Nuovo vocabolario siciliano-italiano/TU

TU

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TT U

[p. 1053 modifica] Tu. pron. di seconda persona: tu. Negli obbliqui fa, ti, tia: te. || Usasi per chiamare alcuno di cui non sappiasi il nome. || a tu pri tu, rispondendo e altercando: a tu per tu. || E tu pir tu, così come una sola parola vale, alterco, contesa. || parrari di (o cu lu) tu, parlare in seconda persona come tra familiari: dare del tu.

Tuatu. V. attuatu. || V. togatu.

Tubba. s. f. Qualità di terreno di rena impietrita: tufo. || Portamento altero, ed orgoglioso: spocchia, fasto, burbanza. || Antico strumento da fiato, a guisa di tromba senza buchi: tuba. || – catubba, suono del tamburro: tarapatà.

Tubbazza. pegg. di tubba.

Tubbèrculu. s. m. Tumoretto: tubercòlo. || Piccolo ascesso che formasi ne’ polmoni: tubèrcolo.

Tubberculusu. add. Che ha tubercoli, di tubercolo: tubercoloso.

Tubberosa. s. f. Fiore candido e odoroso, prodotto da una pianta bulbosa dello stesso nome: tuberoso. Polyantes tuberosa L.

Tubberosu. add. Pieno di bitorzoli o di bernoccoli: tuberoso.

Tubbettu. dim. di tubbu: tuboletto. || Quel bocciuolo che in fondo ha la composizione, si mette nel luminello dello schioppo, perchè battendoci il cane faccia esplodere il colpo: cappellotto, fulminante.

Tubbiana. s. f. Mascherata plebea composta di più persone variamente vestite, che ballano al suono d’un tamburo senza bordoni, che fa il suono simile alle sillabe tu bi bi, onde la nostra voce.

Tubbiari, Tubbiliari. v. intr. Rintonare: rintronare.

Tubbu. s. m. Cosa fatta a forma di cilindro vuoto dentro, e serve a vari usi: tubo. || Quel cilindro di cristallo che si mette ai lumi: scartoccio.

Tuccabbili. add. Che è soggetto al tocco: toccabile.

Tuccamentu. s. m. ll toccare: toccamento.

Tuccanti. add. Che tocca: toccante. || Commovente (Ugolini dice che la voce toccante in quest’ultimo senso sa di francese, ma ha molti esempi italiani).

Tuccareddu. dim. di toccu, e vale piccolo branco, piccola moltitudine di animali. Onde il prov. lavuri a munneddu e pecuri a tuccareddu, la coltivazione in piccolo arricchisce.

Tuccari. v. a. Accostare l’un corpo all’altro sicchè le superficie o parte di esse si congiungano: toccare. || met. Dicesi di cose incorporee, e vale muovere, incitare: toccare. || Danneggiare, offendere, provocare: toccare. || Inteso di donna, usarne: toccar donna. || Parlandosi delle bestie, sollecitarle percotendole: toccare. || Può denotare non il real contatto, ma prossimità, p. e. quest’edificio tocca le nuvole, così per iperbole per dire che è alto. || fig. Muovere, commuovere, far impressione: toccare. || Detto di strumenti da suono, sonarli: toccare. || Detto di anni, esservi giunto: toccare. fig. Carnalmente conoscere: toccare. || Maneggiare, palpeggiare: palpare, brancicare. || Torre, levar via: toccare. || Zimbellare che fa l’uccellatore: toccare. || Appartenere, aspettarsi, spettare: toccare. || intr. Discorrere brevemente e superficialmente accennare: toccare di una cosa. || Vedere a chi tocchi in sorte alcuna cosa, il che si fa alzando ognuno quanto dita vuole, e facendo cader la sorte in quelle in cui termina la contazione, secondo il numero dei diti alzato: far al tocco, far al conto. || rifl. a. Toccarsi. || Detto di frutta, corrompersi, cominciare a impudridirsi. || Detto di bestie, incominciare ad aver piaghe o guidaleschi: inguidalescarsi. || tuccari una cosa a unu, doverlo esso avere per diritto: toccare una cosa ad uno. || tuccari ad unu a fari ’na cosa, doverla esso fare o contro voglia o con grande scomodo: toccar ad uno a far una cosa, p. e. arrivai stracco morto, e pure mi toccò a ritornare. || – cu manu, certificarsi, chiarirsi: [p. 1054 modifica] toccare con mano. || – supra lu vivu, offendere nella parte più delicata: toccare sul o nel vivo. E fig. arrecar altrui grandissimo dispiacere con motti pungenti: toccare nel vivo. || – dinari, riceverli, guadagnarli: toccare danari. || – di spiruna, spronare: toccar di sprone. || – lu cori, sommamente piacere o dilettare: toccare il cuore. Vale anche convincere, compungere: toccare il cuore. Muover a compassione: toccar il cuore. || Per dire ad uno che non faccia nulla a tal cosa o a tal individuo, si dice, nun lu tuccati: non lo toccate, lasciatelo com’è, non gli fate male e simili. || – li gaddini, osservare se hanno l’uovo. || a tocca e nun tocca, vicinissimo, così di tempo che di luogo: a tocca e non tocca. Vale anco in procinto: a tocca e non tocca. || nun tuccari la terra, si dice di chi ha grande allegrezza: non toccar terra. P. pass. tuccatu: toccato.

Tuccata. s. f. L’azione del toccare: toccata. || T. cacc. Luogo acconcio a far preda, ove per lo più si va da molti in unione. || Sonata che serve di preludio ad altre, per lo più sul pianoforte: toccata.

Tuccatedda. dim. Toccatina.

Tuccateddu. dim. di tuccatu.

Tucchettu. s. m. Spiazzata elevata dinanzi le chiese o altro: spiazzo. || Suono per richiamo fatto co’ cocci. || Luogo anche al coperto del sole ecc. || Nella scherma, quella piccola battuta che si dà al ferro avversario onde farlo deviare dalla linea.

Tucchierìa. V. jittena (Pasq.).

Tucculiamentu. V. tucculiata.

Tucculiari. V. trucculiari. || V. tuppuliari. || Per brancicare, palpeggiare.

Tucculiata. V. trucculiata.

Tudisca. Nella frase attaccari a quattru a tudisca, dicesi de’ cavalli attaccati alla carrozza guidati avanti da fantino.

Tudischïari. v. intr. Parlar inintelligibilmente, come inintelligibile è per noi il tedesco. || Venire a soddisfazione.

Tudischina. s. f. Veste succinta da donna. Forse fu moda venuta dai Tedeschi.

Tuduni. V. turuni.

Tufània. V. epifània.

Tuffari. v. a. Sommergere: tuffare. P. pass. tuffatu: tuffato.

Tùffiti. Voce onomatopeica del colpo di una percossa ecc.: tùffete. || Vale anche, a un tratto, improvviso: scappati o scoppati la mano.

Tuffa. s. m. Qualità di terreno, il quale non è altro che rena di varia grana un poco impietrita: tufo. || Lavoro fatto di tegole, cocci mattoni pesti, e mescolati con calcina ad uso di pavimenti. || La parte più materiale e più grave di checchessia: grosso. || Ciò che depongono in fondo le cose liquide: posatura, fondata, sedimento.

Tuffuni. V. toffu. || V. timpuni.

Tuffusu. add. Che ha del tufo: tufoso. || Che ha posatura, che fa posatura.

Tuglietta. vistitu a tuglietta, quello che è aperto nel davanti, sì nella vita che nella sottana: vestito a vestino.

Tugurieddu. dim. di tuguriu: tugurietto.

Tugùriu. s. m. Casa povera o contadinesca, capanna: tugurio.

Tuja. s. m. T. bot. Sorta di pianta: albero di vita. Tuja occidentalis L.

Tularu. V. tilaru.

Tuletta. s. f. Francesismo che indica quel tavolino con su lo specchio che serve per mirarsi, abbigliarsi e conservarvi gli arnesi a ciò: specchiera, abbigliatojo, pettiniera, specchio. || Tutto ciò che serve al vestimento, unitavi l’idea di una cotale eleganza: abbigliamento. E il resultato dell’abbigliarsi: abbigliatura. || È un giuoco in cui ognuno pigliando uno strascico dell’abito dell’altro formano una coda, poi dopo girato un po’ a un segno vanno a sedersi, delle sedie essendone una meno, chi rimane in piè paga il pegno: la regina, o forse anco: la coda romana (Fr. Toilette).

Tuli. V. botta. || V. vozza.

Tuliggiari. V. smargiazziari. || V. sufistichïari.

Tulipaneddu. dim. di tulipanu.

Tulipanu. s. m. T. bot. Pianta che fa cipolla, e fior non odoroso, ma vago per la diversità de’ colori: tulipano. Tulipa L. Alcuni coi fiori a foglie tagliuzzate si dicono parrucchetti; altri colle foglie intere tromboni.

Tulirari. V. tollerari.

Tuliru. Idiotismo di S. Fratello per tilaru V.

Tulittedda. dim. di tuletta. || Arnese collo specchio piccolo per tenervi pettine, spilli ecc.: pettiniera.

Tullìggia. s. f. Sofisticherìa, smancerìa (Biundi).

Tulliggiusu. add. Nojoso, seccatore.

Tullu. s. m. Sorta di drappo leggiero, trasparentissimo: tulle; o forse: spumiglia (Fr. tulle).

Tuma. s. f. Cacio fresco non salato: raviggiolo (Pasq. forse dal Lat. tumor).

Tumareddu. V. tummareddu.

Tumari. v. intr. Cadere, andar a capo in giù: tomare.

Tumasedda. s. f. Spezie di polpetta con zucchero ed uova: tomasella.

Tumazzeddu. dim. di tumazzu: caciolino.

Tumazzu. s. m. Cacio, formaggio. V. caciu. || – primintìa, quello di marzo: marzolino. || – galera, d’infima qualità e vecchio (Da tuma V.).

Tumedda. s. f. T. mar. Trina fatta con vecchi filacci, colla quale si fasciano alcune parti dei cavi d’ormeggio per proteggerli dallo sfregamento: baderna.

Tumettu. dim. di tomu al § 1.

Tumiceddu. dim. di tomu al § 1 e 2.

Tumilai (A. Posto avv. vale trascuratamente: alla carlona.

Tumma (A. Posto avv. vale tombolando: ruzzolone.

Tummareddu. s. m. T. zool. Sorta di pesce che salta fuori dell’acqua: delfino (Vinci. Da tombolare, perchè salta e s’attuffa tombolando). || T. agr. Ramicello della vite che si pianta per poi trapiantarlo: barbatella. || Quel ramo che si piega e corica sotterra senza tagliarlo dal tronco per propagginare: propàggine. || Per arbuddaturi V. || Caduta, capitombolo: tombolo. || Caduta nell’acqua: tonfo, tuffo. || calari tummareddi o tummaredda: propaginare, dicesi delle viti o d’altro albero. || In pl. T. tess. quei pezzetti di legno trasversali a cui è attaccato il liccio per sospenderlo ad una canna posta [p. 1055 modifica] a traverso dei bracciali, e che permetton al liccio di salire e calare secondo che salgano o s’abbassino le calcole.

Tummari. V. tumari. || Bere vino: cioncare (Forse dallo Sp. tomar: prendere). || – lu furmentu, misurarlo e riporlo nei magazzini.

Tummariari. v. a. Far cadere a terra stramazzone: stramazzare, tombolare. || intr. Cadere: tombolare.

Tummarini. V. tammurinu.

Tummaturi. V. abbuddaturi.

Tumminata. s. f. Quanto cape di grano, orzo ecc., la misura da noi detta tumminu.

Tummineddu. V. satureddu. || dim. di tumminu.

Tumminìa. s. f. Frumento che si semina in primavera: marzuolo, grano marzuolo. || Prov. tumminìa rara e tardìa, fora di la mia, grano marzuolo rado e tardivo non ne voglio (Vinci. Dal Gr. τρίμηνον: trimestre, poichè fa in tre mesi).

Tumminiari. v. intr. Vender i cereali a minuto, quasi a un tomolo per volta.

Tùmminu. s. m. Misura degli aridi già abolita, pari a litri 17,1,93: tòmolo. || Misura di spazio, pari ad are 10,91,41. || In gergo, il cappello alto di feltro: cilindro, tuba. || iri a tumminu, si dice quando la biada produce ogni tumolo di sementa una salma di frutto. || a tumminu, in abbondanza: a josa. || Prov. canciu di tummini e bottu di statìa cci vonnu pri arricchiri, bisogna rubare nel misurare per arricchire, e ciò a chi non è onesto: chi non ruba, non ha roba.

Tùmmiti. s. f. Caduta: tonfo.

Tùmmula. s. f. Giuoco che si fa con varie cartelle, e si dà un premio a chi gli sortono i numeri della cartella che esso ha: tòmbola.

Tummuliari. v. intr. Cadere col capo in giù: tombolare.

Tumpi! Esclamazione: finalmente! oh!

Tumpruriari. V. timpuliari.

Tumu. Idiotismo di Nicosia per tumminu V.

Tumulari. v. a. Seppellire: tumulare. P. pass. tumulatu: tumulato.

Tumultu. s. m. Rumore e fracasso di popolo sollevato e commosso: tumulto.

Tumultuari. v. intr. Far tumulto: tumultuare. P. pass. tumultuanti: tumultuante. P. pass. tumultuatu: tumultuato.

Tumultuariamenti. avv. Con tumulto: tumultuariamente.

Tumultuàriu. add. Fatto senz’ordine, confuso: tumultuario.

Tumultuazzioni. s. f. Tumulto: tumultuazione.

Tumultuusu. add. Pieno di tumulto: tumultuoso.

Tùmulu. s. m. Sepolcro: tùmulo. || Arnese da servire nei funerali senza il cadavere: tùmulo.

Tumurellu, Tumurettu: dim. di tumuri: tumoretto.

Tumuri. s. m. Gonfiore, enfiamento: tumore.

Tumurusu. add. Che ha tumore: tumoroso.

Tunacedda, Tunachedda. dim. di tonaca: tonacella, tonicella, tonachino. || Paramento del diacono e suddiacono: tonicella, dalmatica.

Tunachina. V. tunachedda. || V. anco intonacu.

Tunari. V. intrunari.

Tùndiri. V. tunniri.

Tunganu. V. babbu (An. M.).

Tuni. Paragoge di tu: tune (Tigri).

Tùnica. V. tonica. || Buccia, membrana: tùnica.

Tunicedda. Tunichedda. Tunichina. V. tunacedda.

Tuniggiari. v. a. Far andare una nave tirandola da un punto fermo a forza di braccia, o con argano: tonneggiare.

Tunìggiu. s. m. L’azione del tonneggiare: tonnèggio (Car. Voc. Met.).

Tunizzari. V. ntunizzari, corroborare.

Tunna (A la. V. in tunnu.

Tunnacchiolu, Tunnacchiu. dim. di tunnu.

Tunnara. s. f. Seno di mare dove concorre e si pesca gran quantità di tonno: tonnara. || inchi tunnari e sbarazza nuari, così vien chiamato il maestrale, poichè fa arricchire le tonnare e devasta gli orti.

Tunnaredda. dim. di tunnara, arnese più piccolo da pescar tonni, detto altrimenti munta e leva.

Tunnareddu. V. tunnacchiolu.

Tunnarotu. s. m. Nome dei marinai impiegati alla pesca del tonno: tonnarotto.

Tunni. V. mutanni.

Tunniceddu. dim. di tunnu (add.): tonderello.

Tunnillata. s. f. T. mar. Peso equivalente a 1000 chilogrammi: tonnellata.

Tunnillaggiu. s. m. La misura del carico di un bastimento espressa in tonnellate: tonnellaggio. || L’atto di questa misurazione: tonnellaggio (Zan. Voc. Met.).

Tunnina. s. f. La carne del tonno: tonnina. || fari tunnina d’unu, tagliarlo a pezzi. Villani raccontando una rivoluzione de’ Fiamminghi dice: e là giungendo i presi (Francesi), come tonnina in pezzi eran tagliati e morti. Era un vespro Fiammingo!

Tùnniri. v. a. Tagliar la lana delle pecore, o simile: tosare. || Tagliar i capelli: tòndere. Ma del tondere capelli lunghi si direbbe meglio: tosare. E quando si riduce la testa monda come una zucca: zucconare. || aviri chi tunniri o assai chi tunniri, aver molto da fare, essere grandemente affaticato. || isti pri tunniri e fusti tunnutu, di chi va per guadagnare, e perde. P. pass. tunnutu: tonduto, tosato.

Tunnizza. s. f. Rotondità: tondezza.

Tunnizzu. add. Di figura circolare o sferica, alquanto tondo.

Tunnottu. dim. di tunnu.

Tunnu. s. m. T. zool. Pesce grande di passa, noto e comune in Italia: tonno. Scomber thynnus L. || essiri jittatu comu un tunnu, essere sdraiato. || pigghiari lu tunnu, fare buona presa, fig. || Sfera, globo, circolo: tondo. || Ferrareccia, detta pure modello di distendino: tondo. || Giro, viaggio in tondo: tondo. || – di lu cappeddu: il cocùzzolo del cappello. || Nel giuoco della trottola, è una linea circolare sul terreno, in mezzo di cui sta il pallino che deve essere trucciato dalla trottola.

Tunnu. add. Di figura circolare o sferica: tondo. || Affatto, totalmente, p. e. io sugnu a lu scuru tunnu: affatto al bujo. || di tunnu, vale anche affatto, del tutto, p. e. livari di tunnu [p. 1056 modifica] levar totalmente: levare del tutto. || ’n tunnu, posto avv., circolarmente: a tondo, in tondo. || a la tunna, totalmente: affatto, del tutto; senza alcuna eccezione. Vale anche alla rinfusa, a rischio: a bacchio. || dirila chiatta e tunna, dire alcuna cosa spiattellatamente: parlar alla libera. || firriari tunnu, esser libero d’impicci, di suggezione, di servitù, o di paura. || farila tunna, di chi in una azione ardita, o non onesta, o non convenevoie procede con tal cautela da non uscirne male: farla pulita. Vale anche fare checchessia interamente, completamente. || tunnu, per ignorante o sciocco. Onde il prov. cu’ nasci tunnu, nun pò moriri quatratu, chi nasce pazzo non guarisce più, o simili: chi nasce tondo non muor quadrato.

Tunnuliddu. dim. di tunnu (add.): tondetto. || dim. di tunnu (sost.): tondetto, tondino.

Tunnulinu. s. m. Anelletto o globetto: tondellino.

Tunnuta. s. f. Il tondere, il tosare: tonditura, tosatura.

Tunnuteddu. dim. di tunnutu, V. in tùnniri.

Tuntarìa. V. ntuntarìa.

Tuntigghiu. dim. di tontu: faldiglia.

Tunzilla, e per lo più in pl. tunzilli. Glandole mucose situate una per ciascun lato sotto dell’ugola: tonsille.

Tunzillari. add. Di o da tonsilla: tonsillare.

Tunzura. V. tonzura.

Tuo. V. (pl. qualche volta tua. Pitrè).

Tuon.u. Idiotismo di S. Fratello per tùmminu.

Tupàzziu V. topàzziu.

Tupinu. add. (An. M.) Meschino, infelice: tapino. || cci vinniru li zoppi e li tupini, vennero le cose più miserabili, capitarono noje sopra noje.

Tuppa. s. f. Quella membrana bianca che copre la bocca di alcune chiocciole dette da noi attuppateddi: operculo. || Per toppa V. || Quella ciocca di peli che discende in sulla fronte ai cavalli: ciuffo.

Tupparedda. s. f. Stoppa di filaticcio.

Tuppareddu. s. m. Nocchio d’olivo svelto dal ceppo per piantarlo nel semenzajo: uòvolo. || È anco una spezie d’erba.

Tuppari. V. attuppari.

Tuppata. s. f. Medicamento fatto di chiara d’uovo sbattuta, nella quale s’intinge stoppa e si applica alle ferite: chiarata. || Ammasso.

Tuppatedda. dim. di tuppata.

Tuppè. s. m. I capelli buttati indietro e attaccati dietro la coppa, come se li mettono le donne: coda, crocchia, cioso, panierino, cipollotto, mazzocchio (Fr. toupet, Sp. tapè). || aria e tuppè, e dinari nun cci nn’è, si dice di coloro che si mostrano spocchiosi senza aver poi del sodo.

Tuppetta, Tuppettu. V. strummula. Così nella parte orientale dell’Isola. || Fiocco di peli dietro il piede del cavallo: barbetta.

Tuppi-tuppi. Voce onomatopeica che esprime il picchiare che si fa: ticche tocche. || – di linu, V. tupparedda.

Tuppiari. v. a. Attaccar i tralci di vite a’ pali: affantocciare (An. Cat.). || Per tuppuliari V. || V. anco tubbiari || Dar batoste: picchiare (Dal Gr. τυπτω).

Tuppiceddu. dim. di toppa.

Tuppiceddu. dim. di tuppu: ciuffetto. || In pl. quel che rimane quando col pettine si straccia la lana per fare stracci.

Tuppiddu. dim. di tuppu: ciuffetto, ciuffettino.

Tùppiti e tàppiti. Il suono della percossa o di altro strepito: tàppete, tìffete. || Vale anche presto, subito.

Tuppu. V. tuppè. || – di cavaddu: mòccolo. || – di riggina. T bot. Amaranto, fior di velluto, nappe di cardinale. Celosia cristata L. || arricucirisi lu tuppu. V. arricociri. || Quel mucchio di penne che hanno certi volatili sulla nuca: ciuffo.

Tuppuliari. v. intr. Battere all’uscio: bussare, picchiare, ticchettare. || tuppuliari e veniri arreri, essere stato in pericolo di morte e riaver la salute (Gr. τυπτω: percuoto).

Tuppuliata. s. f. Il picchiare: picchiata. || Il bussare: bussata.

Tuppuliatedda. dim. Picchiatella, picchiatina, bussatina.

Tuppuliatuna. accr. di tuppuliata.

Tuppuliuneddu. V. tuppuliata.

Tuppuliuni. V. tuppuliatuna.

Tuppuni. s. m. Cesto piccolo d’erba, o filo rado di essa.

Tupputu. add. Si dice di alcuni uccelli che hanno come un ciuffo in capo: cappelluto.

Turacciu. V. stuppagghiu.

Turari. V. attuppari.

Turba. s. f. Moltitudine in confuso: turba. || Popolazzo, volgo: turba.

Turbamentu. s. m. Il turbarsi: turbamento. || Alterazione d’animo: turbamento. || Danno, disturbo: turbamento.

Turbanti. s. m. Arnese di fasce di tela o altro con cui si coprono il capo i Turchi, a foggia di cappello: turbante. || – di sciavu, T. bot. sorta di pianta: iride di susa, susiana. Jiris Susiana. L.

Turbari. v. a. Alterare, commuovere l’animo altrui, facendo o dicendo cosa che gli dispiaccia: turbare. || Guastare, scompigliare: turbare. || Disturbare, distogliere: turbare. || Intorbidare: turbare. || – lu posessu, danneggiare, o molestar altrui nel suo possesso: turbar il possesso. || rifl. a. Alterarsi, commuoversi, crucciarsi: turbarsi || Si dice pure del cielo e del tempo: turbarsi. P. pass. turbatu: turbato.

Turbata. V. turbazzioni.

Turbatamenti. avv. Con turbazione: turbatamente.

Turbateddu. dim. di turbatu: turbatello.

Turbatissimu. add. sup. Turbatissimo.

Turbativa. s. f. Ricorso che si fa al giudice contro chi turba il possesso: turbativa.

Turbativu. add. Atto a turbare: turbativo.

Turbaturi –trici. verb. Chi o che turba: turbatore –trice.

Turbazzioni. s. f. Il turbare, o il turbarsi: turbazione.

Turbazziunedda. dim. Turbazioncella.

Turbidettu. add. Alquanto torbido: torbidetto. || Sfacciatello.

Turbidizza. s. f. Qualità e stato di ciò che è torbido: torbidezza. || Sfacciataggine.

Tùrbidu. add. Che ha in sè mischianza, che gli toglie la limpidezza: tòrbido, tùrbido. || V. tòrbidu. [p. 1057 modifica]

Tùrbini. s.m. Tempesta di vento che soffia in giro impetuosamente: tùrbine. || T. st. nat. Conchiglia di mare a forma di cono: turbine (Mort.).

Turbinusu. add. Tempestoso: turbinoso.

Tùrbit. s. m. Pianta la cui radice medicinale ha forza purgativa: turbitti.

Turbulentu. add. Alterato, commosso, pieno di turbolenza: turbolento, turbulento.

Turbulenza. s. f. Perturbazione, alterazione, sedizione, torbidezza: turbolenza, turbulenza.

Tùrbulu. V. tùrbidu.

Turca. s. f. Veste alla turca: turca. || fem. di turcu: turca.

Turcazzu. pegg. di turcu: turcaccio.

Turcetta. dim. di torcia: torcetto, torchietto.

Turchiceddu. dim. di turcu. || Moretto.

Turchigna (A la. posto avv. Alla turca.

Turchina. s. f. Bella gemma turchina o cilestre, e a volte verde azzurra: turchina, turchese.

Turchinazzu. pegg. di turchinu.

Turchineddu. dim. Turchinetto, turchiniccio.

Turchinu. s. m. Azzurro: turchino. || add. Di color azzurro: turchino.

Turchiscu. add. Appartenente a turco, di Turchia: turchesco. || Aggiunto a una spezie di fagiuolo color marmoreo || a la turchisca, posto avv. alla turca: alla turchesca.

Turchittu. dim. Alquanto moro o picciol moro: moretto.

Turciarìa. s. f. Qualità di torce.

Turciaru. s. m. Colui che fa o vende le candele di cera: cerajuolo.

Turcimentu. s. m. Tortuosità: torcimento. || L’atto e il modo del torcere: torcitura.

Turcirisi. V. tòrciri.

Turcitedda. V. turcetta.

Turcitura. s. f. L’atto e il modo del torcere: torcitura || Storcimento: torcitura.

Turcituri. s. m. Strumento col quale si piglia il labbro o altro del cavallo, e si stringe per farlo star fermo: morsa. || Bastone piccolo per uso di strignere, attorcendovi con esso i canapi, le corde per qualunque uso: tortòre, tortojo, e ant. torcitojo (Gradi), randello.

Turciuneddu. dim. di turciuni.

Turciuni. accr. di torcia: torchione. || Soldato armato di fucile pronto a qualche esecuzione. || Per turciuniuni. || fari teniri lu turciuni, V. cannileri.

Turciuniari. V. ’nturciuniari. || rifl. pass. Divincolarsi per acerbità di dolore: scontorcersi.

Turciuniuni. s. m. Il torcere una cosa con forza: storta, torcitura. || – di ventri, dolore ne gli intestini: tòrmini.

Turciuta. s. f. Il torcere: torta. || Il torcere o tornare addietro dalla via battuta: torta. || dari una, dui ecc. turciuti, stringere col tortojo: dar una, due tortòri.

Turciutedda. dim. di turciuta.

Turciuteddu, dim. di turciutu.

Turciutina. V. turciuta.

Turciutu. add. Da torcere: torcere, strizzato ecc. || Piegato: torto. || Detto di filo, attorcigliato in due o più fili: torto.

Turcu. add. Abitante della Turchia: turco. || Della setta maomettana: turco. || Non battezzato. || E fig. scellerato, empio. || Nero: moro. || cosi turchi, cose dell’altro mondo, strane. || cavaddu turcu, una spezie di cavalli: turco o cavallo turco. || s. m. Uomo turco: turco. || cu’ pigghia un turcu è sò, modo prov. ciò che cade fra mano diventa proprietà! || sintirisi pigghiatu di li turchi, essere sbalordito, non raccapezzarsi. || essiri comu lu turcu a la predica, non ascoltare o non intendere: esser come l’asino al suon della lira. || fari lu giummu comu li turchi, rimaner attonito, rimaner lì. || a lu turcu, sorta di giuoco (Macaluso Storaci): a toccapoma.

Turculeri. s. m. Quegli che lavora nel torchio della tipografia: torcoliere.

Turdiceddu. dim. di turdu.

Turdu. s. m. T. zool. Uccello di grandezza media tra l’allodola e il piccione, bigio, col becco diritto, convesso superiormente: tordo. Turdus L. || Per drudo. || Prov. lu turdu cacca a sè stissu, si dice quando altri fa danno a sè. || Sorta di pesce del genere del labro: tordo. Labrus turdus o labrus viridis major L.

Tùrdula. Idiotismo di Nicosia per tùrtura V.

Turdulicu. s. m. Uccello: re de’ tordi, gazza (Pasq.)

Turduluni V. turduni.

Turdunarìa. s. f. Balordàggine.

Turdunazzu, Turduneddu. dim. di turduni.

Turduni. add. Dicesi a uomo balordo: tordo, bietolone.

Turilla. s. f. Neologismo che vale rissa: baruffa. || Mort. dice che significa, calunnia o pretesto, appicco.

Turilluni. accr. di turilla.

Turinu. s. m. Tessuto di tela o disegni, per tovaglie, e simili, così detto per essersi un tempo distinto Torino in tale manifattura: gremignola.

Turma. s. f. Moltitudine di persone o di animali: torma.

Turmentu. s. m. Pena afflittiva del corpo che si dava ai rei: tormento. || Passione d’animo, afflizione: tormento. || Persona noiosa molto: tormento. || Prov. lu granu s’annetta cu lu ventu, e lu viziu cu lu turmentu, i vizi dice il prov. si tolgono co’ tormenti e ciò finchè l’istruzione non aveva sparso la benefica luce. || Ma altro prov. li turmenti fannu diri all’omu zoccu nun sa, quindi i soli barbari possono ora usare il metodo de’ tormenti, i civili popoli non più.

Turmintari. v. a. Dar tormento, dar dolore: tormentare. || Affliggere, travagliare l’animo: tormentare. || rifl. a. Tormentarsi. P. pass. turmintatu: tormentato.

Turmintaturi –trici. verb. Chi o che tormenta: tormentatore –trice.

Turmintilla. V. tormentilla.

Turmintina. V. trimmintina.

Turmintuni. accr. di turmentu.

Turmintusamenti. avv. Con tormenti: tormentosamente.

Turmintusu. add. Pieno di tormenti, che apporta tormenti: tormentoso.

Turmintuzzu. dim. di turmentu: tormentuzzo.

Turnari. v. intr. Incamminarsi pel luogo donde si era partito: tornare. || Ripigliare o [p. 1058 modifica] ricuperare le cose già tralasciate o perdute: tornare. || Essere di nuovo ciò che si fu innanzi: tornare. || Risultare, ridondare, redire: ritornare. || Per riturnari V. || Riflettersi, ridursi, portarsi: tornare. || Riuscire, divenire: tornare. || Rigermogliare: tornare. || turnari o turnari di casa, venire o andare ad abitare o a stare: tornare o tornare a stare. || v. a. Ricondurre, rimettere: tornare. || Ricadere, parlandosi di beni che dopo la morte di chi si avea l’utile, vanno al padrone ecc.: tornare. || – cuntu, esser utile, comodo: tornar conto. || – a lu doviri, o in sè, ravvedersi: tornar al dovere, tornar in sè. || – in sensi, ricuperar i sensi: riaversi. O ricuperar l’uso della ragione: tornar in cervello. || – ’n grazzia di unu, riconciliarsi l’amore altrui: tornar in grazia altrui. || – a la menti, ricordarsi: tornar alla mente. || – supra unu, venirgli sopra il danno: tornare sopra o in capo ad alcuno. || e torna, o e cci torna, per rimproverare chi sempre vuol ripetere checchessia. || turnari comu lu cani a lu vomitu, ridursi di nuovo a mal fare. || torna si chiama, si dice quando si presta una cosa colla condizione di essere restituita: che abbia nome torna. || a mia cu mi torna ’n costu m’è vicinu, modo prov. si dice di chi attende a fatti propri e non s’impaccia degli altrui fatti.

Turnareddu. dim. di turnaru.

Turnaru. s. m. Colui che lavora al torno: tornajo, torniajo, torniero.

Turnata. s. f. Il tornare, ritorno: tornata. || Adunanza di accademici, di magistrati, di deputati in determinati giorni: tornata. || – di casa, l’albergare: tornata di casa. || a la turnata: al ritorno.

Turnatu. add. Da tornare: tornato. || ben turnatu, modo di salutare chi vien da lontano: sii il ben tornato.

Turnedda. s. f. T. mar. Corda di sparto: bremo, stramba.

Turnettu. V. cirìmulu.

Turnialettu. s. m. Parte del cortinaggio con che da piedi si fascia e adorna il letto: tornaletto.

Turniari. v. a. Lavorar a torno: tornire, torniare. || Far i contorni di una figura: torniare. || Per atturniari. P. pass. turniatu: tornito.

Turniata. s. f. Il tornire: tornitura.

Turniatedda. dim. di turniata.

Turniateddu. dim. di turniatu; e delle volte vale l’istesso che turniatu.

Turniaturi. V. turnaru. Nell’oriente dell’Isola.

Turniu. s. m. Giuramento (Rocca). Forse vorrà dire giramento?

Turnu. s. m. Ricorrimento dell’alternativa nell’esercizio di qualche ufficio: turno. || Giro: torno.

Turpi. add. Disonesto, sporco, deforme: turpe. Sup. turpissimu: turpissimo.

Turpimenti. avv. In modo turpe: turpemente.

Turpitùdini. s. f. Deformità, disonestà, laidezza: turpitùdine, turpezza.

Turragnu di virghi. s. m. Legame di verghe.

Turraru. s. m. Guardiano della torre: torrigiano.

Turrazza. pegg. di turri: torraccia, torraccio, torrazzo.

Turrenti. V. torrenti.

Turretta. dim. di turri: torretta. || Mucchio di pietre tolte dal campo lavorato.

Turri. s. f. Edificio alto fatto per propugnacolo e fortezza delle terre: torre. || Uno de’ pezzi del giuoco degli scacchi: torre. || essiri la turri di Babbillonia, o di Babbeli, esser una gran confusione: esser la torre di Babilonia, o di Babelle.

Turricedda. dim. di turri: torricella.

Turrigghiunazzu. pegg. di turrigghiuni.

Turrigghiuneddu. dim. Torrioncello, torrioncino.

Turrigghiuni. s. m. Torre: torrione. || Qualunque sito troppo elevato: terrazzo.

Turriggiari. v. intr. Innalzarsi, o stare a somiglianza di torre: torreggiare.

Turrintazzu. pegg. di turrenti: torrentaccio.

Turrinteddu. dim. Torrentello.

Turrintuni. accr. di turrenti.

Turriola. s. f. Luogo eminente per iscoprire chi viene: vedetta, torrazzo.

Turriottu. V. turrigghiuni.

Turriuni. s. m. Torre: torrione. V. turrigghiuni.

Turrotta. V. turretta.

Turruni. V. tirruni.

Turta. s. f. Vivanda composta di vari ingredienti battuti e mescolati: torta. || – di farru: farrata (An. Cat.). || spartirisi la turta, met. dividersi fra molti un mal tolto.

Turtera. V. tigghia.

Turticedda. dim. di turta: tortetta.

Turtigghiuneddu. dim. di turtigghiuni: tortelletto.

Turtigghiuni. s. m. Vivanda della stessa materia che la torta, ma in pezzi più piccoli: tortello. || Spezie di canna da schioppo lavorata a fettucce.

Turtizza. s. f. Piegatura, obliquità: tortezza. || La parte torta degli alberi: tortiglione. || fig. Temperamento di chi fa o cerca fare inganni: tristìzia, furberìa. || T. mar. Fune attaccata all’albero maestro, più grossa, ed è l’ultima della prora: tortizza (Zan. Voc. Met.).

Turtizzu. add. Di filo non ben torto.

Turtuliari. V. pirari (da turtula per trottola). || V. strummuliari.

Turtuliddu. add. dim. Alquanto torto.

Tùrtura. s. f. T. zool. Uccello più piccolo e simile al colombo, ma bigio: tòrtola, tòrtora, tortore. Turtur L.

Turtùra. s. f. Tormento, pena afflittiva che si dava, a tempi barbari, per far confessare i misfatti: tortura. || dari la turtura: torturare. || fig. Angariare, cruciare: tortura.

Turturaru. V. cuccu di passa.

Turturazza. pegg. di turtura.

Turturedda. dim. Tortoletta, tortorella, tortoretta,

Turuni. s. m T. zool. Uccello che non differisce dal piccione se non per la grandezza, e per un cerchio bianco intorno al collo: colombaccio, palombo. Columba palumbus L.

Tusa, Tusata s. f. Il tosare: tosatura.

Tusari. V. in tunniri. || Prov. lu bon pasturi tusa, ma nun scorcia: il buon pastore tosa, ma non iscortica. P. pass. tusatu: tosato.

Tusellu. s. m. Sopraccielo, baldacchino che si [p. 1059 modifica] innalza per ornamento sopra un seggio, o su d’altro: dossello.

Tusettu. V. sunettu (Pitrè).

Tusillinu. dim. di tusellu.

Tusinu. s. m. Carne di porco salata e secca: prosciutto.

Tussi. s. f. Espirazione violenta, sonora ed interrotta, cagionata da irritazione ne’ nervi dei polmoni: tosse. || corpu di tussi, tossimento forte e durevole. || fig. Pretensione celata o manifesta di alcuno che lo rende nojoso. || livamu sta tussi, si dice quando si contenta alcuno proprio per torselo di torno; o quando si nega recisamente.

Tussiari. V. tussiri.

Tussicedda. dim. di tussi: tosserella, tossolina.

Tussichïari. v. a. Mangiare, ma si dice quasi imprecando che faccia veleno o tossico.

Tussidda. V. tussicedda.

Tussilàggini. V. fàrfara.

Tùssiri. v. intr. Mandar fuori con violenza l’aria, aver tosse: tossire. P. pass. tussutu: tossito.

Tussuta. s. f. Il tossire: tossimento.

Tussutedda. dim. di tussuta.

Tustizza. s. f. Caparbietà. || Audacia.

Tustizzu. add. Un po’ tosto. || Alquanto caparbio.

Tusu. add. Tosato: toso, tonduto.

Tutali. V. totali.

Tutela. s. f. In generale vale difesa, protezione: tutela. || Quella protezione che ha il tutore del pupillo: tutela.

Tutelari. add. Che difende, che protegge: tutelare.

Tutelari. Difendere, proteggere: tutelare. P. pass. tutelatu: tutelato.

Tutrici. fem. di tuturi: tutrice.

Tuttavia. avv. Nondimeno, con tutto ciò: tuttavia.

Tutti pitilli. Voce composta per indicare quella insalata di più sorte d’erbucce: minutina.

Tuttora. avv. Ancora, tuttavia: tuttora.

Tuttu. s. m. Ogni cosa: tutto. || essiri lu tuttu, aver tutta l’autorità, esser la cosa principale: essere il tutto. || lu tuttu sta ed è, modo di esprimere che la cosa principale sia ecc. || essiri lu tuttu di unu, essere suo dipendente o intrinseco: essere il tutto di alcuno. || add. Riferito a quantità continua, vale intero: tutto. || Riferito a quantità discreta, vale ogni: tutto. || essiri tuttu un pezzu, essere senza moto e senza vivezza: esser tutto d’un pezzo. Vale anche franco, ingenuo, e anche senza grazie o garbo. V. tuttu ’nsemmula. || tuttu quantu, tutto intero: tutto quanto. || tutt’unu, una cosa stessa: tutt’uno. || tuttu lu jornu, continuamente: tutto il giorno, o tutto giorno, tutto dì. || E così tutta notti: tutta notte. || a tutt’ura, continuamente: tutt’ora, a tutte ore, a tutte le ore. || a tutti tempi, vale l’istesso: tutto tempo. || tutt’autru, altra cosa, differentissimo: tutt’altro. || essiri tuttu lu tali, somigliargli perfettamente: esser tutto il tale. || mittirisicci tuttu, far ogni sforzo: far ogni suo potere. || tuttu sta si..., modo di esprimere che il punto principale o difficile sia quello. || farila tutta, adoperarsi a che una cosa riesca bene completamente. Vale anche far tutto al contrario. || tuttu e per tuttu, tutto tutto: tutto, tutto e per tutto. || tutti cosi, ogni cosa, che il Toscano dice anche: tutto ogni cosa. Villani ha: in tutte cose ecc. || tuttu lu tempu, sempre: tutto il tempo. || tutti banni, Villani ha: tutte parti. || tutti dui, tutti tri ecc.: tutti e due, tutti e tre ecc. || cu tuttu ca..., non ostante che...: con tutto che... || nun la sapiri tutta, saperne meno del vero: non saperla tutta. || in tuttu, modo avv., totalmente: in tutto. Vale anche in ogni luogo: da per tutto. || in tuttu e pir tuttu, senza veruna eccezione: in tutto e per tutto. || essiri tutti a la morti di Cristu, aver tutti lo stesso fallo, lo stesso vizio, aver tutti errato. || tutt’al più, al massimo: al più || vaja tuttu, non si risparmi cosa alcuna: vada via tutto. || Prov. cu tuttu voli nenti havi: chi tutto vuole niente ha o tutto perde.

Tuttu. avv. Interamente: tutto. || tuttu ’ntr’on bottu, V. tuttu ’nsemmula. || tuttu ’nsemmula, subito, di botto, improvvisamente: tutto a un tempo, tutto a un tratto. Vale anche persona senza giudizio: cervellino. Vale anche rozzo, semplice: soro, scozzone. || tuttucchì: tuttochè || cu tuttucchì, benchè, quantunque: con tutto che || cu tuttu chissu, nondimeno, tuttavia, non ostante: con tutto ciò, con tutto questo. || ’n tuttu ’n tuttu, in conclusione: in tutto in tutto. || tutt’una, una cosa stessa: tutt’uno. || chi semu tutt’una? che siam pari?

Tuttuvista. Voce composta, si dice a chi fa bella mostra di sè, ma non è buona a nulla: bellimbusto, bacheco.

Tutù. Imitazione del suono della tromba: tu tu.

Tutui. s. m. Fantoccio di cenci con cui il burattinaio rappresenta commediuole per fare ridere: burattino, marionetta. || jocu di tutui, cosa ridicola, farsa. E anco rumore levato da qualcuno dando scandalo tra una folla, e simile: scenata. || Colui stesso che fa agire il burattino: burattinajo.

Tutujari. v. intr. Rimbombare che fa un oggetto vuoto battendovi su.

Tutumaglia. s. f. T. bot. Sorta di erba, che incisa geme un sugo lattiginoso e caustico: tittimaglia. Euphorbia helioscopia L.

Tutuniari. V. baschiari.

Tuturi. s. m. Quegli che tutela o cura il pupillo: tutore.

Tuturìa. s. f. Tutela, ufficio del tutore: tutorìa.

Tuu. V. tuo.

Tuvagghia. s. f. Pannolino bianco per uso di apparecchiar la mensa: tovaglia. || Quel pannolino che cuopre l’altare: tovaglia, tovaglietta. || – di facci, per asciugar la faccia: asciugatojo, tovagliuolo. || – di stirari, quello che si stende sulla tavola quando si deve stirare la biancheria: stiratojo (Nerucci ha: tovagghia).

Tuvagghiazza. pegg. di tuvagghia: tovagliaccia.

Tuvagghiedda. dim. Tovaglietta.

Tuvagghiuola. dim. Tovagliuola.

Tuvagghiuledda. dim. di tuvagghiola: tovagliolino.

Tuvagghiuna, Tuvagghiuni. accr. di tuvagghia: tovaglione.

Tuvaglia. V. tuvagghia.

Tuvagna. A Noto. V. tuvagghia.

Tuvera di lu mantaciu: canna del mantice. [p. 1060 modifica]

Tuzzareddu. dim. di tozzu: tozzetto. || Seccherello, rosicchiolo di pane.

Tuzziari. v. a. Cavar tozzi: tozzolare. || Mangiar il pane tagliandolo a fette. || fig. Stentare o industriarsi ad ottenere checchessia: buscacchiare, strappacchiare. || Aver una cosa a miccino.

Tuzziceddu, Tuzziddu. dim. di tozzu: tozzetto.

Tuzzuliari. V. tuppuliari. || V. stuzzicari. || V. ’nzajari. || Mendicar un tozzo.

Tuzzuluneddu. s. m. Lieve urto o spinta: spinterella. || a tuzzuluneddu, a poco a poco: a miccino. || ogni tuzzuluneddu, spesso, sovente, replicatamente. || ’n’autru tuzzuluneddu, si dice di cosa che tien lì lì per finire di esistere per qualsiasi cagione. E di persona, se inferma presso a morire: aver un piè nella fossa; se dicasi in altri eventi: esser a mal punto.

Tuzzuluni. V. truzzuni. || Alle volte si fa derivare da tozzu, e vale guadagno, mancia. || a tuzzuluni, a poco a poco: a spizzico.

Tuzzuneddu. s. m. Male che vien al frumento: golpe (An. M.).

Tuzzuniari. V. tuzzuliari.

Supplemento

[p. 1157 modifica] Tucceni. s. m. V. chiancata, ma più piccola.

Tucciara. s. f. Fico che si mette negli alberi di fichi per farli produrre: caprifico. [p. 1158 modifica]

Tuccolossia. s. f. Sorta di volatile: aquila anatraja (caglià).

Tummaloru. s. m. T. zool. Sorta di uccello: svasso piccolo. || – riali: svasso forestiere. || – grossu: strolaga piccola (Caglià).

Tupputu. s. m. Sorta di uccello: moretta turca.

Turchinignu. V. turchineddu.

Turciuneddu. s. m. Arnese che si pone in capo ai bambini, perchè nel cascare non si facciano bernoccoli: cercine.

Turniari. V. firriari.

Turturaru. V. anco cucù.

Tuzzari, Tuzzuliari. V. truzzari.