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PEL | — 315 — | PEN |
pi: scoglia; — che il filugello si lascia dietro mutando: buccia; — d’agnello: pelle agnina; — d’agnello ucciso poco dopo la nascita: bassetta; — d’agnello non nato: fulcina; — di camozzo: pelle camoscina; — di cavallo, conciata: cavallina; — d’ermellino: armellina; — che divide i chicchi del melograno: cica; el de fora de la pele, da buccio; el de dentro, da carne; pele de pesse, art. e mest. pelle di pesce; andar, premer, rimeter, 'salvar la pele', met. andare, premere, rimettere, salvare la pelle; aver la pele dura, met. aver la pelle dura, o aver la pelle di ciucco; aver mantello ad ogni acqua; far la pele, met. far la buccia, — fare un colpo; no star ne la pele, o no poder star ne la pele, met. non capire in sè medesimo, — non capire nella pelle, — non poter capir nella pelle, — non sapere nella pelle -— non poter stare nella pelle;’ vignir la pei e de oca, met. accapponarsi la pelle — venire la pelle di cappone, — accapricciarsi le carni, — granirsi la pelle, — venire la pelle d’oca; pele de oca, met. pelle anserina; esser ne la pele — che si usa quasi sempre colla negativa: essere nella pelle: — . Poveraccio, i’ non vorrei cert’essere nella sua. pelle;“ no esser che pele e ossi, met. essere ossa e pelle, — essere ridotto all’estrema estenuazione; lassar la pele, met. lasciare la pelle: — „Ha lasciato la pelle in quella malaugurata spedizione;“ 'salvar la pele', met. salvare, o scampar la pelle; no dar gnente de la pele de un, met. non dare della pelle di uno neanche un baiocco, o una buccia di porro, o una patacca, o un quattrino — e simili; cavar la pele al, pedocio, o al pulise, met. scorticare il pidocchio; a fior de pele, m. avv. vin pelle, in pelle in pelle, pelle pelle, tra pelle e pelle: — „Una feritina pelle pelle;“ per la pele, m. avv. per la pelle, — scorporato: — „Bevitori per la pelle.“ — garibaldino scorporato;“ chi no sa. scortigar sbrega la pele, prov. chi non sa scorticare intacca la pelle; no vender la pele del orso prima che se lo ga mazà, v. orso; esser sempre in una pele, lo stesso che esser sempre in un pel, v. pel; pele, met. lo stesso che pelata, meno nell’ultimo significato.
Pelegata, sf. lo stesso che pelata.
Pelegrin, sm. pellegrino, peregrino.
Pelegrina, sf. baverina, e come voce d’uso: pellegrina.
Pelegrinar, verbo di cui in dialetto viene usata, credo, met. la sola voce: pelegrinando, pelegrinare, peregrinare.
Pelisin, sm. pelolino.
Pelisina, sf. cuticola, pelliccila, pellicina, pellicola, pellolina
Peliza, sf. pelliccia, pelliccione, pellicciotto.
Pelizada, sf. pelliciata.
Pelizar, va. pellicciare, — foderare di pellicce.
Pelizaria, sf. pellicceria: — „Tiene pellicceria in Corso;“ pi. pellicciame: — „Il pellicciame è per certi popoli un articolo importante di commercio “
Pelizer, sm. pellicciaio, pellicciamolo, pellicciere, pellicciero; tute le volpe se incontrerà del pelizer, prov. in pellicceria vanno più pelli di volpe che d’asino, — tutte le volpi si. riveggono in pellicceria.
Pelizon, sm. pelliccione.
Peloso, agg. irsuto; peloso, piloso; sm. zi. specie di sogliola —- solca variegata; peloso de grota, zi v. grota.
Peloton, sm. zi. t. de’ cacciatori: acquaiuolo — anas boschas juvenis.
Pellico, sm. pelo, peluria.
Pena, sf. penna; piuma; met. castigo, gastigo, penna; pena de morte, pena capitale, o pena di. morte; che ga pene, pennato, pennuto; pene che cominzia spuntar, bordoni; pene de sangue, brocchi; pene maestre, coltelli, penne maestre; cavar le pene maestre, met. levare le penne maestre; lassar le pene maestre, met. lasciare le penne maestre; temperar la pena, aguzzare o appuntare, , o temperare la penna; dar de pena, dar di penna, o dar