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di frate guittone d’arezzo | 61 |
Onne cosa fue solo all’om creata,
e l’om no a dormire, né a mangiare,
ma solamente a drittura operare;
e fue descrezion lui però data.
65Natura Deo ragion (scritta è comune)
reprensione — fuggir, pregio portare
ne comanda; ischifare
vizi, ed usare — via de vertú ne ’mpone,
onne cagione — e condizione — remossa.
70Ma, se legge né Deo no l’emponesse,
né rendesse — qui merto in nulla guisa,
né poi l’alma è divisa,
m’è pur avisa — che ciascun dovesse,
quanto potesse, — far che stesse — in possa
75onne cosa, che per ragione è mossa.
Ahi, come valemi poco mostranza!
Ch’ignoranza — non da ben far ne tolle,
quanto talento folle,
e ma’ ne ’nvolle — a ciò malvagia usanza;
80ché piú fallanza — è che leanza — astata.
No è ’l mal piú che ’l ben a far leggero.
Ma che? fero — lo ben tanto ne pare,
solo per disusare,
e per portare — lo contrar disidero;
85ove mainero — e volontero — agrata,
usar l’aduce in allegrezza orrata.
XXVI
Si conforta nell’amore di Dio, pensando con sempre maggior disgusto
al tempo trascorso nell’errore.
Vergogna ho, lasso, ed ho me stesso ad ira;
e doveria via piú, reconoscendo
co male usai la fior del tempo mio.