I Caratteri/I caratteri morali/L'inopportunità

I caratteri morali - L'inopportunità

../La scostumatezza ../L'officiosità IncludiIntestazione 28 ottobre 2023 75% Da definire

Teofrasto - I Caratteri (Antichità)
Traduzione dal greco di Goffredo Coppola (1945)
I caratteri morali - L'inopportunità
I caratteri morali - La scostumatezza I caratteri morali - L'officiosità
[p. 101 modifica]

12.

L’INOPPORTUNITÀ

L’inopportunità è un cogliere il momento che rechi fastidio alla gente che s’incontra; e l’inopportuno è cotal uomo che va a chiedere consiglio a chi non ha tempo, e fa la serenata all’amante quand’ella ha la febbre. E richiede che gli faccia da garante proprio chi è stato condannato a pagare una mallevadoria; e si presenta a far da testimone quando il processo è stato già giudicato. E invitato a un matrimonio si mette a dir male delle donne; e invita a passeggio chi poco prima è tornato da un lungo viaggio. Ed è anche capace di presentare un compratore che dia di più a chi ha già venduto; e di levarsi in piedi a spiegare daccapo quel gli altri hanno già sentito e imparato, ed è premuroso in preoccuparsi di cose che si desidera non siano fatte, ma che però si ha ritegno di rifiutare. A quelli poi che celebrano un sacrifizio e sono sulle spese1 egli va a richiedere gl’interessi (di un suo credito)2; e se è presente quando un servo [p. 102 modifica]fustigato, egli racconta che una volta un suo servo che aveva preso bastonate a quel modo s’impiccò. E se fa da arbitro mette l’un contro l’altro i due che vorrebbero rappattumarsi; e se vuol ballare3 prende per mano proprio chi non è ancora briaco.

Celebrare un sacrifizio, e quindi comprar la vittima da sacrificare e le altre cose occorrenti non era lusso di tutti i giorni, e però, a meno che non si fosse ricconi o riccacci, c’era da star sulle spese. Perciò traduco ἀναλίσκοντας «che stanno sulle spese»; e perciò appare molesta l’inopportunità di chi proprio in quel giorno vorrebbe essere pagato.

Qualche codice ha τόμον, «porzione» (della vittima), invece di τόκον che son «gl’interessi», e la corruzione è evidente. Ma forse sarà da leggere con i codici piú recenti ἥκων e ἀπαιτήσειν, invece di ἥειν e ἀπαιτήσων perché ἥκω, come si sa, ha valore di perfetto: dunque, «e andato da chi celebra ecc. ecc. chiederà con insistenza gl’interessi». Nota poi che ἀπαιτεῖν indica l’insistenza del chiedere.

  1. [p. 110 modifica]Celebrare un sacrifizio, e quindi comprar la vittima da sacrificare e le altre cose occorrenti non era lusso di tutti i giorni, e però, a meno che non si fosse ricconi o riccacci, c’era da star sulle spese. Perciò traduco ἀναλίσκοντας «che stanno sulle spese»; e perciò appare molesta l’inopportunità di chi proprio in quel giorno vorrebbe essere pagato.
  2. [p. 110 modifica]Qualche codice ha τόμον, «porzione» (della vittima), invece di τόκον che son «gl’interessi», e la corruzione è evidente. Ma forse sarà da leggere con i codici piú recenti ἥκων e ἀπαιτήσειν, invece di ἥειν e ἀπαιτήσων perché ἥκω, come si sa, ha valore di perfetto: dunque, «e andato da chi celebra ecc. ecc. chiederà con insistenza gl’interessi». Nota poi che ἀπαιτεῖν indica l’insistenza del chiedere.
  3. Il ballo fra uomini era permesso dalla cosiddetta buona educazione, ma quando s’era bevuto. E che il ballo fosse comune divertimento lo dimostrano i caratteri sesto, decimoquinto e ventesimo settimo.

Note