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di guittone d'arezzo 89


185e che finghiosi e pien d’oncin son valli
e li plusor for calli.
Ahi, che laid’è di gran monte avallare
e nel valle afondare:
nel valle d’ogne valle ed eternale
190sentina a tutto male;
e che bell’è d’esti monti salire
in quel monte eternal d’ogne ben sommo,
e d’esta vita vil grande partire!

XXXIII

Lamenta la decadenza di Arezzo ed ammonisce i concittadini a porre sollecitamente rimedio al male.


 
O dolce terra aretina,
pianto m’aduce e dolore
(e ben chi non piange ha dur core,
over che mattezza el dimina)
5membrando ch’eri di ciascun delizia,
arca d’onni divizia
sovrapiena, arna di mel terren tutto,
corte d’onni disdutto
e zambra di riposo [carca] e d’agio,
10refittoro e palagio
a privadi e a stran’ d’onni savore,
d’ardir gran miradore,
forma di cortesia e di piagenza
e di gente accoglienza,
15norma di cavaler’, di donne assempro.
Oh, quando mai mi tempro
di pianto, di sospiri e di lamento,
poi d’onni ben ti veggio
in mal ch’aduce peggio,
20sì che mi fai temer consummamento?