Gli sposi promessi/Tomo IV/Capitolo VIII
Questo testo è completo. |
◄ | Tomo IV - Capitolo VII | Tomo IV - Capitolo IX | ► |
Cap.VIII.
All’intorno del picciolo tempio v’era un picciolo spazio sgombro di capanne; e Fermo, giungendovi, lo vide occupato da una folla distinta1 in ragazzi, in donne, e in uomini, tutti composti2 e in gran silenzio;3 fra il quale si4 udiva distintamente una voce alta ed oratoria, che veniva dal tempio. Questo,5 elevato d’alcuni gradi al disopra del6 suolo, non aveva allora altro sostegno che le colonne disposte in circolo; nel mezzo v’era un altare, che si poteva vedere da tutti i punti del lazzeretto, per mezzo agli intercolunnj vuoti, che in oggi sono murati.7 Ritto su la predella dell’altare stava un8 capuccino, alto della persona, fra la virilità e la vecchiezza: teneva con9 la destra una croce posata10 al suolo,11 che gli sopravvanzava il capo di tutto il traverso; e con l’altra mano accompagnava di gesti il discorso, che andava facendo.12 Era questi il Padre Felice, sopraintendente del Lazzeretto. Fermo, giunto sull’orlo di quella adunanza, avrebbe voluto13 avanzarsi14 a trascorrerla, e cercare ciò che gli stava a cuore; ma, senza contare un altro capuccino, che con un aspetto severo, anzi tanto burbero, quanto15 quello dell’oratore era pietoso, stava ritto in mezze alla16 brigata
per tener l’ordine,17 quella18 quiete generale,19 quell'attento silenzio, e quella unica voce bastarono ad avvertire il nostro ansioso che ogni movimento sarebbe stato in quel luogo scompiglio, e irriverenza. Stette egli dunque alla estremità della brigata20 ad aspettare,21 e udì22 la perorazione di quel singolare oratore.
«Diamo adunque,» diceva egli, «un ultimo sguardo a questo luogo di miserie e di misericordia, pensando quanti vi sono entrati, quanti ne sono stati23 tratti fuora24 per la fossa, quanti vi rimangono, quanto pochi al paragone siam noi, che ne usciamo non illesi, ma salvi,25 ma colla voce da lodarne Iddio. L’anima nostra ha guadato il torrente; l’anima nostra ha guadate26 le acque soverchiatrici:27 benedetto il Signore! Benedetto nella giustizia, benedetto nella misericordia, benedetto nella morte, benedetto nella salvezza, benedetto nel discernimento, ch’Egli ha fatto di noi28 in questo sì vasto, sì smisurato eccidio! Ah possa essere29 questo un discernimento di clemenza! possa la nostra condotta da questo momento esserne un indizio manifesto!30 Attraversando questo mare di guaj, diamo uno sguardo di31 pietà, e di conforto, a quegli che32 si dibattono tuttavia con la tempesta, e dei quali ah quanto pochi!33 potranno come noi afferrare un porto terreno. Ci vedano uscirne,34 rendendo grazie per noi,35 ed elevando preghiere per essi! Attraversando la città già si popolosa,36 noi,37 scarsa restituzione dell’immenso tributo, ch'essa mandò in questo luogo, mostriamo agli scarsi suoi abitatori38 un popolo scemato sì, ma rigenerato. Procediamo con la compunzione nel vólto, e coi cantici su le labbra.39 Quegli che son ritornati40 nella pienezza dell’antico vigore, porgano un braccio soccorrevole ai41 fiacchi; gli
adulti reggano i teneri, i giovani sostengano con riverenza e con amore42 i vecchj, ai quali la salute43 ritornata non apporta che pochi giorni di stento. E se in questo soggiorno di prova, in questo stesso crogiuolo di purgazione44 abbiam peccato; se abbiamo abusato anche dei flagelli, se abbiamo sciupati i doni45 e le ricchezze dello sdegno, come già quelli della benignità; ebbene!46 non abbiam però potuto esaurire il tesoro del perdono: ricorriamo ad esso di nuovo. Per me...» E qui l’oratore fece pausa, straordinariamente commosso, poi tolse una corda, che gli stava ai piedi,47 se la avvinghiò al collo come ad un malfattore,48 cadde ginocchioni, e proseguì: «Per me, e per tutti i miei compagni, i quali, sebbene immeritevoli, siamo stati per una ineffabile degnazione49 trascelti all'alto privilegio di servir Cristo in voi; se, come pur troppo, non abbiamo degnamente corrisposto ad un tanto favore, se non abbiam degnamente adempiuto un sì grande ministero,... perdonateci! Se la fiacchezza, o la ritrosia della carne ci ha resi men pronti ai vostri bisogni, alle vostre chiamate,50 perdonateci! se una ingiusta impazienza se una noja colpevole ci ha fatto talvolta51 nei vostri mali mostrarvi un vólto52 severo, e fastidito, perdonateci!53 Se la corruttela d’Adamo ci ha fatto trascorrere in qualche azione, che vi54 sia stata cagione di tristezza, e di scandalo, perdonateci!55 Nessuno porti fuor di qui altra amaritudine che delle56 sue proprie colpe!»
57 Così detto, stette egli ginocchioni, come aspettando un segno che l’umile58 e cordiale59 suo prego era60 accetto ed esaudito. Un singhiozzo, un pianto, un gemito universale61 si levò da quella turba a rispondere. Dopo62 qualche momento il frate s’alzò, prese la croce ad ambe le mani, e l’inalberò;63 scese dalla predella, e quivi depose i sandali;64 gridò ad alta voce:65 «andiamo in pace;»66 poi intonò il Miserere; e scalzo, portando67 dinanzi a sé quell’alta croce pesante, scese gli scaglioni del tempio dalla parte rivolta alla porta meridionale del lazzeretto68 che sbocca dinanzi alla mura
della città; e s’incamminò verso quella. Dietro lui69 s’avviò la torma dei fanciulletti, di quelli cioè che potevano reggersi, e sapevano condursi da sé; poi le donne, alcune delle quali70 tenevan per mano, o nelle braccia, fanciulline, o bambini, e con fioca voce cantavano il salmo intonato dal guidatore; poi gli uomini, pur cantando;71 poi carri di convalescenti,72 e delle bagaglie di quei che partivano: quelle che in tanta confusione s’eran potute serbare, e raccogliere.73
Ultimo veniva74 quell’altro capuccino, che abbiamo menzionato, con un gran vincastro in mano; e75 coi cenni di quello, con gli occhi e con la voce, teneva in sesto il convoglio. Era questi un Padre Michele Pozzobonelli,76 il coadiutore più autorevole, e come il primo ministro del Padre Felice, in quel regno di desolazione.
Fermo, tosto ch’ebbe veduto questo scender dal tempio, e notato da che parte s'avviava, entrò di nuovo fra le capanne, per pigliare i passi innanzi, senza77 dare né ricever disturbo,78 e sboccar poi di nuovo su la strada, per dove la processione doveva passare.79 Dalla porta meridionale al tempio v’era infattì come una strada,80 uno spazio che s’era lasciato sgombro di capanne, per dar passaggio ai carri81 degli infermi, che per lo più entravano da quella porta, e da quello spazio poi si distribuivano a dritta e a sinistra,82 come si poteva. Fermo riuscì su quella, al mezzo in circa; e vide venire il vecchio crocifero,83 lo vide passare, vide passare i ragazzi, e poi con un gran battito al cuore esaminò le donne che pur passavano: e lo poté fare a suo agio, perché elle84 procedevano a due a due. Passa, passa; guarda, guarda: qui
non v’è, qui né pure;85 più che la metà è passata; poche ne rimangono;86 compajono le ultime della fila femminile; ecco87 gli uomini; Lucia non v’era. Quanta speranza svanita!88 Rimanevano però i carri ancora: Fermo gli89 vedeva venire; e i primi erano carichi di donne. Stette dunque aspettando, lasciò passare la schiera90 degli uomini; guardò91 ad uno ad uno quei carri.92 Passavano lentamente, si arrestavano talvolta,93 come accade nelle processioni e nelle marce d’ogni
genere; di modo che Fermo poté aver la trista certezza che
nessuna di quelle donne era94 sfuggita alla sua vista; e che Lucia non v’era. Le braccia gli caddero,95 quando si vide finire in mano96 l’unico, o almeno il più forte filo delle sue
speranze. Anche prima di vedere trascorrere quella per lui
sì trista rassegna, egli sentiva pur troppo, quanto era più
probabile che Lucia fosse nel numero dei tanti97 portati fuora dal lazzeretto sui carri, che dei pochi risanati; ma pure, come98 si suole, egli99 metteva il suo desiderio sul guscio della speranza, e faceva traboccare le bilance da quella parte. Ma ora, egli100 credeva di dovere esser certo che Lucia
non era tra i guariti, né tra i convalescenti:101 la contingenza più lieta per lui, l’unica sua speranza, (quale speranza!) era ormai ch’eIla102 fosse ivi languente, ma viva.103
Passato tutto il convoglio, passato il Padre Michele,
Fermo104 si mise, senza troppo105 pensare dove andasse, su quella via rimasta sgombra;106 e le sue gambe lo portarono dinanzi al tempio.
107 Quivi gli vennero alla mente le parole del buon frate
Cristoforo: — Se non ve la scorgi, fa cuore tuttavia... Cercala con rassegnazione. — Si prostrò su gli scaglioni del tempio, fece a Dio una preghiera o per dir meglio108 un viluppo di parole scompigliate, di frasi interrotte, di esclamazioni,109 di domande, di proteste, di110 disdette111 uno di quei discorsi che non si fanno agli uomini, perché112 non hanno abbastanza penetrazione per intenderli, né sofferenza per ascoltarli: non sono abbastanza grandi per sentirne compassione senza disprezzo. Si levò di là più rincorato, e si avviò. Dal tempio alla porta che divide il lato settentrionale,113 a cui tendeva Fermo,114 scorreva, come dalla parte opposta,115 un viale sgombro di capanne;116 e si sarebbe potuto chiamare la via dei morti, perché ivi facevano capo e giravano i carri, che117 portavano alla fossa di118 San Gregorio le centinaia, che perivano ogni giorno nel lazzeretto.119 Fermo scelse quella via come la meno impedita, e la più breve;120 e, studiando il passo alla meglio,121 tra l’incontro122 continuo dei carri, e l’inciampo frequente di altri tristissimi ingombri,123 pervenne a pochi passi dalla porta. Ma quivi un accorrimento124 di carri vuoti che entravano, di colmi che uscivano, faceva inquel punto un tale imbarazzo che Fermo, anziché affrontarlo, o aspettare125 lo sgombro, stimò meglio di entrare tra le capanne, per126 riuscire di quindi al fabbricato. Le capanne in quel luogo eran tutte abitate da donne;127 ed egli128 procedeva lentamente129 d’una in altra, guardando. Or mentre, passando come per un vicolo tra due di queste, l’una delle quali aveva l’apertura sul suo passaggio, e l’altra130 rivolta dalla parte opposta, egli metteva il capo nella prima sentì venire dall’altra per lo fesso delle assacce ond’era connessa, senti venire una voce ... una voce, giusto cielo!131 che egli avrebbe distinta in un coro di cento cantanti, e che con una modulazione di tenerezza e di confidenza ignota ancora ai suo orecchio, articolava parole, che forse in altri
tempi erano state pensate per lui, ma che132 certamente non gli erano mai state proferite: «Non dubitate; son qui tutta per voi; non vi abbandonerò mai.»
Se Fermo non mise uno strido, non fu perché lo rattenesse il riguardo di fare scandalo, il timore133 di farsi troppo scorgere e d’essere preso o cacciato: fu perché gli mancò la voce. Le ginocchia gli tremarono sotto, la vista gli s’appannò un momento; ma, come accade per lo più quando dopo una gran sorpresa rimane qualche cosa d’importante da farsi o da sapere,134 l'animo gli ritornò tosto,135 e più concitato di prima.136 In tre balzi girò la capanna, fu su la porta,
vide una donna inclinata sur un letto, che andava assestando.137
«Lucia! » chiamò Fermo con gran forza e sottovoce ad un
tempo: «Lucia!»
138Trabalzò ella139, a quella chiamata, a quella voce; credette di sognare, si volse precipitosamente, vide che non era sogno, e gridò: «Oh Signore benedetto!» Fermo rimase su la porta tacito e ansante, e Lucia, pure, dopo quel grido, stette immota in silenzio140 più tempo che non bisogni a raccontare in compendio le sue vicende, dal punto in cui l’abbiamo141 lasciata.
Ella era sempre rimasta nella casa di Don Ferrante;142 e fino ad un certo tempo sotto la vigilanza severa di Donna Prassede. Ma allo spiegarsi della peste questa signora, messe da un canto tutte143 le altre cure,144 dimenticate tutte le brighe, non solo le sue proprie, ma anche quelle di cui prima andava tanto volentieri in cerca, non ebbe più che un pensiero: di guardarsi dal pericolo comune. Pensò ella che, per fare del bene, la prima condizione è di essere in vita, e per allora, volle assicurar questa. Quanto al prossimo,145 non pensò più a regolarlo, ma soltanto a tenerselo lontano, tanto che non gli comunicasse la pestilenza. Don Ferrante invece, persuaso
che146 tutte le precauzioni147 immaginabili non avrebbero potuto fare che148 la congiunzione di Saturno149 con Giove non fosse avvenuta, né stornare le conseguenze di un avvenimento di quella sorte,150 non cangiò nulla al suo tenore solito di vita:151 e contrasse la pestilenza, che152 in un giorno lo spicciò. 153Donna Prassede s’era ritirata154 con la signora Ghita, nella stanza più remota della casa;155 Prospero, che alla morte di Don Ferrante era certo di dovere andare a spasso, pensava a farsi un po' di fardello; il resto della famiglia seguiva il suo esempio; e il povero astrologo sarebbe morto abbandonato, se Lucia non avesse avuta la carità di prestargli156 qualche servigio. Il giorno stesso, in cui157 Don Ferrante mori, Lucia158 fu presa da un gran sopore, rimase come insensata, e cadde senza forze:159 donna Prassede ordinò tosto che160 ella fosse portata nella via, ad aspettare un carro161 o una bussola, che la portasse al lazzeretto. Così fu fatto, e così avvenne. Lucia,162 deposta in quella capannuccia,163 stette alcuni giorni fuori di sé, senza prender cibo, né rimedii,164 lottando il vigore della natura con la violenza del male;165 e non riprese l‘uso delle sue facoltà se non quando il male fu superato. Ma quale risvegliamento! in quel tumulto di morte, in quello scompiglio di guai,166 senza vedere un vólto conosciuto,167 senza udire una voce famigliare!168 Pure, in quel
tempo, come in tutte le grandi calamità169 la vista o il racconto,170 e l’aspettazione continua dei mali rendeva preparati a tutto anche gli animi i171 meno agguerriti: questa preparazione ,la gran ragione della necessità, la cascaggine stessa, che il male aveva lasciata addosso a Lucia, la fecero avvezzare ben tosto alla sua situazione; la fiducia in Dio gliela raddolcì.172 La capannuccia non capiva che due173 letti, o covili che fossero: in pochi giorni Lucia cangiò più volte di compagnia. Finalmente,174 quando ella cominciava a potersi reggere, vi fu portata una donna, che era moglie, anzi vedova d’un ricco mercante di stoffe, madre, anzi orba di due figli: la peste le aveva tutto175 portato via. Questa, rimasta sola in casa, e sentendosi pure colpita dal morbo,176 aveva chiamato un commissario177 della sanità, che conosceva per sua buona sorte, e che per178 una sorte ancor più rara era un galantuomo; e gli aveva raccomandata sé e la sua casa. Egli la179 fece chiudere e sigillare, promise di vegliarla, e fece portare la donna al lazzeretto, con tutta quella cura particolare, che si poteva in quelle circostanze. Lucia assistette la sua compagna, che superò pure la malattia; e, come è facile ad intendersi,180 tra quella che prestava sì pietosi servigj, e quella che gli riceveva181 ambedue deserte, buone ambedue, s’era formata una strettissima amicizia.182 La vedova,183 prima di venire al lazzeretto aveva nascosta184 nella sua casa una buona somma di danari, e vi aveva lasciate molte mercanzie protette dal sigillo publico, e ancor più dalla indifferenza dei monatti per le robe, che non fossero di pronto uso o di facile smercio. Trovandosi quindi185 sola e doviziosa, ella aveva proposto a Lucia di tenerla con sé, come una sua figlia; e Lucia,186 ringraziando Dio che le aveva preparato un asilo, e la buona donna che glielo offeriva, lo aveva accettato; ma solo per qualche tempo, tanto che potesse aver notizie di sua madre, e187 pensare a prendere una
risoluzione stabile.188 Ciò ch’ella aveva promesso alla sua compagna era di non abbandonarla, finch’ella non potesse uscire dal lazzeretto; e per ciò,189 Lucia,190 non s’era unita ai convalescenti, che erano partiti191 quel giorno192 alla guida del Padre Felice. Ma la buona vedova, avvezza193 a quella dolce compagnia,194 e atterrita dal solo pensiero195 di restarne priva nella desolazione,196 esprimeva di tempo in tempo quel suo terrore, e si faceva rinnovare da Lucia la promessa, in cui trovava la197 quiete dell’animo suo.198 E, per dissipare appunto una di queste dubitanze,199 Lucia aveva dette le soavi parole che colpirono l’orecchio di Fermo, e che200 abbiamo riferite.201
Fermo202 era dimorato su la porta; e di là il suo secondo sguardo s’era rivolto su la persona,203 alla quale quelle parole erano state dirette; e fu molto contento quando vide a che sesso ella204 apparteneva.
«Ah! siete viva; e v’ho trovata!»205 diss’egli quando potè ricuperar la parola; ed entrò nella capanna.
«Voi!» sclamò Lucia.206
«Son venuto qui per cercarvi, e v’ho trovata!» rispose Fermo.
«E la peste?»207
«L’ho avuta.»
«Ah!» fece Lucia208 con un gran respiro, che significava assai più che un: me ne rallegro infinitamente.
«Ma come... qui?»
«Son venuto a cercarvi in Milano, appena ho potuto; m’hanno detto che eravate qui; ci son venuto.»
«Oh Signore!» disse Lucia209 stringendo le mani giunte, alzando gli occhi al cielo, e con una voce che i singhiozzi210 stavano per interrompere. Poi, come entrata di repente in un altro pensiero, chiese ansiosamente: «Sapete qualche cosa di mia madre?»
«L’ho veduta jeri: è sana, vi saluta e potete credere...211 era tutta in pensiero per voi, e sospira di vedervi.»
212 Lucia rispose con un altro respiro di consolazione.
Fermo continuò: «sospira di vedervi, e crede... tiene per sicuro... Ma voi... voi, mi parete stupita... ch’io sia venuto a cercarvi. Io... son sempre lo stesso... non vi ricordate...? che è avvenuto, Lucia?»
«Tante cose!» rispose ella sospirando.
213 «Ecco!» disse Fermo: «sa il cielo che cosa v’avranno detto di me!»
«Che importa», rispose Lucia, «quel che dica la gente?»
«Dunque... »
« Dunque... io credeva... che214 dopo tanto tempo... dopo tanti guai... non avreste più pensato a me.»
215 «L’avete creduto? e me lo dite? quando son qui...»
216 «L’ho creduto»217 disse Lucia218 troncando in fretta219 le parole appassionate di Fermo: «l’ho creduto,220 perché sarebbe stato meglio... è meglio.»
Lucia aveva sempre tenuti gli occhi bassi; ma, proferendo non senza fatica queste parole, chinò anche la testa, e la tenne appoggiata sul petto, come221 per riposarsi d’un grande sforzo.
«È meglio!» disse Fermo, stordito e contristato di222 quel mistero, e guardando fiso nel vólto di Lucia, per trovarvi la spiegazione di quelle tronche ed oscure parole. «È meglio! che cosa v’ho fatto io? è colpa mia se... 223 Non sono io quello a cui avete promesso? Che vi mancava perché foste mia? un momento... e... ma gli ho perdonato, non siete voi più quella... ? Dopo tanto sperare! dopo tanto pensare a voi! dopo... 224 Parlate225 chiaro: dite che non mi volete più; dite il perché; non mi fate...»
«Fermo,» disse con voce più riposata226 e solenne Lucia, che mentre227 egli parlava, aveva cercato di raccogliere tutte le sue forze. «Fermo! ascoltatemi tranquillamente: pensate dove siamo: vedete questa buona creatura, che ha bisogno di quiete: ascoltatemi. Io non sarò mai di nessuno... 228, e non posso più esser vostra.»
«No non l’avete detta voi questa parola» rispose Fermo «no che non l’ascolto: che ho fatto io? perché? chi ve l’ha detto? chi è entrato tra voi e me? chi c’è entrato? voglio saperlo.»
«Zitto zitto, non andate avanti, per amor del Cielo,» disse Lucia. «Quando lo saprete,229 se siete ancora quello di prima, se temete Dio come una volta, non direte230 così.»231
«Parlate per amor del cielo!»
«Sapete voi232 in che233 casi, in che spaventi io mi son trovata, in che pericoli?»
«Lo so, lo so, e... gli ho perdonato.»
«Ora sappiate quello che nessuno, né pure mia madre, ha udito finora dalla mia bocca. In una notte... Vergine santissima! qual notte!...234 lontana da ogni soccorso...235 senza speranza di liberazione... sola... io sola, in mezzo ... all’inferno, ho guardato in su, ho domandato l’ajuto di quel236 Solo che può fare i miracoli...237 ho domandato un miracolo, e ho dovuto fare una promessa... mi son votata alla Madonna, che se per sua intercessione, io usciva salva da quel pericolo, non... sarei mai stata238 sposa d’un uomo.»
«Ahi! che avete fatto!» sclamò dolorosamente Permo: «che avete fatto!».
«Ho ottenuto il miracolo,» riprese Lucia: «la Madonna mi ha salvata.»
239 «Bastava pregarla, e vi avrebbe salvata. Che avete fatto! Che avete fatto! Non dovevate fare un tal vóto.»
240 «L’ho fatto:241 che giova parlarne242 più?243 Che giova pentirsi? Pentirsi? No no, Dio liberi!244 Egli pure è sempre a tempo a pentirsi d’avermi salvata. Può lasciarmi cadere ancora in un pericolo, e245 allora, chi pregherò io? che promessa potrei fare?»
«Lucia!» disse Fermo, «e se non246 fosse il vóto..,? dite: sareste247 la stessa per me?»
«Uomo senza cuore!» rispose Lucia, contenendo le lagrime; «quando mi avreste248 fatte dire delle parole inutili, delle parole che mi farebbero male, delle parole che sarebbe forse peccati, sareste voi contento? Partite, scordatevi di me: non eravamo destinati; ci rivedremo lassù.»249 Dopo queste parole, le lagrime soverchiarono, e fra i singhiozzi ella continuò: «dite a mia madre ch’io son guarita, che ho trovata questa buona amica, che pensa a me;250 ditele che spero ch’ella sarà preservata da questi guai, che Dio provvederà a tutto, e251 che ci rivedremo. Partite, per amor del cielo; e non vi ricordate di me, che quando pregate il Signore.»
«Lucia!» disse Fermo con tuono riposato e solenne egli pure: «noi siamo due poveri figliuoli senza studio:252 quel brav’uomo, quel gran religioso, quel nostro padre, il padre Cristoforo...»
«Ebbene?»
«È qui nel lazzeretto, ad assistere gli appestati.»
«È qui!» disse Lucia: «ah! non mi fa maraviglia: oh se potessi vederlo, sentir la sua voce!253 È egli sano?»
«È in piedi» disse Fermo, «ma il suo vólto...254 Dio255 voglia che sieno gli anni, e le fatiche!»
«Voi l’avete veduto!» disse Lucia.
«L’ho veduto, e gli ho parlato,» rispose Fermo: «egli mi ha fatto animo, a cercarvi, mi ha fatto promettere che tornerei a256 rendergli conto delle mie ricerche. Corro da lui: egli ci ha sempre ajutati; e spero che ci ajuterà anche in questa occasione.»
257 «Che dite voi? che volete ch’egli faccia? preghiamo Dio che ci ajuti... che vi ajuti a sopportare.258 Ditegli che
io ho sempre pregato per lui; che se può, venga a trovarmi, a consolarmi, e voi...259 voi... »
— Non tornate più qui per amor del cielo! — voleva ella dire, ma non lo260 disse. Dopo fatto quel vóto, Lucia aveva sempre creduto di essersi legata irrevocabilmente, e non aveva supposto mai che alcuna autorità potesse annullare un patto col cielo;261 aveva rispinto come colpevole il pensiero stesso, e non aveva mai confidato a persona il suo doloroso segreto. Ma quando Fermo parlò262 d’una speranza nel padre Cristoforo,263 quella stessa speranza confusa entrò nel cuore di Lucia;264 le balenò nella mente un: — chi sa? — intravide265 come non impossibile che il Padre Cristoforo potrebbe266 trovar qualche mezzo... e in quel dubbio267 ella stimò inutile di dire risolutivamente a Ferm: « non tornate.» Egli partì268 senza far altre parole, come un uomo che pensa di269 tornar ben tosto; e s’avviò alla capanna del buon frate.
La vedova, compagna di Lucia, era rimasta270 con gli occhi sbarrati271 a guardare quel personaggio sconosciuto e ad udire quel dialogo nuovo per lei; giacché Lucia, la quale, come si è potuto vedere in altre parti di questa storia, era molto discreta, non le aveva mai parlato272 né della sua promessa di matrimonio, né per conseguenza delle vicende conseguenti. Ma ora non potè273 scusarsi274 di fargliene il racconto; e, a dir vero,275 la disposizione d’animo di Lucia in quel momento276 s’accordava assai bene277 con le voglie curiose e benevole ad un tempo della vedova.278 Quelle memorie, com compresse e rispinte per tanto tempo, s’erano ora presentate tutte in tanta folla, e con tanto impeto all’animo di Lucia che il parlarne diveniva per lei quasi uno sfogo necessario. Dopo279 aver dunque risposto alla meglio ai rimproveri che la vedova le fece,280 di un tanto segreto tenuto con lei cominciò il racconto, che fu spesso interrotto dai suoi singhiozzi e dalle esclamazioni e dalle inchieste della ascoltatrice.
281Fermo intanto era giunto alla capannuccia del Padre Cristoforo,282 e, avendolo veduto lì fuori presso, che283 pregando chiudeva gli occhi ad un morente,284 si285 era ritirato nella capannuccia senza286 dar voce, né far segno che turbasse quel pio e doloroso uficio. Quando il poveretto fu spacciato, Fermo si mostrò, e il Padre Cristoforo andò a lui;287 che tosto gli raccontò288 la lietissima scoperta, ch’egli aveva fatta di Lucia viva e sana, e289 quell’altra scoperta, che290 era venuta, come291 a tradimento, a guastargli una tanta consolazione.292 Benché egli293 in questa parte del racconto volesse aver l’aria294 di chi propone un dubbio superiore ai suoi lumi, aspettando il giudizio d’un sapiente, pure295 non lasciò scappare nessuna occasione di qualificare d’imprudenza e di pazzia quel vóto, che296 veniva per lui così male a proposito. Così297 faceva sentire che per la parte sua il giudizio era bell’e fatto; e intanto guardava attentamente al vólto del Padre Cristoforo, per iscoprire298 un pensiero, dal quale avrebbe potuto dipendere la sua sorte. Ma, non potendo leggervi nulla, terminò con una299 aperta domanda: «Che ne dice, padre?»300 Il Padre stava pensoso: combattuto fra il desiderio di301 rivedere cia302 e la speranza di consolarla forse, e il303 timore di rendersi colpevole, abbandonando per qualche tempo i suoi infermi.
Dopo essere così rimasto alquanto, pronunziò ad alta voce la conclusione del dibattimento, che304 era stato tra i suoi pensieri. «Ho un dovere con quella creatura,» diss’egli. «Dio305 l’aveva in altri tempi indirizzata a me, ed ora non me l’ha fatta venir così presso perché io ricusi di esserle utile. Andiamo.»
306 Lasciò per la seconda volta i suoi307 ammalati alla cura del Padre Vittore, e si mosse con Fermo.
308 Questi andava innanzi tacito, facendo la guida per quel triste labirinto, e dirigendosi309 al viale, per cui era passato la prima volta; e il Frate, pur tacito, gli teneva dietro.
310 Gli oggetti, che311 ad ogni mutar di passo si succedevano alla vista,312 tenevano occupato l’animo di quella compunzione, che non trova parole; e in quel momento,313 su quel mesto spettacolo, pareva che scendesse e pesasse una mestizia più cupa e più grave dell’ordinario.
314 Una nuvola comparsa all’occidente315 aveva a poco a poco coperto tutto il cielo: e alla oscurità crescente, avresti
detto che il giorno era finito, se il sole, lontano ancor forse due ore dal tramonto, non avesse mostrato316 come dietro ad un velo317 spesso ed immobile, il suo disco grande e318 biancastro, donde partivano, non vivi raggi319 e diretti, ma320 un barlume scialbo e circonfuso, che321 mandava una caldura morta e322 gravosa. L’aria non dava un soffio:323 non si vedeva muovere una tenda delle baracche, né piegar la cima d’324un325 pioppo nelle campagne d’intorno.326 Solo si vedeva la rondine, sdrucciolando rapidamente dall’alto, rasentare con Tali tese, per un picciol tratto327 la superficie ingombra e confusa di quel terreno; e tosto328 risalire, volteggiare per l’aria in329 cerchii veloci, e piombar di nuovo. Un’afa330 faticosa prostrava gli animi con331 una oppressione straordinaria: la lotta del morire era più affannosa; i gemiti dei languenti erano soppressi dall’ambascia; il movimento delle opere era stanco, rallentato, come sospeso;332 quella dubbia luce dava al colore della morte e della infermità un non so che di più livido,333 un non so che di più squallido all’abbattimento,334 onde erano atteggiate le figure dei sani: e su quel luogo di desolazione non era forse ancor passata un’ora amara al par di questa.
Eppure335 quegli che sopravvissero rammentarono quell'ora con gioja per tutta la vita:336 era la preparazione d’una burasca, che scoppiò la notte, e menò poi per due giorni una pioggia continua,337 dopo la quale338 il contagio339 cessò quasi340 ad un tratto.
Sotto il fascio di quella comune gravezza, procedevano il giovane e il vecchio, con la fronte bassa il primo e con l’animo diviso fra lo studio della via, fra l’orrore delle cose341 che vedeva, e342 l’ansietà del suo destino futuro; e l’altro, levando di tratto in tratto al cielo la343 faccia smunta, come per cercare un più libero respiro, e per secondare con quell’atto una speranza interna. «È qui,» disse Fermo con voce tremante,344 accennando la capanna; e v’entrarono che Lucia345 col vólto lagrimoso346 stava347 proseguendo il suo racconto.348
Al riveder Fermo ella trasalì, e al vedere il Padre Cristoforo349 balzò, dal saccone di paglia, ov’era seduta, e gli si gettò incontro su la porta. «Oh Padre!... 350 Signore Iddio! come sta ella?» soggiunse poi tosto, vedendogli i segni della morte in vólto.
«Come Dio vuole, mia buona figlia,» rispose il Frate; «e presto, spero, starò bene affatto.»
«Come?...» disse Lucia.
«Come Dio vorrà,» riprese egli tosto. « Parliamo ora di voi, per cui son vénuto.»
«Oh Padre! quanto tempo! quante cose!» disse Lucia.
«Quante cose!» ripetè il Frate: «e certo se fossimo là ai vostri monti, seduti351 in su la porta della casetta di quella buona Agnese, mi lascerei andar volentieri a farne, lunghi discorsi. Ma qui il tempo è misurato.» E tosto, trattala in disparte in un angolo della capanna,352 continuò:
Fermo mi ha detto che avete fatto353 vóto di354 non maritarvi.»
«È vero,» rispose Lucia, arrossando.
«Avete voi pensato allora,» prosegui il vecchio, «che voi avevate un impegno solenne di matrimonio, e che offerivate alla Vergine una libertà, della quale avevate già disposto?355 E che riprendevate una parola già data, senza sapere, se quegli che l’aveva ricevuta, avrebbe consentito a restituirvela?»
«Ho fatto male?» chiese Lucia, con356 sorpresa, e con un rimorso357 che non era tutto doloroso.
«Avete voi confidato a nessuno questo vostro nuovo impegno?» interrogò di nuovo il Frate: «avete chiesto consiglio?»
«Non ho ardito,» rispose Lucia.
«Ed ora358», proseguì egli, «che vi dice il vostro cuore di quel vóto?»
«Che vuol ella che me ne dica?» rispose Lucia, arrossando più che mai e chiudendo quasi del tutto gli occhi ch’erano già chini a terra.
«Se non lo aveste fatto, lo fareste?»
«Se... non fossi in quel pericolo... in un grande pericolo... e poi, se non è permesso... non lo farei.»
«Se non lo aveste fatto, sareste tuttavia risoluta di sposare quell’uomo, a cui avevate promesso?»
«Io credeva... che fosse male il pensarvi... ma poi ch’Ella me ne domanda... ah, Padre, sì!»
Fermo intanto adocchiava ansiosamente359 verso quell’angolo, e la vedova anch’essa stava in una tacita aspettazione. Il Frate360 si fece presso a loro, accennando a Lucia,361 che lo seguì con gli occhi bassi. Allora egli, con voce spiegata,362 le rivolse questa nuova interrogazione:
«Credete voi che la santa madre Chiesa,363 ha ricevuta da Dio l’autorità di sciogliere e di legare?»
«Lo credo,» rispose Lucia.
«Credete voi364 dunque che ella possa in suo nome ricevere, confermare, o rimettere i vóti che gli son fatti, interpretando la sua volontà in questo, come nel perdono dei peccati365 e usando,366 una potestà che tiene da Lui?»
«Lo credo,» rispose ancora Lucia.367
«Domandate voi alla Chiesa di essere sciolta dal vóto di verginità, che avete fatto, o inteso di fare alla Madre santissima di Dio?»
«Lo domando,» rispose Lucia con una prontezza, alla quale Fermo non ebbe nulla a desiderare, e che potrà parere forse troppa a chi, non essendo stato presente368 a quell’atto, non rifletta che la solennità della richiesta,369 l’aria autorevole di chi370 l’ha fatta,371 non lasciavan luogo a titubamenti leziosi, e che372 ivi la verecondia doveva essere tutta nella sincerità.
«Ed io,» disse allora il buon Frate, con tuono ancor più solenne, «prego umilmente373 la Vergine regina di tutti i santi, che abbia sempre per aggradito il374 sentimento del vostro divoto e travagliato sacrificio, e lo offra al suo e nostro Signore; e con l’autorità,375 che la Chiesa mi ha affidata, vi sciolgo dal vóto, annullando ciò che vi potè essere d’inconsiderato, e liberandovi da ogni obbligazione, se ne avete contratta.»
Non parleremo dell’effetto,376 che queste parole produssero nell’animo377 dei due giovani: la buona vedova era tutta commossa. Il Frate378 continuò, rivolto379 a Lucia: «Siate moglie pudica, moglie affettuosa, moglie380 contenta di quella contentezza, che conduce all’eterna. Questo Iddio ha voluto e vuole da voi.» Quindi levò381 le mani verso i due giovani, come per parlare ad ambedue.382 Essi caddero ginocchioni ai suoi piedi,383 ed egli, tutto assorto, e quasi senza avvedersi di quell’atto, stese le mani su le loro teste, e stette un momento pensoso.384 Erano nel fondo della capanna,385 come chiusi tra quello e il letto della vedova, che teneva gli occhi fissi su386 di loro: i giovani inginocchiati con la fronte bassa, e il Frate ritto dinanzi a loro con le spalle rivolte alla porta.
«Figliuoli,» disse egli, «che ho amati,387 e che amerò388 sempre: ricordatevi che, se la Chiesa vi assolve da un sagrificio, non lo fa per procurarvi le consolazioni di questa vita, che deve esser tutta un sagrificio; ma per mettervi su la via della santificazione. Amatevi, come compagni di389 viaggio, col pensiero di avere a lasciarvi, con la speranza di ritrovarvi ancora e per sempre. Rendete grazie al cielo, che vi ha condotti a questo stato non con le allegrezze turbolente e passeggiere,390 ma coi travagli,391 e fra le miserie, per disporvi ad una gioja392 raccolta, temperata, e393 continua! E nei vostri discorsi qualche volta, e sempre nelle vostre preghiere, ricordatevi...»
394 Queste parole, che rinchiudevano come un presentimento, e un tristo395 addio, rinnovarono nell’animo di Lucia396 l’impressione dolorosa, che le aveva397 prodotta l’aspetto di chi le proferiva. Levò ella gli occhi398 quasi involontariamente, tutta commossa,399 a riguardarlo di nuovo;400 ma insieme con l’oggetto, che401 cercava il suo sguardo, un altro inaspettato402 le se ne offerse su la porta della capanna, alla vista del quale ella mandò uno strido repentino. Tutti gli occhi403 si rivolsero a quella parte, donde le era venuta quella subita commozione.
Note
- ↑ di
- ↑ e silenziosi
- ↑ dimodoché
- ↑ poteva
- ↑ di forma rotonda, come si vede tuttavia, alzato dal livello del suolo [non aveva] era allora [un certo | come in raggi] con qualche gradino
- ↑ livello
- ↑ [Presso all’altare,] In gradi
- ↑ frate, tra la
- ↑ una mano una
- ↑ sul suolo
- ↑ a terra
- ↑ Era il Padre Felice, direttore [sopra] del lazzeretto
- ↑ trasco
- ↑ per entro
- ↑ era p
- ↑ folla
- ↑ il silenzio
- ↑ compostezza
- ↑ quel silenzio
- ↑ a sentire come
- ↑ e a sentire [con gli] con gli altri, e senti la perorazione
- ↑ le ultime parole
- ↑ portati
- ↑ alla
- ↑ ma lodando il Signore Da ma ad ha guardate segno verticale, a margine, in penna, del Manzoni.
- ↑ [l’acqua insopport] in ta
- ↑ Benedetto
- ↑ fuori dalla massa [da un tanto | in un tanto] nell’eccidio che abbiam sotto gli occhì
- ↑ stato u
- ↑ Segno verticale, in penna, come sopra.
- ↑ misericordia
- ↑ si restano
- ↑ ved
- ↑ ringraziando
- ↑ e spar
- ↑ passando per essa, noi scarsa restituzione del
- ↑ scarse reliquie della [folla] gran turba che ne uscì da questo | reli (lacuna)
- ↑ che ci siamo
- ↑ Quegli che hanno ricuperato in
- ↑ nell’antic
- ↑ più
- ↑ quegli che [il] il male ha risparmiati nella vecchiezza
- ↑ concessa
- ↑ abbiam peccato, chiediamone umilmente perdono. Per me ... (lacuna) E qui l’oratore
- ↑ dell’ira
- ↑ il tesoro del pe
- ↑ la
- ↑ si lasciò
- ↑ chiamati
- ↑ se una colpevole ingiusta impazienza,
- ↑ mostrarvi un volt
- ↑ men benevolo, tristo e meno sommesso;
- ↑ se
- ↑ abbia cont
- ↑ Non portiamo. Qui, e dopo la parola colpe segno verticale, in penna.
- ↑ nostre
- ↑ Così detto, stes (lacuna)
- ↑ sua preghiera [es] era
- ↑ sua preghiera
- ↑ bene
- ↑ fu la risposta
- ↑ un
- ↑ dinanzi a sé
- ↑ e scalzo
- ↑ incamminiamoci in pace
- ↑ e scalzo, discese [dagli scaglioni] gli scaglioni del tempio
- ↑ quella croce
- ↑ rimpetto
- ↑ veniv
- ↑ qu
- ↑ o gui
- ↑ fin ❘ poi altri carri ❘ e dl quelle bagaglie ❘ e delle bagaglie che appartenevano a ❘ e delle bagaglie dei (lacuna) e di bagagie (lacuna)
- ↑ Finalmente
- ↑ il cappucc
- ↑ con quello
- ↑ che in quel regno di desolazione era come
- ↑ essere
- ↑ e portarsi su la strada per dove la processione doveva passare. Infatti, sboccato a pochi passi [su una specie dl strada] su lo spazio vuoto che restava [in mezzo] fra le capanne nel mezzo del lazzeretto, [tra la ❘ da la] e formava come una strada tra il tempio e la porta, vide
- ↑ dal te
- ↑ un viale
- ↑ ch ❘ de
- ↑ dove
- ↑ poi p
- ↑ camminavano
- ↑ tante son
- ↑ ecco il fine si ve
- ↑ gli uomini; Lucia non v'era. Le braccia
- ↑ V’erano però [i carri] ancora i carri che Fermo aveva veduti p
- ↑ [aveva veduti; ❘ aveva ❘ e una parte] V’erano però i carri ancora (lacuna)
- ↑ del
- ↑ avidamente a po
- ↑ che
- ↑ per qualche inciampo nell
- ↑ scappata
- ↑ a Fermo
- ↑ quell’
- ↑ usciti
- ↑ accade
- ↑ dava alla sua speranza tu
- ↑ aveva acquistata la certezza
- ↑ non gli
- ↑ [fosse] vivesse ammalata
- ↑ [Tornò a nascondersi fra le capanne ❘ Si n ❘ Pure ❘ aspetto ❘ stet ❘ trattenuto da una confusa curiosità] (lacuna) Volse le spalle a quella strada, e a quella brigata tornò ad internarsi fra le capanne, e senza troppo pensare dove andasse, fece a un dipresso la strada di prima, e si trovò dinanzi al tempio. [Ivi lasciò passare ❘ Passavano ❘ Passavano in] Il convo (lacuna)
- ↑ entrò
- ↑ and
- ↑ e [giu] andò verso
- ↑ Quivi, egli si ricordò della rassegnazione che il buon frate Cristoforo gli aveva inculcata, si ricordò pure [d] delle parole del buon frat (lacuna)
- ↑ dire un discorso
- ↑ di protest
- ↑ disdette
- ↑ [uno di quei discorsi che fanno | fareb] un discorso che avrebbe facilmente fatto perder la pazienza a qualunque uomo
- ↑ non hanno abbastanza penetrazione per intenderli,
- ↑ al
- ↑ [s’era lasciato] v’era
- ↑ uno spazio
- ↑ perché ivi pote che si
- ↑ li
- ↑ san
- ↑ come dal
- ↑ e schifando l'incontro dei carri,
- ↑ fra l'incontro dei
- ↑ de
- ↑ [giunse in poco tem] pervenne in poco d’ora presso alla porta. Ma quivi
- ↑ e un
- ↑ che fosse
- ↑ riuscir
- ↑ e Fer
- ↑ passava
- ↑ guardando. Or mentre metteva il capo in una di quelle, sentì [da] all’ improvviso dal
- ↑ era
- ↑ che
- ↑ egli
- ↑ d'essere o preso o cacciato
- ↑ [la] il vigore
- ↑ e più
- ↑ Balzò attorno a quella trabacca ❘ ca
- ↑ Era Lucia
- ↑ né ❘ A quella voce [Luci] ella
- ↑ a quella chiamata, di sorpresa, di
- ↑ tanto
- ↑ lasciata
- ↑ sotto la tutela severa di Donna Prassede
- ↑ [le altre cure, anche quelle che ❘ non solo quelle che ❘ le cure,] tutte le brighe, non solo quelle che
- ↑ lavo
- ↑ che prima amava tanto di togliersi
- ↑ tutto veniva dai cieli
- ↑ possibili non
- ↑ non fosse a
- ↑ [e di] e di
- ↑ continuò
- ↑ [e prese] e contrasse la pestilenza, che lo spicciò in pochissimo tempo. [Il Signor Prospero gli tenne dietro ❘ Lucia alla quale erano tenuti i servigi più (lacuna) tempo. Don Ferrante l’appiccò al suo Prospero, questi ad una donna di casa, e questa a Lucia (lacuna) tempo. Poco dopo Prospero ❘ tempo. Poco dopo (lacuna) tempo]. Il primo pensiero di Donna Prassede [era st] dopo questa disgrazia, [era) fu di congedar Prospero, e tutta l’altra gente di Don Ferrante; ma né Prospero né gli altri gliene diedero il tempo, perché egli il primo, e [gli] tosto gli altri in fila s’infermarono e furono ❘ tempo. Donna Prassede combattuta tra il timore di tenersi un appestato in casa, e il timore di attirarvi i monatti, non rispose nulla, ma [stette in una stanza remota aspettando che] si ritirò in una (lacuna) la pestilenza (lacuna)
- ↑ lo spicciò
- ↑ Ma
- ↑ con Ghita nella
- ↑ la gente pensava ad ❘ famiglia di Don Ferrante (lacuna)
- ↑ questo serv
- ↑ Fe
- ↑ cadde inferma
- ↑ Donna
- ↑ quando si sentisse [appressare un carro del lazzeretto ❘ passare] appressare un carro
- ↑ che la
- ↑ portata
- ↑ vide morire
- ↑ ma in quel tempo la natura dopo
- ↑ Vinse la natura; e Lucia
- ↑ non trovando un vólto noto, una vo
- ↑ una voce famigliare!
- ↑ Pure, [la necessità,] la gran ragione della necessità, il trovarsi in ❘ la
- ↑ l’aspetto più
- ↑ dei mali, altra ❘ aveva preparati e agguerriti (lacuna)
- ↑ più
- ↑ Vide essa morirsi accanto
- ↑ g
- ↑ vi fu portata
- ↑ involato
- ↑ chiamo
- ↑ che per buona sorte conosceva
- ↑ Le parole per una sorte ancor più sono sottolineate in lapis.
- ↑ fece chiudere e sigillare, e portare la donna al
- ↑ si formò fra di loro una strettissima amicizia
- ↑ sole prive entrambe d’ogni altra conoscenza ambedue buone, si formò
- ↑ [La vedova, che]] vedova che aveva
- ↑ che
- ↑ in cas
- ↑ assai più doviziosa che non
- ↑ grata a Dio che
- ↑ risolvere su
- ↑ Aveva però promesso di non abbandonare la sua compagna, fin ch’ella non potesse uscire del lazzeretto (lacuna)
- ↑ Lucia
- ↑ benché
- ↑ quella mattina
- ↑ col [Padre Felice] sotto la scorta
- ↑ d
- ↑ [e trem] e tremando [d | e di tempo in tempo e] di tempo in
- ↑ che qualche accidente gliela [togliesse, e la lasciasse] potesse togliere, e lasciarla
- ↑ le
- ↑ sua
- ↑ Ed era una [per dissipare | per u] per dissipare
- ↑ che
- ↑ noi
- ↑ Ah! siete viva;
- ↑ s’era
- ↑ che aveva ud | a
- ↑ apparteneva
- ↑ disse Fermo
- ↑ come?
- ↑ int
- ↑ [sospir] sospirand
- ↑ con una voce
- ↑ avrebbero interrotta
- ↑ sospira di vedervi
- ↑ Ah!
- ↑ Ah
- ↑ voi
- ↑ vo
- ↑ Lo credevate?
- ↑ interruppe in fretta Lucia
- ↑ interrompendo
- ↑ il di
- ↑ perché
- ↑ [se respirasse d’un grande sfo] se cercasse ii riposo dopo un grande sforzo
- ↑ questo
- ↑ non
- ↑ Ah! non vi mancava che (lacuna)
- ↑ ch
- ↑ e più
- ↑ Fe
- ↑ ma
- ↑ rispose Lucia,
- ↑ più
- ↑ ?
- ↑ che
- ↑ pericoli
- ↑ senza soccorso, senza compa | senza speranza ...
- ↑ nell’ inferno
- ↑ solo
- ↑ ho
- ↑ di nessun uomo
- ↑ Ah. Non dovevate fare un tal [att] vóto ! L’ho fatto, e se (lacuna)
- ↑ [L’ho fatto] (lacuna) L’ho fatto, e se ora fossi tanto perduta da [trasgredirlo] mancar (lacuna)
- ↑ che
- ↑ ?
- ↑ E se io
- ↑ [Dio] Egli pure potrebbe pentirsi d’avermi salvata, e [lasciarmi ricadere in un | venire addosso un’ora più terribile | ricadere in | venire addosso un | ricadere in una | ven | trovare in] lasciare ch’ io mi trovassi (lacuna) abbandonarmi
- ↑ abbandonarmi
- ↑ aveste fatto quel
- ↑ vo
- ↑ Sic.
- ↑ Dite a mia madre ch’io son sana, e che quando [E qui le lagrime stavano per soverchiare, ma Lucia le] E qui le lagrime stavano per soverc
- ↑ che mi vorrebbe (con lei,) seco; [ma che quando] per sempre, [ma che io non voglio] e farmi da madre, ma che io non abbandonerò la mia, che
- ↑ ci rivedremo
- ↑ il
- ↑ Come sta egli ?
- ↑ faccia
- ↑ che non sia
- ↑ dargli
- ↑ Che dite voi? sclamò (lacuna)
- ↑ Per amor del cie
- ↑ voi, per amor del cielo non tornate più qui
- ↑ [disse. Fino allora Lucia non aveva.] Quando Lucia [aveva] nella sua angoscia aveva fatto quel vóto, non [aveva pensato] credeva (e se mal non mi ricordo abbiam fatta questa riflessione a suo tempo) che '(lacuna)
- ↑ [E come non aveva mai confidat | Con] In [questo pensiero] questa credenza ella aveva sempre [rispinta ogni] combattuta e rispinta ogni ❘ Ma le parole di Fermo, l | ogni desiderio di | pensiero | come ella aveva detto pochi momenti prima, non aveva parlato di questo con persona
- ↑ così
- ↑ questa speranza
- ↑ [la quale per la prima volta, pensò] le balenò in mente un pensiero
- ↑ non
- ↑ aver
- ↑ pungente, ma (non senza una | una dolcezza | una dolcezza] penoso, ma d’una pena che Lucia non aveva sentita da gran tempo,
- ↑ come un uo
- ↑ tornare, e prese dirittamente
- ↑ tutto quel
- ↑ ad udire quel
- ↑ di quelle sue avventure
- ↑ a meno di
- ↑ dal
- ↑ la poveretta [in quel momento] per quanto dolorose fossero quelle memorie, non avrebbe potuto in quel momento per
- ↑ era assai anda
- ↑ coi desideri co
- ↑ Tutte quelle
- ↑ [d’essersi] essersi
- ↑ del
- ↑ Intan
- ↑ e lo
- ↑ chiudeva
- ↑ [stette] si
- ↑ ritirò nella capannuccia
- ↑ far
- ↑ e intese
- ↑ come aveva
- ↑ [la scoperta infelice del vóto] l’altra [scoperta] inaspettata scoperta che gli aveva troppo amareggiata una tanta consolazione
- ↑ gli
- ↑ si dice, tra capo e collo
- ↑ Benché nel parlare
- ↑ volesse aver l’
- ↑ dell’
- ↑ [non in tutte le sue paro | lasciava | non potè lasciare di far sentire indirettamente | le sue parole facevano sentire abbastanza che per la parte sua il giudizio era già bell’e fatto; giacché] quasi senza avvedersene, faceva sentire che egli il suo giudizio l’aveva già fatto; qualificando di imprudenza
- ↑ gli era venuto a romper l’uova nel paniere
- ↑ mostrava che
- ↑ nei moti di quello [che cosa egli pure] la sua opinione
- ↑ inchiesta
- ↑ Di qui, fino alla parola Andiamo lungo segno verticale, a margine, in penna.
- ↑ di
- ↑ e forse [di] di
- ↑ timore di posporre (lacuna)
- ↑ avevan fatto i
- ↑ me
- ↑ Raccomandò [di nuovo] per (lacuna)
- ↑ infermi
- ↑ Andavano taciti per quel tristo labirinto, dirigendosi (lacuna)
- ↑ [all] al viale
- ↑ [Gli oggetti che si succedevano agli occhi di un passeggero | occhi] (lacuna) Gli oggetti che [ad ogni mutar di posto] si succedevano alla vista stringendo [l’animo | con | di sempre nuova | di un | con una] sempre più l’animo ad ogni mutar di passo di [tristezza] mestizia crescente non lasciavan luogo a parole; e in quel momento [lo spettacolo del lazzeretto era] una tristezza ancor più cupa del solito, [pesava | copriva quel luogo già si triste. Il] scendeva e pesava (lacuna)
- ↑ si suc
- ↑ [stringevano il cuore sempre più; stornando ogni altro pensiero non la | stringevano il cuore di] rinnovavano nel cuore ad ogni momento quella
- ↑ una mestizia più cupa e più grave del solito
- ↑ [Il cielo s’andava oscurando; e quantunque il sole fosse lontano due ore dal tramonto, avresti detto ❘ una nuvola comparsa da occidente s’era alzata a poco a poco e diffusa pel cielo venendo incontro al sole; e quantunque esso fosse lontano forse due ore dal tramonto, avresti detto | lo aveva raggiunto e coperto, e s’era diffusa per tutto il cielo: e quantunque il sole fosse lontano forse due ore dal tramonto, avresti detto ch’egli era già | mancassero forse due ore al tramonto, | avresti detto ch’egli era una trista sera, | il cielo pareva quello d’una] Il cielo s’andava oscurando:
- ↑ [l’aveva a poco a poco tutto coperto e allo scemar continuo della luce avresti detto che il sole era sparito,] venendo incontro al sole l’aveva [raggiunto] coperto e s’era diffusa per tutto il cielo, e alla oscurità lo aveva a po (lacuna)
- ↑ il suo disco dietro
- ↑ folto
- ↑ pallido
- ↑ ma
- ↑ nelle nuvo | che mandava una caldura morta e pesante un barlume pallido e circonfuso. Il pallore della morte e della infermità aveva un non so che di più livido e sui] i vólti dei sani riflettevano un pallore di abbattimento e come di terrore | paura | uno] paura
- ↑ Variante pioveva
- ↑ pesante
- ↑ il pìù leggiero
- ↑ una
- ↑ albero:
- ↑ un’afa piombosa prostrava gli animi e le membra: [il morire era più affannoso, e] la lotta del morire era più affannosa, i gemiti dei languenti eran soppressi dall’ambascia, e le opere dei | i movimenti di chi | il movimento delle opere era stanco, rallentato. Solo si vedeva la rondine sdrucciolando rapidamente dall’alto [ras] con l’ali tese rasentare per un lungo | picciol tratto (Accanto a questo brano, si legge, a margine, pure cancellato: «ristabilire queste linee cancellate») Un’afa piombosa prostrava gli animi con nuova oppressione: la lotta del morire era più affannosa; i gemiti dei languenti erano soppressi dall’ambascia: il movimento delle opere era stanco, rallentato, come sospeso.
- ↑ quella
- ↑ , quasi rifuggisse dallo spettacolo
- ↑ rapidi cerchii
- ↑ [piombosa] faticosa
- ↑ nuova
- ↑ e [fra] in tanti giorni di amara desolazione [mai | non era ancora passato in quel luogo] nessuno ancora (lacuna)
- ↑ un
- ↑ che
- ↑ i pochi
- ↑ perché essa [precedette] preparava
- ↑ che fu se non la cagione, il segnale della cessazione
- ↑ la
- ↑ [cessò] si ralle
- ↑ tutto
- ↑ vedute
- ↑ fra
- ↑ sua
- ↑ quando
- ↑ stava ancora
- ↑ seguiva il suo racconto
- ↑ ancora
- ↑ Quando ella vide ❘ Al veder Fermo ella trasalì, (lacuna)
- ↑ balzò in piedi s’
- ↑ Dio!
- ↑ fuori della
- ↑ le disse
- ↑ un
- ↑ verginità
- ↑ Che imponevate un sacrificio non a voi sola, ma ad (lacuna)
- ↑ un rimorso che no
- ↑ richies
- ↑ continuo
- ↑ a
- ↑ venne verso
- ↑ di seguirlo
- ↑ le ri
- ↑ alla quale Dio ha data la potestà di sciogliere e di legare, [possa ricevere in nome di Dio | in suo nome, confermare, rifiutare, o rimettere i vóti che gli son fa | l’uomo fa a Dio, interpretando in questo la sua] (lacuna) [possa] tenendo il luogo di Dio possa
- ↑ che questa
- ↑ e per l’autorità che Egli le ha conferita di sciogliere e di legare (lacuna)
- ↑ una potestà ricevuta da Lui?
- ↑ la quale certo non aveva mai inteso parlare (lacuna)
- ↑ non
- ↑ la serena e pura gravità
- ↑ la faceva
- ↑ esclud
- ↑ in quel caso la verecondia stava nella sincerità
- ↑ Colei che fu Vergine
- ↑ sentimento della vostra devota e travagliata offerta, e la presenti
- ↑ della Chie
- ↑ che
- ↑ di Fermo e di Lucia
- ↑ parla
- ↑ tuttavia
- ↑ felice di que
- ↑ gli occhi al cielo, e
- ↑ Essi gli caddero ginocchioni
- ↑ e stettero nel fondo della ca ❘ con la fronte bassa ad ascoltare, mentre egli, senza quasi av
- ↑ [Era egli ❘ Teneva egli le spalle volte alla | Erano essi nel fondo della capanna presso al letto della vedova, che stava tutta intenta: | il Padre Cristoforo ❘ il Frate volle | La vedova] Erano ridotti in un
- ↑ tra
- ↑ quel quadro
- ↑ e che presto spero
- ↑ ancor di più
- ↑ viaggio
- ↑ del mond
- ↑ e con
- ↑ pura
- ↑ cristiana. E
- ↑ A
- ↑ saluto di separazione, [Lucia | e che] Lucia
- ↑ la
- ↑ fatt
- ↑ quasi involontariamente verso quello
- ↑ quasi per cercarvi ancora un più lieto presagio e quasi
- ↑ e
- ↑ [cercava il suo sguardo] i suoi occhi cercavano
- ↑ gli se
- ↑ furono