Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano/Indice generale/P

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Pacomio (San). Occupava l’Isola di Tabenna nell’Alta Tebaide, t. VII, p. 10.

Padri della Chiesa. Loro morale, t. II, p. 296. Amore del dilettarsi e dell’operare insiti nell’umana natura, t. II, p. 297.

Paganesimo e Pagani. I Pagani della Grecia e di Roma, t. II, p. 275. Dottrina dell’immortalità dell’anima presso i Pagani, t. II, p. ivi. Condannati agli eterni supplizii, t. II, p. 284. Loro proporzione generale coi Cristiani, t. II, p. 344. Progressi del loro zelo e della loro superstizione, t. III, p. 79. Il paganesimo tollerato sotto Costantino e sotto i suoi figli, t. IV, p. 173. Sua mitologia e sue allegorie adottate da Giuliano l’Apostata, t. IV, p. 240. Suo ristabilimento e sua riforma sotto quell’Imperatore, t. IV, p. 257. Suo stato a Roma, t. V, p. 358. Distruzione dei suoi templi, t. V, p. 359. Richiesta del Senato per l’altare della Vittoria, t. V, p. 363. Conversione di Roma, t. V, p. 366. Distruzione de’ templi nella provincia, t. V, p. 369. Il tempio di Serapide in Alessandria, t. V, p. 374. Ultima distruzione del paganesimo, t. V, p. 377. La religione pagana è proibita, t. V, p. 382. Indi oppressa, t. V, p. 384. È finalmente estinta, t. V, p. 386. Introduzione delle cerimonie pagane nel [p. 436 modifica] Cristianesimo, t. V, p. 399. Persecuzione di Giustiniano contro i Pagani, t. IX, p. 81.

Paleologo Michele. Sua famiglia e carattere, t. XII, p. 185. Suo innalzamento al trono di Nicea, t. XII, p. 189. Coronato Imperatore, t. XII, p. 193. Sua conquista di Costantinopoli, t. XII, p. ivi. Suo ingresso, t. XII, p. 194. Manda in bando il giovane Imperatore Giovanni Lascari, suo pupillo e suo legittimo sovrano, dopo avergli fatto cavar gli occhi, t. XII, p. 197. È scomunicato dal Patriarca Arsenio, t. XII, p. 198. Fa coronare il suo figlio Andronico, e si unisce colla Chiesa latina, t. XII, p. 203. Eseguisce in persona le censure ecclesiastiche e perseguita i Greci scismatici, t. XII, p. 207. Sollecita i Siciliani a ribellarsi, t. XII, p. 214. Sua morte, t. XII, p. 218.

Paleologo Giovanni, figlio di Andronico il Giovane; eredita il trono in età di nove anni, t. XII, p. 249. Gli vien dato per tutore Giovanni Cantacuzeno, t. XII, p. 250. Sposa la figlia di Giovanni Cantacuzeno, t. XII, p. 261. Giovanni Paleologo muove le armi contro di Cantacuzeno, t. XII, p. 264. Battuto, ritirasi nell’isola di Tenedo, e dopo ritorna a Costantinopoli, t. XII, p. 265. È spettatore indifferente della rovina del suo Impero, tom. XII, p. 342. Sua morte, t. XII, p. 344. Trattato di Giovanni Paleologo con Innocenzo VI, t. XII, p. 423. Visita a Roma Urbano V, t. XII, p. 425.

Paleologo Manuele, figlio di Giovanni. Serve nelle armate di Baiazetto, t. XII, p. 341. Monta sul trono di Costantinopoli, t. XII, p. 342. Nella sua infelice situazione implora la protezione del Re di Francia, t. XII, p. 344. Lascia il trono a Giovanni suo nipote, Principe di Selimbria, t. XII, p. ivi. Ritorna sul trono, t. XII, p. 439. Sua indifferenza pei Latini e sue negoziazioni, t. XII, p. ivi. Ragguaglio di un intertenimento famigliare dell’Imperatore Manuele, t. XII, p. 441. Sua morte, t. XII, p. 442.

Paleologo Giovanni II, Imperatore. Ottiene il permesso di regnare pagando un tributo, t. XII, p. 407. Suoi viaggi, t. XII, p. 429. Suo zelo, t. XII, p. 443. S’imbarca sulle galee del Pontefice, t. XII, p. 450. Accolto trionfalmente in Venezia, t. XII, p. 456. In Ferrara, t. XII, p. 457. Suo ritorno a Costantinopoli, t. XII, p. 471. Sua Lega cogli Ungheri, tom. XIII, p. 22. Sua morte, t. XIII, p. 44.

Paleologo Costantino, figlio di Giovanni, ed ultimo degli Imperatori Romani o Greci, t. XIII, p. 44. Spedisce Franza in ispeciale [p. 437 modifica] ambasciatore dal Sultano Amurat, t. XIII, p. 46. Suoi progetti falliti per la guerra de’ Turchi, t. XIII, p. 50. Nel momento dell’assalto generale di Costantinopoli, dà l’ultimo addio ai Greci, t. XIII, p. 99.

Palestina. Sua descrizione, t. I, p. 37. Conquistata da Cosroe, t. VIII, p. 383.

Palmira. Descrizione di questa città, t. II, p. 39. Assediata da Aureliano, t. II, p. 41. Sua rivolta e sua rovina, t. II, p. 44.

Pandette (le), ossia il Digesto; composte in tre anni sotto il regno di Giustiniano, t. VIII, p. 199. Lode e censura delle Pandette, t. VIII, p. 200.

Pannonia. Divisione dell’Illiria, come governata, t. I, p. 39.

Paoliziani o discepoli di San Paolo. Loro origine, t. XI, p. 8. Loro Bibbia, t. XI, p. 10. Semplicità della loro dottrina e del loro culto, t. XI, p. 12. Ammettono i due principii dei Magi e dei Manichei, t. XI, p. 15. Si stabiliscono nell’Armenia e nel Ponto, t. XI, p. 17. Perseguitati dagl’Imperadori greci, t. XI, p. 19. Loro ribellione, t. XI, p. 22. Affortificano Tefrica, t. XI, p. 23. Saccheggiano l’Asia Minore, t. XI, p. 24. Venuti in decadimento, t. XI, p. 26. Trapiantati dall’Armenia nella Tracia, t. XI, p. ivi. Soggiornano in Italia e in Francia, t. XI, p. 30. Persecuzione degli Albigesi, t. XI, p. 33. Caratteri e progressi della riforma, t. XI, p. 35.

Paolo di Tanis, Patriarca di Alessandria, t. IX, p. 126.

Paolo Samosateno, Vescovo di Antiochia. Nella sua giurisdizione ecclesiastica tutto era venale, t. III, p. 73. I Chierici da lui dipendenti imitavano il loro Capo nella soddisfazione di ogni sensuale appetito, t. III, p. 75. Alcuni errori da lui ostinatamente sostenuti intorno alla dottrina della Trinità, eccitano lo sdegno delle Chiese orientali, t. III, p. ivi. Degradato della sua dignità episcopale, t. III, p. ivi. Aureliano ne fa eseguire la sentenza, t. III, p. 77.

Paolino (San) successivamente monaco, e Vescovo, t. VI, p. 188. Consacrò il resto de’ suoi averi e de’ suoi talenti al servizio del glorioso martire San Felice, t. VI, p. 189.

Papi o Pontefici romani. Loro alleanza coi Re di Francia, t. IX, p. 298. Donazioni loro fatte da Pipino e da Carlomagno, tom. IX, p. 303. Stendonsi le decretali e la donazione di Costantino, t. IX, p. 308. Si separano dall’Impero d’Oriente, t. IX, p. 320. Autorità degli Imperatori nella elezione de’ Papi, t. IX, p. 347. Disordini, t. IX, p. 350. Loro lunga e obbrobriosa schiavitù, t. IX, p. ivi. Riforma e pretese della Chiesa a [p. 438 modifica] questo proposito, tom. IX, p. 354. Essi scomunicano il Patriarca di Costantinopoli ed i Greci, t. XII, p. 15. Ricevono dai Greci il giuramento d’abiura e d’obbedienza, t. XII, p. 206. Loro autorità temporale in Roma, tom. XIII, p. 140. Fondata sull’affezione del popolo, t. XIII, pag. ivi. Sul diritto, t. XIII, p. ivi. Sulle virtù degli stessi Pontefici, t. XIII, p. 141. Sulle loro ricchezze, tom. XIII, p. 142. Incostanza della superstizione, t. XIII, p. 143. Rivolta in Roma contro i Papi, t. XIII, p. 145. Gregorio VII, fondatore della sovranità de’ Papi, viene scacciato da Roma, t. XIII, p. 147. Pasquale II, investito da una grandine di pietre e di dardi, t. XIII, p. 148. Gelasio II, preso pei capelli ed incatenato, t. XIII, p. 149. Lucio II e III. Il primo, percosso con un colpo di pietra nel cerebro, muore; ed il secondo, vede assalito da mille ferite il suo corteggio, t. XIII, p. 150. Calisto II, proibisce l’uso delle armi, tom. XIII, p. 151. Martino IV, t. XIII, p. 174. Elezione dei Papi, t. XIII, p. 185. Diritti dei Cardinali stabiliti da Alessandro III, t. XIII, p. 187. Gregorio X istituisce il Conclave, t. XIII, p. 188. I Papi s’assentano da Roma, t. XIII, p. 192. Bonifazio VIII, tom. XIII, p. 193. Traslazione della Santa Sede ad Avignone, t. XIII, p. 195. Instituzione del Giubbileo, o dell’Anno Santo, t. XIII, p. 198. Secondo Giubbileo, t. XIII, p. 202. Ritorno d’Urbano V a Roma, t. XIII, p. 263. Gregorio XI ristabilisce la Santa Sede a Roma, tom. XIII, pag. ivi. Elezione d’Urbano VI, t. XIII, p. 266. Elezione di Clemente VII, t. XIII, p. 267. Martino V ed Eugenio IV, t. XIII, p. 277. Nicolò V ultimo Papa frastornato dalla presenza d’un Imperatore Romano, t. XIII, p. 278. Assoluto dominio acquistato dai Papi in Roma, t. XIII, p. 288. Loro governo ecclesiastico, t. XIII, p. 293. Sisto V, suoi vizi e sue virtù, t. XIII, p. 294.

Papiniano. Celebre giureconsulto, e prefetto del Pretorio, t. I, p. 186. Si rifiuta di fare l’apologia dell’assassinio di Geta: rimane vittima della sua coraggiosa resistenza, e la sua morte è compianta come una pubblica calamità, t. I, p. 201.

Para, Re di Armenia. Sue avventure, t. V, p. 93. Sua morte, t. V, p. 106.

Parapinace, t. IX, p. 216.

Parigi. Descrizione di questa Capitale, t. III, p. 458.

Pasquale II. Vedi Papi.

Patrizii. Origine del loro Ordine; loro privilegi, t. III, p. 271. Qual rango li distingueva a’ tempi di Costantino, t. IX, p. 300.

Pelagio (l’Arcidiacono) [p. 439 modifica] presenta innanzi a Totila il Vangelo, e la sua preghiera salva i Romani, t. VIII, p. 202.

Perenne, Ministro romano, t. I, p. 132.

Perisabor, o Anbar, città grande della Sorìa, alla distanza di cinquanta miglia da Ctesifonte, t. IV, p. 339.

Peroze, re di Persia. In una spedizione contro i Neftaliti, insiem coll’armata, perde la vita, t. VII, p. 340.

Persia. Sue rivoluzioni, t. I, p. 283. I Barbari dell’Oriente e del Settentrione, t. I, p. 290. Monarchia persiana ristabilita da Artaserse, t. I, p. 292. Riforma della religione de’ Magi, t. I, p. 293. Teologia persiana: due principii, t. I, p. 295. Culto religioso, t. I, p. 297. Cerimonie e precetti morali, t. I, p. 298. Incoraggiamento dell’agricoltura, t. I, p. ivi. Potere dei magistrati, t. I, p. 300. Spirito di persecuzione, tom. I, p. 302. Stabilimento dell’autorità reale nelle province, t. I, p. 303. Estensione e popolazione della Persia, t. I, p. 304. Ricapitolazione, delle guerre tra i Parti ed i Romani, t. I, p. 305. Calamità di Seleucia e di Ctesifonte, t. I, p. 306. Conquista di Osroene fatta dai Romani, t. I, p. 308. Artaserse riclama le province dell’Asia, e dichiara la guerra ai Romani, t. I, p. 310. Relazione di questa guerra, t. I, p. 313. Forza militare dei Persiani, t. I, p. 314. L’infanteria assai debole, ma la cavalleria eccellente, t. I, p. 315. Conquista dell’Armenia sotto la condotta di Sapore, t. I, p. 400. Tiridate rimonta sul trono dell’Armenia, t. II, p. 130. Ribellione del popolo e de’ Nobili, t. II, p. 131. I Persiani riprendono l’Armenia, t. II, p. 133. Guerra fra i Persiani ed i Romani, t. II, p. 134. Disfatta di Narsete; negoziazioni per la pace, t. II, p. 138. Avvenimento singolare di Sapore, t. III, p. 362. Questo principe vuol riprendere dai Romani le province al di là del Tigri; stato della Mesopotamia e dell’Armenia, t. III, p. 364. Morte di Tiridate, t. III, p. 365. Guerra coi Romani; battaglia Singara, t. III, p. 367. Negoziazioni coll’Imperatore Costantino, t. III, p. 425. Invasione della Mesopotamia operata da Sapore, t. III, p. 429. Assedii di Amida e di Singara, t. III, p. 430. Invasione della Persia fatta da Giuliano l’Apostata, t. IV, p. 326. Sua marcia nei deserti della Mesopotamia, e suoi successi, t. IV, p. 331. Invasione della Sorìa; assedii di Perisabor e di Maogamalca, tom. IV, p. 338. Passaggio del Tigri, ritirata e vittoria dell’armata romana, tom. IV, p. 348. Guerra nell’Armenia e cattività della regina [p. 440 modifica]Olimpia, t. V, p. 89. Morte di Sapore, t. V, p. 92. Avventure di Para re d’Armenia, t. V, p. 93. Divisione di questo regno fra i Romani ed i Persiani, t. VI, p. 327. Attila s’impadronisce della Persia, t. VI, p. 373. Morte di Peroze re di Persia, t. VII, p. 340. Guerra contro i Romani, t. VII, p. 342. Le porte Caspie e le porte Iberie, t. VII, p. 344. Stato della Persia nel sesto secolo, tom. VIII, p. 33. Regno di Nushirwan, t. VIII, p. 35. Pace e guerra coi Romani, t. VIII, p. 43. Guerra di Colchide o Lazica, t. VIII, p. 53. Rivoluzione dopo la morte di Cosroe, t. VIII, p. 339. Il tiranno Ormouz suo figlio vien deposto, t. VIII, p. 350. Usurpazione di Baharam, t. VIII, p. 358. Fuga e ristabilimento di Cosroe II, t. VIII, pag. ivi. Soggioga la Sorìa, l’Egitto e l’Asia Minore, t. VIII, p. 388. Spedizione de’ Persiani ai tempi d’Eraclio, t. VIII, p. 401. Pace coi Romani, t. VIII, p. 123. La Persia invasa dagli Arabi, tom. X, p. 162. Battaglia di Cadesia, t. X, p. 164. Fondazione di Bassora, tom. X, p. 168. Saccheggio di Modain, t. X, p. 169. Fondazione di Cufa, tom. X, p. 170. Conquista della Persia, t. X, p. 171. Morte del suo ultimo re, tom. X, p. 174. Annientamento dei Magi, t. X, p. 303. La Persia soggiogata dai Turchi o Turcomani, t. XI, p. 219. Regno e carattere di Togrul-Beg, t. XI, p. 221. Libera il Califfo di Bagdad, t. XI, p. 225. Sua investitura, t. XI, p. 226. Sua morte, t. XI, p. 227. Regno d’Alp-Arslan, t. XI, p. 229.

Pertinace, Senatore consolare. Eletto Imperatore; sua origine, t. I, p. 145. Riconosciuto dalle guardie pretoriane, t. I, p. 147. E dal Senato, t. I, p. 148. Virtù di Pertinace, t. I, p. 149. Procura di riformare lo Stato, t. I, p. 150. Suoi regolamenti, t. I, p. ivi. Sua popolarità, t. I, p. 152. Per questo si suscita il malcontento fra i pretoriani, che lo fanno assassinare, t. I, p. ivi. Congiura prevenuta, t. I, p. 153. Sua morte, t. I, p. 265. Il Senato gli rende onori divini, t. I, p. 171. Suoi funerali e apoteosi, t. I, p. 173.

Pescennio, Negro nella Sorìa, t. I, p. 165.

Peste dell’anno 542 in Oriente e nell’Occidente, t. VIII, p. 154. Sua origine e sua natura, t. VIII, p. 156. Sua estensione e sua durata, t. VIII, p. 158.

Petra. L’assedio di questa città è un’impresa delle più rimarchevoli di questo secolo, t. VIII, p. 66.

Petrarca alla Corte d’Avignone. S'accinge con ardore allo studio della [p. 441 modifica] lingua greca, e si lega in amicizia col celebre Barlamo, t. XII, p. 478. L’Italia lo ammira come padre della poesia lirica, t. XIII, p. 214. È incoronato a Roma, t. XIII, p. 219. Impegna l’Imperatore Carlo IV a ristabilire la repubblica, t. XIII, p. 259. Sollecita i Papi d’Avignone a rimettere la Santa Sede in Roma, t. XIII, p. 260. Riferisce ai Romani la distruzione degli antichi monumenti, t. XIII, p. 261.

Piacenza. Concilio tenuto in questa città da Urbano II, t. XI, p. 271.

Piero l’Eremita, tom. XI, p. 268.

Pietro di Courtenai, Imperatore d’Oriente, tom. XII, p. 132. Sua prigionia e morte, t. XII, p. 134.

Pilpai. Le favole morali e politiche di questo vecchio Bramino si conservavano fra i tesori del re dell’Indie con un misterioso rispetto, tom. VIII, p. 42.

Pipino libera Roma assalita dai Lombardi, t. IX, p. 294. Re di Francia, t. IX, p. 297. Donazione di Pipino ai Papi, tom. IX, p. 303.

Pisone (Calpurnio). Messo a morte dall’usurpatore Valente, t. I, p. 412.

Pittagora. Quando questi inventò il nome di filosofo, ebbe origine in Roma da Bruto I la libertà e il consolato, t. VII, p. 356.

Pitti (i). Invadono la Calcedonia, t. V, p. 71. E la Gran Brettagna, tom. V, p. 73.

Placidia, figlia del gran Teodosio, t. VI, p. 195. Suo matrimonio con Adolfo re dei Goti, t. VI, pag. ivi. Barbaro ed ignominioso trattamento con lei praticato dall’usurpatore assassino di suo marito, t. VI, p. 216. Ricondotta con onore al palazzo di suo fratello Onorio, t. VI, p. 217. Rimaritata a Costanzo ed associata all’Impero d’Occidente, t. VI, p. 330. Sua amministrazione dopo la morte di questo principe e durante la minore età de’ suoi figli, t. VI, p. 336. Suoi due generali Ezio e Bonifazio, t. VI, p. 339.

Platone. Suo genio nello scoprire la natura misteriosa della divinità, t. IV, p. 82. Questa segreta dottrina insegnavasi di soppiatto nei giardini dell’accademia, t. IV, p. 83. Con minore riserva nella celebre scuola d’Alessandria, tom. IV, p. 83.

Plauziano. Ministro e favorito di Severo; nominato prefetto del pretorio; suo infame dispotismo; massacrato sotto gli occhi dell’Imperatore, t. I, p. 186.

Plebei. Stabilimento di quest’Ordine, t. III, p. 272.

Plinio il Vecchio. Onora il secolo in cui fiorì, e il suo carattere innalza la dignità della natura umana, t. II, p. 348. Trascurò il [p. 442 modifica] fenomeno più grande di cui l’uomo sia stato testimonio dopo la creazione del Mondo, t. II, p. 351.

Plinio il Giovane. Gloriosa è la sua memoria, tom. III, p. 348. Traiano, suo signore ed amico, lo nomina governatore della Bitinia e del Ponto, t. III, p. 39.

Plotino, filosofo della scuola di Platone, era riputato uno de’ più grandi maestri della scienza delle allegorie, t. IV, p. 243.

Poggio, autore Italiano, t. XIII, p. 298. Osserva che Roma, fra tutte le città del Mondo, è quella che nella sua caduta offre un aspetto il più imponente insieme e il più compassionevole, tom. XIII, p. 300.

Politeismo. Suo risorgimento circa il 400, t. V, p. 396. La teologia semplice ne’ primordii del Cristianesimo viene sfigurata coll’introduzione di una mitologia popolare, t. V, p. 399.

Polizia e Tribunali. Agenti o spie della Corte, t. III, p. 308. Uso della tortura, t. III, p. 310.

Pollenzia (la vittoria di), celebrata da Claudiano come il giorno più glorioso nella vita del suo Signore, t. VI, p. 98.

Polonia. Cenni su questa provincia, t. XII, p. 301.

Pompeo il Grande. Come vincesse due milioni di nemici in una battaglia ordinata, e riducesse mille cinquecento città dal lago Meotide sino al mar Rosso, t. VIII, p. 6.

Popolo romano. Suo numero in proporzione della forza militare, t. I, p. 155.

Porfirio, filosofo della scuola di Platone, assai stimato come eruditissimo nella scienza delle allegorie, tom. IV, p. 243.

Porfirogeneta, suoi scritti, t. X, p. 412. Loro imperfezione, t. X, p. 415.

Portoghesi in Abissinia, tom. IX, p. 135.

Poste. Loro stabilimento nelle province romane, tom. I, p. 77.

Postumio. Le virtù di questo principe sono la causa della sua caduta, t. II, p. 30.

Predicazione. Resa libera e pubblica a’ tempi di Costantino, t. IV, p. 68.

Prefetti del Pretorio, t. III, p. 274. Di Roma e di Costantinopoli, t. III, p. 277. Viceprefetti, t. III, p. 280.

Pretestato, prefetto e filosofo Pagano, pieno d’erudizione, di gusto e di belle maniere, t. V, p. 54.

Priscilliano, Vescovo d’Avila in Ispagna. Capo di una Setta nominata i Priscillianisti, t. V, p. 300. Sua condanna insieme a quella de’ suoi compagni, t. V, p. 303.

Prisco, lo storico, amico di Massimino. Coglie l’occasione della sua ambasciata per esaminare da vicino la vita domestica di Attila, t. VI, p. 393.

Probo, della famiglia Anicia, [p. 443 modifica] Dopo il saccheggio di Roma si ricovera sulle coste dell’Affrica, t. VI, p. 184.

Probo, suo carattere e sua elevazione al trono, t. II, p. 69. Sua condotta rispettosa verso il Senato, t. II, p. 70. Vittorie da lui riportate sopra i Barbari, t. II, p. 72. Libera la Gallia dall’invasione dei Germani, t. II, p. 73. Porta le armi nella Germania, t. II, p. 75. Muraglia fabbricata per suo ordine dal Reno al Danubio, t. II, p. 76. Incorpora i Barbari fra le milizie romane, t. II, p. 78. Estingue molte rivoluzioni nell’Oriente e nella Gallia colle sue guerre, t. II, p. 80. Riceve gli onori del trionfo, t. II, p. 83. Paralello tra la severa disciplina voluta da Aureliano, e la più mite abbracciata da Probo, t. II, p. 84. È barbaramente massacrato dalle sue truppe, t. II, p. 85. Autorità del Senato perita con Probo, t. II, p. 87.

Proclo. Si assicura che adoperasse dei medesimi mezzi d’Archimede per distruggere nel porto di Costantinopoli i vascelli dei Goti, t. VII, p. 353. Suoi successori, t. VII, p. 354. Ultimo dei filosofi, t. VII, p. 355.

Procopio. Sua ribellione contro l’Imperatore Valente, t. V, p. 55. Sua disfatta e morte, t. V, p. 27.

Procopio, retore. Suo carattere e suoi scritti, t. VII, p. 7. Compagno e Storico di Belisario, 365

Proculiani. Setta a’ suoi tempi famosa, che divideva co’ Sabiniani la giurisprudenza romana, t. VIII, p. 191.

Proculo, generale romano. Eccita le rivolte nella Gallia, t. II, p. 82. Soccombe sotto il genio superiore dell’Imperatore Probo, t. II, p. 83.

Promoto, generale d’infanteria che salvato avea l’Impero, respingendo l’invasione degli Ostrogoti, tom. VI, p. 8.

Propontide (la). Descrizione di questa provincia, t. III, p. 240.

Province romane. Divise fra l’Imperatore ed il Senato, t. I, p. 95. Governatori in esse spediti, t. I, p. 255.

Puglia. Conquistata dai Normanni, t. XI, p. 127. Oppressione di questa provincia, t. XI, p. 131.

Pulcheria, Imperatrice d’Oriente. Suo carattere e sua amministrazione, tom. VI, p. 315. Erede del coraggio e dei talenti del gran Teodosio, t. VI, p. ivi. Fa sposare Eudossia a suo fratello Teodosio il Giovane, t. VI, p. 318. Sue controversie con questa principessa, e sua vendetta, t. VI, p. 323. Suo matrimonio con Marciano, t. VI, p. 327. Sua morte, t. VI, p. 510.