I Caratteri/I caratteri morali

I caratteri morali

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Teofrasto - I Caratteri (Antichità)
Traduzione dal greco di Goffredo Coppola (1945)
I caratteri morali
Il filosofo Teofrasto I caratteri morali - La falsità

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I CARATTERI MORALI

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[Anche prima di oggi piú volte postavi attenzione mi sono maravigliato1 e forse non cesserò mai di rimanerne stupito, che, pur essendo la Grecia sotto il medesimo cielo e i Greci tutti essendo al medesimo modo allevati, ci sia avvenuto che non abbiamo poi conformità di costumi. E però, o Policle2, io che da tempo considero l’umana natura, e sono oggi al novantanovesimo anno di vita e ho avuto dimestichezza di molti e diversi caratteri e con molta perspicuità ho studiato i virtuosi e i viziosi, credetti che per appunto dovessi descrivere le consuetudini che gli uni e gli altri osservano nella vita. Ti esporrà, adunque, particolarmente quante sono le specie dei costumi ad essi pertinenti e in che modo essi si comportino, giacché penso, o Policle, che i nostri figliuoli diverranno migliori, se saranno loro lasciate coteste memorie, ed essi proponendoseli a modelli preferiranno di accompagnarsi e vivere coi meglio educati per non esserne da meno.

Io imprenderò ormai a trattarne, ma è compito tuo segrarmi e vedere se dico bene. Lasciando di scrivere un proemio3 e di dire molte cose intorno al soggetto, comincerò a discorrere di quelli che sono gli zelanti della falsità, e prenderò dunque le mosse dalla falsità e la definirà, e cosí poi descriverò l’uomo falso, chi egli sia e come si comporti. E anche gli altri caratteri, invero, cercherò di render evidenti a uno a uno, come mi sono proposto di fare].


Note

  1. Giorgio Pasquali ha dimostrato con brillante chiarezza che l’autore della prefazione è un falsario di terz’ordine, il quale architetta periodi macchinosi, disseminando particelle a capriccio, adoprendo vocaboli e espressioni poco intelligibili, e dandosi quell’aria di vecchio e di esperto che è propria di chi vuole introdurre nella scuola libri destinati a insegnare elementi di una disciplina piú o
  2. [p. 88 modifica]Questo, Pólicle potrebbe essere un generale di Antipatro di Macedonia il quale morí in battaglia combattendo contro gli Etoli. Erano forse dedicati a Policle i «Caratteri»?
  3. [p. 88 modifica]Poiché l’autore della prefazione ammette implicitamente che non c’era un proemio nell’edizione da lui letta bisognerà credere che Teofrasto avesse pubblicato il libricino senza nessun proemio. O immaginare che esso proemio fosse scomparso senza lasciare più nessuna traccia. O anche congetturare che la prefazione o proemio di Teofrasto sia stata sostituita da questa bizantina, il compilatore della quale si è affrettato a dire che in verità Teofrasto non aveva scritto nessun proemio. In ogni caso però, Diogene Laerzio, e, prima di Diogene, l’epicureo Filodémo di Gàdara, conoscevano un’edizione dei «Caratteri» che non aveva questa prefazione, ma che o n’era priva del tutto, o ne aveva un’altra assai diversa.