Nuovo vocabolario siciliano-italiano/TE
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Te. pron. Voce dei casi obbliqui: te. || te, coll’apostrofe. || Seconda persona singolare dello imperativo del verbo tenere, tieni: tè. || tè tè, modo di chiamare ed allettare gli animali: tè tè. || Esclamazione di maraviglia: to’ to', guarda guarda. E per busse: pacche.
Tè. s. m T. bot. Arboscello indiano e chinese, di cui le foglie accartocciate vengono a noi, per uso di bere la loro infusione: tè. Thea bohea L., La bevanda che si fa con tale infusione: tè.
Teatinu. s. m. Appartenente ad uno de’ mille ordini religiosi che vegetavan a spese della società: teatino. Fondato da S. Gaetano Tiene. E Mort. dice derivare tal nome da Teate oggi Chieti.
Teatrali. add. Di o da teatro: teatrale.
Teatreddu, Teatrinu. dim. di teatru: teatrino. Quello per lo più nelle case particolari.
Teatru. s. m. Edifizio adatto a rappresentarvi spettacoli, opere drammatiche ecc.: teatro.
Teca. s. f. Scatoletta di metallo con coperchio, di cristallo, ad uso di riporvi reliquie; voce derivata dal greco.
Tecchia. V. tanticchia.
Tècnicu. add. Appartenente alle arti, che riguarda alcune arti: tecnico.
Teda. s. f. Pino selvatico del cui legno si fanno vari lavori, e brucia come una torcia: teda.
Tedèu. s. m. Inno della Chiesa in ringraziamento a Dio, che comincia Te deum ecc.: teddìo, tedèo.
Tèddiu. V. tediu e così i simili.
Tediari. v. a. Tener a tedio: tediare. || rifl. pass. Annoiarsi, aver tedio: tediarsi. P. pass. tediatu: tediato.
Tediatizzu. add. Alquanto tediato.
Tèdiu. s. m. Noia grave che viene da rincrescimento: tèdio. || Noia che si partisce dallo aspettare: tedio. || met. Amoretto, pretensione, passione: baco.
Tediusamenti. avv. In modo tedioso: tediosamente.
Tediusità. s. f. Rincrescevolezza: tediosità.
Tediusu. add. Di tedio, noioso: tedioso.
Tègula. V. canali al § 5. || Finimenti e ornati dei cornicioni interni, che sovrapposti si fanno sporgere un poco, e per lo più son dorati.
Telegrafìa. s. f. L’arte del telegrafo; il luogo dove è l’ufficio telegrafico: telegrafìa.
Telegraficamenti. avv. Per via di telegrafo: telegraficamente (credo d’uso).
Telegràficu. add. Attenente a telegrafo, venuto per telegrafo: telegràfico.
Telègrafu. s. m. Macchina o ordine di segni visibili da lontano, per parlare co’ lontani; oggi s’intende quello per via del filo elettrico: telegrafo. || fari lu telegrafu, far segni d’intelligenza fra loro due persone.
Telescòpiu. s. m. T. ott. Strumento di più cristalli o lenti, onde scoprir le cose lontane: telescòpio.
Telir. V. tilaru. Così a Piazza.
Tema. s. m. Soggetto, argomento, materia: tema.
Tematicarìa. s. f. Ostinatezza: caponaggine.
Tematicu. add. Ostinato: capone, testereccio (Sp. tematico: caparbio).
Temerariamenti. avv. Con temerità: temerariamente.
Temerariissimamenti. avv. sup. Temerariissimamente.
Temeràriu. add. Troppo audace, imprudente: temeràrio. || giudiziu temerariu, quello che si fa senza fondamento nelle azioni altrui: giudizio temerario.
Temerità. s. f. Soverchio ardire, impeto violento senza ragione della mente, audacia: temerità.
Tèmiri. V. timiri.
Temperamentu. s. m. Complessione, qualità e stato del corpo: temperamento. || Governo, modo di reggere: governo. || Compenso, ripiego, misura: temperamento. || Combinamento, o accoppiamento di qualità: temperamento.
Temperanti. add. Che ha la virtù della temperanza: temperante.
Temperanza. s. f. Virtù morale per cui l’uomo infrena ogni disordinato appetito: temperanza. || Moderazione, modestia: temperanza.
Temperari. V. timpirari.
Temperatamenti. avv. Moderatamente: temperatamente.
Temperatu. add. Moderato, regolato: temperato.
Temperatura. s. f. T. fis. Il vario grado del caldo, del freddo nei corpi e nell’aria: temperatura.
Tempesta. V. timpesta.
Tempiettu. dim. di tempiu: tempietto.
Tèmpira. s. f. Consolidazione artificiale, dicesi del ferro che bollente sia stato tuffato in acqua: tempera, tempra. || Qualità, maniera tèmpera. || Stato del composto metallico dopo che è soggiaciuto alla operazione su detta: tempera. || Disposizione: tempera. || T. pitt. Colla o chiara d’uovo con che liquefanno i colori: tempera. Onde dipingere a tempra. || una tempira, una bibita di vino annacquato.
Tèmpiu. s. m. Edificio destinato al culto divino: tèmpio.
Temporali. s. m. Tempesta: temporale.
Temporali. add. Di o da tempo, caduco, mondano: temporale. || Opposto a spirituale: temporale.
Temporalità. s. f. Qualità di ciò che è temporale, e dicesi de’ beni della Chiesa: temporalità.
Temporalmenti. avv. A tempo, non eternamente: temporalmente. || Moderatamente: temporalmente.
Temporàniu. add. Che è a tempo, non perpetuo: temporàneo.
Temporeggiamentu. s. m. Il temporeggiare: temporeggiamento.
Temporeggiari. v. intr. Secondo il tempo, governarsi secondo l’opportunità, indugiare: temporeggiare.
Temprapinni. V. timpirinu.
Tempu. s. m. Quantità che misura la durata rispetto al prima e al poi: tempo. || Età: tempo. || Una determinazione del corso del giorno, della vita, e simile: tempo. || Spazio preciso e determinato di alcuni anni, mesi ecc.: tempo. || Opportunità, occasione, agio, comodo: tempo. || Stagione: tempo. || Aria, cielo, rispetto all’esser sereno o piovoso ecc.: tempo. || T. orol. Quella parte che regola con uguali vibrazioni il movimento: tempo. || T. mus. La misura del moto, delle voci, e dei suoni per lunghi o brevi intervalli: tempo. || lu tempu, assol. il secolo, la vita presente: il tempo. || tempu niuru, dicesi allora che l’aria oscuratasi accenna vicina procella, e si usa così nel propr. come nel fig.: tempo nero. || – picchiusu, volto alla pioggia: tempo piovigginoso. || – persu, dicesi allorchè prevedesi il poco o verun frutto da ritrarre da checchessia o chicchessia: tempo perso. || aviri bon tempu, star allegramente, passarsela in divertimenti: aver buon tempo, far tempone. || canusciri lu tempu, saper avvalersi delle congiunture: còrre il tempo. || puntari lu tempu, fissare, stabilire il tempo: dare il tempo. || dari tempu, indugiare: dar tempo. || dari tempu a lu tempu, spedire senza troppa fretta e ponderandolo un affare: dare tempo al tempo, e nun dari tempu a lu tempu, procedersi con soverchia fretta: non dar tempo al tempo. || essiri in tempu o a tempu, esservi ancora tempo prima che passi la congiuntura: esser a tempo. || fari bonu o malu tempu, essere sereno o piovoso il cielo: far buono o cattivo tempo. || acqua di tempu, della temperatura della stagione, nè rinfrescata, nè riscaldata. Onde passari pri acqua di tempu, non farne caso, tenere per non fatto, e simile. || passari tempu, fuggir l’ozio, divertirsi: passar tempo. || perdiri tempu, consumar inutilmente il tempo: perder il tempo. || pirdiricci tempu ’nta ’na cosa, vale impiegarvi del tempo, adoperarvisi con amore o con attenzione, lavorarvi. || ’ntra tempu, detto d’uomo di età: attempatello. || essiri passatu lu so’ tempu, esser invecchiato. || avanti tempu, innanzi il tempo dovuto: anzi tempo. || a tempu e a locu, ad ora opportuna: a tempo e luogo. || a so tempu, al tempo debito, accenna a cosa futura: a suo tempo. || a megghiu tempu, più a buon ora, in tempo più acconcio, più favorevole: a miglior tempo. || a tempi, in tempo già decorso, un pezzo fa: già tempo. || doppu tempu, in seguito: tempo dopo. || un tempu, una volta, tempo addietro: un tempo. || a secunna di lu tempu, secondo la stagione: secondo il tempo. Come comportan i tempi: secondo i tempi. || ’m processu di tempu, nel trascorso del tempo: in processo di tempo. || vinniri ’na cosa cu lu tempu, non vendere a contanti, ma a tempi accordati: dare o vendere pei tempi. || pir tempu, presto, di buon ora: per tempo. || di sti tempi, nelle presenti circostanze: di questi tempi. || iri cu lu tempu, uniformarsi alle circostanze. E detto di salute secondo corre la stagione. || a tempi nostri, lo dicon i vecchi per ricordare l’età loro passata: a’ nostri tempi, de’ nostri dì. || in ogni tempu, sempre: di ogni tempo. || di tempu in tempu, di quando in quando: di tempo in tempo. || nn’havi tempu! è già corso molto tempo: gli è tanto! gli è un pezzo! || prima di lu tempu, innanti al termine, innanzi tempo. || manciari lu tempu, fig., antivedere, anticonoscere. || cunzari, arrisittarisi lu tempu, da cattivo tornar buono: racconciarsi, rassettarsi il tempo, rintempire. || tuttu a un tempu, tutto a un tratto: tutto a un tempo. || curriri tempu. T. mar. Patir burrasca: correre fortuna. || ’n tempu un nenti, o ’n tempu chi vi lu dicu, in brevissimo tempo: in men che vel dico, intra fine fatta, tempo un nulla (a Firenze). || menzu tempu, la primavera, e l’autunno, i tempi nè freddi nè caldi: mezzo tempo. Onde abiti da mezzi tempi. || tempu chi..., durante il tempo che..., mentre ecc.: parte che..., p. e.: le seggan un po’ costì parte che io vo’ per un bicchier d’acqua. || cu lu tempu, con comodo, senza correre a furia: adagio. || cu lu me tempu: a mio agio. || a lu tempu a lu tempu, a tempu a tempu, pian piano, adagio, bel bello. || dari tempu a lu tempu, indugiare: mettere tempo in mezzo. || a tempu giustu, in buon punto. || tempu fa, parecchio tempo addietro: tempo fa. || a tempu, piano: adagio. || Vale anche ad ora opportuna: a tempo, a’ tempi. || di notti tempu, durante la notte: di notte tempo. || Prov. pigghia tempu e campirai, avendo tempo si può pensare, operare e difendersi in qualche modo; chi ha tempo ha vita. || ogni cosa a so tempu, omnia tempus habet, dicevan i latini. || dacci tempu a la quagghia, fig., non affrettar troppo le cose, aspetta il destro. || V. in pagghia, V. in merci de’ prov. || bon tempu e malu tempu nun dura tuttu tempu, dinota l’alternar delle cose naturali e delle morali, del bene e del male, nessuna cosa dura sempre: il male non dura e il bene non regna, o il bel tempo non dura sempre. || lu tempu è galantomu, non bisogna abusarne e far a fidanza con esso, tutto si verrà a conoscere col tempo: il tempo è galantuomo. || lu tempu scopri ogni cosa, o è patri di la virità: il tempo scuopre tutto. || lu tempu porta cunsigghu, dà luogo alla riflessione: il tempo dà consiglio. || lu tempu passa e la vicchizza accosta, o lu tempu vola, son chiari. || lu tempu è longu, modo di far capire che per l’avvenire non mancherà l’agio di fare checchessia. || lu tempu è medicu, mitiga i dolori morali. || a tempu chi lu tempu ’un era tempu, prima della creazione del mondo. || a tempu di li canonaci di lignu o di lu judici surra, per ischerzo, a significare tempo favoloso o molto antico: a’ tempi in cui gli uomini tiravan su i calzoni colle girelle, a tempo quando volavano i pennati. || lu tempu è preziusu: il tempo è oro, dice l’Inglese. || lu tempu persu un è di nuddu, quindi non si sciupa il tempo. || lu tempu persu nun s’acquista cchiù, è chiaro. || lu tempu ogni cosa cunsuma, nessuna cosa resiste al tempo: il tempo doma ogni cosa. || si a tempu tu nun fai zoccu divi, mai cchiù lu ricivi: chi non fa quando può, non fa quando vuole. || poi lu malu tempu, bon tempu havi a biniri: dopo il cattivo ne viene il buono: || quannu hai bon tempu, navica, quando hai l’occasione, coglila. || cu’ havi tempu nun pirdissi tempu, chi ha l’opportunità non la perda: chi ha tempo non aspetti tempo. || cogghi lu tempu comu megghiu poi, tinennu prontu l’aratru e li voi, prov. agricolo. || pigghia lu tempu a tempu comu veni, usa delle occasioni secondo le vengono. || tempu va, tempu aspetta, tempu veni: il tempo vien per tutti. || l’avarizia di tempu è virtù, poichè il tempo è oro: l’avaro buono è l’avaro del tempo. || lu tempu è chiddu chi li cosi tratta, e cu lu tempu si paga la detta, col tempo si fa tutto. || cu’ tempu aspetta tempu perdi, giacchè mentre si aspetta scorre del tempo: chi tempo ha e tempo aspetta, tempo perde. || dissi lu surci a la nuci, dammi tempu ca ti spirtusu, col tempo si fa tutto.
Tempula. s. f. Parte della faccia posta tra l’occhio e l’orecchio: tempia. || Per gota, guància.
Tèmpura. Coll’aggiunto di quattru, per significar i digiuni che si fanno di tre giorni una volta per istagione: quattro tempora.
Tenaci. add. Tegnente che s’attacca e ritiene: tenace. || Per sim. che ritiene lungamente o fortemente: tenace. || Stabile, fermo: tenace. Sup. tenacissimu: tenacissimo.
Tenacimenti. avv. Con tenacità: tenacemente.
Tenacità. s. f. Il ritenere: tenacità. || Avarizia: tenacità. || Per tistardaggini V.
Tènchia. s. f. T. zool. Pesce di fiume del genere ciprino, ha due barbette e le squame minute: tinca. Cyprinus tinca L. || essiri ’na tenchia, pigro, lento. || sbattiri comu ’na tenchia, stramazzare. || lassari sbattiri comu na tenchia, fig., non dar retta, aver in non cale.
Tendenti. add. Che tende: tendente.
Tendenza. s. f. Inclinazione, propensione: tendenza.
Tèndini. s. m. T. anat. Estremità del muscolo che lo attacca alle ossa: tèndine.
Tendinusu. add. Di o da tendine: tendinoso.
Tèndiri. v. intr. Aver la mira, esser diretto: tendere. || Tirare, accostarsi: tendere, p. e. tender al rosso ecc. P. pass. tendutu: tenduto, teso.
Tènebbra. s. f. Bujo, e s’usa nel sing. tènebra, pl. tenebre. || met. Ignoranza: tènebre. || Il battere sulle panche delle chiese per gli uffizii della settimana santa: le tenebre.
Tenebbrusità. s. f. Qualità astratta di ciò che è tenebroso: tenebrosità. || Offuscamento di vista, o di mente: tenebrosità.
Tenebbrusu. add. Oscuro, bujo: tenebroso. || met. Nascosto, pieno di mistero: tenebroso. Sup. tenebbrusissimu: tenebrosissimo.
Tenenti. s. m. T. mil. Uffiziale di grado inferiore al capitano: tenente, luogotenente.
Tèneru. V. tenniru.
Tenèsimu. s. m. Struggimento continuo di andare del corpo, accompagnato da uscita di poca muosità tinta di sangue: tenèsmo.
Tènia. s. f. Verme che si fa negli intestini, che produce gravi malattie: tenia.
Teni-pedi. Voce degli assassini da strada, quando impongon al viandante di fermarsi, e metter fuori i danari: ferma, posali-lì.
Tèniri. v. a. Possedere: tenere. || Aver in mano, in podestà: tenere. || Impedire con mano o con altro che una cosa o persona possa cadere o fuggire o trascorrere: tenere. || Impedire assolutamente: tenere. || Stimare, giudicare, riputare: tenere. || Trattenere, ritenere: tenere. || Detto di levatrice, assistere al parto: tenere. || Ricettare: tenere. || Osservare, usare, fare: tenere. || Pigliare, prendere, ma non si usa se non imperativamente: tenere. || Mantenere, conservare: tenere. || intr. Sostenersi esser fondato: tenersi. || Contenere: tenere, p. e. questa botte tiene sessanta barili. || Ritenere, contrario di tenere, detto di vasi: tenere. || Detto di cose viscose, esser tenaci: tenere. || Non si lasciare svolgere, non si piegare: tenere, tenersi. || Stare attaccato, attenersi: tenere. || Star fermo, rattenersi: tenere. || Durare, reggere. || – a bada, trattenere, fare indugiare: tener a bada. || – a cuntu, registrar il conto per riceverne il dovuto pagamento: tener a conto. || – a manu, aver manesco e pronto per l’uso: tener a mano. || – a ’nn ordini, in pronto. || – caru, aver in pregio, stimare, trattar bene: tener caro. || – forti o duru, non mutarsi, reggere, sostenersi: tener duro, star forte al macchione. || – ’mpintu, far che altri stia dubbioso e in sospeso, indugiare a manifestarsi: tener a dòndolo. || – jocu, dar comodità di giuocare: tener giuoco. || picca teni, sta per finire. || nun teniri, infastidirsi di leggieri, esser intollerante. E dette di cose vale esser di poca durata. || nun putirisi teniri, non potere resistere, non potere contenersi, sia dal riso, dalla voglia di fare, o da altro: non potersi tenere. || tinirila, tener il segreto. || Detto di persona che corrisponde ai nostri desideri o alle nostre speranze: reggere, reggere fra mano. E vale anche, soffrire, comportare: reggere. O stare allo scherzo: reggere alla celia. || tinirisi, avere stima e riputazione di sè: tenersi || Rattenersi, arrestarsi: tenersi. || Contenersi: tenersi. || Appigliarsi, attenersi: tenersi. || Resistere, sostenersi: tenersi. || Prov. cu’ pri bon’omu è tinutu, si fa mali nun è cridutu, bisogna acquistarsi la fama di checchessia, per esser creduto poi anco facendo il contrario: chi è reo e buono è tenuto, può fare il male e non è creduto. || megghiu un teni teni, ca centu pigghia pigghia, meglio parere generoso, che essere rubato per forza: è meglio un tieni tieni, che cento piglia piglia. || cu’ si teni e ’un è tinutu, è un asinu vistutu, e allora si parrebbe tutti un branco di asini vestiti: chi asino è e cervo esser si crede, al saltar della fossa se ne avvede, che vi casca dentro! P. pass. tinutu: tenuto.
Tenirrinali. s. m. Adulatore: leccazampe.
Tenna. s. f. Tela che si distende in aria, e allo scoperto per ripararsi dal sole, dalla pioggia ecc.: tenda. || Tela che si stende per coprire o parar checchessia: tenda. || cogghiri li tenni, terminar checchessia: levar le tende. || a la calata di li tenni, posto avv., all’ultimo: al levar delle tende. || Per bottega (Dallo Sp. tienda).
Tenniramenti. avv. Con tenerezza: teneramente.
Tennirissimamenti. avv. sup. Tenerissimamente.
Tennirizza. s. f. Qualità e stato di ciò che è tenero: tenerezza. || met. Cura, zelo: tenerezza. || Affetto, compassione, amore: tenerezza. || Cosa da commuoversene, da sentirsene tenerezza: tenerezza. || In pl. parole e atti d’amore: tenerezze.
Tènniru. add. Di poca durezza, che acconsente al tatto: tènero. || met. Novello, giovane: tenero. || Non assodato, non pervenuto alla giusta saldezza: tenero. || Zeloso, curante: tenero. || Permaloso: tenero. || sost. Per tinnirumi V. || essiri ’ntra lu tenniru, esser giovanissimo.
Tentabbili. add. Che si può tentare: tentabile.
Tentari. v. a. Far prova: tentare. || Importunare, istigare: tentare. || Cercare di corrompere altrui: tentare. || essiri tintatu di qualchi cosa, averne grandissima voglia: essere tentato di alcuna cosa. || Prov. tentari nun noci, chi non risica non rosica: tentar non nuoce. P. pass. tentatu: tentato.
Tentata. s. f. Il tentare: tentamento.
Tentativu. s. m. Prova, esperimento, sforzo: tentativo.
Tentaturi –trici. verb. Chi o che tenta: tentatore –trice. || Per antonomasia il diavolo: tentatore.
Tentazzioni. s. f. Il tentare, cimento: tentazione. || Istigazione diabolica: tentazione. || Lusinga, allettamento, laccio: tentazione.
Tentaziunedda. dim. Tentazioncella.
Tentaziununa. accr. di tentazioni.
Tènui. add. Scarso, sottile, lieve: tènue. Sup. tenuissimu: tenuissimo.
Tenuità. s. f. Qualità di ciò che è tenue: tenuità.
Tenuri. s. m. Suggetto, contenuto, breve somma: tenore. || Forma, maniera: tenore. || Notizia, contezza: tenore. || Direzione, via: tenore. || Il contesto, l’andamento del discorso: tenore. || La parte musicale che è tra il contralto e il basso: tenore. || La persona che canta in voce di tenore: tenore.
Tenzioni. s. f. Distendimento violento e sfor’ato di nervi: tensione.
Teologali. add. Di teologia: teologale. || virtù teologali, la fede, la speranza e la carità: virtù teologali.
Teologastru. s. m. Teologo di poca scienza: teologastro.
Teologhissa. s. f. Donna che sa teologia: teologhessa.
Teologgìa. s. f. Scienza che tratta di Dio e dei suoi attributi: teologia. || passu di teologgìa, si dice di cosa difficile.
Teologgicamenti. avv. Secondo teologia: teologicamente.
Teològgicu. add. Di o da teologia: teologico.
Teologgizzari. v. intr. Disputare teologicamente: teologizzare.
Teòlogu. s. m. Professore di teologia: teòlogo.
Teologuni. accr. di teologu.
Teorema. s. m. Dimostrazione d’alcuna verità intorno al supposto già fatto, a differenza del problema che propone il da fare: teorema.
Teoréticu. add. Appartenente a teoria: teorètico.
Teorìa. s. f. Scienza speculativa che dà regola alla pratica e rende ragioni delle operazioni: teòrica, teorìa.
Teoricamenti. avv. Per via di teorica: teoricamente.
Teòricu. add. Appartenente a teorica: teorico. || sost. Colui che ha teorica: teorico.
Tepidamenti. avv. Con tiepidezza: tiepidamente.
Tepidizza. s. f. Qualità e stato di ciò che è tiepido: tiepidezza, tepidezza. || Pigrizia, freddezza: tiepidezza.
Tèpidu. add. Tra caldo e freddo, temperato: tiepido. || met. Pigro, lento: tièpido, tepido. Sup. tepidissimu: tiepidissimo.
Tepiduliddu. dim. Alquanto tiepido: tiepidetto, tepidetto.
Tèpitu. V. tèpidu.
Tepuri. s. m. Tiepidezza: tepore.
Terebbintu. V. scornabbeccu. || V. tirmintina.
Tèrgiri. v. a. Ripulire: tèrgere.
Teriaca. V. triaca.
Termali. add. Di terme detto delle acque minerali calde: termale.
Termi. s. f. pl. Bagni minerali caldi: terme (Mort.).
Terminabbili. add. Che si può terminare: terminabile.
Terminari. v. a. Per termine: terminare. || Diffinire: terminare. || intr. Aver termine: terminare. || Morire: terminare. P. pres. terminanti: terminante.
Terminatamenti. avv. Determinatamente: terminatamente.
Terminativu. add. Che dà termine: terminativo.
Terminatizza. s. f. Terminamento, limitazione: terminatezza.
Terminatu. add. Da terminare: terminato. || mecciu terminatu, la di cui durata, tostochè è acceso, sia quella appunto, che si vuole.
Terminaturi –trici. verb. Chi o che termina: terminatore.
Terminazzioni. s. f. Il terminare: terminazione.
Tèrmini. s. f. Parte estrema, estremità costituita di alcuna cosa: tèrmine. || Contrassegno di confine: termine. || Condizione, ordine prefisso: termine. || Fine, terminazione: termine. || Spazio di tempo: termine. || Tempo prefisso in cui una cosa debba farsi o non farsi: termine. || Grado, stato, essere: termine. || Ripiego, partito: termine. || T. log. Gli estremi della proposizione, corrispondenti presso i grammatici ai nomi sustantivi, addiettivi ecc., locuzione particolare di scienza ed arte: termine. || T. arch. Una spezie di statue di mezzo busto che finiscono a foggia di pilastri: termini. || Maniera di trattare, p. e., in termini di civiltà ecc.: termine. || nesciri di li termini, partirsi dal giusto, dal convenevole: uscir dai termini. || mancu termini d’impisu, quando si rimprovera ad alcuno di non avere eseguito in termine ristretto.
Termòmetru. s. m. Strumento per uso di misurare il caldo o il freddo: termòmetro.
Terna. s. f. Proposta di tre persone per occupare un grado, o simile: ternàrio.
Ternàriu. Aggiunto di numero, raccolto di tre cose insieme: ternàrio, ternaro. || Versi in terza rima, terzina: ternario. || T. mus. Di misura a tre tempi: ternario.
’Ternitati. Aferesi di eternitati.
Ternu. s. m. La combinazione di tre numeri: terno. || pigghiari un ternu, fig., avere buona ventura. || pigghiari lu ternu ’n siccu, ironicamente, dicesi quando vuolsi significare ad uno un grande infortunio o accaduto.
Terra. s. f. Il pianeta da noi abitato: terra. || Quelle sostanze che formano la base di tutte le pietre, e che entra in composizione pure dei corpi organizzati: terra. || Il terreno che si coltiva: terra. || Quello su cui si cammina, su cui si costruiscono gli edifizi, che serve a produrre e nudrire i vegetali ecc.: terra. || Lido: terra. || Suolo: terra || Via o viaggio fatto per terra: terra. || Solajo del luogo dove si sta, benchè spesso non sia di terra: terra. || Luogo, provincia, paese: terra. || Possessione, podere: terra. || Città o castello murato: terra. In un paese dell’isola, non ricordo bene se Ganci, in occasione d’una processione udii dire, che essa quel giorno girava mezza terra, cioè metà del paese. Onde anche jiri pri la terra, dicesi dei rivenduglioli che vanno per le strade. || fig. Gli abitatori della terra, o di una terra: terra. || – cotta, terra cotta nella fornace per farne vasi o altro: terra cotta. || – quacinara, terra calcarea. || – sanza o sanzalora, in cui abbonda ossido di ferro. || – a pedi chianu, il piano o la superficie della terra: piana terra. || terra terra, rasente o lungo la terra: terra terra. || Si dice fig. di chi è in basso stato: terra terra. || terra terra comu li varchi di Cifalù, lo stesso di sopra, ma ha più forma proverbiale: piaggiare, terra terra come la porcellana. || –ferma, il continente, contrario di isola: terra ferma. || –lavurativa, atta ad esser lavorata: lavoratìa. || – gerba, incolta ed infruttuosa: sodo. || – leggia, terreno magro: terrenello, vi predomina la calce. || – d’oca, terra gialla, che si trova nelle miniere di metalli: terra d’ocra o d’ocria. || – d’umbra, terra di colore capellino scuro, che serve ai pittori: terra d’ombra. || – forti o fridda, ove predomina l’argilla. || E anco terra ubertosa. || – funna o funnali: terra fondata. || – annugghiata, riposata per un anno. || – latina, di buona qualità. || – allatinata, diboscata. || – sicca, terra arida. || – magra: terra magra. || – granni, terre ricche. || – russa, mescolanza di calcina con altre materie per essere più tenace: calcestruzzo. || iri ’n terra, cascare: andar per terra o in terra. || iri pri terra, camminare per via di terra: andare per terra. || essiri supra terra, non essere stato ancora seppellito. || essiri ’n terra, esser avvilito, abbattuto, sopraffatto: esser in terra. || sbattiri ’n terra, percuoter in terra: dare in terra. || jittari ’n terra, rovinare: gettar a terra. || Abbattere, svilire. || jittarisi o iri ’n terra, divenir povero, venire al basso, avvilirsi: dare in terra, andar in terra || jittari terra ’ntra na cosa, cessare di parlarne, non ne parlar più. || nun essiri nè ’n celu, nè ’n terra, esser astratto e fuor di sè, non operar a proposito: non dare nè in cielo nè in terra. || fari terra trimari, atterrire, spaventare. || nun pusari ’n terra, dicesi di persona sommamente amata, careggiata: non porre i piedi in terra. || essiri di lu celu a la terra, essere in posizione differentissima da altra: dalle stelle alle stalle. || ’n terra, detto di generi da comperare o da vendere, vale a prezzo vilissimo. || vinniri ’n terra, vendere a prezzo vilissimo: abbacchiare. || cull’occhi ’n terra, modesto, cogli occhi bassi. || mettiri la terra all’occhi, costrignere. || jittari terra all’occhi, ingannare. || terra di baruni, paesetto dove non esistano commestibili in vendita, dove non vi sia abbondanza come in città libere ed operose. || e chi semu a terra di baruni? si dice per rimproverare chi vuol fare de’ soprusi come facevansi da’ baroni nei paesi da lor dominati, a’ tristi tempi del feudalismo. || Prov. terra bianca prestu stanca, tosto viene sterile: terra bianca presto stanca. || terra niura duna bonu pani, è feconda: terra nera buon pane mena. || la terra dici, dunami ca ti dugnu, la terra bisogna esser coltivata, perchè renda. || jetta ’n terra, ca Diu cuverna, semina, che la natura farà il resto. || terra vacanti nun paga patruni, quando non frutta non rende. || terra ca nun vesti ad idda nun vesti ad autru, ovvero terra chi nun fa erva nun fa lavuri, terra dove non nasce nulla, non può dare cosa alcuna. || assai terra, pocu terra, pocu terra, terra assai, chi ha troppa terra ne trae meno quando non arriva a coltivarla tutta, o simile: molta terra, poca terra; poca terra, terra molta. || cu’ terra forti lavura, a bon santu s’adura, ovvero cu’ simina terra forti, avi certu auguriu e sorti, son chiari. || tinta dda terra chi lu so patruni nun vidl, e sta ’m putiri di viddani, guai al podere, se il padrone non vi bada: tristo quel podere, che il suo signor non vede. || terra, sutta terra, bisogna scegliere la terra non sulle vette, ma basso. || cu havi terra havi guerra, perchè chi non ne ha non teme di averne presa: chi ha terra ha guerra, accenna pure alle cure che essa vuole. || tantu vali la terra, quantu l’omu chi la cultiva, dunque il braccio non è inferiore al capitale? perchè allora il capitale deve comandare e signoreggiare al lavoro. || terra caura nun fa fretta, terra calda non fa sollecitudine. || non ogni terra produci ogni cosa, è chiaro. || la terra fa lavuri, l’annata ’nn havi l’onuri, uno lavora, altri lustra. || a bona terra chianta la vigna, di bona matri pigghia la figghia, ed avrai buon frutto: di buona terra to’ la vigna, di buona madre to’ la figlia. || a terra va cu’ troppu autu acchiana: chi troppo sale dà maggior percossa. || cu po ghiri (jiri) pri terra nun vaja pri mari: quando tu puoi ire per la piana, non cercar l’erta nè la scesa. || a terra comu vai usa comu trovi, V. paisi chi vai ecc. || a terra di baruni un pagghiaru e tri cirvuni, ovvero a terra di signuri nun ci mettiri nè petra ne cantuni, entrambo accennano alla infelice condizione dell’uomo vassallo in quegli scellerati tempi del jus foederis. || terra a parmu, e rocca ad ugnu, la terra cambia ogni palmo, la rocca ogni millimetro.
Terrapianari. v. intr. Far terrapieni: terrapienare. P. pass. terrapianatu: terrapienato.
Terrapienu. s. m. Elevazione di terra che si fa nelle fortificazioni: terrapieno.
Terràquiu. add. Si dice del globo nostro, che ha terra ed acqua: terràcqueo.
Terrazzu. V. tirrazzu.
Terremotu. s. m. Violento scotimento della terra: tremuoto, terremoto. || fig. Spavento, scompiglio.
Terrenamenti. avv. Secondo la terra o il mondo: terrenamente.
Terrenu. s. m. La terra, e propriamente quella che si coltiva: terreno. || Territorio: terreno. || L’appartamento della casa, che è più vicino alla terra, o in terra stessa: terreno. || mancari lu tirrenu di sutta, mancar il necessario: mancar il terreno sotto i piedi. || a tirrenu virgini, fig. a caso vergine, ignorando le circostanze che dovrebbero conoscersi per pigliar un partito, senza prevenzione o avviso di una cosa: a prima giunta, a primo acchito. || V. terra.
Terrestri. add. Di terra, terreno: terrestre. || globbu terrestri, il mappamondo emisferico: globo terrestre.
Tèrreu. add. Che ha qualità di terra: tèrreo.
Terribbili. add. Che apporta terrore: terribile. || Maraviglioso: terribile. Sup. terribbilissimu: terribilissimo.
Terribbilissimamenti. avv. sup. Terribilissimamente.
Terribbilità. s. f. Qualità di ciò che è terribile: terribilità.
Terribbilmenti. avv. Con terrore: terribilmente.
Territoriali. add. Di o da territorio: territoriale.
Territòriu. s. m. Estensione di dominio e di giurisdizione: territòrio.
Terruri. s. m. Spavento, paura grande: terrore.
Terrurìsimu. s. m. Terrore. || Il terrore che nei grandi rivolgimenti spargesi, come sistema di governo.
Tersu. add. Da tergere: terso.
Terza. s. f. Una delle ore canoniche: terza. || Il tempo in cui si canta terza: terza. || T. mus. Intervallo di tre gradi, elemento dell’armonia: terza (Mort.).
Terzavu. s. m. Il padre dell’arcavolo (bisavulu). Il terzavo italiano sarebbe il nostro bisavulu.
Terzettu. s. m. Componimento in terza rima; la parte di capitolo, sonetto ecc. composto di tre versi: terzetto. || T. mus. Cantata a tre voci: terzetto. || Sorta d’arme da fuoco simile alla pistola: terzetta.
Terzina. V. terzettu al § 1.
Terzisatu. V. intircisatu.
Terzu. s. m. Una delle tre parti d’un tutto: terzo. || Parti laterali del ferro da cavallo. || La terza parte dell’unità di misura di capacità, o di lunghezza. || essiri riduttu un terzu comu lu vinu cottu, il diminuirsi delle cose; lo smagrire, detto di persona. || fari ’na cosa, un jocu ’n terzu si dice di qualunque operazione dove intervengano tre: far una cosa, un giuoco ecc. in terzo. || Prov. tra du’ litiganti lu terzu godi: fra due litiganti il terzo gode. || i terzi, tutte le persone in generale che hanno che fare in un affare, in una data impresa: i terzi.
Terzu. add. Nome numerale ordinativo, che seguita dopo il secondo: terzo. || terza persuna, quella che s’interpone fra le due parti che trattano: terza persona. || Prov. a la terza si libbira, presa la figura dall’asta pubblica; non bisogna ripetere più volte una cosa, non bisogna mettersi a pericolo un’altra volta, e simile: alle tre si dà il cavallo.
Terzuggènitu. s. m. Il terzo nato: terzogenito.
Tèschiu. s. m. Il cranio, l’ossatura del capo spiccato dal busto: tèschio.
Tesi. s. f. Verità che richiede essere dimostrata: tesi.
Tesoreri. s. m. Custode di un tesoro: tesoriere, tesoriero.
Tesorerìa. s. f. Luogo dove si tien il tesoro; officina del tesoriere: tesoreria.
Tesorettu. dim. di tesoro: tesoretto.
Tesorizzari. v. intr. Ammassar tesori, riporre nel tesoro: tesorizzare, tesaurizzare.
Tesoru. s. m. Conserva di oro, di argento, di gioie, o altre cose preziose: tesoro. || met. Raunata o conserva di qualsiasi cosa di pregio: tesoro. || Persona grandemente amata: tesoro. || Oggetto di molto pregio: tesoro. || Depositi di ricchezze che a volte si rinvengono, o di cui si sia perduta memoria, quindi senza padrone: tesoro.
Tèssiri. v. a. Comporre la tela: tèssere. || Comporre checchessia a guisa di un tessuto: tessere. || met. Comporre, compilare, macchinare: tessere. || tessiri lu mari, ’na strata, e simile, girarli, scorrerli in varie direzioni: tessere il mare ecc.
Testa. s.f. La parte del corpo dal collo in su: capo. || La parte anteriore del capo, dov’è la fronte: testa. || Persona: testa. || Intelletto, ingegno: testa. || Estremità della lunghezza di qual si voglia cosa, come testa del ponte, della tavola ecc.: testa. || Qualunque estremità rotonda delle ossa: testa. || Ogni bestia, trattandosi di gregge, di armento: capi di bestie. || T. mil. La parte della schiera che marcia avanti: la testa. || Per grasta V. || Vita: testa, capo. || Capellatura: testa. || Parte superiore: capo. || Regolatore, governatore, principale: capo. || – curunata, re: testa coronata. || – di chiovu, di spingula, la estremità grossa e piatta del chiodo, degli spilli: capocchia. || – d’agghia, tutto l’aglio tolte le fronde: capo di aglio. || – di cipudda, di cavulu cappucciu ecc. la parte che fa da capo. || – di vinu: ubriacone. || – di ferru, persona supposta che agisce apparentemente in suo nome, ma in verità per altri. || – di sapienza, sapientissimo. E per ironia il contrario. || – pirciata, di chi ha pretensione o passione per chicchessia: che ha il baco. || – cotta a lu suli o di zuccu, dicesi dei contadini rozzi e incapaci di apprendere o riflettere: scorzone, durone (Tomm. D.). – bannita, fuorbandito. || – di servu di Diu, ostinato, duro, incocciato nella sua opinione, come sono coloro che si dicono servi di Dio: testereccio, testa secca. || – sicca, si dice a chi dorme poco. || – munnata, calvo: zuccone. || – caura, chi è pronto e ardito, chi professa tutto ciò che vi ha di arrischiato: testa calda. || – giusta o quadra, uomo avveduto, che apprende ed opera con senno: testa quadra (Giuliani), testa esperta. || – fausa, che fa o vede le cose al rovescio: cervel balzano, cervellino. || – lèggia, di poco intendimento: balordo, smemorato. || – càrrica, grave di sonno, o di vino, o per altra malattia. || – chi fuma, collera, stizza. || – di turcu, spezie di dolciume fatto di pasta tenera, cialda a foggia di turbante. || – di l’acqua, polla, vena, scaturiggine: capo dell’acqua. || – di la matrici. T. fond. di caratt. La parte della matrice del carattere opposta al piede: testa della matrice (Car. Voc. Met.). || – svintata o ad ichisi, dicesi di chi è inconsiderato: capo sventato, capo a’ grilli. || – ’ntall’aria, contrario di posato; smemorato. O stravagante, di poco senno: cervellino. || – di ruvulu o dura, caparbio ostinato: testa secca. || – di lu libbru, la parte estrema superiore del libro: testata superiore (Car. Voc. Met.). || – di lu lettu, la parte del letto dove è il capezzale: capo del letto. || – di quagghia. T. bot. Sorta di pianta. Martynia proboscidea. || – stramma, cervel balzano: testa balzana. || cu la so testa, posto avv., a solo a solo: testa testa, testa per testa. || iri cu la testa dritta o all’aria, procedere con fasto: andare colla testa alta. || nun aviri cchiù testa, essere sbalordito, smemorato per troppo affaticar il capo: non aver più testa. || senza testa, giovane allegro e sollazzevole: capo ameno. O stravagante e strano: testa balzana. Vale anche smemorato. || nun aviri testa, essere preoccupato da non potere porre mente a checchessia. Vale anche, non esser buono a nulla: non sapere dove uno s’abbia la testa. || chi testa chi hai! per dirgli come sei ostinato, o stordito. || a testa appuzzuni, col capo all’ingiù: a tomo (Pauli). || rumpiri la testa, importunare: romper il capo a uno. || a chi l’aviti pri la testa, a chi l’aviti pri la cuda, dicesi di chi è volubile, non fermo nei suoi propositi. || dari ’ntesta a unu, ucciderlo: dare in capo. E fig., abbattere, rintuzzare, e simile: dare in testa. || Si dice pure de’ liquori spiritosi che esercitan la loro azione nel cervello: dar al o nel capo. || darisi o sbattirisi la testa pri li mura, disperarsi: batter il capo nel muro, darsi alle bertucce, darsi a beco (Lori). Vale anche confondersi, sbigottirsi. || fari testi e tarchi, fare fracasso, metter a rovina, far di tutto: far ferro e fuoco. || passaricci pri testa, pensare, andare per la fantasia. Vale anche ricordarsi. || E si dice anche per inventare una nuova, o altro simile: cavarsi di capo alcuna cosa. || nun si putiri arraspari la testa, esser affaccendatissimo: non aver tempo da respirare. || arristari o turnari cu la testa rutta, averne la peggio, essere perdente: andare o ritornare col capo rotto. || corpu di testa, atto da caparbio: caponeria. || a testa di pecura, dicesi di germoglio a 4 o 5 dita d’altezza. || calari la testa, dir di sì: chinar la testa. || fari mettiri la testa ad unu unni cci havi li pedi, umiliarlo, avvilirlo, ucciderlo. || livari d’in testa ’na cosa, abbandonare il pensiero: cavarsi di capo una cosa. || tantu a testa, tanto a persona: tanto per testa. || bedda testa! ingegno, culto, savio. || essiri o mittirisi a la testa, primeggiare: essere o mettersi alla testa. || mittirisi ’n testa ’na cosa, crederla a diritto o torto: mettersi nella testa. O proporsi di farla: porsi in cuore, mettersi in capo. || mittirisi ’n testa di fari ecc., voler ostinatamente: ficcarsi o cacciarsi in testa o in capo o nel capo, incaparsi di... || mittirisi ’n testa ca ecc.: incaparsi che.... || iri a li testi testi, aver che fare coi primari. || a li testi testi, posto avv. vale da’ capi, da’ primi. || caminaricci la testa, o essiri di testa, esser abile, ingegnoso, savio, destro. || di una, di dui, di tri testi ecc., presso i vasellai, determina la grandezza e la capacità di pignatte, tegami ecc. || fumari la testa, aver cruccio: marinare. || avia ’n testa di fari ’na cosa, aver voglia, aver in pensiero di fare checchessia: aver in testa di fare checchessia. || mettiti ’n testa, credi pure, fa conto, e simile, modo di persuader altrui. || pri la testa sua, per la sua testardaggine: per suo capo son morti ecc. (Storia di Rinaldino). || vuliri fari la so testa, voler fare secondo il proprio volere ostinatamente: voler essere di sua testa, voler fare di suo capo. || mettiri la testa a postu o a partitu, industriarsi mettersi al dovere: metter il capo a partito, metter il cervello a bottega. || fari testa, opporsi, resistere: far testa. || nun sapiri unni darisi la testa, non sapere a chi ricorrere: non saper dove battere il capo. || veniri ’n testa: saltare in capo, venire all’idea, venir al pensiero o in mente. p. e. mi vinni ’n testa ca tu nun mi vulivi: mi venne nell’idea che tu non mi volessi. || senza nenti ’n testa, col capo scoperto, senza cappello: in capelli. || aviri la testa a postu, essere sennato; e nun aviri la testa a postu, al contrario. || fari la testa tanta, o quantu un tammurinu, o fari tantu di testa, quando uno non la rifinisce di chiaccherare, di domandare: far tanto di capo (Tomm. D.), far altrui il capo come un tamburlano, come una campana, come un cestone. || diri la testa, pensare, presentire, prevedere, p. e. mi dici la testa ca...: ho paura che... Ovvero: un animo mi dice che... Mi corre alla mente. || Vale anche, venire voglia, capriccio di fare, di dire: venire la scesa, p. e. mi dissi la testa di scriviri un vucabbulariu: mi è venuta la scesa di scrivere un vocabolario. || la testa mi dissi accussì: mi girò così. || secunnu comu mi dici la testa: secondo come mi gira... se mi gira vado con Garibaldi in Francia. || a testa e cruci, giuoco da bambini, buttando la moneta in alto per vedere da qual parte casca: a palle e santi. || a testa cueta, tranquillamente. || pisari la testa: aver gravezza di capo, essere accapacciato. || partiricci o perdiri la testa, non ci si raccapezzar più, ingrullire, ammattire. || sataricci la testa, fig., rimanere stordito di cosa che non s’intenda ecc.: far il capo in una cosa, andar via il capo. || fari satari la testa, confondere, imbrogliare, inquietare: far girare il capo. || teniri ’n testa pri curuna, non si curare di alcuno. || mettiri la testa ’m menzu l’oricchi, si dice per ischerze minacciando i bambini: mandare scalzo a letto. || senza nè testa nè cuda, senza nè principio nè fine, di diritto nè rovescio: senza nè capo nè coda. || manciari maccarruna supra la testa ad unu, modo prov., essere da più di lui, soverchiarlo: mangiare la torta o la pappa in capo ad uno. || bedda testa pri fari pidocchi! si dice scherzevolmente per garrire il poco senno altrui. || aviri la testa a fari ’na cosa, aver volontà, esser intento a far checchessia: avere il capo a far checchessia. || a testa sutta, a rovescio: a capo piè, a capo giù, a capo volto, a capo chino. || mettiri la testa a la canna, met. infamare: tagliar le legne addosso a uno. || Prov. testa e tistuni e un diavulu chi vi porta, ingegno, danaro e fortuna, e si va innanzi bene. || testa malata medica culu, far le cose a sproposito. || a cu’ nun havi testa cci vonnu boni gammi, chi non pensa prima, lavora più poi: chi non ha testa abbia gambe. || pri cunsirvari la saluti nun ti lavari mai la testa, spissu li manu e raru li pedi, il Toscano differisce un po’: chi vuol morire si lavi il capo e vada a dormire. || lavari la testa a lu tignusu o all’asinu, beneficare uno sconoscente: lavar il capo all’asino. || di la testa feti lu pisci, dall’alto scende la corruzione; o la causa è de’ maggiorenti: il pesce comincia a putir dal capo. || dui così nun potti addrizzari lu signuri, cucuzzi longhi e testi di viddani, i contadini incocciano facilmente. || quannu la testa si doli, ogni membru si cundoli: quando il capo duole tutte le membra languono. || testa chi nun parra si chiama cucuzza: capo senza lingua non vale una stringa, si dice di coloro che tacciono per balordaggine. || la testa (l’ingegno) di l’omu dottu, mortu parra, per via delle opere lasciate.
Testagrossa. s. f. T. zool. Uccello di grossa testa e cenerina, con fascia nera sotto gli occhi, le parti inferiori bianche; le penne delle ali bianche alla base, nere all’estremità; il becco e i piedi neri: avèlia, cazzavela, velia maggiore. Lanius excubitor L.
Testamentu. s. m. Ultima volontà manifestata con atto autentico: testamento. || La bibbia: testamento, di cui la prima parte dicesi testamento vecchio, e la seconda nuovo. || Giuoco di pegno che si usa nelle veglie ecc.: testamento. || Prov. grossi spisi e magru testamentu, chi spende troppo, lascia poco poi: grassa cucina, magro testamento.
Testamintàriu. add. Lasciato per testamento, appartenente a testamento: testamentàrio. || esecuturi testamintariu, colui che è incaricato dal testatore di eseguire la sua volontà: esecutore testamentario.
Testari. v. intr. Far testamento: testare.
Testàticu. s. m. Imposta a un tanto per testa: testàtico.
Testaturi –trici –tura. verb. Chi o che fa testamento: testatore –trice.
Testiculari. add. Di o da testicolo: testicolare.
Testìculu. s. m. Parte genitale dell’animale maschio dove si genera il seme: testìcolo. || – di cani, T. bot. Pianta a spica lunga e fiori grandi e rossi: testicolo di cane. Orchis mascula L. || – di vulpi, altra pianta che ha la radice con due tubercoli rotondi; foglie strette, lanceolate, fiori porporini: testicolo di volpe. Orchis bifolia L.
Testificari. v. a. Far testimonianza: testificare. P. pres. testificanti: testificante. P. pass. testificatu: testificato.
Testificativu. add. Che testifica: testificativo.
Testificaturi –trici. verb. Chi o che testifica: testificatore –trice.
Testificazzioni. s. f. Il testificare: testificazione.
Testimoniali. add. Di testimonianza: testimomiale.
Testimonianza. s. f. Il deporre con giuramento innanzi a giudici ciò di che si è interrogati: testimonianza. || Per sim. d’ogni fede, e segno che si faccia appo chicchessia che la cosa è così: testimonianza.
Testimoniari. v. intr. Far testimonianza: testimoniare. P. pass. testimoniatu: testimoniato.
Testimòniu. s. m. Quegli che fa o può far testimonianza, chi è presente ad alcuna cosa: testimonio, testimone. || Prov. li testimoni fannu ’mpenniri l’omini, senza testimoni non si può giudicare.
Testinu. s. m. T. tip. Carattere più grossetto del mignone: testino.
Testu. s. m. Tenore, ciò che è contenuto parola per parola in un’opera: testo. || T. tip. Carattere di mezzo tra il garamone e il silvio: testo. || Vaso di terra cotta: testo. E specialmente il tegame. || Per testimone || – di lingua, quello scritto che fa autorità in fatto di lingua: testo di lingua. || fari testu, aver autorità di poter servire di regola: far testo. || Prov. lu testu è vivu, il testimone è anco lì.
Testuali. add. Secondo il testo, del testo: testuale.
Testura. s. f. Tessitura, ordine: testura (Mort.).
Tetànicu. add. Che tende al tetano, o che ne patisce: tetànico.
Tètanu. s. m. T. med. Malattia grave in cui tutti o parte dei muscoli si contraggono spasmodicamente: tètano.
Tetè. V. in tè.
Tetràggini. s. f. Astratto di tetro: tetràggine.
Tetru. add. Che ha poco lume, oscuro, tendente al nero: tetro. || Che ha del melanconico: tetro.
Tettu. s. m. Coperta delle fabbriche: tetto. || La parte superiore che fa cielo nelle stanze: soffitto, palco. || – mortu, l’ultimo palco immediatamente sotto il tetto, quando lo spazio fra ambidue non è abitato: palco morto, soppalco. E quando se ne può servire a qualche uso: soffitta. || – a testa di gavita o a quattru chiuventi, quello che pende da quattro lati: tetto a padiglione o a quattro acque. || – a pagghiaru, quello a due soli lati: tetto a capanna. || – a un cadenti, quello a tettoia, a un solo lato. || – di lu furnu: cielo del forno.
Tetù. s. m. Sorta di dolciume o confetto; in generale questi piccoli dolciumi son detti in Firenze: prelline.
Supplemento
Tenimentu. V. tinuta.