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XXV

Amore è follia che ci distoglie dal ben fare, proprio della natura umana.


     Ora parrá s’eo saverò cantare
e s’eo varrò quanto valer giá soglio,
poiché del tutto Amor fuggo e disvoglio,
e piú che cosa mai forte mi spare!
5Ch’ad om tenuto saggio odo contare
che trovare — non sa, né valer punto,
omo d’Amor non punto;
ma ch’è digiunto — da veritá mi pare,
se lo pensare — a lo parlare — assembra;
10ché ’n tutte parte, ove distringe Amore,
regge follore — in loco di savere.
Donqua como valere
po, né piacere — di guisa alcuna fiore,
poi dal fattore — d’ogne valore — dissembra,
15ed al contraro d’ogne manera sembra?
     Ma chi cantare vole e valer bene,
in suo legno nochier diritto pone,
ed orrato saver mette al timone,
Dio fa sua stella e ver lausor sua spene;
20ché grande onor né gran ben non è stato
conquistato, — carnal voglia seguendo,
ma promente valendo,
ed astenendo — a vizi ed a peccato;
unde ’l sennato — apparecchiato — ognora