Nuovo vocabolario siciliano-italiano/FE
Questo testo è completo. |
◄ | FA | FF | ► |
Fè. Per fede: fè. Come nel prov. a lu papa ed a lu re bisogna tiniricci la fè, però non dice il proverbio se essi poi debban tenerla al popolo.
Febbraru. V. frivaru.
Febbretta. V. frivuzza.
Febbri. V. frevi.
Febbricitanti. add. Che è compreso o travagliato da febbre: febbricitante.
Febbricitari. v. intr. Esser compreso o travagliato da febbre: febbricitare.
Febbrìferu, Febbrìficu. add. Che induce febbre: febbrifero, febbrifico.
Febbrìfugu. add. Che caccia la febbre: febbrifugo. || s. Medicamento per cacciar la febbre: febbrifugo.
Febbrili. add. di febbre: febbrile.
Fecali. add. Delle materie escrementizie: fecale.
Fecundàbbili. add. T. med. e bot. Capace di fecondazione: fecondabile.
Fecundabbilità. s. f. Capacità, attitudine a ricevere fecondazione: fecondazione.
Fecundamenti. avv. Con fecondità: fecondamente.
Fecundari. v. a. Far fecondo, fertile: fecondare. P. pres. fecundanti: fecondante. P. pass. fecundatu: fecondato.
Fecundaturi –trici. verb. Chi o che feconda: fecondatore –trice.
Fecundazioni. s. f. Il fecondare: fecondazione.
Fecundissimamenti. avv. sup. Fecondissimamente.
Fecundità, Fecunditati. s. f. Qualità di esser fecondo: feconditade, fecondità o feconditate o fecunditade.
Fecundu. add. Che porta o è disposto a portare prole, che genera o produce abbondantemente: fecondo. || Fertile: fecondo. Sup. fecundissimu: fecondissimo.
Fecunduliddu. dim. Abbastanza fecondo.
Fecunnità. V. fecundità.
Fecunnu. V. fecundu.
Fedda. s. f. Particella tagliata sottilmente dal tutto: fetta. || Per sim. natica, chiappa. || nun vuliri feddi grassi, rinunziare a una impresa, presentendo de’ sinistri. || feddi di pani comu linticchi, esprime scarsità, miserie. || a fedda, posto avv., a porzioni sottili: a fette. || feddi grassi! si dice agli spilorci quando fanno qualche generosità. || fari feddi feddi, tagliare a fette: affettare, sfetteggiare; tagliuzzar un oggetto o un membro del corpo: cincischiare. || – di salami: affettato.
Fedeltà. s. f. Osservamento di fede: fedeltade, fedeltà, fedeltate. || Verità schiettezza, esattezza: fedeltà.
Fegu. V. feudu.
Felba. s. f. Drappo di seta col pelo più lungo del velluto: felpa.
Feli. s. m. Umore amarissimo che sta in una vescica attaccata al fegato: fiele, fele. || La vescica piena di fiele: fiele. || fig. Amaritudine d’animo, dispiacere: fiele. || Odio, rancore: fiele. || nun aviri feli, esser di buona natura: non aver fiele. || cchiù amaru di lu feli, amarissimo. || sputari feli, fig., esser fortemente adirato; o penetrato da pungente doglia. || Prov. cu’ agghiutti feli nun pò sputari meli, chi riceve angherie, dispiaceri, non può star lieto: chi ha in bocca il fiele non può sputar miele. || aviri lu feli a lu cori e lu meli a la vucca. V. in amaru. || bisogna masticari feli cu’ voli agghiuttiri meli, bisogna stentare per godere: chi bene e male non può soffrire, a grande onor non può venire.
Felicementi. avv. In modo felice, con felicità: felicemente.
Felici. add. Benavventurato, che possiede quanto può farlo contento: felice. || Prospero: felice. || Eccellente, che produce felicità: felice. || Fausto, di augurio buono: felice. || Prov. cu’ è troppu filici si marita, chi è felice si marita. Sup. felicissimu: felicissimo.
Felicissimamenti. avv. sup. Felicissimamente.
Felicità, Felicitati. s. f. Bene perfetto; bastante, che appaga, possesso di bene: felicità, felicitade, felicitate. || Avventura, buon successo: felicità. || felicità, si dice a chi sternutisce: felicità.
Felicitamentu. s. m. L’atto del felicitare: felicitamento.
Felicitari. v. a. Far felice: felicitare. || rifl. Venire in felice stato: felicitarsi. || E per congratularsi; Fanf. biasima in tal senso felicitare. P. pres. felicitanti: felicitante. P. pass. felicitatu: felicitato.
Felicitaturi –trici. verb. Chi o che felicita: felicitatore –trice.
Felicitazioni. s. f. Il felicitare: felicitazione. || Per congratulazione.
Felicitaziunedda. dim. di felicitazioni, in entrambi i significati.
Felicitaziununa. accr. di felicitazioni.
Felidaroi. V. turmentu.
Felluni. s. m. e Felluna. f. e add. Malvagio, ribaldo: fellone, fellona, fello. Sup. fellunissimu: fellonissimo.
Fellunìa. s. f. T. leg. Prodizione, ribellione; mal talento, tradimento, ogni sorta di ribalderia: fellonia.
Felluniscamenti. avv. Con fellonia: fellonescamente.
Felluniscu. add. di fellunìa; da fellone: fellonesco.
Fellunissimamenti. avv. sup. Fellonissimamente.
Felpa. V. felba.
Feltrari. v. a. Sodar il panno a guisa di feltro: feltrare. P. pass. feltratu: feltrato.
Feltratura. s. f. T. capp. L’azione del feltrare: feltratura.
Feltro. s. m. Panno di lana compressa insieme e non tessuta: feltro. || Mantello di feltro per viaggio: feltro. || E anche il panno di pelo, di cui fassi il cappello sodato a guisa di feltro: feltro.
Femìneu. add. di fimmina: femineo, femmineo (Benchè voce usata dal Meli non parmi di nostro uso).
Femurali. add. Relativo a femore: femorale.
Fèmuri. s. m. T. anat. L’osso della coscia, congiunto da una parte coll’ischia e dall’altra colla tibia: femore.
Fencia. V. guencia.
Fenici. V. finici.
Fennula. V. petrafennula.
. s. m. Qualunque effetto osservato ne’ corpi, del quale i filosofi naturali cercano le cagioni e la spiegazione; tutto ciò che apparisce di nuovo nel cielo, nell’aria ecc: fenomeno. || T. med. Per sintomo.
Fenta. V. ’nfenta.
Fenu. s. m. Erba secca segata da’ prati per pastura del bestiame: fieno. || magasenu di lu fenu: fienile. || fenu supra ristuccia, il fieno che si sega in settembre sulle stoppie: grumereccio, grumareccio. || fenu grecu, pianta che serve di alimento alle bestie, di cui il seme, chiuso in baccelli, è di un odore acuto; è emolliente: fieno greco. Trigonella foenum graecum L.
Fera. s. f. Mercato dove concorrono molti a negoziare con temporanea franchigia in giorni determinati: fiera. || ’na fera, per sim. si dice un luogo pieno di molte cose svariate e peregrine. || fari la fera, regalar alcuno di mancia o altro: pagare ecc. la fiera a uno. || fari ’na fera, smargiassare, lanciar campanili, spacconare e far chiasso, schiassare. || Prov. lauda la fera cu’ la trova bona, a ognuno piace l’utile proprio. || cu’ va a la fera senza un tarì, va cu una dogghia e torna cu tri, col dispiacere cioè di non aver potuto far acquisto di cose di cui rimane voglia. || fari la fera di palazzolu, negoziare alla cieca, a bacchio: negoziar a occhio e croce. || ccà mi luci la fera, fig. questo è il mio forte, di ciò mi tengo, questo io stimo: questo è il mio occhio. || ti nni pò’ jiri pri li feri, dicesi a chi narra o mostra spavalderie e un monte di maraviglie, per isbertarlo: di tutto questo tu puoi ben farne mercato o bottega. || cosa ca va pri li feri feri, dicesi di cosa notissima: ei va per la stampa; ei se la sanno i pesciolini || Animale salvatico, e specialmente i carnivori feroci: fiera. || E pesce della maggior grandezza come i cetacei. || Volgarmente si chiama così il delfino. Delphinus delphis. L.
Feraci. add. Fertile, dicesi di terre, piante: ferace. Sup. feracissimu: feracissimo.
Feracità. s. f. L’esser ferace: feracità.
Ferba. V. felba.
Fèria. s. f. Giorni in cui non si lavora, vacanza dei magistrati: feria. || fari feria, non lavorare: far feria. || T. eccl. Tutti i giorni della settimana non festivi: feria; feria seconda, terza ecc. Onde fari feria, il celebrar gli offizi dei giorni correnti: far di feria. || suffriri di feria sesta, soffrire scarsità, fame.
Feriali. add. Da dì di lavoro: feriale.
Ferialmenti. avv. Alla semplice, pianamente, dozzinalmente: ferialmente.
Feriari. v. intr. Far vacanza: feriare.
Feriati. s. m. pl. Il tempo delle ferie, vacanze dei magistrati: feriato.
Ferinu. add. di fera, feroce: ferino (Mort.).
Feriri. V. firiri.
Feritati. s. f. Astratto di feru, affine a ferocità, è delle fiere e degli uomini truci: ferità, feritade, feritate.
Ferizza. v. fierizza.
Fèriu. V. sfèriu.
Ferla. V. ferra. Più vicino al lat. ferula.
Ferma-bridò. s. m. Anelli in ferro che uniscon le barbazze del cavallo alle due estremità del filetto: barbazzale.
Fermacorda. s. m. T. orol. Pezzo dell’oriuolo da tasca che serve a far sentire quando la catena è finita di potersi caricare: guardacorde.
Fermagghiu, Fermagliu. s. m. Borchia che tien fermo o affibbia: fermaglio. || Quello formato di due pezzi uno dei quali entra nell’altro e vi resta fisso per via di molla, serve a tenere il braccialetto ecc: fermezze.
Fermamenti. avv. Con fermezza, certamente: fermamente.
Fermari. v. a. Impedire la continuazione del moto; fare star fermo; render fermo appiccando, legando ecc: fermare. || Confermare, stabilire: fermare. || Conchiudere, annodare un contratto: fermare. || rifl. a. Arrestarsi, fermar il piè, sostare per più lungo tempo: fermarsi. || Per chiudere: serrare (francesismo). || Detto dell’oriuolo: fermarsi. || Pigliar consistenza: fermarsi. P. pass. fermatu: fermato.
Fermata. s. f. Il fermarsi: fermata. || Riposo che si fa in viaggiando, camminando, e il luogo dove si riposa: fermata. || T. mus. È un segno, detto altrimenti corona: fermata.
Fermatedda. dim. di fermata: fermatina.
Fermentari. v. intr. Far fermentazione: fermentare. || fari fermentari, sottoporre a fermentazione: fermentare. (att.) P. pres. fermentanti: fermentante. P. pass. fermentatu: fermentato.
Fermentativu. add. Atto a fermentare o che fermenta: fermentativo.
Fermentazioni. s. f. Movimento interno che si desta in un corpo, onde gli elementi di quello si scompongono, o s’alterano nelle proporzioni, per formar nuovi composti: fermentazione. Essa ha luogo anche nelle materie animali. || Nel traslato, quell’agitazione di spiriti più o meno manifesta che suol preceder ai moti popolari: fermentazione.
Fermentu. s. m. Il corpo che misto con altro vi eccita un moto intestino; e l’atto di detto moto: fermento.
Fermi. s. m. pl. T. calz. Le due strisce di pelle sottile che ricuoprono internamente da ambi i lati la cucitura del tomajo coi quartieri: lunette (Car. Voc. Met.).
Fermissimamenti. avv. sup. Fermissimamente.
Fermizza. s. f. Stato di ciò che è fermo: fermezza. || Virtù per cui l’uomo sta saldo, perseverante: fermezza. || Saldezza: fermezza. || Fede, sicurezza: fermezza. || E delle cose morali o intellettuali, contrario di mutabilità: fermezza. || sutta lu celu e la luna nun cc’è firmizza alcuna, tutto è mutabile nel mondo.
Fermu. s. m. La cosa fermata, stabilita: fermo. || pri fermu, di fermu, posto avv., fermamente: di fermo, per fermo. || V. anco firmu.
Fermu. add. Che non si muove: fermo. || Stabile, durevole: fermo. || Immutabile, risoluto, costante: fermo. || terra ferma, che non è isola, e per antonomasia la penisola italica: terra ferma, continente. || Duro, saldo: fermo. || stari fermu, fig., durare nel fatto proposito: stare fermo.
Fernambuccu. s. m. T. bot. Pianta di stelo grosso, con foglie bipennate, con le foglioline ovate, ottuse, smarginate; i fiori sbrizzolati di giallo e di rosso, odorosi; si adopera dai tintori: fernambucco. Caesalpina echinata o brasiliensis L.
Feroci. add. Di natura fiera, che ha ferocia: feroce. || animali feroci, le fiere, le bestie non domestiche: animali feroci. || Per avv. ferocemente: feroce. Sup. ferocissimu: ferocissimo.
Ferocia. s. f. Forza e disposizione a nuocere, più profonda, più visibile e più abituale della crudeltà: ferocia.
Ferocimenti. avv. In modo feroce: ferocemente.
Ferocissimamenti. avv. sup. Ferocissimamente.
Ferocità. s. f. Ferocia: ferocità, ferocitade, ferocitate.
Ferpa. V. felba.
Ferra. s. f. T. bot. Pianta di stelo diritto e di foglie composte; le foglioline molto lunghe ed i fiori gialli: fèrula. Ferula communis L. || Il gambo secco di essa, che serve per castigare i bambini, secondo il gesuitico sistema: sferza.
Ferraina. V. furraina.
Ferravecchiu. V. sferruvecchiu.
Ferravicchiaru. s. m. Chi compera o rivende sferre, o altre cose vecchie: ferravecchio.
Fèrreu. add. Di ferro: ferreo. || met. Saldo, forte, durevole, instancabile: ferreo. || memoria ferrea, tenace, che ritien bene: memoria ferrea.
Ferru. s. m. Metallo noto: ferro. || Strumento meccanico o qualsivoglia arnese di ferro: ferro. || T. parr. Quel ferro a guisa di forbici per arricciar i capelli: ferro, ferro da ricci. || Strumento con cui si lisciano o stirano le biancherie o altro: ferro da stirare. || Arme da taglio: ferro. || Quel guernimento che si mette ai piedi del cavallo: ferro. || L’ago delle pecchie, vespe ecc: pungiglione. || Catena, ceppi, onde mannari a li ferri: metter in o ne’ ferri. || – di la toppa, quel ferretto che nelle serrature serve a chiudere od aprire per via della chiave: stanghetta. || – di la porta, di lu stipu, ecc. specie, di serrame schiacciato a guisa di regolo che si mette agli usci, finestre ecc. per chiudere: paletto. || ferru, si dice con tuono serio per dire zitto: acqua in bocca. Onde teniri ferru: aver acqua in bocca, non isvesciare. || Per manette V. muffuli. || essiri fattu di ferru, esser forte d’animo e di corpo: esser di ferro. || fari ferru e focu, fare strage: metter a ferro e fuoco. E si usa nel senso di far presto, precipitosamente: andar a furia. || essiri un ferru, stare in buone condizioni in un affare o altro, esser sicuro del fatto suo: esser un acciaio. || essiri supra ferru, essere a stretto consiglio, o alla conclusione del fatto: esser ai ferri. || battiri lu ferru mentri è caudu, modo prov., quando vi è la comodità di operare: batter il ferro mentre egli è caldo. E mentri lu ferru è caudu si stira, dello stesso senso: bisogna macinar mentr’egli piove. || lu malu ferru si nni va pri la mola, le cose cattive non arrecano pro: la farina del diavolo non fa profitto. || ferri di la gula, T. legn. strumento a pialla da far le incanalature o linguette: incorsatoio. || Quel ferro che è conficcato sur una panca per appuntellarvi il legno che si vuol piallare, perche non iscorra: granchio. || – a castagna: stiaccino (An. Cat.) || T. mar. Strumento a guisa d’un’àncora che posto in una punta della barca, tiene legata ad un grosso capo di fune tutta la tratta. || Prov. lu bonu ferru si vidi a la mola, alla prova si conosce il buono: il buon ferro si vede alla ruota o alla pietra. || – di famicia, arnese da calzolaio: fiossino o siossino. || – di taccu, altro arnese da calzolaio: bisègolo, toccafilari (a Firenze). || – quadralinu, ferro in forma quadrangolare, di grossezza maggiore delle vergelle comuni: quadretto. || – di fanali, qualunque pezzo di ferro che sostenga fanali o simili: bracciuolo (Car. Voc. Met.). || Prov. cu’ di ferru firisci di ferru pirisci: chi di ferro ferisce di ferro perisce. || T. legn. – di la pialla o di lu chianuni, specie di scarpello senza codolo che si ficca nella buca della pialla e va a sporgere un po’ dalla feritoia: ferro della pialla. || – a denti, il medesimo come sopra, ma minutamente dentato: ferro a denti. || teniri ferru, fig. esser riserbato: serbare nel pelliccino. || parrari a ferru ardenti, parlare risentitamente. || a ferru di cavaddu, posto avv. ellittico siccome è quel ferro: a ferro di cavallo. || – di quasetti. V. busa. || ferri di lu caminu o brachittuni, quell’arnese che serve a tener sospese le legna ed anche lo spiedo per l’arrosto: alari. || – di scurniciari. V. in scurniciari. || – di sgassari, è presso i tornitori quello strumento da tornire conformato a guisa di una fogliolina: foglia. (Zan. Voc. Met.). || – d’incannari: fuso da petto. || – di custuri: ferro da spianare (Rocca). || Prov. appizzaricci lu ferru e lu carvuni, far cosa inutile: perdervi il ranno ed il sapone.
Ferruggignu. add. Ferrigno, che è di color di rugine: ferrugigno.
Ferrugginusu. add. Che partecipa della natura del ferro, o del colore del ferro: ferruginoso.
Ferruina. V. furraina. || V. risina. || (Scob.)V. sodatura.
Fersa. s. f. T. mar. Ogni telo della vela, cioè ognuna di quelle liste di tela che cucite insieme forman la vela: ferzo. || Ciascuna lista del tessuto che cucite insieme forman l’abito, il lenzuolo ecc: telo.
Fèrtili. add. Fruttuoso, fecondo e si dice delle terre: fertile. || Abbondante, copioso: fertile. || E si dice tirrenu fertili ad uomo soro, sciocco. Sup. fertilissimu: fertilissimo.
Fertilissimamenti. avv. sup. Fertilissimamente.
Fertilità, Fertilitati. s. f. Astratto di fertili: fertilità, fertilitade, fertilitate.
Fertilizza. s. f. Fertilità: fertilezza.
Fertilizzari. v. a. Render fertile: fertilizzare. P. pass. fertilizzatu: fertilizzato.
Fertilmenti. avv. Con fertilità: fertilmente.
Feru. V. fieru.
Ferventari. (Mal.) V. premurari.
Ferventi. add. Bollente, che ha fervore: fervente. || met. Veemente, intenso, ardente; e detto di uomo, ansioso, premuroso: fervente. Sup. ferventissimu: ferventissimo.
Ferventimenti. avv. Con fervenza: ferventemente.
Ferventissimamenti. avv. sup. Ferventissimamente.
Fervenza. s. f. Fervore: fervenza.
Fervidamenti. avv. Ferventemente: fervidamente.
Fervidissimamenti. avv. sup. Fervidissimamente.
Fervidizza. s. f. Astratto di fervidu: fervidezza.
Fervidu. add. Fervente; appassionato, veemente: fèrvido. Sup. fervidissimu: fervidissimo.
Fèrviri. v. intr. Bollire, e met. esser veemente: fervere.
Fervuri. s. m. Calor veemente, e met. veemenza di passione: fervore.
Fervurinu. s. m. Discorsetto che si suol tenere dai sacerdoti sull’altare ai fedeli, per inspirar fervore: allocuzioncella.
Fervurusamenti. avv. Con fervore: fervorosamente.
Fervurusissimamenti. avv. sup. Fervorosissimamente.
Fervurusu. add. Che ha fervore: fervoroso. Sup. fervurusissimu: fervorossimo.
Fervurusuni. acc. Di molto fervoroso.
Fesi. s. m. Strumento di ferro con manico lungo, con una parte a scure e l’altra a picone che serve a cavar fossi, fender sassi ecc. beccastrino.
Festa. s. f. Giorno solenne, in cui non si lavora: festa. || – cumannata, di precetto della chiesa: festa comandata. || – mobbili, che non ha giorno fissato: festa mobile. || Solennizzazione in chiesa della ricorrenza o commemorazione: festa. || Spettacolo, apparato pubblico: festa. Onde: dar una festa. || fari festa, non lavorare: fare festa. || Carezze o allegra e lieta accoglienza: festa. Onde fari festa ad unu, fargli lieta cera: far festa ad uno. E dicesi anco degli animali. || cumannari li festi, met. spadroneggiare: comandar le feste. || boni festi, mancia nelle ricorrenze di feste grandi: ceppo (quando è Natale), buone feste ecc. Onde: dari li boni festi vale augurarle e dar la mancia: dar le buone feste. || robbi di festa, le vestimenta pulite per indossarsi nelle feste: vesti da festa. || essiricci festa e quaranturi, non parlando di chiesa, vale fare gran festa e sollazzo. || festa in chiesa e festa in cucina, secondo il costume che la gola deve godere delle feste religiose. || farinni la festa di unu, ucciderlo: far la festa ad uno. E detto di altre cose vale consumarle, godersele: far la festa di una cosa. E anche rubare una cosa: farne la festa (Rigutini). || mettiri la lingua di li festi, determinarsi a dire le vergogne altrui e rinfacciargliele: scorbacchiar alcuno. || guardari la festa, astenersi dal lavoro in giorno di festa: guardar la festa. || tèniri ad unu unni si sedi li festi, spregiarlo: averlo in tasca o in culo. || Prov. ad ogni santu veni la so festa, parlandosi di merci o simile, vale che verrà il tempo in cui avranno prezzo: non è si trista spazzatura, che non s’adoperi una volta l’anno; nè sì cattivo paniere, che non s’adopri alla vendemmia. E vale anche, non può andar molto che il tristo paga il fio: ad ogni tristo il dì suo tristo. || fari o essiricci la festa di li morti, o finiri a festa di ciralli, esservi grand’arruffio, parapiglia; finir male. || Prov. pri cui è festa, pri cui è timpesta, così è la società, chi ride, chi piange, però si potrebbe cercare almeno di non aggravare questo male: per chi è festa, per chi è tempesta. || nun sempri dura la festa, il tempo non corre sempre a un modo, certi abusi scompariranno: ogni dì non è festa. || cu’ campa tuttu l’annu tutti li festi vidi, chi va per vita avrà agio da veder tutto. || cu sfraga la festa stenta lu lavuranti, è pei mestieranti che mangiano la domenica il guadagno della settimana: chi scialacqua la festa, stenta i giorni di lavoro. || fatta è la festa e si curriu lu paliu, tutto è finito: è finita la festa e corso il palio. || la festa si fa quannu veni, chi quannu si fa poi nun si fa beni, le cose debbono farsi secondo l’occasione: chi non fa la festa quando viene, non la fa poi bene. || essiri la festa di unu, cioè il giorno che la Chiesa festeggia il Santo del cui nome quel tale è chiamato: esser la festa di alcuno. || a festa, posto avv. A uso di festa, festerecciamente: a festa.
Festeggiamentu. s. m. Il festeggiare: festeggiamento.
Festeggiari. v. intr. Festare, far festa: festeggiare. || Solennizzare; render culto: festeggiare. P. pres. festeggianti: festeggiante. P. pass. festeggiatu: festeggiato.
Festività. s. f. Festa grande, solenne: festività.
Festivu. add. Di festa: festivo. || Dicesi delle cose che s’usano ad ornamento delle feste: festivo.
Festuni. V. fistuni.
Fetidamenti. avv. Con fetore: fetidamente (Mort.).
Fètidu. V. fitenti: fetido. Sup. fetidissimu: fetidissimo.
Fètiri. v. intr. Mandar puzzo, fetore: puzzare, sitare, fètere. || fetiri la vucca di latti, per dispregio, vale esser ragazzo. || fetiri lu coddu di sivu, star in pericolo di essere appiccato; correre rischio di affogar nel canape. E per sim. del sovrastare altrui qualche avversità. || nun ciaura e nun feti fig. dicesi di chi sta chetinino e tace: non fa nè motto nè totto. || comu feti pri un spicchiu feti pri una testa, fig., nel far male tanto è farne poco come molto: tanto è puzzar d’un aglio, quanto d’una resta. || Esser lurido, sozzo: lezzare. || fetiri una cosa, esser vecchia. E detto di cosa vendibile: abbandonare, riboccare, esservene la fiacca. || Prov. cui pri anciovi, cui pri tunnina tutti fitemu, signura cucina, nessuno è senza vizi: ognuno ha il suo impiccato all’uscio; o ogni casa ha cesso e fogna.
Fetu. s. m. Odor corrotto o spiacevole: puzzo. Se più: fetore. || Se vien da piaga, marcia ecc: puzza. || Se da cosa giacente in un luogo, riserrata: sito. || Se da sudiciume o che: lezzo. || finiri a fetu, detto di qualunque cosa finir male. || fetu d’appigghiu, fumo di cose untuoso onde ne vien fetore: leppo. || fetu d’ova cuvatizzi o scuvati: nidore, leppo. || (Mort.). Per la creatura formata nel ventre della madre: feto.
Fèu. V. fèudu. Forse dall’antico fio: feudo.
Feudali. add. di feudu: feudale.
Feudalìsimu. s. m. Il complesso degli effetti, usi, leggi che apportarono i feudi: feudalismo.
Feudalità. s. m. T. leg. Astratto di feudu, ricognizione prestata per ragion del feudo: feudalità.
Feudatàriu, s. m. Che ha feudo o in feudo: feudatario.
Fèudu. s. m. Dominio che concedevasi al vassallo: feudo. Oggi si usa per una vasta tenuta di terre. || Prov. nun cc’è feudu senza spina, e mancu riditati senza corna, non c’è podere senza spine, nè stirpe senza macula alcuna.
Fèutru. v. feltru.
Fezza. s. f. Parte più grassa e peggiore dei liquidi: feccia. || La peggior parte di checchessia: feccia. || – di l’omini: vile, canaglia. || Scremento, sterco e si usa in pl.: feccia.
Supplemento
Felicia. V. filici.
Fellazzu. s. m. T. bot. Sorta di pianta medicinale, detta pure fellazzu d’acqua: angelica acquatica. Angelica sylvestris L.
Ferma. s. f. Parte della scarpa: lunetta (S. Romano).
Ferra. Prov. la ferra è la paura di la scola ovvero la ferra nsigna littri, nomi e verbi, i nostri nonni, insegnati dai famigerati gesuiti, credevano che il bastone fosse il vero mezzo d’istruzione.
Ferru. – tortu: foglia. || T. torn. ferru di tagghiari: tagliuolo. || T. torn. ferru a beccu, ferro ripiegato dalla parte tagliente: becchetto. || T. torn. ferru chianu, simile allo scalpello del legnajuolo: ferro piano (Perez).