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XVI. — Celebra la pietá della sua donna |||
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XVII. — Ad Aldobrandino conte di Santa Fiore |||
XVIII. — A Ser Orlando da Chiusi |||
XIX. — Grido accorato di guelfo, dopo Montaperti |||
XX. — In difesa delle donne |||
XXI. — Non chiedendo, ma meritando si ottiene guiderdone in amore |||
XXII. — Userá fede contro disamore, mercé contro orgoglio e umiltá contro fierezza |||
XXIII. — Si conforta della lontananza, pensando d’esser ritenuto «fino amante» |||
XXIV. — Si conforta a non disperare |||
II. CANZONI ASCETICHE E MORALI
DI FRATE GUITTONE D’AREZZO
XXV. — Amore è follia che ci distoglie dal ben fare, proprio della natura umana |||
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XXVI. — Si conforta nell’amore di Dio, pensando con sempre maggior disgusto al tempo trascorso nell’errore |||
XXVII. — Molto ha da vergognarsi del passato, molto da gioire del presente e molto da sperare pel futuro |||
XXVIII.— Amore è peggio che guerra |||
XXIX. — Il dovere e il piacere d’amare Iddio e gli obblighi dei frati |||
XXX. — Non è vero che sia piú facile fare il male che il bene |||
XXXI. — Il piú grave errore sta nel non credere in Dio e nella vita futura |||
XXXII. — Difesa ed esaltazione del suo fervore come frate gaudente |||
XXXIII. — Lamenta la decadenza di Arezzo ed ammonisce i concittadini a porre sollecitamente rimedio al male |||
XXXIV. — Quali sono le cose gradite nel mondo |||
XXXV.— A Gesú |||
XXXVI. — Alla vergine Maria |||
XXXVII.— A san Domenico |||
XXXVIII. — A san Francesco |||
XXXIX. — Invito alla mistica danza |||
XL. — A Loderingo degli Andalò, a proposito delle di lui tribolazioni |||
XLI. — Ammonimento al conte Guido Novello |||
XLII. — In lode del legato Pietro da Massa |||
XLIII. — L’onore è il massimo bene: bisogna saperlo acquistare e mantenere |||
XLIV. — Chi serve Dio s’allontana da ogni pena e trepidazione |||