparenza, mostrar d’essere; estimare, giudicare; seguir el parer de chi che sia, appigliarsi al parere di quel tale; esser del parer, aver opinione, — essere di parere, — stimare opportuno; far quel che par e piasi, fare quello che pare e piace; parer bon, essere appariscente; aver un buon concetto; per no parer, dissimulando, — per “non parere; a mio parer, a mio parere, al parer mio; parer un altro, parere riavuto: — «Quando ritorna dal barbiere pare riavuto;“ el parer così eliticamente ha la forza del m. prov. parere e non essere è come filare e non tessere. Pàrilia, sf. pariglia. Parimenti, avv. egualmente, parimente, similmente, — del pari, di pari.
Parlador, sm. parlatore. Parlamentar, agg. parlamentare. Parlantina, sf. loquacità, parlantina, scurrilità. Parlar, sm. idioma, favella, lingua, linguaggio; discorso, ragionamento; accento: — „ All’accento sembra sardo;“ va. confabulare, discorrere, favellare, parlare, ragionare, — articolare, o proferir parola, — far motto; dire, trattare; narrare, raccontare; ragionare; far all’amore, ciò che in Toscana si dice anche: discorrere: — „ Umberto discorre da maledetto senno colla Marianna;“ il retto parlare, che consiste nello scegliere le voci proprie, efficaci ed eleganti: ortoepia; il parlare conciso e sentenzioso: brachilogia; il parlare con proprietà: accerto della lingua o dell’idioma; modo improprio di parlare: acirologia; difficoltà di parlare: barifonia; parlar mal una lingua, ciangottare quella tal lingua; parlar pulito, favellare, o parlare elegante, forbito, purgato, terso; parlar de mato, met. aprir la bocca e lasciar andare; parlar de omo, met. parlare assennatamente; parlar pian, parlar basso, o parlare a voce bassa, o parlare sotto voce; parlar forte, clamare, — parlare ad alta voce; cominziar a parlar, rompere il silenzio; parlar in gola sognandose, o dismisiandose, barbugliare; parlar de quel e de quel altro, o parlar un poco de tuto, parlare del più e del meno: — „Abbiamo parlato del più e del meno, ma del nostro affare non è stato possibile venirne in campo;“ parlar come una machina, parlar come un buratto; parlar turco, met. parlar turco; guardar come che se parla, met, badare come si parla: — „Badi come parla se continua, le ricaccio le parole in gola;“ — de robe che no se conossi, infilare gli aghi al buio; — strambamente, blaterare; — in scondon, met. parlare per cerbottana; — ciaro, E, Kosovitz. — Dizionario ecc. 20 chiamar la gatta gatta, e non miccia, — dire il pane pane, o dire al pane.pane; — mal drio de un dopo che el xe andà via, fare le scale di Sant’Ambrogio; far parlar de noi, far dir di sè,. o de’ fatti suoi; farse parlar drio, essere portato per le bocche; parlarse coi dedi, chirologiare, e l’arte di esprimersi col mezzo delle dita: chirologia; parlar al muro, met. predicare a’ porri, o predicare nel deserto; — de altro, che si dice pure parlemo de altro, od anche lassemo star — e si usa allorché vien parlato di cose spiacevoli, o pericolose a dirsi: ragioniam d’Orlando, o ragioniam della madre d’Orlando;; no se ghe ne parla, met. non se ne ragiona, e per dire che una - data cosa costa per l’appunto quel tanto: essere come andare per il pan dal fornaio: — ^Bottiglie l’ è vecchia, è’come andar per il pan dal fornaio, meno di un fiorino non si portan via;“ no parlar con qualchedun, andare, o stare grosso con uno, —’non guardare quel tale; no parlar a un sordo, . met, non intendere a sordo; con rispeto parlando, con sopportazione; no bisogna parlar prima del tempo, m. prov. odi prima l’etangelo e poi ti segna; anca ti te ga poco de parlar, m. prov. tanto e’ è da casa- tua a casa mia, quanto da casa mia a casa tua; quando che se parla del lupo ghe se vedi la coda, m. prov. il lupo è nella favola, —^ quando si parla del lupo gli si scorge la coda, — aver chi sia tra’ denti; guardile ti e po ti parlarà de mi, prov.. chi burla lo zoppo badi di essere diritto, — chi vuol dir mal d’altrui pensi prima di lui, — chi d’altri parlar vorrà; guardi se stesso e tacerà; chi tropo parla spesso fala, v. falar; quando el picolo parla .el grando ga za parlà, v, grando; parlar ben e operar mal, v. operar. Parmesan, agg. e sm. parmigiano. Parocheto, sm. mar. e zi. parrocchetto, parrucchetto. Parochial, agg. parrocchiale. Parodiar, va. parodare, parodiare, — mettere in parodia. Parola, sf. dizione, termine, vocabolo, voce; detto, insegnamento; poet. accento; che no se poi esprimer co le parole,, ineffabile; penar un poco per pronunziar le parole, biasciare le parole; arte de far parole nove, neologia; parola con una sola silaba, t. grammaticale: monosillabo; parola con più. de una sillaba, c. s. montisillabo, polisillabo; parola nova, neologismo; parola storta, mei. parola torta; omo de parola, uomo di parola; butar una parola, met. gettare motto; perder la parola — per meraviglia, o timore, o vergogna: ammutire, o perdere la favella, o rimanere a bocca chiusa; passar par ola,- met. darsi l’intesa, passar parola; star a le parole, o star su le parole — .di chi si sia: stare a detta di quel tale, o stare al suo asserto; no far parola, met. non far parola; magnar le parole, met. ingoiarsi, o mangiarsi le parole: — „Come si fa a comprènderlo se ingoia mezze parole;“ vignir a parole, venire a parole; meter le parole in boca, aggiustare le parole in bocca, indettare chi si’ sia; meter - .una bona parola, met. mettere una parola, o mettere una buona parola; no saver dir quatro parólef met. non, saper accozzare due parole; no dir una parola, non battere,, o non •dire una parola, o non dir verbo; met. non far ’cenno: — „Di ciò che mi raccontate egli ncn me n’ha fatto cenno;“ ciapar in parola,. pigliare in parola, o pigliare nelle parole; no esserghe mai meza parola — fra. due persone: non correrci, o non esserci una mezza parola fra di loro, — persone che vivono come passeri e colombi; far parole con qualchedun, aver parole con quel tale; poche paróle, specie d’inter. discorsi corti, o pochi discorsi: — ^Discorsi corti, “ cinquanta fiorini, li volete?“ in poche parole, m, avv. brevemente, — sotto il fascio di poche parole; de una parola in quel altra, m. avv. da una parola in un’altra; parola per parola, in, avv. a parola, a parola a parola, parola per parola; in una parola, a una- parola; basta la parola, m. prov. la parola è {{FineColonna} } corta; tute le parole no merita risposta, m. prov. non tutte le parole meritano risposta, — un paio d’orecchi stancano mille lingue; le parole . xe fià, prov. le parole non s’infilzano; le bone parole no costa un soldo, prov. onestà di bocca assai vale e poco costa; zogar a paróle e anneri, v. armer; baratar parole, v. baratar; morir la parola in boca, e romper le parole in boca, v. boca; bravo solo a parole, v. bravo; vai piè un fato che sento parole, v. fato. Parolaza, sf. parolaccia, — ingiuria parola sconcia, od oscena, — villania. Paroleta, sf. paroletta, parolina, parolinetta, paroluccia, paroìuzza. Paron, sm. donno, padrone, signore; esser paron — poniam figura di un milione: poter disporre di un millione; far el paron, fare il padrone, — spadroneggiare; no esser paron — di fare che si sia: nofi essere signore di fare quella tal cosa; esser soto paron, essere a padrone: — . Non lavora sopra di sè,, è a padrone;“ esser via de paron, o esser senza paron, esser fuor di padrone: — „Era un disutilaccio: ora è fuori di padrone;“ basta Bastian, crepa la cavala resta ’l paron, m. prov crepa la bestia, la sella resta; ognidun xe paron de far del suo quel che ’l voi, m. prov. ognuno è padrone di far della sua pasta gnocchi; do paroni in una volta no se poi servir, prov. non si possono servire due padroni ad un tempo stesso; liga V asino dove che voi el paron, v. asino; xe meio esser paron de barca, che capitanio de vapor, v. barca; bisogna rispetar el can per el paron, v. can; ognidun xe paron in“ casa sua, v. casa,; chi ga compagno, o chi ga sozio ga paron, v. compagno. Pàrona, sf. padrona, signora; padrona di casa: — „Puron licenziati tutti gli studenti dalla padrona di casa;“ che colpa ga la gata -oe la parona xe mata, v. gata. Paronzin, sm. padroncino. Parsemolo, persemolo, sm. bot. persemolo, petroselino, petrosellò, petrosillo, prezzemolo ordinario — petrosélinum sativum.
Parte, sf. parte, quota, tangente; parte davanti, parte anteriore; — — de drio, parte posteriore, o postica; — de sora, parte superiore; — de soto, parte inferiore; — drita, parte destra; — zanca, parte sinistra, o parte stanca; — dri’a de un bastimento de chi che sta a pupa e guarda a prova, tribordo; — sinistra, babordo; parte che toca fazendo in . compania un pranzo, ecc. stregua; cior in- bona, o in cativa parte, pigliare, prendere,, recare, tornare in buona parte, — prendere in cattiva, o in mala parte; far ben la su parte, met. portare bene la sua parte; far una de quele parte, — farghe a qualchedun una de quele parte, fare una partaccia, — fare una partaccia a uno; meter, de parte, mettere, o porre da canto, — mettere, o porre in non cale: attaccare all’arpione, o alla“ campanella dell’uscio; tignir de la parte — di chi o che che sia: sostenere la parte di alcuno, o di che che sia; tenere dalla parte di uno; copiar le parte, levare le parti: — „Son già state levate le parti della nuova commedia;“ per parte mia, dal mio canto, o dal mio lato, — dalla parte mia; per parte sua, tua, dal canto’ suo, dal canto tuo, — dalla parte sua, o dalla parte tua; per parte de, dal lato, o per parte di: — „Sono congiunti dal lato di madre;“ de parte,, a parte da parte, in disparte, separatamente.; de una parte, da’“ una parte, — da un lato, o per un lato: — „De una parte xe bon che ’l xe andà con Dio. = Dà un lato è bene eh’.è andato a babboriveggioli;“ del altra parte, d’altra parte; la più parte, o la più gran parate, gran parte, buona parte, in gran parte, la maggior parte, per lo più: — „Grran parte delle volte ci viene a mezzodì; * la mia, la tua, la sua paite, la parte mia, la parte tua, la parte sua, — in buon dato: — „Lepri ne ho uccisi in buon dato;“ no aver ne arte ne parte, v. arte; compagno no guasta, o no magna parte, e la parte del compagno par sempre la più granda, v. compagno; l’odo voi la su parte, v. ocio. Partegiar, vn. parteggiare, —-essere d’una fazione. Partezipabile, avv. partecipabile, participabile. Partezipamento, sm. participamento Pàrtezipar, va, dar avviso, dar notizia, dar parte, far parte, partecipare; aver parte, ricevere; tenere della natura di che che sia, Partezipazion, sm. partécipanza, partecipazione, participazione. Partezipe, agg, che partecipa di checchessia, — partecipe. Particola!“, agg. particolare, particulare; sm. particolare. Particolaregiar, va. particolareggiare, particolarizzare, parti cularizzare, — venire al particolare. Partida, sf. partita; dipartita. Partidina, s/’.-partitina. Partidona, sf. partitone. Partidura, sf. partitura, spartito, Partignir, vn appartenere, partenere, pertenere. Partir, va. partire, — pigliar l’ambio. Partisina, sf. particella, particina, partieiuola Partizela, sf. particella. Partizipio, sm. participio. Parto, sm. parto; parto d’animale mentre lo alleva lafemmina: allevime; falsificare il parto con sostituzione d’infante: sopporre il parto; l’andar in chiesa delle donne dopo il parto: entrare in santo; dona de parto, donna di parto; assister done de parto, fare i parti; esser de parto, essere di parto, o stare in parto; morir de parto, morire di parto, o morire sopra parto. Partorir, va. figliare, partorire, parturire, — dare, o mettere alla luce, dare, o mettere al mondo; figliare delle bestie: faonare; il partorire immaturo degli animali: aortare; partorire due figliuoli ad un parto: binare.
Parucheta, sf. parrucchina, parrucchino. Paruchier, sm. parrucchiere. Parucon, sm. parruccone. Parusola, sf. si. cincera, cincia, cinciallegra, cincimpotola, cingallegra — parus major. Parusolin, sm. sL cingallegra cappuccina — parus caeruleus; vivo, o svelto come un parussólin, vispo come una rondine, o lesto come una rondine Parzial, agg. parziale. Parzialità, sf. parzialità, parzialitade, parzialitate; essere parziale, mostrar parzialità: parzialeggiare. Pascolada, sf. pascolamento. Pascolar, va. pascere pascolare, pastorare, pasturare. Pascolo, sm. pasco, pascolo, pastura; de pascolo, pascuo: — „ Prato pascuo; toco de pascolo destinado a un pacio de bestie, aggina. Pase, sf. pace; quiete; tranquillità; concordia; riposo; chi che se meti in meso per far far la pase, pacialo, paciaro, paciere; far. pase, far pace, o rifare la pace, o rifar le paci; aver la pase in casa, aver la pace di casa; per la pase, dare, o menare il buon per la pace: — „Avrei da fare gran rimostranze, ma .che vuole, meno il buon per la pace;“ darse. pase, darsi pace, tranquillarsi, —: mettere o riporre l’animo in pace; far far pase, accordare le persone, — appaciarle; pase fata de cor, paciozza; tn pase, o in santa pase, con agio, con comodo, con quiete, — in pace, o in santa pace; ciorsela in santa pase, met. prendersi in pace, o prendersi in santa pace che che sia; no dar pase, met. angariare, perseguitare, travagliare, — non far pace nè tregua con chi si sia; no aver ne pase ne regno, met. non aver terren fermo, o non aver terreno che regga; — „ Colui fa una vita zingaresca: non ha terra che lo regga E un giorno a casa e un anno gira il mondo;“ la pase de casa, v. casa; in pase e in guera, v. guera. Pasqua, sf. pasqua; pasqua rosa, domenica in albis; esser una pasqua, o esser come una pasqua, met. essere fiori é baccelli; confessarse e comunicar se per pasqua, rendere la pasqua. Pasqual, nome proprio di persona: Pasquale; agg attenente a pasqua, da pasqua, di pasqua; pasquale, pasquereccio. Pasquin, sin. pasquino. Passabrodo, sm. colino Passada, sf. oltrepassata, passata; dar una passada — ad un libro, ecc.: dare una corsa ad, un libro, ecc. Passadina, sf. passatina; esser passadina — detto di donna: la merla ha passato il Po. Passagio, sm. passaggio, passo; ripasso; valico, varco; adito; nel senso di spazio lasciato vuoto in un luogo addobbato di sedie, ecc. per passarvi -la gente: andare; esser de passagio, essere di passaggio; usel de passagio, uccello di passo, o uccello migratore. Passaman, sm. appoggiamento, appoggiatoio; passamano Passamanier, sm. passamanaio, passamaniere. Passandoman, avv. dopo domani, doman l’altro, posdomane, posdomani. Passar, va, e vn. attraversare, passare, transitare, traversare, valicare, varcare; cessare; penetrare; trafiggere; riparare, superare; avanzare, superare; porgere, trasmettere; concedere, somministrare; t. di giuoco: disdir la posta, ’far passo, passare; passar a pie un aqua, guadar l’acqua, o passarla a guado; passar de un, andare -da chi si sia, passare ad uno, o passare da uno: — Passate da mio zio;“ passar per la testa, met. passare per la mente, o passare per l’anima; passar inoservado, passare inosservato; passar sora de qualcossa, met. valicare che che sia, passarci sopra, dissimularla; farsela passar — una voglia, ecc.: attaccare la voglia all’arpione, o attaccarla alla campanella dell’uscio; lassar passar, met. sopportare, tollerare; lassarla passar, o lassarla passar lissa, met. passarla liscia ad alcuno; passarla lissa, met. passarla liscia o passarla pulita; poi passar, può passare; no lassargliene passar una, met. non lasciare cader una, — non lasciar chiodo senza ribadirlo; passar una strada traverso de un altra, incalcare la strada: — „La Via delle acque incalca la Via Stadion;“ a chi presto la ghe monta presto la ghe passa, v. montar.
Passarin, sm, colabrodo, colino, passatoio; covar i passarmi, met. far cantare, — grattare il corpo, o grattar la pancia alla cicala, — levar la . lepre dal bosco, — tastar l’animo di alcuno, — metterlo a leva, — tirargli su le calze, •— far caselle per opporsi, — scalzar uno, o dar intorno •alle buche ad uno; far el passarin. m. de’ giuocatori di carte: fare il passetto. Passegiada, sf. passeggiata, spasseggiamento, spasseggiata. Passegiadina, sf. passeggiatina, e quale vilifìcativo: passeggiatuzza. Passegjar, va. passeggiare, spasseggiare; fare la passeggiata: — „Il dottore fa la passeggiata sotto le finestre della signorina Cecilia.“ Passegier, sm. passeggiere, passeggiero; viandante; agg. fugace, passeggiero, transitorio, veloce. Pàsser, va. pascere. Passera, lo stesso che passara. Passion, sf. afflizione, angore, dolore, mestizia, passione, tormento; afletto, o tendenza a far checchessia; picola passion: afflizioncella; passione veemente: ebbrezza; passione accorali pagnata da forte inquietudine: ango scia; passione d’animo, poet.: angore; la passion de nostro Signor, bot, fior di passione — passiflora caerulèa; ciapar, o vignir passion — allo studio, alla caccia, ecc.: prendere passione allo studio, ecc. Passiona, agg. appassionato, mesto, passionato, tristo; poet. adro. Passionar, va. e vn. affligere, angosciare, appassionare. Passionzina, sf, passioncella Passo, sm. aperta; passo; — nel senso di romore che fa il piede calzato nel camminare: pedata: — „C’è qualcuno di là, sento delle pedate;“ met. partito, risoluzione; esser a questi passi, met. essere a questi ferri; far un passo avanti e do mdrio, met. fare un passo avanti e due addietro; andar a passo,- andare di passo; andar più che de passo, andare di buon passo, o andare più che di passo, — uscir di passo; andar a mezo passo, andare a passo lento; far passi de zigante, met. far passi da giganti; a ogni passo, m. avv. a ogni piè sospinte; a passo, di passo: — „ Faceva andare il cavallo di passo;“ de un segnò de Ilio zento passi indrio, v. Dio; no bisogna far el passo più longo de la gamha, v. gamba. “ Passudo, agg. pasciuto. Pasta, ..«/. pasta; dolce, offella, pasta, pastiocetto; pastume: — preferisco il pastume in brodo a qualsiasi minestra;“ colui che fa, o vende» •paste, e quelle massimente ad uso di minestra; pastaio; chi va attorno vendendo paste, e le tiene per lo più in una paniera: pasticcinaio; pasta per ’l pan e simili“: intriso; — gratada, gragnolata, o pasta grattata; —. frola, pasta frolla, o pasta reale; esser una pasta, mef. esser un buon papastricciano, o essere -una pasta di zucchero; esser tuto una:pasta,. o esser futi de una. pasta, met. essere tutti di una buccia, o essere tutti di un sapore, — essere tagliati ad una misura, — essere d’Un pelame; aver le man in pas’a, mef. aver le mani in pasta; meter le man in pasta, met. mettere, o porre le mani in pasta; de bona pasta, m, avv. di buona pasta, benigno, di buona natura.
Pastegiar, va, pasteggiare. Pastela, sf. intriso, poltiglia; — e nel senso di quelle pallottoline di sudore appastato che si formano sulla persona di chi sta poco netto: pastorello. Pastilia, sf. pasticca, pasticco, pastiglia. Pastinada, sf. zapponata. Pastinar, va. t. . d’agricoltura: zapponare — nel senso di rivoltare ben bene la terra; ridurre il poggio piano ridurre per mezzo di ciglioni il terreno in poggio quasi ad un piano Pàstino, sm. t. d’agricoltura .• ciglionePastizada, agg. e sf. pasticciata, pasticciato; met. acciabattamento; confusione, imbroglio. Pastizar, va\ impasticciare; met. ingarbugliare; pastizar le carte — m. de’ giuocatori: accozzare le carte, Pastizaria, sf. offelleria, pasticceria. Pastizeto, sm. pasticcetto, pasticcino, pasticciotto. Pastizier, sm. offelliere, pasticciere; met-.. adulteratore, affatturatore. Pastizo, sm. pasticcio; met. appastricciamento; aggeggio, avviluppamento, confusione, guazzabuglio, imbroglio, intrigo, pastìccio, piastriccieo, piastriccio, piastringolo, viluppo: — panicolaio: — „Grli Elvezi è davvero tale un panicolaio che non ci si raccapezza dal sacco le cordelle;“ — nel senso di cosa grossolana, o sciocca: pasteco; far un pastizo, met. confondere ogni cosa, — fare un pasticcio.Pastizon, sm. garbuglione, intrigante; baro’..;, pasticcione. Pasto, sm. pasto; magnar, o tignirse a pasto, fare, o . mangiare a pasto; de pasto, m. avv. da pasto: — „Vino da pasto.“ Pastor, sm. pastore; de pastor, pastoreccio, pastorizio; can de pastor, cane da pastore — canis pastoreus; farde lupo e de pastor, v. lupo. Pastoral, sm. pastorale, rocco; agg. pastorale. Pastrociado, agg. abborracciato; ingarbugliato; fallato; sudicio. Pastrociada, sf. diguazzamento, insudici amento. Pastrociar, va. abborracciare, acciarpare; diguazzare; sgorbiare; insudiciare, insozzare; fallare; pastrociar un poco, parlucchiare; - - „Parlucchia tanto e quanto lo spagnuolo.“ Pastrocio, sm. guazzabuglio; imbroglio; fanghiglia, loto; confusione; intruglio: — „Ci dà a mangiare certi intrugli che se ne stomacherebbero i cani.“ Patacon, sm. pezzo da quattro soldi. La ’voce del dialetto è bassa; vi ha però in Portogallo una moneta di rame che chiamano pure pattacone, voce questa registrata dal l’anfani con’un esempio di buon autore. Pataf, sm. ceffata, ceffone,“man-’ rovescio, scapezzone. Patafia, agg. e sm. schifiltosa, schizzinosa. Pataracia, sf. frittella, lordura, macchia; zi. suaccia comune — citharus linguatula; suaccia cianchetta — arnoglossus laterna. Patata, sf. patata, pomo di terra — solanum tuberosum. Patatin-patatun, inter. tiffe taffe, — di dove vieni? vengo dal molino.: — „ Li ga brincai che i iera andai robar, e -potatiti pafatnn li ga mandai a casa pieni de macadure. = Li colse ch’erano andati a vignone, e là, di di dove vieni? vengo dal molino, li mandò a casa carchi di lividure.“ Patatunfete, inter, paf, paffe, toppete. Pategiado, agg. convenuto, patteggiato, accordato per patto. Pategiar,.va: convenire, far patto, patteggiare, “pattovire, pattuire — essere in patto, — restare in accordo. Patela, sf. t. de’ sarti: fìnta, mostreggiatura, pistagnino, rivolta. Patelon, sm. c. s. bracchetta, toppa, toppino.
Paternostro, sm. lo stesso che padrenostro. Patì, agg. patito; emaciato, magro, smunto; cagionevole, mingherlino, tisicuccio; stantìo. “Patibolar, agg: patibolare. Patida, sf. sofferenza, patimento. Patina, sf. patina; met. inverniciatura, orpellamento, vernice; dar la patina, patinare: — „Da quand’è che non patinate i miei stivali?“. Patir, vn. patire, soffrire; comportare, sopportare; immezzare, invietire; xe un bel ricordarse quel, che se ga patì, m, prov. quel che fu. duro a patire ò dolce a ricordare — e viceversa: è un mal fiume l’Era — prov. questo fatto giuocando sul nome Era, ch’è nome d’un fiume in quel di Pisa, — e con Dante: Nessun maggior dolore, Ghe ricordarsi del tempo felice Nella miseria; — e col Manzoni: Il misero orgoglio D’un tempo che fu. Pato, sm. patto;-accordo, condizione, — convenzione particolare; poto de le scale, pianerottolo; appoggiamene branca, spalletta; poto de la porta, limitare, soglia; no poderse dar de pati, non poter capacitarsi,; voler a tuti i pati, m. apv. voler per assedio, — voler a tutti i patti, e per maggior enfasi dissero i Deputati al Decameron: a tutti i patti del mondo; per nessun pato, a patto niuno, in modo alcuno, in nessun modo, per alcuno patto; vignir a pati, venire agli accordi: — „ Visto che la lite andava un po’ troppo per le lunghe vennero -agli accordi;“ mantignir i pati,. o star ai pati, stare a’ patti; no mantignir, o no star ai pati, non stare agli accordi, -— rompere il patto; pati ciari, amizi cari, v. amico; pati ciari amizizia longa, v. amizizia. Patocìo, sm. battaglio. Patoco, agg. fracido, fradicio, guaito, marcio., Patriarcal, agg. patriarcale. Patriota, sm. compatriotta, compatriota, compatriotto Patron, specie di avverbio: addio, — la saluto, — .. la riverisco — e simili. Patufada, sf. bastonata, bastonatura, percotimento, picchiata, zombatura. Patufar, va. percuotere, picchiare, zombare. Paulo, nome proprio di persona: Paolo. Patuir, lo stessa che pategiar. Paura, sf. atterrimento, paura, pavento, spavento, tema, terrore, timore; da averne paura, che mette paura: paurevole; inclinato a temere: apprensivo; quella subitanea paura che in eventi impreveduti non può ovviarsi pel primo istante “anche dai più arditi: -pànico; aver paura, temere, trepidare, pavere — di questo verbo usasi, poeticamente, la sola voce pavé, che significa: ha paura; aver paura, met. credere, sembrare: — Go paura che ogi no ’l vien. = Mi sembra che oggi non viene,“ — „Go paura che piovarà. = Credo pioverà;“ far paura, incutere, infondere, ispirare spavento, o timore: — . Zerti musi che fa paura. = Certe faccie che incutono spavento;“ far paura, o fare un po’ di paura, bravare, minacciare garrendo: — ,,Bisogna fargli un po’ di paura a quel bimbo se no vi doventa un Attila;“ morir de paura, met. morire, o spiritare di paura, avere paura eccessiva; de far paura, o che fa, o che fazeva paura, da far paura: — „Ha divorato una montagna di carne che faceva paura; “Za paura fa novanta, met. la. paura mette l’ali a’ piedi, — . la paura non ha ragione, — la paura scema la memoria; contro la paura no ghe xe rimedio in spezaria, rimedi contro la paura non ne vendon in tutte le botteghe; chi ghe ga paura che staglii casa, prov. chi ha paura di passere non semini panico; no ver paura nanca del diavolo, v. diavolo; mal no far paura no ver, v. mal; aver paura de la sua ombra, v. ombra. Pauroso, agg. cacacciano, pauroso, timido, timoroso; poet. pavido. Pavèr, sm, lucignolo, stoppino; paver a cordela, lucignolo piatto; paver a tubo, calza da lume.
Pavimentar, va. pavimentare. Pavon, sm. zi. pagone, pavone — pavo cristatus. Pavonegiarse, vnp. boriarsi, gloriarsi, pagoneggiarsi, pavoneggiarsi, — compiacersi di sè stesso. Pavonzel, pavonzin, sm. zi, fifa, nitticorace, pavoncella — vanellus cristatus; — ..quale diminutivo di pavon: pagoncello, pagoncino, pavoncello, pavoncino. Paze (esser), esser pari con alcuno, — non aver seco nè debito nè credito, — esser par pari seco, lui; m. de’ giuocatori: esser, o far pace; paze pagai, v. pagar. Pazientar, vn. pazientare. Pazienza, sf. pazienza; abascanto, abitino, amuleto, breve: — “Porta al collo un abitino benedetto dal . Santo Padre;’“ — pazienza, nel senso di quel breve spazio di tempo che si “suole accordare dopo l’ora fissata: comporto: — „AUe cinque in punto, siamo intesi? — Va bene, con qualche minuto di comporto per l’uno e per l’altro, che non se ne dice;“ pazienza, detto quando ci accade qualche cosa di noioso, o di sinistro: pazienza; e se la cosa è proprio leggera: pazienza e cenci, — pazienza pazienzorum, disse il diavolo a S Antonio; santa pazienza inter. pazienzina santa; aver, o volerghe la pazienza de Giobe, avere, o volerci la pazienza di Giòbbe; far perder la pazienza, far rinnegare, o far scappare la pazienza; co la pazienza se fa tuto, prov. non v’è mal che .non finisca se si soffre con pazienza — pazienza tempo e denari acconciano ogni cosa, — pazienza vinoe scienza, — quel che sarebbe grave fa la pazienza lieve, — vince colui che soffre e dura; la pazienza xe la virtù dell’asino, v. asino. Pazificabile, agg. pacificabile. Pazificado, agg. paceficato, pacificato, quietato, rappattumato. Pazificamente, avv. pacificamente, placidamente, — colle morv.ide, — con le buone, — senza alterarsi. Pazificamento, sm. pacificamento. Pazificar, va. appaciare. pacare, pacificare, placare, rappaciare, rimpaciare, tranquillare, tranquillizzare. Pazificator, sm, pacificatore. Pàzifico, agg. paeefìeo, pacifico, pacioso; sior pàzifico, met. piaggellone: - „Quel piaggellone fa cascar il pan di mano.“ Pea, sf. zi. specie di crostaceo — maja verrucosa. Pecà, pecato, sm. peccato; peccato di commissione: far ciò che è proibito; peccato di ommissione: non far ciò che è comandato; pecato contro natura, peccato nefando, o muto, o sodomitico, — sodomia; chi lo commette: sodomita — l’agente: pedicone; il paziente: batillo; pecato mortai, peccato, o vizio capitale^ o mortale; pecato che no xe mortai, peccato veniale; aver dòsso tuti i sete pecati mortai, met. avere addosso tutt’e sette i peccati mortali, — essere- più tristo che un famiglio d’Otto; aser un pecato mortai, met. esser un. peccato, o esser un peccato mortale; parer de far un pecato mortai, met sembrare di far’un peccato mortale; no valer i sui pecai, met. non valere una buccia di porro, o non valere un lupino, o una patacca — e simili; bruto come pecà, met. brutto come, o quanto il peccato; che me pentìria dei mii pecati. — modo famigliare, usato per significare che d’una data cosa fatta ce ne duole assai: mi pentissi tanto de’ miei peccati; se conta ’l pecà ma no ’/ pecator, m. prov. me l’ha detto un mutolo, o l’ho inteso da un mu-, tolo, — si dice il peccato, ma non il peccatore; far la penitenza per i pecai dei altri, m. prov. tal pera mangia il padre che a’ figliuoli allega i denti, — quando il padre fa carnovale, a’ figliuoli tocca spesso far quaresima; pecato confessò xe, mezo perdonò, m. prov. peccato confessato è mezzo perdonato; chi che ya fato ’£ pecà che fazi la penitenza, prov. chi ha fatto il peccato faccia la penitenza, — chi ha mangiato i baccelli spazi i gusci, — beva la feccia chi ha bevuto il vino, — chi ha fatto la piscia a letto la riasciughi, — chi ha avuto il gusto abbia il. disgusto; pecati veci penitenza nova, prov. a colpa vecchia penitenza nuova, — peccati vecchi, penitenza nuova.
Pecar, vn. peccare, — commettere peccato Pecatazo, sm. peccataccio. Pecator, sm. peccatore; ciapa 7 giusto per el pecator, v. giusto; se conta el pecato ma no el pecator, v. pecato. Pecatorazo, sm. peccatoraccio. Pecatuzo, sm. peccatuccio, peccatuzzo. Pedal, sm. bot. pedale; t. mus. pedale, pedaliera. Pedana, sf. doppia, pedana Pedantazo, sm. pedantaccio; pedantone. Pedestal, sm. piedestallo, piedistallo. Pedina, sf. pedina; pedina del dominò, tèssera; meter al posto le pedine — al giuoco della dama: impostare le pedine; pedina tocada devi esser mossa — modo de’ giuocatori di dama: tocca e mossa. Pedinar, va. codiare, pedinare Pedoceria, sf. grettezza, pidocchieria. N Pedociazo, sm, pidocchiaccio. Pedocin, sm. pidocchietto, pidocchino; met. pezzo da dieci soldi. Pedocina, sf. med. morbo pedicolare, o morbo pediculare. Pedocio, sm. zi. pidocchio — pediculus capitis, e pediculus humanus; zecca — ixodes ricinus -, pedocio de galine, pidocchio pollino — pediculus gallinae; pedocio de mar, mitilo, pidocchio di mare — mgtilus edulis; pedocio refà, met. asino bardato, o in gualdrappa, o risalito, — pidocchio riunto, — povero rifatto, — villan rifatto, — uscito di cenci; scortiga^ pedoci, met. petecchia, pittima: — „E una petecchia che non darebbe un Cristo a baciare;“ scortigar el pedocio per cavarghe la pele, m. prov scorticare il pidocchio per vender la pelle; ì pedoci glie va dosso ai poveri, prov. a’ cavalli magri van le mosche; bezi fa bezi e pedoci fa pedoci, prov. al sarto povero gli si torce l’ago. Pedocioso, agg. pidocchioso. Pegior, agg. peggio, peggiore, piggiore. Pegiorar, va. e vn. peggiorare, piggiorare. Pegno, sm. pegno; caparra, guarentigia; pegno dato pel prestito di un libro: antibiblio; dar in pegno, da • re in pegno; lassar in pegno, lasciare in pegno, o semplicemente: lasciar pegno: — «Per un bicchiere di birra dovette lasciar pegno l’ombrello.“ Pegola, sf. pece, pegola; met. lue celtica, morbo gallico, sifilide; iattura, iettatura; di pece, o impiastrato di pece: pecioso; aver pegola met. aver disdetta, o essere in disdetta, — essere sfortunato, — dir barbina, o dir cattiva. Pegojota, sf. pegoliera. Pegora, sf. berbice, pecora — ovis aries; de pegora, pecorino, e met. pecoresco: — ^Stoltizia pecoresca;“ stala de pegore, pecorile; merda de pegore, pecorina, pecorino; el lupo magna anca le pegore contade, chi che se fa pegora el lupo lo magna, no dar la pegora in guardia al lupo, e la disgrazia del lupo xe la fortuna de la pegora, v. lupo. Pegoraza, sf pecoraccia. Pegorer, sm. pecoraio, Pegoreta, sf. pecorella, pecoretta, pecorina. Pegorin, agg. pecorino. Pel, sm. pelo; pel mato •— sulla faccia: pelo vano; pei dei fruti, lanugine; — dei usei quando che i cominzia vestirse, caluggine, calugine; far pel — dei muri: crettare; no storzer un pél, met. non torcere un pelo; drizar, o impirar i pei — ciò che fanno talora alcuni animali, come p. e. il cane, il maiale, ecc.: arricciare, o inasprare i peli; esser a un pel, met. essere, o stare a un dito, — andare, o stare sull’undici once, — essere a un pelo; esser sempre in un pel, me’. essere come i santi al muro; andar per un pél, met. andare a un capello; zercar el pél nel ovo, met. cercare il pel nell’uovo, — cercare il nodo nel giunco; lassar el pel, met. lasciare il pelo, o lasciare del pelo: — „Quand’uno si mescola con pelagatti, ci lascia il pelo, volere o volare;“ de primo pel, di primo pelo; per un pel, per un pelo; nanca un pel, m. avv. neppure un bricicchino; a brusa pel, m. avv. a bruciapelo; el lupo, o la volpe perdi el pel ma el vizio mai, prov. la volpe perde il pelo, ma non il vezzo, o il vizio, -4- chi è d’una natura fino alla fossa dura, — il mortaio sa sempre d’aglio, — il lupo cangia il pelo, il vizio mai, — chi nasce lupo non muore agnello; de quel can che ga morsigà con quel pel se se devi guarir, v. can; rosso de mal pél zento diavoli per cavel, v. cavel; aver el cor con tanto de pel, v. cór.Pelame, sm. coiame.
Pelaza, sf. pellaccia, pellicciattola.. Pelazo, sin. pelaccio. Pele, sf. cuoio — pi. i cuoi e le cuoia, — pelle; met. buccia: — „Se ci va, pover’a lui gli fan certo la buccia;“ di pelle: pelliceo; pele del omo, cute, derma, dermide, , epidermide, pelle; della cute, appartenente alla cute: cutaneo; che è sotto la cu7 / te: succutaneo; pele del capo dell’uomo: cotenna, e cotenna dicesi pure alla pelle del maiale; la parte interna della pelle degli animali scoiati: carnicino; pelle dalla quale è stato tolto dai conciatori il pelo: buccio; — di cui si spogliano ogni anno le ser- pi: scoglia; — che il filugello si lascia dietro mutando: buccia; — d’agnello: pelle agnina; — d’agnello ucciso poco dopo la nascita: bassetta; — d’agnello non nato: fulcina; — di camozzo: pelle camoscina; — di cavallo, conciata: cavallina; — d’ermellino: armellina; — che divide i chicchi del melograno: cica; el de fora de la pele, da buccio; el de dentro, da carne; pele de pesse, art. e mest. pelle di pesce; andar, premer, rimeter, 'salvar la pele', met. andare, premere, rimettere, salvare la pelle; aver la pele dura, met. aver la pelle dura, o aver la pelle di ciucco; aver mantello ad ogni acqua; far la pele, met. far la buccia, — fare un colpo; no star ne la pele, o no poder star ne la pele, met. non capire in sè medesimo, — non capire nella pelle, — non poter capir nella pelle, — non sapere nella pelle -— non poter stare nella pelle;’ vignir la pei e de oca, met. accapponarsi la pelle — venire la pelle di cappone, — accapricciarsi le carni, — granirsi la pelle, — venire la pelle d’oca; pele de oca, met. pelle anserina; esser ne la pele — che si usa quasi sempre colla negativa: essere nella pelle: — . Poveraccio, i’ non vorrei cert’essere nella sua. pelle;“ no esser che pele e ossi, met. essere ossa e pelle, — essere ridotto all’estrema estenuazione; lassar la pele, met. lasciare la pelle: — „Ha lasciato la pelle in quella malaugurata spedizione;“ 'salvar la pele', met. salvare, o scampar la pelle; no dar gnente de la pele de un, met. non dare della pelle di uno neanche un baiocco, o una buccia di porro, o una patacca, o un quattrino — e simili; cavar la pele al, pedocio, o al pulise, met. scorticare il pidocchio; a fior de pele, m. avv. vin pelle, in pelle in pelle, pelle pelle, tra pelle e pelle: — „Una feritina pelle pelle;“ per la pele, m. avv. per la pelle, — scorporato: — „Bevitori per la pelle.“ — garibaldino scorporato;“ chi no sa. scortigar sbrega la pele, prov. chi non sa scorticare intacca la pelle; no vender la pele del orso prima che se lo ga mazà, v. orso; esser sempre in una pele, lo stesso che esser sempre in un pel, v. pel; pele, met. lo stesso che pelata, meno nell’ultimo significato.
Pelegrin, sm. pellegrino, peregrino. Pelegrina, sf. baverina, e come voce d’uso: pellegrina. Pelegrinar, verbo di cui in dialetto viene usata, credo, met. la sola voce: pelegrinando, pelegrinare, peregrinare. Pelisin, sm. pelolino. Pelisina, sf. cuticola, pelliccila, pellicina, pellicola, pellolina Peliza, sf. pelliccia, pelliccione, pellicciotto. Pelizada, sf. pelliciata. Pelizar, va. pellicciare, — foderare di pellicce. Pelizaria, sf. pellicceria: — „Tiene pellicceria in Corso;“ pi. pellicciame: — „Il pellicciame è per certi popoli un articolo importante di commercio “ Pelizer, sm. pellicciaio, pellicciamolo, pellicciere, pellicciero; tute le volpe se incontrerà del pelizer, prov. in pellicceria vanno più pelli di volpe che d’asino, — tutte le volpi si. riveggono in pellicceria. Pelizon, sm. pelliccione. Peloso, agg. irsuto; peloso, piloso; sm. zi. specie di sogliola —- solca variegata; peloso de grota, zi v. grota. Peloton, sm. zi. t. de’ cacciatori: acquaiuolo — anas boschas juvenis. Pellico, sm. pelo, peluria. Pena, sf. penna; piuma; met. castigo, gastigo, penna; pena de morte, pena capitale, o pena di. morte; che ga pene, pennato, pennuto; pene che cominzia spuntar, bordoni; pene de sangue, brocchi; pene maestre, coltelli, penne maestre; cavar le pene maestre, met. levare le penne maestre; lassar le pene maestre, met. lasciare le penne maestre; temperar la pena, aguzzare o appuntare, , o temperare la penna; dar de pena, dar di penna, o dar di frego; a pena, appena; a, pena, — a penna e a calamaio; ciorse la pena, mei. darsi cura, o darsi briga, — darsi pena, o prendersi la pena; lassar, o restar ne la pena, met. lasciare, q restare nella penna; saver, o no saver tignir la pena in man, met. sapere, o non sapere tenere la penna in mano; far ghe ’l taio a la pena de “scriver, fare il fesso, o fare la fenditura alla penna; no meritar la pena, non meritare il conto, o non meritare la pena, — non metter conto; l’usel se lo conossi da le pene, prov. a’ segnali si conoscon le balle, — il muro si conosce dall’intonaco; ambasiator no porta pena, v. ambasiator. Penaceto, sm. pennacchietto, pennacchino, pennacchiuolo. Penacio, sm. pennacchiera; pennacchio. Penai, agg. e sf. penale; sf. ammenda, multa; sm. pennaiuolo. Penar, vn. penare; met. impiegare; affaticarsi, stentare, tribolare; far penar, met. dar pena, tormentare storiare: — „K,iccone sfondolato che fa storiare agli artisti i loro guadagni; vergogna!’* aver finido de penar, met. aver finito di penare: —. „Ha finito di penare, meglio per lui, già non poteva guarire, poveretto.“ Penariol, sm. pennaiuolo. Penaza, sf. pennaccia, Pendente, agg. pendente; ambiguo; dubbioso; esser pendente, essere in dubbio, non essere determinato, restare indeciso, o restare in dub -bio, — restare, o stare, o trovarsi in pendente. Pender, vn. pendere;, pencolare; avvicinarsi a che che sia, esserne volto, inchinarvi, parteciparne; che pendi, pendevole; più che la pendi più la rendi, m. prov. finché la pende, la rende. Penel, sm. pennello, penello; far a penel, met. fare a pennello; sta’r a penel, met. stare a pennello, — tornare una pittura: — „L’ ultimo vestito della cuginetta Antonini le torna una pittura;“ manigo del penel, asta, asticciuola.
Penelar, va. pennellare, pennelleggiare. Penelazo, sm. pennellaccio. Peneleto, sm. pennelletto, pennellino. Penelon, sm. pennellone. Peneta, sf. pennino: — „ Pennini da scrivere e da disegnare;“ pennolina, pennuccia, pennuzza. .... Penetrar, va. penetrare; atto, o facile a penetrare: penetrevole, penetrativo. Penetrazion,. sf. penetrazione, r Penitenza, sf. penitenza, penitenzia; fastidio, noia; castigo, gastigb, pena;. ’dar. per penitenza, dar penitenza; de penitenza, penitenziale; no far una roba nanca per penitenza, met. non fare una cosa nemmeno se il confessore la dasse per penitenza; chi ga fato ’l mal che fazi, la penitenza, v. mal; pecati veci penitenza nova v. pecato. Penitenzeta, sf. penitenziuccia. Penola, sf . art. e mest. bietta; t. de’ bottai: lunetta. Penon, sm. mar. antenna, pennone. Pensada, sf. pensamento, pensata; ritrovato, trovato. Pensar, vn. pensare; credere, immaginarsi, opinare; determinare, deliberare, stimare; dar de , pensar, dar da pensare; pensar mal, pensare a male: — „ Gentaccia maliziosa che pensa sempre a male;l’pensar el pezo, pensare al peggio: — , Non bisogna pensare al peggio; se non è venuto ancora vuol dire che i suoi affari lo trattengono;“ pensar per se. pensare a se; drio el pensar — mio, tuo, suo: secondo il mio, il tuo il suo avviso; —- „Secondo il mio avviso direi subito di no;“ pensarghe su, far miglior raziocinio: — „ Dopo averghe pensado su go pensado de azetar. = Fatto miglior raziocinio ho pensato d’accettare;“ ben pensada, inter. ben pensata; una el ghe ne fa e una el ghe ne pensa, met. una ne fa e un’altra ne pensa; che ghe pensi chi che ga de pensar,’m. prov. chi ci ha pensare, ci pensi, — chi l’ha a mangiare, la lavi; chi prima no pensa in ultimo sospira, prov. chi non pensa prima sospira dopo, — chi non vi pensa non mangia, — chi vuol moglie a pasqua, in quaresima se l’accatti; chi ga no pensa, v. aver. Pensier, sm. pensiero; apprensione, cogitazione; pensiero malauguroso, o superstizioso: ubbia; cambiar pensier, mutare consiglio, o pensiero, 0 proposito; star tn pensier, esser, o stare in pensiero; mettere in pensiero; mandar a spasso i pensieri, met. cacciar le passere; sora pensier, m. ave, sopra pensiero, — inconsideratamente, sbadatamente; viola del pensier, bot. viola del pensiero, o erba della trinità, o minuti pensieri, o suocera e nuora — viola tricolor; i pensieri fa diventar veci prima del tempo, m. prov. 1 pensieri fanno mettere i peli canuti; aver più pensieri che; cavei in testa, v. cavel; la note xe la mare dei pensièri, v. mare. Pensator, sm. pensatore. Pensierazo, sm. pensieraccio. Pensieroso, agg. cogitabondo, cogitativo, pensieroso, pensoso. Pensieruzo, sm. pensieretto, pensierino, pensieruccio, pensieruzzo. Pension, sf. pensione; meter in pension, mettere in pensione, o mettere in quiescenza, o in riposo; meter in pension, met. dimettere, — finir di adoperare — detto di vestimenta, di utensili, ecc. Pensionà, sm. emerito, giubilato, pensionato. Pensionar, va. giubilare, pensionare. Pensionzina, sf. pensioncella, pensioncina, pensionuccia. Pentecoste (le), sf. la pentecoste, — pasqua rugiada, o pasqua rosata. Pentir, vn. pèntere, pentire; mutare d’opinione, e di volontà.; pentirse, vnp. avere a penitenza, — pentirsi, ’ — tornare a penitenza. Pepalessa, sf. cencio molle, — fico lesso, o fico lievito, — pollo freddo: — Preferisco gli sfacciati a’ polli freddi.“
Pepi, nome proprio di persona: Giuseppe. Per, sm, paio, paro — pi. le paia; coppia-: Coppia di piccioni;“ pariglia: — „Superba pariglia di cavalli russi;“ prep. a fine, affine di, per; per el, pel, per il, per lo: — „Pan per el can. = Pane pel cane.“ — „Dome i soldi per .el conzapignate. = Dammi il denaro per lo sprangalo. Perchè, pari. lo stesso che parchè. • Percorer, va. percorrere, scorrere. Perder, vn. perdere; smarrire; no se ga perso gnente — dicesi di una persona da poco, e con la quale non c’è, come suol dirsi, da far un pasto buono: è meglio perderlo che trovarlo; no. perder se, met. non morire la lingua in bocca; chi perdi ga torto, m. prov. chi perse fu sempre dappoco, — chi perde ha sempre torto; chi perdi no cotona — m. prov. usato da’ giuocatori: il perditor non burla; chi che no voi perder no zoghi, m, prov. non giuochi chi non vuol perdere; xe meio no guadagnar che perder, v. guadagnar; chi impresta perdi la testa, v. imprestar; negoziar per perder, v. negoziar. Perditor, sm. perditore. Perdizion, sf. danno, perdizione, rovina; dannazione. Perdon, sm. perdono. Perdonada, sf. perdono.. Perdonar, vn. perdonare; risparmiare; assolvere dalla pena; rimettere dalla colpa; la prima se amonissi, la seconda se perdona e .la tèrza se bastona, v. bastonar. Perega, sf. zi. sciarrano scrittura — serranui scriba; perega dalmata, sciarrano cabrilla — serranus cabrilla. Perer, sm. pero — pgrus communis; perer selvadigo, pero selvatico, o silvestro, — peruggine. Perfezion, sf. perfezione. Perfezionar, va. dar perfezione, perfezionare; divenir perfetto, farsi perfetto. Pergola, sf. pergola, pergolato; ua pergola, pergolese Pergolo, sm- balconata, pogginolo, verone. Pericolar, va. correre pericolo, pericolare, — andare in precipizio. , Pericolo, sm,. pericolo, periglio; esser in pericolo, essere in pericolo, stare in pendulo (Boccaccio); meter in pericolo,, mettere in pericolo, porre a rischio, o porre a repentaglio; meter in sicuro pericolo, porre a sbaraglio; meterse in pericolo, entrare nel bucine; andar zercar pericoli, cercare di Frignuccio, — cercar Maria per Ravenna; conosser de esser in pericolò, sentir la calcina,--veder la mala parata; esser fra do gran pericoli, essere fra le forche, e S. Candida, — essere fra Scilla e Carridi. Perir, vn. perire; no perir, met. non perire: — ,,Chi serve il comune non perisce certo “ Perla, sf. perla; met. canaglia, imbroglione; scaltro, truffatore; perline, sennino. Perlin, sm. turchinetto: — „Comperate della, colla d’amido e nn po’ -di turchinetto.“ Perlustrar, va. perlustrare, andare in perlustrazione Perlustrazion, sf. perlustrazione. Permessante, smf. t. de’ cacciatori: chi acquista la licenza di caccia da chi ne è proprietario, od appaltatore. Permesso, sm. licenza, permesso, permissione; darghe permesso a qualchedun de far qualcossa, fare abilità a quel tale di questo o quello, Permeter, va. concedere, permettere, — dare arbitrio, facoltà, licenza di dire, di fare, —. fare abilità; el dotor no permeli, v. dotor. Perneto, sm. assiculo, pernetto, pernuzzo. Pernigoto, sm. zi. perniciotto— perdix cinerea juvenis. Pernisa, pernise, sf. zi. pernice — perdix cinerea. -Perno, sm. pernio, perno; esser el perno, mét. essere quello che dà fuoco alla colubrina. Pernotar, vn. pernottare, — consumare, passare la notte.
Perorar, vn. perorare, — far la perorazione. Perpendicolar, agg. perpendicolare; verticale. Perquisizion, sf.. perquisizione. Perscrutar, va. investigare, perscrutare, scrutare. Persecutor, sm. persecutore. Persecuzion, sf. persecuzione. Perseguitar, va. inseguire; perseguitare; aver giurò de perseguitar uno, bandir la croce addosso a quel tale. Perseverar, vn: aver perseveranza, perseverare, persevrare, — persistere in un’opinione, in un abito, ecc. Persigher, sm. bot. persico, pesco — persica vulgaris. Persigo, sm. persico, pesco; persigo che se lassa, o persigo che. se mola del osso, pesca partitoia, o spiccace, o spiccagnola, o spiccatola; persigo che se tien, o persigo che no se mola,, pesca duracina; persigo imbriagon, sanguignola: — „Sanguignole da mettersi nel vino.“ Persister, vn. persistere. Persona, sf. persona; saver de una persona vita morte e miracoli, sapere di quella tal persona nome e cognome. Personal, agg. e sm. personale. Personaza, sf. personaccia. Personificado, agg. personificato; del mondo: — „'Esser la bontà', o la cativeria personificada. = 'Esser la bontà', ola cattiveria del mondo.“ Personificar, va. personificare. Personificazion, sf. personificazione. Personzina, sf. personcella, personcina, personcino. Perspicazia, sf. perspicacia. Persuader, va. convincere, persuadere; vnp., acconciarsi nell’anima una cosa, — rendersene ragione, — persuadersi. Persuasion, sf. persuasione. Persuto, sm. lo stesso che paràuto. Pertratar, va. discutere, pertrattare, trattare. Perturbar, va. perturbare, scompigliare. Perturbazion, ~ sf. alterazione, commovimento, perturbazione, scompiglio Pervegnìr, vn. pervenire. Pervertir, va. pervèrtere, pervertire, — divenire, o far perverso. Perusulaeperusoliri, lo stesso che parusola e parusohn Perzepir, va. percepire. Perziò, agg. perciò. Pesada, sf. pesamento, pesatura. Pesador, sm. pesatore. Pesadura, sf. pesatura. Pesante, agg. grave, greve, pesante; oneroso, acerbo, doloroso, fastidioso. Pesanfeza, sf. gravezza, pesantezza; pesanteza de testa, accapacciamento. Pesar, va. e vn. pesare; dispiacere, rincrescere; bilanciare, librare; saver quanto che un pesa, met, sapere di che panni uno veste, — sapere quanto uno pesa; pesar come ’l diavolo, met, pesare che spiomba: — „Quella cassa pesa che spiomba che conterrà mai.“ Pescada, sf. pesca, pescata. Pescador,-sm. pescadore, pescatore — chi piglia il pesce; pesciaiuolo, pescivendolo — chi lo rivende; pescador de tonino, tonnarotto Pescar, va. pescare; ripescare: — „ Giovanni ripesca la secchia caduta nel pozzo; “ vn. mar. pescare, prendere acqua: — „ Colossi natanti che non possono avvicinarsi a terra perchè prendono tropp’acqua;“ sm. mar. linea d’immersione; vate a la pesca, specie d’interiezione spicciativa: sa il cielo, — vattel’a pesca. Pescaria, sf. pescheria; andar in pescaria, met. pescare: — „Ha pescato cinque tessere:“ — «Bisogna eh’ io peschi ancora una carta.“
Pesoco, agg. ’ lo stesso che pesante. Pessazo, sm. pesciaccio. Pesse, sm. pesce; nel pi. e detto poet. di tutti i pesci assieme: gregge muto, o gregge mutolo, — squamoso armento; t. de tipografi: lasciato, lasciatura, e volgarmente: pesce; allevamento e coltura de’ pesci: piscicultura; pesse fin, pesce nobile: — „Volete acquistare un pesce nobile? acquistate un labrace;“ pesse ordinario, pesce bestino: — „Pesce più bestino della scalbratra non lo trovate certo;“ pesse popolo, tartana: — „Tartana, di cui ne va migliaia d’individui per un chilogramma;“ pesse porco, centrina porco — centrina Salviani; — rondinela muggine alato — dactylopterus europaeas; — spada pesce spada — xipMas gladius; — spada rossa, cepola rosseggiante — cepola rubescens, — volpe, alopia codalnnga — alopecias vulpes; — de oro, pesce dorato della Cina — cyprinus auratus; — de late, pesce latteo; — de ovi, pesce colla fregola. — pesce d’uova; — in savor, pesce accarpionato; — marina, pesce ammarinato; quela del pesce — specie di recipiente lungo e stretto da lessarvi il pesce: pesciaiuola; esser come un pesse fora de aqua,. met. essere come un pesce fuori dell’acqua; esser san come un .pesse, essére sano come una lasca, o essere sano come un pesce; a spin de pesse, m. avv. a spinapesce, a spina pesce; el pesse se lo ci.apa per la gola, m. prov, il pesce si prende per la gola;, el pesse grando magna ’l picolo, prov. il pesce grosso inghiotte, o inghiottisce il minuto, — il pesce grosso divora, o mangia il piccolò; pessel cOrdela-, v. cordela; pesse gaio, v.. gaio;, pesse“ mar tei, v. martel; carne cruda e pesse coto, e no esser .ne carne, ne. pesse, v: carne; chi dormi no ciapa pessi, v. ciapar; pele de pesse, v. pelo “ . , Pesseto, sm. péscetto, pescino, pesciuolo. Pesson, sm: pescione. Pestada, sf. percotimento, picchiatura, pestata, battuta. . Pestadura, sf. pestatura. Pestar, va. battere; pestare; bastonare, picchiare, zombare; soppe- stare;- ammaccare;; -pestar- soto i pie, ..calpestare; — m fregole, contritare; <— la tera dopo aver impiantado qualcossa, cliiuggare il terreno; pestar aqua nel mortai, v. aqua; - bati e pesta v. bater. Peste, sf:peste-; pestilenza; fetore; lue venerea morbo gallico. Pesterna, sf. bambinaia. Pestiienzial, agg. pestifero, pestilente, pestilenziale, pestilenzioso. Pestisina, sf. pesterella, pesticcinola. Pesto, sm. battuto; dar, o ciapar un pesto, o un bon pesto, met. dare, c pigliare un carpiccio, o un rifrusto. Peston, sm. .battuta, pestone; urtone y.pestoni., del mortai, pestello. ’ • Petada, sf. pettata; urtata. Petadizo, agg. appiccicante, attaccaticcio, viscoso. Petar, va. appettare; bastonare, percuotere, picchiare; pestare, urtare; imbattere; gabbare, ingannare, truffar e -, petarselo, o pelarselo de drio, o petarselo sul culo, — poderselo petar sul culo, met, poterselo friggere, — tenerlo a candire, o volerlo candire, — stopparsi che che sia: — „Che me n’ho a fare ora di questo libro ? mel’ho a stoppare?“ petemola? o la pelemo? la facciamo ? — volete che la facciamo ? petar un morsigon, v. morsigon; petar el naso, v. naso.
Petegola, sf. ciancino, ciarliero, pettegola. Petegolada, sf chiacchierata, pettegolata. Petegolar, va. pettegolare, pettegoleggiare. Petegolezo, sm. chiacchiera, ciancia, diceria, fola, pettegolezza, pettegolezzo, pettegolume. ’ Petenada, sf. pettinata; met. bastonatura, carpiccio, rifrusto, zombatura. . Petenadina, sf. pettinatimi. Petenadora, sf. parrucchiera, pettinatora • , Petenadura, sf, acconciatura de’ capelli,.— pettinatura Pptenar, va. pettinare; met. malmenare; bastonare, battere, percuotere, picchiare, zombare; rimproverare, sgridare; sopraffare; petenar la lana, carminare la lana. Petener, sm. pettignagnolo, pettinaiuolo. Petes, sm,. acqua di vite, acquarzente, acquavite. Petesaria, sm. liquoreria. Peteser, sm. acquavitaio, liquorista — chi vende liquori; beone, ubbriacone - chi ne beve. Petesin, sm. lo stesso che petesser, nel secondo significato. Petesina, sf. lo stosso che petes. Petinada, petinadora, petinadurà e petinar, lo stesso che petenada,-petenadora, petenadura e petenar. Petine, sm. pettine; che ga forma de peti?ne, pettiniforme; petine ciaro, pettine rado; — fisso, lendinella, o pettine fitto; ’ — . de stramazer, scardasso; — che ga qualche dente roto, pettine risegato; petine. de la bota, v. bota; tuli i gropi vieti al petine, v. gropo-. Petiner, sm. lo stesso che petener. Petiròso, sm. zi. pettirosso — motacilla rubecula; andar a la cazia dei pelirosi, pettirossare. Petisin, sm. mammellina; piccolo petto. Petizion, sf. petizione. Peto, sm. petto, torace; mammèlla; peto de la camisa, petto della camicia; — de la traversa, pettina; — de dindio, de galina. ecc. petti di tacchino, ecc.; ponta de peto — t. de’ macellai: spicchio di petto; mal de peto, male di petto; nota de peto, vose de peto, nota di petto, voce di petto; baterse ’l peto, met. battersi il petto; dar el peto, met. avere a petto: — „La balia ha il bimbo a petto e cerca d’addormentarlo;“ ciorse a peto, met. prendersi a cuore; meterse la man, o meterse una man sul peto, met. mettersi, o porsi, o recarsi la mano sul petto, — mettersi, o porsi, o recarsi una mano al petto; ciapar uno par el peto, pigliare uno per il petto; star a peto, met. stare a petto; boir nel peto, met. avere una pentola nel pet+o; aver una tesse che spaca ’l peto, fendersi il petto per la tosse Petolon, sm, pottiniccio. Petoral, agg. espettorante, pettorale; sm. melacotta, peracotta. Petoralista, sm. perecottaio. Petoroso, sm. lo stesso che peti roso. Petorudo, agg. pettoruto. Petosto, avv. anzi, innanzi, piuttosto, prima: — „ Prima di disonorarmi preferisco morire.“ Pevere, sm. pepe, pevere; met. pepino: — „Intrighite pur con quel pevere. = Bazzica pur con quel pepino;“ che ga color de pevere, peperigno; vai più un gmn de pevere che un stronzo die mus, v. mus. Peveriera, sf. pepaiuola, peparola. Peverini, smp. grandini — la pasta da minestra; bericuocoli, berricuocoli, confortini — specie di pasta dolce fatta con farina, mele e pepe; chi che vendi peverini, berricuocolaio; esser .un peverin, met. essere di pepe; pepino. Peveron, sm. bot. peperone — capsicum annuum; peveroni in asedo, peperoni acconci, o peperoni acetini, o peperoni sotto l’aceto; met. nappa, nasaccio, nasone.
Peveronzin, sm. peperoncino. Peza, sf. pannilino, pezza; pezzuola; peza dei barbieri, barbetto; meterse le peze — nel senso di fare bagnuoli: fare le pezzette. Pezeta, sf. pezzetta, straccio; meter la su pezeta, met. acciacciare, — mettere, o porre bocca in una cosa, — mettere il becco, o mettere la lingua in molle; meter per tuto la su pezeta, met. mettere della propria erba in tutte le insalate, — mettere le mani in ogni intriso. Pezo, sm. pezzo; pezi dèi scachi, scrupi; pezo tocà devi esser mosso — modo de’ giuocatori di scacchi: tocca e mossa; bel pezo de omo, bel pezo.de ragaza — ,e simili: bel pezzo d’uomo, bel pezzo di fanciulla, ecc. Pezo, agg. peggio; peggiore; a la pezo, m. avv. alla peggio, o al peggio, o alle peggiori; a la pezo dei pezi, alla peggio dei peggi, — alla più fracida; de mal in pezo, di male in peggio, — di truffa in buffa; pezo per mi, per ti, per lu, peggio per me, per te, per lui; pezo che pezo, m. avv, peggio che mai, o peggio che peggio, o peggio palaia; no esser de pezo, non essere la peggio; aver la pezo, avere il peggio, o il peggiore, avere la peggio; se zerca sempre de baratar el pezo, v. baratar. Pezon, sm. cannaio, canniccio; un pezon, met. un gran pezzo: — „È un gran pezzo che non lo vedo.“ Pezoter, sm. cencioso, malandato, sciamannato straccione. Pfui, inter. pah, pù: — „Va via pù, schifosissimo maiale.“ Piada, sf. calcio; pedata; una mata piada, met. un calcio sonoro; molar piade, lasciar andar calci; sferrar calci; ogni piada para avanti, met. ogni acqua immolla; esser una bela piada, met. essere una beli’ acqua di maggio; e mi che iero la i me ga da E. Kosovitz. — Dizionario ecc. 21 una piada e i me ga butà fin quà — strambotto ohe vien detto in chiusa di qualche novella raccontata a’ bimbi: stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia; rizever a piade nel cui, v. cui; chi careza la mula ciapa piade, v. mula. Piadin, voce usata nel solo modo metaforico: dar un piadin, o dar un de quei piadtni, dar le pere, o dar l’erba cassia. Piàdina, sf. insalatiera; zuppiera. Piadlna, sf. pedatina, sferratina. Piaga, sf. piaga; pieno di piaghe: piagoso; piaga nel fianco del cavallo, fatta dallo sprone: ginocchiata; — sulla pelle delle bestie da somma: guidalesco; — fatta colla zappa nel pedale della vite: cavarozzola; governar, o sugar le piaghe, met. asciugare le piaghe, — essere fra Fazio che rifaceva i danni, — metterci le pezze e l’unguento; la piaga de Giacomo Papa, che i ghe cavava i vermi col badil, m. prov. sentir crescere, o sentir nascer l’erba, o la gramigna, — madonna tenerina; cior el buso del cid per una piaga, met. pigliare una papera, — prendere un sonaglio per un’anguinaia; per le zinque piaghe de Cristo, v. Cristo. Piagar, va. e vn. impiagare, piagare, — far piaga. Piagheta, sf. piaguccia, piaguzza. Pian, sm. piano; pian, a pian, avv. adagio, a modo, a rilento, lentamente, piano, posatamente; sotto voce; che va pian, lento; andar pian — camminando: annoverare i passi; andar pian — nel senso di usare cautela: fare adagio a fare una cosa, — tenersi agli arcioni, — andare a rilento nel far che che sia; andar a pian — gli affari, ecc.: andar maluccio gli affari, ecc.; far pian, far adagio, — adagino adagino; pian pianin, adagio adagio, pian piano, pian pianissimo, e met. alla chetichella, o alla sordina; chi va pian va san, m. prov. chi va piano va sano, e va lontano, — piano piano si va ben ratto. Pianer, sm. cavagna, paniera, paniere; paniere, panierata: — „Uubò al capellano una panierata di sedani;“ chi che fa, o che vendi paniere, o panieri: paneraio, panieraio; chi che voi far un mestier che no ’l sa fa el brodo nel pianer, v. brodo.
Pianereto, sm. panerina, panerino, paneruzzola,, peneruzzolo, panieretto, panierina, panierino, panieruzzo, panieruzzola, panieruzzolo. Pianeron, sm. panierone. Pianin, avv. a beli’ agio; dolcemente; sotto voce. Pianoforte, sm. cembalo, piano, pianoforte, pianforte. Pianta, sf. pianta; tute le piante assieme, la flora: — „Flora europea.“ — „Indica lussureggiante flora;“ il regno vegetale: — „Il Picco di Teneriffa è il rappresentante di tutto il regno vegetale;“ pianta che fa fruii due volte al ano, pianta bifera; — che dura un solo ano, pianta annuale; — che dura due ani, pianta biennale; — che dura tre ani, pianta triennale; — che dura più de tre ani, pianta perenne; pianta del pie, pianta del piede, — piota, Dante: Inf. XIX. Forte spingava con ambo le piote; de pianta, m, avv. di pianta, o di sana pianta; inventar de pianta, fabbricarsi che si sia, o inventarsela di sana pianta; robar de pianta — dicesi quando altri si vale interamente delle parole, o de’ concetti di un autore: levare di peso, o rubare di peso. Piantagine, sf. bot. piantaggine maggiore, petacciola — plantazo major. Piantar, lo stesso che impiantar. Pianteren, sm. pianoterra, piano terreno; in pianteren, m. avv. a piano, — a piano terreno. Piantisina, sf. pianterella, piantetta, pianticina, piantuccia. Piangente, agg. piangente. Pianzer, va. piagnere, piangere; met. compiangere, dolersi, lamentarsi, rammaricarsi; pianzer dei bambini de late, vagire; — che casca le lagrime a quatro a quatro, fondersi in lagrime, I — piangere a calde lagrime, o a caldi occhi, o come una vite tagliata, — piangere dirottamente, -— spargere lagrime fluviali; — el morto, met. complorare, — fare il piangi; — tenere il cappon dentro e gli agli fuori; nicchiare a pan bianco, rammaricarsi di gamba sana, ruzzare in briglia; robe de far pianzer i sassi, met. cose da far piangere le pietre, o i sassi; dopo ’l rider vien el pianzer, m. prov. al riso segue il pianto, — al sole segue la pioggia, — all’estate segue l’inverno, — il bel tempo non dura sempre, — non sempre la luna sta in tondo, — la fine del riso è il pianto, — chi mangia molto riso beve lagrime; chi ridi de venerdì pianzi de domenica, m, prov. chi ride in sabato piange la domenica. Pianzoto, sm. belone, bietolone, piagnolone, piagnoloso, piagnucolone. Piàser, vn. appetire; desiderare; piàcere, andare a fagiuolo, sodisfare; me piasi inter. mi piace far quel che par e piasi, v. parer. - Piata, sf. mar. accone, chiatto, peotta. piatta. Piatelapiatin, sm. piattello; sottocoppa; piatel de le balanzete, scodellerà. Piato, sm. tondino, tondo; piatto; chi che fa, o che vendi piati — e simili: piattaio; piato lisso, piatto liscio, o piano; — fondo, fondino, o piatto fondo; — dei risi, tafferia; — dei candelieri, piattellino; — de le baiarne, coppa, o guscio della bilancia; pi. t. mus. piatti, o piatti turchi; scanzia dei piati, ranceria, rastrello, scanceria; scola piati, piattaia; butar, o meter in piato, met. gettare al volto, o gettare in volto; cior el bocon fora del piato, met. togliere il boccone giù della forchetta, o togliere il boccone giù del piato, — fare una pedina a chi si sia; essere gettato giù di sella; aver la gambata; magnar anca i piati, met. aver la consuma in corpo, — far da sparecchia; avocato no chiamato con un piato de merda fu pagato, v avocato; no bisogna spudar nel piato che se ga de magnar, v. magnar.
Piatolarse, vnp. appillottarsi. Piatolon, agg. piaggellone, piattone. Piaza, sf. piazza; servo de piaza, servo di piazza; andar in piaza — per antonomasia: andare in mercato, — fare la spesa; far piaza, met. dar piazza, —lasciar piazza libera; farse far piaza, met. far bella la piazza, farsi far piazza; no esser in piaza, met. non essere in piazza: — „ Grida a quel modo non siam mica in piazza;“ no se pòi saver una verità de qua in piaza, m. prov. non si può sapere il vero dal naso alla bocca; come le galine in piaza, m. prov. come i polli in mercato. Piazada, sf. piazzata; chiassata, strepito. Piazal, sm. piazzale. Piazarola, sf. fruttivendola, rivendugliola, trecca. Piazèr, sm. contento, diletto, gaudio, piacere, voluttà; favore, piacere, servizio; voglia, volontà; aver piazer, aver piacere, essere contento; esser un piazer, essere un piacere, o una voluttà; far el piazer, met. fare il piacere, fare il maledetto piacere: — „Fammi il maledetto piacere levamiti ,di tra i piedi; * no far un piazer caschi ’/ mondo, o no far un piazer se se ló indora a uno, non fare un favore col pegno in mano; a piazer, m. avv. ad arbitrio, arbitrariamente, a libito, a piacere, a piacimento, a volontà — che latinamente dicesi pure ad libitum; a misura di carbone; chi azela per piazer paga per dover, v. azetar. Piazeta, sf. piazzetta, piazzuola. Piazereto, sm. piaceretto, piaceruccio. Piazimento(a), m. avv. a piacere. Piazona, sf. piazzone. Pica, sf. gara, picca, ostinazione, puntiglio. Picacape, sm. servitore, servi- tore mutolo — l’arnese mobile; attaccapanni — se vi son più caviglie piantate orizzontalmente in fila nel muror o in un’asse fermata al medesimo; beccatello, o zigoncello — un piuolo solo ingessato nel muro, o fitto nel legno. Picador, sm. appicagnolo; attaccapanni, portamantelli. Picapiera, sf. piccapietre (Targioni), scalpellino, scarpellino; scaglia. Picar, va. e vn pendere; sospendere; picchiettare; che pende, o che sta sospeso: pendente, pensile; picarse — di che che sia: avere il pugniticcio di quella tal cosa: — „Ha il pugniticcio d’essere uno scienziato, quel povero grullo el me pica, o i me pica — e simili, met. averlo lì covito: — „ Voleva gli prestassi mille fiorini crede forse che io l’ho lì coviti?“ Piche, sfp. lo stesso che beche. Pichetada, sf. picchiettata; picchiolata. Pichétado, agg. picchiettato, picchiolato, pinticchiato. Pichetar, va. picchiettare, picchiolare. Piclnin, agg. piccinino, piccino, piccolino. Picio, piciui, piciulat, agg. mingherlino, picchinino (Buonarotti), piccinino, piccino, picciolino, piccolo, pigmeo, e con modo giocoso: ravanello venuto per l’asciutto Pico, sm. cocca, lembo; accostare le quattro cocche di una pezzuola pér portare in essa ciò che vi è ripostò: accoccare la pezzuola; andar a picó, met. andare alle Ballodole, — avere dato del culo in sul pietrone; mandar a pico, mar. mandare a picco; e met. dilapidare,, fondere, scialacquare, sperperare, Picola, agg. piccola; sf. t. de’ giuocatori di briscola: briscolino. Picoleza, sf. inezia, nonnulla, piccolezza; grettezza, vigliaccheria; quela picoleza — dirà uno che va a riscuotere un conterello, una provvisioncella — e simili: que’ pochi: — „Passando mi son permesso di venirla a noiare per que’ pochi che lei sa;“ esser lapicoleza, met. esser un bordello, o un caso, o un negozio: — „Dev’esser un caso di trent’anni che serve il comune.“
Picolo, agg. e sm, bambino, fanciulletto, figliuolino, pargolo, parvo o; piccino; piccolo; parto — nel senso di figlio di bestia; garzone di birreria, o di caffè; che fa un solo picolo a la volta, uniparo; che ghe ne fa più in una volta, moltiparo, multiparo; più picolo, minore; el piè picolo, il minimo; diventar picolo picolo, “met. diventar piccin piccino; assai picoli fa un grando, prov. a granello a granello s’empie lo staio, — a soldo a soldo si fa il fiorino, — a granello a granello s’empie lo staio e si fa il monte; quando el picolo parla el grando ga za parlò, v. grando. Picolon (a), m. avv. ciondolone, ciondolini, penzolone, penzoloni, spenzolone. Picon, sm. piccone. Piconada, sf. picconata. Picoto, sm. zi. foraboschi, forabosco, picchio — picus rubens; picoto verde, picchio verde — picus viridis. Pidazo, sm. piedaccio, piedone. Pidela, sf. pila, secchiolina. Pidin, sm. .pedino, piedino; cliir. verruca. Pidina, sf, lo stesso che pedina. Pidoceria, sf. lo stesso»che pedoceria. Pidocio, sm. -zi, lo stesso che pedocio. Pie, sm. piede, e per apocope: piè; orma; falda, piede; radice; che ga pie, pedato; che no ga pie, àpodo; colo del pie, collo del piede; segno in ter a che lassa H pie, pedata; che va a pie, o che se poi andar a pie, pedestre; bagno de pie, med. pediluvio; pie de porco, de vedel. ecc. zampetto, zampuccio: — „Gli zampucci di maiale sono buoni allesso“ — „Un zampetto di vitello dà buon gusto al brodo“; pie de porco, art. e mest. piede di porco; pie de la calza, pedule; alzarze in pie, alzarzi, o • rizzarzi in piedi; alzarse in ponta de pie', rizzarsi sulle punte de’ piedi; bater, o pestar i pie, battere, o pestare i piedi; esser, o star in pie, essere o stare in piedi; e detto di cose materiali; reggersi, o stare in piedi; star ritto; butarse dentro coi pie e co la testa, met. abbandonarsi a che che sia; andar fora dei pie, met. uscire di tra i piedi; cavarse uno, o qualcosa dei pie, met. levarsi da dosso, chi o che si sia, o levarselo di tra i piedi — levarsi un bruscolo di su gli occhi; no trovar ne testa ne pie, met. non raccappezzaro, o non ricavare dal sacco le corde; no lassarse zapar sui pie, met. levarsi la mosca dal naso, ò d’intorno al naso, — non si lasciar posar le mosche sul naso f meterse sui pie de drio, met. far da buon senno, o far da maledetto senno, o da-, vero senno, o in sul sodo, — mettersi alle dure, — mettere la schiena al muro, — mettersi a far che che si sia di nervo, o con nervo, 0 con tutti i nervi, — porvi ogni forza, o porvi ogni studio; meterse coi pie e co la testa, met. abbandonarsi di fare una cosa, — aguzzare 1 suoi ferretti, — fare una cosa colle mani e co’ piedi, — mettersi col capo a una cosa, — mettersi a una cosa col fil delle reni, — mettersi di buzzo buono, — mettersi coli’ arco del dosso, — mettersi per soglia d’uscio, — spogliarsi in giubbone; saver, o no saver de che pie che uno zota, met. sapere, o non sapere di qual piè uno zoppichi,, — sapere o non sapere di che panni uno vesta; cascar in pie come i gati, meh cadere in piè come le gatte, cader ritti; esser, meterse o trovane nei pie de un, met. essere, mettersi, trovarsi ne’ piedi di quel tale; mancar la tera soto i pie, mei. mancare il terreno sotto i piedi; no tocar la tera coi pie, met. non toccar terra co’ piedi:.— „Se n’andava, ve lo dicoio, che non toccava terra co’ piedi, e i cani dietro;“ toccare il ciel col dito: — „Dacchè fa all’amore con quella sudiciona gli pare di toccare il ciel col dito;“ magnar i pie de Pilato, o de S. Cristoforo, met. mangiare la sporta a Brandano, — mangiare le chiappe di Gramolazzo; no aver scarpe in pie, met. non aver calze, o non aver scarpe in piedi; morir co le- scarpe in pie, met. morire colle scarpe in piedi; si or che ghe vanza i pie fora del leto, met. signore colla paglia nelle scarpe; un poco a pie e un poco caminando — pey dire d’essere venuto a piedi: scarpa scarpa, — spronando le scarpe; a pie, m. avv. a piè, a piede, a piedi; de pie, dappiè, dappiede; su due pie, su due piedi; da la testa ai pie, da capo a piè, o da capo alle piante; in ponta de pie, in punta di piedi; a pie libero, a. piedi libero; scala in pie, scala erta, o scala ripida; darse la zapa sui pie, m. prov. cercare il male per medicina, — darsi la scure in sul piè — darsi sull’unghie col martellò, — tirar i sassi in colombaia, — tagliarsi le legna addosso; pie suti e testa calda, m. prov. asciutto il piè, calda la testa, del resto vivi da bestia, — bocca umida e piede asciutto; due pie no poi star in una scarpa, prov. due piedi non istanno bene in una scarpa, — due non accesero mai lume; saco vodo no sta in pie, iprov. sacco vuoto non sta in piedi; meter i pie sul colo, v. colo; dar un pie in cui, v. cui; meter un pie in falò, v. falò; aver un pie in fosso, v. fosso; vanzar i pie fora del leto, v. leto; co le man e coi pie, v. man; meter i pie al muro, v. muro.
Piegador, sm. piegatore. Piegadura, sf. piegatura. Piegamento, sm, flessione; piegamento. Piegar, va. arrendere; abbassare, chinare, curvare; piegare; volgere; annoccare; che se piega, o che se poi piegar, flessibile; piegar su le braghe, — se piove, ecc.: accincignare i calzoni. Pieghevoleza, sf, flessibilità, pieghevolezza. Pien, agg. pieno; empiuto, riempiuto; abbondante, copioso; carnoso, fatticcio; satollo, sazio; sm. battuto, ripieno: — „Pollo d’india con ripieno di tartuffi; ’ smaltato: — Prati smaltati di fiori pien, e come intensivo: pien come ima sopa, o pien come un cornato, met. ubbriaco cotto, o ubbriaco fradicio; pien batù, pinzo, pieno zeppo: — „Locali pieni zeppi;“ pien raso, abboccato: — „Fiaschi stati abboccati oggi;“ dar la piena, dare il pieno: — „ Botti a cui bisogna dare prontamente il pieno;“ restar piena — detto di bestie: guadagnare; no restar piena — c. s. rimaner soda: — „La giumenta è rimasta soda e la giovenca ha guadagnato;“ ciapar in pien, m avv. corre in pieno: — „Fu colto in pieno e rimase morto di botto;“ esser pien, rigurgitare: — „ Stampato che rigurgita di refusi.“ Piera, sf. pietra, sasso; poet. petra; che converte in pietra, che forma pietra: petrifieo; piera cota, mattone, — e a seconda della grandezza e de’ vari usi a cui viene utilizzato: mezzano; quadrone; quadruccio; pianella; chi che fa le piere cote, e i copi, fornaciaio: logo dove che se fa e che vien sugade le pierecote, mattonaia; piera, t. de’ gioiellieri: afanite, pietra di paragone; pietruzze che si generano ne’ reni, e nella vescica orinaria: calcoli, o calcoli biliari; pietre che si lasciano talvolta nell’esteriore delle case per collegarvi nuovo muro: addentellato; pietre che talvolta si trovano nello stomaco de’ bovini: buliti; pietruzze nella calcina non bene macinata, o ne’ - mattoni: calcinelli; pietre attaccate alle reti dalla parte opposta de’ sugheri: màzzere; piera preziosa, gemma, pietra preziosa; piera pomiga, pomice; — focaia, r selce; — de guar, cote; -- de caligher, marmotta; — de far calzina viva, pietra calcare; — internai, pietra infernale — eh’ è il nitrato, d’argento; piera del scandolo, met. fomite, incentivo, — pietra dello scandolo, — pomo della discordia — allusivo al pomo dato da Paride a Tenere nella contesa della bellezza fra essa, Giunone e Minerva; la ioza continua sbusa la piera, prov. chi non si misura, non dura, — cava e non metti, ogni gran monte scema, — gutta cavat lapidem, dicono i latini; mal de la piera, e aver el mal de la piera, v. mal.
Pieraza, sf. pietraccia Piereta, sf. petrella, petretta, petricciuola, petrina, petrucciola petruccola, pètruzza pietrella, pietretta, pietrina, pietrino, pietrolina, pietrucola, pietruzza. Piero, nome proprio di persona: Pietro; orecio de San Piero — specie di mollusco: haliotis tuberculata. Pierona, sf. petrone. Pieroso, agg. canciloso, petroso, pietroso. s Pietà, sf. piega, piegatura; pietà del ieto, rimboccatura del letto. Pietina, sf. piega, orlo. Pietrificado, agg. impietrito, pietrefatto, pietrificato. Pietrificar, vn. petrificare; atto a petrificare: petrificativo: — „Terreni petrificativi “ Pietrificazion, sf. petrificazione, pietrificazione. Pigna, sf. bopina — pinus pinea. Pignata, sf. pentola, pentolo, pignatta, pignatto, olla; pentolata: -— ^Mandategli una pentolata di minestra e un po’ di pane;“ met. cappello, paiolino; pignata.. a vapor, bastardella, marmitta papiniana; — de la cola, calderotto; vose de pignata rota, met. voce di cana fessa; boir in pignata, met. bollire in pentola; essere roba in pentola, — macchinare, o trattare che che si sia occultamente; far el zogo de la pignata — e si fa quand’uno con gli occhi bendati cerca dar di un bastone in una péntola posta in terra: fare il giuoco della pentolaccia; dura più una pignata sciopada (sciopada) che una nova, prov. dura più una conca fessa che una nuova, — dura più una pentola fessa di una sana; ognidun sa cossa che boi ne la su pignata, ». boir; sfilzar de pignata, ». graso Pignatada, sf. pentolata. Pignataza, sf. pentolaccia, pentolaccio. Pignatel, pignatela, pignatta, sm/. pentoletta, pentolina, pentolino, pentoluccio, pignattello, pignattino. Pignater, sm, pentolaio, pentolaro, pignattaio, tegghiaio — chi fa le pentole, le tegghie, e simili; cocciaio — chi le vende. Pignato, sm. lo stesso che pignata. Pignaton, sm. pentolona, pentolone. Pignol, sm. pinocchio — voce questa di cui in Toscana «stessa i corrispondenti sono vari, e vi abbondano. Ad Arezzo p. e. gli dicono: pignòlo; a Firenze: pinòlo; a Lucca: pinello; a Siena: pinottolo. Pignoleti(fari), far pepe, far pepe e pizzo. Pignorar, va, oppignorare, pignorare. Pignorazion, sf. oppignoramelo, oppignorazione, pignoramento. Pilar, va. brillare. Pilastrazo, sm. pilastraccio. Pilastrin, sm. pilastretto, pilastrello, pilastrino. Pilastron, sm, pilastrone. Pilato, v. usata ne’ modi: entrarghe come Pilato nel credo, entrarci come Pilato nel credo, o come la bietola ne’ tortelli; mandar de Erode a Pilato, mandar da Erode a Pilato. Pilio, sm. t. di giuoco: data. Pindolar, vn. ciondolare, pendere, pendolare, penzolare; spenzolare; che pindola, pendolo, pendulo, pendolonè, spenzolone. Pindolin, sm. ugola. Pindolo, sm. ciondolo, pendaglio, pendolo. Pindolon(a), m. avv. lo stesso che a picolon. • Pinel, e derivati lo stesso che penel e derivati. Pinza, sf. focaccia; pinza de ebrei, azzimella, ’— pane azzimo. Piomba, sf. ubbriacaggine, ubriacatura. Piombadura, sf. piombata, piombatura.
Piombin, sm. archipenzolo, piombino; zi. re pescatore, uccello Santa Maria — alcedo ispida. Piombìnar, va. piombinare. Piombo, sm. piombo; de piombo, plumbeo; andar co le scarpe de piombo, met. andare a rilento, — andare rispettivo, — andare col calzar di piombo, o andare co’ piedi di piombo, — procedere cautamente; nudar come ’l piombo, nuotare come una gatta di piombo, o nuotare come il vomere; pesar come el piombo, pesare che spiomba, — essere una macina, — essere più pesante d’una macina; vignir fora de piombo, uscir di perpendicolo, o uscir di piombo; a piombo, m, avv. a perpendicolo, perpendicolarmente; de piombo, m. avv. di picchio: — „Colpita a morte da una schioppettata venne giù di picchio.“ Piova, sf, pioggia, e col Pandolfìni: piova; de piova, piovereccio: — „ Giornate pióvereccie.“ — Stagione piovereccia;1 piova e vento, acquivento; piova e tempesta, broda e ceci; piova de quela che passa, acqua de mal villano, che par non piova e passa il gabbano; scasson de piova, acquata, acquazzone scossa, scossone, scroscio; i stronzi fuma, doman gavaremo piova, met. i cacherelli fumano; son passate le capre; rosso de matina la piova se avizina, prov. aria rossa o piscia o soffia; piova e sol le vece va in amor, ». amor; la prima piova de agosto rinfresca ’l bosco, & bosco; no se fa un capei per una piova sola, ». capei. Piovan, sm. pievano, piovano. Piover, vn. piovere; piover pulito, piovere dirottamente; — a mastéle, o a seci, o come se i la butassi col mastél, o come che Dio la manda, diluviare, — venir giù l’acqua o la pioggia a orci, o a secchie, — piovere a bocca di barile, o a cateratte, o a catinelle, o a ciel rovescio, — piovere come Dio o come Cristo la manda, o la sa mandare; no pioverghe su, met. non beccarne le passere, — non grandinarci sopra: — „ Sulle rendite del fisco non ci grandina su;“ lassar piover, far come que’ da Prato: — „Quando si è in via e si è colti dalla pioggia sapete che si fa? si fa come que’ da Prato;“ in piover, m. avv. a pendìo. Pioveta, piovisina, sf. pioggerella, pioggetta, pioggiolina. Pìoviginar, vn. piovegginare, piovi ccicare, piovigginare, piovincolare, pioviscolare. Piovoso, agg. pioggioso, piovifero, piovoso. Piovuda, sf. piovitura. Pipa, sf. pipa; toco de la pipa dove che se meti et tabaco, bocciolo, boccinolo; andar far tera de pipe, met. bussare la porta a Caronte, — far la calata verso Volterra, — anda dar a beccare a’ polli del prete, — andare al cassone, — andare a Patrasso, — far del resto de’ suoi giorni, — cascare dal pollaio; no valer una pipa de tabaco, met. non accozzare due, o tre man di noccioli, — non valere una man - di noccioli: — „ Guardacaccia che non vale una man di noccioli;“ la molie, la pipa e l’ombrela no se impresta,». molie. Pipada, sf. fumata; pipata; beuta, cioncata, tracannata Pipar, va. fumare; pipare; bere, cioncare, tracannare. Pipaza, sf. pipaccia Pipeta, sf. pipina, pipino. Pipì, sm. v. fanciullesca: gallina; gallo; pollo; aver i pipi, met. aver la famiglia: — „Buon numero di soldati ritornano dal campo colla famiglia addosso.“ Pipìu, sm. paura, spavento, tema, timore; — a Sienna: caccatreppola; a Firenze: cacacciola; a Pistoia: burchiello, cacona; aver pipiu o un ptpiu maledeto, avere i batistini, — avere i conigli in corpo. Piramidal, agg. piramidale. Piria, sf. imbuto; imbottatoio, imbottavino — quella ad uso d’imbottare, e petriolo o pevera — se è di legno; met.. bevitore, cioncatore, ubbriacone. Piriada, sf. scommessa
Piriar, va. scommettere — usasi per lo più scommettendo al giuoco: — „Piriemo che vinzi X? = Scommettiamo che vince X?“ Pirola, sf. bocconcino, pillola; pillola che ha la virtù di guarire diversi mali: pillola aggregativa: — „ Pillole aggregative del Fonda “ — ,.Le pillole di Brera sono pillole aggregative;“ met. palla da, fucile; indolzir la pirola, v. indolzir. Piroler, sm. pillolaio. Piróleta, sf. pilloletta, pillol’na. Piron, sm forchetta; forchettone; busta de pironi, forchettiera; ponte del piron, rebbi; manigo del piron, manico, o presa della forchetta; fero del piron che entra nel manigo, codolo; in ponta de piron, met. in punta di forchetta. Pironada, sf. forchettata Pironzin, sm. forchettina. Piruca, sf. lo stesso che panica. Pirulico, sm. carato. Pis, . pisso, sm. orina, piscio. Propriamente: orina, è il liquido escrementizio che i canali ureteri trasfondono dai reni nella vescica; e piscio, il liquido ch’esce dall’uretra; escrezione involontaria dell’orina, chir. enurèsi; ciaro come ’l pisso, met. confuso, ingarbugliato; cavar el pisso, met. m. basso, rintuzzare la. baldanza, l’orgoglio — e simili. Pisoloto, sm. pisolino, pisolo, sonnellino, sonnerello; far un pisoloto fare un pisolo, - velar l’occhio. Pissada, sf. pisciata. Pissado, agg. piscioso. Pissador, sm. latrina, pisciatoio, e scherz. monumento Vespasiano. Pissainleto, sm. piscialletto. Pissar, va. pisciare; dificoltà de pissar, chir. disuresìa; pissarghe su, met. m. basso, pisciarci sopra; pissar se dosso del rider, scompisciarsi dal ridere, — scompisciarsi dalle risa, o per le risa; chi pissa contro ’l vento se bagna, le braghe, v. braghe. Pissin, sm. v. bambinesca: piscio; far pissin, pisciare. Pisson, pissoto, sm. piscioso. Pissota, sf. met. piscialletto, pisciona: — „La moglie del pentolaio ha dato alla luce una piscialletto.“ Pistaciada, sf. pistacchiata Pistacio, sm. bot. pistacchio — pistacea vera. Pistola, sf. pistola; pistola assai picola, ammazzagatti. Pistolaza, sf. pistolaccia. Pistoletada, sf. pistolettata Piston, sm. t. mus. cornetta; t. de’ cacciatori: fucile che si carica per bocca. Pistrin, sm. pistrino. Piter, sm. testo. Pitima, sf. crudezza; met. cautero, pittima, pittima cordiale. Pitocada, sf. pitoccheria. Pitocar, va. accattare, mendicare, battere la birba, pitoccare, — far il pitocco; questuare; el pitocar — in forza di sostantivo: accattonaggio — il vile mestiere degli accattoni per le strade; questua — l’accattare de’ religiosi, e di certe compagnie laicali. L’uno è vietato dalle leggi, l’- altro se non ammesso, tollerato. Pitocaria, pitocheria, sf. pidocchieria, pitoccheria; grettezza, spilorceria; accatteria, tapinità. Pitoco, sm. accattone; gramo, misero, povero, tapino; el pitoco bati do volte, m. prov. l’impronto vince l’avaro. Pitor, sm. pittore, — f. pittrice; pitor che pitura a fresco, frescante. Pitosto, avv. lo stesso che petosto. Pitoruzo, sm.. frustapennelli, pittorello, pittorino, pittoruccio, pittoruzzo, — pittore da sgabelli. Piturà, agg. dipinto, pinto, pitturato; poet. pitto; parer piturà, o parer piturà dosso — detto di vestimenta: stare dipinto, o stare a pennello, — tornare una pittura. Piturar, va. dipignere, dipingere, pitturare; colorare, colorire; piturarse ’l viso — per ambizione, o per ornamento: azzimarsi, impiastricciarsi, — darsi il bianchetto; — per adattare la faccia al personaggio che si vuol figurare: truccarsi; piturar a fresco, dipingere a fresco — se si dipinge sul muro intonacato di fresco, e: dipingere a buon fresco — se si dipinge sul muro a intonaco ancor molle, cioè facendo far l’intonaco volta per volta per il pezzo che deve essere dipinto nella giornata
Piularse, vn. annoiarsi, seccarsi, stuccarsi; appillottarsi, far sedile di botte. Piuma, sf. penna, piuma; colui che vende e acconcia penne da ornamenti femminili: pennaio; senza piume, implùme; piuma riza, piuma arricciata; de piume compagne, di eguale pennaggio: — „I tacchini son press’a poco tutti di egual pennaggio;“ esser una piuma, o pesar come una piuma, met. essere una galla, — pesare quanto una galla. Piumin, sm. coltrice: — »Coltrice di peluria d’oca.“ Piva, sf. linguetta; tornar co le pive in saco, met. tornar con le pive nel sacco. Pizafarai, sm. accendifanali, accenditore, lampionaio; gassaiuolo. Pizigada, sf. pizzicotto; met. morsecchiata: — „ Una pizigada de un cagnolin. = Una morsecchiata di un canuccio.“ Pizigadina, sf. pizzicottino. Pìzigamorti, sm. becchino, beccamorti, necroforo, pizzicamorto. Pizigar, va. pizzicare; pizzicottare; met. frizzare: — „M’ ha dato una bacchettata che tuttavia mi frizza la schiena;“ morsecchiare: — „Quel canino finirà col morsecchiarti;“ pizigar le man, met. prudere le mani, — venire il pizzicore alle mani. Pizighin, agg. e sm. fnzzantino: — «Vini frizzantini che si bevono volontà era d’estate.“ Pizigon, sm. pizzico, pizzicotto, pulcesecca. Piziol, sm. cece. Pizoto, sm, strambello. Placa, sf. piastra. Placar, va. mitigare, placare, quietare, rabbonire, raddolcire. Placo, agg. piatto. Plafete, lo stesso che paf, e in questo vedi. Plazcado, agg. insudiciato, inzaccherato, sudicio. Plazcar, vn. insozzare, insudiciare; sudiciare Plebaia, sf. plebaccia, plebaglia; met. canagliume, feccia. Plebe, sf. plebe, popolaccio, minutaglia, minuzzaglia, volgo Plico, sm. piego, plico. Plocio, sm. fanghiglia, loto, mota, piaccichiccio, pottiniccio. Po, avv. dopo, in appresso, indi, poi, poscia, quindi. Pochetin, agg. pochettino, pochino, pocolino. Pociarse, vnp. infangarsi, inzaccherarsi; impanzanarsi. Pocio, sm. fanghiglia, piaccichiccio; guazzabuglio; imbratto. Poco, agg. poco, e per apocope: po’; esser un poco de bon, essere un poco di buono; — no voler saver ne poco ne tropo, met. non voler sapere di chi sia nè fumo nè bruciaticcio, — non voler sapere di quel tale, buccicata, o una buccicata: — „Figlio snaturato di cui suo padre non ne vuo’ saper .buccicata;“ ancora un poco, un altro po’, o un altro poco; esser poco per, essere poco a; de poco, di corto: — „L’ho veduto di corto;“ presso a poco, a un di presso, press’a poco, presso a poco; a poco a poco, adagio adagio, — con lentezza, — lentamente, — a poco per volta, — a poco a poco, — appoco appoco, — a poco insieme; poco fa, poco è, o poco fa; poco dopo, poco poi, pòco stando, poco stante; poco xe poco, o poco xe qualcossa, e gnente xe gnente, il prov. è meglio tale quale che senza nulla stare, — è meglio un moccolo che andare a letto al buio, — ogni acqua immolla.
Podar, va. potare; podar per la prima volta le vide, arzuccolare le viti. Poder, sm. podere; possa, possanza, potere; colui che ha pieni poteri di poter trattare e concludere pubblici negozi tra uno Stato e l’altro: plenipotenziario; potere indipendente che trae tutta la sua forza da sè stesso: autocrazia; vn. potere, licere, verbo questo secondo ’ di cui non si usa che il participio passato (licito), e la terza persona singolare del presente indicativo (lice); no poder, non potere; non essere permesso; no poderghene più, non ne poter più; poder far quel che par e piasi, poter fare e dire a suo modo; a più no posso, m. avv. a più non posso, a più potere, a tutto potere. Podestà, sm. podestà; sf. podestessa: — „La chiarissima dama podestessa Bazzoni.“ Il Bembo poi, abituato di udire da’ suoi veneziani chiamar „dogaressa“ la moglie del doge, usò la voce r podestaressa“ per indicare la moglie del podestà; la qual voc’e oggi è registrata ne’ migliori vocabolari; far come el podestà de Muia, v. Muia. Poesia, sf. arte metrica; componimento poètico; poesia; poet. carme; poesia fatta per gli sposi in occasione di nozze: epitalamio; — in cui i versi cominciano tutti colla medesima lettera: acrostide; — in cui le prime lettere d’ogni verso formano nomi propri, od altre parole determinate: acrostico. Poeta, sm. cantor, cigno, poeta, vate: — „Il cigno di Ferrara.“ .— „Il cantor de’ Sepolcri.“ — „Il cantor di Laura.“ Poetar, va. poetare, poeteggiare, poetezzare, poetizzare; poetar a preso, poetare a cottimo. Poetuzo, sm. poetonzolo, poetuzzo, poetastro, poetuccio, poetu’colo, poetonzolo, poetuzzo, semipoeta, versificatorello, poetino. Pogiar, va. mar. poggiare. Poiana, sf. zi. abuzzago, astore, falco bozzaco, o falco buteo — astur palumbarius. Polame, sm, pollame, — la bassa corte. Polar, agg, polare. Polastra, sf. pollastra; polastra castrada, capponessa; met. fanciulla, zitella. Polastrin, sm. pollastrello, pollastrino. Polastron, sm. pollastronaccio, pollastrone. Polastro, sm. pollo; met. destro, sagace; colombo da pelare, merlingotto, merlotto, — e quando vedono giungere il polastro aspettato usano dire: eccolo il contadin co’ polli; conosser i polastri, o i su polastri, met. conoscere i suoi polli; spetar che piovi in boca polastri friti, m. prov. aspettare che le lasagne piovino in bocca; i polastri friti no piovi in boca, prov. al porco peritoso non gli tocca pere mezze, — l’anguilla che vuol mangiare insalata bisogna che venga a terra, — chi vuol il pesce bisogna che s’immolli; i putei e i polastri no xe mai sazi, m, prov. ragazzi e polli non si trovano mai satolli. Polastruzo, sm. pollastraccio, pollastrotto, polluccio. Polca, sf. polca; butarla in polca, met. mandare, o mettere in niccherà. Poldo, nome proprio, di persona: Leopoldo. Polegana, sf. astuzia, politica, sagacia, scaltrezza. Polena, sf., mar. schiocca. Polenta, sf. polenda, polenta; met. macco; la prima classe elementare; butar la polenta fora de la caldiera, rovesciare, e meglio: scodellare la polenda; polenta me stenta, capon me sa de bon — ribobolo popolare di chiaro significato. Polentada, sf. polenta grande; scorpacciata di polenda. Polenton, agg, e sm. grassone, mangiapolenda, polentone; scolare della prima classe elementare.
Polesat, sm. animaccina. Polin (ocio), v. in ocio. Politicon, agg, e sm. politicone. Polize, sm. pollice; dedo polize, antichiro, pollice Polmon, sm. lo stesso che palmon. Polmonzin, sm. polmoncello, pulmoncello. Polmonar, agg. polmonare. Polo, sm. geogr.polo; zi. pollo. Polonia, nome proprio di persona: Apollonia; bot. apollonia — apollonia imperialis. Polpa, sf. polpa; polpacciuolo; pien de polpa, polpacciuto; polpa de la nosa, gheriglio; chi che ga magnà la polpa che rosighi i ossi, lo stesso che chi che ga magnà la carne che rosighi i ossi, v. carne. Polpeta, sf. polpaccia, polpetta. Polposo, agg. polposo, polputo. Polso, sm, polso; manichino, polsino; met. forza, possibilità; polso regolar, med. polso regolare; polso iregular, med. polso aritmo; polso debole, med. polso languido, o polso tardo; tastar el polso, met. tastare uno; omo de polso, met. uomo di polso. Poltrir, vn. poltroneggiare, poltrire, — stare nel poltro, — vivere poltronescamente. Poltron, agg. disutilaccio, fuggifatica, infingardo, perdigiorni, pigro, poltro, poltrone, poltroniere, poltroniero, schifanoia, scioperone. Poltrona, sf. poltrona, seggiolone; poltrona de distvrarse — s’intende poltrona ampia, e comoda, da potervi stare agiatamente sdraiato: poltrona a sdraio. Poltronaria, sf infingardaggine, neghittaggine, pigrizia, poltronaggine, poltroneria. Poltronaza, sf. poltroncina. Poltronazo, agg. e sm. infingardaccio, poltronaccio, poltroncione. Poltronezo, sm. lo stesso che poltronaria. Polveraza, sf. polverone. Polvere, sf. polve, polvere; polverio — polve è v. senza pi.; pólvere minuda, polviglio, polvino; che fa polvere, polveraio, polverulento: — Ventaccio polverulento;“ polvere fecondante, contenuta nelle antere degli stami de’ fiori: polline; polvere de fien che se trova nei fienili; fiorume; — de carol, polvere di licopodio; — de pillisi, polvere di crisantemo, polvere d’insetti, polvere insetticida; — de zipro, cipria, polvere cipria; — de carbon, carbonigia; — péri denti, dentrificio; — per far crepar i pedoci, stafisagria; sbater la polvere, met. imbottire il giubberello, — ritrovare le congionture, — spianare le costure, — scuotere la polvere; no esser quel che ga inventa la polvere, met. non essere il scopritore dell’America, — non esser quel c’ha fatto il becco agli uccelli; butar polvere nei oci, v. ocio. Polveriera, sf. corno da polvere; polveriera. Polverizar, va. e vn. polverezzare, polverizzare. Poma, sf. pome, o toccapome — il giuoco fanciullesco, è: bomba, la poma. Pomada, sf. pomata; met. macco, manteca: — „ Gnaffe è un macco questo che non si può mica ingoiare.“ Pomalastica, sf. gomma elastica. Pomela, sf bacca, coccola — e propriamente la coccola del bianco spino e del ginepro. Pomeler, sm. bot. biancospino, spina alba, spino bianco. Pomer, sm. bot. melo, pomo — pyrus tnalus; pomer selvadigo, meluggine, — pomo selvatico, o pomo silvestre. Pometo, sm. meluzza, meluzzina, meluzzola. 1 Pomigada, sf. pomiciata. Pomiga, sf. pomice. Pomigar, va. pomiciare. Pomigoso, agg. pomicioso, pomi coso. Pomo, sm. mela, pomo — pi. i pomi, e poet. le poma; pomo de Adamo, chir. ioide; pomo codogno, melacotegna; — garzariol, lazzaruola, lazzcruola — il frutto, e lazzeruolo — l’albero; — muisan. mela appiola; — musicio, mela musetta, muso; — de ò’. Giacomo, mela giugnola; — ingranò, mela grana, o mela punica, — pomo rancio — il frutto, e melo granato, o melo grano — l’albero; grani del pomo ingranò, chicchi; parer un pomo spacà, met. parer fatto nella stessa madia, — somigliarsi come due goccio d’acqua, — andar tra Bai ante e Ferrante; esser bianco e rosso come un pomo, essere latte e sangue; farse tirar drio pomi marzi, farsi tirar le melate; roba de butar drio pomi marzi, cose da aranciate.
Pomola, sf. bacca; capocchia; ago de pomola, spilla; spillo. Pomolo, sm. capocchia; ago de pomolo, lo stesso che ago de pomola, Pomoquinto, sm. bot. colloquintida — cucumis colocynthis. Pompada, sf. pompata, trombata. - Pompar, va. pompare, trombare. Pompier, sm. pompiere, vigile. I vigili erano una guardia del fuoco istituita da Augusto per la sicurezza di Roma; i pompieri, i pompieri, i vigili, la guardia del fuoco. Ponderar, vn, considerare, esaminare, ponderare, pondereggiare. Ponderazion, sf. ponderatezza, ponderazione. Ponente, sm. occaso, occidente, ponente; — e detto di vento: favonio, ovest, ponente; ponentemaistro — detto di vento: ponentemaestro, -ovestnordovest. Ponta, sf. appinzo; cappelletto; punta; scalpello; cuspide, vertice; appicatoio; met. debito, chiodo, griccia; ponte ne le trapole, ne le nasse, òhe no lassa che vegni fora le bestie che xe alidade dentro, ritroso; ciapar la ponta — detto del vino: pigliare ]a punta; far una ponta, met. mettere un chiodo, far de’ chiodi, ficcare de’ chiodi; ponta del piron, de la forca, del forcai, rebbio; — de pan, cantuccio, o orliccio, di pane; — de le ale, sommolo; — del trapano, saetta, saettuzza; — de le pene de scrìver, baffi, — becco della penna; — de luqaniga, de salame — e simili: rocchio di salsiccia, rocchio di salame, ecc.; — de peto, t. de’ macellai: spicchio di petto; — spizada per sbocar, art. e mest, acceccatoio; — del manigo del ombrela, naso dell ’ombrello; — sotila de qualunque roba., aculeo; ponte dei sachi, pellicini; in ponta de pie, v. pie; in ponta de piron, v. piron. Pontada, sf. puntata; coltellata; stilettata. Pontadura, sf. appuntatura, impuntura, puntatura, punteggiatura. Pontal, sm. puntale; pontal del baston, calzuolo, e se el xe impuntì, gorbia; — dei stivai, spunterbo. Pontapeto, sm. fermaglio. Pontar, va. appuntare; appuntellare, puntare, puntellare; pontar i piati, le scodele, ecc. risprangare i tondi, le scodelle, ecc. — i pìchi de la biancaria, appicciare i panni; — con aghi de pomola — e simili: appuntare; — i stramazi, impuntire le materasse; pontarse el vestito, accignarsi l’abito. Pontariol, sm. foratoio, punteruolo; t. de’ fabbri: punteruolo; spina. Ponte, sm. ponte; art. e mest. pancone; ponte; ponte dei muradori de tirar su e zo, ponte stabile; ponte dei muradori fato con travi ficai nel muro e inciodade su le tole, ponte a collo; ponte che se poi alzar e sbassar, ponte a levatoio: — fortilizio con ponte a levatoio;“ butar un ponte, met, gettare un ponte: — „L’ inimico gettò un ponte attraverso il torrente.“ Pontina, sf. ehiabello, chiavello, puntina: — „ Comperatemi due soldi di chiavelli.l’ Pontisel, sm. ponticello, ponticino. Pontisina, sf. punterella, punterellina: — „S’ è ferito con una punterellina invisibile ed ha perduto il dito.“
Ponton, sm. t. mar. pontone, puntone. Popolado, agg. popolato, popoloso, populato. Popolar, agg. e va. popolare. Popolarizar, va. popolarizzare, — rendere popolare. Popolazion, sf. popolazione. Popolazo, sm. popolaccio, popolaglia, popolazzo. Popolin, sm. popolino. Popolo, sm, popolo; el popolo comun, met. il popolo e il comune, o il popolo, il comune e il contado; vose de popolo vose de Dio, v. Dio; pesse popolo, v. pesse. Porca, sf. zi. scrofa. Porcada, sf. azione abbietta, infame, vile; porcheria, porcume, sporcizia, sudiciume; robaccia. Porcaria, sf. porcheria, porcume; sporcizia; bruttura, nefandità, oscenità; sete chili — de porcaria — se devi magnarghene — detto a chi è soverchiamente schifiltoso nel mangiare: porco pulito non fu mai grasso. Porcazo, sm. porcacciaccio, porcaccio; porcastrone. Porcher, sm. porcaio, porcaioIo, porcaro. Porcheto, sm. porcellino; porcheto, o porcheto de India, porcellino d’India — mus porcellus. Porco, sm. zi. animale nero, o animale immondo, o animale suino, porco — sus scrofa domestica; maiale, si dice al porco domestico evirato, e verre, o verro, a quello che si lascia per razza; met. dissoluto, lascivo, libertino-; libidinoso, licenzioso; porco, sudicione; stata de por chi, porchereccia, porcile, stalluccio; porco saloadigo, apro, ciacco, cignale, cinghiale — s.ws aper, — de 13. Antonio, asello, onisco, porcellino di terra, o porcellino terrestre — oniscus mùranm; porco che ga ’l paniz, porco panicato; esser per i porchi, met. esser a cestoni, o a misura di crusca, — esserne da abbellirsi, o esserne da dare e da serbare, — esserne a misura di crusca, o esserne per il manico e per il mestolo, o esserne per le sette peste; far la vita del porco,. o far la vita del beato porco, met. fare la vita del beato porco, — far l’arte di Michelaccio; far el su porco dover, o far la parte del su porco dover, far la parte dell’obbligo suo, o far la parte del suo dovere; no aver pascola i porchi assieme con uno, met. non stare a ribecco con quel tale; grasso come un porco, grasso bracato, o grasso come un beccafico, e con modo baSso: grasso come un porco; come un .porco — nel senso di sudicio: pulito come un baston da pollaio; bever come, un porco, v. bever; saver una roba cani e porchi, v. can; mercante e porco se pesa dopo morto, v. mercante; pesse porco, v. pesse. Porcon, agg. e sm. porcone; gaglioffo; vigliaccóne. Porcospin, sm. zi. porco spino, riccio — herinaceus europaeus, quello piccino che si trova anche ne’ nostri luoghi; istrice — histrix cristata, quello più grande, i di cui pungiglioni servono a far asticciuole, ecc. Poro, sm. bot. porro — allium porrum-, poro salvadigo, ampelopraso, porrandelio — allium vineale; poro co la tèsta grossa, porro capacciuto; poro su le man, porro, verruca; pien de pori, su le man, porroso. Porofigo, sm. chir. condiloma. Porta, sf. porta, uscio; porta picola — delle chiese, e simili: porta di fianco, o porta laterale; porta ser creta, porta falsa, o porta segreta; specie di porta in alcune grandi botti, mezzule; fora de la porta, sul pianerottolo; bater la porta, picchiare all’uscio; dar una sbatuda de porta, o sbater la porta, fare un’usciata; menar su e zo la porta, met, star colle mani in mano, o star colle mani a cintola; co la xe dentro de la porta — la moglie — bisogna tignirla o drita o storta, le mogli si tolgono a vita, non a prova; per chi por ta la porta xe sempre verta, e chi no porta parta, che no me importa — bisticcio popolare: per chi porta è porta aperta, e chi non porta parta, non m’importa — ch’è su per giù il latino: veniat hospes quisquis profuturos est; no ti ga porta a casa tua? che equivale al can e vilan no sera mai la porta, m. prov. cani e villani lasciano sempre l’uscio aperto; ciave de oro verzi. ogni porta, v. ciave; chi no ga cossa far che meni la porta, v. far; esser fra la porta ’l muro, v. muro.
Portacapeì, sm. trabiccolino. Portada, sf. portata; portada de un bastimento, allaggio. Poressa, sf. zi. lo stesso .che granziporessa. Porpora, sf. zi. specie di mollusco — murex trunculus, Portador, sm. portatore. Portadura, sf. portatura. Portafiori, sm. scalèo. Portafolio, sm. portafogli, portafoglio. Portafruti, sm. fruttiera. Portaguanti, sm. guantiera. Portalapis, sm. matitatoio. Portantina, sf. bussola, lettiga. Portaovi, sm. ovarolo, uovarolo Portapan, sm. panattiera. Portar, va. portare, recare; condurre: — „Go portà a spasso i fioi. = Ho condotto a passeggio i bimbi;“ comportare, reggere: — „Vino che comporta molt’acqua;“ portar via, confiscare; rubare; fare i funerali; tu mulare; — indrio, portar di ritorno, restituire; — a copetefas, portare a pentole; — a cavaloto, portare a bardosso; — in caregheta, portare a predellino; — el vin, met. reggere il vino; — el lavor, riportare il lavoro: — „Oggi il calzolaio mi deve riportare gli stivali nuovi — via col sufiar, soffiare in arcata; portarsela zimada, met. essere altero, portarla alta, procedere con fasto, — recarsela in sul quamquam; — de’ cani che, tirato un sasso, o altro, lontano da loro, gli corrono dietro e lo riportano in bocca: buscare; che el diavolo te porti, bassa imprecazione: possa tu accidentare, o possa tu assaettare —• e detto con garbato modo di carità cristiana, ma pure a modo d’imprecazione: casca morvido; portarla fora neta, met. uscire pel rotto della cuffia; sgabellarsi d’alcuna cosa; portar le braghe, met. portare i calzoni; portar aqua in mar, v. aqua. Portasela, sm. reggisella Portavose, sm. portavoce. Portazigari, <sm., portasigari, Portela, sf. porticina; sportello; portela ne le porte per cucar fora, spia. Portier, sm. guardaportone, portiere. Portiera, sf. usciale. Portigner, sm. portiere, portinaio, portinaro, portonaio, portolano, portulano; portinaio brutale, met. cèrbero. Portigo, sm. portico. Portisela, portisina, sf. porticciuola, porticella, porticina, usciolino. Portisin, sm. porticciuolo. Porto, sm. porto; met. condotta, portatura; pien de porti, portuoso: — „Forse la costa dalmata non è portuosa ? “ esser in porto, met. condurre a porto; esser a bon porto, met. essere a buon porto. Portogner, sm. lo stesso che portigner. Portolaca, sf. bot. porcellana — portulaca oloracea. Portoti, sm. portone; atrio: — „ Spetime in porton.. = Attendimi nell’atrio;“ Dio sera un balcon e verzi un porton, v. balcon.
Porzelat, sm. met. porcellone. Porzeleta, sf. zi. specie di mollusco — cassidaria echinophora. Porzin, sm. maiale, porco. Porzina, sf. porcina. Porzion, sf. porzione; quota, tangente. Porzioneta, sf. porzioncella, porzioncina. Porziter, sm. salumaio. Posa, sf. posatura. Posar, va. posare. Posizion, sf. attitudine, posizione; plaga; posizion de le man, t. mus. portamento della mano. Pospor, va. posporre — mettere dopo. Pòsposizion, sf. posposizione. Possada, sf. posata; sbatociar le po ssade magnando, scucchiaiare; possada, met. buono stomaco: — „Ogi a pranzo gavemo possade numero un. = Oggi a desinare abbiamo gli assi de’ buoni stomachi.“ Possadina, sf. posatuccia. Posseder, vn. possedere. Possession, sf. possessione; possession picola, possessioncella Possesso, sm. possedimento; possesso; andar al possesso de un eredità, adire un’eredità; meter in possesso, mettere. al possesso; ciapar possesso, pigliar campo: — ^Madama ha preso campo sul carissimo suo signor consorte, ed or gli tiene i piedi sul collo.“ Possessor, sm. possessore. Possidentuzo, sm. possidentuccio, possidentucolo. Posta, sf. posta; nanc'a farlo a posta', 'a farlo a posta': — „A farlo a posta non poteva riuscir peggio;“ a posta, m. avv. ha due significati: a bella posta, a bello studio, 'a farlo a posta', a posta, apposta, con determi- nata volontà, e: in ischerzo, per burla, per celia, per giuoco; a posta corente, a corso di. posta; de sta posta, m. avv. di questa posta Postai, agg. postale. Postezipar, va. posticipare. Postezipatamente, avv. posticipatamente. Postezipazion, sf. posticipazione. Postier, sm. postiere; portalettere. Postilion, sm. postiglione. Postisin, sm. posticino. Postizipar, e derivati, lo stesso che postezipar, e derivati. Postizo, agg. posticcio; artefatto, finto. Posto, sm. posto; luogo; grado, ufficio; t. de’ cacciatori: posta; posto davanti dei legni de poder alzar e sbasar, sederino; esser el posto scalognoso, m. de’ giuocatori: essere morto su quel posto un ebreo; meter al posto, postare; ehi che va del osto perdi ’l posto, v. osto. Potaciada, sf. imbrattamento; imbratto. Potaciar, va. imbrattare insudiciare; adulterare; vnp. ingollare di ogni specie medicamenti. Potacion, agg. lordo; sudicione. Potamarina, sf. zi. medusa, pelagia, polmone marino, potta di mare, pottamarina, rizostoma — varie specie di coelenterata. Povoro, sm. accattone, accattapane, accattatore, accattatozzi, mendicante, mendico; povero; agg. e sm. gramaccio, gramo, infelice, pezzente, povero; pusillanime, pusillo; povoro de spirito, met. povero di spirito; aver del povoro, esserci del povero: — „In quest’abito c’è troppo del povero;“ far finta de esser povoro, tenere il cappone dentro e gli agli fuori; far finta de esser rico essendo povoro, esser ricco di pel d’anguilla; povoro mi, povero ti, povero lu, inter. meschino me, o meschino a me, a te, ecc., — povero me, o povero a me, povero te, o povero a te, ecc.; l’istà xe el paradiso dei poveri, v. istà. Pozacarte, sm. calcafogli, calcalettere, gravafogli.
Pozar, va. appoggiare, poggiare; addossare. Pozatesta, sm. appoggiacapo. Pozo, sm. pozzo; far veder la luna in pozo, v. luna. Prà, sm. prato; di prato: prataiuolo, pratense: — „Fiori prataiuoli.“ — „ Allodola pratense;“ drio el monte xe el prà, v. monte. Pradaria, sf. prateria; prateria galleggiante: cuora, quora Pradisel, srn. praticello. Pramatica, sf. prammatica; esser una roba de pramatica, met. essere di rubrica quella tal cosa: — „Per natale è di rubrica il mandorlato.“ Pransar, pranzar, va. desinare, prandere pranzare. Pranso, pranzo, sm. desinare, pranso, pranzo; poet. prandio; far de pranzo, allestire il pranzo; invitar a pranzo, Invitare a pranzo, e con forinola cerimoniosa: invitare a far penitenza: — „Domenica ella è invitata a far penitenza da me;“ far a pranzo qualche cossa de più, fare rialto: — „Figlie care, domani avremo a pranzo un giovanotto, e chi sa!... bisogna far rialto ad ogni buon conto.“ Pratica, sf. pratica; met. abilità, destrezza; far pratica, far pratica, o far la pratica; meter in pratica, mettere in effetto. — praticare, — mettere, o porre in pratica; la pratica vai più de la gramatica, v. gramatica. Praticar, va. praticare; aver commercio, praticare; varda chi pratico ti savarà chi son, rn. prov. saluti di birri giustificano le persone. Precauzion, sf. precauzione; mancanza de precauzion, disavvisamento. Predar, va. predare, — far preda, — spogliare predando. Predestinar, vn. predestinare. Predestinazion, sf. predestinazione. Predica, sf. predica; esser un turco a la predica, met. cuocer bue, — esser pergola, — essere un turco alla predica. Predicar, va. predicare, e con frase ecclesiastica: annunziare la parola di Dio; met. ciabare; predicare; predire: — „Mel’avean predetta, ma chi domin avrebbe potuto supporlo;“ predicar nel deserto, met. predicare al deserto, o predicare a’ porri. Predicator, sm. predicatore, — sacro oratore. Predicheta, predicuza, sf. predicherà, predichina predicuccia. Predilezion, sf. predilezione. Prediliger, va. prediligere. Predir, va. predire. Predispor, va. predisporre. Predizion, sf. predizione, profezia. Predominar, vn. predominare. Prefazion, sf. prefazione. Preferir, va. preferire, — amar meglio: — „Amo meglio scapitare innanzi agli occhi vostri e dire la verità.“ Prefiger, va. determinare, prefìggere, stabilire. Pregar, va. orare, pregare; implorare, intercedere; pregar assai, pregare accettamente, o pregare istantemente: — „ Pregava così istantemente che non ho potuto dir di no;“ farse, o no farse pregar, met. farsi, o non farsi pregare, — farsi, o non farsi stracciare i panni; farse tanto pregar, met. aspettare il baldachino: — nEl se fa tanto pregar. = Aspetta il baldachino;* no farse pregar tropo, non si fa stracciare i panni; chi prega la carità no zernisi, m. prov. quando si -ha fame il pane sa di carne. Preghiera, sf’. deprecazione, impetro (Poliziano), orazione, prece, preghiera; poet. preco, prego, priego. Pregiado, agg. pregiato. Pregiar, va. pregiare, — avere in pregio. Pregiudicar, va. pregiudicare, — arrecar pregiudizio. Prelevar, va. prelevare. Prelezion, sf. prelezione. Preliminar, sm, preliminare. Premeditar, va, premeditare, — pensare avanti. Premeditazion, sf. premeditazione. Premer, vn. calere; premere, — aver premura; attenere, importare, — essere a cuore.
Premiar, va, guiderdonare, premiare, rimunerare. Premieto, sm. premiuccio. Premio, sm. guiderdone, premio. Premunir, va. premunire, — munire antecipatamente. Premura, sf. fretta, premura, prescia, pressa, urgenza; attento riguardo verso chi si sia. Prenotar, va. prenotare, — notare avanti. Preocupar, va. preoccupare. Preocupazion, sf. preoccupazione. Preparada, sf. allestimento, apparecchiamento. Preparar, va. allestire, ammannire, apparecchiare, preparare. Preparativo, sm. ammannimento, apparecchio, preparativo; agg. preparatorio. Presa, sf. pizzico: — „Un pizzico di semi;“ presa: — „La presa di Sebastopoli.“ Prescriver, va. prescrivere; ordinare, stabilire, statuire. Prescrizion, sf. prescrizione. Preselier, va. prescegliere. Presentar, va. presentare; art. e mest. accostare. Presentazion, sf. presentazione. Presente, sm. presente; aver, o no presente, met. avere, o non avere in visione: — „Mi ricordo d’averlo veduto, ma ora non l’ho in visione. • Presenza, sf. apparenza, aspetto, esteriore, presenza; de bela presema, appariscente; in mia, in tua, in sua presenza, al cospetto, o alla presenza mia, tua, eco, — presente me, te, lui: — „ Parole testuali, dette presente me.“ Presepio, sm. capannuccia. Preseta, sf. preserella. Preservar, va. preservare. Preservazion, sf. preservazione. Presidente, sm. preside, presiE. Kosovitz. — Dizionario ecc. 22 dente; il presidente dell’Accademia della Crusca: arciconsolo. Presielier, va. prescegliere. Preson, sf. carcere, ergastolo, penitenziario, prigione, — buiosa, domo Petri, gattabuia; andar in preson, andare a bastonar i pesci — tolta la similitudine da coloro che una volta venivano condannati al remo, — andare a vedere il sole a scacchi; meter in preson, aggratigliare, carcerare, prigionare; molar fora de preson, scarcerare. Prestarse, vnp. adoperarsi, prestarsi. Presto, avv. con velocità, velocemente, presto, prontamente; assai presto, ben presto: — „Vi ha delle relazioni ohe vengono ben presto a noia.“ Presunzion, sf. presunzione, prosunzione. . Pretazo, sm. pretaccio; pretazzuolo, pretignuolo. Prete, sm. ecclesiastico, prete, sacerdote, — ministro dell’Altare, o ministro di Dio; ferri, sacerdotessa: — „Eea Silvia, figlia di Numitore, sacerdotessa di Testa;“ vestito de prete, •abito lungo, o talare — quello che scende a’ sacerdoti fino a’ piedi, e: abito corto — quello che scende loro fino le ginocchia; sbaglia anca ’l prete sul aitar, v. aitar. Pretender, va. esigere, pretendere, — aver pretensione; pretendersela — di, o in c“he che sia: avere il baco, o avere il pugniticcio di questo o quello — pretendere in una cosa, — pretenderla a. Pretesa, sf. pretensione, pretesa; met. albagia; albagia insolente: burbanza. Pretor, sm. pretore. Pretesto, sm. afferratoio, appicco, ’ pretesto. Preveder, va. antivedere, prevedere, — vedere avanti. Prevenir, va. prevenire.. Prezedente, agg. antecedente, precedente. Prezeder, va. e vn. precedere, precorrere; che precorre: foriero: — „Le primole sono foriere della primavera. “ Prezesor, sm. antecessore, precessore, precursore.
Prezetar, va, precettare. Prezeto, sm. precetto; ammaestramento, regola. Prezio, prezo, sm. prezzo; preso de afezion, prezzo d’affezione; roba che no ga prezo, met. roba che non ha pago; a bon prezo, -m. avv. a buon mercato, a poco prezzo. Prezioso, agg. prezioso; far el prezioso, met. fare il prezioso, o farsi il prezioso: — „ Vorrebbe farsi prezioso, e si fa ridere.“ Prezipitar, va. precipitare. Prezipitazion, sf precipitazione. Prezipitosamente, avv. precipitatamente, precipitosamente. Prezipitoso, agg. precipitoso, — inconsiderato, senza ritegno. Prezipizio, sm. abisso, balza, baratro, burrone, dirupo, precipizio, scoscendimento; precipizio; esser sul orlo del prezipizio, v. orlo. Prezisamente, avv. precisamente — per l’appunto. Prezisar, va. precisare. Prezision, sf. esattezza, precisione. Preziso, agg. preciso. Prezolar, va. prezzolare. Prigiogner, sm. carcerato, prigione, prigioniero. Prima, avv. prima; poet. pria, — avanti, dinnanzi, innanzi; de prima, di dianzi:--..Questa canzone mi piace meglio che quella di dianzi;“ su le prime, in su le prime: -„ Negava in su le prime, ma poi confessò tutto;“ in prima, a mezzo punto: — „Bada hai il fucile a mezzo punto, se ti sbalza la lepre !“ Primariola, sf. primaiuola, primipara. Primaveril, agg. primaverile. Primegiar, vn. primeggiare. Primo, agg. primo; primiero, pristino; de primo intro, m. avv. in una prima apparenza — nel primo getto, .— a, o alla prima giunta, — di primo lancio; el primo capo, met. la cosa principale, l’esenziale; chi xe el primo no xe l’ùltimo, loc. prov. chi è prima al mulino e primo macina, — chi primo arriva prima macina, — chi primo arriva e quello macina. Prinzipal, agg. e sm. esenziale, principale. Prinzipalmente, avv. principalmente. Prinzipato, sm. principato. Prinzipe, prinzipin, sm. principe, e poet. prence; star, o viver come un prinzipe, stare, o vivere come un principe, — stare in barba di miccio, o stare a pampana, — stare poccioso, — stare bene al pollaio. Prinzipesco, agg. principesco. Prinzipiada, sf. incominciamento, iniziamento. Prinzipiante, smf. esordiente, principiante. Prinzipiar, va. cominciare, principiare; prinzipiar una calza, dar l’avviatura alla calza; prinzipiar ben e finir mal, le susine diventano bozzacchioni. Prinzipio, sm. inizio, principio; poet. aurora, ma vale soltanto per principio di certe cose, p. e. l’aurora del cristianesimo, l’aurora della civiltà, della vita; dal prinzipio, abinitio, dal principio; dal prinzipio al fin, dall’a al bus, — dall’a al fio, dall’a alla zeta, dall’a al ronne, — dal principio al fine, — dall’alfa all’omega; cominziar qualcossa dcd prim.o prinzipio, v. cominziar; ogni prinzipio xe difizile, v. difizile. Privar, va. privare. Privazion, sf. privagione, privamente, privazione. Privilegiar, vn. privilegiare; accordare a chi si sia un privilegio. Pro, sm. prò; giovamento, utilità; bon prò faza, buon prò faccia; dar el bon prò, dare il buon prò; che bon prò te, \ o ghe fazi, met. buon prò ti, o buon prò gli faccia; el prò e el contro, il prò e il contro; senza prò, infruttuosamente, — in vano; — senza prò; roba robada no fa bon prò, prov. di quel che si ruba non s’ha a sentir grado, — quel che vien di ruffa in raffa. se ne va di buffa in baffa, — della roba di mal acquisto non ne gode il terzo erede, — chi mal raduna tosto disperde, — chi si calza di quel d’altri, non si veste.
Proclamar, va. proclamare. Proclamazion, sf proclamazione. Procurar, va. arrecare; procacciare, procurare; badare, considerare, guardare; procacciarsi — detto d’affetto, di benevolenza, e simili cose: cattivarsi: --- „ Cattivandovi la sua simpatia potete calcolare sul suo valido appoggio.“ Procurator, sm. procuratore. Prodigalizar, vn. prodigalizzare, scialacquare, — usar prodigalità. Produr, va. producere, produrre; met. cagionare, far nascere, o far succedere. Produzion, sf. produzione. Profanar, va. profanare. Profanator, sm. profanatore. Profanazion, sf. contaminazione, profanazione. Proferir, va. esibire, offerire, offrire; proferire. Profesar, va. professare, far professione. Profesion, sf. professione. Profesor, sm. professore. Profeta, sm. profeta; fem. profetessa; esser profeta, met. essere indovino, o essere profeta; nessun profeta in patria, m. prov. nessuno è profeta nella sua patria, che si dice co-, munemente con modo latino: nemo propheta in patria. Profetizar, va. presagire, profetare, profeteggiare, profetezzare, profetizzare, vaticinare. Profitar, va. approfittare, profittare, — far profitto. Profumar, va. profumare, —- dare il profumo, — spirare odor di profumo; vnp. profumarsi, — spargersi con profumo le vesti, ecc. Profumier, sm, profumiere, profumiero. Progetar, va. progettare. Progredir, vn. progredire, procedere. Proibida, sf. inibizione, proibizione. Proibir, va. inibire, proibire, vietare, — far divieto. Proibizion, sf. proibizione. Prolungada, sf. prolungamento. Prolungar, va. e vn. prolongare, prolungare, sprolungare, — allungare, differire, prorogare, — mandar in lungo. Prolungazion, sf. prolongazione, prolungamento, prolungazione. Promessa, sf. fidanzata; promessa; promessione; — promissione; mantignir la promessa, mantener la promessa, — tener patto, — stare alla promessa; ogni promessa xe un debito, prov. chi promette in debito si mette, — ogni promessa è un debito, — promessa è debito, — chi promette in bosco deve mantenere in villa, — promettere e non mantenere e villania, — chi promette e non attiene l’anima sua non va mai bene. Promesso, sm. fidanzato; licenza, permesso, permissione. Prometer, va. permettere; promettere; minacciare; accertare, affermare; prometer mari e monti, o prometer Soma e toma, promettere mari e monti, o promettere Eoma e toma. Promotor, sm. promotore. Promover, va. promovere, promuovere. Promozion, sf. promozione. Pronosticar, va. prognosticare, pronosticare, — annunziare il futuro. Prontar, va. allestire, ammannire, apprestare, approntare. Pronto, agg. apparecchiato, disposto, pronto; averla pronta---- nel senso di trovar subito difesa a tutte le accuse, e rimedio ad ogni inconveniente: aver ritortola ad ogni fascio, — aver cimiero ad ogni elmetto, — avere unguento per ogni piaga. Pronunzia, sf. pronuncia, pronunciagione, pronunciazione, pronunzia, pronunziagione, pronunziamento; che concerne la pronunzia: fonico; retta pronuncia, e l’arte che la insegna: ortoepia; vari difetti di pronuncia, v. difeto.
Propagar, va. propagare; divulgare, propalare. ’ Propagazion, sf. propagazione. Propender, va. inclinare, propendere, — aver propensione. Proponer, va. proponere, proporre; deliberare, stabilire, statuire; proporse de far qualcossa, deliberare di farla; l’omo proponi e Dio disponi, v. Dio. Proporzion, sf. proporzione; esser, o no esser, •— star, o no star in proporzion, essere, o non essere, — stare, o non stare in proporzione. Proporzionado, agg. adeguato, conveniente, proporzionato. Proporzionar, va. adeguare, proporzionare. Proposito, sm. proposito; omo de proposito, uomo di proposito; a proposito, m, avv. a proposito; in proposito; fora de proposito, m. avv. fuori di proposito, — inconsulto, intempestivo; vignir a proposito, cadere in acconcio Proposizion, sf. proposizione; argomento, assunto, proposta. Prorogar, va. prorogare; procrastinare. Proromper, va. prorompere. Prosa, sf. prosa; conveniente alla prosa, della prosa, o scritto in prosa: prosaico, prosastico. Proseguir, va. continuare, proseguire, — seguitare. Prosenio, sm. proscenio. Prosperar, va. prosperare, — andar di bene in meglio, — mandar avanti che che sia prosperamente. Prospetar, vn. prospettare; meter in prospetiva, met. mettere in veduta, — porre in prospettiva. Prossimo, agg. e sm. prossimo; no conosser nanca per prossimo, met. non conoscere neanche per prossimo. Prosternar, va, abbattere, prosternare. Prosternazion, sf. abbattimento, prosternazione. Prostituir, va. prostituire, abbassare, avvilire. Prostituzion, sf. prostituzione. Prostrar, vn. prostrare. Prostrazion, sf. prostramento, prostrazione, abbattimento, discadimento. Proteger, va. proteggere, — avere in protezione. Protestar, va. protestare. Protetor, sm. proteggitore, protettore; mecenate. Protezion, sf. protezione; aver protezioni, aver accosti: — „Con tutti i buoni accosti da lui vantati non lia avuto il posto che già diceva suo;“ aria de protezion, v. aria. Protocolar, va. protocollare. Protrar, va. allungare, differire, prorogare, protraere, protrarre. Prova, sf. mar. proda, prova, e poet. prua; prova, saggio; prova evidente, apodissi; che no ga fondamento de prova, gratuito: — „Asserzione gratuita.“ — „Pretese gratuite;“ meter in prova, m. de’ sarti: dare un’indossata; cior, o dar a prova, pigliare, o dare a prova; a prova de bomba, m. avv. a prova di bomba, o di cannone, o di pistola. Provar, va. provare; met. ardire, osare; tentare; esprimentare, — far prova; studiarsi di fare. Proveder, va. e vn. provedere, provvedere; procacciare; se Dio no provedi — maniera deprecativa: se Dio non ci provvede. Proveditor, sm. proveditore, provveditore, provvisore. Provese, sin. t. mar. amarra. Proviande, sfp. proviande, vettovaglia. Providenza, sf. provvidenza; met. il bisognevole, il vitto, — la tornata di casa; dove che ghe xe l’inozenza ghe xe la providenza, v. inozenza. Providenzial, agg. provvidenziale. Provignir, vn. provenire.
Provinzia, sf. provincia. Provinzial, sm. provinciale. Provision, sf. provisione, provvisione. • Provisorio, agg. precario, provvisorio, temporario. Provista, sf. provvista; provista de aqua, acquata: — „Fate attenzione che l’acquata sia sufficiente.“ Provocar, va. incitare, istigare, provocare. Provocator, sm. provocatore. Provocazion, sf. istigamento: provocazione. Prozeder, vn. procedere. Prozedimento, sm, procedimento. Prozedura, sf. procedura. Prozesar, va. processare. Prozesion, sf. processione. Prozesionalmente, avv. processionalmente. Prozeso, sm. processo. Prozinto, sm. procinto; esser in prozinto, m. avv. essere apparecchiato, essere in procinto, essere sul punto di, — essere, o stare sulle mosse. Publicar, va. bandire, denunziare, pubblicare; divulgare, propalare. Publicazion, sf. bando, denunzia; pubblicazione; far le publicazion — del sacerdote, pe’ matrimoni: dirsene in chiesa: — „Ieri se n’è detto in chiesa del Tonio colla Cecilia.“ Publizista, smf. pubblicista. Publizità, sf. pubblicità. Pudor, sm. pudore; che ga pudor, pudibondo, pudico; che no ga pudor, impudico, spudorato. Puf (a), m. avv. a macca, o a scappellotto, o a bertolotto. Pugneto, sm. pugnino: — „Ha un pugnino proprio da fanciullo;“ pugnelletto, pugnellino, pugnerello, pugnetto: — „Avaraccio m’ha fatto avere nn pugnerello di semi che non ne son cinquanta “ Pugno, sm. pugno — pi. i pugni e le pugna; manciata, menata, pugnello, pugnetto: — Favoriscimi una manciata di fagiuoli.“ — „Gli ha donato un pugnello di nocciuole;“ pugno assai forte, punzone; dar pugni, catubare: — „Ha oatubato quanti gli si appressarono;“ 'far i pugni', o far una man de pugni, fare a’ cazzotti, o a’ garontoli, — fare ai pugni, o fare alle pugna: — „Fecero alle pugna e riportaron amendue la faccia ammaccata, more solito;“ 'far i pugni', met. fare a’ pugni, o fare a’ calci: — „Sono ragioni coteste che fanno a’ calci tra loro;“ pugni pugneti,. gali galeti, cossa xe dentro? pan e formento; cossa xe fora? pan e zivola — specie di passatempo fanciullesco: Dove sta pugnino? Un po’ più su. Puier, sm poledro, puledro; met. lattonzolo: — ..Lasciatelo gracchiare, è ancora un lattonzolo: imparerà a vivere anche lui.“ Puina, sf. ricotta; puina fata col fior del late,, mascarpone, mascherpone,; scolàdure de puina, siero.; esser de puina, met. esser fatto di calza disfatta, — esser di lolla, o di loppa. Pulenta, e derivati, lo stesso che polenta, e derivati. Pulia, sf. t. de’ giuocatori di carte: puglia. Pulise, sf. zi. pulce, pulice — pulex irritans; pien de pulisi, pulcioso; pien de becadure de pulisi, indanaiato dalle pulci; un pulise che voi far aria, met. i granchi vogliono mordere le balene; far i pulisi, mei. derubare, ripulire, — far repulisti, — scopare il pollaio: esser un pulise ne la stopa, met. essere un pulcin nella stoppa, — essere impacciato come un pulcin nella stoppa; meter un pulise in un oreeia, met. metter un calabrone, o mettere una pulce in un orecchio; xe più fazile farghe la guardia a un saco de pulisi che a una dona inamorada, v. dona; cavarghe la pele al pulise, v. pele; polvere de pulisi, v. polvere. Pulisin, sm. pollastrino, pulcinello, pulcinetto, pulcino; pulisin de rnara, anatraccolo, anitroccolo; — de oca, papero; far pulisini, met. fare alle lastruccie: — „ Sulla riva del mare facevam spesso nella nostra fanciullezza alle lastruccie;“ esser come i pulisini — dicesi de’ fanciulli che son sempre disposti a mangiare: esser come i rasoi de’ barbieri, che son sempre in filo.
Puliteza, sf.. aggiustatezza; compostezza; modestia; pulitezza; verecondia. Pulito, agg. casto, civile, creanzato, decente, onorato, pudico, pulito, quieto; avv. a dovere, a modo, ammodo, bene, per bene, per benino, pulitamente; compostamente;/ar pulito, m. avo. fare a modo, o fare a dovere, far pulito; far proprio pulito, fare a modo e a verso; andar pulito, — gli affari, il commercio, ecc.: aver prospera la sorte, — fiorire il proprio commercio, — andar per la riga Che che sia; giusto pulito, acconciamente, opportunamente. Pulito, unito a certe voci di verbi fa diventar le locuzioni superlative: così le accennate, e altre ancora. Pulizà, sm. poliziotto. Pulizia, sf polizia: — „Colleglli che, fuor della loro professione, servono la polizia;“ pulizia: — Creaturina gentile amante della pulizia.“ Pulpito, sm. ambone, pergamo, pulpito, — cattedra di verità. Pum (far), m. bambinesco: cadere. Pumfete, inter. paf, paffe, paffete. Puntador, sm. t. di giuoco: puntatore. Puntal, sm. lo stesso che pontal. Puntegiadura, sf. punteggiatura, puntuazione. Puntegiar, va. punteggiare. Puntai, sm. puntello. Punteladura, sf. puntellatura. Puntelar, va. appontonare, appuntellare, appuntonare, puntellare; puntelar un alboro tropo carigo de fruti, staggiare un albero. Puntiliar, va. e vn. incaponire, ostinare, puntigliare; vnp. stare, sul puntiglio. Puntilio, sm. cocciutaggine, ostinazione, puntiglio. Puntiliosazo, sm. puntigliosacoio. Puntilioso, agg. cocciuto, ostinato, puntiglioso. Puntin, sm. puntino, puntolino; puntin per puntin, m. avv. capo per capo, 'punto per punto': — „Le dissi tutto capo per capo.“ Puntina, sf. chiavello, puntina: — .. Ci vuole un po’ di colla, i chiavelli sconciano il lavoro; trina: — „Camiciuola di tela con trine francesi.“ Puntisina, sf’. punterella. Punto, sm. interpunzione; punto; punto fermo; attimo, istante, ora; punto de domanda, (?) punto interrogativo; — dopio, (:) due punti; — de amirazion, o de esclamazion, (!) punto ammirativo; punto de morte, ora estrema, punto di morte, ultima ora; punto bianco nei ovi ingoiai — ch’è il rudimento dell’uccello: cicatricola, punto saltante; far el punto — m. de’ giuocatori: fare il punto; vignir in punto — che che sia: venire più a tempo che l’arrosto, — venire come il cacio su’ maccheroni; esser in tuto punto', met. non mancare una martellata: — „Superbo corredo di nozze cui non mancava una martellata;“ trovar el punto, met. afferrare l’occasione, l’opportunità, — cogliere il punto; punto de vista, punto di vista; in tuto punto, di tutto punto: — „Il signorino veste di tutto punto;“ 'punto per punto', m. avv. di punto in punto, 'punto per punto'; robe che devi esser fate a punto, o in punto, cose che vanno fatte a scatto di molla; in punto, m, avv. a puntino, appuntino, appunto, a punto, bene, compiutamente, giusto, nè più in qua nè più in là, nè più nè meno; in bon, o in cativo punto, in buon, o in cattivo punto; in punto e virgola, m. avv. a punto e virgola; qua sta ’l punto, inter. qui batte il punto, — qui è dove giace Nocco; per un punto Martin ga perso la capa, v. capa. Puntual, agg. puntuale. Pupa, sf. bamboccio, bambocciolo, bambola, fantoccia, popa, puppatola; pupa de due soldi, met. bambolona, puppattola, stucchino, stucchino di Lucca: — „ Armando sposa uno stucchino di Lucca è vero ma gli porta fior di dote e basta;“ mar. poppa; zogar le pupe, fare alle comaruccie; aver el vento in pupa, met. aver il vento in fil di ruota, — avere il vento in poppa, — avere tre pani per coppia, — essere in detta.
Pupilar, agg. pupillare:— «Giudice pupillare.“ — „Defraudi pupillari.“ Pupola, pupula, sf. polpaccio; figura, statuetta. Pupolo, pupulo, sm: figura, immagine; incisione; vignetta; poet. imago, immage; met. fiorino,, e al pi. denari, fiorini. Pupoto, sm. fantoccio; pupoto de straze per spaurir i usei, spantocchio, spaventacchio, spauracchio, — queste voci s’usano pure per indicare un semplice cencio, appeso allo stesso scopo, ove si sia. Pupù (andar o esser), andare, o essere a’ bimbi, o a’ mimmi: — «Vestirai i piccoli che li condurremo a’ mimmi.“ Pur, part. pure. Purcinel, sm. pulcinella; pulcinellotto; met. bamboccio, bamboccione, inconseguente, leggiero, stolido, sventato; esser el purcinei, met. essere il trastullo, o il zimbello; far de purcinei, met. fare il pulcinella. Purcinelada, sf. bambocciata, pulcinellata, stolidezza. Purgada, sf. purgagione. Purgante, sm. med. drastico. Purgar, va. mondare, purgare; lubricare; nettare, pulire; evacuare, mandar fuori. Purificar, va. nettare, purificare, far puro. Purificazion, sf. purificazione. Puro, agg. mero, pretto, puro, schietto; illibato, immacolato, incontaminato, incorrotto. Purzin, sm. lo stesso porzin. Purzina, sf. lo stesso che porzina. Purziter, sm. lo stesso che porziter. Pustizo, agg. lo stesso che postizo. Puta, sf. fanciulla; nubile; lavorante; figlia; puta veda, fanciulla trasandata, — ragazza invecchiata, — pulcellona, zitellona; a le bele pute un bel bambin, a le brute vece un scovolin — ribobolo popolare: alle giovani i i buoni bocconi, alle vecchie gli stranguglioni; puta veda fortuna speta, m. prov. ragazza che dura non perde ventura; a le pute oziose el diavolo ghe baia in traversa, v. diavolo. Putazo, sm. fanciullaccio; fanciullo: figlio. Putel, sm. bambino, fanciullo; pargolo, parvolo; figlio; maschio; met. ragazzo: — „Ha ormai trent’anni compiuti, ma è sempre un ragazzo;“ far come i putei, met. fare a’ bambini; no stemo far de putei, o uomini, o orciuoli? — frase elittica, il cui pieno è: o siamo uomini, o siamo orciuoli ?; meterse pianzer come un putel, piangere come un bambino: — „ Co/o ga savè el se ga messo pianzer come un putel. = Quando lo seppe pianse come un bambino;“ i putei ga de parlar co pissa le galine, v. galina; i putei e i polastri no i xe mai sazi, v. polastro.
Putelada, sf. bambinaggine, bambinata. bambineria, corbelleria, fanciullaggine, fanciullata, fanciulleria, ragazzata. Putelat, sm. lo stesso che putel nel senso metaforico Putita, agg. e sf. basoffia, schizzinosa smorfiosa. Puto, sm. celibe; scapolo. Putrefado, agg. corrotto, fracido, marcio, putrefatto. Putrefar, vn. putrefare, corrompere per putredine; vnp. putrefarsi, putrire. Putrefazion, sf. putrefazione. Puzar, e derirati, lo stesso che pozar, e derivati. |