Cronica de Matematici/Cronica
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C R O N I C A
DE MATEMATICI
DI BERNARDINO BALDI
D A U R B I N O
ABBATE DI GUASTALLA.
Olimp. Anni avanti Cristo
58 545TALETE accrebbe le cose di Euforbo; indi passato nell’Egitto imparò da Sacerdoti le dette discipline; onde tornato in Grecia seminò fra suoi le cose Geometriche, & Astronomiche.
60 537AMERISTO fratello di Stesicoro Poeta, di natione Siciliano, successe à Talete, e fù il primo, che ponesse insieme gl’Elementi Geometrici.
61 535ANASSIMANDRO discepolo di Talete, gran Geometra, & Astrologo, fù il primo fra Greci, che cominciasse ad osservare le grandezze, e distanze del Sole, e della Luna, le declinationi del Zodiaco, gl’Horologgi solari, e le Carte Geografiche.
63 524PITAGORA diede forma alla Geometria; separolla da la materia, e fecela più nobile; fù inventore de corpi regolari, e d’alcune propositioni famose. I Musici ancora riconoscono da lui i fondamenti di quella disciplina. Fù il primo assertore dell’harmonia de Cieli.
69 500HIPPASO Metapontino discepolo di Pitagora, Fisico, e Matematico, scrisse un libro intitolato il Sermone mistico, inscrisse il dodecaedro nella sfera. Morì di naufragio per havere, come scrive Jamblico, propalato i misteri occulti de la Geometria.
79 460FAENO habitatore d’Atene osservò le cose celesti, predisse alcune apparitioni di Comete, fù eccellentissimo ne pronostici delle mutationi dell’Aere, insegnò publicamente in Atene le cose dell’Astrologia, & hebbe per discepolo Metone. È commemorato da Teofrasto, e da Plinio.
80 458ANASSAGORA Clazomenio filosofo naturale, e Matematico, fù discepolo di Anassimandro, e conseguì gran lode nelle cose Geometriche; fù il primo, secondo Plutarco in Nicia, che trovasse le cagioni del lume, e dell’oscuratione della luna, e ciò consegnasse à gli scritti. Tentò la quadratura del cerchio, come s’ha dall’istesso Plutarco nell’opuscolo dell’essilio. Fù perspettivo, & adattò la detta facoltà alla pratica delle scene. Vitruvio al libro settimo.
86 437HIPPIA Eleo gran Sofista, buon Matematico, e grande Architetto, e Mecanico fù eccellente, come s’ha da Luciano, & altri, nelle cose Geometriche, nelle Aritmetiche, nelle Musiche, & in tutte l’altre, che à queste s’accompagnano. Trovò, come scrive Proclo, la linea quadrante, e scrisse de gl’accidenti proprii, ò simptomi di lei.
86 435MATRICETA Metinnese di Patria, & è Metinna Città di Lesbo, fù grande Astrologo, e bonissimo osservatore dell’alterationi dell’Aere, come nota Teofrasto.
86 433CLEOSTRATO da Tenedo contemporaneo di Matriceta, e della stessa professione, osservò l’imagine del Zodiaco, e fù il primo, che s’avvide, le Stelle de capretti nell’imagine dell’Auriga essere tempestose. Scrisse l’ottoeteridi, osservò le mutazioni de tempi, e fedelmente le predisse; perciò fù nel libretto de segni delle piogge commemorato da Teofrasto.
86 432EUTEMONE Ateniese Astrologo osservò la quantità dell’anno, & e i pronostici de tempi, onde fù di lui fatta commemorazione da Teofrasto, da Plinio, da Tolomeo, e da altri gravi Autori.
87 430HARPALO non si sà di qual Patria si fosse; lasciò scritte l’osservazioni della quantità dell’anno, e publicò un’ottoeteride.
87 430METONE Ateniese fù Medico, e nelle cose dell’Astrologia discepolo di Faeno. Fu grandissimo osservatore de segni delle pioggie, e de sereni; onde egli è commemorato da Teofrasto, da Plinio, e da Plutarco. Questo, perche il figliuolo non andasse alla guerra, fingendo il pazzo, abbrusciò la casa propria. Fù inventore dell’Enneadecateride, che noi diciamo aureo numero decennovale. Eresse alcune colonne, come dice Eliano, & intagliovvi per servizio publico il corso del Sole, e le osservazioni dell’anno grande. Da costui riebbero principio i lunarii, ò pronostici, che oggi si stampano con gl’aspetti della Luna, e le mutationi de tempi.
87 430TEODORO Cireneo gran Matematico de suoi tempi tenne scola in Cirene, & hebbe per discepoli Platone, e Teeteto; laonde è da Platone introdotto nel Teeteto à ragionare con Socrate. Fù Dialettico insieme, & Astronomo, e Musico. Scrisse alcune cose delle potenze, delle quantità, e delle commensurabilità loro, come si raccoglie dal detto Dialogo di Platone.
87 428ENOPIDE Chio peregrinò in Egitto, apparò da Sacerdoti le cose dell’Astrologia; fù anco gran Geometra, e trovò secondo Proclo la duodecima del primo de gl’Elementi. Trovonne parimente alcun’altra, come s’ha dal medesimo. Affaticossi intorno la grandezza dell’anno vertente, & anco del grande, il quale egli diceva essere di cinquantanove anni; laonde, come scrive Eliano ne gl’Olimpii, dedicò una tavola di rame, nella quale haveva intagliato l'osservazioni astronomiche del detto anno; fù egli Fisico ancora, e disputò delle cose Meteorologiche, e disse alcuna cosa intorno al crescimento del Nilo.
89 420HIPPOCRATE compatriota di Enopide, e suo contemporaneo, di Mercatante fecesi Geometra; fù d’ingegno acutissimo, accrebbe le cose Geometriche, e diede prima di tutti gl’altri forma, & ordine à gl’Elementi; onde, al giuditio dì Pietro Ramo, d’autorità di Proclo, merita nome di primo Stichiota; fù anco inventore dell’induttione Geometrica, & è, che per trovare, una tal cosa, bisogni sapere la tale. Egli dunque proposto da Platone il problema dell’addoppiare il cubo, trovò, che v’era bisogno delle due medie proportionali. Tentò di quadrar il cubo, e trovò la quadratura de la lunula. Disputò alcune cose delle Comete, e fù poi redarguito dal Filosofo nelle Meteore. Fù inetto nel governo familiare, e per negligenza, come scrive il medesimo, fece perdita di molto havere.
94 400DEMOCRITO Abderita Fisico, e Matematico, fù assertore degl’attomi, e nelle cose Matematiche scrisse molto; cioè della differenza dell’Angolo, del contatto, del circolo, e della sfera, de numeri Geometrici, due libri delle linee irrationali, e solide. Nell’Astrologia scrisse dell’anno grande, de Parapegmi, cioè Instrumenti Astronomici, il certame della Clessidra, la descrittione del Cielo, e della Terra, e la descrittione del polo, e de raggi. Nella Musica scrisse del concento, e dell’harmonia, e nella Perspettiva del modo di tirare al punto le scene.
95 398BIONE compatriota, e discepolo di Democrito fù il primo, che affermasse trovarsi alcune parti del Mondo, nelle quali il giorno è di sei mesi continui, e d’altretanti le notti. Hebbe egli dunque buona cognitione delle cose della sfera, e delle habitationi, che dalle varie inclinationi si conoscono.
95 398ZENODORO fù discepolo d’Androne, & amico della dottrina d’Enopide, distinse il problema dal Teorema, considerò la natura del Triangolo acidoide, scrisse un gran trattato delle figure isoperimetre, come s’ha da Proclo, da Teone, e da Simplicio.
96 395FILOLAO da Cotrone Filosofo Pitagorico, gran Fisico insieme, e Matematico, scrisse molte opere, delle quali Platone fece gran capitale; fra l’altre è quella delle Baccanti raccontata da Proclo, nella quale, per quanto appare, adattava le Matematiche all’uso de misterii delle cose divine. Fù Astrologo ancora, & osservò la quantità dell’anno vertente, e fù inventore d’uno degl’anni grandi. Hebbe alcune strane opinioni intorno alla natura del Sole. Voleva, che la terra fosse una delle stelle, e si movesse in giro. Attese alle cose Musiche, Gnomoniche, e Mecaniche. Fù ucciso nei sollevamenti, che si fecero contro i sodalitii Pitagorici.
96 394ARCHITA di Patria Tarentino, gran Pitagorico, & eccellente non meno nelle attioni, che nelle speculationi, fù amicissimo di Platone. Scrisse molto, diede opera alle cose delle Machine, e fece la colomba di legno, che volava. Scrisse di Musica, alla qual facoltà attese con profitto mirabile. Trovò un’Instromento detto Mesolabio, per investigar le due medie, onde si quadra il cubo; al fine, se crediamo ad Horatio, morì di naufragio.
93 393EURITO Tarentino anch’egli Pitagorico fù ammirato, & udito in Italia da Platone, attese alle Matematiche, e diede opera à quell’Aritmetica la quale considera le proprie passioni de numeri, per valersene secondo il costume Pitagorico ne Misteri della Filosofia, e della Teologia.
99 380EUDOSSO da Gnido figliuolo d’un Eschine, povero da beni di fortuna, studiò in Atene, indi passò nell’Egitto, ove fece molto acquisto di scienza; fù domestico di Platone, & amico della dottrina Socratica; fù grande historico, e per questa cagione sono dagl’Antichi molto allegate le cose sue. Scrisse egli delle navigazioni, e cose Geografiche. Affaticossi parimente nelle cose di Geometria, e d’Astrologia, & intorno alla materia degl’Elementi fù il primo, che accrescesse la moltitudine di quei Teoremi, che si chiamano universali, & alle tre proportionali, aggiunse le tre altre, & ampliò quelle cose, che i appartengono alle settioni, le quali in quei tempi havevano havuto principio. Scrisse un libro d’Elementi, e s’affaticò nella duplatione del cubo, e trovò Instrumento da le due medie. Fù Gnomonico, e trovò una forma d’Horologgio solare, che si disse Ragno. Diede opera con grandissimo studio alle contemplationi celesti, osservò il corso de Pianeti, di che haveva appreso i principii nell’Egitto, & insegnò le cose osservate à Greci. Scrisse L’Enotro, ò specchio, da cui prese Arato i suoi fenomeni; osservò la grandezza dell’anno, e ritrovò un’anno grande di nove anni vertenti, che si disse Enneateride. Nel fatto delle Teoriche fuggì gl’eccentrici, e gli epicicli, sforzandosi di salvar l’apparenze per via di concentrici con orbi moltiplicati. Disse che il Diametro del Sole è nonuplo à quello della Luna; fù galant’huomo, percioche non diede fede alcuna alle predittioni de Caldei. Morì di cinquanta tre anni, essendogli stata predetta la morte da Api bue d’Egitto, che gli leccò il Mantello.
100 379FILOSOFO così chiamato visse nei tempi di Filippo Macedone, huomo d’infinita dottrina, e grande nelle Matematiche, e nell’Astrologia. Scrisse delle distanze del Sole, e della Luna, due libri degli Dei, uno del tempo, uno dell’ira, uno della remuneratione, uno degl’amici, e dell’amicitia, uno de Locri Opuntii, uno del piacere, uno dell’amore, uno dello scrivere, uno di Platone. Scrisse delle grandezze del Sole, della Luna, e della terra, un libro de lampi, uno de Pianeti, dell’Aritmetica, de Numeri Poligonii, due di Perspettiva, due della Specolaria, libri ciclici, delle Medialità, & altre cose. Distinse i libri delle leggi di Platone in dodici parti, e come si dice, vi aggiunse la terza decima del suo.
100 378XENAGORA misurò l’altezza del Monte Olimpo di Tessaglia, e consegnolla alla memoria per via d’un’Epigramma. Hassi ciò appresso Plutarco nella vita di P. Emilio.
100 376HERMOTIMO Colofonio discepolo di Platone trovò molti Elementi Geometrici, & ampliò quelle cose, che erano state publicate da Eudosso, e da Teeteto. Pietro Ramo lo mette per il quarto fra coloro, che hanno ordinato i libri degl’Elementi.
101 375TEETETO Ateniese compagno di Platone; e Discepolo di Teodoro Cireneo, e nelle morali di Socrate, è connumerato da Proclo fra coloro, che ne tempi di Platone apportarono molta perfettione alle Matematiche, e l’accrebbero grandemente di numero di Teoremi. Morì di ferite, che riportò dalla guerra.
101 375FILIPPO Mendeo di natione Italiano, trasferitosi in Atene fecesi discepolo di Platone, à persuasione di cui diede opera alle Matematiche, attese alla dottrina degl’Elementi. Fù chiaro nelle cose dell’Astrologia, scrisse delle significationi, delle non erranti, e trattò delle cose Meteorologiche.
102 370DINOSTRATO fratello di Menecmo, e discepolo di Eudosso, e frequentatore delle scuole di Platone; trovò questi la linea quadrante, se però egli è quello, di cui fa memoria Pappo nel quarto de Collettanei; il nostro fù di patria Alopeconesio.
102 369POLEMARCO da Cizico fù amico, e familiare di Eudosso; attese alle Matematiche, e particolarmente all’Astrologia. Conobbe le variazioni dell’apparenze de Pianeti, intorno al parere hor maggiori, hor minori di diametro; ma amando le suppositioni de concentrici, non v’applicò l’animo. Fù nella dottrina delle Teoriche Maestro di Calippo, di cui egli era familiare.
102 368AMICLA di Heraclea fù, come afferma Proclo, familiare di Platone, e con Meneemo, e Dinostrato apportò gran giovamento alla Geometria.
103 365AGENORE da Metelino, ò Mitilene fù di professione Musico, e scrissene volumi; Egli è però dannato in ciò da Aristosseno, che, se bene attese alle differenze de Sistemi, e non ragionò solamente de setticordi, che gl’altri tenevano proprii dell’harmonia, trattonne imperfettamente.
103 365PITAGORA Zacintio, cioè dal Zanto, fù Musico, che nell’istesso modo d’Agenore, come nell’istesso luogo scrisse Aristosseno, trattò non troppo bene delle differenze de Sistemi.
104 362MENECMO fratello di Dinostrato fù discepolo di Eudosso, & amico di Platone; secondo Suida fù Alopeconesio. Apportò questi grande augumento alla Geometria, scrisse alcune opere Geometriche, delle quali si servì Proclo ne suoi Commentarii; distingueva gl’Elementi in confermanti, e confermati, e diceva ogni elemento più semplice essere elemento del composto, di cui egli entrava nella compositione; voleva, che tutte le propositioni fossero Teoremi, cioè che nella propositioni Matematiche nulla si fabricasse. S’affaticò nell’inventione delle due medie, e fecene instrumento, servendosi in ciò delle settioni coniche.
104 360ERASTOCLE Musico è commemorato da Aristosseno, e ripreso da lui per havere imperfettamente trattato della compositione degl’intervalli, & alcune altre cose di Musica.
106 355HELICONE da Cizico fù discepolo di Eudosso in Atene, & indi uditore, e domestico di Platone, da cui fù mandato à Dionigi Siracusano. Attese alle Matematiche, e fù uno di quelli, à quali Platone mandò coloro, che cercavano la solutione del problema dell’addoppiamento del cubo; fù buon Astrologo, e predisse un Ecclisse della Luna con maraviglia di Dionigi, che perciò gli donò un talento d’argento. Scrisse anco libri Apotelesmatici, cioè giuditiarii appartenenti alla Genetliaca, dalla quale s’attende à giuditii delle natività degl’huomini.
107 350TEUDIO fu da Magnesia Città della Jonia, hebbe per Maestro Platone, e fù eccellentissimo Matematico. Affaticossi intorno a gl’Elementi Geometrici, e fabricogli egregiamente, e molti di loro, che erano particolari, fece più universali. Di lui fà honorata mentione Proclo ne suoi Commentarii.
107 350PLATONE Ateniese, cognominato per la sua eccellenza Divino, illustrò non solo tutta la Filofofia, mà le Matematiche ancora, alle quali di maniera fù affettionato, che scrisse sopra l’Accademia, che niuno vi entrasse, che non fosse Geometra. Dalla scuola di lui, come dal Cavallo Trojano, uscirono Matematici nobilissimi commemorati da Proclo ne i suoi commentarii, e da noi in questa nostra historia. Sparse egli per tutti i suoi Dialoghi i lumi di queste scienze, e mostrò quanto egli ne fosse vago, & intendente; dilettossi però di questi studii non per servirsene in cose materiali, ma, secondo il costume de Pitagorici, per alzarsi col mezzo loro all’altissime contemplationi della Teologia.
107 349LEODAMANTE da Thaso, familiare di Platone; questi accrebbe i Teoremi Geometrici, & illustrogli; imparò egli da Platone il metodo risolutivo, & adattandolo alle speculationi fù inventore di molte cose notabili nella Geometria.
108 346NEOCLIDE aggiunse molte cose alle speculationi de gli Elementi, accrescendo quelle, che poco prima erano state trovate da Compagni, e Discepoli di Platone.
108 344LEONE Pitagorico di Setta, e discepolo di Neoclide, fabricò gl’Elementi Geometrici per la moltitudine, e per l’uso delle cose, che vi si dimostrano con molto maggior diligenza di quello, che si facessero i più antichi di lui. Trovò le determinationi, mediante le quali possa conoscersi, quando il problema proposto sia possibile.
109 342POLIIDE di Tessaglia gran Mecanico facilitò la dottrina delle Machine da guerra, militò sotto lo stipendio di Filippo d’Aminta Re di Macedonia, e Padre del grande Alessandro, e trovossi con lui all’espugnatione di Bizantio. Discepoli di costui furono Diade, e Cherea.
109 341PIRRO, come scrive Ateneo à Marcello, fù inventore di Machine da guerra. Scrisse un libro intitolato i Poliorcetici, cioè espugnativi delle Cittadi, ne quali trattò de cuniculi, e cave sotterranee con le cose à loro appartenenti; secondo me questi è quello, che corrottamente ne testi di Vitruvio si dice Firo, di cui egli fà memoria nel proemio del settimo fra Mecanici, dell’opere del quale egli afferma d’essersi servito nello scrivere delle Machine da Guerra.
109 340AGESISTRATO: questi ancora fù inventore di machine, e ne scrisse, e perciò fù da Vitruvio allegato nel numero di quegl’altri, de quali egli si valse. Ateneo à Marcello si valse delle cose sue, affermando, che nell’arte delle Machine da lanciare egli superò di tanto gli antichi, che apena trovino fede appresso chi le sente raccontare; percioche una sua catapulta di tre cubiti lanciava lontano tre stadii, e mezzo, & una di quattro un mezzo miglio intiero.
109 340HEGETORE da Bizantio fù inventore, come scrive Ateneo à Marcello, della testuggine, la fabrica di cui viene esplicata da Vitruvio nel decimo, ove egli scrive delle Machine.
110 339CHEREA, e DIADE Ateniesi Discepoli di Poliide di Tessaglia militarono con Alessandro il grande. Furono questi due inventori delle Trivelle, delle Scale nautiche, e delle Torri, che si conducono per via di ruote; di costoro fanno mentione Vitruvio, & Herone Mecanico. Cherea, come s’ha da Vitruvio, mandò fuori libri di Machine.
110 338XENOCRATE Calcedonio figlio d’Agatenore discepolo, e familiare di Platone, fù ingegno alquanto ottuso, e sempre melanconico, e nemico de piaceri amorosi, e famoso per la continenza. Disprezzò le ricchezze, e fù di vita innocentissima. Scrisse molte opere commemorate da Laertio nella vita di lui, ma nelle Matematiche, alle quali attese con molta diligenza, lasciò scritte le infrascritte cose. Delle cose Geometriche libri cinque, de numeri uno, delle speculationi de numeri uno, degl’intervalli uno, delle cose Astrologiche libri sei, gl’Elementi ad Alessandro, due libri ad Efestione della Geometria. Amò la disciplina di Pitagora, onde le cose Geometriche, & Aritmetiche applicò alle cose Filosofiche, & alla Teologia; vien ripreso non dimeno dell’haver’Egli tenuto darsi alcune linee per la loro picciolezza indivisibili, il che in tutto è contrario alla natura della quantità, & à principii della Geometria: Proclo in alcune altre cose gli si oppone appartenenti all’helica del cilindro; Conobbe le Matematiche essere utilissime a chi vvol far profitto nella Filosofia; onde non volle insegnare à colui, che non haveva λαση´νφιλοσοφιας, cioè il manico, per cui la Filofofia si prende; successe nella scuola con Speusippo à Platone.
111 335ARISTOSSENO compatriota di Archita fù figliolo di un Mnesia, ò Spintaco Musico, onde indrizzato dal Padre attese alla Musica, diede opera alla Filosofia ancora, e fra gl’altri hebbe per Maestro Aristotile; fù severo, & inimico del riso, il che pare che fosse contrario alla sua professione principale. Scrisse molti libri di Musica, e particolarmente gli elementi Harmonici, che finhora in alcune famose librerie si conservano, e non ha molto furono recati nella lingua latina da un Antonio Gogava. Nella Musica dava Egli gran parte al senso, nel che non sentiva con Pitagora, che il tutto riduceva alle raggioni. Scrisse altre opere in altre professioni con molta eccellenza, le quali ci sono state furate dalla longhezza del tempo. Suida vvole ch’egli scrivesse quattrocento, e cinquanta tre volumi.
111 334DICEARCO Messinese figliolo d’un Fidia, partitosi dalla Patria udì in Atene Aristotile; fù Egli Historico, Filosofo, e Geometra, fù Geografo ancora, e publiconne Tavole; Misurò i Monti del Peloponeso, e della Tessaglia, e fù grande amico di Aristosseno.
112 330CALIPPO da Cizico familiare di Polemarco suo compatriota, da cui apprese quelle cose, che appartengono alle Teoriche de pianeti secondo la dottrina di Eudosso. Partito da Polemarco, e trasferitosi in Atene fecesi scolare d’Aristotile; riformò in qualche parte le Teoriche di Eudosso, dell’accommodamento di cui si valse poi il Filosofo ne libri Metafisici. Furono tuttavia imperfette le suppositioni d’Eudosso, e di Calippo paragonate con quelle degl’Astrologi più bassi; fù Calippo inventore d’un’anno grande, che fù dal suo nome detto il Periodo di Calippo, & era di settanta sei anni. Osservò esquisitamente la grandezza dell’anno, e scrisse alcuna cosa intorno l’osservatione de nascimenti, & occasi delle stelle.
112 329HEGESIANATTE da Troade scrisse poeticamente dell’Astrologia, ne quali libri, come nota Plutarco, si sforzò per via di raggioni perspettive, e specolari di rendere la causa de le macchie della Luna.
112 328NICETA Siracusano, come scrive Teofrasto, era d’opinione, che il Cielo, il Sole, la Luna, e le Stelle, e tutte le cose di sopra stessero ferme, e la Terra sola si movesse in giro. L’istessa opinione avanti haveva havuta Filolao, nella vita di cui Laertio, ò chi tradusse, chiamano il nostro Hiceta in vece di Niceta, se però, come io stimo, non vi è menda nel testo.
115 318TEOFRASTO Eresio figliolo di Melanto, auditore di Platone, & indi d’Arstotile, hebbe piena cognitione di tutte le Matematiche, onde, oltra l’altre infinite opere, che egli scrisse nell’altre professioni, connumerate da Laertio nella Vita di lui, compose quattro libri dell’historia Geometrica, sei dell’historia Astronomica, uno dell’argomento dell’historia Aritmetica. Successe nella Scuola al suo Maestro.
115 316EUDEMO Rodiotto fù discepolo d’Aristotile, attese alla Filosofia, & alle Matematiche, scrisse, come nota Proclo, un libro dell’Angolo. Oltra l’altre opere sue scrisse l’historia naturale, la Geometrica, e l’Astrologica; queste arrivarono fino à tempi di Simplicio, & hora sono perdute.
119 300FIDIA figliolo d’Acupatre fù Astrologo più antico d’Archimede, percioche egli fa mentione di lui nel libro del numero dell’arena, ove dice che egli dimostrò il diametro del Sole esser dodeclupo al diametro dalla Luna.
119 300ARISTEO commemorato da Pappone Collettanei fù acuto Matematico, e scrisse un’historia Geometrica, nella quale raccoglieva tutte le cose trovate insino à suoi tempi. Scrisse parimente cinque libri de luoghi solidi, col mezzo de quali si risolvono i problemi solidi. Scrisse cinque altri libri, ma brevissimi, della dottrina conica. Scrisse oltra ciò un libro della comparatione de cinque corpi regolari.
120 299AUTOLICO Pitaneo d’Eolia fù Maestro nelle Matematiche di Arcesilao di Seuto, con cui peregrinò nella Città di Sardi. Attese principalmente à moti della sfera celeste. Scrisse dunque due libri, l’uno della sfera mossa, & uno diviso in due libri de nascimenti, & occasi delle Stelle. Diede opera con grande industria alle Teoriche, e doppo Edosso, e Calippo scrissene volumi, che ci sono stati rapiti dalla rabbia del tempo.
120 298DIOCLE scrisse un libro intitolato i Pirii, nel quale, come nota Eutocio sopra i libri di Archimede, trovò un modo da investigare le due medie proportionali, e se fù inventore di Machine, può esser quello commemorato da Ateneo ne Ginnosofisti, che nell’espugnatione di Rodi donò à Demetrio Poliorcete li Elepoli, il che se è vero, fù egli di patria Abderite.
120 297HIPPONICO fù d’ingegno ottuso: tuttavia fece tanto profitto nelle Matematiche, e particolarmente nella Geometria, che aprì la scuola in Atene, & hebbe per discepolo Arcesilao Pitaneo, che haveva udito Autolico. Non lasciò scritto nulla, che si sappia, ma finalmente divenne pazzo.
120 296FILONE Bizantino grandissimo Matematico, & illustre Mecanico, & insieme Architetto eccellente, onde scrisse delle simmetrie de tempii, e fece il pronao, ò vestibolo, che dir vogliamo, al tempio di Cerere Eleusinia, e di Proserpina in Atene. Fabbricò egli con infinita sua lode l’armamentario, ò Arsenale del Pireo in Atene, e scrissene un libro. Scrisse un libro di Mecaniche, e mostrò, che le cinque Potenze Mecaniche si riferiscono alla natura della libra, e trovò un’intromento da rinvenire le due medie proportionali. Publicò parimente un libro d’Automati, ò Semoventi, del quale fa memoria Herone in quei libri tradotti da Noi, ne quali tratta dell’istesso suggetto. Herone il Mecanico attribuisce al nostro filone l’inventione della testuggine arginata commoda all’espugnationi delle fortezze.
121 295EPIMACO Ateniese Mecanico nobilissimo servì nella guerra Demetrio Poliorcete, e fabricògli le machine belliche, per cagioni delle quali Demetrio fù ammirato, e guadagnonne il cognome d’espugnatore. D’Epimoco fù inventione quella gran machina Elepoli, cioè espugnatrice delle Cittadi, che Demetrio adoperò nell’espugnatione di Rodi. Altri hanno attribuita la detta machina à Diocle, di cui si ragionò nello scrivere di lui, ma può essere che fossero insieme, ò che anco Diocle ne fabricasse un’altra; certo Vitruvio, e Ateneo Mecanico attribuiscono l’Epoli, di cui si servì à Rodi Demetrio, ad esso Epimaco.
122 290EUCLIDE Secondo alcuni Siciliano, e della Città di Gela fra tutti gl’altri Matematici chiarissimo studiò in Alessandria, e come è da credere, in Atene. Scrisse molte cose, cioè il libro degl’Elementi Geometrici, nel quale Egli superò tutti coloro, che avanti à lui ne havevano scritto, e tolse il luogo à tutti quelli, che seguirono doppo lui, di maniera che per eccellenza egli s’ha acquistato il cognome dello Stichiota. Oltra il libro de gl’Elementi scrisse il libro de Dati, tre volumi de Porismi, la perspettiva, la specolaria, il libro de fenomeni, ò apparenti, un libro de Conici un altro de Mendacii, ò fallacie, e gl’elementi della Musica. Vi è ancora chi attribuisce à lui quel libro di Macometto Bagdadino delle divisioni delle superficie. Fù Euclide Platonico di setta, e, come scrive Proclo, si pose à scrivere gl’Elementi per giungere alla fabrica de corpi regolari.
124 280ARATO da Soli di Cilicia figliolo di Atenodoro, e di Letofila fù discepolo di Menecrate Efesio nella gramatica: nella filosofia udì Timone, e Menedemo, nelle Matematiche fù scolare d’un Aristotoro. Studiò in Atene con Dionigi Heracleota, e Perfeo; accostossi ad Antigono Gonata Re di Macedonia. Scrisse molte opere, ma la maggior lode acquistossi per il libro degl’apparenti, nel quale seguendo la dottrina di Eudosso, egli cantò poeticamente delle stelle.
128 265BEROSO Caldeo, e di Patria Babilonio, abbreviò l’historia de Caldei, fù parimente grande Astrologo, e Filosofo, e dell’una, e l’altra professione lasciò scritti libri in lingua greca. Aprì la scuola nell’Isola di Cò, e, come scrivono alcuni, fù il primo Caldeo, che portasse l’Astrologia Genetliaca à Greci. Superò egli in quella professione tutti gl’altri, di maniera, che per la verità delle sue predittioni gl’Ateniesi posero la sua statua nelle pubbliche scuole con la lingua dorata. Disputò eccellentemente delle cagioni de varii aspetti della Luna, e perche ella hora cresca secondo l’apparenza, & hora scemi. Attese alla Gnomonica, e trovò una forte d’horologgio detto Hemiciclio, di cui fà mentione nella sua Architettura Vitruvio.
129 263TIMOCARI Alessandrino, Astrologo de suoi tempi famosissimo, attese principalmente all’osservationi de moti celesti, e fù il primo, che osservasse i luoghi delle stelle fisse per via di longitudini, e latitudini, le quali osservationi furono poi di gran giovimento ad Hipparco, e Tolomeo, che vissero doppo lui.
129 261ARISTARCO da Samo fù grandissimo Astrologo: osservò la quantità dell’anno vertente, e disse l’anno grande essere di due mila quattrocento ottanta quattro anni vertenti. Tenne Aristarco che il Sole posto nella sfera delle Stelle fisse, e quasi una di loro, stesse fermo, e la terra gli s’aggirasse intorno. Scrisse egli un’operetta nobilissima delle grandezze, e distanze del Sole, e della Luna, tradotta à nostri tempi, e publicata dal Comandino. Fra gl’antichi v’haveva scritto sopra alcuni Scogli Pappo Alessandrino. Scrisse Aristarco sopra gl’apparenti di Arato, & attese alla Gnomonica, e fu inventore di quell’Horologgio concavo di mezza sfera, che si disse scafe, & anco di quell’altro piano, che si chiama il Disco, de quali fà memoria Vitruvio nella sua Architettura.
129 260SELEUCO Babilonio di Seleucia fù Astrologo Caldeo. Teneva egli che il mondo fosse infinito, che la terra si movesse di moto contrario à quello della Luna, onde cavava le ragioni del flusso, e riflusso del mare. Disputò delle cose celesti.
131 255HERMIPPO. Scrisse egli ancora i Fenomeni in versi nella maniera, che haveva fatto Arato, aggiungendovi, & interferendovi le favole appartenenti à nomi dell’imagini.
131 254ACHINAPOLI; di costui non si sà altro, se non che frà gl’Astrologi eccellenti egli è annumerato da Vitruvio nel Nono dell’Architettura.
132 250PERSEO; non si sà bene di qual patria si fusse. Fu egli, come s’ha da Proclo, inventore delle linee spiriche, le quali nascono dalle varie settioni della spira, il che parendogli bella inventione, sacrificò à gli Dei, e dedicò alla memoria un distico.
134 2..BITONE antico mecanico scrisse un libro intitolato delle machine, e dedicollo al Rè Attalo; in questo insegnò la fabrica di molte machine da lanciare e dardi, e pietre, & insieme esplicò la fabrica della Sambuca, machina da espugnare le Città maritime.
136 235MOSCO scrisse un libro di machine, nel quale affermava gagliardissima essere fra tutte la sambuca, della quale egli ne assegnava l’inventione ad un Heraclide Tarentino. Io stimo che questi fosse Siciliano, e quel medesimo, che scrisse il commentario della nave di Hierone, di cui fa mentione Ateneo ne Dinnosofisti. Un’altro Mosco pure Siciliano gentilissimo Poeta fù commemorato da Suida in Teocrito.
137 230HERACLIDE fù domestico, e familiare di Archimede, e di Dositeo. Scrisse egli la Vita di Archimede. Stimo che egli sia quel Tarentino, à cui da Ateneo, come dicemmo in Mosco, fù attribuita l’inventione della Sambuca.
139 220ARCHIMEDE Siracusano Prencipe de Matematici, e degl’Inventori di machine, familiare di Hierone, e di Gelone Regi di Sicilia, hebbe ingegno più divino, che humano. Scrisse molte opere, del numero della Rena, delle cose, che si muovono per l’acqua, degl’equeponderanti, della quadratura delle parabole, della mistura del cerchio, delle linee spirali, de conoidi, e sferoidi, della sfera e del Cilindro, & alcune altre opere nobilissime; fù inventore della Coclea atta ad elevare l’acqua dal basso in alto. Trovò tredici corpi solidi diversi dai cinque di Pitagora, e nel fabricare machine da guerra non hebbe pari. Scoperse il furto dell’Orefice, che haveva mescolato l’argento fra l’oro della corona. Architettò la Nave mirabile di Hierone descritta da Ateneo, e la mosse per condurla al mare con tanta facilità, che ne fece stupire Hierone, e la Sicilia. Inventò una machina, mediante la quale si vantò di muovere la terra, quando egli havesse ove posarsi. Fabricò la sfera, che si moveva, come la celeste, la quale fù celebrata da Claudiano, e da altri Scrittori. Diffese gran parte la sua Patria contro Marcello; finalmente essendo ella presa, di ferro fù ucciso, con grande dispiacere di Marcello, da un Soldato, mentre egli era intento alla speculatione d’alcune figure matematiche.
139 220SCOPINA Siracusano, questo è connumerato da Vitruvio nel primo dell’Architettura fra coloro, che furono perfettissimi nella Teoria, e nella Pratica, e seppero molte scienze, e l’applicarono all’uso. Penso che sia errore nel testo, e voglia dire Scopa, di cui fà mentione l’istesso Vitruvio nel nono libro, come d’inventore d’un Horologgio da sole detto Plinto, ò lacunare, il quale ne tempi di Vitruvio fù posto in publico nel circo Flaminio.
140 219PATROCLE gran Geografo, di cui si valse Eratostene nell’emendar gl’errori della Tavola Geografica antica. E verisimile, che questi sia quel medesimo, che trovò l’Horologgio detto Pelevino, cioè Secure, commemorato da Vitruvio nell’Architettura.
140 219CONONE da Samo grandissimo Matematico, e Geometra, & Astrologo insieme, fù caro al primo Tolomeo Evergete Rè d’Egitto, onde nominò alcune stellette dal nome della chioma di Berenice. Fù domestico d’Archimede, ritrovò la linea spirale, ma pervenuto dalla morte lasciò la cosa imperfetta, alla quale diede poscia perfettione Archimede. Attese alla dottrina conica, e scrissene ad un Trasideo: Hebbe per nemico un Nicotele Cireneo, che gli scrisse contro. Scrisse Conone alcuni libri di Astrologia, e di lui, come d’osservatore delle cose celesti, fanno mentione Probo, Seneca, Plinio, & altri.
140 216METRODORO Astrologo scrisse de significati delle Stelle non erranti, di cui si valse Tolomeo nel libretto publicato da lui nel medesimo soggetto. Osservò, com’egli scrive, in Sicilia, & in Italia.
141 215ERATOSTENE Cireneo per la vivacità del suo ingegno, e per la varia cognitione delle cose cognominato il secondo Platone, fù in Atene discepolo d’Aristone Chio. Acquistossi l’eccellenza in molte discipline, perciòche fù egli intendentissimo Filosofo, Matematico, cioè Aritmetico, Musico, Astrologo, e Geometra. Fu anco grand’Historico, Geografo, e Poeta, onde dicevasi Pentatlo, cioè vincitore di cinque giuochi, volendogli dinotare, che in tutte le professioni egli superava gl’altri; fù nondimeno in alcuni luoghi ripreso da Strabone. Scrisse molte opere in tutte le professioni, le quali si sono perdute. S’affaticò nell’inventione delle due medie per la duplatione del cubo, e fecene commodissimo Instrumento, e drizzata una colonna dedicollo alla memoria ad uso publico, aggiungendovi un’Elegia in materia della detta inventione, diretta à Tolomeo Re d’Egitto.
144 220ENEA da Hierapoli diede opera alle Matematiche. Ridusse questi in compendio gl’Elementi Geometrici. Scrisse un trattato delle faci, ò delli specchi, onde s’accende il fuoco, & un libro di Stratagemmi.
144 200DOSITEO buon Matematico, & Astrologo de suoi tempi, e peritissimo Geometra. Fù questi familiarissimo d’Archimede, da cui gli fù dedicato il libro delle linee spirali, e quello della quadratura della parabola. Fugli anco donato il libro de Conoidi efferoidi. Fù egli grande osservatore de moti celesti, e fù pubblicatore dell’otto eteidi. Scrisse de nascimenti, & occasi delle Stelle, e delle significationi delle non erranti. Osservò egli secondo Tolomeo nell’Isola di Coo.
149 180SCILACE da Carianda fù Historico, Musico, e Matematico, e benche fosse intendentissimo Astrologo, non diede fede per tanto alla vanità de Genetliaci, del che fù lodato da Cicerone nei libri della Divinatione. Scrisse contro l’historia di Polibio.
154 160PARMENIONE Matematico, e Geometra diede opera Gnomonica, e fù, come scrive nella sua Architettura Vitruvio, inventore d’un Horologgio solare detto alla Greca Prostali Istrumena; cioè che si poteva operare in tutti quei luoghi, che già erano conosciuti appresso gl’Historici.
158 145APPOLONIO da Perga celebratissimo Matematico, e per l’eccellenza sua chiamato il Geometra. Attese con gran diligenza alla dottrina degli elementi, e d’alcune cose trattò più pienamente, che non haveva fatto Euclide, di cui pare che tentasse e nella disciplina degl’Elementi, e nelle cose coniche di oscurare la gloria. Affaticossi nella dimensione del cerchio, e quadrollo con l’ajuto d’una linea detta da lui sorella della Cicloide. Dimostrò la generatione dell’Helica, & insegnò il modo da trovare le due medie proportionali. Scrisse di perspettiva. Diede opera alla Gnomonica, e trovò quell’Horologgio, che dalla similitudine era detto Faretra. Scrisse delle Teoriche de Pianeti, e mandò fuori un libro del paragone del Dodecaedro, e dell’Icosnedro. Scrissene un’altro intitolato il luogo risoluto, e de libri della Settione della proportione, un’altro della Settione dello spatio, due de contratti, due delle inclinationi, due altri de luoghi piani. Scrisse otto libri mirabili, ne quali abbracciò tutta la dottrina Conica; di questi se ne trovano sol’ quattro, gl’altri sono stati divorati dal tempo.
159 143ATTALO da Rodi amico di Appollonio Pergeo, à cui esso Appollonio dedicò il quarto de libri Conici, attese alle Matematiche, e particolarmente all’Astrologia. Scrisse sopra i Fenomeni d’Arato, ne commentarii di cui fù egli in molte cose ripreso da Hipparco.
159ARCHELAO contemporaneo di Panesio, e Stoico di Setta, fù Astrologo eccellentissimo de suoi tempi, il quale disprezzò, ne volle servirsi dell’Astrologia Caldaica, la quale attende alle predittioni. Fa mentione di costui Cicerone nel secondo della Divinatione.
159 141CASSANDRO contemporaneo d’Archelao, fù egli anco Astrologo, e rifiutò il predire le cose future per via dell’Astrologia de Caldei. E commemorato da Cicerone appunto nell’istesso luogo.
159 140ANDREA fù inventore appresso Vitruvio d’una forte d’Horologgio, che egli chiamò Prospanchima, cioè per ogni clima, che noi diremo universale; può essere che questi sia quell’Andrea Mecanico, di cui s’hà mentione appresso Oribasio nel libro delle Machine da conciar l’ossa.
159 140TEODOSIO da Tripoli di Soria, se però egli non fù Bitino, come afferma Strabone, fu Matematico di molta stima, e scrisse di molte opere, fra le quali eccellentissima è quella, che in tre libri egli compose degli sferici. Compose anco un libretto de giorni, e delle notti, diviso in due libri, & un’altro dell’habitationi, cioè de varii effetti de moti celesti rispetto à diversi siti della terra habitata. Scrisse anco alcuni commentarii sopra un libro d’Archimede intitolato l’Esodio. Scrisse parimente sopra un’opera intitolata i Capitoli di Teuda. Fù inventore insieme con Andrea di quell’Horologgio, che si disse ad ogni clima. Hebbe trè figli Matematici, de quali non s’ha il nome, ne altra cosa di particolare.
159 140DIONISIODORO nobile Matematico fù nativo di Cidno. Scrisse un libro, nel quale insegnò di segare una data sfera secondo una data proportione. Vive quest’opera, e fù tradotta da Giorgio Valla, e di nuovo era promessa da Francesco Maurolico Mesinese. E connumerato da Vitruvio fra gl’inventori di varie maniere d’Horologgi, & attribuitagli l’inventione d’una forte, che dalla forma fu chiamata il Cono. Nella sepoltura di costui fù trovata una lettera, nella quale scriveva, che essendo egli sceso al centro, il Semidiametro della Terra era di quarantadue mila stadii.
160 139CTESIBIO d’origine Ascreo, ma nato in Alessandria, fù figliuolo d’un Barbiere, & attese anch’egli da giovinetto alla detta arte; poi diedesi alle cose Geometriche, e dell’ingegno, nelle quali riuscì di maniera, che fece miracoli. Fù egli inventore delle Machine Hidrauliche, con le quali s’alza l’acqua per via d’espressione. Trovò anco le spiritali con l’occasione del canale di quello specchio, che vien raccontato da Vitruvio. Trovò secondo il medesimo gl’Horologgi aquatici, & accrebbe la dottrina delle Machine semoventi, che i Greci dissero Automati. Scrisse anco delle machine da guerra, & à noi sono passati i Belopirii, che trattano della detta materia. A costui s’attribuisce anco l’inventione degl’Organi aquatici.
160 138NINFODORO grande Inventore di Machine è messo da Vitruvio nella classe d’Archita, e d’Archimede, e di Ctesibio. Fù ritrovatore, come s’hà appressò Oribasio, d’una Machina per l’uso della Chirurgia, detta Glossocomo. Non sò se questi sia quello, che da Plinio, come Geografo, è commemorato nella sua historia naturale.
160 138HIPPARCO da Nicea di Bitinia grandissimo Astrologo, e Filosofo insieme visse, e fece tutte le sue osservationi in Rodi. Osservò con grandissima diligenza la grandezza dell’anno vertente, e fù il primo, che s’accorgesse, che le Stelle fisse hanno un moto proprio secondo l’ordine de segni, come hanno i Pianeti. Constituì l’anno grande secondo Censorino d’anni trecento quattro. S’affatigò nell’osservatione de Solstitii, & Equinotii, e fù di gran giovamento la diligenza sua à Tolomeo, che osservò molti anni dopo lui. Pose molto studio nelle Teoriche de Pianeti: conobbe l’eccentricità del Sole, e qual proportione ella s’habbia al semidiametro del suo eccentrico. Scrisse un libro della sfera, uno dell’ascensione de dodici segni. Dodeci ne compose della quantità delle rette nel circolo. Scrisse dell’intercalazioni. Scrisse contro Eudosso, e Calippo nel fatto de concentri, e revolventi. Publicò un buon volume sopra gl’Apparenti d’Arato. Scrisse degl’Asterismi, cioè dell’osservatione de luoghi delle Stelle fisse, & anco de nascimenti, e degl’occasi delle Stelle. Scrisse dell’Astrolabio, e fù inventore della Diottra. Fù Cosmografo, e corresse i commentarii cosmografi di Eratostene, ancorche egli ancora sia in alcune cose ripreso da Strabone, che va correggendo ambedui.
164 120HERONE Alessandrino attese con genio mirabile alle cose delle Machine, nella qual Professione hebbe per Maestro Ctesibio, e diede opera à gl’Elementi, e scrisse delle diffinitioni Matematiche. S’affaticò intorno al modo del trovar le due medie. Scrisse i metrici, nel qual libro insegnava di trovare l’approssimatione della radice d’un dato numero. Seguì sopra tutti la dottrina d’Archimede, & espose l’inventioni sue. Trattò delle cinque potenze, dell’opera di cui servissi Pappo nell’ottavo de suoi collettanei. Scrisse degl’Automati, e degli spiritali, & anco degl’Hidrologii, cioè Horologgii dall’acqua. Scrisse le Camraiche, e Cambestrie, Machine da guerra. Publicò parimente Herone un libro della Geodesia, cioè del misurare i campi.
174 80POSIDONIO d’Apamea di Siria Filosofo Stoico trasferissi da giovinetto in Rodi, ove fece mirabile profitto nelle scienze. Fù discepolo d’Antipatro Stoico, à cui successe nella scuola. Fù domestico di Scipione Affricano, di Pompeo il grande, e di Cicerone. Fù Historico, Geografo, e Matematico. Scrisse molti libri di Geografia, nelle quali Strabone si sforzò di riprenderlo in qualche cosa, come haveva fatto Eratostene, & Hipparco. Publicò molte opere morali secondo la Dottrina degli Stoici. Scrisse anco delle Fisiche, & attese alle cose dell’Astrologia, e ne compose volumi, de quali in gran parte nella sua circolare specolatione si valse Cleomede. Investigò con un modo ritrovato da lui la quantità del giro della Terra. Fù esercitatissimo nella dottrina degl’Elementi Geometrici, e come nota Proclo, scrisse un’intiero volume contro Zenone Sidonio Epicureo, che l’oppugnava. Ma quanto nel fatto degl’Elementi Posidonio valesse, è chiaro per quello, che s’hà ne commentarii sopra Euclide fatti dall’istesso Proclo. Attese ancora all’Astrologia de giuditii, come di autorità di Cicerone afferma S. Agostino nella Città di Dio. Fece Posidonio una sfera, che si moveva à tempo, simile à quella, onde conseguì cotanta lode Archimede. Hebbe una figliuola, di cui, e Menecrate suo marito nacque un Giasonne, che gli successe nella Scuola.
175 79HIPSIDE Alessandrino figliuolo di Padre Matematico diede opera con molto profitto alle dette scienze. Lasciò alcune opere nella sua professione, fra le quali sono i due ultimi libri de gl’Elementi, cioè il quartodecimo, e l’ultimo, ne quali si tratta della dottrina de corpi regolari. Scrisse anco gl’Anaphorici, overo dell’Ascensione de segni, della qual’opera si valse Giorgio Valla. Attese anco alla Musica Hipside, e scrissene volumi.
176 75NICOMEDE fu di Tessaglia, grande Inventore, e fabricatore di Machine da guerra. Servì Mitridate nell’oppugnatione di Cizico. Ritrovò egli una linea detta Quadrante, credo perche servisse à quadrare il circolo. Divise con quella l’Angolo rettilineo in tre parti, cosa difficilissima, e di maggior’importanza, che à gl’Idioti non pare. Ritrovò anco una linea mista nominata dalla sua forma Concoide, e scrissene un’volume. Di quella si valeva per dividere l’angolo, come si disse, & anco per trovare le due medie proportionali per la duplicatione del cubo. Fanno honorata mentione di lui Pappo, & Eutocio nobilissimi Matematici.
176 75FILONE di Patria Gadarese scrisse alcune cose intorno all’opera d’Archimede della dimensione del Cerchio, nella qual’opera s’affaticò d’approssimarsi all’esquisitezza per via de numeri più di quello, che si facesse Archimede, nel che non fù lodato da Eudocio. Fù questo Filone Maestro di Sporo.
176 75SPORO Niceno di Bitinia Discepolo, come si è detto, di Filone attese alle Matematiche, & è connumerato da Eutocio fra quelli, che trovarono il modo da raddoppiare il cubo. Scrisse un’opera intitolata i Cerii, ò Cyrii. Parve che volesse mordere Archimede in lodando il suo Maestro di maggior esquisitezza nell’inventione delle dimensioni del cerchio. Non è verisimile che questo Sporo sia quello, che, come vvole Teone ne Commentarii d’Arato, scrisse della natura delle Comete, e secondo Achille Statio fece i Commentarii sopra i Fenomeni dell’istesso Poeta.
179 60DOROTEO Fenicio, e da Sidone fù Astrologo Giuditiario, e scrissene in versi un copioso volume, di cui con molta lode raggiona Giulio Firmico, mostrando che Manilio ne suoi libri si valesse dell’opera di costui. Viene celebrato da molti moderni, fra quali sono principali Gioseffo Scaligero, il Giraldi, e Gioviano Pontano ne i libri delle cose celesti.
183 45SOSIGENE Alessandrino grandissimo Astrologo contrasse in Alessandria familiarità con Giulio Cesare, il quale si servì poi dell’opera sua nell’accomodamento dell’anno. Scrisse delle Teoriche de Pianeti, e de Moti delle stelle fisse. Fù inventore dell’aureo numero, di cui si valsero gl’antichi per trovare le lunationi. Due furono i Sofigeni Astrologi, e questo è de due il più antico; dell’altro scriverassi al luogo suo.
184 43TEOGENE Astrologo giuditiario, il quale attendeva alla detta professione in Appollonia dell’Epiro. Questi predisse la sua grandezza ad Augusto, essendo egli ancora giovinetto, laonde fece battere, essendo fatto Imperatore, le Medaglie con l’ascendente del capricorno, sotto al quale egli era nato con sì felice ventura.
184 42NIGIDIO cognominato Publio gentilhuomo Romano attese alla Filosofia, alla Medicina, & all’Astrologia. Scrisse molte opere gramatiche, fisiche, & appartenenti all’Aruspicina; vvole Eusebio, che egli fosse Mago; ma che egli fosse Astrologo, e valente ne giudicii è chiaro, percioche predisse egli ad Ottavio Padre di Augusto la grandezza del figliuolo pur allora nato. E famosa la ruota del vasajo girata da lui per render la raggione delle varie inclinationi de Gemelli. Scrisse Nigidio i Fenomeni, ò libro della sfera all’elevatione d’Egitto, e della Grecia, chiamando i fenomeni Egitii sfera Barbara à differenza della Greca; nei detti libri imitò Arato, e scrissevi de pronostichi delle mutationi de tempi. Fù amicissimo di Marco Tullio, & essendo in essilio al tempo, che Cesare prese l’Imperio, fù consolato da lui, promettendogli la liberatione, la quale non ottenne, anzi se ne morì bandito.
191 14M. VITRUVIO Pollione Architetto famosissimo è incerto di qual Patria si fosse. Attese da giovinetto à tutte l’arti migliori, hebbe cognitione molta buona delle cose Geometriche, e particolarmente attese alle Gnomoniche, & alle Mecaniche. Militò sotto Giulio Cesare, finalmente essendo vecchio fù da Ottaviano Augusto ad intercessione di Ottavia sua Sorella fatto sopraintendente delle Machine da guerra, nel qual tempo egli scrisse, e donò ad Augusto quei dieci nobilissimi libri dell’Architettura, ne quali brevemente comprese tuttociò, che à quella professione è necessario.
192 12M. MANILIO Antiocheno di Servo fatto liberto, & adottato nella famiglia de Mallii, fù condotto à Roma ne tempi di Giulio Cesare, e fiorì sotto Augusto, al quale per le sue qualità egli fù molto grato. Scrisse cinque libri dell’Astrologia in versi Heroici latini, e dedicolli ad Augusto. Il suo stile è concettoso, & alto, ma non purgato, e puro. Attese alla Gnomonica, e pose la palla dorata in cima dell’obelisco in Campo Martio, accioche servisse per vertice dello stile, onde la detta Piramide mostrava l’hore per via dell’ombra.
203 Doppo
Christo.
36ARRUNTIO fù della Città di Fermo di basso lignaggio. Il Padre chiamossi Lutio. Venne à Roma essendo ancora fanciullo, dove ne tempi di Varrone, di Cicerone, di Nigidio diede opera alla Filosofia, & alle Matematiche, ma sopra tutto dilettossi dell’Astrologia, onde per via de calcoli astronomici ritrovò l’hora della fondatione di Roma, e l’ascendente suo, e con l’istesse raggioni trovò la constitutione del Cielo nell’hora che nacque Romolo, il che fece ad instanza di Terrentio Varrone, di cui era molto familiare. Scrisse in lingua Greca delle stelle. Pare ch’Egli fosse Geografo, & anco historico. Fù amico, e familiare di Ottaviano Augusto, e fù due volte Console sotto lui. Essendo finalmente negl’ultimi anni di Tiberio imputato di esser’intervenuto in una congiura contro lui, temendo di non esser fatto morire, crudelmente da se medesimo si tolse la vita, essendo vecchio di novantadoi anni in circa.
203 37TRASILLO, ò TRASIBULO fù Astrologo giuditiario amato, & accarezzato molto da Tiberio. Fù egli, per quanto è da credere, da Rodi, perche da quell’Isola fù condotto à Roma da Tiberio, ove egli fù conosciuto per il suo valore anco da Augusto, che allora viveva. Fù musico, e ne scrisse libri, ove trattava del movimento Harmonico de pianeti. Scrisse della figura del Sole. Trattò di Geografia. Mandò fuori Efemeridi. Predisse à Nerone, ch’Egli otterrebbe l’Imperio.
204 40CLEOMEDE Stoico di Setta scrisse in prosa un libro, che egli intitolò la circolare specolatione, la quale si è conservata, & è stata recata in latino da Giorgio Valla. In questo ragionò de cerchi celesti, e di tutto quello che si aspetta ad una sommaria cognitione dell’Astrologia. Scrisse in oltre un libro d’Aritmetica, il quale si conserva nelle librarie d’Italia, e promesso alla luce gran tempo fà dall’Accademia Venetiana. Compose anco un’opera, il cui titolo era del Moto de Corpi gravi per un’ medesimo mezzo: questa, la quale à mio giuditio doveva esser bellissima, non si trova.
207 50SULLA Questi al nome pare che fosse Romano. Diede opera alla giuditiaria, e di lui non si sà altro se non che egli, come narra Svetonio, predisse la morte di Calligola.
212 70MARINO da Tiro Geografo, e Cosmografo de suoi tempi non ignobile. Descrisse le Tavole Geografiche, nelle quali, per non haver usata la diligenza, che doveva, & haver tralasciate molte cose necessarie, fù emendato nella sua Geografia da Tolomeo. A questo Marino s’attribuiscono le Protcorie sopra i dati d’Euclide.
217 90ASCLETARIONE visse in Roma, e diede opera all’Astrologia genetliaca. Questi, come narra Svetonio, predisse la morte à Domitiano, il quale fattolo perciò chiamare à se, interrogollo di qual morte dovesse morire, e quando; & egli rispose che presto sarebbe lacerato da cani, l’Imperatore, fattolo occidere, ordinò, che fosse abbrusciato, ma levatosi un gran temporale smorzossi il fuoco; la onde sepolto il corpo mezzo arso fù la notte dissotterrato, e divorato dai Cani, & indi à poco Domitiano, secondo il suo pronostico, fù ucciso.
218 94AGRIPPA è verisimile, che fosse Latino, ponendosi mente al nome; nondimeno ciò può esser falso volendo Tolomeo che Egli fiorisse in Bitinia. Fece alcune osservazioni delle cose celesti, delle quali poi nell’Almagesto si valse Tolomeo.
221 109MENELAO Alessandrino fù gran Matematico, & Astrologo. Questi fece le sue osservationi in Roma. Fù Geometra ancora, e diede opera con molto frutto alla dottrina de gl’Elementi, per la qual cagione egli vien commemorato da Proclo ne i suoi Commentarii. Trattò in sei libri la dottrina de Seni. Scrisse un libro de Triangoli, il quale ancora vive. Publicò un libro de gl’Elementi sferici, come avanti à lui haveva fatto Teodosio. Fù inventore come narra Pappo, d’una linea detta Paradossa, del genere dell’heliche, delle quadranti, delle conchoidi, e cissoidi. Fù grande osservatore delle cose celesti, delle osservationi di cui si valse Tolomeo nell’Almagesto.
227 130APOLLODORO Damasceno gran Mecanico de suoi tempi servì dui Imperatori Trajano, & Hadriano. Questi fù quello, che fece di comissione di Trajano il Ponte sul Danubio, e fabricò Machine da guerra in servitio d’Hadriano, e scrissene un libro intitolato i Poliarcetici, cioè dell’espugnatione, di cui ne suoi Aversorii fà mentione il Turnebò.
228 135DIODORO Alessandrino fù cognominato Valerio, e nacque di un Polione famoso Filosofo de suoi tempi. Attese alla filosofia, & alle Matematiche. Scrisse molto delle cose celesti, e meteorologiche. Diede opera alla Gnomonica, e scrisse, come si ha da Pappo, dell’Analemma. Scrisse, come appare, de pesi, e della libra. E lodato, e commemorato da Proclo, da Alessandro Afrodiseo, e da altri.
229 140DAMIANO Larisseo Matematico, attese alla perspettiva, e publiconne un’ volume, del quale si valse il Valla nella sua Geometria.
232 150NICONE Pergameno Padre di Galeno il gran Medico. Fù questi Architetto, e Geometra, ma più nome conseguì egli per cagione del figliuolo, che della professione.
232 152HELIODORO da Larissa discepolo forse di Damiano attese alle cose di perspettiva, e scrissene un Trattatello in lingua Greca, sopra il quale tradotto in volgare, fece alcune fatiche Egnatio Danti Perugino, che fù poi Vescovo d’Alatri.
233 154NICOMACO da Gerasa Città di Siria scrisse un trattato di Musica intitolato Manuale, o Enchiridio, il quale si trova manuscritto in lingua Greca. Scrisse due libri Aritmetici, che pure si trovano intieri, ne quali non discende all’arte de conti, ma se ne sta solamente nella purità delle speculationi, contemplando le proprie passioni, e quelle cose, che per se accaggiono à numeri. Scrisse anco un libro delle medietà, allegato da Pappo. Fù Nicomaco filosofo di Setta Pitagorico, come viene affermato dal detto Pappo, e da altri Scrittori.
233 155TEONE gran Matematico, & Astrologo osservò i moti celesti nel tempo dell’Imperio di Hadriano. Fù amico di Tolomeo, il quale come afferma in più d’un luogo dell’Almagesto, si valse dell’osservatione sue.
233 155TOLOMEO cognominato Claudio Alessandrino di Patria, ma d’origine da Pelusio Egittio, grandissimo Geometra, & eccellentissimo Astrologo diede opera alla Filosofia, & alle Matematiche nella sua Patria. Scrisse molte opere, & attese con gran cura à tutte le Matematiche, incominciando da gl’Elementi, nella materia de quali scrisse alcune cose intorno alle parallele. Scrisse di Perspettiva più libri, ne quali trattò de gli specchi. Nelle Mecaniche affaticossi ancora, e scrisse un trattato de momenti elementare alla detta professione. Nella Gnomonica fù dottissimo, e lasciò scritto il libro dell’Analemma, dal quale tutta la Gnomonica dipende. Scrisse del Planisferio un nobilissimo trattato, nel quale mostra, da quali raggioni si faccia in quell’instrumento la projettione della sfera nel piano, posto l’occhio nel polo antartico. Di Musica scrisse tre libri, ne i quali non lasciò cosa addietro, che fosse necessaria ad un’ perfettissimo trattato della detta professione. Scrisse un succinto libretto delle significationi delle non erranti, nel quale raccolse l’osservationi di Messone, d’Eutemone e d’altri Astrologi più antichi di lui infino à Cesare. Scrisse la Geografia in otto libri, ne quali raccolse tutte le Provincie conosciute à suoi tempi, e determinò le Città più famose per via delle longitudini, e latitudini. Compose l’Almagesto libro divino, nel quale raccolse quanto s’aspetta alla cognitione de moti de Cieli, & alle Teoriche de pianeti, e delle stelle fisse, la qual’opera divise in sedici libri. Scrisse appartenenti alla Giuditiaria quattro libri, dal numero de quali chiamollo il Quadripartito. Scrisse ultimamente il Centiloquio, che da Greci fù detto i frutti, nel quale raccolse cento sentenze in guisa d’Aforismi, appartenenti alla stessa professione de Giuditii.
234 160SOSIGENE Peripatetico attese all’Astrologia. Fù Maestro d’Alessandro Afrodiseo. Scrisse delle cose Teoriche, cioè de Revolventi, ne quali si sforzava secondo la dottrina di Calippo e di Eudosso di salvar’ l’apparenza senza eccentrici, & epicicli. Scrisse anco molti libri di perspettiva, & alcune cose appartenenti alle Meteore. Di costui fanno mentione Alessandro, e Simplicio ne commentarii loro.
239 180ATENEO da Neucrate d’Egitto buon Filosofo, e Geometra scrisse de Ginnosofisti, & un libro di Machine da guerra dedicato da lui à Marcello, ò Marco Aurelio Imperatore.
245 202GEMINO amico della Filosofia peripatetica, e Matematico Eccellentissimo scrisse un’opera mirabile intitolata dell’Enarrationi, ò Percettioni Matematiche, nella quale trattò in universale delle Matematiche, sicome Aristotile fece delle cose fisiche. Scrisse anco un libro dell’ordine delle Matematiche, e s’affaticò intorno le cose d’Archimede. Trattò le cose Meteorologiche, e scrisse l’institutioni à Fenomeni, & è uno di quelli che esposero gli apparenti d’Arato. Francesco Barocci vuole, che di Gemino sia quella sfera, che si attribuisce a Proclo il medesimo Barocci lo ripone fra coloro, che trattorno di Cosmografia.
247 210ADRASTO d’Afrodisia compatriota d’Alessandro, e suo contemporaneo, e come lui di Setta Peripatetico fece commentarii sopra i dieci Predicamenti d’Aristotile. Affaticossi ancora sopra i Fenomeni d’Arato. Scrisse libri di musica molto eccellenti, de quali fa mentione Giorgio Valla nella musica.
248 215DEMETRIO Alessandrino. Questi secondo il testimonio di Pappo scrisse trattati de Grammici, cioè di materie lineari, ne quali scrisse di molte linee, che si chiamano trovate à luoghi delle superficie, e d’altre piegate, e curve, le quali hanno molti simptomi mirabili.
249 220FILONE Tianeo contemporaneo di Demetrio scrisse della stessa materia delle linee, i libri di cui secondo Pappo furono tenuti in molta riputatione da Moderni.
265 285ANATOLIO Alessandrino da giovinetto attese alle cose di Dialettica, di Rettorica, & alla Filosofia. Diede opera anco alle Matematiche, e fù di professione Christiano, e Vescovo di Laodicea. Diede opera con molto frutto, come afferma S. Girolamo, all’Aritmetica, alla Geometria, & all’Astronomia. Lasciò scritti dieci libri di Aritmetica, & alcuni calcoli sopra la retta celebratione della Pasqua.
269 300PORFIRIO, che per proprio nome si disse Malco, figliuolo di Malco da Tiro, fù discepolo di Jamblico di Ammonio Sacca, e di Plotino, come Peripatetico. Scrisse molte opere in diverse professioni, oltra il libro de Predicabili. Fù buon Matematico, e particolarmente diede opera alle speculationi di musica; onde lasciò dottissimi commentarii sopra i trè libri di Musica di Tolomeo. Fù acerbissimo nemico del nome Christiano, e scrisse loro contra libri non meno empii, che sottili, & acuti.
274 330GIULIO Firmico Siciliano attese all’Astrologia Giuditiaria, e scrisse otto libri, ne quali inserì tutto quello, che appartiene alla Dottrina Apotelesmatica. Scrisse anco un libro del conocratore, cioè del Signore del tempo della genitura, e promisene dodici dell’Astrologia, & alcune altre opere, che non si trovano.
274 332CARPO Antiocheno buon Matematico de suoi tempi diede opera alla Dottrina elementare, e scrisse un trattato della natura dell’Angelo. Attese principalmente alle Mecaniche, onde Mecanico fù detto da Proclo. Per l’istessa cagione vien anco lodato da Pappo nell’ottavo. Fù egli amico delle cose d’Archimede, e scrisse alcuna historia delle cose publicate da lui. Simplicio vuole che Carpo guardasse il cerchio per via d’una linea, che egli chiamò generata da doppio moto.
285 365DIOFANTO Alessandrino Aritmetico, Astronomo, Geometra, e Musico scrisse d’Aritmetica tredici libri ingegnosissimi, sopra i due primi, de quali aggiunse Scolii Massimo Planude, hora sei di questi ha tradotto, e publicato Guglielmo Xilandro Augustiano. Compose anco un libro de numeri Poligonii. Lasciò ancora un libro appartenente alle cose Harmoniche, il quale non è ancora stato tradotto. Scrisse parimente un libro intitolato il canone Astronomico sopra il quale fece commentarii Hipasia figliuola di Teone Alessandrino.
286 368DIODORO Monaco Ciziceno di Patria, e Prete della Chiesa d’Antiochia, & al fine Vescovo della città di Tarso di Cilitia. Fù discepolo d’Eusebio Emeseno. Espose la Scrittura Sacra, e nelle Matematiche scrisse molto, e fra l’altre opere da Svida sono allegate queste, cioè della sfera, delle cinque Zone, del contrario movimento delle Stelle, e commentarii sopra la sfera d’Hipparco, Discepolo di Diodoro. Fù Giovane Cristiano.
291 388TEONE Alessandrino Filosofo, e Matematico, e publico lettore delle Matematiche in Alessandria; percioche egli haveva il carico d’interpretare il libro degl’Elementi, e le cose dell’Almagesto di Tolomeo. Onde sopra l’una, e l’altra di quelle opere affaticossi egregiamente; ma sopra tutte bella fù la fatica, ch’egli fece sopra l’Almagesto. Scrisse anco altre opere. Illustrò il libro dei Dati, e la Perspettiva d’Euclide, & esplicò i libri della Musica di Tolomeo. Sopra i Fenomeni ancora fece studio, & illustrogli, e scrisse dell’Aritmetica. Vuole anco Suida ch’egli scrivesse de segni, & osservationi delli Ucelli, e della voce de Corvi. Scrisse parimente del crescere del Nilo, e del nascimento della Canicola. Illustrò di Scolii il canone spedito di Tolomeo, e l’Astrolabio picciolo. E verisimile, che questi sia quello, che fece i commentarii sopra gli apparenti di Arato. Fece anco Teone alcune Tavole Astronomiche, le quali si conservano nella libraria Regia.
292 390PAPPO Alessandrino Filosofo, e Matematico attese alla dottrina degli Elementi, & in ciò vien lodato, e ricordato da Proclo. Scrisse otto libri, ch’egli chiamò collettanei, ò colettioni Matematiche, ne quali come Ape ingegnosissima, scelse tutte le più belle cose, che s’habbiano le Matematiche, e le ridusse in un corpo, nell’ottavo de quali comprese una succinta, e perfetta introduttione di quelle cose, che s’aspettano alla cognitione delle Mecaniche, e particolarmente fece trattato secondo la dottrina d’Archimede, e di Herone delle cinque potenze. Lasciò scritto ancora Scolii sopra i Conici d’Apollonio, e sopra l’Almagesto. Scrisse inoltre la Corografia di tutto il mondo habitabile, de fiumi di Libia, & un trattato del giuditio de Sogni.
292 392CRATISTO, amico di Pappo, e di Proclo attese alle Matematiche, e come s’hà da Proclo, fù acutissimo nell’inventioni, e nelle solutioni non per arte ch’egli v’usasse, ma per grandissima acutezza d’ingegno, e bontà di natura. A costui dedicò Pappo alcuni libri degli otto delle Collettioni.
292 393PROCLO Licio trasferito in Atene fecesi discepolo di Plutarco, di Nestorio gran Platonico, e di Siriano, & Olimpiodoro ottimi Peripatetici. Giovanni Zonara vuole ch’egli udisse anco Jamblico il gran Pitagorico. Scrisse in tutte le facoltà volumi acutissimi, cioè nella grammatica, e nella filosofia. Commentò l’opere, e i giorni d’Hesiodo, e scrisse alcuni hinni misteriosi sopra il Sole, e Venere, per cagione de quali dal Giraldi vien connumerato fra i Poeti. Scrisse opere morali della buona educatione, della buona disciplina, e del modo del vivere. Scrisse ancora commentarii dottissimi sopra i Dialoghi di Platone. Scrisse una succinta disputatione del moto. Scrisse un libro delle cause, e commentarii sopra i libri d’Aristotile. Publicò molte opere intorno alla Teologia etnica, imitando Pitagora, Platone, Plotino, & altri. Fù nemico della Religion Cristiana, e scrissele contro, all’obiettioni di cui rispose G. Gramatico. Nelle Matematiche lasciò scritti quei nobilissimi commentarii sopra il primo d’Euclide, i quali furono tradotti in latino da Francesco Barocci gentilhuomo Venetiano. Scrisse un libretto della sfera; se però come vuole il detto Barocci, non è di Gemino. Lasciò parimente un libro intitolato le Hipotiposi Astronomiche, il quale non è altro che un’abbreviatione delle cose di Tolomeo intorno alle Teoriche de Pianeti. Scrisse anco dell’Astrolabio, cioè della fabrica, & uso suo, il quale s’hà per le mani de Studiosi, publicato da Guglielmo Cavallatte. Hebbe Proclo molti discepoli, e fra gl’altri Ammonio d’Hermea grandissimo Peripatetico, il quale fù poi Maestro di Simplicio, e di Giovanni Grammatico. Successegli nella scuola Marino Neapolito.
293 395HILARIONE Antiocheno huomo nella gioventù sua assai dissoluto, partitosi per alcuni strani avvenimenti dalla Patria sua desideroso di attendere alli studii della Filosofia, trasferissi in Atene per farsi discepolo di Proclo, ma per il soverchio suo lusso non fù accettato da lui. Attese poi alle Matematiche, e scrisse delle Teoriche de Pianeti molto garbatamente.
294 400HIPASIA Alessandrina figliuola di Teone fù nelle lettere Donna mirabile, onde cognominossi Filosofa. Diede opera felicemente alle Matematiche, nelle quali fù ammaestrata dal Padre. Scrisse comnmentarii sopra il canone astronomico di Tolomeo, e sopra i Conici d’Apollonio. Scrisse parimente sopra l’Aritmetica di Diofanto; finalmente per invidia fù ammazzata per opra d’un Cirillo capo, come dice Svida, della contraria fattione, cioè, come io stimo, concorrente del Padre.
294 404TEOFILO Alessandrino successe nel Vescovato d’Alessandria à Pietro, che fù il ventesimo Vescovo di quella Città, fù gran Teologo, e Matematico. Scrisse fra l’altre cose un libro della retta celebratione della Pasqua, il quale fu tradotto in latino da S. Girolamo. Hebbe gara con S. Giovanni Crisostomo, e fù principalissima cagione, ch’egli fosse cacciato di Costantinopoli.
297 410ISIDORO, e Vulpiano fratelli Alessandrini studiarono in Atene, e furono discepoli di Seriano, e condiscepoli di Proclo. Di questi due Vulpiano di minor’età, fù d’ingegno acutissimo, & attissimo alle Matematiche, di maniera, che Seriano ne rimaneva ammirato. Isidoro attese agl’istessi studii, onde compiacendosi del suo ingegno Teone gli diede Hipasia sua figliuola per moglie. Questi due non si sà, che scrivessero cosa alcuna.
302 432CIRILLO Alessandrino Vescovo nella sua Patria, Nepote, cioè figliuolo d’un fratello di Teofilo, di cui si ragionò di sopra, fù prima Monaco del Monte Carmelo. Tenne il luogo di Papa Celestino nel Concilio di Efeso di 200. Vescovi contro Nestorio, e Pelagio. Fù d’ingegno acutissimo, Filosofo, Teologo, e Matematico. Scrisse molte opere Teologiche. Scrisse anco del Ciclo Pascale un libro, nel quale contro i Calunniatori difese la dottrina di Teofilo suo Zio.
304 440ARISTIDE Quintiliano fù Musico, e scrissene tre libri dottissimi in lingua Greca, i quali hoggi vivono. Raccolse egli in quelli quanto in quella professione à suoi tempi si poteva desiderare, e parlonne larghissimamente.
307 450GIOVANNI Gramatico cognominato Philopono, cioè amico della fatica, fù discepolo di Hammonio di Hermea, e condiscepolo di Simplicio. Fù gran Filosofo Peripatetico, e commentò gran parte dell’opere di Aristotile. Attese anco alle Matematiche, onde si vedono ne suoi commentarii seminate molte cose, delle quali appare quanto egli ne fosse intendente. Scrisse egli commentarii sopra i libri Aritmetici di Nicomaco Geraseno, i quali vivono, e si trovano nell’Accademia Venetiana, che prometteva di pubblicarli.
307 450SIMPLICIO di Patria Cilice fù con Giovanni Gramatico discepolo d’Hammonio d’Hermea in Atene, onde divenne Filosofo Peripatetico acutissimo, e commentò con infinita lode i libri fisici, e quelli del Cielo d’Aristotile. Questi fù anco assolutissimo Matematico, di maniera, che non vi fù autore alcuno eccellente nelle dotte professioni, che da lui non fosse veduto, la onde egli ne riempì largamente tutti i suoi commentarii, il che à noi nel tessere la nostra historia, è stato d’infinito ajuto; Ciò conobbe Alessandro Picolomini, che tradusse dal Greco tutte le cose, che Simplicio ne commentarii de libri fisici raccolse appartenenti alla quadratura del Cerchio. Fù empio questo Filosofo, onde per diffender Proclo, che latrò contro noi, sempre fù contrario à Giovanni Grammatico, che la prese per noi. Fù da quell’Uranio, di cui fa mentione Agatia, condotto con altri Filosofi à Cofroa Re di Persia, che in quei tempi era stimato grand’amatore della Filosofia.
307 450PASCASINO Siciliano huomo Santo, e Vescovo fù gran Teologo, e Matematico. Sedè Legato di Papa Leone il grande nel Concilio Calcedonense contro Eutiche, e Dioscoro, e scrisse gl’atti di quel Concilio. Affaticossi intorno à calcoli, e scrisse al detto Pontefice della retta celebratione della Pasqua due Epistole.
308 450GIOVANNI Filadelfio di Lidia scrisse un libro de mesi, un’altro de segni dell’aere, e d’alcun’altre suppositioni Matematiche delle quali scrivendo ragionava con un Gabrielle Hipparco, cioè Prefetto. Cotanto solo di costui scrive Suida.
309 460VITTORINO Aquitano della Città di Limoges fù grandissimo Computista, e ne i tempi d’Hilario, che successe à Leone, s’affaticò ne Cicli Pascali di commissione del detto Pontefice, e composene uno di cinquecento, e trentadue anni, il quale per la grandezza sua chiamossi Ciclo magno, nel quale fù tenuto ch’egli havesse superato quelli, che prima di lui fra Greci ne havevano scritto, e fù accettato da Latini, ma non da Greci, onde nacquene scisma. Contro costui scrisse Vittorio Vescovo di Capua, sostentando il Ciclo degl’Alessandrini. Venne poi Dionigi Romano, che diede grand’assesto alle differenze loro.
310 462SERENO d’Antista una delle Città di Lesbo fù buon Matematico, e Filosofo insieme Peripatetico. Scrisse due bellissimi libri, l’uno della Settione del Cilindro, e l’altro della Settione del Cono per lo vertice, le quali opere dedicò ad un Ciro suo amico. Questi libri furono tradotti in latino, & illustrati di Scolii da Federico Commandino, e donati à Francesco Maria secondo figliuolo di Guido Baldo secondo Duca d’Urbino.
310 464PROTERIO Vescovo d’Alessandria attese à Calcoli Astronomici, e scrisse à Leone Papa tre Epistole, & una ad Hilario della retta celebratione della Pasqua. Fù amazzato da successori di Dioscoro Eretico, e creato Vescovo dopo lui Timoteo fautore di quella Setta.
312 470MAUGANTIO di Brettagna attese all’Astrologia giuditiaria, e scrisse i Canoni Matematici, & altre opere di detta professione.
314 480VITTORE Vescovo di Capua huomo dottissimo, e versatissimo ne computi scrisse, come fù detto contro Vittorino Aquitano intorno alla retta celebratione della Pasqua, sopra il calcolo di cui scrisse Albone Floriacense.
Qui manca l’uso dell’Olimpiadi. 500ALIPIO Greco scrisse nella sua lingua un’introduttione alle cose della musica assai breve, la quale si conserva nella libraria di S. Salvatore in Bologna, e nello studio nostro.
GAUDENTIO Greco Filosofo, e Musico. Scrisse egli anco un’introduttione alle cose della musica, nella quale con molta brevità raccolse tutto quello, che s’aspetta ad una succinta informatione de termini della detta professione; quest’opera similmente habbiamo noi Greca, e manuscritta fra i libri nostri.
526BOETIO, che si disse Anitio Manilio Severino discese dalla famiglia de Torquati, nobilissimo Cittadino, e Patritio Romano attese à tutte le buone arti, e fù grandissimo Filosofo, Teologo, e Matematico. Scrisse sopra molti libri logici d’Aristotile, tradotti da lui. Tradusse alcuni libri d’Euclide, à quali aggiunse alcune raggioni del misurare. Affaticossi intorno la quadratura del circolo. Fece parafrasi sopra l’Aritmetica di Nicomaco. Scrisse cinque libri di Musica, & altre cose. Fù tre volte Console, & un tempo felicissimo; al fine caduto per opera de maligni in sospetto à Teodorico Re de Goti fù da lui relegato in Pavia, e finalmente fatto morire. Nella sua prigionia scrisse quel mirabile libro della Consolatione filosofica. Mentre fù in gratia di Teodorico, servillo alcune volte in cose d’ingegno, come s’ha in alcune lettere, scrittegli dal detto Prencipe, dalle quali raccogliesi anco quanto studio ponesse Boetio nelle cose d’Archimede, e de gl’altri buoni Autori.
540DIONISIO Romano cognominato picciolo fù Abbate, non sò di qual Monasterio. Fù huomo di gran scienza, & Aritmetico perfettissimo. Affaticossi intorno al computo Pascale, & aggiunse à Calendarii l’aureo numero, e confermò il Ciclo grande di Prospero, e Vittorino Aquitani, se bene in questo Ciclo i posteri hanno scoperto errore. Fù dotto della lingua Greca, e da quella recò molte cose de Greci in latino appartenenti al detto computo.
550ISIDORO Milesio fù compagno di Antemio Tralliano, e grandissimo Matematico, & ingegniero, perciòche principalissima professione fece egli delle Machine. Trovò il modo da trovare le due medie proportionali con un’Instrumento chiamato da lui Diabete. Nelle Matematiche fù discepolo di costui Eutocio Ascalonita, il quale ne commentarii sopra i libri d’Archimede fece honorata memoria del suo Maestro.
552ANTEMIO da Tralli Città di Lidia. Fù questi gran Matematico, ma sopra tutto attese alle Mecaniche. Fù egli per il suo valore chiamato da Giustiniano, il quale, come scrivono Agatia, e particolarmente Procopio, fece fabriche magnifiche, & importantissime, fra quali restaurò il grandissimo tempio di S. Sofia. Scrisse Antemio libri della sua professione, & hoggi conservati nella Biblioteca Vaticana un suo libro intitolato delle Machine paradosse, cioè maravigliose. Fù Maestro eccellentissimo delli specchi, che abbrusciano, e fecene belle prove. Fù egli così familiare di Eutocio, che da quel valent’huomo tutti i commentarii fatti sopra l’opere d’Archimede furono dedicati à lui.
EUTOCIO Ascalonita discepolo, come si disse, d’Isidoro Milesio, & amico d’Antemio, fù grandissimo Geometra, & udì dal suo Maestro l’interpretatione de più dotti Matematici, cioè d’Archimede, di Pappo, di Herone, d’Euclide, d’Apollonio, e de gl’altri di quella classe: Commentò i libri d’Archimede della sfera, e del Cilindro sopra gl’Equeponderanti, sopra i Conici d’Apollonio, sopra l’Almagesto di Tolomeo. Affaticossi parimente sopra il libro d’Archimede della dimensione del Circolo. Sono tutte le fatiche di quello grand’huomo state illustrate, e publicate dal Commandino.
555CRISE Alessandrino grand’ingegniero di Giustiniano servillo in fabriche di molta importanza, come s’ha da Procopio, ove scrive degl’Edificii mirabili del detto Imperatore.
600HERONE dalla professione cognominaro Mecanico, attese con gran profitto alle cose Geometriche, e particolarmente al negotio delle Machine. Scrisse un libro delle Machine da guerra, il quale non ha molto, fù tradotto dal greco, & illustrato di Scolii da Francesco Barocci. Questo non compose Herone di suo ingegno, ma raccolse le cose de gl’Antichi, e fecele più chiare. Scrisse anco un’opera di Geodesia tradotta dal medesimo Barocci. Mandò fuori anco un libro de gl’Horologgi solari, & un libro della positione de medesimi. Nella sua Vita habbiamo notato l’errore di coloro, che lo confondono con l’Alessandrino. Il nostro fù Cristiano, come manifestamente dall’opera sua si raccoglie, e vi ha qualche inditio, ch’egli fosse di Costantinopoli.
619LORENZO Italo, così cognominato fù Arcivescovo di Doroberna in Inghilterra; e scrisse del computo Pascale un’ libro molto dotto.
680ADELMO Bladuvino Inglese fù Abbate in Scozia del Monasterio Maidulbense dell’ordine di S. Benedetto. Fù huomo dottissimo, e scrisse molte opere sacre. Fù gran Computista, e scrisse egli anco della retta celebratione della Pasqua.
GEOLFRIDO anch’Egli Inglese, & Abbate dell’ordine Benedettino del Monasterio di S. Pietro, e Paolo in Inghilterra, fù grande nella ragione de computi Ecclesiastici, e scrisse un trattato in modo di Epistola al Re de Pitoni della retta celebratione della Pasqua. Fù questi Maestro del Santo, e Venerabil Beda.
730BEDA Prete, e Monaco del Monasterio di S. Pietro, e Paolo in Inghilterra dell’Ordine di S. Benedetto, fù oltre la Santità della vita dottissimo Filosofo, Teologo, e Matematico, e sopra tutto attese alle cose Astronomiche appartenenti agl’usi della Chiesa, & à computi Ecclesiastici. Scrisse sopra tutta la Sacra Scrittura e vecchia, e nuova. Scrisse parimente historie, Croniche, & altre cose in prosa, & in versi. Ridesi Tritemio di coloro, che vogliono, ch’egli fosse cieco.
850LEONE Magno Costantinopolitano fù discepolo di Michele Psello, & insegnò le Matematiche in Costantinopoli sua Patria ne tempi di Teofilo, e di Michele Imperatori.
880ALBUMASARO è il più antico degl’Arabi, che dessero opera alle Matematiche. Fù di natione Spagnuolo, & eccellentissimo Astrologo. Scrisse l’Introduttorio Astronomico, ampliò l’Almagesto, epitomato da Albategnio, compose Dialoghi, ne quali si sforzò di provare, che la Zona torrida fosse habitabile. Scrisse otto libri delle gran congiuntioni, & i fiori dell’Astrologia. Hebbe questi un figliuolo detto Abalachio anch’esso Matematico nobile.
880HUGBALDO di Natione Francese Monaco Benedettino nel Monasterio Cluonense, fù dottissimo Filosofo, Musico, e Poeta. Scrisse molte opere, e fra l’altre un libro di musica ne tempi di Carlo Calvo.
884MESSALA Spagnuolo, e di natione Arabo fù Medico, e Matematico nobilissimo. Scrisse un trattato degl’Elementi, & uno degl’orbi celesti. Scrissene un’altro della virtù del Motore. Fù giuditiaro curioso. Affaticossi intorno il Planisferio di Tolomeo, e fecene quasi una Parafrasi in lingua Arabica.
884ALBATEGNO d’Arata Città vicina à Damasco fù Medico, & Astrologo eccellente, e tradusse in Arabico tutte l’opere di Galeno, e fece commentarii sopra l’apse d’Aristotile. Fù grande osservatore de Moti celesti, & amicissimo dell’opere di Tolomeo, di cui restrinse, & epitomò l’Almagesto. Scrisse un trattato del Moto delle stelle. Emendò la quantità dell’anno osservata da Tolomeo. Affaticossi intorno alle Teoriche de Pianeti, e corresse la quantità dell’eccentrico osservato da Tolomeo. Scrisse in oltre un trattato dell’hore de pianeti, il quale affermò d’haver veduto Giovanni Stoflero nel suo trattato dell’Astrolabio.
900ISACIO Monaco Greco, e cognominato Argiro. Fù questi buon Matematico de suoi tempi. Scrisse alcuni scolii succinti sopra gl’elementi d’Euclide, che si sono conservati, e non ha molto furono publicati per opera di Giovanni Sambuco, il quale gli haveva manuscritti nella sua libraria. Fù Musico parimente Isacio, e scrisse commentarii sopra la musica di Tolomeo. Scrisse del Planisferio, & altre varie fatiche Astronomiche, le quali in alcune librarie si conservano. Scrisse della divisione del Palmo, & il metodo della Geodesia. Il tempo, quando egli scrisse, è poco noto.
905AURELIANO Prete della Chiesa Remense fù gran Musico de suoi tempi, e scrissene volumi, come s’ha dall’Abbate Tritemio.
970ALBONE Monaco Floriacense dell’ordine di S. Benedetto fù gran Computista, e scrisse un libro sopra il Calcolo Pascale di Vittorino, & un’ libro d’addittioni sopra il medesimo, predicando l’Evangelio in Vactonia, fù martirizzato dagl’Empii.
988ALÌ Aberangele pare che fosse di natione Persiano. Attese all’Astrologia de giudicii, & in quella professione lasciò scritti volumi. Scrisse egli un’opera intitolata De Segnali dell’Astrologia, & un’altra inscritta il Complemento de giuditii delle Stelle.
988PUNICO di natione, secondo me, Persiano, e contemporaneo d’Alì Aberangele, fù grand’Astrologo, e Filosofo, e Medico fra le nationi de gl’Arabi. Espose questi l’arte picciola di Galeno, & i quattro libri di Tolomeo de giuditii delle Stelle.
1000ZAELE Bemhiz Ismaelita, & Arabo fù Astrologo giuditiario, e scrisse in detta professione più libri, cioè dell’interrogationi, dell’elettioni, delle significationi de tempi ne giuditii, & anco della natura del nato. E ripreso costui dell’haver voluto ne giuditii descendere alle cose troppo particolari.
1007AZOSI grand’Astrologo fra gl’Arabi, scrisse libri d’Astronomia, e fra gl’altri dell’osservatione de moti, il quale libro si conserva in Germania nella libraria di Giordio Colimisio Zanstettero. Fiorì regnando Almansore.
1009ARZAHELE Spagnuolo, e Toletano Astrologo Arabo di molto nome, osservò, e scrisse assai intorno alla materia de moti celesti. Osservò cento, e trenta anni doppo Albategnio. Scrisse del moto dell'accesso, e del recesso. Compose le Teoriche dell'ottavo cielo per salvar i moti delle Stelle fisse.
1010ALMANSORE Spagnuolo di natione, e Saraceno, ò Arabo di Setta, attese all'Astrologia giudiciaria. Scrisse gl'Aforismi Astronomici, e diviseli in sentenze. Compose cento cinquanta giuditii, ò propositioni sopra le Stelle, e donò il detto libro al Re de Saraceni. Fù questi Padre di due figli eccellenti nelle dette professioni, l'uno chiamato Almeone, e l'altro Giovanni.
1020FEBERTO di Conturbia Monaco dell'ordine di S. Benedetto fù gran letterato de suoi tempi, e diede grand'opera alla musica, e scrissene un'utile volume.
1024ALI’ Aben Rodano di natione Egittio Medico, & Astrologo eccellente. Scrisse commentarii sopra l'arte picciola di Galeno, & alcuni Scolii sopra il Quadripartito di Tolomeo. Scrisse due altre operette, l'una della projettione de raggi, e l'altra di trè natività, fra le quali vi è anco la sua.
1030GUIDO Aretino Monaco dell'ordine di S. Benedetto, & Abbate del Monasterio della Croce di S. Leofredo, fù dotto in tutte le lettere, ma principal’ opera diede alla Musica, l’uso della quale facilitò grandemente havendo antiquato i caratteri, ò cifre ch’erano state in uso infino al tempo suo. Trovò l’uso della mano nella Musica, e la divisione delle linee, e quelle note communi, che hoggi si cantano per alzar, & abbassar la voce, e portarla convenientemente. Scrisse questi un libro di Musica intitolato Micrologo.
1054HERMANNO di natione Svevo figliuolo d’Hiltruda, e Volfredo Conti di Vectugia essendo dalla sua fanciullezza rimaso attratto de membri fù poi cognominato Contratto. Fù studiosissimo, & apparò la lingua Greca, l’Arabica, e la Latina, e dilettossi delle cose poetiche, e scrisse alcuni hinni, benche, secondo quell’età, con modo barbaro. Fù historico, e Cronista. Nella Filosofia parimente fece profitto, e nelle Matematiche, e nella Musica. Scrisse questi un libro della Musica, & uno del Monacordo. Fù amico di Guidone Aretino, fù buon Aritmetico, e scrisse un libro intitolato Ritmomachia, cioè combattimento di numeri, & un’altro del computo. Nell’Astrologia scrisse un volume dell’Eclissi, e dell’Astrolabio scrisse quattro libri. Scrisse anco un libro della quadratura del Circolo, & un libro di Fisionomia. Fecesi finalmente Monaco di S. Benedetto.
1055FRANCONE Tedesco Prete della Chiesa di Liegi fù huomo di molta scienza, Filosofo, Astrologo, e grande Aritmetico. Scrisse fra l’altre cose un libro del computo Ecclesiastico, & ad instanza d’Hermanno Arcivescovo di Colonia un libro della quadratura del Circolo.
1060MANUELE dell’Imperial famiglia de Comneni Costantinopolitano, attese all’Astrologia, e scrisse intorno alla detta professione varii volumi, che hoggi si conservano nelle librarie famose d’Italia.
1064RABI’ ISACCO Giudeo Spagnuolo attese all’Astrologia, e per cotal cagione fù caro al Re de Saraceni Almastimado. Scrisse questi sopra il Talmudde. Finalmente fù con tutta la Sinagoga de Giudei ucciso da Saraceni in Granata.
1069HELPERICO dell’Ordine di S. Benedetto Monaco del Monasterio di S. Gallo, di natione Tedesco, Filosofo, Teologo, Poeta, e Matematico. Scrisse molte opere, fra le quali furono un libro del computo Ecclesiastico, & uno di Musica.
1085VILHELMO Inglese Monaco, e Bibliotecario Malmesberiense fù historico, e Matematico. Scrisse dell’historie d’Inghilterra, compose libri di Musica, della ragione de computi, e dell’Astrolabio.
1091GUGLIELMO Tedesco Monaco Benedettino Abbate del Monasterio Hirsaugense, Filosofo, Teologo, e Matematico scrisse due libri di musica, un libro de Tuoni, un libro dell’Horologgio, & un volume d’Institutioni Filosofiche, & Astronomiche, & altre fatiche.
1095ROBERTO di Lorena Vescovo di Herfordia scrisse le deflorationi di Mariano, un libro de moti delle Stelle, un libro delle Tavole Matematiche, e del computo lunare.
1100MANUELE della nobilissima Famiglia de Briennii potentissima in Costantinopoli fatto l’Imperio di Romano Diogene, attese alle cose di Musica, e scrisse una degna opera nella detta professione, che noi manuscritta conserviamo fra gl’altri nostri libri.
1100ALAZENO figliuolo di Alaizeno Arabo grandissimo Matematico fra l’altre cose diede opera alla Perspettiva, nella quale in lingua propria lasciò scritto un nobilissimo volume, che fù poi mandato fuori in lingua latina da Federico Risnerio, & adornato di figure.
1102ALCHINDO, overo Giacobbe, che tale fù il proprio nome suo, nacque in Spagna, e fù di Setta Saraceno, ò Arabo. Attese alle cose di Filosofia, di Medicina, e di Astrologia. Scrisse molto nella Medicina. Publicò anco molte opere astronomiche, fra le quali vi è una intitolata de raggi delle Stelle, & un’altra del moto divino. Scrisse parimente un libro delle proportioni. Averroe fece il catalogo dell’opere mandate fuori da costui, fra le quali era un libretto intitolato delle ragioni delle sei quantità. Scrisse anco un libretto delle pioggie, e de venti, e delle mutationi dell’aere, non come Meteorologico, ma come Astrologo.
1111SIGEBERTO di natione Francese, Monaco Benedettino del Convento Gemblacese, scrisse molti libri in diverse professioni. Fù intendentissimo de computi Ecclesiastici, e scrissene un libro. Fù questi insieme Historico, e Cronista. Viene costui ripreso dell’essersi nello Scisma accostato ad Henrigo terzo contro Gregorio Settimo.
1140ROBERTO Baconio cognominato grossa testa fù di Patria Inglese. Attese alla Filosofia, alle Matematiche, & alla Teologia. Fù egli fatto Vescovo di Linconia in Inghilterra. Scrisse molti volumi filosofici, e Teologici. Nelle cose Matematiche lasciò scritto un libro della sfera, uno intitolato la somma numerale, uno del computo Ecclesiastico, & uno del Calendario riputato bellissimo.
1150AVO Macmad Giavar di natione Arabo figliuolo d’Afla, attese alle cose dell’Astrologia, e particolarmente alla dottrina de moti. Questi secondo Alpetragio scrisse un libro, nel quale corresse Tolomeo nel moto di Marte.
1155ALPETRAGIO, overo Aboafaco fù gran Filosofo, & Astrologo. Scrisse un libro di Teoriche dette naturali, nel quale si sforza di salvar tutte l’apparenze senza servirsi di Eccentrici, & Epicicli. Giovan Francesco Pico vuole ch’egli fosse Cristiano, ancorche dall’opere sue, nelle quali egli allega l’Alcorano, appaja Turco, ò Saraceno.
1155GIOVANNI Hispalense, cioè da Siviglia, attese all’Astrologia, & hebbe cognitione della lingua Arabica, onde tradusse quell’introduttione Arabica all’Astrologia intitolata Alcabitio, e publicolla con l’espositione di Giovanni di Sassonia, e l’emendationi d’Antonio de Fanti Medico di Trevigi. Scrisse libri di persettiva, e fece un’Epitome di tutta l’Astrologia.
1160GEBRO di natione Spagnuolo, Arabo di Setta, nacque in Siviglia. Diede opera alla Filosofia, alle Matematiche, & all’Astrologia, e per l’eccellenza dell’ingegno si guadagnò il titolo di acutissimo. Scrisse questi una Sintassi Astronomica, nella quale raccolse quanto nell’Almagesto haveva trattato Tolomeo, di cui fù così poco amico, che si sforzò di gettar à terra molte delle cose sue, contro cui à difesa di Tolomeo scrisse Alessandro Piccolomini. Lasciò scritte molte altre opere in altre professioni, e particolarmente alcuni libri d’Alchimia, nella qual vanità egli è tenuto dottissimo da chi presta fede à sogni de professori di quell’arte.
1191ALFAGRANO di natione, e di Setta Arabo fu stimato da suoi nell’Astrologia un’altro Tolomeo. Scrisse un libro intitolato il Compendio de Principii Astronomici. Haveva questi alcune opinioni intorno al moto proprio delle Stelle. Fiorì sotto Lafandino Figliuolo di Saladino.
1200LEOPOLDO d’Austria fù Astrologo giuditiario, e curiosissimo. Scrisse alcuni libri della detta professione.
1200OMAR, overo, come altri scrive Aomaro fù del paese di Giudea della Città di Tiberiade. Pubblicò alcuni libri dell’Astrologia giudiciaria, nelli quali imitò, come scrive Gioseffe Scaligero, la Dottrina di Doroteo, che della stessa materia scrisse in versi greci.
1208TEBITTE figliuolo di Core, e perciò detto Bencorab fù di natione Spagnuolo, e di stirpe Giudeo. Attese alle cose dell’Astrologia, e principalmente à quella, che osserva i moti celesti. Scrisse un Trattatello intitolato dell’immaginatione della sfera. È famoso costui per l’inventione del moto della trepidatione. Scrisse un libro dell’immagini, nel quale insegna di far’ immagini di tale, e tal virtù sotto tale, ò tale costellatione. Tebitte si connumera fra coloro, che hanno scritto la magìa naturale.
1217ABRAM Avenestra detto così per esser figlio d’Estra, per il suo sapere cognominato dalla sua Natione Ebrea il sapiente. Fù di Natione Spagnuolo, grande nelle cose di Gramatica, di Filosofia, di Teologia, come Hebreo, e delle Matematiche. Scrisse sopra tutti i ventiquatro libri del Testamento vecchio, ancorche non s’habbia alle mani, se non sopra il Pentateuco, & i Profeti. Conversò, e fù stimato assai nell’Isola di Rodi, ove morì ancora. Scrisse un libro de luminari, e de giorni Critici. Ne Commentarii suoi appare ch’egli fosse Astrologo, poiche gli sparse tutti di cose appartenenti alla detta professione.
1240MICHELE Scoto, cioè di Scotia, fù Astrologo Giuditiario, e servì in quella professione l’Imperator Federico secondo. Scrisse un dottissimo trattato per via di questioni sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco, il quale s’hà per le mani. Fù Mago secondo alcuni, e dicono, che si faceva portare le vivande talhora dalla Cucina de grandissimi Prencipi per arte magica. Morì per la percossa in capo d’un piccolo sassetto, della quale egli haveva preveduto di dover morire.
1250GIORDANO d’un luogo detto Hemore si chiamò Hemorario. Attese alle Matematiche, e particolarmente alle Mecaniche. Scrisse un libretto de ponderibus. Scrisse anco dieci libri d’Aritmetica, & un libretto del Planisferio. Hebbe dottrina assai barbara, e nelle Mecaniche prese assunti falsi; come nelle Mecaniche sue mostra il dottissimo Guidobaldo de Marchesi del Monte. Scrisse anco i Dati Aritmetici.
1256GIOVANNI di Sacro Bosco Inglese, overo secondo il Volaterrano Tedesco, studiò in Parigi, e fecesi Dottore di quello studio, ove fù publico professore dell’arti, e della Teologia, & al fine fecesi Frate dell’Ordine de Predicatori. Scrisse quella famosissima Sfera commentata da tanti eccellentissimi ingegni. Scrisse anco dell’Astrolabio, & un libro del computo Ecclesiastico. Scrisse anco un Calendario; le quali opere tutte si leggono dagli Studiosi. Fù egli huomo per lo suo tempo assai grande, ma non puro dalla ruggine di quel secolo, nel quale egli viveva.
1260RUGGIERO Baconio Inglese Dottor d’Offonio, e Frate Minoritano fù d’ingegno oltra modo curioso. Attese à calcoli Astronomici, & à computi Ecclesiastici. Affaticossi à trovar il vero giorno della Passione di Nostro Signore, ma non asseguì il vero, e perciò fù confutato da Pavolo di Middelburgo. Scrisse della Stella de Magi. Lasciò un libro de Pronostichi delle Stelle, uno de reggimenti celesti, uno della vera Astronomia, uno de giudicii dell’Astrologia, uno di Perspettiva molto lodato, uno della facoltà delli Specchi, uno dell’immagini di Nevomantia, uno dell’opere occulte della natura, & alcune altre in diverse professioni, e particolarmente nell’Alchimia, della quale egli fù espertissimo.
1262ALFONSO Figliuolo di Ferdinando terzo Re di Leone, e di Castiglia, doppo il Padre successe nel Regno. Attese alla Filosofia, & all’Astrologia. Fù egli eletto all’Impero da una parte degl’Elettori, ma non l’ottenne, succedendo in suo luogo Riccardo fratello del Re d’Inghilterra. Fù molto travagliato nel suo governo, & hebbe di molte guerre; nondimeno diede sempre opera agli studii, & alle cose civili. All’Astrologia fù inclinatissimo, onde conseguì nome di Astrologo. Fece tradurre molti libri Arabici di quella professione in latino, e chiamati d’ogni parte eccellentissimi Matematici, pose insieme quelle Tavole Astronomiche, le quali sono intitolate dal nome suo. Scrisse egli libri degl’Instrumenti Matematici, e particolarmente sopra uno chiamato con voce Arabica Asasca. Morì, e fù sepolto nella Città di Murcia, ch’à lui in alcune occasioni più di tutte l’altre era stata fedele.
1264CAMPANO, à cui diedero titolo di Maestro gl’huomini del suo tempo, di Patria Novarese, diede opera alla Filosofia, & alla Teologia, e fù ne suoi tempi assoluto Astrologo. Affaticossi intorno gl’Elementi d’Euclide, seguendo le traduttioni Arabiche, il che gli fù cagione di qualch’errore, ancorche per lo più si portasse così bene, che non hebbe ne suoi tempi chi megliore si fusse di lui. Scrisse un trattato della sfera in cinquantaquattro capitoli. Attese à computi Ecclesiastici, e scrissene un libro intitolato il computo maggiore, dal quale egli riportò molta lode. Scrisse anco un trattato dell’Equazione de Pianeti. Publicò parimente un libro della quadratura del cerchio; se però fù egli, che lo diede fuori, il che non può persuadersi Giovanni Buteone per la soverchia rozzezza, & imperfettione di quell’opera. Scrisse in oltre un libro del Quadrante, un Calendario, e molti altri Trattati.
1269VITELLIONE di Natione Polacco, ò Turingo, e secondo Giovanni di Monteregio, Tedesco, fù acutissimo Matematico, & avanzossi grandemente nelle cose di Perspettiva, onde ne scrisse quella bellissima fatica, la quale stampata da Federico Risnerio con quella di Alazeno si legge, nella quale si comprendono non solo le cose di Perspettiva, ma quelle delli Specchi ancora, che sono loro familiari. Alcuni hanno voluto riprenderlo in qualche cosa, ma non è meraviglia poiche humana cosa è l’errare. Scrisse anco Vitellione un’opera di Geomantia, la qual professione con l’altre di quel genere è da Sacri Canoni proibita. Imitò, e seguì in gran parte Vitellione la Dottrina d’Alazeno.
1270ABILFEDEA Prencipe della Siria, e della Persia grandissimo Cosmografo de suoi tempi, e da alcuni paragonato à Tolomeo, descrisse tutto il paese soggetto agl’Ismaeliti con diligenza mirabile.
1280HENRIGO di Malines discepolo d’Alberto Magno diede opera, oltra la Filosofia, e Teologia, anco alle cose Astronomiche. Fece commentarii sopra il libro delle gran congiuntioni d’Albumasaro. Scrisse anco un libro della propria Natività, & uno intitolato lo specchio delle cose divine, & humane, & un trattato della Stella de Magi. Fù quest’huomo così credulo nelle cose Astronomiche, che si persuase, che il diluvio di Noè procedesse dalla congiuntione di Giove, e di Saturno nel fine del Cancro, il che appresso me, & à chi non è privo di giudizio, è in tutto ridicolo.
1290GUIDO Bonato Fiorentino per esser stato mandato in esilio fatto Cittadino di Forlì, si disse Forlivese, diede opera alla Giuditiaria, e scrissene un grosso volume. Servì Guido da Montefeltro, e predissegli molte cose nelle guerre di Romagna. Fecesi finalmente Frate Francescano, e per humiltà andò chiedendo il pane à uscio à uscio.
1300CECCO, cioè Francesco detto dalla sua Patria d’Ascoli fù huomo ne suoi tempi assai dotto. Attese alle cose di Filosofia, & all’Astrologia, & anco alle sciocchezze, ò empietà dell’arte Magica. Servì questi Carlo Duca di Calabria, e fù suo familiare, & Astrologo. Scrisse commentari sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco, i quali imbrattò con mille vanità di Magia, ancorche nel fine dell’opera egli protesti di non haver detto, ne voluto dire cosa alcuna contro l’assertioni di S. Chiesa. Scrisse un libro di cose naturali, e Meteorologiche in versi goffissimi. Fù emulo di Dante, & andollo mordendo alla scoperta, ma non era costui tale, che le sue punture dovessero nuocere à quell’huomo così mirabile, e grande. Fù quelli, come scrive G. Villani l’anno 1328., abbrusciato in Fiorenza per Mago.
1300PIETRO di Dacia fù buon Filosofo, & intendente delle lingue migliori. Attese principalmente all’Astrologia, nella qual professione lasciò scritte molte operette, una de computi Astronomici, una del Calendario, una di Tavole Astronomiche; Non fù però tale, che arrivasse all’eccellenza.
1300GIOVANNI Suissetto cognominato il Calcolatore fù di natione Scozzese. Fù ne computi sottilissimo, onde Girolamo Cardano ardì di paragonarlo nella vivacità dell’ingegno con Euclide, e con Giovanni Scoto.
1302NICOLÒ Cabasila Greco, e Vescovo di Tessalonica scrisse molte cose Teologiche, & Astronomiche. S’hanno del suo nella libreria Vaticana l’osservationi sopra la visione de quattro animali in Ezechiele. Questi per alcune sue false assertioni è stato condannato da S. Chiesa, e posto nel Catalogo degl’Heretici. Fece questi Commentarii sopra l’Almagesto di Tolomeo.
1304PROFASIO Giudeo attese all’Astrologia, e fecene osservationi, le quali lasciò scritte. È costui allegato da Francesco Giuntino, e da alcuni altri.
1320HENRIGO da Bruselles Monaco Benedettino del Monasterio di Stafflinga, Filosofo, e grande Aritmetico. Scrisse alcune operette, cioè, della Ragione del computo, il Calendario delle incisioni, & alcune altre cose.
1320NICEFORO Gregora Greco Filosofo, e Teologo attese anco alle cose dell’Astrologia. Scrisse molte opere in varie professioni, fra le quali si connumerano l’infrascritte; Alcuni commentarii sopra Aristotile, un discorso intitolato Fiorenzo, ò della Sapienza, l’Encomio della sua Patria, l’Historia di Roma, cioè degl’Imperatori di Costantinopoli, e tutte queste si conservano manuscritte nella libraria Vaticana: Commentarii sopra Sinesio degl’insogni, che pure si conservano. Orationi contro gl’Heretici Palamiti: il Compendio dell’Historie libri dieci: un libro del gran pesce, e degl’altri Animali: conservasi nella libraria de Medici: Della morte dell’Imperatore Andronico Paleologo: contro quelli che pongono il fato. D’Astrologia scrisse contro coloro, che la calunniano, un’essortatoria alla detta professione. Scrisse anco dell’Astrolabio un utilissimo trattatello, che fù tradotto in latino dal Valla, e stampato in Parigi con l’Astrolabio del Poblacione, di Proclo, e del Kebelio. Visse Niceforo ne tempi d’Andronico Paleologo, di cui egli scrisse, come fù detto, la morte.
1330GIOVANNI di Sassonia cognominato Danco fù huomo d’acutissimo ingegno. Studiò in Parigi, dove attese alla Filosofia, & alle Matematiche, nelle quali particolarmente diede opera all’Astrologia. Scrisse Canoni dell’Ecclisse, uno dell’Astrolabio, uno dell’incisioni, e alcune espositioni sopra l’Alcabitio, & un libro de Canoni sopra le Tavole del Re Alfonso. Fù compagno di Giovanni Lignerio, e Maestro di Giovanni Eligerio.
1330GIOVANNI de Muri nello studio di Parigi compagno di Giovanni di Sassonia, e di Giovanni Lignerio, e d’un certo Bernardo, grand’Aritmetico, calculò il giorno della Passione di Cristo Signor Nostro, ma non s’appose, come s’ha da Pavolo di Middelburgo nella sua Paulina.
1300BARLAAMO detto Calabro per esser nato in Calabria, Monaco dell’Ordine di S. Basilio, attese alle Lettere greche e latine, mà particolarmente alle greche. Vagò per tutte le scienze, e più dell’altre si compiacque delle Matematiche. Scrisse molto in varie professioni. Fù egli infetto di Heresia greca circa la processione dello Spirito Santo. Affaticossi intorno agl’elementi d’Euclide, onde si valse delle cose di lui Federico Commandino ne suoi Commentarii. Scrisse cinque libri di Logistica, cioè dell’arte de computi, alcune dimostrationi Aritmetiche: della Geometria, & un’opera intitolata Teologica speculatione sopra l’inventione della Pasqua. Publicò un trattatello della fabrica, & uso dell’Astrolabio annulare, un libretto degl’Elementi Astronomici, che sono in luogo d’un preparatorio alla gran construttione di Tolomeo. Lasciò altre opere ancora, le quali si conservano nelle librerie d’Italia, fra quali è un libro intitolato le collettioni, nel quale raccoglie da gl’Autori, così Latini, come Greci le cose appartenenti alle favole degli Dei Gentili, della qual’opera si valse Giovanni Boccaccio di cui egli fù amico in quel libro, ch’egli scrisse della Genealogia degli Dei. Fù Maestro di Leontio Pilato, e di Pavolo Perugino Giureconsulto, e Bibliotecario del Re Roberto di Sicilia. Non sò se questo Leontio sia quello, di cui s’hanno alcuni Commentarii greci sopra la fabrica della sfera d’Arato.
1340ANDALO Genovese della famiglia de Negri attese con molta felicità alli studii dell’Astrologia, & alle speculationi de moti celesti. Peregrinò molto, & osservò le latitudini de luoghi per aggiustar le Tavole degl’Antichi. Lasciò un’opera dell’Astrolabio già stampata in Ferrara. Scrisse parimente delle Teoriche de Pianeti. Dilettossi anco di cose Poetiche, e fù Maestro di Giovanni Boccaccio.
1344BRENLANLIO cognominato Britannico buon’Astrologo de suoi tempi, scrisse delle presuntioni Astrologiche.
1347GIOVANNI Estuido di Natione Inglese, Filosofo, Teologo, & Astrologo, scrisse la somma Anglicana, overo degl’accidenti del Mondo divisa in doi libri, opera grande, & appartenente all’Astrologia de Giuditii.
1350GIOVANNI Lignerio di Natione Tedesco, Filosofo, & Astrologo famoso de suoi tempi, fù Lettore nello Studio di Parigi. Scrisse molte opere, un libro de Canoni del primo mobile, uno dell’Instrumento Armillare, uno dell’Equatorio delle Minutie de numeri, uno delle utilità dell’Astrolabio, & dell’imagini delle stelle fisse.
1350GIOVANNI Eligerio discepolo di Giovanni di Sassonia, e di natione Tedesco di Gondesleven, attese alla Filosofia, & all’Astrologia. Scrisse un libro della compositione dell’Astrolabio, & uno delle utilità del medesimo, uno dell’utilità del Quadrante, due della Calamita, uno dell’Astrogemetro, & alcune altre cose.
1360NICOLÒ di Linna Inglese di Norfolcia scrisse Canoni delle case de Pianeti, un libro della sfera giuditiale, uno de dogmi dell’Astrologi, uno delle figure, e de segni, uno della revolutione del Mondo, uno dell’uso dell’Astrolabio, uno per gl’Infermi, uno dell’Eclisse del Sole, uno de giudicii delle Stelle, & uno delle geniture.
1370GIOVANNI Corrado Tedesco d’Alzeiten dotto in varie professioni, scrisse molte opere in versi, & in prosa. Attese alla Gnomonica, e scrissene un libro commemorato da Francesco Barocci nella Cosmografia.
1372RUGGIERO Suissetto Inglese scrisse un libro de Calcoli Astronomici, uno de Calcoli Matematici, uno dell’Effemeridi, & uno dell’arte cabalistica.
1372LODOVICO Rigio, ò Regio scrisse gl’Aforismi Astrologici al Patriarca di Costantinopoli, che s’hanno stampati in Norimberga.
1372PAVOLO Fiorentino, cognominato il Geometra, fù gran Geometra, Aritmetico, & Astrologo. Attese alle Teoriche, e di sua mano fecene eccellentissimi Instrumenti. Scrisse anco nelle dette professioni. Morendo fù sepolto in Fiorenza nella Chiesa di S. Trinità, & honorato d’una bella sepoltura, & epitafio.
1397HENRIGO d’Hassia di natione Tedesco nato in Langestein diede opera alle scienze nello studio di Parigi, compagno di Giovanni Lignerio, di Giovanni di Sassonia, e di quegl’altri. Fù buon Teologo, e scrissene molti volumi. Mandò fuori un libro contro gl’Astrologi giuditiarii. Scrisse le Teoriche de Pianeti, & altre opere. Si trovò all’erettione dello Studio di Vienna, chiamato alla lettione delle Matematiche. Morì in Vienna, e fù sepolto nella Catedrale con Henrigo d’Oita suo Collega.
1400LEONARDO, che dalla Patria fù detto Pisano, fù grandissimo Geometra, & Aritmetico. Peregrinò lungo tempo in Paesi Orientali, e da gl’Arabi medesimi apparò l’Algebra, e tornato in Italia ne scrisse un degno volume, il quale non è però mai uscito alla luce. Scrisse anco un’ libro de numeri quadrati, che il Xilandro tiene, ch’egli prendesse da Diofanto. Compose anco un nobilissimo libro Geometrico, il quale si conserva manuscritto nella libraria Feltria d’Urbino, il quale Federico Comandino era per publicare, se non fosse stato prevenuto dalla morte. Delle cose di Leonardo si valse fra Luca dal Borgo, & à giorni nostri Nicolò Tartaglia Bresciano.
1411TOMASO Branduardino, overo, come altri scrivono Bravardino Inglese, fù gran Teologo, e trattò di cose Teologiche profondissime, come sono della Trinità, della Prescientia, & altre cose tali, e scrisse dottamente contro i Pelagiani. Compilò una somma di Teologia, & altre opere. Attese egli alle Matematiche felicemente. Scrisse de principii Geometrici, libri di Aritmetica, e della quadratura del circolo.
1425PIETRO d’Aliaco di natione Francese Teologo, Filosofo, e Matematico, e Dottore Parigino scrisse molte opere in ciascuna delle dette professioni, e particolarmente nella Teologia. Intorno poi alle Matematiche scrisse quattordeci questioni sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco, un trattato della Stella de Magi, due libri della concordia della Teologia, e dell’Astrologia, della correttione del Calendario, del vero Cielo lunare, un’opera de dodici paralleli. Fù huomo, che s’ingerì ne maneggi. Fù fatto Vescovo di Cameraco, & indi da Giovanni Papa, che si dicea prima Baldassar Cossa, fù nella prima promotione creato Cardinale. Trovossi ne frangenti delle Scisme, e si portò con molta prudenza. Hebbe Pietro molti discepoli, e fra gl’altri Giovanni Gersone, huomo di grandissima Santità, e di eccellente Dottrina.
1425GIOVANNI Cantuariense, cioè di Conturbia, Inglese, che poi fù Arcivescovo Cameracense, cognominato Betsan, diede opera alle Matematiche, e particolarmente alla perspettiva, nella quale scrisse un volume diviso in tre libri, intitolato la perspettiva commune, della quale appresso gl’Intendenti è fatta grandissima stima. Scrisse anco un libro diviso in quindici Capitoli, ch’egli inscrisse L’occhio morale. Il suo libro di perspettiva fù emendato, e fatto ristampare in Norimberga da Giorgio Harmanno. Alcuni ignoranti in luogo di Betsan leggono Pisano.
1438GIOVANNI Gazulo Ragugeo attese à moti celesti. Di costui fassi mentione nelle Tavole di Giovanni di Monteregio.
1440GERARDO da Sabioneta, che poi fattosi Cittadino di Cremona fù detto Cremonese, fù Medico, & Astrologo, hebbe cognitione della lingua Arabica, e della Greca. Praticò nella Spagna, e particolarmente in Toledo, & ivi dall’Arabico tradusse in latino molti libri di Medici Arabi. Dalla lingua Greca ancora trasferì molti libri di Medicina. Del suo fece alcuni Commentarii sopra il Viatico di Costantino Monaco, & alcuni altri libri di Medicina. Nelle cose Astronomiche tradusse i nove libri dell’Astronomia di Gebro, e scrisse un libro di Teoriche intitolate vecchie, contro le quali scrisse Dialoghi Giovanni di Monteregio. Scrisse anco Gerardo alcune cose intorno alla vanità della Geomantia.
1442GIOVANNI Gmunde Francone di patria successe nello studio di Vienna ad Henrico d’Hassia, ove hebbe un Canonicato nella Catedrale, e fù fatto Vicecancelliero dello Studio. Attese alla Filosofia, alla Teologia, alle Matematiche, & à tutte l’arti liberali. Scrisse Tavole del moto de Pianeti, e dell’Ecclissi, de Luminari al Meridiano Viennese. Scrisse un Calendario, i Canoni sopra le Tavole, Delle Tavole, un libretto dell’arte del calculare i minuti fisici, varie Tavole della parte proportionale, un Trattato de Sini, l’Equatorio del moto de Pianeti, la compositione dell’Astrolabio, e dell’utilità sue, & alcuni altri instrumenti. Morì in Vienna, e fù sepolto nella Catedrale.
1447HUMFRIDO cognominato Buono, figliuolo di Henrigo quarto Re d’Inghilterra, Conte di Pembrochia, e Duca di Glocestre. Fù eccellente Astrologo de suoi tempi, e scrisse nella detta professione. Questo fù, mentre dormiva, affogato da suoi nemici con un guanciale.
1450GIOVANNI de Dondi Padovano Fisico, & Astrologo, fù publico Lettore delle Matematiche nello studio della sua Patria. Scrisse molte opere, fra le quali è quella de Fonti caldi del Territorio di Padova. Publicò un libro sopra un’Instrumento detto Astrario, overo opera de Pianeti, nel quale insegna à far Instrumemti per osservar facilmente i moti loro.
1460GIOVANNI Bianchino Bolognese, trasferitosi à Ferrara, fecesi Cittadino di quella Patria. Hebbe cariche nella Corte di Leonello, e di Borso. Diede opera fin da fanciullo a studii dell’Astrologia, nella qual professione scrisse un libro de Canoni, e Calcoli Astronomici perpetui, dedicandolo al Marchese Leonello. Quest’opera accresciuta da lui, e fatta più perfetta donò la seconda volta all’Imperatore Federigo. Scrisse anco un trattato del primo mobile: quali libri poi furono stampati in Venetia per opera d’Agostino Olomucense Nipote d’Andrea Stiborio.
1462GIORGIO Peurbachio così detto dal nome della sua Patria fù di natione Tedesco, dottissimo in tutte le buone arti, Filosofo, Teologo, e sopra tutte l’altre cose Matematico assolutissimo, onde meritò la pubblica Lettura delle dette scienze nello Studio di Vienna; della qual Città egli fù fatto Cittadino. Fù caro all’Imperator Federico, & indi stipendiato da Sigismondo, che nel Ducato d’Austria successe a Federico. Fù anco amato, e stimato dal Cardinal Bessarione Niceno, ad instanza di cui cominciò ad epitomare l’Almagesto di Tolomeo, ma prevenuto dalla morte, non passò il sesto libro; onde fù bisogno, che lo finisse Giovanni di Monteregio. Scrisse Giorgio molte opere Astronomiche, le quali sono commemorate da Andrea Stiborio, e da noi nella vita, che scriviamo di lui, le quali per fuggir la lunghezza tralasciamo in questo luogo. Fra tutte l’altre opere sue più si guadagnò di lode, e fece utile al Mondo con quel maraviglioso trattato delle Teoriche, nel quale avanzò quanti havevano scritto avanti à lui, e per ancora non trova chi lo pareggi. Sopra quest’opera hanno scritto molti eccellenti ingegni, fra quali senz’alcun dubbio tiene il primo luogo il Reinoldo. Hebbe famosi discepoli, fra quali furono Nicolò di Cusa, e Giovanni di Monteregio. Morì in Vienna di morte immatura, perciòche non vidde il quarantesimo anno dell’età sua. Fù sepolto honoratamente nella Catedrale, havendosi, mentre viveva, composto l’Epitafio.
1464HERMANNO Zostelio di natione Tedesco attese à calcoli Astronomici, & à computi Ecclesiastici. Scrisse questi del tempo della celebratione della Pasqua, l’opera di cui è citata da Giovanni Stoflero nel suo Calendario. Trovossi con Nicolò di Cusa nel Concilio di Basilea, ove si trattava dell’emendatione dell’anno, e della restitutione dell’Equinotio. Teneva egli che dovesse ridursi al ventesimo primo di Marzo, come era à tempo del Concilio Niceno. Questa sua opinione è ventilata dallo Stoflero da Pavolo di Middelburgo, e da Giovanni Lucido. Basta, che ultimamente appare, che buona fosse la sua consideratione, poiche à questo termine l’ha ridutto l’emendatione Gregoriana.
1464NICOLÒ di Cusa Tedesco huomo di mostruoso ingegno impatronissi delle tre lingue megliori, e diede opera all’arti liberali, & alle scienze. Nelle Matematiche fù discepolo, come si disse, di Giorgio Perbachio. Si trovò come dicevamo, nel Concilio di Basilea con il Zostelio, e Pietro d’Aliaco, & affaticossi intorno alla correttione dell’Anno. Fù caro à due Pontefici Pio secondo, e Nicola quinto, de quali il secondo l’honorò della dignità del Cardinalato. Fù poi dal detto Pontefice adoperato in maneggi importanti, & in varie Legationi. Scrisse molte opere Teologiche, e molte Matematiche, delle quali nella sua vita raccontiamo le seguenti. Della correttione del Calendario, De complementi Matematici, Della perfettione delle Matematiche, Dell’eccellenza della speculatione, Il direttorio dello specolante, Della Quadratura del Circolo, Un Dialogo degl’Esperimenti Statici. Nel libro della Quadratura del Cerchio fù agramente ripreso da Giovanni di Monteregio, e Buteone. Nell’altre opere sue ancora si può conoscere talhora più sofistico assai, che reale, e d'ingegno acuto, ma non sodo. Fù Vescovo di Bresannone, e fù travagliato molto da Sigismondo Arciduca d'Austria, che lo fece anco prigione, ancorche interponendovisi Pio secondo, egli tosto lo liberasse. Mentre il detto Pontefice si trasferì in Mantova, fù Nicolò in luogo suo lasciato Legato in Roma. Morì finalmente à Todi, e fù il suo corpo riportato in Roma, e sepolto in S. Pietro in Vincola. Il suo core fù portato in Germania, e sepolto nella Chiesa d'Ursicastro fabricata da lui.
1470PROSDOSIMO Padovano della famiglia di Beldomando fù professore delle Matematiche nella Patria sua, & è fra coloro, che furono lodati nella sua oratione in lode dell'Astrologia da Luca Gaurico. Non hebbe cognitione della lingua Greca, onde per questa cagione, e per altro ancora appartenente alla Geometria fù ripreso da Francesco Barocci nella Cosmografia. Scrisse, come dice il Volaterrano nella Filosofia, libri d'Aritmetica. Fece ancora commenti sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, e compose un volume d'Astrologia con le tavole de moti de corpi, com'egli dice, sopracelesti, la qual'opera manuscritta si conserva nella libraria Feltria di Urbino.
1474ALFONSO da Siviglia, che perciò si dice Hispalense, attese all’Astrologia, e compose alcune Tavole Astronomiche, le quali donò alla Regina Elisabetta, & inscrissele del suo nome, il che fece per lasciar eterno Testimonio de beneficii ricevuti da quella gran Regina. Fù egli Medico di Professione, e servì un Cardinale di Casa Borgia. Nell’inscrittione de Canoni Astronomici chiamossi da Cordova, il che per qual cagione si facesse, non saprei.
1476GIOVANNI, che dalla sua Patria fù detto di Monteregio, fù Tedesco, e di Franconia; il suo vero cognome fù Molitore, come riferisce il Giuntino. Hebbe per Maestro, come fù detto, Giorgio Purbachio. Fù d’ingegno acutissimo, & hebbe ottima cognitione della lingua Latina, e della Greca; Fù anco professore dell’arti, e della Filosofia. Essendo giovane se ne venne in Italia, ove contrasse amicitia con Pavolo Fiorentino. Mentre era in Italia, scrisse contro Nicolò di Cusa. Scrisse Giovanni tante opere, e così eccellenti nelle cose Geometriche, & Astronomiche, che sarebbe cosa lunga il raccontarle ad una ad una, bastando assai di quello, che ne habbiamo detto nello stender pienamente la vita di lui. Molte opere haveva promesse, le quali sopragiunto dalla morte non potè recar al fine. Fu carissimo à Mattia Huneade Re d’Ungheria grandissimo remuneratore de virtuosi. Fù chiamato dalla Città di Norimberga, e fattone Cittadino, e da Sisto Quarto fatto Vescovo di Ratisbona, dal quale chiamato à Roma per la correttione morì di morte repentina con grandissimo dolore di tutti i letterati, essendo d’anni quarantino dell’età sua, e fù sepolto in Roma nella Chiesa di S. Spirito. Questa lode ha egli particolare, dell’esser stato inventore della decima sfera, la quale secondo lui è quella, che in ventiquattr’hore si volge da Levante e Ponente, e rapisce le sfere inferiori col moto suo.
1480LEON Battista Alberti nobile Fiorentino huomo d’ingegno acutissimo, & à tutti gli studii egualmente disposto, attese felicemente alla Pittura, Architettura, & alle Matematiche, e scrisse con molta eleganza in latino più libri. Lasciò dieci libri d’Architettura, ne quali pare, che non solo emulasse, ma superasse Vitruvio. Scrisse di pittura, de lumi, e dell’ombre. Scrisse anco le piacevolezze Matematiche, & un libro della nave. Fù argutisimo nelle cose morali, onde leggiamo del suo cento Apologi, il Momo, overo del Prencipe, & alcune altre opere. Dicono, ch’egli per via dello specchio fece il suo ritratto eccellentissimamente al naturale.
1480CARLO Boviglio Veromanduo Samacobrino fù d’ingegno così vario, e vivo, che non lasciò cantone alcuno di scienza, e d’Arte, ove non penetrasse, & in tutte le professioni scrisse volumi; le quali per esser moltissime, tacerò in questo luogo dell’altre, e racconterò le Matematiche. Scrisse dunque della Quadratura del Circolo per via d’un’Instrumento Geometrico, ritrovato da lui. Fece sei libri d’introduttioni alla Geometria, l’introduttione alla Perspettiva. Scrisse della Cubicatione della sfera, De Matematici perfetti, un libro delle ruote Matematiche, De i corpi Matematici, ò Geometrici, De supplementi Matematici, & altre opere curiose.
1480BARTOLOMEO Zamberto Venetiano fù intendente delle Matematiche, e della lingua Greca, onde si pose à tradurre i libri d’Euclide secondo l’editione di Teone. Recò dunque nella lingua latina il libro degl’Elementi, la Specolaria, la perspettiva, i Fenomeni, & il libro de Dati con la Proteoria di Marino; non sono però le sue traduzioni senza errore, i quali dal Maurolico sono attribuiti all’ignoranza del Zamberti, ma dal Comandino, & altri alla scorrettione degl’esemplari. Scrisse una Comedia, la quale fù stampata fra i libri della Stamperia Hervagiana.
1485PAVOLO Fiorentino Filosofo, e gran Geometra attese principalmente alla Medicina, e diede opera alla lingua Greca. Fù per l’eccellenza nella Geometria caro à Nicolò di Cusa, & à Giovanni di Monteregio, e de nostri à Cristoforo Landino, & à Marsilio Ficino, & à tutti gl’altri di quella dottissima Patria, che fiorirono ne tempi del gran Cosimo de Medici. Morì vecchissimo, e non lasciò cosa alcuna partorita dal suo ingegno à posteri.
1487NICOLO’ Bursio Parmegiano fù huomo, che attese alle lettere, e particolarmente dilettossi delle cose della Musica, intorno alla quale compiacquesi della Dottrina di Guidone Aretino. Scrissene questi un’libro, nel quale si sforzò di difendere esso Guidone dalle calunnie d’un certo Spagnuolo. La lingua, e la dottrina di costui tengono assai del barbaro, e rugginoso.
1490LUTIO Bellantio da Siena familiare di Gioviano Pontano attese alle cose d’Astrologia, e scrisse un libro contro il Pico della Mirandola, impugnando quell’opera, che da lui era stata scritta contro gl’Astrologi.
1490GIOVAN BATTISTA Capuano di Manfredonia Canonico della Congregatione Lateranense fù publico Lettore delle Matematiche nello studio di Padova. Fù questi molto dotto, come appare da Commentarii, che lui ha fatto sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, e sopra le Teoriche di Georgio Peurbachio.
1491DOMENICO MARIA Italo publico professore delle Matematiche nello studio di Bologna, osservò i moti celesti, e ne scrisse. Discepolo di costui fù Nicolò Copernico.
1494LORENZO Bonincontro da San Miniato Filosofo, & Astrologo eccellente, e commodo Poeta. Gregorio Giraldi lo chiama huomo di portentosa dottrina. Scrisse questi ad imitatione d’Ovidio un libro de Fasti, & alcuni Commentarii. Fù domestico, & amico di Marsilio Ficino.
1494ALBERTO di Prussia cognominato Pruteno visse in Cracovia Metropoli di Polonia, dello studio di cui fù Collegiato. Fù buono Astrologo, e scrisse molte opere, fra le quali dall’Abbate Tritemio sono connumerate le seguenti: Un libro sopra le Teoriche di Giorgio Peurbachio, & uno sopra l’Efemeridi Conispergesi.
1494GIOVANNI Toloso di natione Tedesco, e Francone Canonico di Ratisbona, e Dottore de Sacri Canoni, attese alle buone arti, e fù Astrologo, Cosmografo, e Poeta eccellente. Scrisse alcune cose di Matematica, se bene l’Abbate Tritemio non dice, di che trattassero.
1494AQUINO di Suedia Frate dell’Ordine de Predicatori buon Filosofo, e Matematico, scrisse un’ libro de numeri, e de suoni ad imitatione di Boetio; Scrisse anco un libro di proportioni, & alcune altre cose.
1496MATTIA Minecomio Fiammengo, e da Trajetto Frate dell’Ordine de Crucigeri abbreviò la Musica di Boetio, e la Teologia naturale di Raimondo Sabunde.
CRISTIANO Molitore Tedesco da Klagèfurt scrisse molte operette d’Astrologia, le quali sono molto stimate dagl’Intendenti, e si guadagnò gran nome con suoi pronostici fra gl’huomini del suo tempo.
1495BERNARDO Valtero da Norimberga scrisse le osservationi Astronomiche secondo le regole di Tolomeo del Moto del Sole.
1500GIOVANNI Stabio d’Austria Historico, Poeta, e Matematico fù chiamato à suoi servitii da Massimiliano Imperatore. Scrisse molte opere, e nelle Matematiche lasciò le seguenti - L’Horoscopio universale con le linee spirali, un’altro con le linee colunnari, ò cilindriche, un’Instrumento da trovar l’ascendente con le case celesti, e le stelle fisse à diverse elevationi, un’Instrumento detto Horometro, la compositione del Meteoroscopio da trovar le longitudini delle Città, compositioni, & inventioni di projettioni di Tolomeo, varie sorte di Corografie, la descrittione di varii modi da dipingere le tavole cosmografiche, il modo del trovar le distanze de migli fra diversi luoghi, & altre opere di Cosmografia, il modo del fare l’horologgio lunare, & inventò quella specie d’horologgio, che dalla forma fù detto la foglia della Pioppa. Fece anco una tavola delle stelle fisse, nella quale hebbe per compagni Alberto Duzero, e Volparia Fiorentino.
1500GIACOBO Sconentio Filosofo, e Matematico di Herbipoli scrisse con elegante stile un’Apologia in difesa dell’Astrologia contro il Pico della Mirandola.
1500GIOVANNI Eslezero Magnutio scrisse un picciolo volumetto, nel quale si sforzò di dimostrare che il punto dell’Equinottio della Primavera precede il principio dell’Ariete, che è nelle tavole gradi quattro, e mezzo.
1500FRANCESCO Sirigatto huomo di varia letteratura diede opera alle cose Astronomiche, delle quali anco lasciò scritti volumi. Habbiamo del suo un Calendario diviso in tre libri, nel primo de quali tratta di tre sorte di nascimenti, & occasi, dell’imagini stellate secondo i Poeti, e gl’Astronomi; nel secondo delle Sinastatole, e Simmesuranemi, e sincatadisi, cioè con qual grado di segno nasca, sia à mezzo il Cielo, e tramonti ciascuna stella, nel terzo pone la quantità dell’arco dell’eclittica, che ascende nel tramontare di qualsivoglia stella. Questa sua fatica dedicò egli à Papa Leone Decimo, nel qual tempo verificò tutti i luoghi delle stelle.
1500PIETRO Cirvello Darocese Spagnuolo fece commentarii sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco.
1500ABRAM Zacuto Giudeo Spagnuolo di Salamanca fù Astrologo del Re Emanuele, & è connumerato da Damiano di Goa fra gl’altri Spagnuoli eccellenti in quella professione. Compose l’Almanacco perpetuo di tutti i moti de Cieli.
1501BATTISTA Piasio nobile Cremonese Filosofo, Medico, & Astrologo, fù lettore di Filosofia, e di Astrologia nello studio di Ferrara, chiamatovi dal Marchese Leonello. Predisse molte cose, le quali riuscirono vere. Scrisse molto, e fra l’altre cose prese la difesa di Gerardo contro il Monteregio, ma queste sue fatiche non sono uscite alla luce.
1501GIORGIO Interiano Gentiluomo Genovese, attese particolarmente alle cose di Cosmografia, e scrisse alcuni trattati della longitudine Cosmografica. Fù il primo, che portò à Venetia i Platani. Questi ad istanza di Pavolo Manutio scrisse la vita di alcuni popoli detti Richii.
1502GIOVANNI Gioviano Pontano da Cerete huomo d’ingegno divino, & attissimo à tutte le cose. Accostossi à servitii de Re di Napoli, appresso i quali diventò grande e di lettere, e di riputatione. Scrisse molte cose in versi con eleganza, e natura mirabile, & in prosa con felicità non dispari. Attese con grande studio alle cose Astronomiche, nelle quali scrisse quel bel libro dell’Urania, ove egli tratta delle stelle. Fece parimente Commentarii sopra il Centiloquio di Tolomeo, e dedicolli al gran Federico Feltrio Duca d’Urbino. Scrisse anco quattordici libri intitolati delle cose celesti, ne quali raccolse con molta diligenza da Tolomeo, da Giulio Firmico, e da altri tuttocio, che ad un’esquisita cognitione della Giuditiaria può appartenere.
1506GIOVANNI Vernero nato di nobilissima famiglia in Norimberga, diede opera alle Matematiche, e lasciò doppo se molte fatiche, percioche tradusse egli, e mandò fuori con bellissime figure tutte quasi l’opere d’Archimede, e del suo scrisse un libretto di ventidue elementi comici. Scrisse anco insieme un Commentario, ò Parafrasi intorno agl’undeci modi dell’addoppiar il cubo, & un’altro Commentario sopra il problema di Dionisiodoro, e di Diocle, nel quale si propone di segar la sfera con un piano secondo la data proportione. Publicò due trattati del Moto dell’ottava sfera, e tradotta dal Greco la Geografia di Tolomeo v’aggiunse annotationi, e commentarii. Scrisse anco un trattato de giudicii del vento, e de Meteoroscopici promessi alla luce da Giovanni Hermanno.
1506BARTOLOMEO Vespucci nobile Fiorentino attese agli studii delle Matematiche, ancorche principal sua professione fosse la Medicina, nella quale, e nell’arti egli era addottorato. Diessi poi in tutto all’Astrologia, & alle Matematiche, e ne fù publico Lettore nello studio di Padova. Hassi del suo un dotto commento sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco.
1509LUCA Pacioli dal Borgo S. Sepolcro Frate Minoritano di S. Francesco, attese fin da fanciullo alle Matematiche, nelle quali per l’acutezza del suo ingegno egli divenne eccellente. Fù publico Lettore delle dette professioni in Perugia, ove scrisse alcuni libri d’Algebra, e dedicolli alla gioventù Perugina. Fù doppo chiamato col detto carico in Roma, & indi à Napoli. Scrisse molte opere Geometriche, & Aritmetiche. Tradusse in volgare gl’Elementi d’Euclide. Scrisse il libro della Divina proportione, e compilò quel suo gran volume, intitolato — Somma dell’Aritmetiche, e Geometriche proportioni, la quale egli dedicò al Duca Guidobaldo figliuolo di Federico Feltrio d’Urbino. Scrisse anco un’libro de corpi regolari, & alcune altre cose. Fù egli barbaro nella lingua, poiche senza alcuna scelta mescolava le parole volgari, e le latine, e l’une, e l’altre corrompeva, il che diede occasione ad Annibal Caro di chiamar l’opere di Fra Luca Ceneracci, poiche era in loro sepolto l’oro delle cose, come fra le ceneri degl’Orefici sogliono esser nascoste le minuzzaglie dell’oro.
1510GIACOBO Fabro Stapulese Fiammengo d’ingegno felicissimo attese con gran frutto ad ogni sorte di dottrina, e giunse all’eccellenza, di maniera che fù giudicato meraviglia del suo secolo. Scrisse in tutte le professioni, ma nelle Matematiche queste, che seguono — Un introduttione all’Aritmetica di Giordano, Commentarii sopra la Musica di Boetio, Commentarii sopra l’Aritmetica del medesimo epitomata da lui, l’Introduttorio Astronomico sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, due libri di Teoriche de corpi celesti, & altre cose. Scrisse anco opere Teologiche essendo vecchio, ma dicesi ch’egli s’accostasse alquanto all’heresia Luterana. In costui riprende il Giovio la purità dello stile. Il Sacro Concilio di Trento proibì molte opere di costui, come si vede all’Indice.
1512GIOVANNI ANGELO d’Aichem Bavaro, visse nello studio di Vienna, & attese alle cose di Matematica, & Astrologia. Scrisse un libretto della correttione del Calendario, Calculo, Efemeridi. Scrisse del Planisferio, al quale haveva aggiunto molte cose appartenenti alla figura delle case del Cielo per l’Astrologia giuditiaria. Mentre attendeva à compir la tavola dell’equationi de Pianeti di Giorgio Peurbachio, morissi in Vienna.
1512ANDREA Stiborio Francese del Paese de Boi, attese alla Filosofia, & alla Teologia, & alle Matematiche. Fù prima Canonico della Chiesa Olomucense, & indi Canonico della Catedrale di Vienna, ove Egli fù chiamato da Massimiliano, accioche nella detta Città leggesse publicamente le Matematiche. Fù egli discepolo di Aquino Daco, e compagno nello studio di Giovanni Stabio. Scrisse molte opere, i titoli delle quali sono raccolti in catalogo da Giorgio Tanstettero Collimisio suo discepolo, & inserte da noi nella vita, che scriviamo di lui.
1512GIORGIO Tanstettero Collimisio da Licoripo di natione Tedesco adottorato nell’arti, e nella Medicina. Attese alle Matematiche nello Studio di Vienna, ove hebbe per Maestro Andrea Stiborio, a cui successe poi nella lettura delle dette professioni. Scrisse alcune cose, e publicò le Tavole dell’Ecclissi di Giorgio Peurbachio, e quella del primo mobile di Giovanni di Monteregio, alla qual’opera egli aggiunse un’historietta di tutti i Matematici, che avanti à lui havevano havuto la publica lettura nello studio di Vienna, e insieme tutte l’opere composte da loro, della fatica di cui nello scriver le vite, noi ci siamo utilmente serviti.
1513STEFANO Rosino d’Augusta Maestro dell’Arti, e della Filosofia, e Bacelliero della Sacra Teologia, e licentiato ne Decreti, Canonico della Catedrale di Vienna, insegnò publicamente le Matematiche nel detto studio, calculò la Tavola delle declinationi delle stelle fisse, e scrisse varii pronostici.
1513GIORGIO Razemburgio di Baviera huomo di varia dottrina fù connumerato da Giorgio Tanstettero fra gl’eccellenti Astrologi dello studio di Vienna.
1514PAVOLO Monaco nel monasterio Melicense commemorato dal medesimo per Astronomo, e Cosmografo acutissimo.
1514GIOVANNI d’Espieres, & Erasmo Ericio insegnarono le Matematiche publicamente nel medesimo studio con molta gloria loro.
1515GIACOBO Laterano Filosofo, Astronomo e Poeta fiorì nel medesimo studio.
1515GIOVANNI Fabritio da Reislinga Consobrino di Giorgio Tanstettero fù Lettore publico dell’Astrologia con Giacobo Laterano nella medesima Università di Vienna.
1516GIOVANNI Zerte Cittadino, e Senatore di Vienna secondo il medesimo Tanstettero fù gratioso Matematico, & attese particolarmente alle ragioni della pittura, e della perspettiva appartenenti al disegno degl’Edifitii.
1516ANDREA Kuenhofer Norimberghese discepolo di Giovanni Stabio, e di Andrea Stiborio è lodato dal medesimo Giorgio per eccellente nelle Matematiche fra quelli, che fiorirono nel predetto studio.
1517GIORGIO Strolino gentilhuomo d’Ulma, e Medico eccellente è connumerato dal Tanstettero fra gl’altri suoi amici dotti nelle cose dell’Astrologia, dell’opera di cui afferma essersi valuto nell’emendationi delle Tavole.
1518GIOVANNI Kolpec da Ratisbona Medico, & Astrologo, è lodato dal Tanstettero per eccellenza d’ingegno nel lavorare instrumenti Matematici d’ottone, e d’altre materie.
1518GIOVANNI Humelio di costui non sò altro, se non ch’egli fù publico professore delle Matematiche nello studio di Lipsia.
1520STEFANO Lionese scrisse dell’Aritmetica in lingua Francese, & imitò per lo più Fra Luca dal Borgo, doppo il quale, come dice Giovanni Buteone, tenne il secondo luogo.
1520ALBERTO Piglio da Campi Tedesco huomo dottissimo, Teologo, Filosofo, e Matematico eccellente. Scrisse dell’inventione de Solstitii, & Equinottii, e delle ragioni della celebratione della Pasqua, e dell’emendatione del Calendario, le quali opere dedicò à Leone Decimo. Scrisse anco un’Apologia in difesa dell’Astrologia, & un libro contro i Pronosticatori. S’affaticò per ritenere l’antiche inventioni di Tebitte, e di Alfonso, e scrisse un’Apologia contro Marco Beneventano, come che egli havesse depravato le positioni d’Alfonso, e le cose appartenenti al moto dell’ottava sfera. Scrisse anco dell’assertione della Hierarchia ecclesiastica, ove tratta della Messa contro i Luterani, & un’altro libro del libero arbitrio contro l’assertioni di Calvino, & un trattato del metter in concordia le controversie della Cristianità nella Dieta di Ratisbona.
1520FEDERICO Delfino Gentilhuomo Venetiano eccellente Matematico fù publico professore delle dette scienze nello studio di Padova. Questi raffrontati molti testi insieme emendò le Tavole del Rè Alfonso, & i libri di Tolomeo. Verificò anco le Tavole delle Stelle fisse. Fù questi Maestro di Daniel Barbaro, e di Alessandro Piccolomini.
1525LUDOVICO Vitali Bolognese professore dell’arti, e della Medicina nella sua Patria. Ricorresse la sfera di Proclo già tradotta da Tomaso Linacro, e la fece stampare in Bologna con l’aggiunta di molte cose necessarie, e concernenti alla materia de nascimenti, & occasi de Segni, Lunghezze de giorni, e delle notti, de moti de Pianeti, e delle cause dell’Ecclisse, & altre cose tali. Mandò fuori anco un’Introduttorio alle Teoriche del Peurbachio, & il tutto dedicò à Goro Geri Vescovo di Fano, e Vicelegato di Bologna. Scrisse ancora, si com’egli afferma, alcune Tavole dell’Ecclissi de due Luminari, quasi ad ogni latitudine.
1529GIOVACHINO Fortio Ringelbergio d’Anversa fù Grammatico, e Dialettico, e dell’una, e l’altra professione lasciò scritti commentarii. Attese anco alle Matematiche; scrisse della sfera tre libri, ò institutioni Astronomiche, della Cosmografia, Un libro del tempo, Uno di perspettiva, il Caos Matematico, & Aritmetico, Dell’Horoscopo, d’Astrologia, di Geomantia, dell’urina non veduta, Dell’interpretatione de Sogni, e dell’esperienze. Tutte queste cose furono stampate in Basilea.
1530GIOVANNI Stoflero da Giustinga Città di Svevia fù Canonico della Catedrale della sua Patria, attese alle Matematiche nella Città di Tubinga, ove egli ne fù publico professore. Fece molte opere, fra le quali sono: Della fabrica, e dell'uso dell’Astrolabio, e Commentarii discussissimi sopra la sfera di Proclo. Scrisse anco due libri della fabrica, e dell’uso de vari Astrolabii, compose anco Tavole Astronomiche, e mandò fuori un libro d’Efemeridi. Lasciò parimente à posteri un bellissimo Calendario, nel quale non lasciò cosa alcuna adietro delle appartenenti al computo Ecclesiastico. Attese alla Geografia, e compose un libretto Cosmografo, e fece commentarii sopra la Geografia di Tolomeo. Fù nello scrivere alquanto barbaro, e non attese gran fatto all’eleganza latina. Morì vecchio d’ottant’anni in Tubinga nel 1530.
1530GIACOB Kebelio Tedesco, & amico di Giovani Stoflero, scrisse anch’egli della fabrica, & uso dell’Astrolabio prima in lingua Tedesca, o poi nella Latina. Scrisse anco nella detta sua lingua libri Aritmetici stampati con l’Astrolabio in Francfort. Publicò anco insieme con l’Astrolabio un succinto trattatello del quadrante, della sfera materiale, del Triangolo Geometrico, del baculo di Giacobbe, dell’Umbracolo visorio, della verga Geometra, dell’Horologgio manuale, del Nottilabio, e del Cilindro, e dell’uso loro.
1530GIOVANNI Rastello Inglese buon Matematico scrisse un libro della natura naturata, & alcuni Canoni Astronomici.
1532ALBERTO Duzero da Norimberga Pittore eccellentissimo, e Matematico nobile, oltre le Tavole dipinte, & intagliate in legno, & in rame con grandissima diligenza, scrisse molte cose, cioè della Pittura, e delle Simmetrie, ò proportioni de corpi, della Perspettiva, e della ragione dell’ombre, libri di fortificationi, & alcuni opuscoli Geometrici garbatissimi, i quali scritti da lui in lingua Tedesca furono tradotti in latino, e publicati da Bilibaldo Pirkemero.
1534PAVOLO de Middelburgo di Zelanda Fiammengo studiò nell’Accademia di Lovanio, & addottorato in Filosofia, Teologia, e nella Medicina, insegnolle publicamente in Middelburgo, dove fattosi Prete ottenne un Canonicato nella Chiesa Catedrale di S. Bartolomeo. Tornato à Lovanio fù chiamato dalla Signoria di Venezia per la lettura delle Matematiche, e dell’Astrologia nello Studio di Padova, facendo poi viaggio trasferissi ad Urbino, ove accarezzato da Prencipi, accostossi al servizio loro nella professione della Medicina, e dell’Astrologia, ove essendo gratissimo, fù fatto Abbate della Terra di Castel Durante, & indi crescendo i suoi meriti, ottenne il Vescovado di Fossombruno. Fù d’ingegno acutissimo, e scrisse molte opere, fra le quali si annoverano le seguenti. Un giudizio dell’anno mille quattrocento ottanta, nel quale riprese molti Astrologi, e Matematici nobilissimi più antichi di lui, cioè il Bianchino, Prosdocimo, Beldomando, Alpenagio, Giovanni Anglico, Henrico di Meclinia, & altri. Hebbe gara con Giovanni Barbo Nipote di Papa Paolo Secondo, e scrisseli contro una risentita Apologia. Publicò un’operetta del numero degl’atomi contro l’ingordigia degl’Usurari. S’affatticò molto nella correttione del Calendario per la retta celebratione della Pasqua, e ne scrisse quel grandissimo volume detto del suo nome la Paulina. Fù molto adoperato per la detta cagione da Leon Decimo nel Concilio Lateranense. Scrisse anco molte epistole appartenenti al detto negotio, & alcune apologetiche ad un Pietro di Ricco Lovaniense. Non mancò per tanto chi redarguisse dopo in molte cose la detta Paulina, fra quali è Giovanni Lucido emendatore de tempi. Scrisse Pavolo molti pronostichi, ne quali rare volte si discostò dal vero.
1535GIOVANNI Lucido Samoteo di natione Francese huomo dottissimo nelle lettere Secolari, e nelle Sacre, attese principalmente à calcoli Ecclesiastici, come studio conveniente ad huomo di Chiesa, essendo egli Sacerdote. Scrisse Giovanni un Cronico, overo dell’emendatione de tempi, opera di grandissimo giovamento agl’Historici. Scrisse anco del vero giorno della Passione di Cristo, & un’Epitome dell’emendatione del Calendario. Tirò egli il suo Cronico infin all’anno del trentacinque, e l’aggionta di quarant’anni vi fù fatta da Girolamo de Bardi Fiorentino dell’Ordine Camaldolese.
1536GIOVANNI Driandro Tedesco Medico, e Matematico nell’una, e nell’altra professione. Lasciò scritti molti volumi, e per tacere de gl’altri, nelle Matematiche compose i seguenti: La Fabrica, e le ragioni dell’anulo Astronomico, L’esplicationi del Cilindro in lingua Tedesca, un libro di varie compositioni d’Horologgi da Sole, dell’uso dell’instrumento notturno da conoscere l’hore per via delle Stelle, i Canoni dell’Astrolabio, l’esplicatione del quadrante, Della fabrica, & uso di quell’Horologgio usitatissimo dal Sole, che si chiama volgarmente Compasso. Scrisse anco di diversi horologgi da ruote così da molla, come da contrapesi, così di ferro, come di legno. Attese alla Cosmografia, e scrissene introduttioni, e fece due globi, l’uno stellato, e l’altro Cosmografico ambidui ornatissimi. Fù in oltre grande Anatomista, e publiconne volumi in Marpurgo, ove egli ne facea professione.
1539HENRIGO Glareano da Friburgo di Brifgoja fù huomo, che diede opera à tutte l’arti liberali, e scrisse molto in versi, per cagione de quali egli fù laureato, & anco in prosa. Fece questi non mediocre professione delle Matematiche, onde lasciò scritto un libretto della sfera, alcune introduttioni Cosmografiche, & alcuni libri di musica. Fece annotationi sopra Tito Livio, à cui giunse la Cronologia de Consoli, fece anco il medesimo sopra Cesare, e Salustio, & alcune altre opere non inutili. Fù grand’amico, e devoto di Giovanni Vernero, e di Damiano da Goes.
1540GEMMAFRISO Fiammengo da Lovanio Medico, e Matematico fù publico professore delle dette scienze nello studio della sua Patria. Scrisse un libro del Raggio Astronomico, e Geometrico, un libro dell’Astrolabio Catolico, Un trattato de principii dell’Astronomia, e della Cosmografia, dell’uso del globo Cosmografico, della divisione del Mondo antico, e moderno, dell’uso dell’anulo Astronomico. Scrisse finalmente il metodo dell’Aritmetica pratica, & un compendio delle frattioni Astronomiche. Scrisse anco un modo di conoscere per via di memoria le Calende, gl’Idi, e le None, le feste mobili, & i luoghi del Sole, e della Luna nel Zodiaco. Scrisse parimente del modo di descrivere i luoghi, e trovar le distanze, cosa appartenente alla Corografia. Mandò fuori una Carta di Mappamondo, ove si descrive tutta la Terra, & alcune altre cose. Lasciò questi Cornelio suo figlio Medico, Filosofo, Poeta, & in tutte le buone arti non punto inferiore al Padre.
1540BONETTO Giudeo scrisse un libretto dell’Anulo Astronomico stampato in Marpurgo.
1540MICHELE Stifelio Tedesco Aritmetico versatissimo ne scrisse più libri, uno ch’egli intitola dell’Aritmetica perfetta, e l’altro compendiosa, overo prattica Italiana. Scrisse anco in lingua Tedesca le Regole dell’Algebra, & il computo Ecclesiastico. L’opere di costui in qualche parte sono riprese da Giovanni Buteone nel libretto della Quadratura del Circolo.
1540CUTBERTO Tonstallo Inglese Vescovo di Dunelmia, attese alle lettere Sacre, e con molto profitto diede opera alle Matematiche. Questi scrisse un bellissimo libro d’Aritmetica. Intanto credendo la crudeltà d’Henrigo Ottavo, & uccidendo tirannicamente i migliori, temendo della propria vita per la morte di Tomaso Moro, & altri amici, diedesi in tutto à compiacere, & à placare il crudelissimo Re contro i migliori adirato.
1543NICOLÒ Copernico di Natione Pruteno, benche nascesse sotto asprissimo Cielo, e fra gente barbare, non punto aspro ne barbaro diede opera alle buone lettere. Nacque egli in Toruna, onde fù detto Torunese. Diedesi costui con tanta felicità alle Matematiche, & all’Astrologia, che meritò da alcuni esser detto un Tolomeo Tedesco, ò per dir meglio Pruteno. Essendo giovinetto, venne in Italia, e nello studio di Bologna fecesi discepolo di Domenico Maria Italo. Fù fatto Canonico di Varmia, ove attese all’osservazioni de Moti celesti, & impugnò in alcune cose Tolomeo. Con l’occasione del Concilio Lateranense per l’emendatione dell’anno, scrisse il suo nobilissimo libro delle revolutioni degl’orbi celesti, nel quale seguì la falsa suppositione di coloro, che vogliono, che il Sole stia fermo, come centro, e la Terra gli si muova in giro. Scrisse anco il Copernico alcuni commentarii sopra la sfera. Una gran parte delle sue osservationi fece vicino alla foce della Vistula in Fravemburgo. Dedicò egli la sua grand’Opera delle Revolutioni à Pavolo Terzo.
1548NICOLÒ Sosiano da Corfù elegantissimo Letterato attese alle cose Matematiche, e di Cosmografia. Scrisse questi un bel libretto in lingua Greca dell’Astrolabio anulare, e publicò la descrittione della Grecia, nella qual Tavola superò non solamente Tolomeo, ma quanti altri havevano scritto avanti à lui; Onde Abramo Ortelio nella descrittione della Grecia antica, non ha voluto altro essempio, che il suo. Un Nicolò G. huomo dannato da Santa Chiesa, fecevi sopra Commentarii, i quali sarebbono degni d’esser letti, se non gli profanasse l’empietà dell’autore.
1548GIROLAMO Fracastoro nobilissimo Gentilhuomo Veronese Filosofo, e Medico eccellentissimo, diede opera con pari felicità agli studii delle Matematiche, onde sforzossi di mantenere quel fondamento amato da Eudosso, Aristotele, Calippo, Avverroe, Alpetragio, & altri per salvar le apparenze, e le varietà de Moti celesti senza suppositione di eccentrici, ne d’epicicli, e scrissene quella nobile fatica, la quale dalle cose contenute egli intitolò: Homocentrica, e certo i suoi pensieri furono ingegnosissimi, se bene à giuditio de migliori egli non conseguì il fine, al quale egli tendeva. Quant’altre cose egli scrivesse, e quanto egli fosse eccellente Poeta è più chiaro che il Sole, ne ricerca la brevità di questa fatica, ch’io mi distenda ad annoverarle ad una ad una.
1548GIULIANO Ristoro Frate dell’ordine de Carmelitani nacque nella Città di Prato, & attese alle Matematiche sì felicemente, che ne meritò la Catedra dello studio di Pisa. Attese questi alle cose Astronomiche, nelle quali mentre volse fare imagini di tale, ò tale virtù sotto cotale, ò cotale costellatione fù da giuditiosi riputato assai vano. Fù discepolo di costui Francesco Giuntino, sicome egli stesso afferma ne Commentarii della sfera di Giovanni di Sacrobosco.
1550GIOVANNI MARTINO Siliceo Spagnuolo della Diocesi di Pace studiò in Parigi nell’arti, e nella Filosofia, & attendendo alle Matematiche lasciò à Posteri un libro di Aritmetica assai copioso. Questo per la sua virtù fù Maestro di Filippo Re di Spagna, & indi Vescovo di Cartagena.
1550BARTOLOMEO Mercatore scrisse Meditationi sopra la sfera, overo introduttioni sopra tutta la Cosmografia.
1550GIOVANNI di Rojas di natione Spagnuolo di nobilissimo Sangue, e figliuolo del Marchese di Poza, studiò, & attese alle buoni arti in Lovanio, ove sotto la disciplina di Gemma Friso diede opera alle Matematiche. Scrisse dell’Astrolabio Universale un volume assai nobile. Fù historico, e promise di scrivere l’historia di Carlo Quinto, e di Filippo.
1550PIERIO Valeriane da Cividale di Belluno huomo versatissimo in tutte le forti di lettere, e dottissimo delle cose greche, e latine, e buon Poeta, & Oratore, fù Prete, e Servitore domestico del Cardinale de Medici. Attese alle Matematiche, e scrisse un libretto della sfera, ch’egli chiamò Compendio, intentione di cui fù il facilitar quello studio, e dire con più eleganza di lingua quello, che assai rozzamente era stato trattato da altri; quest’opera dedicò ad Alessandro Farnese Cardinale in quei tempi assai giovane. Scrisse anco quel dottissimo, & amplissimo libro de Gieroglifici, & altre cose.
1550PIETRO Apiano Bennisio da Licisnia Tedesco ebbe la prima Catedra della lettura delle Matematiche nello Studio d’Ingolstadio. Publicò dopo Giovanni Stabio l’Horologgio detto foglia della Pioppa. Mandò fuori il libro di Giordano de Pesi. Scrisse del suo un libretto di Geografia, à cui aggiunse un trattatelo del conoscer l’hore della notte per via della Stella Polare. Publicò parimente un Quadrante Universale in forma nuova, & alcune altre cose.
1550GIUVONE Heldo Frisio familiare di Giovanni di Rojas scrisse della fabrica del Planisferio, dal quale Giovanni prese gran parte delle cose, ch’egli trattò nel suo.
1552LUCA Gaurico Giusanese, cioè dal Tempio di Giunone Argiva, diede opera alla Filosofia, & alle Matematiche in Ferrara, nel quale essendo assai giovane, fu Lettore delle cose d’Astrologia, fece alcune annotationi sopra l’Almagesto di Tolomeo tradotto dal Trapezuntio, alle quali aggiunse un’appendice de Mesi, & alcune altre cose di poco momento. Fece egli ancora alcune fatiche sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, e sopra le Teoriche di Giorgio Peurbachio, & un Problema, nel quale discorre se sotto l’equinottiale vi siano habitationi. Sotto Papa Clemente in Roma predisse molte di quelle ruine, che successero; onde fù chiamato à suoi servitii da Pavolo Terzo, dal quale fù anco fatto Vescovo. Molte altre cose lasciò scritte Luca, cioè la correttione della Tavola d’Alfonso, e d’Elisabetta. Affaticossi intorno le Tavole delle direttioni di Giovanni di Monteregio, e di Giovanni Blanchino, & intorno al libro di Lorenzo Bonincontro de Moti celesti. Publicò del suo le figure, e i pronostici per tutto il cinquantadue. Scrisse introduttioni à tutta l’Astrologia, & altre cose, le quali più a lungo sono da noi scritte nella vita di lui. Questo solo diciamo, ch’egli non fece cosa, che possa dirsi in tutto di momento.
1552PASCASIO Hamello Matematico Regio di Henrigo di Francia scrisse commentarii sopra il libro d’Archimede del numero dell’arena, e tre libri di Perspettiva publicati da Giorgio Harmanno.
1553ERASMO Reinoldo Turingo di Salvelfeldia Astrologo, e Matematico degno di paragonarsi con gl’eccellenti del tempo antico. Fù dotto in tutte le scienze, & hebbe perfetta cognitione della lingua latina, e della greca. Fece scolii sopra le Teoriche del Peurbachio, e calcolò le Tavole Pruteniche, & altre cose, che per brevità si tralasciano, essendo appieno distese nell’historia della vita sua. Fù travagliato da molti infortunii; al fine essendo publico Lettore delle Matematiche nello Studio di Vittemberga, essendo ancora molto giovane, morì di febre etica il sesto climaterico dell’età sua.
1553NICOLO’ Simo Bolognese buon Matematico successe à Domenico Maria Italo nella publica Lettura delle Matematiche nello studio di Bologna. Calcolò l’Efemeridi per molti anni, e v’aggiunse i Canoni, che spiegano l’uso loro con alcuni trattati dell’elettione, delle mutationi dell’aere, e delle Rivolutioni. Ridusse egli parimente in compendio le Teoriche de Pianeti, ne sò che altra cosa del suo lasciasse à Posteri.
1555ORONTIO Fineo dal Delfinato venne da giovinetto nella Città di Parigi, ove hebbe la Lettura delle Matematiche nel Collegio Reale di Navarra, & indi fù assunto dal Re Francesco alla dignità di Matematico Regio. Era d’ingegno prontissimo, ma non acuto, onde scrisse molto, e commesse di molti errori; persuadevasi troppo del proprio sapere, e la fortuna, che lo favoriva, accresceva in lui il difetto naturale; il perche molti valent’huomini furono, che scrivendogli contro, scopersero li suoi errori. L’opere composte da lui s’hanno registrate appieno da noi nell’historia della sua vita. Hebbe per Discepolo Pietro Ramo, il quale, come di suo Maestro, ragionò molto honoratamente di lui nelle sue scuole.
1555GIORGIO Armanno publicò tre libri di Perspettiva di Pascasio Hamello, & i Commentarii sopra il libro del numero dell’Arena d’Archimede fatta dal medesimo, & egli promise di mandare fuori un trattato dell’ombre.
1555LUDOVICO Baeza Parigino Filosofo, e Matematico, Discepolo d’un Giovanni Magnien, come egli dice, Medico, e Matematico eccellentissimo. Scrisse un’elegante libretto d’Aritmetica, che fù ornatamente stampato in Parigi. Prometteva altre cose ancora, così in quella professione, come intorno alla filosofia Peripatetica. Hebbe, come appare della sudetta sua opera, esquisita cognitione delle lettere greche, e delle latine.
1555MARTINO Poblacione fece un succinto trattatelo dell’Astrolabio, il quale compilò parte da Niceforo Gregora, e parte da Giovanni Stoflero. L’operetta divise egli in due parti, nella prima trattò dell’uso dell’Astrolabio, e nella seconda della Scala Altimetra, e dedicò la sua fatica ad un Francesco di Lupo Ronconi.
1555GIOVANNI Buteone Francese del Delfinato, attese alle Leggi civili, & alle Matematiche, & in quelle com’egli afferma, non hebbe altro Maestro, che se medesimo. Scrisse molti trattatelli curiosissimi, che gli recarono molta lode. Scrisse dunque un’opuscolo del Ponte, che Cesare fece sul Reno, & un’altro dell’Arca di Noè, nel quale mostrò la forma dell’edificio, divise le celle, e gl’animali, e preparò i luoghi per gli cibi, e per gl’huomini, che v’entrorono. Scrisse contro Orontio, di cui fù grande, e perpetuo impugnatore ne i libri della quadratura del Circolo. Dichiarò un’ luogo Geometrico di Quintiliano appartenente alla capacità delle figure isoperimetre. Affaticossi per trovare la duplatione del cubo per via degl’elementi d’Euclide, e trovò una certa approssimatione, & ivi redarguì una falsità dello Stifelio intorno al detto Problema. Scrisse un trattatello della Misura dell’acqua, che scorre, appartenente alla divisione dell’acque de publici aquedotti. Fece un discorsetto intorno à una Machina d’Agricoltura di Columella, chiamata Cicogna. Scrisse della stadiera, mostrando come con picciolo instrumento possono pesarsi gravissimi pesi. Scrisse della ragione de Marchi delle bilancie, & un trattatello del prezzo delle perle. Fece un libro della divisione dell’Isole, che si fanno ne i fiumi, e redarguì la Tiberiade di Bartolo; Tutte le dette fatiche raccolte in un succinto volume dedicò al Cardinal Turnone. Oltra le cose narrate scrisse d’Aritmetica, d’Algebra, & un bellissimo libro sopra Archimede della quadratura del Cerchio. Scrisse anco alcune altre cose intorno ad alcuni passi di Legge, che nell’esplicatione hanno bisogno delle Matematiche.
1559GIOVANNI ANTONIO Delfino da Casal Maggiore Francescano de Conventuali scrisse al Cardinal Camillo Paleotti un libro de Globi, e moti celesti contro i pareri de Filosofi, & Astrologi in favore della verità Cristiana. Questi ridusse tutta la Filosofia Peripatetica in luoghi communi.
1559ABELE Fullonio gentilhuomo Francese scrisse della fabrica, & ufo dell’Olometro, così detto dall’esser’atto à misurare tutte le cose.
1560ANTONIO Lupicino scrisse della fabrica, & uso delle verghe Astronomiche, instrumento da osservar le distanze delle Stelle in Cielo, & altre cose appartenenti all’uso dell’Astrologia.
1560GIACOBO Peletario Cittadino Leonese, attese alli studii Legali, & indi essendo d’età più matura, non si compiacendo di quello studio, si diede alla Filosofia, & indi alla Medicina, di cui si compiacque, e fecevi buon profitto. Fù Poeta nella lingua materna, amico, & imitatore di Pietro Ronsardo; finalmente fermossi nelle Matematiche, e nelle dette professioni lasciò scritto alcune opere. Fece egli dunque un Commentario della dimensione del Circolo, uno del contatto delle linee, una della costitutione dell’Horoscopo. Scrisse alcune annotationi sopra l’Aritmetica di Gemma Friso, e mandò fuori un compendio delle frattioni Astronomiche, & uno di ritrovar per via di memoria le Calende, gl’Idi, & i luoghi del Sole, e della Luna nel Zodiaco. Scrisse in lingua Francese un volume d’Algebra, & ultimamente commentarii sopra i primi sei libri degl’elementi d’Euclide, nei quali, come tengono i migliori, fù soverchiamente animoso, & innovatore. Donò quest’opera à Carlo Cardinale di Lorena. Scrisse alcune cose dell’angolo, del contatto, del cerchio, e della linea, nella quale presi principii falsi, ne trasse tali anco le conclusioni. Molti confutatori ha havuto il Peletario, fra quali non è punto ignobile Cristoforo Clavio Bambergese, contro cui esso Peletario mandò fuori un’Apologia, à cui il Clavio rispose con una disgressione fatta nel libro de Triangoli. Henrigo Monatolio Matematico Regio prese la parte del Clavio, e scrisse contro il Peletario.
1560PIETRO Nonio Portughese huomo d’acutissimo ingegno, scrisse un libro degl’errori d’Orontio Fineo, un trattato d’Algebra, & altre cose. E’ lodato da P. Ramo nelle Scuole Matematiche.
1560GIOVANNI Pena Francese discepolo nelle Matematiche di Pietro Ramo prontissimo, e risvegliato d’ingegno, essendo ancora giovane fù fatto Matematico Regio, al che fù ajutato dal favore di Carlo Cardinale di Lorena. Diedesi ad illustrare le cose di Perspettiva, e della Specolaria, e publicò l’Optica, e la Catoptica d’Euclide greca, e latina, tradotta da lui, e dedicolla al sudetto Cardinale suo benefattore. Ma mentre egli era intento ad altre opere, essendo appena di vintisei anni, abbandonò quella vita.
1560FRANCESCO Candalla Francese dell’Illustrissima famiglia de Flussati huomo cotanto dedito alli studii, quanto nobile, affaticossi intorno agl’Elementi d’Euclide, e tradussegli dal Greco, se bene in ciò fù poco lodato da migliori, che mentre egli tentò d’arricchirli, tralasciate le buone dimostrationi greche, ve ne aggiunse del suo diffettose, manchevoli, e poco buone.
1565GIO: BATTISTA Vimercato Prete Milanese scrisse un Dialogo intitolato: della Descrittione Teorica, e Pratica de gl’Horologgi dal Sole, che fù poi da Valente Panizza Mantovano stampato in Ferrara, e donato à D. Alfonso da Este. Questi come appare, fù huomo assai ignorante delle Matematiche, il che si conosce dalla stessa inscrittione, perciòche non si può dire descrittione Teorica, essendo assai differente il descrivere dallo specolare; ma egli stimò, che fosse Teorica il servirsi delle linee, e pratica quell’altra, che per via del Sole, e d’un horologgio fatto reca al fine il proposito. Quanto poi all’opera chiaro appare, che egli non vedesse Tolomeo, poiche altro non è che quelle pratiche barbare de Tedeschi, nelle quali assai si sarebbe portato bene, se havesse (cosa non fatta da loro) aggiunto alle loro pratiche tenebrose il lume della dimostratione.
1566FRANCESCO Giuntini Fiorentino assai buon Matematico, & Astrologo giuditiario, fece gran tempo di sua vita in Francia. Scrisse due grandissimi libri sopra la sfera di Giovanni di Sacro bosco, un Calendario Astronomico, & alcune altre cose.
1566COSIMO Bartoli nobile Fiorentino si dilettò delli studii delle Matematiche, tradusse quasi tutte l’opere di Leon Battista Alberti in lingua Toscana, e del suo scrisse un libro del modo di misurare le distanze, le superficie, & i corpi, il quale compilò da varii Autori antichi, e moderni.
1567NICOLO’ Tartaglia Bresciano d’humile nascimento attese alle cose Matematiche, e particolarmente alla Geometria, & all’Aritmetica con tanto genio, che si lasciò molti adietro. Trasferì costui in lingua volgare gl’Elementi d’Euclide, ch’egli leggeva publicamente in Venetia. Scrisse molte opere appartenenti al moto de corpi gravi, à tiri dell’Artigliarie, à fortificationi de luoghi, à misurar con la vista, & altre cose tali, e finalmente scrisse due gran volumi, ne quali raccolse tutto quello, che s’appartiene ad una compita specolatione, e pratica delle cose dell’Aritmetica, e della Geometria. Fù egli grand’Avversario di Girolamo Cardano, e scrisseli contro alcune opere. Attese nondimeno così poco alla bontà della lingua, che move à riso talhora chi legge le cose sue.
1567PIETRO Pitati nobile Veronese attese alle Matematiche ammaestrato da un Frate Innocentio da Novara Benedettino; compiacquesi delle cose Astronomiche, le quali si pose à leggere nell’Accademia de Filarmonici, nella quale egli era chiamato Filuranio. Scrisse Efemeridi, & il supplemento loro. Stampò un volumetto dell’annua quantità del Sole, e della Luna, & un’altro della solennità Pasquale secondo la recognitione degl’Antichi canoni della Chiesa, con esso la restauratione del Calendario Romano, & un trattato del vero giorno della Passione del Nostro Signore, & alcune altre operette di non grave momento.
1570DANIEL Barbaro Gentilhuomo Venetiano, e nepote del dottissimo Hermolao, fù eletto al Patriarcato d’Aquilegia. Hebbe egli gran gusto nelle Matematiche, il che mostrò in quei commentarii, che diffusamente fece sopra l’Architettura di Vitruvio. Scrisse commentarii anco sopra la Retorica d'Aristotele, & altre cose. Nelle Matematiche fù discepolo di Federico Delfino publico Lettore, come dicemmo ragionando di lui, nello studio di Padova.
1570PIETRO Ramo Parigino Oratore, e Filosofo Regio nello studio di Parigi, fù huomo di suegliatissimo ingegno, e diede opera con molta felicità, e profitto à tutte le buone arti. Attese alle Matematiche sotto la disciplina d’Orontio Fineo, e fecene gran professione. Scrisse questi le Scuole Matematiche, Geometriche, & Aritmetiche, nelle quali intorno alla materia degl’elementi, mostrò quant’egli ne sapesse, ancorche à giuditio d’alcuni egli le trattasse con ingegno impetuoso, & audace. Scrisse della militia di Cesare, & altre cose. Fù ammazzato Pietro in quella congiura, che sotto Henrigo fù fatta contro l’Ammiraglio, e la fattione degl’Ugonotti, e ciò, come si tiene, più tosto per furore del popolo, ch’egli se lo meritasse.
1570HENRIGO Monatolio Professor Regio delle Matematiche in Parigi, scrisse in risposta dell’Apologia, che Giacobo Peletario haveva fatta contro Cristoforo Clavio.
1572SILVIO Belli Vicentino ingegniero, e Matematico ha lasciato del suo un libro del misurare le distanze con la vista con ajuto del quadrante Geometrico senza bisogno de Calcoli Aritmetici, la qual’opera donò al Cavalier Valerio Chieregati. Scrisse doppo un libro degl’Elementi, nel quale tentò di trovar vie più brevi, che non haveva fatto Euclide, & andossi fabricando altri principii, ma perche non é stata fabrica ben fondata, non ha conseguito il suo fine.
1573PIETRO Catena Padovano, mentre io mi trovavo nello studio di Padova, leggeva publicamente le Matematiche, e da lui viddi esporre le mecaniche di Aristotile. Egli era vecchio, e faceto di maniera, che spesso era piena la sua scuola di genti desiderose più di ridere, che d’imparare. Non era huomo di profonda dottrina, e non ha dato fuori del suo altro, che una semplice, e piccola sfera.
1574GIOVANNI MARIA de Tolosani dell’Ordine de Predicatori, nacque in Colle di Valdella, attese a computi Ecclesiastici. Fece un libro intitolato il Breviloquio de tempi, dal quale Giovanni Lucido col consenso di lui cavò molte cose, & inserì nell’opera sua. Scrisse un libretto della Massima declinatione del Sole, & una breve emendatione del Calendario intorno alla retta celebratione della Pasqua, e dirizzolla al Concilio di Trento.
1575FRANCESCO Maurolico nobile Messinese, & Abbate nella Patria sua, per l’eccellenza del suo ingegno merita d’esser’annoverato fra primi Matematici dell’età nostra. Scrisse tre Dialoghi di Cosmografia dottissimi, & arguti, e donogli à Pietro Bembo Cardinale, che s’era trattenuto in Messina, essendo ancor giovanetto, per imparare lettere Greche da Costantino Lascari. Scrisse anco un libretto della sfera molto succinto, & un trattatello degl’Instrumenti Astronomici. Ha lasciato anco à Posteri un nobilissimo libro di Gnomonica, nel quale assai pienamente prosegue la detta materia. Prometteva egli tante opere in un suo Catalogo, che s’havesse risposto alla promessa, toglieva il luogo ad ogn’altro Matematico, ma non sò per qual cagione le cose, ch’egli prometteva, furono aspettate dagli Studiosi indarno. Fatto huomo di Chiesa si diede alle cose sacre, & essendo già vecchio, publicò un Martirologio. Egli morì carico d’anni di maniera, che per l’età era in tutto mancata in lui la vivacità dell’ingegno. Fù molto amico di Federico Comandino, ancorche gia mai non si conoscessero di presenza. Si veggono alcuni Epigrammi del Maurolico, onde appare, ch’egli non fosse nemico delle muse.
1575FEDERICO Comandino Gentilhuomo Urbinate figliuolo di Battista Comandino, e di Laura Bonaventuri, attese da fanciullo alle buone lettere, & impatronissi della lingua greca, e della latina. Studiò in Padova le cose di Filosofia, e di Medicina, & hebbe per maestri Marco Antonio Genova, e Gio: Battista Montano Lettori publici dello detto Studio, l’uno Filosofo, e l’altro Medico eccellentissimi. Prese la dignità del Dottorato di Medicina in Ferrara, ove egli hebbe per promotore il Bresavola. Fù poi Medico di Ranuccio Farnese fratello d’Alessandro, ambedue Cardinali, fin da giovinetto haveva dato opera felicemente alle Matematiche, alle quali haveva straordinaria inclinatione, e perche à detti studii fù eccitato da Marcello Cervino, che fù poi Pontefice, e da Ranuccio, à servitii de quali egli si trovava, abbracciò più caldamente le dette professioni, di maniera, che vedendo l’incertezza della medicina, & il pericolo del trattarla, abbandonatala del tutto, si diede alle specolationi Matematiche, nelle quali fece poi tanto profitto, quanto con molta meraviglia ha veduto l’età nostra: poiche per opera sua hanno racquistato lo splendor loro tutti i più antichi, e nobili scrittori di quelle professioni. Egli ha tradotto dal greco, & illustrato le cose d’Archimede, d’Appollonio, di Sereno, di Pappo, d’Eutocio, d’Aristarco, d’Euclide, e di Herone Alessandrino, di Tolomeo, e di molti altri, l’opere de quali, prevenuto dalla morte, egli non potè publicare. Del suo habbiamo il libro del Centro della gravità de solidi, opera da esser paragonata à quelle de più nobili antichi. Non fù il Comandino Lettore d’alcuna Università, ne meno procurollo, ma vivendosene in casa sua, godevasi la quiete delli studii. Molti lo frequentavano desiderosi d’imparare, fra quali era Guidobaldo de Marchesi del Monte, che hoggi vive, e con gli scritti suoi illustra queste scienze. Eravi anco Bernardino Baldi, che scrive quest’historia, il quale essendo in quei tempi giovinetto, si dilettava grandemente di queste professioni. Ma fra discepoli del Comandino si connumera anco Francesco Maria Duca d’Urbino figliuolo di Guidobaldo, à servitii del quale per detta cagione egli fù con honorato stipendio trattenuto molti anni, percioche, essendo quel Prencipe inclinatissimo a gli studii, non volle passare à filosofici, e Teologici, ne quali è versatissimo, senza aprirsi prima la porta mediante la cognitione delle Matematiche. Morì Federico di sessantasei anni, e fù sepolto nella Chiesa di S. Francesco de Conventuali in Urbino.
1575GIOVANNI Padovano Veronese scrisse un’operetta, nella quale discorre della turbatione dell’anno commune, e del disordine del Calendario.
1576GIO: BATTISTA Benedetti Venetiano attese alle Matematiche, nelle quali servì i Duchi di Savoja. Scrisse un libro di Gnomonica, il quale toccò molte cose appartenenti alle dimostrationi della detta disciplina, se non che viene ripreso da più esquisiti di non haver’osservato quel metodo, e quella purità nell’insegnare, che ricercano le Matematiche, & è stato osservato da gl’ottimi Greci, e da gl’Imitatori loro. Scrisse anco alcune altre cose leggiere, e di non molto momento.
1578ALESSANDRO della nobilissima famiglia de Piccolomini Senese, e finalmente Arcivescovo di Patrasso, e Coadiutore dell’Arcivescovo di Siena, Filosofo, Poeta, Oratore, e Matematico, studiò in Padova, & in Bologna, e scrisse molte cose, e fra l’altre si sforzò di recar nella lingua nostra le cose della Filosofia, e publiconne volumi. Mandò fuori una Parafrasi sopra le Mecaniche d’Aristotele, i libri della sfera, le Teoriche de Pianeti, un trattato della grandezza dell’acqua, e della terra, & altre cose, le quali minutamente sono descritte da Noi nell’historia della sua vita. Morì vecchio nella sua Patria, e fù con grandissima pompa sepolto nella Catedrale.
1579GIOVANNI Bernardino Rostello Perugino scrisse un libretto dell’emendatione dell’anno, e dedicollo à Jacobo Boncompagni Duca di Sora, e d’Arce, nel quale si sforza di provare, che l’Equinottio debba restituirsi al ventesimo quarto di Marzo, & accommoda l’Aureo numero alle lunationi perpetue.
1580BERNARDO Salignaco da Burdegala Francese attese alle Matematiche, e fù fatto uno de Rettori del Collegio Corbachiano della sua Patria. Scrisse in lingua Francese dui libri d’Aritmetica, & alcune cose d’Algebra. Fù questo discepolo di Pietro Ramo, com’egli stesso afferma nel proemio delle scuole Matematiche.
1580FILIPPO Fautonio Fiorentino dell’Ordine di Camandoli scrisse un libro del ridur’l’anno alla debita forma.
1587GIOSEFFE Moleti Siciliano buon Matematico de nostri tempi, fù Maestro nelle dette discipline del Duca Vincenzo di Mantova, & indi Lettore publico nello studio di Padova. Scrisse alcune cose per via d’appendici alla Geografia di Tolomeo, e publicò l’Efemeridi per molti anni, & è uno di quelli, che scrissero ad instanza di Gregorio Terzodecimo intorno all’emendatione dell’anno.
1588FRANCESCO Barocci Gentilhuomo Venetiano dotato di bellissimo ingegno, Filosofo, e Matematico eccellente, essendo giovane di ventuno anno tradusse, & illustrò i Commentarii di Proclo sopra il primo degl’Elementi di Euclide. L’istesso tradusse i libri di Herone Mecanico e gli arricchì di Commentarii. Ultimamente ha scritto un volume di Cosmografia, nel quale redarguisce gl’errori di molti intorno le cose Geometriche, e d’Astrologia.
1589GIOSEFFE Zarlino da Chioggia Musico eccellentissimo diede opera con pari felicità alle Matematiche, & à tutte le buone arti. Fù molto intendente delle cose della Filosofia. Essendo giovane si trasferì in Venetia, ove fattosi conoscere fù eletto Maestro di Cappella della Chiesa di S. Marco. Nelle cose della musica hebbe per Maestro Hadriano Villacese il primo de suoi tempi in quella professione. Scrisse l’introduttioni musicali, le dimostrationi harmoniche, & i supplementi Musicali, e questi publicò egli ad utile degli Studiosi della Musica; scrisse etiamdio, ma non mandò in luce, un libro intitolato - De re musica - diviso in vinticinque libri, il Melopeo, cioè il Musico perfetto. Fuori della professione della Musica scrisse un libro dell’emendatione del Calendario, un trattato della Patienza, uno dell’Oratione, uno della Correttione, un’historietta de Capuccini, & alquanti sermoni. Fù l’uno de due Capellani perpetui di S. Severo Parocchia di Venetia. Hebbe controversia nelle cose della musica con un Francesco Salines Spagnuolo, il quale facendo professione d’esser stato suo discepolo in un’opera, ch’egli scrisse, tentò di lacerarlo, contro il quale egli publicò ultimamente il libro de Supplementi. Fù Gioseffe per esser fatto Vescovo di Chioggia, ma per alcuni impedimenti non gli fù conceduto. Morì di sessantasette anni, e fù sepolto dentro il Monasterio di S. Lorenzo in Venetia.
1596CRISTOFORO Clavio da Bamberga Città di Franconia, di natione Tedesco, vive hoggi in Roma connumerato ragionevolmente frà i primi Matematici del nostro secolo. Legge egli le dette professioni nel Collegio de Giesuiti, essendo egli nel numero della detta Congregatione; è huomo d’infinita fatica, ha scritto, e scrive molte opere, fra le quali ha egli publicato le seguenti - Alcuni Commentarii dottissimi sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, Gl’Elementi d’Euclide con grandissima felicità da lui dopo il Comandino illustrati, Un trattatello dell’Aritmetica pratica, otto libri di Gnomonica, l’opere de gli sferici di Teodosio, Un libro della dottrina de Sini, Uno delle linee, che si toccano, uno di quelle, che si segano, uno de Triangoli Rettilinei, e Sferici, uno delle Dimensioni delle grandezze. Hebbe differenza con Giacobo Peletario intorno all’angolo delle contingenze de circoli nella sfera. Affaticossi grandemente Cristoforo per ordine di Gregorio Terzodecimo nella correttione del Calendario, & ultimamente publicò un gran volume in detta materia contro un Michele Mestlino da Geppinga Matematico, e Lettore nello studio di Tubinga huomo heretico, e nemico dell’ordinationi Pontificie. Prometteva il Clavio dopo quest’Astrologia di publicare un libro dell’Astrolabio demostrato, un trattato di misurar tutte le grandezze, & alcune altre cose, fra le quali è il libro de gl’Elementi, la seconda volta emendato, & accresciuto.
1596ALUIGI Lilio Umbraticense scrisse un trattato intorno all’emendatione del Calendario, nel quale tolto via l’Aureo numero accommodava in quel luogo le tavole dell’Epatte per trovare i giorni delle lunationi. L’opera di costui fù dal fratello Antonio Lilio Dottore di Medicina presentata à Gregorio Terzodecimo, il quale fattala vedere, e mandatala à Prencipi, à fine che col mezzo de grand’Astrologi la considerassero, la comprobò, e conforme à quella volle, che s’accommodasse il Calendario.
1596GIOVANNI ANTONIO Magino Padovano grande Astrologo, e Matematico de nostri tempi, & espertissimo de Calcoli Astronomici, publicò l’efemeridi di molti anni. Si trattenne egli alcun’tempo in Venetia, & hora è publico professore delle dette scienze nello studio di Bologna. A costui dedicò Gentilhuomo d’Urbino quell’Apologia, ch’egli scrisse in diffesa di Teofrasto, e d’Alessandro Afrodiseo intorno al vero tempo del nascimento, e dell’occaso dell’imagini d’Orione.
1596GUIDOBALDO de Marchesi del Monte figliuolo di Ranieri, la cui famiglia discende dalla Casa Regia di Borbone, vive hoggi famosissimo per l’eccellenza del suo ingegno nella professione delle Matematiche. Ha egli buona cognitione delle due lingue megliori, e delle cose filosofiche, e della Teologia. Nelle Matematiche poi ha genio così grande, e particolarmente nelle cose della Geometria, e delle subalterne, che pare, che sia risorta in lui la vivacità dell’ingegno d’Archimede, il che ha mostrato ne libri delle Mecaniche, ne quali chiaramente appare, ch’egli habbia tornata quella facoltà nel suo antico splendore. Scrisse anco le dimostrationi de Planisferii, e non ha molto publicò una dottissima parafrasi degl’Equeponderanti d’Archimede tradotti da lui dal greco nella lingua latina. Scrisse anco, e fece stampare un libretto detta correttione dell’anno, e dell’emendatione del Calendario, nel quale mostrò quanto esso vaglia ne computi Astronomici. Hora ha per le mani molte opere, delle quali una gran parte è per mandare in luce; queste sono un gran libro de Canoni celesti, ne quali insegna per via di compasso à trovar tutte le questioni, che appartengono al primo mobile. Ha scritto parimente un libro intorno alla Coclea da inalzar’l’acque, nelle quali rende la ragione, e dimostra l’effetto di quel maraviglioso Instrumento. E’ anco per dar fuori un grandissimo volume di Perspettiva, nel quale senza alcun dubbio si tiene, che habbia da superare quanti altri hanno scritto intorno quel nobilissimo Suggetto. Vive egli ritirato in Monte Baroccio suo Castello, ove attendendo à studiare, & à scrivere, viene facendo ricco il Mondo de parti del suo felicissimo ingegno, e mostra d’esser stato degno discepolo di Federico Comandino. Molte cose sariano da esser scritte di questo felice ingegno, ma ci contentiamo di tanto per non uscir da termini, che ci prescive la natura di questa historia.
I L F I N E.