I Caratteri/I caratteri morali/La piaggeria

I caratteri morali - La piaggeria

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Teofrasto - I Caratteri (Antichità)
Traduzione dal greco di Goffredo Coppola (1945)
I caratteri morali - La piaggeria
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5.


LA PIAGGERIA

La piaggeria, a comprenderla sotto definizione, consiste in un modo di trattare che cerca di piacere, ma non per il meglio; e invero il piallone1 è cotal uomo che salutatoti di lontano ti chiama eccellenza, e, fattone ammirazioni grandi, non ti lascia andare con tutte e due le mani2, e accompagnandoti un poco e richiestoti quando potrà rivederti se ne va tuttavia encomiandoti. Chiamato a dirimere una contesa, non solo egli vuol piacere a quello a cui assiste, ma anche [p. 88 modifica]al suo avversario per parere imparziale3; e afferma che i forastieri parlano più aggiustatamente de’ cittadini. È invitato a pranzo vuole che il padron di casa chiami i suoi ragazzi, e appena essi entrano dirà che somigliano al padre più del fico al fico, e accostandoseli li bacia e se li fa sedere accanto, e con gli uni gioca a dire anche lui scure otre4, agli altri permette, pur soffrendone scomodo, che gli dormano sulla pancia. E si fa tagliare spesso i capelli, e i denti li mantiene bianchi, e i vestiti li smette che sono nuovi; e nel foro bazzica nelle logge dei banchieri5, e nei ginnasi si aggira per quelle parti dove si addestrano gli efèbi; e in teatro, se c’è spettacolo, siede accanto ai podestà6. E per sé non fa acquisti di sorta, ma spedisce ninnoli ateniesi7 agli amici suoi di Bisanzio, e cagne spartane a quei di Cizico, e miele dell’Imetto agli amici di Rodi, e ciò facendo lo racconta agli amici suoi della città. Però egli è capace di acquistare e allevare una bertuccia8, e procurarsi colombelle di Sicilia, e dadi di gazzella, e ampolline ritonde di Turii e bastoni uncinati di Sparta con manico, e un tappeto ricamato con figure di Persiani9, e una piccola palestra con sabbia e sferisterio. E va dattorno a offrirla in prestito10 ai filosofi e ai sofisti, al maestri di scherma e ai musicanti perché vi si cimentino; ed egli poi durante i saggi entra un po’ tardi perché gli spettatori dicano l’uno all’altro: Questa palestra è sua.

Il «piallone» è adulatore che adula piaggiando e piaggia adulando.

Traduco alla lettera che è modo più efficace del comune «ti tiene con tutte e due le mani». [p. 89 modifica]In greco στρατηγοί, ma forse nel senso, comune in questo secolo, di amministratori della città. E dunque noi diremmo assessori, o, se volete podestà, ammesso che una città possa averne più d’uno, il podestà e i vicepodestà.

I codici hanno ἐπιστάλματα con sottinteso l’ἀγοράζειν di poco innanzi; ma il papiro di Filodemo ha forse ἐπιστ«έλλειν Ἀττικὰ δαιδ»άλματα, essendo larga la lacuna in quel punto.

Credo che πίθηκον sia glossa di σίσυρον e però la cancello, variando di poco l’ordine delle parole.

Leggo ἐνυφασμένην col Cobet e il papiro filodemeo, eliminando l’ἔχουσαν. E poco più innanzi leggo παλαιστρίδιον invece di παλαιστριαίον per le medesime ragioni.

Il papiro filodemeo ha ἐνεπιδείκνυσθαι, e poco più innanzi ἐπιδείξεσιν: lezioni già congetturate dal Cobet e migliori delle altre attestate dai codici.

Note

  1. [p. 96 modifica]Il «piallone» è adulatore che adula piaggiando e piaggia adulando.
  2. [p. 96 modifica]Traduco alla lettera che è modo più efficace del comune «ti tiene con tutte e due le mani».
  3. Leggo col papiro di Filodemo e con i codici più recenti κοινός τις che è lezione esatta. E poco più innanzi leggo ἔτι ἐπαινῶν coi codici più recenti.
  4. Doveva esser un giuoco da ragazzi, che oggi è impossibile definir meno vagamente di cosí.
  5. Traduco modernamente, o forse medioevalmente, le logge dei banchieri. In greco soltanto τραπέζας.
  6. [p. 97 modifica]In greco στρατηγοί, ma forse nel senso, comune in questo secolo, di amministratori della città. E dunque noi diremmo assessori, o, se volete podestà, ammesso che una città possa averne più d’uno, il podestà e i vicepodestà.
  7. [p. 97 modifica]I codici hanno ἐπιστάλματα con sottinteso l’ἀγοράζειν di poco innanzi; ma il papiro di Filodemo ha forse ἐπιστ«έλλειν Ἀττικὰ δαιδ»άλματα, essendo larga la lacuna in quel punto.
  8. [p. 97 modifica]Credo che πίθηκον sia glossa di σίσυρον e però la cancello, variando di poco l’ordine delle parole.
  9. [p. 97 modifica]Leggo ἐνυφασμένην col Cobet e il papiro filodemeo, eliminando l’ἔχουσαν. E poco più innanzi leggo παλαιστρίδιον invece di παλαιστριαίον per le medesime ragioni.
  10. [p. 97 modifica]Il papiro filodemeo ha ἐνεπιδείκνυσθαι, e poco più innanzi ἐπιδείξεσιν: lezioni già congetturate dal Cobet e migliori delle altre attestate dai codici.