Nuovo vocabolario siciliano-italiano/SI

SI

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[p. 926 modifica] . avv. Che afferma: . || Espressione di desiderio: si. || Veemenza di sdegno: . || Figura d’ironia: . || Forza di maraviglia: . || Per altresì, nondimeno: . || essiri in sì, trovarsi di buon umore per condiscendere, tollerare ecc.: esser in buona o in buona luna. || si, part. accompagnante un verbo, e delle volte sta pel pronome se: si. || Aggiunto al verbo per renderlo passivo, riflessivo: si || si per (Salom. da Lentini). || si cci, queste due particelle i Toscani sogliono invertirle e fare: ci si, p. e. non ci si va ecc. || Però in Jacopone evvi: dove ogni uomo si ci rabbuffa. || Prov. lu sì t’attacca, lu no ti sciogghi, è chiaro. || si, la settima nota musicale: si.

Siari. V. sciari. || Altra forma d’infinito del verbo essere, formato dal soggiuntivo: essere.

Siata. V. sciata.

Siàtica. s. f. T. med. Infiammazione di qualche parte di nervo o di membrana che cuopre il nervo ischiatico, e produce aspro dolore: sciàtica.

Sibbilla. s. f. Una delle dieci donne alle quali gli antichi attribuivano conoscenza del futuro, oggi vale indovina: sibilla.

Sibbillinu, add. Oscuro, da sibilla, misterioso: sibillino.

Sicarisilla. v. intr. pron. Fuggire: battersela (Gr. σιγωά: fuggire in silenzio).

Sicàriu. s. m. Chi uccide uomini a tradimento per altrui commissione: sicàrio. || Avaro. || Usuraio: strozzino.

Sicariuni. accr. di sicariu.

Sicarrara. s. f. Facitrice di sigari: sigaraja. || sicarrari e ’ncartaturi, libbiratinni signuri, prov. che mostra la poca stima in cui son tenute le sigaraie e le donne che in Sicilia vivono del mestiere di avvolgere in carta velina melarance, limoni ed altri agrumi da essere spediti all’Estero.

Sicarraru. s. m. Venditore di sigari: sigarajo.

Sicarreddu. dim. di sicarru: sigaretto. || Foggia di pasta, a Firenze detta: penne piccole.

Sicarru. s. m. Rotoletto di foglia di tabacco per fumare: sìgaro. || Foggia di pasta a Firenze detta: penne grosse.

Sicca. s. f. Luogo infra mare che per la poca acqua è pericoloso ai naviganti: secca. || V. suprassaltu, e si dice anco sicca di cori.

Siccabbili. add. Atto ad esser seccato: seccabile.

Siccacugghiuna. s. f. e m. Nojoso: scocciacoglioni.

Siccafrittuli. s. m. e f. Avaro, spilorcio: scorticapidocchi.

Siccàggini. s. f. Noja, fastidio: seccaggine.

Siccagnu. add. Quasi secco, aridito: secchiccio, seccaginoso, seccagno. || tussi siccagna V. in siccu, add.

Siccamentu. s. m. Il seccare: seccamento.

Siccanali. V. siccagnu.

Siccantarìa. V. siccaggini.

Siccanteddu. dim. di siccanti.

Siccanti. add. Nojoso, uggioso: seccatore.

Siccantuni. accr. di siccanti.

Siccantunazzu. pegg. di siccantuni.

Siccaredda. V. siccatura.

Siccari. v. a. Privar dell’umore, tor l’umido: seccare. || Per siddiari V. || intr. Divenir secco: seccare, e intr. pass. seccarsi, come dal prov. chi va lecca chi sta si secca. || V. insicchiri. P. pres. siccanti: seccante. P. pass. siccatu: seccato.

Siccarizzu. s. m. Tempo secco senza pioggia: seccareccio, secchereccio. || Scarsità. || add. Quasi secco: secchereccio.

Siccata. s. f. Il seccare: seccata.

Siccatedda. dim. Seccatina (V. participiu).

Siccateddu. dim. di siccatu.

Siccatura. s. f. Cosa o persona che secchi, che annoi: seccatura. || mittirisi a siccatura, importunare: por l’assedio.

Siccaturedda. dim. di siccatura.

Siccaturi. V. siccanti.

Siccaturuna. accr. di siccatura.

Siccazzumi. s. f. Alidore, aridità: seccareccia. || I rami che sono seccati sopra una pianta: seccajone, secchericcio. || Scarsità.

Sicchè. avv. Onde, di maniera che: sì che, sicchè.

Sicchia. V. zicca (Spat.).

Sicchiarìa. s. f. Luogo dov’è la zecca.

Sicchiettu. s. m. Piccola secchia, e s’intende quella onde si reca l’acqua benedetta: secchiolina.

Sicchissimu. V. in siccu.

Sicchiteddu. dim. di sicchiu: secchiolino.

Sicchiu. s. m. Vaso cupo di rame o altro con cui s’attinge l’acqua: secchia. || essiri lu catu cu lu sicchiu o lu sicchiu cu la corda, fig., di due persone che stanno sempre bene: esser pane e cacio. || Prov. nun va lu sicchiu senza la corda: senza il pastore non va la pecora, dicesi di cose di cui l’una discenda o vada sempre coll’altra.

Sicchizza. s. f. Qualità di ciò che è secco: secchezza. || Magrezza. [p. 927 modifica]

Sìccia. s.f. T. zool. La femmina del pesce calamajo; ha le branche simili al polpo, ed un certo osso bianco che si adopera poi in varie arti a pulire: sèppia. || Nome convenzionale di una carta ne’ tarocchi, senza impronta particolare, e serve di supplimento. || sangu di siccia, dicesi nell’istesso significato di sangu di cani, sangu di cimicia.

Sicciara. s. m. Luogo dove si pescano seppie, e la barca a ciò.

Siccità. s. f. Aridità, mancanza di pioggia: siccità.

Siccitedda. dim. di siccia.

Siccognu. add. Di complessione adusta, non atto a ingrassare: segaligno.

Siccomu. avv. Siccome || Tosto che: siccome.

Siccu. s. m. Siccità, aridità: secco. || Per sicca V. || a siccu, posto avv., senza l’aiuto dell’umido: a secco. Vale anco: minutamente. E anco fisamente. || ’n siccu o a siccu, detto di muro, senza calcina: a secco. || manciari ’n siccu, mangiar senza bere: murar a secco. || arristari ’n siccu, dicesi delle navi cui manchi sotto l’acqua: rimaner a secco. E fig. esser abbandonato: rimaner in secco. || ’n siccu, si dice del giuocar al lotto un terno o altro senza guadagnare se esce un ambo, ma deve uscire intero il terno, e così via via. || sapiri di siccu, si dice del vino che nelle botti sceme ha preso l’odore della parte di legno rasciutta: saper di secco.

Siccu. add. Privo d’umore, di umido: secco. Di costituzione non obesa, magro: secco. || siccu comu ’na resca: secco allampanato, secco spento. || rugna sicca, minuta che fa poca materia: rogna secca. || tussi sicca, quella che non è accompagnata da spurgo: tosse secca. || testa sicca, per celia si dice a chi dorme pochissimo, in Toscana invece testa secca si dice ad un caparbio. || ventu siccu, quel vento che porta seccore: vento secco. Sup. sicchissimu; secchissimo.

Sicculiddu. dim. di siccu. || Magretto: secchino. || sicculiddu è frivaru menzu duci e menzu amaru, secchino è febbraro, mezzo dolce e mezzo amaro.

Siccumarìa. s. f. Spilorcerìa: grettezza (Biundi).

Siccumeddu. dim. di siccumi.

Siccumi. s. m. Tutto quello che v’ha di secco sulle piante: seccume. || Quel che si leva dalle piante nel potare: potatura. || Legna secca che facilmente arde: seccaticcia.

Siccumiarisi. v. intr. pron. Privarsi di tutto per risparmiare.

Sichili. V. gira. Così nel Catanese (Verdone).

Siciddari. Metatesi di cisiddari V.

Sicilia. Nella frase fari Sicilia, non andar per una o più volte alla scuola o al lavoro sbirbandosela: marinare, salare la scuola, bruciar la lezione, far un buco, far forca.

Sicòmuru. s. m. T. bot. L’albero così detto della pazienza, nericcio; i fiori di un bianco mischiato di turchino e di violetto, a grappoli: sicomoro. Melia azedarach L.

Sicretu. V. segretu.

Sicularazzu. pegg. di sicularu.

Siculareddu, dim. di sicularu.

Siculari. V. sicularu.

Siculariscamenti. avv. Con modo secolaresco: secolarescamente.

Siculariscu. add. Di secolo, laico: secolaresco. || Profano, mondano: secolaresco.

Sicularizzari. v. a. Sciorre da’ voti monastici, render secolaresco: secolarizzare. P. pass. sicularizzatu: secolarizzato.

Sicularu. s. m. Quegli che vive al secolo e non in un ordine religioso: secolare, fem. secolara. || V. seculari.

Sicura. s. f. T. sell. Cigna di cuojo che serve a tener ferme sopra la groppa del cavallo le stanghe del galessino: porta stanghe.

Sicuramenti. avv. Con sicurtà: sicuramente. || Con certezza: sicuramente.

Sicuranza. s. f. Sicurtà, assicuramento: sicuranza.

Sicurari. V. assicurari: sicurare (V. A. ital.). || V. ammanzari.

Sicurissimamenti. avv. sup. Sicurissimamente.

Sicurizza. s. f. L’esser sicuro: sicurezza. || Franchezza, fiducia: sicurezza.

Sicurtà, Sicurtati. s. f. Sicurezza, assicurazione o promessa di mantener sicuro: sicurtà, sicurtade, sicurtate. || Cauzione, sicurtà. || Fidanza: sicurtà.

Sicuru. s. m. Sicurtà: sicuro. || stari o mittirisi in o a lu sicuru, stare o porre in istato di sicurezza: stare al o nel sicuro. || di sicuru, detto di arme da fuoco, la posizione in cui il cane è montato in modo da non potere scattare a far fuoco: mezzo punto. || in sicuru: a mezzo punto.

Sicuru. add. Senza sospetto, fuor di pericolo: sicuro. || Ardito, coraggioso: sicuro. || Certo: sicuro. || Certamente, senza dubbio: sicuro. || Sì, al certo: sicuro. Sup. sicurissimu: sicurissimo.

Sicuru. avv. Sì, certamente senza fallo: sicuro. || Suol usarsi a modo di affermazione, e delle volte ironicamente: sicuro. || caminari sicuru, andar senza paura: andar sul sicuro. E fig., mettersi a fare checchessia con sicurezza che ella riesca felicemente: andar sul sicuro.

Sicutari. V. siquitari.

Sidalora. s. f. Asse del telaio su cui siede la tessitrice: panchetta. || Per sidili V.

Siddaru. s. m. Chi fa selle: sellajo.

Siddazza. pegg. di sedda: sellaccia.

Siddiamentu. V. siddìu.

Siddiari. v. a. Apportar noja: annojare, seccare. || rifl. a. Annojarsi, seccarsi. || Aver in uggia: uggirsi, uggirsene. || intr. e intr. pron. Rincrescere (Gr. συνδύω: sacrifico insieme).

Siddiatizzu. add. Alquanto triste.

Siddiatu. add. Da annojare: annojato, seccato, uggito, rincresciuto. || Malinconico: triste.

Siddiatuni. accr. di siddiatu.

Siddicedda, Siddinu. dim. di sedda: selletta.

Siddìu. s. m. Noja, seccagine. || Tedio, inquietezza d’animo, tristezza: uggia.

Siddieddu, dim. di siddiu.

Siddiusu: add. Che reca noja: nojoso, rincrescioso. || Uggioso.

Siddu. V. siddìu. || Voce composta da si iddu: se egli, se egli mai, se mai, se pure; alle volte sta semplicemente per se. [p. 928 modifica]

Siddùciri. V. sedurri.

Sidduneddu. dim. di sidduni: bastina. || Quello che si mette ai cavalli delle carrette: sellino.

Sidduni. s. m. Arnese che a modo di sella portano le bestie da soma: basto.

Siddusu. V. siddiusu.

Sidduzza. dim. e vezz. di sedda.

Sìdia. V. seggia. Più vicino all’ital.: sedia.

Sidicèsimu. add. Nome numerale ordinativo: sedicèsimo.

Sìdici. s. e add. Nome numerale di quindici più uno: sedici.

Sidileddu. dim. di sidili.

Sidili. s. m. Sedia rozza e senza artificio: sedile. || Arnese di legno o di pietra, per lo più immobile ad uso di sedervi sopra: sedile. || – di lu coru, quelle panche affisse al muro ne’ cori de’ religiosi: manganelle (pl.). || – di la carrozza: posti, quindi quelli d’avanti: posti d’avanti, quelli rimpetto: posti di fondo. || Muro che sporge d’innanzi le case ad uso di sedile: murello, muricciuolo.

Sidiri. V. sèdiri.

Sidutu. P. pass. di sediri: seduto.

Sieru. V. seru.

Sifuni. s. m. Cannello vuoto dentro, e serve nella idraulica ad alzar i fluidi, votar i vasi ecc.: sifone.

Siggetta. s. f. Seggiola portatile con due stanghe: seggetta, seggiola, allorchè è chiusa da tutte le parti: bùssola, portantina. || Cassetta con entro il cantero, che si acconcia ne’ comodini, per il caso di andar del corpo la notte: seggetta (Fanf. Casa Fior.). || purtari ’n siggetta, giuoco de’ bambini, in cui due incrociano le braccia, portando uno su seduto: portar a predellino.

Siggiaru. s. m. Facitore o venditore di sedie: seggiolajo.

Siggiazza. pegg. di seggia: seggiolaccia.

Siggillamentu. s. m. Il suggellare: suggellamento.

Siggillari. v. a. Improntare, o serrare con suggello: suggellare, sigillare. || met. Confermare: suggellare. P. pass. siggillatu: suggellato.

Siggillatura. s. f. Il suggellare, il suggello: suggellatura.

Siggillaturi. verb. m. Chi o che suggella: suggellatore.

Siggillu. s. m. Strumento in cui è incavata la impronta, che si effigia nella materia su cui si preme, e la impronta che resta sulla materia: suggello. || siggillu di cunfissioni, la segretezza alla quale è tenuto il confessore: suggello di confessione. || – di Salamuni, pianta. Convallaria polygonatum. || – di lu roggiu: ciondoli, balocchi. || farinni siggilli di ’na cosa, metter a non calere. || Prov. lu siggillu di l’omu è la palora, certo per coloro che hanno onore.

’Sìggiri. V. esìggiri.

Siggitedda. s. f. dim. Sedietta, seggioletta, seggiolina. || Quel luogo dove siedon i cocchieri sulla carrozza: cassetta. || Sedia a braccioli, con un foro in mezzo dove sta un vaso, serve per tenervi seduti i bambini: seggiolino, predellina, seggettina, talvolta è alta per far arrivaril bambino seduto alla tavola: seggiolino, sedino.

Siggitteri. s. m. Colui che porta la portantina: seggettiere, portantino.

Siggiuluni. s. m. Seggiola grande: seggiolone.

Siggiuna, Siggiuni. accr. di seggia: seggiolone.

Signa. s. f. T. zool. Animale nato di più spezie: scimia, bertuccia. Simia silvanus L. || fari la signa, contraffare: far la scimia, scimiottare. || diri la vimmaria a la scimia, uscire da un intrico o da un pericolo senza porvi mente, per sorte e con fortuna.

Signalari. v. a. Far segno, dar segnale. || rifl. a. Rendersi illustre: segnalarsi.

Signalatu. add. Egregio, illustre: segnalato. || Notabile: segnalato. || Contrassegnato: segnalato.

Signaleddu. dim. di segnali: segnaletto.

Signali. s. m. Segno chiaro non di parole, ma di atti, oggetti determinati per avvertire ai lontani, a coloro che non si veggono: segnale. || Vestigio, orma: segno. || Quel nastrino che appiccasi a’ libri per ricordarsi ecc.: segnale, segnaletto. || Per rutata V. || Macchia, livido, rossore, cicatrice o altro simile vestigio: segno. || signali ca... V. in signu. || pri tali signali, parola di chi per prova della sua osservazione o accenna un fatto noto a chi ascolta, o appresta un mezzo da potersene facilmente accertare. || Ogni segno che l’agrimensore va lasciando su’ vari punti del terreno a livellarsi: paletto, piuolo.

Signaliari. V. singaliari.

Signari. v. a. Contrassegnare, far qualche segno: segnare.

Signatu. add. Segnato. || di li decimila signati, si dice di uomo astuto, scaltro: bagnato e cimato.

Signatura, s. f. T. tip. Quel numero che si pone appiè della prima pagina di stampa, per norma al legatore nel dar la piega ai fogli per farne la cucitura in un volume: segnatura (Car. Voc. Met.).

Signaturi. s. m. Strumento da bottajo per segnare o per avviare la capruggine: caprugginatojo (Perez).

Signicedda. dim. di signa: scimiotto, bertuccina.

Significanti. add. Che significa: significante. || Considerevole.

Significanza. s. f. Il significare: significanza.

Significari. v. a. Esprimere con segni: significare. || Far intendere: significare. || Per o contrapuntari o contrapuntari V. P. pass. significatu: significato.

Significativamenti. avv. In modo significativo: significativamente.

Significativu. add. Che ha significazione: significativo. || Espressivo: significativo.

Significatòria. s. f. Avviso scritto a un debitore che paghi: notificazione.

Significatòriu. add. Di o da significazione: significatòrio.

Significatu. s. m. Concetto racchiuso nella parola o altro: significato.

Significazzioni. s. f. Ciò che una cosa significa: significazione.

Signu. s. m. Ciò che serve a far conoscere o a dare indizio di checchessia: segno (Jacopone ha: signo). || Contrassegno: segno. || Figura [p. 929 modifica] impressa, sigillo: segno. || Cenno: segno. || Vestigio, orma: segno. || – di puntiggiatura ecc., così i tipografi chiamano i caratteri che rappresentano i punti, le virgole ecc.: segni d’interpunzione, di punteggiatura, e così sonvi i segni zoologici, botanici, di prosodìa, di astronomia ecc. || a signu chi..., per tal modo: a segno che... || a tali signu: a tal segno. || signu ca..., lo stesso che dire, il che o la qual cosa significa che...: segno che...., o è segno che… || a lu maggiuri signu, posto avv., sommamente: a gran segno. || lu signu di la cruci, il farsi la croce, il segnarsi: il segno della croce.

Signura. fem. di signuri: signora. || la gran signura, per antonomasia Maria: la nostra signora.

Signurazzu. pegg. e dispr. di signuri: signoraccio. || Signore d’alto affare: signorazzo.

Signuri. add. Chi ha dominio e potestà sopra altrui: signore. || Padrone: signore. || Titolo di maggioranza e di riverenza: signore. || Ricco di danari e di possessioni: signore. || Per antonomasia Dio: signore. || lu gran signuri, il sultano: il gran signore. || signuri mei! esclamazione, quasi per chiamar l’attenzione di tutti: gentili miei signori! || lor signuri, dicesi familiarmente, anco nel primo caso: lor signori. || fari vidiri ca lu signuri si mori di friddu, modo prov., simulare miseria: tener il cappon dentro e gli agli fuori. || lu signuri nni la manna bona: Dio ne scampi, modo di augurarci bene. || lu signuri s’incagna, chi si lagna senza averne d’onde: lamentarsi di gamba sana. || Prov. li signuri hannu li vrazza longhi: i principi hanno le mani lunghe. || lu signuri di pagghia si mancia un vassallu di azzaru, anco un principuccio spoglia tutti. || a gran signuri picciuli prisenti, a un gran signore basta un piccol dono, purchè si faccia. || cu servi a signuri mori ’ntra la pagghia, poichè se fussero grati sarebbero uomini, ma eglino credono che per le lor vene scorra altro sangue che quello de’ figli dell’uomo, ergo...: chi serve in corte muore allo spedale. || li piccati di li signuri li chiancinu li vassalli, poichè il popolo è ben colpevole a sostenere le operazioni de’ loro reggenti: il peccato del signore fa piangere il vassallo. || signuri, delle volte è add. e vale: signorile, signoresco. || lu Signuri havi lu pedi di chiummu, va lento ma punisce: Dio non paga il sabato.

Signurìa. s. f. Dominio, potestà: signorìa. || Potere, facoltà: signoria. || Vano titolo aristocratico che si appiccica altrui: p. e. la tua, sua, vostra signoria, per dire tu, egli, voi.

Signuriari. V. signuriggiari. || (Mal.) Chiamar allo spesso signore.

Signuribbuli. add. Che fa del signore altrui: signorevole. || Signorile, gentile: signorevole.

Signuriggiari. v. intr. Dominare, ed anche trattar da signore: signoreggiare. P. pass. signuriggiatu: signoreggiato.

Signurili. add. Da signore: signorile. || Gentile: signorile.

Signurineddu. vezz. di signurinu.

Signurinu. dim. di signuri: signorino. || Così i servitori o quelli della bassa gente chiamano il loro padrone o quelli della casta superiore, anco sia non giovine. V. signuri al § 2 e 3.

Signuriscu. add. Di signore: signoresco.

Signurìu. s. m. Il signoreggiare: signoreggiamento. || Signorìa. || Splendidezza, liberalità (Jacopone ha signorìo per signoria).

Signurottu. s. m. Signore di piccolo Stato: signorotto.

Signurumi. V. signurìa.

Signuruni. accr. di signuri: signorone (in Firenze).

Signuruzzu. vezz. di signuri; ma s’intende Dio.

Sigra. V. secala.

Sigreta. V. segreta.

Sigritanza. V. A. per segretizza. V.

Sigretu. V. segretu.

Sigritarìa. s. f. Luogo dove stanno i segretari: segreterìa. || Le persone che s’impiegano in tal luogo: segreteria.

Sigritariatu. s. m. Ufficio del segretario: segretariato.

Sigritariedda. dim. di sigritarìa.

Sigritarieddu. dim. di sigritariu.

Sigritariscu. add. Di o da segretario: segretariesco.

Sigritàriu. s. m. Colui che s’adopera negli affari segreti e scrive lettere pel suo signore: segretàrio. || Colui che scrive le deliberazioni di qualche adunanza: segretàrio.

Sigritariuni. accr. Segretarione.

Sigrizzìa. s. f. Era un ufficio finanziere, di chi avea cura dei diritti reali, e il luogo dove quest’ufficio era. || Per segritezza V.

Siguaci. V. seguaci.

Siiddatu. add. Strettamente unito, pigiato: stivato. || Denso, compatto.

Siiddu. V. sigillu.

Siina. s. f. Nome collettivo di sei, p. e. una siina, du’ siini ecc.

Siinu. s. m. Si dice nei dadi quando due hanno scoperto sei: seino.

Sijeri. V. siggiaru.

Silaguni. V. sàlaciu.

Silenziariu. s. m. Colui che è deputato a imporre silenzio: silenziario. || Per taciturno.

Silènziu. s. m. Stato di persona che tace, cessazione di qualunque rumore: silènzio. || Cessazione di commercio di lettere fra più persone: silenzio. || Quieto, luogo tacito ecc.: silenzio. || Si dice alle volte gridando per imporre silenzio: silenzio. || rumpiri lu silenziu, cominciar a parlare, a scrivere lettere ecc.: romper il silenzio. || passari sutta silenziu, non farne alcuna menzione: passar sotto silenzio. || silenziu ca lu papa piscia, modo scherzevole di imporre silenzio: zitti! che nasce la gramigna (Rigutini).

Silenziusamenti. V. silinziusamenti.

Silenziusu. add. Taciturno: silenzioso. || avv. Silenziosamente.

Sìlici. s. f. Sostanza che forma la base della pietra dura: selce. || Pietra dura nota: selce.

Silinziariu. V. silenziariu. || add. Fatto silenziosamente: silenziario.

Silinziusamenti. avv. Con silenzio: silenziosamente.

Silivestru. s. m. T. bot. Arbusto delle coccole [p. 930 modifica] di cui si prepara la pania per pigliar gli uccelli: vischio, visco. Cordia mixa L.

Sìllabba. s. f. Aggregato di più lettere, dove si includa una vocale, o che si possa pronunziare con una sola emissione di fiato, o una sola vocale: sillaba. || a sillabba a sillabba, posto avv.: sillaba per sillaba.

Sillabbari. v. a. Profferir le sillabe, compitare le parole sillaba a sillaba: sillabare, sillabicare.

Sillabbàriu. s. m. Libro dove s’insegnano a sillabare i bambini: sillabario.

Silletta. V. siggetta al § 2.

Sillinu. s. m. Larga e grossa correggia che si pone sul dosso del cavallo e che scende ad attaccarsi alle stanghe della carrozza: sopraschiena.

Siloca. s. m. Quella polizzina in cui è così scritto, e si appicca dinanzi le case da affittarsi: appigionasi. || Per ischerzo il fracchi V. || putiri mettiri lu siloca a ’na banna, restar un luogo deserto, senza concorso.

Silva. s. f. Luogo folto di alberi, macchie ecc.: selva.

Silvestri. add. Di selva, selvatico: silvestre.

Silvestru. s. m. T. bot. Sorta di pianta: fichi datteri. Cordio mjxa L.

Silvicedda. dim. di silva: selvetta.

Silvusu. add. Pieno di selve: selvoso.

Sima. s. f. Segno. || Cicatrice. || Neo. (Gr. σημα: segno).

Simana. s. f. Spazio di sette giorni: settimana. || simana pri simana, ogni settimana (Dante ha: semana. Simeoni e Villani: semmana. Tigri ha: sermana).

Simanata. s. f. Lo spazio della settimana. || Il salario di chi ha lavorato nella settimana.

Simanatedda. dim. di simanata.

Simaneri. add. Della settimana, chi è incaricato di far checchessia durante la settimana: ebdomadario, settimanario, settimanale.

Simarrubba. s. f. T. bot. Albero americano, di cui la scorza giallastra è usata in medicina come tonico: simaruba. Quassia simaruba L.

Simbolicamenti. avv. In modo simbolico: simbolicamente.

Simbòlicu. add. Di o da simbolo: simbòlico.

Simbuliggiari. v. a. e intr. Significare con simboli: simboleggiàre.

Simbulu. s. m. Segno di cose morali mercè figura materiale: simbolo. || Per credu V.

Simenta. s. f. Seme: sementa. || Prov. finu a s. Andria li simenti su boni, fino a S. Andrea le semente sono buone.

Simenza. s. f. Sostanza nella quale è virtù generativa; de’ bruti, degli uomini: seme; dei vegetanti: sementa. || Ciò che si raccoglie per far il seme: semenza; onde si dice che le piante vanno in semenza. || Discendenza: semenza. Onde si dice: di tali uomini n’è sparsa la semenza, o non rimane semenza. || Semi di zucca salati e tostati, che si mangiano per passatempo: semenza. || – di pidocchi V. cabbarasi. || – di vermi V. corallina. || di la simenza, dicesi di persona o cosa ottima nel suo genere, e si suol prendere in mala parte. || Prov. S. Luca simenza minuta, cioè per Santo Luca si seminano le ortaglie e simili. || la simenza di lu figghiolu, pri s. Marcu si metti ’n cauru, il seme del figliuolo per San Marco si mette in caldo. || simenza rara, nun fa virgogna all’aria, ovvero, la simenza un pocu spana duna spichi a la viddana, bisogna seminare rado: del fitto non ne beccan le passere, e perchè le passere non ne becchino bisogna che non ne nasca, onde del fitto non ne nasce; o il grano rado non fa vergogna all’aja. || jetta simenza ca Diu ci penza, fa quel che sta in te, che del resto ci pensa la natura.

Simestri. V. semestri.

Sìmia. V. scìmia.

Simigghianti. add. Che simiglia: simigliante. || Simile. Sup. simigghiantissimu: simigliantissimo.

Simigghianza. s. f. Somiglianza, l’esser simile: simiglianza.

Simigghiari. V. assimigghiari.

Simigliari. e in certi altri paesi Simignari. V. assimigghiari.

Sìmili. add. Della medesima qualità: simile. || avv. Similmente: simile. Sup. similissimu: similissimo.

Simigna. V. simenza. Così a Noto (Pitrè).

Similimenti. V. similmenti.

Similitudini, Similitùtini. s. f. L’esser simile: similitudine. || Comparazione: similitudine. || a similitudini, posto avv., a somiglianza: a similitudine.

Similmenti. avv. In simil modo: similmente.

Siminari. v. a. Sparger seme sulla materia atta a produrre: seminare. || met. Spargere, divulgare: seminare. || Cader altrui checchessia da dosso, spargendosi o strascinandosi per terra: scanicare, p. e. guardalo da tutte le parti scanica stracci. || – discordia, zizzania ecc. metter discordia ecc.: seminar discordia, zizzania, scandali ecc. || – a fussuna: seminar a buchette. || – a pizzicuna, facendo delle fossette e seminandovi un pugno di biada. || – a filaru: seminar a filare. || Prov. chiddu chi si simina s’arricogghi, è chiaro. || siminari a lu ventu, durar fatica vana: seminar nella rena. || simina lu tirrenu si ti dici l’annata, se l’annata è buona bisogna seminare, che produce molto. || cu’ simina ’tra la vigna, nè meti nè vinnigna: chi vuol grano non beve vino. || cu’ simina guai (o carduna, o chiova, o spini) ricogghi malanni: chi mal semina, mal raccoglie. || cu’ nun simina nun arricogghi, o cu’ nun simina nè moddu nè duru, veni l’estati e si gratta lu culu, bisogna lavorare prima per aver poi: chi non semina non ricoglie. || cu’ mali ha siminatu, resta poviru e gabbatu: chi mal semina mal raccoglie. || cu’ simina pri santa Lucia nun porta frumentu pri la via, non ne raccoglie. || a sant’Andria lu bonu massaru siminatu avìa, || Toscani hanno: o molle o asciutto, per Santo Luca semina. P. pass. siminatu: seminato.

Siminariotu, Siminarista. s. m. Colui che è in educazione nel seminario: seminarista.

Siminariu. s. m. Luogo dove si tengon in educazione i giovinotti che si tiran su per preti: seminario. || Convitto. || – di liti, met. origine, [p. 931 modifica] occasione di liti, controversie: semenzajo di discordie.

Siminata. s. f. L’azione del seminare: seminatura.

Siminatu. s. m. Luogo dove è sparso su il seme: seminato. || Messe, frutto della semente: seminato. || nèsciri di lu siminatu, modo prov., prevaricare: uscir dal seminato.

Siminaturi. verb. m. Chi o che semina: seminatore.

Siminèriu. s. m. Seminatura: seminagione. || a simineriu, atto alla seminagione.

Siminèriu. add. Acconcio alla sementa: seminativo.

Simintina. arari a la simintina, far solchi così serrati che i porchetti rimangano stretti: arar alla minuta, minutare (Pal. Voc. Met.).

Siminzanti. s. f. Parola corrotta dal Lat. semen sanctum, ed è un medicamento vermifugo: seme santo, sementina.

Siminzaru. s. m. Che va vendendo la semenza tostata e salata. || Luogo dove si semina e dove nascono le piante che si debbono trapiantare: semenzajo. || Per siminzusu V.

Siminzata. s. f. Bevanda fatta con semi di popone pesti e stemperati, infusovi dello zucchero: semata (d’uso nell’alta Italia).

Siminzè. E un giuoco fanciullesco, che consiste nello indovinare in quale de’ due pugni chiusi è l’oggetto celato, e dicono siminzè, siminzè, nzerta unn’è: alè alè apponti dov’egli è (Forse è composto dalle voci si mi nzerti, ovvero è parola cercata per la cadenza).

Siminzedda. dim. di simenza: semolino. || Sorta di grano. || E in pl. è una sorta di pasta: semini.

Siminzeri. V. siminaturi.

Siminzina. s. f. Seme di un’erba asiatica (di Bantan) minuto, bislungo, di odore ingrato, di sapore amaro, e assai aromatico: semenzina.

Siminzusu. add. Fornito di molti semi: semuto.

Simitrìa, Simmetrìa. s. f. Ordine e proporzione di uguaglianza, somiglianza e corrispondenza: simmetrìa, simetria.

Simmètricu, add. Ordinato, disposto con simmetria: simmètrico.

Sìmmici. V. simplici. Idiotismo di S. Cataldo.

Sìmmula. V. simula e simili.

Simpatìa. s. f. Impulso ad amare, a veder di buon occhio, convenienza di genio tra due persone: simpatìa. || Conformità di qualità naturali rispetto a cose inanimate, omogeneità: simpatìa.

Simpàticu. add. Di simpatìa; che opera simpatìa: simpàtico.

Simpaticuliddu. dim. di simpaticu.

Simpaticunazzu. accr. di simpaticuni.

Simpaticuneddu. dim. di simpaticuni.

Simpaticuni. accr. di simpaticu.

Simpatizzari. v. intr. Aver simpatìa, o spirar simpatìa (Ugolini biasima la voce simpatizzare).

Sìmpica. Metatesi di sincupa V. || fari veniri la simpica, ristuccare.

Simpliceddu. dim. di simplici: semplicello.

Sìmplici. add. Senza misture, non composto: sèmplice. || Senza artifizio: semplice. || Non doppio, scempio: semplice. || Solo: semplice. || Inesperto, soro, senza malizia: semplice. || Nel pl. le erbe usate per medicamenti: semplice. || Prov. simplici comu l’acqua di li maccarruna, antifrasticamente per dire che uno è scaltrito; i Toscani hanno, in senso poco diverso: chiaro come l’acqua del maccheroni, cioè torbo. || la nfirmità d’amuri nun si pò sanari cu li simplici, l’amore non si sana colle medicine. Sup. simplicissimu: semplicissimo.

Simpliciazzu. pegg. di simplici.

Simplicimenti. avv. Con semplicità: semplicemente. || Assolutamente: semplicemente. || Solamente: semplicemente.

Simplicissimamenti . avv. sup. Semplicissimamente.

Simplicista. s. m. Quegli che conosce le qualità e le erbe medicinali, che le custodisce e le vende: semplicista.

Simplicità. s. f. Qualità e stato di ciò che è semplice: semplicità, semplicitade, semplicitate. || Inesperienza, contrario di accortezza: semplicità. || Azione o parola da semplice: semplicità. || Naturalezza, contrario di affettazione: semplicità. || Una spezie di virtù contraria alla malizia: semplicità.

Simpliciunazzu, accr. di simpliciuni.

Simpliciuneddu. dim. di simpliciuni.

Simpliciuni. accr. di simplici: semplicione.

Simplificari. v. a. Ridurre una cosa nella sua semplicità: semplificare.

Sìmula. s. m. Farina men fine che serve per fare le paste dal pastaio: semolino, semolella, semoletto.

Simulari. v. a. e intr. Mostrare il contrario di quel che si ha in pensiero, fingere: simulare. || Prov. noci cchiù l’amicizia simulata, ca la guerra scuperta, è chiaro.

Simularu. s. m. Colui che separa col vaglio fitto la crusca dal semolino, e anco chi vende il semolino.

Simulata. s. f. Vivanda di farina o semolino sciolto nell’acqua: paniccia (Salv. Romano). || Polenta.

Simuletta. s. f. Qualità di semolino più scadente, seconda specie della crusca: cruschello.

Simuliari. V. chiuviddiari.

Simuliata. s. f, Pioggia minuta: pioggerella.

Simuliatedda. dim. di simuliata.

Simulidda. dim. di simula.

Simultàniu. add. Contemporaneo: simultàneo (Mort.).

Simuluni. s. m. Crusca più minuta, che esce per la seconda stacciatura: cruschello, tritello.

Simulusu. add. Di semola, simile alla semola: semoloso. || Per sim. si dice di frutta la cui polpa sia molle, soave.

Simunìa. s. f. Mercatanzia delle cose sacre o spirituali: simonìa.

Simunìacu. add. Che fa simonìa: simoniaco.

Sina. V. sinu.

Sinacciola. V. cauliceddu.

Sinagoga. s. f. L’adunanza degli Ebrei sotto l’antica legge, e il loro tempio: sinagoga.

Sinapa, Sinapi. s. f. Pianta annua di stelo ramoso, striato, un po’ peloso; le foglie inferiori picciolate, pennate, scabre, grandi, [p. 932 modifica] appuntate, dentate; le superiori intere; i fiori gialli, piccoli, a spiga rara, le silique lisce: sènape, senapa. Sinapis nigra L. || – sarvaggia: senape bianca. Sinapis alba L.

Sinapìsimu. s. m. Pasta di semi di senape, mista con lievito, sale ed aceto, che si applica a’ piedi per richiamare in quella parte l’umore morboso: senapismo. || T. bot. V. sinapa.

Sinaschi. Nella frase fari lu sinaschi, ricalcitrare.

Sinava. s. f. Rozza gonnella.

Sinceramenti. avv. Con sincerità: sinceramente.

Sincerità, Sinceritati. s. f. L’esser sincero, qualità di ciò che è sincero: sincerità, sinceritade, sinceritate. || Genuinità, opposta a falsità: sincerità.

Sinceru. add. Schietto, puro, senza finzione od artifizio: sincero. || Non imbastardito: sincero. || Pretto. Sup. sincirissimu: sincerissimo.

Sincirari. v. a. Giustificare: sincerare. || rifl. a. Chiarirsi di checchessia: sincerarsi. P. pass. sinciratu: sincerato.

Sinciritati. V. sincerità.

Sinciruni. accr. di sinceru.

Sìncupa. s. f. Subita diminuzione delle azioni vitali, e smarrimento di spiriti: sìncope, sìncopa.

Sincupali. add. Di o da sincope: sincopale.

Sincupari. V. assimpicari.

Sìndacu. V. sinnacu.

Sindicari. V. sinnacari.

Sincu. V. cincu. Così in Nicosia.

Sinfonìa, Sinfunìa. s. f. Armonia e concerto di strumenti musicali: sinfonìa. || Quel pezzo di musica con cui si apre un’opera teatrale: sinfonìa.

Singa. V. linia. || Orma, vestigio: segno. || tirari ’na singa, andar sollecitamente da un punto all’altro.

Singaliari. v. a. Far qualche segno, contrassegnare, notare: segnare. || Far uno sfregio, un taglio: sfregiare. || rifl. pron. Tener a mente un torto, per poi vendicarlo: legarsela al dito. O anco rammentarsi di un beneficio, per esserne grato.

Singaliata. s. f. Il segnare, lo sfregiare.

Singaliatu. add. Segnata. || Si dice di chi ha qualche difetto corporale: segnato. Onde il prov. ci dissi lu signuri a s. Ciuvanni, di li singaliati guardatinni, è uno de’ tanti bestiali pregiudizi: guardati dai segnati da Cristo.

Singamentu. s. m. Il segnare: segnamento.

Singari. v. a. T. pitt. Disegnare, far segni o linee per accennare la figura che si vuol dipingere, scolpire ecc.: segnare. || Notare. || Contrassegnare: segnare. || V. singaliari. P. pass.

Singata. V. singamentu.

Singaturi. s. m. T. art. Strumento di varie forme che serve per imprimere sulle materie che si adoperano quel segno che dia norma nell’operare: segnatojo. || T. legn. Asse quadrata, con un regoletto in mezzo, il quale ha in cima una punta in ferro, che scorrendo segna linee parallele al margine: graffietto. || T. pitt. Ferruccio che in una estremità ha un gancio per segnare: righetto.

Singu. s. m. Segno. || Sorta di stratite fine, molle, un po’ verde, la quale serve a’ sartori per segnare sulla stoffa: lardite, pietra da sarti. || Segno rosso che lascia sulla pelle una cintura stretta: scigrigna, risega (Rigutini).

Singulari. add. Particolare: singulare, singolare. || Eccellente, raro, unico: singulare. || T. gramm. Il numero che indica una cosa sola: singolare. Sup. singularissimu: singularissimo.

Singularità. s. f. Particolarità: singularità, singolarità, singolaritade, singolaritate. || Eccellenza, rarità: singolarità. || Il volersi rendere o reputarsi singolare: singolarità.

Singularizzari. v. a. Ridurre in singulare: singularizzare. || intr. pass. Farsi singolare, uscire della comune: singolarizzare.

Singularmenti. avv. Con singularità: singularmente, singolarmente.

Sìngulu. add. Ciascuno di per sè: sìngolo. || di singulu ’n singulu, posto avv., singolarmente: per singolo. || V. sengulu.

Singuni. s. m. Segno che lascia sulla pelle o una frustata o una legatura troppo stretta: scigrigna.

Sini. Paragoge di sì. Anco in Toscana sie per . E Bene ha: sine.

Siniari. V. seniari.

Siniscalcatu. s. m. Ufficio del siniscalco: siniscalcato.

Siniscalcu. add. Maggiordomo, o maestro di casa, ed anche quegli che ha la cura della mensa: siniscalco.

Sinistra. s. f. Mano o parte opposta alla destra: sinistra.

Sinistramenti. avv. Con sinistro modo: sinistramente.

Sinistru. add. Che è dalla parte sinistra: sinistro. || Cattivo, dannoso: sinistro.

Sinistru. s. m. Disgrazia, accidente infausto: sinistro.

Sinnacamentu. s. m. Il sindacare: sindacamento.

Sinnacari. v. a. Riveder altrui il conto sottilmente e per la minuta: sindacare, sindicare || fig. Censurare, biasimare: sindacare. P. pass. sinnacatu: sindacato, sindicato.

Sinnacata. V. sinnacamentu.

Sinnacatu. s. m. Rendimento di conto, e quella liberazione che poi del rendimento di conto e la dimostrazione della buona amministrazione ottengono da’ superiori coloro che hanno amministrato faccende pubbliche: sindacato. || L’uffizio di sindaco e la sua durata: sindacato.

Sinnacaturi. verb. m. Chi sindaca: sindaco. || V. sinnacu.

Sinnaccu. V. succannu.

Sìnnacu. s. m. Colui che rivede i conti: sìndaco. || Il capo dell’amministrazione comunale: sindaco. || Colui che è deputato a riveder le ragioni di un mercante fallito: sindaco. || Censore: sindaco.

Sinnatu. V. assinnatu.

Sinniari. v. intr. Far senno, o far l’assennato: senneggiare (S. Salomone-Marino).

Sinnicari. V. sinnacari.

Sinodu. s. m. Congregazione, concilio di ecclesiastici: sìnodo (m. e f.).

Sinònimu. s. m. e add. Che ha la stessa significazione: sinònimo.

Sinòpia. s. f. Terra rossa che serve a tingere; [p. 933 modifica] l’usan i segatori per intingervi il filo con cui segnan le linee sulle tavole da segare: sinòpia, senòpia.

Sinòvia. s. f. T. med. Viscido che serve a lubricare le articolazioni del corpo: sinòpia.

Sinsigghiu. V. sinzigghiu.

Sintassi. s. f. T. gramm. Collegazione e disposizione delle parti del discorso secondo le regole: sintassi.

Sintenza, Sintenzia. s. f. Decisione di lite pronunziata dal giudice: sentenza, sentenzia. || Per sim. Decisione o soluzione di un dubbio: sentenza. || Opinione, parere: sentenza. || Maledizione, imprecazione. || Motto breve, acuto, approvato comunemente per vero: sentenza. || Giudizio pronunziato da chicchessia: sentenza. || sputari sintenzi, profferir sentenze o detti sentenziosi affettando gravità o sapere: sputar sentenza. || sintenza, signuri! modo di imprecar vendetta contro altrui, maledizione.

Sinteri. (Menina) s. m. Terreno un po’ rilevato che spartisce, o chiude i campi; simile alla ràsula V.: cisale.

Sintimentu. s. m. Senso interno, potenza e facoltà di sentire: sentimento. || Intelletto, senno: sentimento. || Consentimento: sentimento. || Concetto, pensiero, opinione: sentimento. || Affetto: sentimento. || Diligenza, attenzione: sentimento. || cu tutti li sintimenti, attentamente: con ogni sentimento (Giuliani ha: ve lo dico di sentimento). || Prov. quantu va lu sintimentu nun ci vannu li dinari, è chiaro e bello.

Sintimentali. add. Che spira sentimento; o che esprime una passionata e indefinita tristezza: malincònico.

Sintimintusu. V. giudiziusu.

Sintimintuzzu. dim. di sintimentu: sentimentuzzo.

Sintina. s. f. Fondo o fogna della nave: sentina. || La terra e tutte le fecce che portan seco i fiumi crescenti: torba. || Fogna, ass.: sentina. || Mota, loto, brago. || met. Ogni ricettacolo sì di brutture materiali come di morali: sentina, torba. || Uomini che son feccia della società: torba (Fanf. Voci ecc. d. parlar fior.).

Sintinedda, Sintinella. s. f. Soldato che fa la guardia: sentinella. || fari la sintinella, far la guardia: far la sentinella. E per sim., stare fermo in un luogo in attenzione di checchessia: far la sentinella.

Sintinziari. v. a. Dar sentenza, condannare, giudicare: sentenziare. P. pass. sintinziatu: sentenziato.

Sintinziazza. pegg. di sintenza: sentenziaccia.

Sintinziedda. dim. di sintenza: sentenziuola.

Sintinziusamenti. avv. Con modo sentenzioso: sentenziosamente. || Saviamente: sentenziosamente.

Sintinziusu. add. Pieno di sentenze: sentenzioso. Sup. sintinziusissimu: sentenziosissimo.

Sintireddu. (Menina) V. sintèri.

Sintiri. V. sèntiri.

Sintiruni. s. m. Via campestre, per lo più ai confini di un campo: sentiere.

Sintitu. add. (Pasq.). Scaltrito: assentito.

Sintòmu. s. m. Accidente prodotto da una malattia, e dal quale si trae qualche conseguenza: sìntomo. || Accidente o circostanza che accompagni qualsivoglia altra cosa: sìntomo. || Svenimento, deliquio: accidente.

Sintumaticu. add. Appartenente a sintomo: sintomàtico.

Sintura, Sinturi. V. senturi.

Sintutu. add. Da sentire: sentito (Nerucci ha: sentuto).

Sinu. s. m. Golfo: seno.

Sinu. prep. Fino, infino: sinu a la fini, modo di esprimere il desiderio che la cosa vada come è cominciata: fin alla fine. || sinu chi: fin che, sin che.

Sinuusità. s. f. Qualità di ciò che è sinuoso: sinuosità.

Sinuusu. add. Che fa seno, curvo: sinuoso.

Sinzaleddu. dim. di senzali: sensaluccio.

Sinzatamenti. avv. Sensibilmente: sensatamente. || Con giudizio: sensatamente. || Con serietà: Sensatamente.

Sinzatìzza. s. f. Saviezza, senno: sensatezza.

Sinzatu. add. Sensibile: sensato. || Saggio, giudizioso: sensato. Sup. sinzatissimu: sensatissimo.

Sinzazzioni. s. f. Moto dell’animo prodotto dalla impressione che fanno sui nervi le cose di fuori a quelle che stanno dentro di noi: sensazione.

Sinzazziunedda. dim. di sinsazzioni.

Sinzeru. V. sanzeru. || Integro.

Sinzibbili. add. Atto a comprendersi dall’anima col mezzo de’ sensi: sensibile. || Atto a sentire: sensibile. || Che riceve facilmente le impressioni: sensibile, sensitivo. || Che facilmente colpisce i nostri sensi: sensibile.

Sinzibbilità. s. f. Qualità per cui un soggetto è capace di ricevere le impressioni de’ sensi: sensibilità.

Sinzibbilmenti. avv. Col senso, in modo che cada sotto i sensi: sensibilmente.

Sinzigghiu. add. V. sanzeru. || Integro. || Robusto: aitante. || Semplice.

Sinziparu. s. m. Aromato di sapore simile al pepe: zenzero.

Sipala. s. f. Chiudenda o riparo di pruni, sterpi o altro fatto attorno un campo: siepe, siepaglia. || Pianta da siepi, simile al ficodindia domestico. Anzi in Messina dicono sipala alla pala del ficodindia (A. V. ital. sepala).

Sipalata. s. f. Tutta la siepe stessa che chiuda un campo.

Sipàriu. s. m. Tendone dipinto che si cala e si alza dinanzi al palco scenico del teatro: sipàrio.

Sipilliri. V. sepelliri.

Sipitu. V. sciapitu.

Sippiddizza. V. sappiddizza.

Sippilliri. V. sepelliri (Pitrè).

Siquela. V. sequela.

Siquiri, Siquitari. v. a. Seguire: seguitare. || Venire in conseguenza, procedere: seguitare. || Continuare: seguitare, badare. p. e. Pietro lo garriva, e l’altro badava a scarabocchiare. || Prov. cu’ seguita vinci: chi la dura la vince. P. pass. siquitatu: seguitato.

Sira. s. f. L’estrema parte del giorno e la prima della notte: sera. || Notte: sera. || prima sira, la sera appena cominciata: prima sera. || ultima sira, per antonomasia la sera dell’ultimo giorno di carnovale. || sira pri sira, ogni [p. 934 modifica] sera: seralmente. || bona sira, modo di salutare augurando buona la sera: buona sera, felice sera. || Ed è formola di chi annunzia una cosa per perduta e da non porvi più mente. diri bona sira a lu mortu, far cosa. || mittirisi pi sira e pi matina, adoperarsi del tutto a far checchessia. || Prov. li così fatti di la sira lu jornu parinu, difficilmente le cose fatte di notte riescono senza difetti. || cu’ passa la sira è francu la matina, il dolore è meglio sentirlo prima anzichè dopo il godimento, per istar tranquilli bisogna mettersi in regola prima. || quannu viri chi la sira è mala, pigghiati pri la retina la mula, quando le cose s’imbrogliano va piano e cauto.

Siràpica. V. zappagghiuni.

Sirata. V. siritina. || V. serata. || E V. sirinata.

Sirba. V. silva.

Sirchiu. V. catu.

Sirenu. s. m. Umore che cade la notte dal cielo, nelle stagioni temperate o estive: rugiada. || Il cielo, e aria scoperta da nuvole: sereno. || a lu suli e a lu sirenu, cioè esposto al sole e alla notte. || a lu sirenu, allo scoperto durante la notte: al sereno. || tuttu lu gran sirenu di lu mari ’na vampidda d’amuri ’un pò astutari, è chiaro; qui sirenu però sta per acqua. || add. V. serenu.

Sirgenti. s. m. Grado di sott’ufficiale nell’armata: sergente. || Specie di morsetto da legnajuolo per istringere i lunghi pezzi incollati: sergente.

Sirgintina. s. f. Sorta di arma in asta a guisa di labarda: sergentina.

Siri. Lo stesso che signore, ma si dice ai sovrani e simile gente: sire.

Siria. V. tufu.

Sirici. V. sidici.

Siriitati. V. serietà.

Sirinari. V. serenari.

Sirinata. s. f. Il sonare e cantare che si fa la notte al sereno: serenata. || V. sirenu.

Sirineri. V. guardasirenu.

Siringa. s. f. Strumento col quale si dànno i serviziali: canna da serviziali, schizzatojo. || Altro strumento che s’introduce dentro la vescica per cavar l’orina: sciringa, siringa. || T. bot. Pianta. Viburnum opulus. || Arnese da cucinieri, da cui per compressione si cava il burro: siringa (Perez).

Siringari. v. a. Far saltare con violenza dallo schizzatojo: schizzare. || Introdurre altrui la sciringa: sciringare. P. pass. siringatu: schizzato, sciringato.

Siringata. s. f. Lo schizzare: schizzo, schizzaojata.

Siringatedda. dim. di siringata.

Siringhedda. dim. di siringa: schizzetto.

Siringhiari. V. siringari.

Siringuni. accr. di siringa. || Quello che serve per l’operazione del taglio della pietra: scitringone.

Sirinità. V. serenità.

Sirinu. V. sirenu (Scimonelli).

Siritina. s. f. Lo spazio della sera in cui si veglia: serata. || Semplicemente per sera.

Siritinazza. pegg. Serata brutta, piovosa ecc.: serataccia.

Siritinedda. dim. Seratina.

Siritinuna. accr. Lunga o molto bella serata.

Sirmunari. V. sirmuniari.

Sirmuneddu, Sirmunettu. dim. di sermuni: sermoncello, sermoncino, sermonetto.

Sirmuni. s. m. Ragionamento di cose spirituali: sermone. O semplicemente discorso, ragionamento: sermone. || Prov. cu’ predica a disertu, cci perdi lu sirmuni: chi predica al deserto, perde il sermone.

Sirmuniari. v. intr. Parlar a lungo, far un sermone: sermonare. || Per persuadiri V. P. pass. sirmuniatu: sermonato.

Sirmuniaturi. verb. m. Chi sermona: sermonatore.

Sirpazza. pegg. di serpi: lucertolaccia.

Sirpenti. s. m. Serpe per lo più grande: serpente. || – di mari, pesce simile all’anguilla: serpente di mare. || T. mar. Manovre che insieme alle mantiglie sostengon il pennone attaccato al suo albero: mustacchi.

Sirpetta. s. f. Bacchetta di ferro manicata, schiacciata in cima e ripiegata a squadra, con cui il pettinagnolo assottiglia il corno: ferro da scarnire (E. Di Marco).

Sirpiari. v. intr. Andar torto a guisa di serpe: serpeggiare. || Dar la caccia alle serpi, e dicesi de’ cani. || Esser tortuoso: serpeggiare. || a sirpiari, serpeggiante.

Sirpiata. s. f. Il serpeggiare: serpeggiamento.

Sirpiatedda. dim. Lieve serpeggiamento.

Sirpiatu. add. Serpeggiato. || Di più colori a guisa della serpe: serpato.

Sirpicedda. V. sirpuzza.

Sirpiddizza. V. sappiddizza.

Sirpiddu. s. m. T. bot. Piccola pianta di grato odore: sermolino. Thymus serpyllum L.

Sirpintaria. V. serpentaria.

Sirpintazzu. pegg. di sirpenti: serpentaccio.

Sirpinteddu, dim. Serpentello.

Sirpintina. s. f. Canaletto del tamburiano dove passa l’acqua: serpentina.

Sirpintinu. add. Di o da serpe: serpentino. || Detto di lingua, maledica, mordace: lingua serpentina.

Sirpintinu. V. serpentinu, sost.

Sirpintuni. s. m. Strumento musicale di ottone, ritorto, di voce assai bassa: serpentone. || accr. di serpente.

Sirpudda, Sirpuzza. dim. di serpi: serpetta, serpicella, serpicina, lucertolino.

Sirraccu, Sirràculu. s. m. Piccola sega con manico, senza telajo: saracco. || – cu la costa, quello di cui la lama essendo sottile viene rinforzata da una costola: saracco a costola. || – di trafurari, quello a lama pochissimo larga, e ha il manico tondo: gattuccio. || T. zool. Insetto nocivo agli ulivi. Phloiotribus oleae L.

Sirragghiu. s. m. Luogo dove i principi turchi tengono serrate le loro donne: serraglio. || Luogo ove si tengon serrate le fiere: serraglio. || Luogo ove si tengon serrati i poveri. || Nelle armi da fuoco dicesi a quel ferretto che toccato fa scattare il fucile: grilletto. || ’n sirragghiu, dicesi del fucile quando il cane è posto in modo che sgrillettando vada giù: a tutto punto. [p. 935 modifica]

Sirramentu. s.m. Il segare: segamento.

Sirrània. s. f. T. zool. Pesce del genere di quelli detti pisci crapa, ma più rossi.

Sirrari. v. a. Recidere con sega: segare. || fig. sirrari tavuli, vale russare (Lat. serrare: segare). || Per chiudere: serrare (S. Angelo).

Sirraru. s. m. Chi fa o vende seghe (Mal.).

Sirrata. s. f. L’azione del segare: segata (V. participiu).

Sirratedda. dim. di sirrata.

Sirrateddu. dim. di sirratu.

Sirratizzatu. s. m. Costruzione fatta di così detti sirratizzi.

Sirratizzu. s. m. Palo diviso per lo lungo che serve a far palancato: palanca, steccone. || Ciascuno di que’ travicelli che si mettono nei tetti o fra trave e trave: correntino, piana. || Vaso di legname per uso della fabbricazione del vino, e dell’olio, è una botte segata in due: tinozza.

Sirratu. add. Segato. || Fitto: serrato. || Chiuso: serrato (S. Salomone-Marino). || Per citrignu V.

Sirratura. s. f. Quella parte di legno che segando va in polvere: segatura. || Toppa: serratura. || T. rileg. Solchetti trasversali e paralleli, fatti con lima o sega sul corpo ben pareggiato del libro da cucirsi: intaccature (Car. Voc. Met.).

Sirraturi. s. m. Colui che sega: segatore, segarino, segantino.

Sirrazza. pegg. di serra.

Sirretta. dim. di serra: seghetta. || Strumento dentato che si pone sul naso a’ cavalli per meglio maneggiarli: seghetta.

Sirricedda, Sirrittedda. V. sirretta.

Sirritti. s. m. T. mar. Graticolato di bastoni riquadrati di legno, incastrate nelle boccheporto ed altre aperture a fine di chiuderle senza impedire l’aria: carabottino (Zan. Voc. Met.).

Sirruni. accr. di serra: segone. || Grande cresta di monte.

Sirusitati. s. f. Qualità di ciò che è sieroso: sierosità.

Sirusu. add. Che ha in sè del siero: sieroso.

Sirvazza. pegg. di serva: servaccia.

Sirvicchiaru. add. (Pasq.). Dato alla servitù.

Sirvicedda. dim. di serva: servicella, servicina, servicciuola, servetta.

Sirvienti. add. Che serve: serviente. || sost. Quella donna che fa i servigi fuori del monastero: fattora.

Sirvimentu. s. m. Il servire: servimento (il Fanf. la registra quale V. A), servizio. || Prov. amuri di mamma, sirvimentu di mugghieri e carizzi di ’nnamurata, son le cose più sincere e aggradite.

Sirviri. V. sèrviri.

Sirvitù, V. servitù.

Sirviturami. s. f. I servitori presi collettivamente: servitorame. || Gente servile: servitorame.

Sirviturazzu. pegg. di sirvituri: servitoraccio.

Sirvitureddu. dim, di sirvituri: servitorello, servitorino.

Sirvituri. s. m. Chi serve, familiare: servidore, servitore. || Prov. in assenza di lu patruni si canusci lu sirvituri, è chiaro. || lu bonu sirvituri divi aviri l’oricchi di lepri, cioè deve esser attento e assentito. || sirvituri biancu, V. cantaru.

Sirvituti, Sirvitutini. V. servitù.

Sirvizzeddu. dim. di sirvizzu: faccenduzza, servigetto.

Sirvizzialata. s. f. Adulazione: piaggiamento.

Sirvizziali. s. m. Clistere, lavativo: serviziale. || mettiri lu sirvizziali, fig., costringere.

Sirvizzialista. add. Adulatore: piaggiatore.

Sirvizzianti. add. Che volentieri presta servi – gio: servizievole, servigiale.

Sirvizzieddu. dim. di sirvizziu: serviziolo, serviziuccio.

Sirvizzievuli. V. sirvizzianti.

Sirvìzziu. s. m. L’atto e lo stato di chi serve altrui: servizio. || Favore: servizio. || Uopo, bisogno: servizio. Il vasellame da tavola: servigio. || Le carrozze di gala di un signore: servizio. || bellu sirviziu! ironicamente, bella cosa m’hai fatto: bel servizio. || bruttu sirvizziu, cattiva azione, danno: brutto servizio. || Beneficio, utile: servizio. || iri a sirvizziu, andar a servire: andar a servizio. ||cumanna sirvizziu? modo cortese, ma umiliante, di chi per cerimonia si offre pronto al comodo altrui. || stari cu la facci a lu survizziu, star accanito al lavoro. || Prov. gran sirvizziu veni spissu pagatu d’ingratitutini, è pur troppo vero! || longu sirvizziu aspetta benefizziu: ogni fatica merita ricompensa. || fa’ sirvizziu a la mandra, ca mancirai quagghiata, dice anco in generale, chi lavora in tal cosa, vive di quella. || sirvizziu fattu, mircedi aspetta: lavoro fatto mercede attende.

Sirvizziuni. accr. di sirvizziu: servigione.

Sirvizzu. s. m. (pl. sirvizza) Operazione: servizio, faccenda. || Negozio: servizio. || Lavoro. || Il lavoro assegnato e da compirsi in tal termine: còmpito. || Affare. || iri a sirvizzu, andar per un affare. || a tutti sirvizza, dicesi di cosa che serva per tutte circostanze: da bosco e da riviera. || fari lu so sirvizzu, cacare. Vale anco adoperarsi utilmente in alcuna faccenda.

Sirvotta. dim. di serva.

Sirvutu. add. Da servire: servito (Dante da Majano ha: servuto).

Sirvuzzu. dim. di servu (S. Salomone-Marino).

Sisca. V. cisca.

Sissagginariu. V. sessaggenariu.

Sissanta. s. m. e add. Nome numerale di sei diecine: sessanta.

Sissantaquattrèsimu. s. m. Uno de’ sesti dei libri, che è piccolissimo: sessantaquattresimo.

Sissantèsimu. add. Nome numerale ordinativo di sessanta: sessantèsimo. || sost. La sessantesima parte: sessantesimo.

Sissantina. s. f. Quantità di sessanta: sessantina.

Sissantinedda. dim. di sissantina.

Sissantineddu. dim. di sissantinu.

Sissantinu. add. Di sessant’anni: sessagenario. || Età di sessant’anni: sessantina.

Sissi. Lo stesso che sissignore, ma è accorciato.

Sissignura. Affermazione: signorsì.

Sistema. s. m. e delle volte f. Metodo che si [p. 936 modifica] tiene nel trattare le materie: sistema. || Costume, abitudine. || Ordine, regola.

Sistemari. v. a. Dar ordine ed assetto ad alcuna cosa: sistemare, ravviare. || Dar sesto ed ordine alle cose proprie: sistemarsi (Fanf. Voci ecc. d. parlar fior.). P. pass. sistematu. sistemato, ravviato.

Sistematicamenti. avv. Con modo sistemato: sistematicamente. || Ordinatamente.

Sistemàticu. add. Che ha un sistema: sistematico. || Regolato: ordinato.

Sistiari. v. a. Disporre con ordine vigne, alberi ecc. situandoli ad uguale distanza: ordinare. || T. sart. Segnare colla loro pietra il disegno sulla stoffa. || Far le guide normali per poi fare un intonaco (V. sesti). P. pass. sistiatu: ordinato.

Sistru. s. m. Strumento musicale antico di metallo, e più recentemente era quello formato da una piccola serie di campanelli: sistro. || Quel triangolo sonoro di acciaio, su cui si batte con una verghetta pure d’acciaio: sistro.

Sita. s. f. Filo prezioso prodotto da’ bachi da seta: seta. || Drappo fatto di seta: seta. || – a pilu, specie di orsojo: pelo.

Sitarìa. s. f. Nome collettivo che abbraccia i diversi generi di seta: seteria.

Sitària. s. f. T. bot. Pianta i cui fiori svolgono de’ filamenti simili alla seta, che si disperdon poi al vento: seta vegetabile. Gomphocarpus fruticosus L. O Asclepias fruticosa L.

Sitaru. s. m. Colui che lavora la seta e la vende: setajuolo.

Siti. s. f. Voglia di bere: sete. || Brama di checchessia: sete. || sugnu ’ntall’acqua e mi moru di siti, il non potersi valere di cosa necessaria e vicina; come gli operai che fanno la roba e vanno nudi! e ciò finchè il lavoro non sarà emancipato dal capitale. || nn’havi ad aviri siti, avrà da fatigare: e’ ci sarà da ugnere.

Sittanta. s. m. e add. Nome numerale di sette decine: settanta.

Sittantesimu. add. Nome numerale ordinativo di settanta: settantèsimo.

Sittantina. s. f. Quantità di settanta: settantina.

Sittantinedda. dim. di sittantina.

Sittantineddu. dim. di sittantinu.

Sittantinu. add. Di settant’anni: settuagenario. || Spezie di chiodi lunghi.

Sittembri. V. settembri.

Sittimana. V. settimana.

Sittimbrinu. add. Di settembre: settembrino.

Sittina. s. f. Quantità numerata che arriva alla somma di sette: settina.

Situ. s. m. Luogo, positura: sito.

Situamentu. s. m. Il situare: situamento.

Situari. v. a. Porre in sito: situare. || Collocare, allogare. || Acconciarsi, mettersi bene o male. || comu si situatu? per rimproverare o sgridare alcuno, quasi dire, ma come sei fatto? P. pass. situatu: situato.

Situazzioni. s. f. Il situare, sito: situazione. || Collocamento. || Condizione, stato: situazione.

Situliari. v. a. Fregare, stropicciare i caratteri di stampa per pulirli: setolare.

Situlusu. add. Pieno di setole: setoloso, setoluto.

Situna. accr. di siti.

Sivarìa. V. sivusarìa.

Sivu. s. m. Grasso di alcuni animali, che serve per far candele, e per altri usi: sevo, sego. || scularicci lu sivu, non aver punto grazia nè simpatia, sia nell’aspetto che nel parlare. || fitiricci lu coddu di sivu, trovarsi in cimento di essere appiccato.

Sivusarìa. V. grivianza: sgraziataggine, smancerìa.

Sivuseddu. dim. di sivusu: sgraziatello, svenevoluccio.

Sivusu. add. V. greviu. Svenevole, sguajato: sgraziato. || Che ha del sego, impiastricciato di sego: segoso. Sup. sivusissimu: segosissimo.

Sivusuni. accr. di sivusu.

Sizziu. Nella frase dari sizziu: dar briga. || fari diri sizziu, far sentire estremo dolore. || moriri ’n sizziu, languire (dalla parola sitio che disse G. C. morente).

Supplemento

[p. 1155 modifica] [p. 1156 modifica] Siminzula. s. f. Sorta di pastina: semini (Macaluso-Storaci).

Simulìa. s. f. Leggiera pioggia, pioggerella.

Sincili. V. cincili.

Sintireddu. È anco un cisale un po’ rilevato che spartisce i campi.

’Siri. Per èssiri V.

Sirraccheddu. dim. di sirraccu.

Sirretta. s. f. Sorta di uccello: pescajola.

Sirvietta. V. salvietta.

Siulari. V. sciddicari. [p. 1157 modifica]