I Caratteri/I caratteri morali/Il giovaneggiare

I caratteri morali - Il giovaneggiare

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Teofrasto - I Caratteri (Antichità)
Traduzione dal greco di Goffredo Coppola (1945)
I caratteri morali - Il giovaneggiare
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27.

IL GIOVANEGGIARE

Il giovaneggiare parrebbe essere voglia di lavorare quando n’è passata l’età, e il bambinone1 è cotal uomo che vecchio di sessant’anni impara a mente le tiritere, e, recitandole mentre si beve, a un certo punto se le dimentica. E si fa insegnare dal figlio il «fianco-destr», il «fianco-sinistr» e il «dietro-front», e per le feste degli eroi presta danaro ai giovani affinché corrano con la fiaccola2. E in verità, se lo si invita al tempio di Eracle, levatosi il mantello, afferra il toro per rovesciargli il collo; e entra nelle palestre ad esercitarvisi con impegno3; e agli spettacoli dei giocolieri ci si ferma per tre o quattro piene, a imparar le canzonette. E iniziandosi al culto di Sabazio si studia di far bella figura presso il sacerdote4; e innamoratosi di un’etera, e cercando di forzar la porta della sua casa, bastonato dal rivale, ha brighe in tribunale. E portandosi in campagna sur un cavallo d’altri, vuole anche imparare a cavalcare, cade e si rompe la testa. E, quale socio dei decadisti5, raduna quelli che con lui ne sono i promotori, e gioca al pugilato contro il proprio servo6; e con l’istitutore dei suoi ragazzi fa gara di giavellotto e di arco, e, come se neppur l’altro sapesse tirare, lo esorta ad apprender da lui. Ed esercitandosi alla lotta nella sala da bagno dimena spesso il sedere per parere d’essere allenato7. E se ci son donne si esercita a danzare accompagnandosi8 da sé canticchiando. [p. 128 modifica]

La corsa della fiaccola aveva luogo sulla strada che conduce da Atene all’Accademia. Era una specie della nostra corsa della staffetta, la medesima che è stata ripetuta nell’occasione della grandi Olimpiadi del 1935, sul percorso «europeo» dalla Grecia in Germania. Non credo però che il nostro vecchio partecipi alla corsa; credo invece che egli, al solito, faccia da zelante protettore in queste feste, e perciò spenda danaro affinché i giovani possano correre la corsa delle fiaccole. Il verbo τρέχειν è adoperato, come spesso al tempo di Teofrasto e dopo, con valore finale; e συμβάλλεσθαί τινι significa per appunto «prestar (danaro) a qualcuno».

προσανατρίβεσθαι significa «esercitarsi di nuovo, con frequenza».

Demostene in un’orazione descrive le cerimonie del culto di Sabazio alle quali gli iniziati intervenivano quasi nudi.

I decadisti erano un’associazione giovanile che fra l’altro si raccoglieva a banchetto il dieci di ogni mese. Il nostro mostra d’essere il più zelante dei soci ed è uno dei συναύξοντες, termine tecnico documentato dalle iscrizioni per designare i promotori e benefattori delle associazioni simposiache.

Non sappiamo che fosse «la grande statua» e che significasse «giocare alla grande statua»; probabilmente, una statua di legno contro la quale ci si esercitava a tirar pugni: e il nostro si esercita col proprio schiavo.

Lottatori esercitati erano ἑδροστρόφοι, avevano muscoli mobilissimi perfino nelle... anche.

τερετίζων letteralmente vale «canterellando ariette»: «accompagnandosi» l’ho aggiunto io.

Note

  1. Il greco ὀψιμαθής, «colui che si mette a imparar tardi», corrisponde al serus studiorum della decima satira del primo libro di Orazio. Ma è notevole che Teofrasto ne descriva il difetto come mancanza di educazione, e quasi una forma di insolenza, senz’affatto fermarsi su quei particolari che Orazio prima, e piú tardi Aulo Gellio (cfr. pag. 63), considerano. In Teofrasto si tratta di un vecchio che vuol fare il giovane, e non già di un vecchio che impara tardi cose che avrebbe dovuto imparare molti anni prima: le sue sono preoccupazioni mondane non culturali, ed egli non vuole tanto apparire uomo colto quanto invece uomo di mondo, socievole, sportivo, spregiudicato, e insomma un giovinetto. Perciò traduco i due vocaboli greci con «giovaneggiare» e «bambinone».
  2. [p. 136 modifica]La corsa della fiaccola aveva luogo sulla strada che conduce da Atene all’Accademia. Era una specie della nostra corsa della staffetta, la medesima che è stata ripetuta nell’occasione della grandi Olimpiadi del 1935, sul percorso «europeo» dalla Grecia in Germania. Non credo però che il nostro vecchio partecipi alla corsa; credo invece che egli, al solito, faccia da zelante protettore in queste feste, e perciò spenda danaro affinché i giovani possano correre la corsa delle fiaccole. Il verbo τρέχειν è adoperato, come spesso al tempo di Teofrasto e dopo, con valore finale; e συμβάλλεσθαί τινι significa per appunto «prestar (danaro) a qualcuno».
  3. [p. 136 modifica]προσανατρίβεσθαι significa «esercitarsi di nuovo, con frequenza».
  4. [p. 136 modifica]Demostene in un’orazione descrive le cerimonie del culto di Sabazio alle quali gli iniziati intervenivano quasi nudi.
  5. [p. 136 modifica]I decadisti erano un’associazione giovanile che fra l’altro si raccoglieva a banchetto il dieci di ogni mese. Il nostro mostra d’essere il più zelante dei soci ed è uno dei συναύξοντες, termine tecnico documentato dalle iscrizioni per designare i promotori e benefattori delle associazioni simposiache.
  6. [p. 136 modifica]Non sappiamo che fosse «la grande statua» e che significasse «giocare alla grande statua»; probabilmente, una statua di legno contro la quale ci si esercitava a tirar pugni: e il nostro si esercita col proprio schiavo.
  7. [p. 136 modifica]Lottatori esercitati erano ἑδροστρόφοι, avevano muscoli mobilissimi perfino nelle... anche.
  8. [p. 136 modifica]τερετίζων letteralmente vale «canterellando ariette»: «accompagnandosi» l’ho aggiunto io.