I Caratteri/I caratteri morali/L'inopportunità
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12.
L’INOPPORTUNITÀ
L’inopportunità è un cogliere il momento che rechi fastidio alla gente che s’incontra; e l’inopportuno è cotal uomo che va a chiedere consiglio a chi non ha tempo, e fa la serenata all’amante quand’ella ha la febbre. E richiede che gli faccia da garante proprio chi è stato condannato a pagare una mallevadoria; e si presenta a far da testimone quando il processo è stato già giudicato. E invitato a un matrimonio si mette a dir male delle donne; e invita a passeggio chi poco prima è tornato da un lungo viaggio. Ed è anche capace di presentare un compratore che dia di più a chi ha già venduto; e di levarsi in piedi a spiegare daccapo quel gli altri hanno già sentito e imparato, ed è premuroso in preoccuparsi di cose che si desidera non siano fatte, ma che però si ha ritegno di rifiutare. A quelli poi che celebrano un sacrifizio e sono sulle spese1 egli va a richiedere gl’interessi (di un suo credito)2; e se è presente quando un servo fustigato, egli racconta che una volta un suo servo che aveva preso bastonate a quel modo s’impiccò. E se fa da arbitro mette l’un contro l’altro i due che vorrebbero rappattumarsi; e se vuol ballare3 prende per mano proprio chi non è ancora briaco.
Celebrare un sacrifizio, e quindi comprar la vittima da sacrificare e le altre cose occorrenti non era lusso di tutti i giorni, e però, a meno che non si fosse ricconi o riccacci, c’era da star sulle spese. Perciò traduco ἀναλίσκοντας «che stanno sulle spese»; e perciò appare molesta l’inopportunità di chi proprio in quel giorno vorrebbe essere pagato.
Qualche codice ha τόμον, «porzione» (della vittima), invece di τόκον che son «gl’interessi», e la corruzione è evidente. Ma forse sarà da leggere con i codici piú recenti ἥκων e ἀπαιτήσειν, invece di ἥειν e ἀπαιτήσων perché ἥκω, come si sa, ha valore di perfetto: dunque, «e andato da chi celebra ecc. ecc. chiederà con insistenza gl’interessi». Nota poi che ἀπαιτεῖν indica l’insistenza del chiedere.
- ↑ [p. 110 modifica]Celebrare un sacrifizio, e quindi comprar la vittima da sacrificare e le altre cose occorrenti non era lusso di tutti i giorni, e però, a meno che non si fosse ricconi o riccacci, c’era da star sulle spese. Perciò traduco ἀναλίσκοντας «che stanno sulle spese»; e perciò appare molesta l’inopportunità di chi proprio in quel giorno vorrebbe essere pagato.
- ↑ [p. 110 modifica]Qualche codice ha τόμον, «porzione» (della vittima), invece di τόκον che son «gl’interessi», e la corruzione è evidente. Ma forse sarà da leggere con i codici piú recenti ἥκων e ἀπαιτήσειν, invece di ἥειν e ἀπαιτήσων perché ἥκω, come si sa, ha valore di perfetto: dunque, «e andato da chi celebra ecc. ecc. chiederà con insistenza gl’interessi». Nota poi che ἀπαιτεῖν indica l’insistenza del chiedere.
- ↑ Il ballo fra uomini era permesso dalla cosiddetta buona educazione, ma quando s’era bevuto. E che il ballo fosse comune divertimento lo dimostrano i caratteri sesto, decimoquinto e ventesimo settimo.