Nuovo vocabolario siciliano-italiano/SO

SO

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SN SP

[p. 940 modifica] So. pron. poss. che denota proprietà, o attenenza: suo (A. V. ital. so. E so dicesi tuttavia in Firenze, e ne’ dialetti dell’Alta Italia). Nel pl. soi: suoi. || lu so, il suo avere, la roba sua, il suo. || fari li soi o di li soi, far qualche sciocchezza, contenersi secondo il solito: fare delle sue. || i soi, i suoi parenti: i suoi. || diri la sua, dir il suo parere: dire la sua. || mettiri di lu so, scapitare: rimettere del suo. || stari supra la sua, mantenersi in contegno: stare sulle sue. || aviri li soi, essere aspramente sgridato o percosso: avere o toccar le sue. || farisi li soi, quando nel giuoco uno si rinfranca il proprio danaro: rifarsi. || aviri li soi, essere sgridato o percosso: avere o toccar le sue. || Prov. ognunu cu li soi, ognuno stia coi suoi pari. || cu’ getta lu so cu li so manu, poi cerca chiddu d’autru cu li pedi: chi butta via oro colle mani, lo cerca co’ piedi, chi sciupa il suo, anderà mendicando poi l’altrui. || V. anche suo.

Sòbbatu. V. sabbatu.

Sobbriamenti. avv. Con sobrietà: sobriamente.

Sobbrietà. s. f. Moderazione nel mangiare, nel bere, e in altre cose: sobrietà. || Serietà, gravità.

Sòbbriu. add. Che ha sobrietà: sobrio. || Grave: contegnoso.

Socchiusu. V. succhiusu.

Sociabbili. add. Compagnevole: sociabile.

Sociali. add. Che ama la compagnia: sociale. || Appartenente a società: sociale.

Società. s. f. Compagnia: società. || In generale [p. 941 modifica] il genere umano incivilito, comunanza civile: società (Ugolini vorrebbe vi si aggiungesse lo aggettivo, dicendo l’umana società, la società civile ecc. particolarmente in iscrittura di alto argomento). || Accordo di più persone per un dato tempo, commerciale o altro: società. || Raunata di gente per vegliare in conversazione, in ballando o altro: veglia. || iri ’n società, andar in casa altrui a passar la serata: andar a veglia. || teniri società: tener a veglia, tener conversazione.

Socièvuli. V. sociabbili.

Sòcira. V. soggira.

Sòciu. s. m. Compagno: sòcio.

Soda. s. f. Sostanza salina che forma la base del sale marino: soda. || Cenere della salsola, che serve a far il vetro; e la lisciva di essa entra nella fabbricazione del sapone: soda. Per spinedda V.

Sodamenti. avv. Con sodezza, sicuramente: sodamente. || Gagliardamente, con forte animo: sodamente.

Sodari. V. saldari. || Assodare: sodare.

Sodatura. V. saldatura e simili.

Sodisfacenti. add. Che soddisfa: soddisfacente.

Sodisfacentimenti. avv. In modo soddisfacente: soddisfacentemente.

Sodisfari. v. a. Contentare, appagare: soddisfare, sodisfare. || Pagar il debito: soddisfare. || Piacere: soddisfare. P. pass. sodisfattu: soddisfatto.

Sodisfattissimu. add. sup. Soddisfattissimo.

Sodisfattivu. add. Atto a soddisfare: soddisfattivo.

Sodisfattòriu. add. Atto a soddisfare: soddisfattorio.

Sodisfazzioni. s. f. Il soddisfare: soddisfazione. || Riparazione d’ingiuria: soddisfazione. || Una delle tre parti della penitenza: soddisfazione. || Prov. la sodisfazioni mitiga la passioni, è chiaro.

Sodissimamenti. avv. sup. Sodissimamente.

Sodizza. s. f. Stabilità, fermezza: sodezza. || Durezza: sodezza. || Lo star senza ridere: serietà.

Sodomìa. s. f. Atto venereo tra persone dello stesso sesso: soddomìa, sodomìa.

Sodomìticu. add. Di soddomia: soddomìtico.

Sodomitu. add. Che fa soddomia: soddomito, sodomito.

Sodu. s. m. Sodezza: sodo. || Sicurtà: sodo. || Fondamento ove posi l’edificio, o parte di edificio: sodo. Onde pusari supra lu sodu: posare sul sodo , con trario di posare in falso. || iri a lu sodu, non ingerirsi in cose frivole, fuggire gli scherzi, attenersi alle cose importanti: stare sul sodo. || aviri lu sodu, essere sufficientemente provveduto di agi, di averi.

Sodu. add. Duro: sodo. || Stabile, costante, fermo: sodo. || Assicurato, durevole: sodo. || Forte, gagliardo: sodo. || Quieto, di buona e placida natura: posato. || Giudizioso, savio: serio. || Che sta senza ridere: serio. || Che usa nei suoi modi gravità e circospezione: serio. || fari lu sodu: far il nesci. || parrari sodu, dire da senno dire o favellare in sul sodo. || stari sodu, star fermo, non si muovere, non parlare: star sodo. || stari sodu comu ’na campana di lignu, non si lasciar persuadere, nè svolgere: star sodo o star sodo alla macchia o al macchione. || tirrenu sodu, incolto: terreno sodo. || mettiri lu pedi ’n sodu, met. agire cautamente, con prudenza. Sup. sodissimu: sodissimo.

Sodu. avv. Sodamente: sodo. || Seriamente. || sodu sodu, posto avv., chetamente: alla cheta, di cheta, cheto cheto. Vale anco bellamente, senza tante cerimonie: pari pari, p. e. me gli vidi capitar a casa pari pari, e vi stettero un anno. || sodu sodu, facendo il nesci, non mostrando avvedersi, dissimulando: che non par fatto suo. O anco a poco, cautamente: bel bello. E si dice in generale per significare l’audacia o la balordaggine di chi fa cose da tristi o da stolti: a faccia fresca.

Sofferenza. s. f. Il sofferire: sofferenza. || Costanza, perseveranza: sofferenza.

Soffocari. V. soffucari.

Sòffriri. V. suffriri.

Sofisma. s. m. Argomento fallace, vizioso, sebbene possa avere apparenza di verità: sofisma.

Sofista. add. Che usa sofismi: sofista. || Cavillatore: sofista.

Sofisticari. v. a. Far sofismi, sottilizzare, cavillare: sofisticare. || met. Falsificare: sofisticare.

Sofisticarìa. V. sufisticaria.

Sofìsticu. V. sufìsticu.

Soggettu. V. suggettu e derivati.

Sogghia. s. f. La parte inferiore dell’uscio, dove posano gli stipiti: soglia. || – di finestra: davanzale.

Sogghiu. s. m. Trono, seggio reale: soglio. || Per soglia: soglio.

Sòggira. s. f. Madre della moglie o del marito: suocera. || audimi tu o a tia lu dicu soggira o parru cu tia soggira e sentimi tu nora, V. in parrari. || la sòggira nun è mancu bona di zuccaru, in ogni modo dispiace. || qual’è chidda nora chi voli beniri la sòggira? decisamente le nuore non amano le suocere. || soggira e nora, T. bot. viola senza odore, ma di bel colore, suol essere tricolore, bianco, giallo e rosso o turchino: suocera e nuora, viola del pensiero o tricolore.

Sòggiru. s. f. Il padre del marito o della moglie: suòcero. || pariri un soggiru, si dice a chi veste alla carlona, all’antica.

Soggiu. V. sogghia.

Sol. s. m. Una delle note musicali: sol.

Sola. s. f. La parte della scarpa che posa in terra: suolo, pl. le suola. || La pianta del piede o la parte dell’unghia morta della bestia da soma: suolo. || aviri la sola china, dicesi quando i cavalli hanno poco incavo sotto il suolo. || mettiri la sola: risolare (Lat. sola).

Solachianeddu. V. solichianeddu.

Soldu. s. m. Moneta di cinque centesimi: soldo. || Mercede, stipendio: soldo. || Per moneta in generale, si usa in pl.: soldi.

Solera. s. f. La parte fra le natiche e le reni: groppone.

Solfa. s. f. Caratteri o note musicali, e la musica stessa: solfa. || battiri la solfa, misurar il tempo colla mano solfeggiando: batter la solfa. || E fig., bastonare: dar busse, tambussare. [p. 942 modifica]

Solfatu. s. m. T. chim. Sale formato dalla combinazione dell’acido solforico con diverse basi: solfato.

Solfeggiari. v. a. Cantar la solfa: solfeggiare.

Solfèggiu. s. m. T mus. Aria senza parole, di cui si servono i maestri per far apprendere il canto: solfèggio.

Solichianeddu. s. m. Quegli che rattoppa scarpe rotte, ciabatte ecc.: ciabattino (da sola e chianedda).

Solidamenti. avv. In modo solido: solidamente.

Solidariamenti. In solido, in modo solidario.

Solidàriu. add. T. leg. Obbligato in solido al pagamento di una data somma: solidario.

Solidità. s. f. Saldezza, durezza: solidità.

Solidizza. s. f. Solidità: solidezza.

Sòlidu. s. m. Sodo: sòlido. || T. geom. Corpo capace di tutte tre dimensioni: sòlido. || T. anat. Tutto ciò che non è liquido nel corpo: solidi pl. || in solidu, posto avv. dicesi allorchè ciascuno degli obbligati resta tenuto per tutta la somma: in solido.

Sòlidu. add. Sodo, saldo, contrario di liquido: sòlido. Sup. solidissimu: solidissimo.

Solingu. V. sulitàriu.

Sòliri. V. suliri.

Solitariu. V. sulitariu.

Sòlitu. add. Che è d’uso, consueto: sòlito. || a lu solitu, posto avv., nella maniera solita: al solito.

Solitùdini. V. solitutini.

Sollenni. add. Che appartiene a solennità: solenne. || Per sim., splendido, magnifico, grande: solenne. || Straordinario, in sommo grado: grande: solenne. Sup. sollennissimu: solennissimo.

Sollennimenti. avv. Con solennità: solennememte.

Sollennità. s. f. Qualità di ciò che è solenne: solennità. || Giorno di gran festa: solennità. || Apparato, pompa e gran cerimonia: solennità. || Ufficio da farsi in qualche occorrenza, formalità stabilite per checchessia: solennità.

Sollennizzari. v. a. e intr. Celebrare con solennità: solennizzare. P. pass. sollennizzatu: solennizzato.

Sollevari. V. sullivari.

Sollìcitu. V. sullicitu e derivati.

Solu. s. m. Superficie di terreno o altro su cui si cammina: suolo. || ass. Terreno: suolo. || Quel disteso o piano di mercanzie, di grasce o d’altro posto ordinatamente in pari l’uno sull’altro: suolo. || La parte della carrozza ove si posano i piedi: pianta della cassa. || – di lu furnu: il suolo del forno. || – di lu pani, la parte inferiore, che posa sul forno ecc. || a solu a solu, posto avv., per ordine, distesamente: a suolo a suolo.

Solubbili. add. Atto a sciogliersi: solubile.

Solubbilità. s. f. Qualità di ciò che è solubile: solubilità.

Solutivu. add. Che solve, dicesi di medicamento buon a purgare, talora è sost.: solutivo.

Soluzzioni. s. f. Scioglimento: soluzione. || T. chim. L’incorporazione e scioglimento di checchessia in un liquido: soluzione.

Solventi. add. Che paga: solvente. || T. chim. Che ha forza di liquefare: solvente (Mort.).

Solvibbili. add. S’usa per dinotare che paga o che può pagare ciò che deve: solvente.

Sommossa. V. summossa.

Sonettu. V. sunettu.

Sonnolenza. V. sunnulenza.

Sonnu. s. m. (pl. sonni, sònnura e sònnira) Riposo delle operazioni esterne per legamento del sensorio comune: sonno. || Voglia grande di dormire: sonno. || fari un sonnu: schiacciar un sonno. || moriri, o cariri di sonnu, averne voglia grandissima: morire, o cascar di sonno. || pigghiari sonnu, addormentarsi: prender sonno, attaccar il sonno. || rumpiri lu sonnu, destare: romper il sonno. || spartirisi lu sonnu, V. in corpu, essiri dui armi ’ntra un corpu. || ’ntra sonnu e viggilia, nè ben desto, nè ben addormentato: fra sonno e veglia. || lu sonnu di lu purci, breve, dicesi de’ bambini che appena addormentati son desti. || ’ntra lu sonnu, posto avv., dormendo: fra il sonno. || sonnu a furmichedda, parlandosi di bachi da seta: prima dormita. || – di li dui: seconda dormita. || – di li tri: terza dormita. || – a munnu: quarta dormita. || Prov. cu’ havi sonnu nun cerca capizzu, a chi ha sonno basta qualunque letto, o si usa fig. per altre cose. || lu sonnu è parenti di la morti: il sonno è parente della morte. || sonnu, le idee che durante il sonno vengon all’animo: sogno. || essiri o pariri un sonnu, di cosa desiderata ma impossibile, o di poca durata: esser un sogno, come per sogno. || mancu pi sonnu, modo di negare: neppure per sogno. || Prov. zoccu la vecchia vulìa ’n sonnu cci vinìa, quando alcuno s’immagina cosa che desideri sommamente: l’orso sogna pere. || nun cridiri a sonni ca t’inganni, eppure vi è il pregiudizio che i sogni siano furieri di avvenimenti ecc.: non bisogna fidarsi ne’ sogni. || sonnu, si dice la regione della testa a’ lati della fronte o dall’occhio all’orecchio: tempia, e per lo più in pl. sonnira: tempie. I Tedeschi in lor lingua, chiaman anco sonni le tempie. || sonnu è, si dice per garrire colui che voglia o desideri cosa impossibile.

Sonoramenti. avv. Con sonorità: sonoramente.

Sonorità. s. f. Graziosità e bontà di suono: sonorità.

Sonoru. add. Che rende suono: sonoro. || Strepitoso, memorabile: sonoro.

Sontuusu. V. suntuusu.

Sonu. s. m. Sensazione che si apprende per via dell’udito: suono. || Il sonare: suono. || Lo strumento che si suona: suono. || Fama, grido: suono. || sonu, si chiamano l’orchestra, la banda ecc. che suona in casa di alcuno per divertimento. Macchiavelli chiamò suono la banda. E sonu per cui si chiama la festa stessa, una veglia in cui si balli e suoni; onde teniri sonu: tener festa da ballo. || Prov. ad ogni sonu nun si trasi in ballu: non ogni verde fa fiore, non ad ogni cosa deve seguire il suo effetto. || soni e canzuni su così di ventu (e vi s’aggiunge per ischerzo: lu tavirnaru voli li picciuli), bisogna badare al sodo nelle cose. || a lu sonu si canusci la campana, alla prova si vede: al suono si conosce il campanello (poeticamente in italiano si dice sono. [p. 943 modifica] Nel pl. si fa sònura, e anticamente anche in italiano: sònora).

Sopiri. v. a. Indurre sopore, assopire: sopire. || met. Attutare, spegnere: sopire. P. pass. sopitu: sopito.

Soprusu. V. suprusu.

Sopuri. s. m. Il primo grado del sonno, nello stato di malattia però è sintomo di affezioni al cervello: sopore.

Sorari. V. saldari e seg.

Soraturi. V. saldaturi.

Sorba. V. zorba.

Sòrdidu. add. Schifo: sordido. || Avaro: sordido (Mort.).

Sordu. V. soldu.

Sorella. s. f. V. soru. || Monaca: sorella. E specialmente quella impiegata nelle opere servili del monastero: conversa.

Sorfa. V. solfa.

Sormontari. V. surmuntari.

Sorpassari. v. a. Passar sopra, sopravanzare: sorpassare.

Sorprènniri. V. surprènniri.

Sorrisu. s. m. Risetto, risino: sorriso.

Sorta. V. sorti: sorta.

Sorti. s. f. Fortuna, destino: sorte. || Condizione, stato, essere: sorte. || Capitale, fondo, danaro che produce una rendita: sorta. || a sorti, posto avv., a sorte, in sorte. || Prov. o sorti o morti, indica i due estremi in un cimento. || la sorti la reggi Diu, dunque poichè non tutti abbiamo sorte, così Dio usa particolarità e spesso favorendo anco i ribaldi... quante cose gli fan fare a questo Dio! || dammi sorti e jettami a mari, lo credo gua’. || megghiu nun avissi natu cu’ nun ha sorti, credo anco questo. || cci voli sorti macari a friiri l’ova, in tutto ci vuol sorte. || aviri cchiù sorti ca sennu, si dice di alcuni.

Sorti. s. f. Spezie, qualità: sorta, sorte. || Modo, forma, guisa: sorta. || di sorti chi..., in guisa che: di sorta che...

Sortilèggiu. s. m. Arte vana d’indovinar o deliberar checchessia per via di sorte (a che arrivano i pregiudizi...!): sortilegio.

Soru. s. f. Nome correlativo di femina tra i nati d’un medesimo padre o d’una medesima madre, o da entrambi i medesimi genitori: sorella, poeticamente suora. || Compagna, amica intrinseca: sorella. || Monaca: suora. E si usa aggettivamente preposto al nome di monaca, p. e., suor Patrocinio (che il diavolo l’abbia in gloria). || soru per sodu V. (Più vicino al Lat. Soror).

Sorva. V. zorba (a Catania).

Sorvegliari. v. a. Osservare ed aver cura che le cose vadano bene: sorvegliare (Fanf. Voci ecc. d. parlar fior.), Ugolini vorrebbe si dicesse invece: invigilare, sopraintendere.

Sorveglianza. s. f. L’atto e l’effetto del sorvegliare: sorveglianza, sopraintendenza.

Sorvegliaturi. verb. m. Chi per ufficio dee sorvegliare ai lavori o altro: sorvegliatore, sopraintendente.

Soscriviri. V. suttascriviri.

Sosì. Specie di colore per le lane, e le sete più carico di quello del rosso d’uovo, che ricavasi da una pianta americana detta ariana. Bixa orellana L.

Sosizza. s. f. Carne di maiale tritata e messa nelle budella del porco: salsiccia. || fari sasizza di ’na cosa, ridurla in minutissimi pezzi: far salsiccia di checchessia. || Detto di uomo, ucciderlo o malmenarlo: farne polpetta, affrittellarlo, tartassarlo. E fig., abusarne, farne ogni suo piacimento, strapazzarlo: farne alla palla. || sempri sosizza! mormorazione triviale di chi ama sempre novità, e si sdegna di qualunque replica. || cchiù sosizza e mancu addauru, prov. di facile intelligenza, cioè meno apparenza e più sostanza (Fr. saucisse).

Sosizzaru. s. m. Chi fa o vende salsiccia: salsicciajo.

Sosizzedda. dim. di sosizza: salsiccetta. || Altra specie di vivanda di carne ammaccata: braciuola ravvolta.

Sosizzuneddu. dim. di sosizzuni. || Dicesi per ischerzo a persona paffuta e grassa: gonfione.

Sosizzuni. s. m. Salsiccia grossa, stivata e salata tanto da durar molto conservata: salsiccione.

Sospettari. V. suspittari.

Sospettu. V. suspettu.

Sotari. V. satari.

Sotettu. dim. di sautu.

Sotuni. accr. di sautu.

Sotterràniu. V. suttirraniu.

Sou. Metatesi di suo: suo.

Sozzu. add. Sporco, brutto: sozzo. || V. sodu. || – di nuciddi, giuoco e arnese da giuocar a noccioli. || V. suzzi. || add. Massiccio (Muse Sicil.).

Sozzubbonu. Aggiunto di una spezie di qualità di pero.

Supplemento

[p. 1155 modifica] [p. 1156 modifica] Smuzzaloru riali. V. tummaloru. || – pamparineri, V. pitirru.

Sonacanonacu (A. Sorta di giuoco in cui uno è bendato, e insegue gli altri i quali sonano intanto a cocci, o chiavi o simili (In Licata).

Sòrfiru. V. cirinu (In Siracusa).

Sosizzottu. V. sosizzuneddu. [p. 1157 modifica]