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P



P, lettera quindicesima dell’alfabeto. Si pronuncia pi e s’usa quasi sempre al maschile. P. nel linguaggio musicale vale: piano,“’-e raddoppiato: P P. pianissimo; — P P. vale anche padri: — „I P P. Cappuccini;“ — E, E» P P. vale reverendi, padri: — „I E E P P. Mechitaristi.“ — P. nelle iscrizioni e nelle epigrafì vale: Pose, o pace. — P. S. poscritta, Post Scritta, Postscritta, Poscritto. — E; ,1. P. riposa in pace. — P. T. previ titoli, è mi spiego: Si fa, a cagion d’esempio, una circolare. Questa viene distribuita e può andare in mano di un conte, di un barone, di un cavaliere. Il P-. T. significa ,nel primo caso: conte; nel secondo,: barone; nel terzo:, cavaliere, cioè ad ognuno il suo titolo, e se uno non ne ha — ve n’è a iosa di quelli — gli resta il signore che è sempre aggiunto al P. T; S. P. E. M. s’è visto nel M; p. c. per congratulazione, o per condoglianza; —
p. f. per favore, o per felicitazióne; — p. s pubblica sicurezza; — pt pianoterra.

Paca, sf. bussa, colpo, pacca; percossa, attinto; ciapar, o dar le pache — tanto al proprio quanto al metaforico: pigliare, o dar le pacche.

Paciada, sf. mangiata, mangiatacela, scorpacciata; goduta, pacchiamento, pacchiata, spassata.

Paciar, va. mangiare; godere; vnp. coccolarsi, collepollare, divertirsi, gongolare, pacchiare, rallegrarsi, patullarsi, Pacio, sm. branco; delicatezza; manicaretto;, vivanda; esca.

Paciolon, agg. e sm. arzillo, cruscolo, pacchierone; robusto, vivace: — „Sposa un pacchierone di fanciulla che fa la bella voglia.“ Pacioloso, disdicciato, sfortunato. Paciotrr.agg. e sm. lo stesso che paciolon.

Paciugado, agg. imbrattato, im-