Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/411


395


XXXVI. — Si astenga da ogni atto o parola disonesta o grossolana |||
 111
XXXVII. — Comparazione dei costumi francesi e spagnoli. Utilità della conoscenza di varie lingue |||
 112
XXXVIII-XL. — Il Cortegiano procuri di porre in vista le sue buone condizioni, e di coprire le meno laudevoli |||
 113
XLI. — Fugga di parer bugiardo o vano |||
 116
XLII-XLIII. — Delle facezie. Se siano dono di natura o d’arte. Due sorti di facezie: festività od urbanità, e detti od arguzie |||
 117
XLIV. — Il ragionamento delle facezie è commesso a Bernardo Bibiena |||
 119
XLV-XLVI. — Il riso onde proceda. Non ogni cosa ridicola è idoneo argomento di facezia |||
 120
XLVII. — D’onde si traggono motti ridicoli, si possono trarre anche sentenze gravi |||
 122
XLVIII-XLIX. — Terza sorte di facezie, le burle. Esempii di facezie della prima sorte, ossia delle festività, o narrazioni continuate |||
 121
L. — Norme da osservarsi in questo genere di facezie |||
 124
LI-LII. — A questa sorte di facezie appartiene la narrazione di alcun difetto o sciocchezza di altra persona |||
 125
LIV-LVI. — Affettazioni e bugie fuor di misura |||
 129
LVII. — Facezie della seconda sorte, consistenti in un detto solo, od arguzie. Non siano sciocche nè maligne |||
 131
LVIII-LIX. — Detti ambigui. Talora sono più ingegnosi che ridicoli. Non siano freddi; nè acerbi e discortesi |||
 ivi
LX-LXIII. — Bischizzi. Parole o detti presi in senso diverso. Falsa interpretazione e finzione di nomi e di cose. |||
 133
LXIV-LXVI. — Detti gravi; loro natura ed uso |||
 136
LXVI1. — Comparazioni ridicole |||
 139
LXVIII-LXIX. — Il motteggiare non sia empio nè osceno |||
 140
LXX. — Iperboli ed esagerazioni. |||
 141
LXXI. — Riprensioni dissimulate |||
 142
LXXII. — Detti contrarii |||
 ivi
LXXIII-LXXIV. — Ironia. Conviene principalmente alle persone gravi ed estimate. |||
 143
LXXV Sciocchezza simulata |||
 144
LXXVI. — Pronte e mordaci risposte |||
 145
LXXVII-LXXVIII. — Motti aventi una nascosta suspizion di ridere |||
 146
LXXIX. — Cose discrepanti. |||
 148
LXXX-LXXXII. — Fingere di non intendere, e simili detti di nascosta o simulata significazione |||
 ivi
LXXXIII. — Regole da osservarsi nelle facezie. |||
 150
LXXXIV-LXXXVIII. — Delle burle. Sono di due spezie. |||
 151
LXXXIX. — Non passino alla barraria, nè rechino offesa alla onestà delle donne |||
 157