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overo del Prencipe, & alcune altre opere. Dicono, ch’egli per via dello specchio fece il suo ritratto eccellentissimamente al naturale.
[1480]CARLO Boviglio Veromanduo Samacobrino fù d’ingegno così vario, e vivo, che non lasciò cantone alcuno di scienza, e d’Arte, ove non penetrasse, & in tutte le professioni scrisse volumi; le quali per esser moltissime, tacerò in questo luogo dell’altre, e racconterò le Matematiche. Scrisse dunque della Quadratura del Circolo per via d’un’Instrumento Geometrico, ritrovato da lui. Fece sei libri d’introduttioni alla Geometria, l’introduttione alla Perspettiva. Scrisse della Cubicatione della sfera, De Matematici perfetti, un libro delle ruote Matematiche, De i corpi Matematici, ò Geometrici, De supplementi Matematici, & altre opere curiose.
[1480]BARTOLOMEO Zamberto Venetiano fù intendente delle Matematiche, e della lingua Greca, onde si pose à tradurre i libri d’Euclide secondo l’editione di Teone. Recò dunque nella lingua latina il libro degl’Elementi, la Specolaria, la perspettiva, i Fenomeni, & il libro de Dati con la Proteoria di Marino; non sono però le sue traduzioni senza errore, i qua-
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