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COP — 226 — COR


Còpia. s. f. Dovizia, abbondanza: copia. || Esemplare, raddoppiamento consimile all’originale: copia. || La cosa copiata: copia. || chissa è copia, si dice quando altri fa o dice cosa già fatta o detta da altri: ella è copia. || fari o nun fari copia di sè: esser capace o incapace. || nun ci putiri pigghiari copia, allorquando d’un fatto d’una persona non si può raccapezzar nulla, non si sa come pigliarla, come intenderla: non raccapezzare del sacco le corde, non ci si potere tener dietro, non trovarci il bandolo, non ci si potere raccapezzare. || – di copia, ciò che ricavasi da una copia.

Copialittri. s. m. T. comm. Libro che i negozianti sono in obbligo di tenere per conservare presso di loro copia delle lettere che mandano: copialettere.

Copiari. V. cupiari.

Copiusamenti. avv. In modo copioso: copiosamente.

Copiusissimamenti. avv. sup. Copiosissimamente.

Copiusitati. s. f. Astratto di copiusu, copia: copiosità, copiositade, copiositati.

Copiusu. add. Abbondante: copioso.

Coppa. s. f. Vaso per lo più di rame, con piede, ove si accende la brace per iscaldare: braciere. (Sp. copa). || Vaso da bere, di forma piatta con piede, con o senza manico: coppa. || serviri ad unu ’n coppa, o ’n coppa e cuteddu, servirlo puntualmente e bene: servire uno di coppa e di coltello.

Còppali. add. Aggiunto di una ragia odorosa: coppale.

Coppaù. s. m. Gomma resina liquida: coppaù.

Coppi. s. m. pl. T. giuoc. Uno de’ quattro semi delle carte da giuoco: coppe. || battiri coppi e dari dinari o chiamari dinari e jittari coppi, di chi mostra far una cosa e ne fa altra: accennar in coppe e dar bastoni. || T. bot. V. oricchi di judeu.

Coppia. s. f. Due cose insieme, pajo: coppia.

Coppu. s. m. Recipiente formato di carta ravvolta a cono: cartoccio. || Vaso ad uso di raccorre elemosina: bòssolo, coppo. Onde passari lu coppu, accattare l’elemosina. || Vaso ove si mettono i dadi in giuocando. E quelli usati dai giuocatori di bussolotti: bussola. || Arnese di latta a cono per ispegnere lumi: spegnitojo. || T. pesc. Reticella in forma di sacco con un manico lungo: racchetta, cucchiaja. || fig. pigghiari ad unu cu lu coppu, ingannarlo: accalappiarlo. || aviri li manu a coppu, esser rapace: aver le mani a uncini. || T. fabb. Spezie d’embrice a forma di cappuccio per coprir la sommità de’ tetti: comìgnolo. || Arnese per attinger acqua: coppo (An. Cat.) || coppi di li riti, la parte di mezzo: sacco. || Lanternino fatto di carta accartocciata con dentro un lumicino; servono per illuminazione nelle feste, ecc.: rificolona, palloncino, lanternone.

Còppula. s. f. Coperta del capo fatta in varie fogge e di varie materie: berretto (Forse dal Lat. cupella o coppula come dire piccola coppa. E in italiano vi è coppoluto, fatto a mo’ di cupola). || tràsiri ntra la coppula di lu patri eternu, modo avv. voler sapere o indovinar cose affatto recondite. || La pelle che cuopre la ghianda genitale: prepuzio. || – di puddicinedda. T. zool. Specie di conchiglia: patella, berretta di drago. Pileopsis ungarica Lamark. || Detta d’acqua duci: patella lacustre o ancile. Ancylus fluviatilis Mull.

Còpula. s. f. Congiungimento; coito: copula.

Copulativu. add. Atto a copulare, congiungitivo: copulativo.

Copu-tortu. s. m. T. zool. Specie d’uccello. Junx turquilla L.

Coraggiu. V. curaggiu.

Corali. add. Appartenente al coro; così chiaman gli ecclesiastici il canto ordinario non ne’ dì solenni: corale.

Corallina. s. f. T. bot. Pianta simile al corallo, piccola e folta come il musco, nasce attorno ai coralli: corallina. Detto pure simenza di mari o simenza pri li vermi, per la sua virtù vermi fuga. Corallina officinalis L. || Albero del corallo. Eythrina Corallodendron L. || Pietra dura di color giallo sudicio con vene bianche livide, rosse vive: corallina, diaspro di Sicilia.

Corallinu. V. curallinu.

Corallòidi. s. f. Litofito di molte spezie che nasce in mare a guisa di pianticella pietrosa che tiene del legno: corallòide.

Corallìferu. add. Ferace di coralli: corallifero.

Corallizzari. v. intr. Il cristallizzarsi del corallo: corallizzare.

Corallizzazioni. s. f. Materia ridotta a mo’ di corallo: corallizzazione.

Coralmenti. avv. Alla maniera del canto corale: coralmente.

Corami. s. m. e f. Aggregato di cuoi: corame. || T. comm. Spezie di telerie, dette anche Tres: corame.

Corbellari. V. curbillari.

Corbellina. (mettiri in, burlare: dar la soja, la quadra, metter in burletta.

Corchè. V. crucchè.

Corcunu. V. qualcunu.

Corda, s. f. Fila di canapa, lino ecc. rattorte insieme per uso di legare: corda. Se è di erba: bremo. || Quelle di minugia per violino e simile: corda. || Quella degli archi che spinge la saetta: corda. || tuccari una corda ad unu, met. parlargli così alla sfuggita di un affare: toccar una corda a uno. || rumpiri ad unu la quinta corda: molestarlo. || Prov. cui troppu tira la corda la rumpi, il troppo è troppo: chi troppo tira la corda si strappa. || jiri a ligna senza corda, dimenticar la cosa principal nello andar a far un affare: navigar senza biscotto. || Tormento che si dava in tempi poco civili a’ rei: colla, corda. Onde dari la corda, sospendere l’uomo per le mani legate dietro: collare. || met. dari la corda a unu, usar ogni artificio per fargli confessare checchessia: dar la corda a uno. E daricci la corda, ass. vale lasciarlo fare a suo modo. || dari corda a lu roggiu, o altro, rimetterlo su, girar la ruota sinchè abbia corda da andare: caricar l’oriuolo. E fig. dar retta ad uno, dargli materia che parli; e anche: piaggiare. || T. agr. Misura con cui misuran i campi: corda. || ballarinu di corda: funambolo. || jocu di corda o serpi, è lo sparo de’ salterelli di fuochi artificiali legati in senso contrario ad un anello che gli obbliga scorrere lungo una corda: colombine. || tabbaccu ’n corda, le foglie della nicoziana attorte così, che